La signora alla guida dell'auto, una 62enne modenese, che non ha prestato soccorso è stata identificata e rintracciata dalla Municipale dopo poche ore -
Modena, 23 gennaio 2015 -
L'incidente è avvenuto nel pomeriggio di ieri, alle 17.40 circa, in viale Reiter. Il ciclista è stato investito, da una Peugeot 206, riportando lievi lesioni. Alla guida, una 62enne modenese, con un auto data in prestito, che non si è fermata, allontanandosi senza soccorrerlo. La Polizia municipale di Modena è riuscita a rintracciarla e identificarla dopo poche ore.
L'incidente si è verificato in corrispondenza della rotatoria con via Ricci. La dinamica è ancora in fase di accertamento. Secondo le prime ricostruzioni della Municipale il ciclista investito, un cittadino di origine marocchina di 56 anni residente in città, stava percorrendo viale Reiter in direzione di via Emilia. Mentre attraversava verso via Ciro Menotti all'altezza del pedonale in corrispondenza della rotatoria è stato urtato sul fianco sinistro da una Peugeot 206 che percorreva viale Reiter verso via Emilia. Il ciclista investito sarebbe prima finito sul cofano della macchina e poi sbalzato a terra, riportando lesioni lievi. La donna alla guida dell'auto, si è allontanata senza prestare soccorso all'infortunato, assistito invece da passanti che hanno chiamato il 118, giunto insieme alla pattuglia dell'Infortunistica della Municipale.
L'ambulanza ha portato il ciclista a Baggiovara, dove è stato subito dimesso con prognosi di sette giorni, mentre gli operatori della Pm hanno raccolto testimonianze che hanno permesso di risalire attraverso la targa al proprietario della vettura, un cittadino 33enne di origine marocchina residente a Modena. Un'altra pattuglia della Municipale lo ha raggiunto alle 20 circa e da lui ha appreso che l'auto era stata prestata alla donna, rintracciata con la macchina incidentata in un'altra zona della città, dove risiede. L'esame dei danni riportati dal veicolo confermava il coinvolgimento del mezzo, e la stessa signora ha ammesso di essere stata alla guida al momento dei fatti successi nel pomeriggio.
La donna sarà ora deferita all'autorità giudiziaria competente per aver omesso di fermarsi e di prestare soccorso in un incidente stradale con feriti, per cui rischia una condanna da 1 a 3 anni di reclusione e la sospensione della patente da 1 a 5 anni.
Numerose le segnalazioni di furti e danni ai veicoli lasciati in sosta dai pendolari nel parcheggio di viale Sant'Ambrogio. La Polizia Municipale ha denunciato per estorsione un cittadino nigeriano -
Piacenza, 22 gennaio 2015 -
Una denuncia per estorsione a carico di un cittadino nigeriano trentenne, senza fissa dimora, che peraltro non aveva ottemperato al provvedimento di espulsione emanato nei suoi confronti il 27 ottobre scorso (di qui una seconda denuncia). Questo l'esito dell'operazione della Polizia Municipale di Piacenza attivata dopo le numerose segnalazioni di furti e danni ai veicoli lasciati in sosta nel parcheggio di viale Sant'Ambrogio dai pendolari, che hanno inoltre riferito richieste sempre più pressanti di denaro da parte dei posteggiatori abusivi, in cambio della garanzia di sicurezza dei propri mezzi.
Diverse le denunce raccolte dagli agenti, così come considerevoli sono stati i danni subiti dai pendolari che, parcheggiando l'auto nelle prime ore della mattinata, non accettavano di sottostare alle pretese minacciose degli abusivi. In un caso, una signora ha ritrovato la macchina danneggiata per circa 1500 euro, mentre una giovane mamma che ogni giorno deve prendere il treno ha scoperto, al suo ritorno, l'auto aperta e il furto del seggiolino per il trasporto dei bimbi. E' emersa, dalle indagini, una perfetta conoscenza degli orari dei treni da parte dei sedicenti posteggiatori, che concentravano la propria attività soprattutto tra le 6.30 e le otto del mattino, quando più intensa è la fruizione dell'area di sosta da parte dei pendolari.
(Fonte: Comune di Piacenza)
Dall'interazione alla cittadinanza attiva, dalla politica alla religione, dall'estremismo alla cooperazione: intervista a Youssef Salmi, cittadino italiano di origine marocchina, esempio di integrazione -
di Federico Bonati -
Reggio Emilia, 24 gennaio 2015 –
È dal 2001, da quel fatidico 11 settembre, che il mondo intero si è trovato a fare i conti con l'estremismo jihadista islamico; da quel momento, nulla è stato più come prima. A seguito dei recenti fatti di cronaca, l'attentato alla sede di "Charlie Hebdo" e il massacro in Nigeria da parte di Boko Haram, la paura e la diffidenza nei confronti di chi professa la fede musulmana sono tornate d'attualità. Ma sono davvero tutti così? Esiste un grande numero di musulmani che hanno fatto dell'integrazione culturale e dell'interazione fra le persone il cardine della loro vita, sconfessando chi dice che: "Tanto a loro non interessa integrarsi". Queste persone sono molto numerose, anche in Italia. Una di queste, Youssef Salmi, cittadino italiano di origine marocchina, sposato con una donna italiana, e padre di due figli, ex assessore al comune di Novellara, ed esempio di integrazione, ha risposto alle domande della Gazzetta dell'Emilia.
Youssef, partiamo dal passato, dal tuo arrivo in Italia. Che speranze, che progetti e che sogni avevi in quel momento?
Era l'agosto del 1990, e in Italia erano da poco finiti i Mondiali. Fu proprio il sogno del calcio a farmi partire dal Marocco e ad arrivare in Italia, passando per la Francia. Tuttavia, per giocare a calcio, mi servivano i documenti, ed io avevo solo il passaporto. Quindi quello del calcio rimase un sogno, ma quello di vivere in un paese libero si realizzò. Da sempre il mio motto è: "Io sono libero in un paese libero, ma la mia libertà finisce dove inizia quella altrui". Quando arrivai a S. Giovanni di Novellara, fui subito accolto benissimo, c'è molta più solidarietà tra le persone nei paesi piccoli.
Poi il lavoro, la casa, la famiglia, l'integrazione. Hai mai sentito un clima di diffidenza nei tuoi confronti?
All'inizio mi sentivo "osservato", ma erano più che altro sguardi di curiosità. Alcuni avrebbero potuto interpretare quegli sguardi in modo negativo, ma non io. Nel corso della mia vita qui in Italia ho sempre cercato di mettere in atto una partecipazione attiva, attraverso la quale favorire un'interazione tra le culture, la mia e quella del paese in cui vivo. Purtroppo, ammetto che dopo quanto accaduto in Francia, gli sguardi sono diventati diversi, si percepisce islamofobia.
È arrivato, in seguito, anche l'impegno politico nelle file del Partito Democratico. Credi che la politica stia facendo abbastanza per l'integrazione in Italia o che i risultati stiano ancora scarseggiando?
La politica sta facendo del suo meglio in questo senso, il problema vero è di carattere culturale. Stiamo assistendo ad una migrazione dall'Italia degli immigrati che arrivarono in Italia, e questo rappresenta il fallimento delle politiche attuate fino ad ora. Il cambiamento deve partire dall'educazione, dal sistema scolastico, in cui l'integrazione deve essere qualcosa di vitale. Bisogna combattere l'esclusione e l'emarginazione e investire maggiormente nella partecipazione attiva di tutti i soggetti in campo.
Che significato ha, per te, l'appartenenza allo Stato Italiano?
Io amo l'Italia. Ne ero innamorato per il calcio, poi mi sono innamorato della sua storia, dell'arte, della cultura. Ma ciò che maggiormente amo dell'Italia è stata la storia che ha condotto alla liberazione della Nazione e alla realizzazione della Costituzione, che gli anziani del paese mi hanno raccontato; in essi rivedevo mio nonno, e le sue lotte per la libertà in Marocco. Ricordo, inoltre, il caro amico, che ormai non c'è più, Dante Biliardi, che fu il primo a raccontarmi della storia del tricolore, nato a Reggio Emilia. Tutto questo è ciò che mi fa amare questo paese. Sarebbe bello se sapessimo valorizzare, davvero, tutta questa storia, quest'arte, questa cultura.
Tu sei musulmano. Come pensi siano visti i musulmani in Italia?
Non c'è abbastanza conoscenza sull'argomento. E la conoscenza è qualcosa di importante, perché quando conosci una cosa impari a rispettarla. La Costituzione stessa definisce l'Italia un paese in cui vige la libertà di culto, grazie alla quale è possibile vivere in armonia, perciò sta a noi musulmani far comprendere cos'è il vero Islam.
Chiederti di Charlie Hebdo è troppo semplice. Vorrei invece un tuo commento su Boko Haram. E poi, si può uccidere in nome di un Dio, qualunque esso sia?
Mai! Cito un versetto coranico: "Chi uccide un'anima è come se avesse ucciso l'umanità intera". Ciò che sta accadendo in Nigeria, come quanto è accaduto in Francia, è un abominio, è delinquenza allo stato puro. Spero vivamente che arrivi qualche governo, qualche capo di stato musulmano che urli a gran voce contro queste situazioni, facendo da megafono a tutti noi! Nessuno può immaginare come ci stiamo sentendo noi musulmani integrati, rispettosi e pacifici, in questo momento.
Quando senti parlare di ISIS, qual è il tuo primo pensiero?
Queste persone non hanno capito nulla di quello che è la nostra religione. Nelle nostre preghiere giornaliere c'è il richiamo al rispetto reciproco fra le fedi, mentre questi non sanno nemmeno lontanamente cosa sia il rispetto. Sfortunatamente, l'ISIS è figlia di chi ha voluto tutto ciò, dopo la caduta del regime di Saddam Hussein. Stiamo parlando di musulmani che massacrano altri musulmani e che, ancora peggio, arruolano bambini! Per questo devono essere duramente condannati, perché rappresentano l'ignoranza che cammina.
Che futuro immagini per i tuoi figli, che rappresentano la "seconda generazione"?
Immagino, e spero, un futuro roseo per loro, un futuro nel quale possano avere il caposaldo dei valori quali il rispetto e l'amore per il prossimo. E più di tutto spero possano trovare un futuro di pace, per loro e per i loro coetanei, tutti cittadini del mondo. Quando sono arrivato in Italia, sin da subito mi sono messo all'opera, lavorando per migliorare l'integrazione e l'interazione culturale di questo paese. Proprio con lo scopo di quel futuro di pace di cui ho detto.
Quando ti alzi al mattino, che speranze hai per il tuo paese, l'Italia?
Spero con tutto il cuore che il mio Paese si possa risvegliare. Quando tutti gli italiani si renderanno davvero conto di vivere in un paese splendido, ricco di risorse, pieno di storia e che funge da porta d'ingresso per l'Europa, allora saremo tutti davvero contenti. L'Italia, anche per la sua storia di migranti che lasciarono la patria per trasferirsi nel continente o oltreoceano, come fu per i genitori di Papa Francesco, che lasciarono il Piemonte per l'Argentina, deve far tesoro di questo suo passato, divenendo un valido interlocutore internazionale. Inoltre, anche memore di questa sua storia, deve lavorare maggiormente per favorire la convivenza, l'integrazione e l'interazione fra le culture, anche e soprattutto attraverso la partecipazione soggettiva di tutti, italiani e immigrati.
La misura preventiva è stata disposta dal Tribunale di Reggio Emilia contro un imprenditore cutrese: beni sequestrati a Montecchio, Montechiarugolo, Soragna e Busseto -
Reggio Emilia, 22 gennaio 2015 -
La Guardia di Finanza di Reggio Emilia ha sequestrato diversi beni fra cui fabbricati, auto, terreni, per un valore complessivo di dieci milioni di euro, tra le province di Reggio Emilia, Parma e Crotone. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Reggio ai sensi della normativa antimafia, come misura preventiva. I beni, appartengono all' imprenditore cutrese 54enne, Palmo Vertinelli, domiciliato a Montecchio e ritenuto secondo gli inquirenti, legato alla cosca di 'ndrangheta dei Grande Aracri.
Sequestrate proprietà a Montecchio, Montechiarugolo, Soragna e Busseto.
Tante le firme raccolte per la petizione "In difesa della Galleria e della Palatina di Parma" per raggiungere le 5mila firme da presentare al ministro Franceschini -
Parma 21 Gennaio 2015 – Di Cloe M. -
Quello che si sta formando a Parma in difesa del "declassamento" che coinvolge la Biblioteca Palatina e la Galleria Nazionale, conseguenza della riforma Mibac, è un vero e proprio movimento volto a scongiurare una decisione che potrebbe portare gravi danni alla città. Intellettuali, imprenditori e personalità note hanno dato voce alla loro protesta con una petizione "In difesa della Galleria e della Palatina di Parma" che si rivolge direttamente ai cittadini, per sensibilizzarli e chiedere il loro appoggio in difesa di questo patrimonio storico racchiuso nel complesso della Pilotta.
L'obiettivo da raggiungere è quello di 5mila firme da presentare al ministro Franceschini per tentare di cambiare le cose. Ad oggi sono state superate le 2mila sottoscrizioni, segno inequivocabile della grande attenzione da parte della cittadinanza. Promotrice della raccolta firme è stata un'accorata lettera del professore Mario Lavagetto, nella quale si ripercorrono l'immenso valore storico e culturale della Galleria Nazionale, della Biblioteca Palatina e del Museo Bodoniano. Ciò che sottolinea Lavagetto, è che ad essere maggiormente colpita e penalizzata sarà la vita culturale della città nel suo insieme. Una protesta che mette l'accento sulla reiterata logica di "risparmio spicciolo e miope" che sgretola la valorizzazione delle diverse istituzioni e dei singoli monumenti.
Il quadro attuale non offre ancora delle certezze, almeno fino alla chiusura del bando che avverrà domani, giovedì 22 gennaio. Lo scenario previsto dovrebbe prevedere una Soprintendenza unica, derivante dall'accorpamento delle Soprintendenze dei Beni storico-artistici e dei Beni architettonici, con un solo ufficio sempre con sede in Pilotta, da cui verranno separati i musei Galleria Nazionale e Camera di San Paolo che faranno parte di un polo museale regionale (il quale, a sua volta, dipenderà da una direzione generale per i musei creata ad hoc col decreto 171/2014). Infine, in seguito al "declassamento", la Biblioteca Palatina non avrà più un dirigente in sede sul territorio, ma dipenderà direttamente da Roma.
Ad avere appiccato l'incendio probabilmente una sigaretta dimenticata accesa: donna denunciata per incendio colposo ed ubriachezza -
Modena, 21 gennaio 2015 -
Grida di disperazione hanno rotto il silenzio della notte scorsa a Carpi, al civico 28 di via Giordano Bruno, quando da un edificio del centro storico è iniziato a uscire fumo e gli inquilini si sono affacciati alle finestre per chiedere aiuto. Sul posto, sono arrivati carabinieri, ambulanze e vigili del fuoco, allertati dai vicini. L'incendio scoppiato al piano terra e propagatosi agli altri due piani dell'edificio, sarebbe stato provocato da una sigaretta lasciata accesa. Fuori dall'edificio i soccorsi hanno trovato una donna visibilmente ubriaca, barcollante e con una bottiglia di vino in mano, che è stata denunciata per incendio colposo ed ubriachezza. Tutti gli inquilini dello stabile sono stati portati all'ospedale di Carpi per una lieve intossicazione da fumo e poi dimessi.
La Spi-Cgil, dopo alcuni casi di pensionati che si sono rivolti a loro con cartelle sospette, invitano a non pagare e a recarsi presso di loro se si incorre in lettere anomale -
Piacenza, 21 gennaio 2015 -
La Spi-Cgil lancia l'allarme su lettere INPS anomale arrivate a pensionati con somme di denaro da pagare in date già passate, invitanto a non pagare e a recarsi nei loro uffici in casi sospetti.
Si legge nella nota - "Ad alcuni pensionati piacentini sono arrivate lettere dall'INPS Nazionale con testi incomprensibili che hanno, però, in allegato il modello di pagamento unificato all'Agenzia delle Entrate di somme affatto trascurabili (400 euro e oltre). Sarebbe comico - se non fosse esasperante - che le ingiunzioni di pagamento risultano fissate per giorni già superati all'atto della consegna postale."
"In un momento in cui i pensionati italiani, i più tartassati fiscalmente d'Europa, "benedetti" dal Renzismo con l'esclusione dal beneficio degli 80 euro e il mantenimento dell'ingiustizia delle detrazioni fiscali, la dinamica anti-sociale del meccanismo della perequazione automatica e il dimenticatoio delle somme rubate con l'iniquo blocco della stessa, adesso ci sono anche comportamenti inaccettabili dell'INPS che vuol mettere le mani in tasca senza spiegare bene perché." - continua la nota.
"Qualche pensionato, evidentemente poi colpito da qualche dubbio, si è rivolto a noi dopo aver già pagato." - spiegano. "Ora ci sarà da sudare per riavere il maltolto!!! Nel frattempo, ci siamo già organizzati verso le INPS "a portata di mano" Regionale e Provinciale per avere risposte chiare ed esaustive per noi e per i pensionati coinvolti in questi invii postali. Non basta dire "sono cose romane"; no, vogliamo sapere come stanno le cose e alla svelta, perché non si può scherzare con chi tutti i giorni deve far di conto per tirare avanti. E alla svelta perché ci stanno ragioni per montare una giusta, adeguata protesta. Noi non vogliamo soffiare sul fuoco, ma non ci gireremo dall'altra parte rispetto a chi ci chiede semplicemente di sapere bene perché gli vengono chiesti tanti soldi."
La Spi-Cgil invita tutti a non pagare e a mostrare loro lettere arrivate: "Ci faremo carico di far valere il principio dell'informazione precisa come base insostituibile della democrazia partecipata."
(Fonte: Segreteria Provinciale SPI-CGIL)
Ubriaco ha picchiato la moglie al volto sino a romperle il naso. La vittima si è salvata trovando rifugio in un ristorante sotto casa da cui è partito l'allarme -
Reggio Emilia, 20 gennaio 2015 -
Ennesimo caso di violenza sulle donne a Reggio Emilia, da parte del marito violento. Una violenza inaudita, che è costata alla compagna una prognosi di almeno 25 giorni. Il 30enne, disoccupato e probabilmente ubriaco, si è scagliato su di lei infliggendole pugni al viso, tanto da romperle il naso e le ha strappato i capelli, le cui ciocche sono state trovate dai carabinieri sul portone di casa.
La vittima, di 35 anni, sotto choc e con il volto tumefatto, ha chiesto aiuto e rifugio in un ristorante sotto casa, da cui è partito l'allarme. L'uomo è stato trovato dai carabinieri, mentre con tutta tranquillità mangiava una mela ed è stato subito arrestato con l'accusa di maltrattamenti in famiglia.
Le indagini hanno messo in luce la presunta portata del giro di clienti: circa 400 uomini -
Reggio Emilia 20 Gennaio 2015 – Di Cloe M. -
Ci sono sviluppi sulla notizia della ragazza 14enne costretta dalla madre a prostituirsi per risolvere i suoi problemi economici. In un primo momento, la ragazza aveva negato i fatti tentando di difendere la madre, ma grazie al supporto di psicologi ed assistenti sociali è riuscita a comprendere la gravità di quanto accaduto ricostruendone i fatti.
Fino a pochi giorni fa gli inquirenti dovevano ancora definire i responsabili della vicenda e circoscrivere la reale entità della clientela ma, nelle ultime ore, le indagini hanno messo in luce la presunta portata del giro di clienti: circa 400 stando al numero di persone che avrebbero telefonato dopo la pubblicazione dell'annuncio sui quotidiani. Una vicenda iniziata nel Reggiano che potrebbe interessare anche la nostra provincia. Ovviamente sono in corso ulteriori accertamenti in merito.
Fermati due albanesi: i cittadini che dovessero riconoscere i monili rinvenuti potranno recarsi presso gli uffici della Questura -
Modena, 20 gennaio 2015
Agenti in servizio presso il Posto di Polizia Centro, nei giorni scorsi, ha denunciato in stato di libertà due cittadini di nazionalità albanese, di 20 e 29 anni, trovati in possesso di una piccola busta ed un cofanetto contenenti oggetti e monili vari, tra i quali catenine, orologi e monete.
I due fermati nei pressi di via Saragozza, sono stati sottoposti a verifiche di Polizia e accompagnati in Questura per gli accertamenti del caso e, successivamente deferiti all'Autorità Giudiziaria.
I cittadini che dovessero riconoscere i monili rinvenuti potranno recarsi presso l'Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico (U.P.G.S.P.) con relativa denuncia.
(Fonte: Questura di Modena)
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