Una notte magica al Teatro Nazionale “Che Banca!” di Milano. Lunedì 17 dicembre, il coro gospel “The Soul Children of Chicago” si esibirà nella metropoli lombarda dando vita all’appuntamento natalizia per eccellenza, quello a cui non è possibile rinunciare. Solo una notte, purtroppo, per una serata raffinata, entusiasmante e ricca di contenuti emozionanti, a partire dalle ore 21.
I PROTAGONISTI -
Fondato nell’ottobre del 1981, il coro gospel “The Soul Children of Chicago” è diretto da Walt W. Whitman Jr. Le sue origini sono particolari: nato come programma per giovani a rischio appartenenti alle comunità afro-americana della città statunitense, si è trasformato in un’esperienza di vita che ha iniziato a girare il mondo, dando la possibilità ai giovani di esprimere se stessi, la loro creatività e la loro esuberante energia attraverso la musica. Oggi la compagine si è affermata fra i cori di maggior qualità nel panorama internazionale. Nella sua lunga attività oltre mille bambini e ragazzi hanno fatto parte di questo famoso coro gospel di Chicago, ragazzi di età compresa tra i 7 e i 17 anni.
CHE SUCCESSO -
Ma non è finita qui: il sogno manifestato da Walt Whitman al momento dell’inizio del progetto è andato addirittura oltre le sue aspettative. Sono stati prodotti molti album tra cui My time my favor (2010), Reaching the Nation (2005), Generation X (1999), We are one (1996), Growing up (1996), Live and blessed (1991) e This is the day (1990). Sono stati organizzati concerti che hanno catturato l’attenzione di miliardi di persone come l’esibizione durante la cerimonia di apertura del campionato mondiale di calcio in Sudafrica. Sono state attuate collaborazioni importanti con Harry Belafonte, Neil Diamond, Gladys Knight, Celine Dion, Stevie Wonder, Whitney Houston e Mariah Carey. Infine, ma non meno importante, questi artisti hanno vinto un prestigioso Stellar Award e un Grammy, esibendosi alla Casa Bianca per i presidenti Clinton, Bush Sr., Reagan e Nixon (oltre ad aver cantato nel Kid’s inaugural concert per i festeggiamenti del secondo mandato di Barak Obama).
Pietro Razzini