La Cia commenta l'approvazione definitiva dell'accordo raggiunto nelle scorse settimane tra Consiglio, Commissione e Parlamento europeo sulla riforma della Direttiva in materia.
Roma, 13 gennaio 2015 - Oggi produttori e consumatori si muovono in direzione opposta agli Ogm: solo 5 Paesi in Ue li coltivano e la superficie dedicata non arriva allo 0,001%. Da parte nostra nessun atteggiamento oscurantista o contrario alla ricerca, ma bisogna tutelare la biodiversità delle produzioni nazionali, che rappresenta il nostro maggiore vantaggio competitivo sui mercati stranieri.
Con il via libera definitivo del Parlamento europeo all'accordo sulla riforma della Direttiva in materia di Ogm, ogni Stato membro avrà finalmente la libertà di consentire o vietare la coltivazione di organismi geneticamente modificati sul proprio territorio. Si tratta di una buona notizia, che arriva alla fine del semestre italiano di Presidenza europea e che permette di avvicinarci a una soluzione definitiva della questione, anche nel nostro Paese dove da tempo è stata richiesta l'attivazione della clausola di salvaguardia. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori.
La norma va nella direzione auspicata, che è quella di lasciare l'ultima parola al singolo Paese Ue.
(Fonte CIA)
Secondo una analisi della Coldiretti nell'Unione Europea nonostante l'azione delle lobbies che producono Ogm, nel 2013 sono rimasti solo cinque, su ventotto, i paesi a coltivare Ogm.
Roma 13 gennaio 2015 - "La libertà di non coltivare Ogm come ha fatto fino ad ora l'Italia e come chiedono quasi 8 cittadini su 10 (76 per cento) che si oppongono al biotech nei campi è una ottima chiusura del semestre di presidenza italiano dell'Unione" ha commentato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo -. Siamo di fronte ad un importante e atteso riconoscimento della sovranità degli Stati di fronte al pressing e alle ripetute provocazioni delle multinazionali del biotech. L'Europa da un lato, le Alpi e il mare dall'altro, renderanno l'Italia - precisa Moncalvo - finalmente sicura da ogni contaminazione da Ogm a tutela della straordinaria biodiversità e del patrimonio di distintività del Made in Italy.
Per l'Italia gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura - continua Moncalvo - non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell'omologazione e il grande nemico del Made in Italy".
Secondo una analisi della Coldiretti nell'Unione Europea nonostante l'azione delle lobbies che producono Ogm, nel 2013 sono rimasti solo cinque, su ventotto, i paesi a coltivare Ogm (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania), con appena 148mila ettari di mais transgenico MON810 piantati nel 2013, la quasi totalità in Spagna (136.962 ettari). Si tratta quindi di fatto di un unico Paese (la Spagna) dove si coltiva un unico prodotto (il mais MON810).
(Fonte Coldiretti - il Punto )
"È un successo della Presidenza italiana - ha dichiarato il Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina. In Italia rinnoveremo il divieto di coltivazione del mais Mon810"
Roma, 13 gennaio 2015 -
Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che il Parlamento europeo ha dato il via libera oggi al testo di accordo raggiunto nelle scorse settimane tra Consiglio, Commissione e Parlamento europeo sulla riforma della Direttiva in materia di OGM che sancisce il diritto degli Stati Membri di limitare o proibire la coltivazione di organismi geneticamente modificati (ogm) sul territorio nazionale, anche se questi sono autorizzati a livello europeo, per motivi di natura economica ed agricola.
"È un successo della Presidenza italiana - ha dichiarato il Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina - del ministro Galletti, con cui abbiamo lavorato a stretto contatto, che ha presieduto in questi mesi il Consiglio dei Ministri dell'Ambiente competente sulla materia OGM. Un risultato che non era scontato e sul quale si lavorava da più di 4 anni. Molto importante è stato anche il dialogo e il lavoro fatto dal Parlamento europeo e in particolare dalla delegazione italiana. È una scelta che risponde alle attese degli agricoltori, dei territori e di tutti gli italiani che hanno a cuore la qualità, la tipicità dei nostri prodotti alimentari e la distintività del nostro modello agricolo. Bene quindi che ora sia data libertà di scelta ai singoli Paesi dell'Ue. In Italia rinnoveremo il divieto di coltivazione del mais Mon810 e proprio nei prossimi giorni ci confronteremo con i Ministri Lorenzin e Galletti per procedere".
(Mipaaf)
UE come Ponzio Pilato. Gli allevatori di vongole obbligati al righello mentre la Monsanto "libera" di trattare con gli Stati dell'UE. La partita del Trattato Transatlantico vede troppi interessi in gioco e la UE oggi è troppo indebolita dalla dalla finanza internazionale.
di Virgilio Parma 13 gennaio 2015 - La controversa vicenda degli OGM che vede la Multinazionale della chimica Monsanto, leader quasi monopolista mondiale detentrice del 90% del mercato delle sementi transgeniche, e l'UE si conclude con un pareggio nonostante le dichiarazioni di soddisfazione di quasi tutte le rappresentanze politiche e di categoria.
Ben vengano le modifiche apportate in sede parlamentare rispetto al testo approvato in prima lettura dal Consiglio europeo nel giugno scorso sotto tre aspetti rilevanti, che come segnala il Mipaaf, riguarda:
1- le valutazioni sui rischi ambientali e sanitari, di competenza dell'Agenzia europea per la sicurezza alimentare, dovranno essere aggiornate ogni due anni per tener conto del progresso scientifico e del principio di precauzione che è un pilastro del diritto ambientale internazionale;
2- gli Stati Membri possono chiedere, tramite la Commissione europea, alle imprese produttrici di OGM, di escludere i loro territori dal novero dei Paesi nei quali intendono chiedere l'autorizzazione europea alla coltivazione; ma questa fase di "negoziato" con le imprese non è più obbligatoria, e gli Stati Membri potranno decidere di passare direttamente al divieto di coltivazione per le motivazioni indicate nella Direttiva;
3- gli Stati Membri, prima di introdurre il divieto di coltivazione, dovranno comunicare il relativo provvedimento alla Commissione europea ed attendere 75 giorni per il parere, ma durante questo periodo di attesa gli agricoltori non potranno comunque procedere alla semina dei prodotti interessati dall'ipotesi di divieto.
E' evidente che l'UE, indebolita da 7 anni di crisi finanziaria, è troppo allettata all'idea di poter accedere al mercato Statunitense sottoscrivendo al più presto il trattato di libero scambio TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) o TAFTA (Transatlantic Free Trade Area) e disposta quindi a "calare le brache" purtroppo anche su punti fondamentali sui quali si regge la nostra economia agricola: altissima qualità tradizionale e rintracciabilità al limite dell'esasperazione e ovviamente l'etichettatura dei prodotti.
Con la libera circolazione delle merci e dei prodotti all'interno della Ue come sarà possibile difendersi dalle produzioni transgeniche per i produttori appartenenti agli Stati in cui il divieto fosse stato recepito?
Come al solito la UE sulle questioni importanti non decide mentre è molto ferrea sull'applicazione e regolamentazione delle questioni più insignificanti ma potenzialmente onerose per i piccoli produttori e artigiani su cui la nostra bell'Italia ancora si regge.
Quindi rete e righello per i pescatori di vongole e OGM a go-go.
A breve il nuovo vertice dirigenziale dell'ente elencherà le importanti novità e priorità per un Consorzio che si propone come player di riferimento per tutto il settore agroalimentare -
Parma, 16 gennaio 2015 -
Prosegue il cammino post-commissariamento del Consorzio Agrario di Parma e l' intensa opera di trasparenza operativa che a cominciare proprio dal periodo commissariale e quello immediatamente successivo gestito da Marco Bellora ha consentito all'ente fondato nel 1893 di liberarsi dalle scorie del passato lasciandosi così alle spalle il pericolo di un probabile e definitivo dissesto finanziario (con gravi ripercussioni per il comparto agricolo, gli indispensabili servizi forniti ai soci e le numerose professionalità interne.)
L'occasione della riunione del Consiglio di Amministrazione dei soci del CAP è stata propizia per la nomina di un nuovo presidente per un Consorzio che vuole sempre di più entrare come protagonista autentico nel mondo che più gli appartiene, ovvero quello di una agricoltura in fase di grande e globale cambiamento.
Il nuovo presidente sarà l'imprenditore agricolo Giorgio Grenzi, modenese, classe '49, già consigliere del CAP, figura di esperienza indiscussa e riconosciuto spessore, proviene dal mondo dell'associazionismo agricolo è un profondo conoscitore dei prodotti tipici, dei valori del territorio e di tutte le problematiche agroalimentari della regione Emiliano Romagna.
Nel 2010 fu anche tra gli artefici dell'importante opera di commissariamento della Coldiretti Provinciale di Parma, opera che consentì di riflesso un impegno concreto di risanamento reale e garanzia per molti servizi strettamente legati all'agricoltura tra cui anche quello svolto dal Consorzio Agrario di Parma.
A breve il nuovo presidente Grenzi, affiancato dal direttore Ivan Cremonini, elencherà nel dettaglio ai soci del CAP e a tutta la cittadinanza le priorità consortili e le novità nei servizi CAP che caratterizzeranno il 2015.
(Fonte: ufficio stampa Consorzio Agrario Parma)
Grana Padano e Parmigiano Reggiano, quotazioni stabili da circa due mesi. Latte spot e burro, dopo la discesa rapida di fine anno nella prima seduta del 2015 confermano i listini.
di Virgilio 14 gennaio 2015 -
LATTE SPOT La prima quotazione veronese del nuovo anno ha lasciato tutto come prima. 34,54 €/100 litri e 35,57€/100 litri latte sono rispettivamente i prezzi minimo e massimo registrati a Verona. Rispetto al medesimo mese del 2014 la perdita che si è accumulata nel corso dl 2014 è del -27,53%. Anche per il latte spot pastorizzato di provenienza estera non ha registrato alcuna variazione di valore.
BURRO E PANNA Crollo dello zangolato a Parma e della crema a uso alimentare quotata a Milano. Invariati tutti gli altri listini il cui valore era già stato abbondantemente ridimensionato nelle ultime tre settimane d del 2014. -6,67% (1,40€/kg) e -6,45% (1,40 - 1,50€/kg) le perdite rispettivamente per lo zangolato e la crema.
GRANA PADANO Niente di nuovo sul fronte del padano. Prezzi fermi da diversi settimane per le due classi di stagionatura rilevate a Mantova e a Milano. Confermati pertanto i listini mantovani sia per il 10 e sia per il 14-16 mesi di stagionatura: 6,35-6,60€/kg. e 7,05 - 7,30€/kg. Altrettanto vale per la più importante borsa milanese la cui ultima variazione negativa venne registrata lo scorso 27 ottobre. Nello specifico i rilevamenti settimanali hanno registrato la forbice compresa tra 6,35 e 6,45€/kg relativamente al 9 mesi di stagionatura e tra 7,00 e 7,65€/kg. per quanto riguarda il prodotto di 15 mesi d'invecchiamento.
PARMIGIANO REGGIANO Analogamente al Grana Padano anche per il Parmigiano Reggiano i listini non hanno subito variazioni. Alla borsa di riferimento comprensoriale di Parma il 12 mesi è ancora fermo tra 7,25 e 7,65€/kg. mentre tra 8,65 - 9,0€/kg risulta la forbice di prezzo entro cui è stato fissato il prezzo in questa prima seduta del 2015 il 24 mesi di stagionatura.
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 1-2 11 gennaio 2015
SOMMARIO Anno 14 - n° 1-2 11 gennaio 2015
(In alegato pdf scaricabile)
1.1 editoriale Il business del riciclo e la nostra stupidità.
3.1 ambiente 2014: luci e ombre dell'azione di Governo e Parlamento
4.1 Lattiero caseario Stabili i formaggi DOP. Burro e panna sempre più giù
5.1 export Parmigiano Reggiano e Grana Padano: porte aperte per la Corea del Sud.
5.2 pasta Pasta, istituita la cabina di regia
6.1 produzioni Parmigiano Reggiano: in dicembre calo del 1,1%
6.2 crisi Coldiretti, I consumi a tavola sono tornati indietro di 33 anni nel 2014
6.3 economia Europa in deflazione
7.1 Aziende Parmalat, tra acquisizioni e riorganizzazioni.
ll Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che per promuovere l'intera filiera e definire un programma di valorizzazione e rilancio del settore è stata istituita la 'Cabina di Regia sulla Pasta', grazie a un apposito decreto firmato dal Ministro Maurizio Martina e dal Ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi.
Roma 7 gennaio 2015 -
In particolare, la Cabina di Regia ha tra le sue principali finalità promuovere e sostenere la competitività dell'intera filiera, dalla produzione primaria del frumento fino alla trasformazione industriale della pasta attraverso l'incentivazione, lo stimolo e il supporto ad accordi di filiera tra coltivatori di grano e produttori di pasta per il sostegno alle coltivazioni di grano duro di qualità; favorire i processi di aggregazione dell'offerta della materia prima; individuare percorsi di valorizzazione e di incentivazione di frumento duro di qualità; individuare strategie di attrazione dei fondi comunitari destinati al settore nella programmazione 2014-2020 e di ulteriori fondi nazionali e comunitari per iniziative promozionali a supporto della produzione e dell'esportazione; incentivare l'investimento in innovazione e ricerca nell'intera filiera produttiva.
"Abbiamo voluto fortemente questa azione in sinergia con il Ministero dello sviluppo economico - commenta il Ministro Martina - per andare incontro alle esigenze di un settore simbolo del Made in Italy come la pasta. Siamo leader mondiali con una produzione annua da 3,4 milioni di tonnellate, un fatturato di più di 4,6 miliardi di euro con oltre 7.500 addetti impiegati. Negli ultimi dieci anni il trend delle esportazioni ha registrato tassi di crescita importanti, arrivando a 2 miliardi di euro. Con la Cabina di Regia potremo supportare meglio le aziende sul fronte dell'export, organizzare una promozione integrata in ambito Expo e favorire una migliore distribuzione del valore lungo la filiera".
La Cabina di Regia sulla Pasta, composta da rappresentanti del Mipaaf e del Mise, riserva infatti un'attenzione specifica anche al tema dell'Esposizione universale di Milano in quanto mira a promuovere la filiera grano-pasta all'interno di Expo 2015 e sostenere in questo ambito iniziative di promozione culturale del modello agroalimentare italiano.
"L'Italia è il primo produttore europeo anche di grano duro e proprio per questo - prosegue Martina - abbiamo inserito questa coltura tra quelle a cui destinare parte degli oltre 146 milioni di euro annui che abbiamo stanziato per il piano seminativi all'interno delle risorse relative agli aiuti accoppiati".
Le attività della Cabina di Regia saranno svolte attraverso l'istituzione di Gruppi di Lavoro tematici, formati da rappresentanti delle principali associazioni industriali di settore e delle organizzazioni professionali e delle cooperative.
(Fonte Mipaaf)
La flessione è accompagnata da un aumento dell'export e dei consumi natalizi. Soddisfazione per la riapertura del mercato della Corea del Sud.
Reggio Emilia, 8 gennaio 2015 - "La decisione delle autorità della Corea del Sud, che ha consentito la riapertura delle esportazioni, è significativa non semplicemente per le quantità assorbite da quel Paese, pure interessanti, ma soprattutto perché consente la ripresa di un percorso di incremento costante che si è registrato in questi anni e che riguarda anche diversi altri Paesi dell'area asiatica".
A sottolinearlo è il Consorzio del Parmigiano Reggiano, che evidenzia anche il fatto che la riapertura delle frontiere coreane cade in un periodo che ha visto il sistema Parmigiano Reggiano segnato da altri elementi positivi.
La produzione, a dicembre, è infatti diminuita dell'1,1%, segnando un'inversione di tendenza che assicura al 2014 una chiusura all'insegna di una sostanziale stabilità (circa 15.000 forme in più).
"Un segnale importante per i mercati", sottolinea il Consorzio. "In attesa delle decisioni dei singoli produttori circa la riduzione del 5% approvata dall'Assemblea dei caseifici per il 2015 e in linea con quanto già fatto da altri Consorzi di dop italiane, si è infatti in presenza di un calo che indica la via per il ripristino di un migliore equilibrio tra domanda e offerta".
Contemporaneamente, le esportazioni nei primi nove mesi 2014 sono apparse in aumento a livelli superiori al 5%, mentre per il mercato interno si è registrato, in occasione delle festività natalizie e di fine anno, un incremento delle vendite del 7% rispetto allo stesso periodo del 2013.
Proprio in vista delle festività, sono state così collocate 285.000 forme di Parmigiano Reggiano, che rappresentano il 15% dell'intera produzione destinata in pezzi al mercato interno.
(Fonte CFPR)
A spingere il tasso d'inflazione medio annuo per il 2014 al minimo dal 1959 è stato il calo dei prezzi dei prodotti alimentari non lavorati come frutta, verdura, carne e pesce fresco che fanno registrare una riduzione dello 0,8 per cento e sono di fatto in deflazione.
Roma 7 gennaio 2015 - E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al mese di dicembre.
L'andamento dei prezzi riflette la situazione nei consumi con gli italiani che hanno toccato il fondo nel 2014 e sono tornati indietro di oltre 33 anni sui livelli minimi del 1981, sulla base dell'analisi della Coldiretti sulla base dei consumi finali delle famiglie a valori concatenati dell'Istat. Gli italiani nei primi anni della crisi – sottolinea la Coldiretti - hanno rinunciato soprattutto ad acquistare beni non essenziali, dall'abbigliamento alle calzature, ma poi hanno iniziato a tagliare anche sul cibo riducendo al minimo gli sprechi e orientandosi verso prodotti low cost. Il carrello della spesa degli italiani - conclude la Coldiretti - si è ulteriormente svuotato nel 2014 e pesa lo 0,6 per cento in meno rispetto al 2013, secondo il dati Ismea/Gfk relativa ai primi nove mesi del 2014.
(Fonte Coldiretti)
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