Dall'immediato Dopoguerra sino ai giorni nostri, le auto presenti allo stand Mercedes-Benz ad Auto e Moto d'Epoca 2016 di Padova. Dalla 300 SL ad ali di gabbiano, alla W196 che ha stravinto nei Campionati di Formula 1 del '54 e del '55 creando il mito della "Freccia d'Argento".
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Quattro ore dopo la fine della gara i commissari penalizzano Vettel che perde il podio. Che sport è questo?
di Matteo Landi
Avevamo assistito all'abbraccio libertorio fra Vettel ed Arrivabene. La Ferrari tornava finalmente sul podio dopo una gara carica di tensioni ed adrenalina. Vettel dopo una bella rimonta aveva incontrato in Verstappen un ostacolo insormontabile. Non per la sua velocità ma per la sua ostinazione a non voler cedere la terza posizione al tedesco dopo averla mantenuta solo grazie ad un plateale taglio di percorso. Così facendo aveva pure permesso al compagno Ricciardo di rinvenire su Vettel tentando persino un sorpasso al quale il ferrarista si è duramente, ma lealmente opposto. Terminata la gara era giusto applaudire i commissari, pronti a resistuire a Vettel un meritato podio infliggendo a Verstappen cinque secondi di penalità. Ma quattro ore è arrivata la doccia fredda: 10 secondi di penalità a Vettel per come ha resistito all'attacco di Ricciardo. Come dire che la resistenza dura ma corretta di Vettel, che ha lasciato lo spazio a Ricciardo per entrare e completare la curva, è più grave di un evidente taglio di percorso. Assurdo. Soprattutto considerando che la situazione si era creata in seguito all'atteggiamento sconsiderato di Verstappen. Così facendo i commissari hanno completato il piano che alla Red Bull non era riuscito in pista, quando ha permesso al suo pilota di tenere dietro il ferrarista consentendo a Ricciardo di raggiungere il podio. Doppiamente assurdo. Pensare che con la penalità ricevuta Vettel è stato quindi classificato dietro al pilota che avrebbe dovuto restituirgli la posizione e che per questo è stato sanzionato.
Vettel penalizzato per presunta "Manovra Verstappen"
Le mancate penalità ricevute da Verstappen, che più volte durante l'anno si è spostato pericolosamente in frenata per opporsi ad un sorpasso, avevano creato un pericoloso precedente inducendo i commissari a ribadire una regola già scritta, coprendosi di ridicolo. In Messico la Formula 1 ha perso definitivamente la faccia quando gli stessi commissari, capitanati da un Charlie Whiting oramai in stato confusionale, hanno inflitto a Vettel la pena che in tante occasioni avrebbe meritato Verstappen, nonostante il ferrarista abbia, a differenza di quanto spesso fatto dal giovane olandese, lasciato all'avversario lo spazio per eseguire la curva. Se da una parte si è assistito alla decisione arbitrale più vergognosa degli ultimi anni, dall'altra risulta ormai evidente la perdita di potere politico di una Ferrari incapace di difendersi di fronte ai torti subiti.
Ferrari senza più potere politico
Senza andare indietro alle forti prese di posizione del Drake vengono in mente i tempi in cui Ross Brawn e soci riuscivano a ribaltare squalifiche, come in Malesia 1999, o Stefano Domenicali, silurato nel 2014, che riusciva a farsi valere di fronte ai commissari che avevano messo in discussione il titolo vinto da Raikkonen al termine del gran premio del Brasile 2007. Vengono i brividi a pensare al silenzio assordante di Marchionne, un Presidente che dopo l'affronto subito dalla squadra più blasonata della Formula 1 non ha trovato il tempo necessario per esprimere un disappunto su un avvenimento che forse, preso dai suoi mille impegni, non lo ha neanche colpito. Così resta da una parte la convinzione che si sia consumata una terribile ingiustizia, dall'altra la sensazione che adesso la Ferrari conti politicamente meno di un'azienda produttrice di bevande energetiche. Ci fosse ancora Enzo Ferrari probabilmente la squadra di Maranello diserterebbe gli ultimi due gran premi dell'anno.
Il tedesco rimonta, combatte e riporta sul podio la Ferrari. Vince Hamilton davanti a Rosberg. Verstappen, folle e fuori dalle regole.
di Matteo Landi
Ha vinto ancora la Mercedes. Hamilton ha ridotto ulteriormente il suo distacco in classifica mondiale dal leader Rosberg, che ha corso pensando ad un titolo mai per lui così vicino. Qualunque cosa farà Hamilton nelle ultime due gare a Rosberg basteranno un secondo ed un terzo posto per aggiudicarsi la sua prima corona. Considerando la vettura che guida il compito del tedesco appare semplice, ma dovrà cercare di mantenere i nervi saldi e per lui, considerando l'inesperienza in tema di "volate mondiali", potrebbe essere arduo. Se la lotta per le prime due posizioni ha avuto un epilogo scontato lo stesso non si può dire della battaglia per il terzo posto che ha visto coinvolti i due alfieri Red Bull e Vettel. Una sfida a tre emozionante ed estrema terminata sotto la bandiera scacchi con il terzo posto di Verstappen, che tuttavia non è salito sul podio a vantaggio di Sebastian Vettel. Ancora una volta il giovane olandese si è reso protagonista di una serie di scorrettezze e la penalità di cinque secondi ricevuta al termine della gara rende solo parzialmente giustizia.
Verstappen: irriverente e folle. Vettel, gara da campione
In partenza il pilota Red Bull è entrato in collisione con Rosberg, rischiando di eliminare un contendente al titolo, poi ha dato il peggio del suo repertorio quando Vettel è arrivato alle sue spalle nel finale di gara. Il tedesco, scattato dalla settima piazza della griglia di partenza, ha corso da campione mostrando quell'intensità mentale che la Ferrari si sarebbe aspettata da lui durante tutto l'anno. Ha gestito bene le gomme soft con le quali è partito, tanto da fare il primo pit-stop dopo più di 30 giri, ben oltre il presunto limite fisico della gomma stabilito dalla Pirelli, ed è poi rinvenuto furiosamente fino a raggiungere Verstappen, in quel momento terzo dietro le due frecce d'argento.
Vettel, Verstappen e Ricciardo: che finale di gara!
L'olandese, sempre estremo nelle sue manovre di difesa, stavolta ha sbagliato il punto di staccata arrivando decisamente lungo quando Vettel stava ormai impostando il sorpasso e tagliando il tracciato. A niente è servito l'ordine impartito dal box Red Bull di farsi sopravanzare da Vettel. La sua difesa oltre i limiti regolamentari ha inoltre permesso a Ricciardo di recuperare secondi preziosi su Vettel fino al tentativo di sorpasso dell'australiano. Il ferrarista ha però chiuso arrivando al contatto. Una difesa dura, rabbiosa, quella di Vettel, che non ci stava assolutamente a perdere un podio che sentiva suo. Tagliato il traguardo il ferrarista ha poi definitivamente perso l'amplomb teutonico appellando Verstappen in ogni modo ma la sua rabbia si è placata quando è stato chiamato sul podio, proprio mentre l'olandese si stava preparando alla cerimonia. Una situazione inusuale, quasi surreale, ma bisogna dar merito ai commissari di aver preso rapidamente una decisione scontata ma poco coerente se si considera il via di Hamilton.
Hamilton imprendibile e fortunato
La gara dell'inglese ha avuto un solo scossone alla partenza, quando è uscito alla prima curva tagliando il percorso esattamente come fatto da Verstappen. Senza ricevere penalità. La sanzione impartita a Verstappen è stata corretta ma, forse, avrebbero dovuto fare altrettanto con Hamilton che ha sfruttato la via di fuga, in parte in asfalto ed in parte erbosa, per riprendere la pista senza perdere posizioni. La mancata penalizzazione non ha comunque inciso sull'esito della gara che Lewis, visto il ritmo tenuto, avrebbe comunque fatta sua.
Raikkonen: bene in qualifica, male in gara
La Ferrari è dunque tornata sul podio, non succedeva da cinque gran premi. Alla lotta per l'ultimo gradino avrebbe potuto partecipare anche Raikkonen. In gara Il finlandese, ancora una volta più rapido di Vettel in qualifica, è stato veloce solo a tratti ed ha conquistato un misero sesto posto, anche se rimarrà nella memoria degli appassionati il suo sorpasso su Hulkenberg. Il ferrarista ormai da diversi giri alle spalle del rivale ha rotto gli indugi a poche tornate dalla bandiera a scacchi sorpassandolo all'esterno ed inducendolo all'errore. Il rendimento dell'ultimo campione del mondo Ferrari è però risultato complessivamente inferiore a quello di Vettel, che in termini di intensità agonistica stavolta lo ha sovrastato. Il tedesco ha finalmente riportato il sorriso in Ferrari con un podio che profuma di vittoria, per come è maturato. Un ottimo presupposto per le ultime due gare stagionali, in cui la squadra di Maranello dovrà cercare di confermare quando mostrato nella gara messicana cercando di salire ancora sul podio, cercando di approfittare della lotta per il titolo che coinvolge i piloti Mercedes per conquistare una vittoria che renderebbe meno amaro questo 2016.
Renault punta sull'elettrico di altissimo livello, con la Trezor Concept, caratterizzata da un'unica grande portiera che comprende anche il tetto e permette l'accesso sollevandosi completamente. Prototipo estremo verso la guida autonoma.
Presenti al Salone di Parigi il nuovo Suv Koleos, alto di gamma del settore realizzato da Renault, lussuoso e moderno e la Zoe per quanto concerne l'elettrico.
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Alex vince l'ultima gara del Campionato Italiano Gran Turismo e ci regala un altro capitolo della sua meravigliosa storia. Festeggiano il titolo Stefano Gai, Mirko Venturi e la Ferrari. Che weekend al Mugello!
di Matteo Landi
Alessandro Zanardi ha quasi 50 anni. Nella sua carriera automobilistica ha sbaragliato gli americani, vincendo due titoli CART consecutivi nel 1997 e 1998, quando la massima Formula d'oltreoceano faceva concorrenza alla Formula 1 in termini tecnologici e di esposizione mediatica, con uno spettacolo persino superiore. A garantirlo ci pensava Alex "Pineapple" Zanardi, con i suoi sorpassi entrati nella storia delle corse e le sue donuts, le spettacolari esultanze che condivano le sue vittorie. Nel 1999 al volante di una recalcitrante Williams ha conosciuto il sapore della sconfitta ma, tornato nella Formula americana, era pronto a stupire ancora il mondo se in quel maledetto 15 settembre 2001 al Lausitzring un incidente non gli avesse negato la vittoria e portato via le gambe. Senza gli arti inferiori ma con la tempra di un guerriero ha vissuto una seconda giovinezza. E' tornato al volante, ed alla vittoria, nel Turismo con la BMW, poi ha conquistato ori olimpici a ripetizione con la handbike, e la scorsa domenica un nuovo successo sempre con la casa tedesca sul circuito del Mugello per l'ultima gara del Campionato Italiano Gran Turismo. Sembrerebbe la vita di un eroe dei fumetti, di quelli che al cinema fanno il record di incassi, invece è l'esistenza di un uomo normale, che fuori dalla pista si dedica ai tifosi ed a chiunque voglia anche solamente stringergli la mano. Sempre con il sorriso firma dediche, scambia parole con perfetti sconosciuti felici di incontrare l'uomo Zanardi, prima ancora che il poliedrico campione sportivo. Come è successo all'Autodromo del Mugello prima e dopo la gara che lo ha visto tornare al trionfo su quattro ruote a più di un anno dall'ultima apparizione di Alex in una competizione motoristica.
Zanardi vince in un contesto di livello assoluto
Gli è bastata la prima gara del sabato, che ha terminato al sesto posto, per fargli prendere confidenza con il mezzo, e toglierli la ruggine nei ruota a ruota. In gara 2, partito secondo, ha strappato una vittoria resistendo all'attacco finale di Melo, il veloce pilota brasiliano campione nel 2002 in Formula 3000 e plurivittorioso in classe GT2 a Le Mans. Giusto per far capire che il ritorno di Zanardi si è svolto in un contesto competitivo e professionale. Avrebbe dovuto far parte della scena anche Mirko Bortolotti, il più veloce nelle prove con la sua Lamborghini Huracan, ma l'incidente che lo ha costretto al ritiro in gara 1 non gli ha permesso di essere al via nella corsa conclusiva a causa degli ingenti danni subiti dalla sua vettura. Un vero peccato per uno dei migliori giovani piloti italiani dell'ultimo decennio. Campione di Formula 2 nel 2011, e vincitore del Campionato Italiano di Formula 3 nel 2008, anno che lo vide anche alla guida della Ferrari di F1 in occasione di un test a Fiorano quando stabilì il record della pista. Peccato che non sia riuscito ad arrivare a competere nella massima Formula, ma le dinamiche che portano alla F1 spesso non seguono logiche meritocratiche. In ogni caso si è trattato di un buon 2016 per Bortolotti, costantemente nelle zone nobili della classifica.
Festa BMW, festa Ferrari, festa di tutti
Oltre a Zanardi hanno festeggiato Stefano Gai e Mirko Venturi: al volante della loro Ferrari 488 hanno trionfato in Gara 1 aggiudicandosi, grazie ai punti conquistati con il sesto posto nella gara conclusiva, il titolo di campioni italiani Gran Turismo. Una grande festa per loro e per tanti spettatori accorsi al Mugello attirati dalla presenza di "Iron Man Zanardi". Oltre alle gioie che ci ha regalato per le sue vittorie, oltre all'esempio di vita che ci dona tutti i giorni, grazie anche per aver avvicinato tante persone ad una delle principali competizioni automobilistiche italiane.
Galleria immagini di Benedetta De Marchi in fondo alla pagina
Il marchio del Leone al Salone del Parigi ha presentato il nuovo 3008. L'ultimo arrivato di casa Peugeot è il Suv futuristico con il quale promette di stravolgere il segmento di riferimento. Un ricco bagaglio di tecnologia e sicurezza di marcia: totalmente rinnovato il sistema Grip Control arricchito di funzioni, tra cui quella per mantenere il veicolo in traiettoria nelle discese difficili.
Nello stand parigino presente anche l'altra novità del settore Suv, la 5008. A sette posti decisamente king size.
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Hamilton sbaglia e Rosberg si avvicina al titolo. Mercedes conquista il terzo titolo costruttori di fila. Ferrari strategia suicida ed affidabilità che vacilla: il podio resta un miraggio.
di Matteo Landi
Terzo anno di Formula ibrida, terzo mondiale Mercedes. A Suzuka il costruttore tedesco si aggiudica con quattro gare d'anticipo il mondiale costruttori. Lo fa con una gara perfetta di Rosberg, l'ennesima in un campionato che potrebbe consegnargli il suo primo titolo iridato, nel giorno in cui Hamilton, reduce dal ritiro per motivi tecnici della Malesia, sbaglia e non va oltre alla terza posizione perdendo altri dieci punti iridiati nei confronti del capoclassifica. Dopo la debacle di una settimana fa ci si aspettava un Hamilton determinato e più affamato che mai, invece le polemiche da lui create su presunti favoritismi Mercedes nei confronti del suo compagno di squadra, quest'anno con una vettura complessivamente più affidabile, hanno finito per destabilizzarlo. L'inglese, dopo l'esitazione al via che lo ha visto sprofondare dalla seconda all'ottava posizione, si è rimboccato le maniche ed è risalito fino al podio, assistito da un mezzo come al solito superiore alla concorrenza, con la Ferrari che gli ha ridotto le fatiche quando con una strategia suicida ha negato a Vettel la gioia dello champagne.
Ferrari: questa volta sbaglia la squadra. Manca anche l'affidabilità meccanica
La squadra di Maranello è una barca che fa acqua da tutte le parti. Dopo l'errore di Vettel in Malesia ecco quello della squadra a Suzuka. Il ferrarista, qualificatosi quarto ma penalizzato di tre posizioni per quanto accaduto appunto in Malesia, è tornato a mostrare tutte le sue potenzialità quando nel corso di poche tornate si è issato in zona podio, pronto ad aggredire Verstappen, in quel momento secondo. Poi l'errore della squadra che ha deciso di lasciarlo troppo a lungo in pista con gomme ormai usurate, ma convinti che con le gomme morbide montate all'ultima sosta Vettel avrebbe potuto rimontare ed arrivare alle spalle di Rosberg. Fatto il pit stop il tedesco si è trovato dietro ad Hamilton. Per qualche giro Vettel ha cercato il sorpasso, poi gli suoi pneumatici hanno perso di efficacia ed ha terminato quarto, davanti a Raikkonen. Se Vettel ha subito la strategia errata scelta dal box Ferrari, il finlandese ha invece da recriminare per l'ennesimo problema tecnico che ha vanificato la sua qualifica da sogno: dopo la terza posizione conquistata sabato, al box del Cavallino hanno dovuto sostituire il cambio alla vettura di Raikkonen che così ha dovuto scontare cinque posizioni di penalità. Partito ottavo con pazienza è risalito fino alla quinta posizione finale. L'amarezza dei ferraristi mostrata nel dopo gara è più che giustificata, considerando la velocità mostrata dalla loro vettura, forse non al livello della Mercedes, ma sicuramente superiore alle Red Bull di Verstappen e Ricciardo.
Red Bull ancora sul podio
L'australiano, reduce dal successo malese, questa volta non ha convinto ed è risultato complessivamente meno veloce ed incisivo di Verstappen. Al via l'olandese ha approfittato dell'errore di Hamilton e si è issato in seconda posizione. Quando al penultimo giro l'inglese ha tentato di sorpassarlo Verstappen ha difeso con i denti la posizione portando all'errore il tre volte campione del mondo che è stato costretto a tagliare la chicane.
Verstappen richiamato dai commissari
Questa volta il giovane pilota, spesso graziato dai commissari nonostante la sua condotta scorretta, ha agito nei limiti delle regole ma la durezza con cui lo ha fatto gli è costata un richiamo da Charlie Whiting. Avvertimento abbastanza ridicolo da parte del direttore di gara che non aveva sentito il bisogno di sanzionare il giovane pilota a Spa, quando ha spinto fuori pista Raikkonen, sostanzialmente la stessa manovra che costò una penalità a Rosberg in Germania quando non lasciò spazio proprio a Verstappen. Altre volte il pilota Red Bull si è spesso reso protagonista di atteggiamenti pericolosi per sé e per i suoi colleghi ma in direzione gara se ne accorgono solo adesso, quando a farne le spese è il campione del mondo in carica. La ramanzina ricevuta da Verstappen non è però bastata alla Mercedes che ha avanzato un reclamo ufficiale contro la condotta del pilota Red Bull. La richiesta, che visti i precedenti cadrà con ogni probabilità nel vuoto, riceverà una risposta solamente ad Austin, sede del prossimo Gran Premio, non potendo i commissari ascoltare i piloti coinvolti in quanto hanno già lasciato il circuito di Suzuka.
Hamilton: fra lui ed il titolo una montagna da scalare
Hamilton adesso si trova a ben 33 punti di distacco dal compagno di squadra Rosberg che, a quattro gare dal termine, sente odore di titolo mondiale. Sarebbe una rivincita importante per un pilota che sembrava designato a subire la personalità e la velocità di Hamiton ed invece si ritrova nei panni, conquistati con una determinazione tutta teutonica, di punta del diamante Mercedes.
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