Regione Emilia-Romagna

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Regione Emilia Romagna

Sito Ufficiale: http://www.regione.emilia-romagna.it/

Pari opportunità, il 25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza alle donne. L'assessore con delega alle Pari opportunità, Petitti: "Dalla Regione un milione di euro per sostenere chi si occupa quotidianamente di sostegno alle donne. E, grazie al via libera della Conferenza Stato-Regioni al nuovo piano di riparto, potremo contare per il prossimo anno su quasi due milioni per finanziare nuove attività".

Bologna, 25 novembre 2016

Molti sono presentati in partnership tra più soggetti, sia pubblici che privati. Propongono il potenziamento di servizi e azioni di formazione e di sensibilizzazione. Alcuni si dedicano a campi finora poco esplorati, come il contrasto ad ogni violenza e discriminazione sessista nell'ambito dello sport. La maggior parte vede la scuola come interlocutore naturale, perché è nella scuola che si formano convinzioni e sensibilità. Il comune denominatore: far crescere una consapevolezza e una coscienza fatta di rispetto, fatta di contrasto alla violenza contro donne, fatta di educazione alla vera parità di genere.

Sono i 49 progetti rivolti alla promozione e al conseguimento delle pari opportunità e al contrasto delle discriminazioni e alla violenza di genere, che la Regione Emilia Romagna sceglie di presentare in occasione della giornata internazionale dedicata all'eliminazione della violenza contro le donne, fissata per oggi, 25 novembre. In sintesi, si tratta dei risultati del primo bando per la concessione di contributi, per un totale di 1 milione di euro, a sostegno di progetti contro la violenza alle donne.

L'occasione offre la possibilità di tracciare anche un bilancio sulle attività realizzate nel contrasto alla violenza di genere. Secondo l'assessore con delega alle Pari opportunità, Emma Petitti, il bando rappresenta "un primo passo decisivo per un sostegno concreto a chi sul territorio si occupa quotidianamente di contrasto alla violenza sulle donne". Spiega ancora l'assessore che "sono arrivate tante richieste, con un pieno coinvolgimento di diverse realtà del territorio. Continueremo a rafforzare questo nostro impegno dando piena attuazione al piano regionale contro la violenza sulle donne, anche tenendo conto del fatto che proprio oggi abbiamo finalmente avuto la conferma (grazie al via libera della Conferenza Stato-Regioni la piano di riparto) che potremo contare per il prossimo anno su quasi due milioni per finanziare nuove attività nei centri antiviolenza e case rifugio e per avviare un ulteriore piano straordinario. Nella Cabina di regina interistituzionale, di cui la Regione Emilia Romagna fa parte, abbiamo già presentato le istanze che ci sono arrivate dal territorio. Continua inoltre la nostra campagna di informazione e sensibilizzazione. Nei prossimi giorni saranno diffuse tre importanti pubblicazioni".

I dati del bando
Sono 52 i soggetti che hanno presentato domanda. Di questi, 49 progetti sono risultati ammissibili: 27 con capofila Comuni, città metropolitana, province e unioni di comuni, i rimanenti 22 con capofila associazioni e organizzazioni del privato sociale. La maggioranza delle iniziative vede ampie partnership per la loro realizzazione e azioni sia di potenziamento di servizi che di formazione e sensibilizzazione, rivolti in particolare alle scuole.
Sono pervenute richieste di contributo per un ammontare complessivo di 1.915.959 euro e con le risorse disponibili si è deciso di finanziare comunque tutti i progetti, essendo tutti coerenti con gli obiettivi del bando, in modo da consentire interventi su tutto il territorio regionale, premiando i migliori con l'assegnazione di una quota superiore di finanziamento (sono stati finanziati i progetti con una percentuale di contributo che varia dal 75% al 25% di quanto richiesto).
Tra i progetti presentati, ve ne sono alcuni particolarmente innovativi che si propongono di diffondere una cultura plurale delle diversità anche come strumento di prevenzione e contrasto di ogni violenza e discriminazione sessista nell'ambito dello sport. In tali ambiti è importante contrastare gli stereotipi legati al maschile e al femminile, anche attraverso una maggiore consapevolezza sui temi della corporeità e nell'ambito delle relazioni affettive.

Rispetto all'educazione di genere, si segnala che moltissimi progetti formativi utilizzano la metodologia della peer education (educazione tra pari), strategia educativa capace di attivare un processo naturale di passaggio di conoscenze, emozioni ed esperienze tra pari diventando protagonisti della propria formazione.
I centri antiviolenza della Regione hanno presentato una serie di progetti caratterizzati da collaborazioni tra i vari soggetti del territorio, tesi al rafforzamento della rete territoriale di prevenzione e assistenza alle donne vittime di violenza e ai loro figli, al supporto in percorsi di uscita dalla violenza e di autonomia, alla realizzazione di progetti di ospitalità in emergenza per le donne vittime di violenza che necessitano di ospitalità immediata, e alla formazione per le figure professionali e per chi svolge attività di volontariato nella prevenzione nel contrasto alla violenza contro le donne, rispondendo alle esigenze specifiche di ogni territorio.

I dati sulla violenza aggiornati al 31 ottobre 2016

Le donne accolte nei 13 centri antiviolenza del Coordinamento regionale dal 1 gennaio al 31 ottobre 2016 sono in totale 2930. Di queste, 2.739 hanno subito in modo diretto violenza (93,5%).
Quelle che si sono recate per la prima volta a un centro antiviolenza sono 2094, pari al 76,3% di tutte coloro che si sono rivolte ai Centri. Di queste, 751 sono di provenienza straniera (36,4%). Le madri sono 1517, pari al 77,4%. I figli che subiscono violenza sono pari al 55,2% (1440).
Nel corso del 2016, il 65,2% delle donne (1365) ha subito violenze fisiche; il 43,2% ha subito violenze economiche (905); il 13,9% ha subito violenze sessuali (291); il 92,6% ha subito violenze psicologiche (1940).
Le donne ospitate nella case rifugio al 31 ottobre scorso sono state complessivamente 192, i figli/e 191. Le notti di ospitalità di donne e figli/e sono state complessivamente 35.550, in media 92,8 giorni di ospitalità per donna e figli/e, in leggera diminuzione rispetto al 2015, anno in cui la media di notti è stata pari a 113,6 giorni.

Convegno del 25 novembre su "La violenza domestica in gravidanza"
Sede della Regione, sala Guido Fanti dalle 9 alle 13,30
Un convegno che indaga un fenomeno poco studiato e poco noto, a partire dal percorso fatto dalla Regione Emilia-Romagna nella prevenzione e nell'intercettazione precoce della violenza in gravidanza con la presentazione di progetti sperimentali avviati dai servizi sanitari e sociali in Emilia-Romagna e con uno sguardo su altre esperienze regionali (Valeria Dubini della Toscana). Sarà l'occasione inoltre per approfondire le indicazioni nazionali, con Serena Battilomo del Ministero della salute e internazionali e Claudia Garcia Moreno dell'OMS. Infine con Antonella Nespoli, ricercatrice dell'Università di Napoli, sarà fatto un focus sulle competenze necessarie agli operatori per affrontare queste situazioni nella pratica professionale.
Il convegno sarà trasmesso domani in diretta streaming a questo indirizzo: videocenter.lepida.it/videos/livestreams/page1 

Pubblicazioni
Nei prossimi giorni saranno inoltre presentate e diffuse le seguenti pubblicazioni:
1- Un volume che raccoglie Piano regionale contro la violenza di genere e Linee di indirizzo regionali per l'accoglienza di donne vittime di violenza.
2- Femicidio. I dati raccolti sulla stampa a cura della Casa delle donne per non subire violenza. Anno 2015.
3- Monitoraggio dati di accoglienza dei Centri antiviolenza del Coordinamento dei centri antiviolenza della Regione Emilia-Romagna. Anno 2015
4- Violenza di genere. Raccomandazioni per la valutazione clinica e medico-legale (curata da Maria Stella D'Andrea e Rosa Maria Gaudio). Numero speciale della Collana Maltrattamento e abuso sul minore - I quaderni del professionista.

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Food Valley negli Usa. Collaborazione con la FDA americana sulla sicurezza alimentare, export e attrattività Emilia-Romagna nell'incontro con gli investitori. Bonaccini: "Facendo rete siamo in grado di competere in tutti i mercati internazionali"

Nella missione della Regione negli Stati Uniti nell'ambito della settimana della cucina italiana nel mondo, gli incontri del presidente della Giunta alla Food and Drug Administration e all'ICE, Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane. "I nostri obiettivi crescita, sviluppo e occupazione"

Bologna – Sicurezza alimentare, protezione di marchi che rappresentano l'eccellenza enogastronomica emiliano-romagnola nel mondo, ma anche export e attrattività, per aumentare gli investimenti di aziende americane in Emilia-Romagna, dove già grandi Gruppi, da Philips Morris a Youx, hanno deciso fare impresa. Il tutto con obiettivi primari che sono crescita, sviluppo e occupazione.

Nella missione della Regione negli Stati Uniti – dove dal 16 al 20 novembre New York celebra i prodotti Dop e Igp regionali (44, record in Europa) nell'ambito della prima settimana della cucina italiana nel mondo – il presidente della Giunta, Stefano Bonaccini, mette le basi per una più stretta collaborazione con la Food and Drug Administration, l'Agenzia alimentare americana, sul fronte della food security, e incontra investitori istituzionali all'ICE – Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, nella sede di New York, ascoltandoli, raccogliendo le loro esigenze e spiegando le opportunità d'impresa in Emilia-Romagna.

"Abbiamo deciso di essere qui a New York perché gli Stati Uniti sono il nostro mercato più importante extraeuropeo- ha spiegato Bonaccini agli investitori americani all'ICE-. Nel 2015 il nostro export ha raggiunto complessivamente i 55,3 miliardi di euro e nel 2016 supereremo i 56. L'agroalimentare vale circa 6 miliardi e le esportazioni dell'agrofood verso gli Usa nei primi sei mesi di quest'anno sono aumentate dell'8,9%. Stiamo puntando con decisione sull'internazionalizzazione, piccolo è bello ma auspichiamo nuove aggregazioni, le nostre imprese devono poter competere sul mercato globale e noi siamo al loro fianco. Contemporaneamente- ha proseguito il presidente della Regione- stiamo investendo moltissimo sull'attrattività, con successo: siamo la sesta regione europea su questo fronte e grazie alla nostra legge regionale sull'attrazione di investimenti in Emilia-Romagna ben 16 imprese e grandi gruppi investiranno 600 milioni di euro nel nostro territorio, per oltre 1.500 nuovi posti di lavoro. E' ormai chiaro, lo dicono i risultati, che fare rete fra istituzioni, imprese, sindacati, università e associazioni rende il sistema Emilia-Romagna in grado di competere su tutti i mercati, quello europeo e quelli internazionali".

Bonaccini ha quindi sottolineato come investire in Emilia-Romagna trovi condizioni favorevoli, grazie alle infrastrutture esistenti, alle peculiarità dei territori, al know how dei tecnici e della manodopera specializzata e ai saperi diffusi, al lavoro fatto sui fattori di attrattività economica con una Legge regionale (la n. 14 del 2014) che valorizza logistica, ricerca e sviluppo, innovazione, università, tecnopoli, start-up, hi-tech, sanità e solidarietà, tutti elementi oggetto di politiche regionali ad hoc. E ancora, a tre brand turistico-imprenditoriali come Motor Valley, Food Valley e Wellness Valley, e una quarta in cantiere come Fashion Valley, e a cluster produttivi molto internazionalizzati: automotive, biomedicale, packaging, food, meccanica e automazione industriale e logistica.

Il presidente ha infine annunciato agli investitori che il prossimo anno in collaborazione con ICE si farà una sessione di lavoro con ERVET, la società regionale per la valorizzazione economica del territorio, che verrà negli Stati Uniti ad approfondire ulteriormente le modalità per investire in Emilia-Romagna.

Ma il faccia a faccia all'ICE, cui ha partecipato anche l'assessore all'Agricoltura, Simona Caselli, è servito anche per ascoltare le esigenze degli investitori, che hanno portato all'attenzione del presidente della Regione gli aspetti della loro quotidianità. Molta concretezza, dunque, a partire dal fatto che i prodotti per il mercato americano devono essere di grande qualità e passare per canali di vendita validi e riconosciuti, oltre al fatto in realtà esistono cinquanta mercati in uno: è importante selezionare gli Stati in cui esportare, capire la loro legislazione, non vale la pena forzare le cose e volere arrivare in tutto il mercato americano.

Maurizio Forte, direttore ICE New York e coordinatore uffici ICE Rete USA, ha illustrato il potenziale dei vari mercati negli Stati Uniti, ricordando come i prodotti italiani vadano effettivamente molto bene. Una ricerca fatta dall'ICE, ha poi spiegato, rivela che occorre rendere facili da trovare i prodotti italiani, da qui la strategia di promozione agroalimentare italiana negli Usa, con accordi con la grande distribuzione, fiere, campagne sui media, e-commerce e attività di incoming in Italia. Previsti anche educational per i consumatori, per distinguere i prodotti e far scegliere la qualità: "Buy authentic Italian, get more", questo lo slogan della campagna.

Sicurezza alimentare
Sul fronte della sicurezza alimentare, l'Emilia-Romagna chiama e la Food and Drug Administration (Fda), l'Agenzia americana per gli alimenti, risponde. A Washington il presidente Bonaccini ha incontrato Donald Prater, Acting assistant commissioner for Food Safety Integration (FDA), col quale si è confrontato sui temi della sicurezza e dell'educazione alimentare, della sostenibilità dei processi produttivi nell'agroalimentare e della tutela del Made in Italy, di cui le eccellenze enogastronomiche emiliano-romagnole rappresentano una parte importantissima.

"E' strategico rafforzare il rapporto con gli Stati Uniti, per rilanciare il 'sistema Italia' attraverso una collaborazione tra gli enti di ricerca, le imprese, le fiere e i diversi attori del settore agroalimentare, e lo è per l'Emilia-Romagna, per l'importanza e la ricchezza del suo comparto agroalimentare. Non a caso- ha spiegato Bonaccini- come Regione abbiamo lanciato il World Food Research and Innovation Forum, la piattaforma internazionale sull'alimentazione che punta ad aggregare le migliori esperienze internazionali nel campo della ricerca e della sicurezza alimentare, una nuova metodologia di relazioni e di cooperazione tra governi, istituzioni, imprese, associazioni e mondo della ricerca per contribuire alla definizione di strategie del settore dell'alimentazione: ho invitato formalmente la FDA a prendere parte alla Strategic international platform del World Food Forum, ringraziandola peraltro per il contributo dato inizialmente all'avvio della piattaforma".

Il presidente della Regione ha poi proposto una intesa alla FDA sul tema della food security nell'ambito dell'accordo della Regione Emilia-Romagna con la regione cinese del Guandong, così come importante è stato il protocollo siglato l'anno scorso dalla Regione Emilia-Romagna con lo Stato della California sui cambiamenti climatici e per la riduzione dei gas climalteranti, con impegno rispetto alla sostenibilità ambientale dei processi produttivi nell'agroalimentare.
Prater ha quindi illustrato i nuovi provvedimenti legislativi della FDA, a partire dai contenuti del Food safety modernization act, che entrerà in vigore negli Stati Uniti nel corso del 2017. Infine, ha ricordato la collaborazione con molti governi esteri e in questo ambito ha apprezzato le informazioni arrivate dalla Regione Emilia-Romagna, auspicando una ulteriore collaborazione.

(Nelle foto in allegato, immagini degli incontri alla FDA e all'ICE. Nella prima, il presidente Bonaccini con Donald Prater, nella seconda con Maurizio Forte e l'assessore Simona Caselli)

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Domenica, 20 Novembre 2016 09:14

Appennino: al via la banda larga

Sviluppo. La Regione sblocca 10,6 milioni di euro per portare la banda ultralarga in 96 comuni rurali, priorità a quelli di montagna: "Crescita e territorio, strategico investire in aree Appennino"

Da Piacenza a Rimini, gli interventi attraverso la programmazione dei fondi del Psr 2014-2020. L'assessore Caselli: "Rilanciare l'agricoltura di montagna, spesso penalizzata da difficili condizioni ambientali". L'assessore Donini: "Nuove opportunità di crescita con la realizzazione dell'Agenda digitale, entro il 2020 coperto l'intero territorio dell'Emilia-Romagna"

Bologna – La Montagna va in Rete. La Giunta regionale ha sbloccato oltre 10,6 milioni di euro di fondi europei per completare entro il prossimo quadriennio la copertura con la rete Internet ultraveloce del territorio rurale e in particolare di quello appenninico.
Il programma di infrastrutturazione digitale interessa 96 comuni (si tratta di interventi per collegare 33 municipi e 83 aree produttive) di cui 21 nella provincia di Bologna, 20 in quella di Parma, 10 in quella di Piacenza, 13 in quella di Reggio Emilia, 5 in quella di Rimini, 11 in quella di Modena, 11 in quella di Forlì-Cesena, 2 in quella di Ravenna e 3 in quella di Ferrara.

I 10,6 milioni rappresentano la prima tranche di una dotazione finanziaria complessiva di circa 49,6 milioni che la nuova programmazione 2014-2020 del Programma regionale di sviluppo rurale (Psr) ha espressamente destinato all'implementazione delle infrastrutture digitali nelle aree rurali non ancora raggiunte delle reti in fibra ottica, con priorità - appunto - per quelle dell'Appennino. Un territorio dove praticare l'agricoltura spesso significa essere penalizzati da costi più elevati a causa di condizioni ambientali difficoltose. Un intervento che si inquadra nell'attuazione del piano dell'Agenda digitale regionale, che attraverso l'investimento di 255 milioni di euro tra risorse statali, regionali e comunitarie porterà entro il 2020 la banda ultra larga a 30 Megabit per secondo e a 100 Megabit per secondo rispettivamente nel 100% e nell'85% del territorio dell'Emilia-Romagna.

"Quella di montagna- sottolinea l'assessore regionale all'Agricoltura, Simona Caselli- è un'agricoltura di grande qualità, che dà prodotti tipici eccellenti. Senza dimenticare il ruolo degli agricoltori come 'custodi' del territorio, per ridurre il rischio idrogeologico e contrastare l'abbandono di aree vitali per la nostra regione. È pertanto strategico investire in queste zone, sia per rendere più agevole il fare impresa sia per favorire una maggiore competitività delle aziende agricole".

"Questa iniziativa- aggiunge l'assessore regionale all'Agenda digitale, Raffaele Donini- rientra nelle molteplici azioni dell'Agenda digitale dell'Emilia-Romagna e si inquadra in una strategia di ampio respiro per creare nuove opportunità di crescita e sviluppo per l'intero territorio regionale e migliorare l'accessibilità ai servizi digitali più avanzati".

Il programma degli interventi
L'intervento nei 96 comuni sarà realizzato da Lepida SpA, società in house della Regione per la progettazione e realizzazione delle infrastrutture di telecomunicazione e dei servizi informatici di ultima generazione, nelle cosiddette "aree bianche", cioè quelle dove gli operatori privati non investono per scarsa redditività. In particolare, Lepida interverrà per estendere la rete delle dorsali. I lavori di installazione delle infrastrutture digitali, già appaltati alle ditte esecutrici, partiranno all'inizio di dicembre in base ad un cronoprogramma approvato nel maggio scorso dalla Giunta regionale. La seconda tranche di 39 milioni di euro di fondi del Psr sarà invece utilizzata per la realizzazione, a partire dal 2017, da parte di un concessionario che verrà selezionato da Infratel Italia, società in house del ministero dello Sviluppo economico, degli interventi necessari per l'accesso alla banda ultralarga di case, imprese e servizi pubblici. L'intero programma sarà appunto completato entro il 2020.

Le tratte già realizzate
Quest'ultimo intervento fa seguito a quello già realizzato nel 2015 grazie ad uno stanziamento di 8,5 milioni di euro del vecchio Psr 2007-2013 che portato alla posa di 250 chilometri di cavo in fibra ottica suddivisi in 16 tratte in ulteriori 33 Comuni appenninici dell'Emilia-Romagna.

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