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Bologna, 29 novembre 2013 -
 
La presidente dell'Assemblea legislativa, Palma Costi, ha partecipato questa mattina all'inaugurazione della nuova sede di Egicon, a Mirandola (Mo), impresa che in poco tempo si è affermata nel comparto della progettazione e produzione di sistemi elettronici, con importanti clienti in Italia (da Ferrari a Ducati, società multiutilities e del biomedicale) e all'estero. Una start-up (l'azienda ha appena compiuto 5 anni di vita) che ha puntato sull'innovazione tecnologica e che con il taglio del nastro di oggi sancisce definitivamente la rinascita dopo il terremoto del maggio 2012: nel nuovo stabilimento di via della Posta Vecchia, a San Giacomo Roncole, lavorano infatti 39 persone (molti gli ingegneri), un numero di addetti superiore alla situazione precedente il sisma.

Lo sviluppo di Egicon è stato possibile anche grazie agli strumenti messi a disposizione dalla Regione e dalla Provincia di Modena per le start-up.

"Come spesso mi capita visitando i territori della nostra regione, anche questa mattina ho visto un'azienda meravigliosa- afferma Costi- guidata da persone preparatissime, così come coloro che vi lavorano all'interno. Un'azienda che ha potuto nascere anche grazie al sostegno in avvio della Regione e degli enti locali. E ancora una volta, in Emilia, un'azienda che rinasce dopo il sisma, con una sede nuova, moderna, un'azienda più grande e con un numero maggiore di dipendenti rispetto a prima. Un altro piccolo grande esempio- chiude la presidente dell'Assemblea legislativa- della forza del tessuto socio-economico regionale, in un momento in cui lo sforzo massimo delle istituzioni, lo ribadisco, deve comunque concentrarsi sul binomio imprese e lavoro".

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Lunedì, 25 Novembre 2013 11:32

Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

Numerose le iniziative che vengono realizzate in Emilia-Romagna in occasione della Giornata modiale per l'eliminazione della violenza contro le donne -
 
Bologna, 25 novembre 2013 -
La giornata di oggi, 25 novembre, vuole ricordare l'assassinio delle tre sorelle Mirabal, trucidate nel 1960 nella Repubblica Dominicana. Erano tre donne rivoluzionarie in contrasto con il regime dittatoriale di Rafael Leònidas Trujillo e furono soppresse.
Una giornata simbolo per ribadire l'importanza civile e politica di questa ricorrenza, istituita dalle Nazioni Unite nel 1999. Tanti momenti di confronto in regione, dove purtroppo i dati del Coordinamento delle Case e dei Centri antiviolenza dell'Emilia-Romagna riportano un aumento dei casi di violenza.
 
Il comunicato della Regione Emilia Romagna -

Sono 2403 le donne che, avendo subito violenza, hanno telefonato o si sono presentate direttamente a una Casa o a un Centro antiviolenza del Coordinamento dell'Emilia-Romagna dall'1 gennaio al 31 ottobre 2013: sul totale, 2022 (l'84,1%) rappresentano nuovi contatti, mentre 381 (il 15,9%) sono donne già inserite in un percorso. Un dato in crescita rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, quando erano state 2278 donne a subire violenza e a chiedere aiuto (per poi raggiungere a fine dicembre 2012 quota 2493 donne accolte, di cui 2138 nuovi contatti). I dati raccolti dal Coordinamento delle Case delle donne e dei Centri antiviolenza dell'Emilia-Romagna (11 strutture da Piacenza a Rimini; sul territorio sono presenti altre 6 realtà che, pur non facendo monitoraggio dei dati, in maniera differenziata offrono servizi di ascolto, accoglienza, consulenza e formazione) sono stati presentati stamani, in vista del 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Per l'occasione sono state illustrate anche leLinee d'indirizzo per l'accoglienza di donne, bambini e adolescenti, recentemente approvate dalla giunta regionale.

"Siamo stati i primi a varare uno strumento di questo tipo, sia perché i nostri territori erano pronti, sia perché abbiamo lavorato molto come istituzioni a un provvedimento integrato, sociale e sanitario" ha sottolineato l'assessore regionale alle Politiche sociali Teresa Marzocchi a proposito delle Linee."Le politiche di questa Regione non ritengono tollerabile nessuna forma di violenza – ha ribadito Carlo Lusenti, assessore alle Politiche per la salute – . Ogni anno, centinaia e centinaia di persone si rivolgono ai pronto soccorso presenti sul territorio perché hanno subito violenza; con queste Linee di indirizzo, sviluppate da professionisti che lavorano sul campo, vogliamo fare un passo avanti dal punto di vista dell'omogeneità nella prassi dell'accoglienza e presa in carico". La vicepresidente della giunta Simonetta Saliera ha parlato del sostegno economico fornito dalla Fondazione regionale per le vittime di reato, "che per oltre il 50% dei casi si rivolge a donne, purtroppo la casistica è questa". Saliera ha inoltre ricordato come a Cervia, in un bene confiscato alla criminalità organizzata, si stia aprendo una casa rifugio per donne vittime di violenza. L'assessore Donatella Bortolazzi (Pari opportunità) ha ricordato il lavoro fatto in questi anni all'interno della Regione "perché ci fossero politiche trasversali sul tema: solo 'aggredendo' un problema da più versanti si può arrivare a un cambiamento". Bortolazzi ha parlato inoltre dell'impegno dell'assessorato nel contrasto agli stereotipi sessisti, con progetti e iniziative a partire dalla scuola, e dell'avvio di una collaborazione con il Corecom regionale per costruire un percorso di sensibilizzazione con gli operatori della comunicazione. Alla conferenza stampa di oggi era presente anche Roberta Mori, presidente della Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini: "Il progetto di legge quadro che sarà presto al vaglio dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna – ha sottolineato – non è altro che la declinazione territoriale di uno strumento che dovrà porre le politiche di genere, di parità e antidiscriminatorie a fondamento del nostro Stato di diritto".

Il "profilo" delle donne che subiscono violenza

Per quanto riguarda la nazionalità delle "lei" che per la prima volta, da gennaio a fine ottobre di quest'anno, hanno chiesto aiuto, 1228 sono italiane, 718 straniere (delle rimanenti 76 non si conosce la provenienza). In buona parte (1446 casi, il 78,2%) si tratta di donne con figli; figli che, per il 48,4% dei casi (1191, sui complessivi 2460) hanno subito a loro volta violenza, diretta o assistita. In base alle indagini condotte negli anni precedenti, risulta tendenzialmente stabile nel tempo il profilo anagrafico di chi si rivolge a una Casa o a un Centro antiviolenza: si tratta perlopiù di donne tra i 30 e i 49 anni, prevalentemente coniugate o conviventi, all'80% con figli/e, e una scolarità medio alta. C'è un dato di fondo che si ripete in oltre l'80% dei casi, e cioè che la violenza è compiuta da un partner (fidanzato, convivente, marito) o un ex: una figura dunque nota.

I casi di femicidio

Per femicidio si intende, secondo la definizione della criminologa Diana Russell, "la morte della donna (quale) esito/conseguenza di atteggiamenti o pratiche sociali misogine". Il femicidio è l'uccisione di donne o bambine commessa da mano maschile, a causa della loro appartenenza al genere femminile. In Italia, stando alle indagini condotte dalla Casa delle donne per non subire violenza di Bologna sulla stampa, sono state 126 nel 2012, 130 nel 2011, 129 nel 2010, e complessivamente 908 dal 2005 le donne uccise in ragione del loro esser donne. Secondo quanto emerge dalle indagini, nel 60% dei casi registrati la donna aveva o aveva avuto una relazione di intimità con colui che l'ha uccisa. Nei primi dieci mesi del 2013 (dati al 30 ottobre), si contano già 10 femicidi e 10 tentati femicidi in Emilia-Romagna; 109 i femicidi a livello nazionale.

Uomini violenti: esperienze innovative in Emilia-Romagna

Da anni la Regione lavora in forma integrata con il territorio per il contrasto e la prevenzione della violenza contro donne e minori, per abbattere gli stereotipi e per favorire una cultura del rispetto, dell'autonomia e della dignità, promuovendo al tempo stesso la creazione di reti territoriali realizzate dai soggetti pubblici e privati, in modo da garantire l'accoglienza delle vittime di violenza. Sono state avviate inoltre esperienze innovative per il trattamento di uomini violenti, a partire da "Liberiamoci dalla violenza", sportello dell'Azienda Usl di Modena attivato dal 2011 (con il contributo della Regione). Si tratta ad oggi dell'unica struttura pubblica in Italia per il trattamento socio-sanitario degli autori di maltrattamenti intrafamiliari, che si avvale di personale (tutto al maschile) formato da "Alternative to violence" di Oslo (Atv), il più importante centro a livello europeo nel trattamento degli uomini autori di violenze. Dal 2 dicembre 2011 al 31 ottobre 2013 lo sportello è stato contattato da 254 persone di cui 86 uomini (per avere informazioni sul Centro o per richiedere un appuntamento), 40 donne ( che hanno chiesto informazioni per inviare compagni/mariti), 128 persone a vario titolo interessate sull' argomento. Finora sono state circa 60 le persone inserite in un percorso terapeutico; attualmente sono in trattamento individuale 25 uomini di cui 3 stranieri, di età compresa tra i 27-65 anni; 13 i trattamenti conclusi. Altra esperienza recentemente avviata (novembre 2012) è quella dell'onlus Centro di ascolto uomini maltrattanti di Ferrara (Cam): a fine agosto 2013 erano 22 gli uomini che avevano contattato il Centro, 1 uomo inviato al Centro dai servizi del territorio, 7 quelli che avevano iniziato il percorso; 18 le donne che avevano contattato il centralino, 67 i colloqui svolti complessivamente.

Le Linee d'indirizzo per l'accoglienza di donne, bambini e adolescenti della giunta regionale

La giunta regionale ha approvato recentemente le Linee di indirizzoper l'accoglienza e la presa in carico delle donne vittime di violenza di genere (assessorato Politiche sociali) e di bambini e adolescenti vittime di maltrattamenti/abuso (Politiche per la salute). Si tratta di uno strumento per ottimizzare ed estendere modalità idonee di accoglienza e cura, in modo da perseguire e sviluppare politiche attive sempre più adeguate che riconoscano e contrastino il fenomeno della violenza e promuovano supporti per tutti gli individui che ne sono vittima.

Donne

Le linee definiscono le azioni e le funzioni da attivare distinguendo il momento dell'accoglienza e quello della presa in carico di donne vittime di violenza. Richiedono di individuare un referente e/o un'equipe di professionisti di riferimento della rete per l'accoglienza di vittime di violenza di genere. Le linee promuovono un approccio culturale più ampio e completo ai temi della violenza di genere; l'attuazione è affidata alle Conferenze territoriali sociali e sanitarie che creano un apposito documento, oggetto poi di Piani operativi distrettuali, territoriali o ospedalieri. Nei Piani operativi si dovranno articolare in forma specifica i due diversi ambiti di intervento, e precisamente l'accesso e l'accoglienza. Ogni territorio deve definire, identificare e rendere note le porte d'accesso e le modalità di attivazione e contatto della propria rete di accoglienza delle donne vittime di violenza. Nella fase di accesso si realizza anche una prima valutazione dei bisogni e dello stato di sicurezza della donna. Per quanto riguarda l'attività di presa in carico si differenzia in due percorsi, a seconda che venga riscontrata una situazione di emergenza o che la donna si rivolga ai servizi in un qualsiasi punto della rete in un momento successivo. Coincide con l'avvio della progettazione del percorso di messa in sicurezza e di autonomia della donna.

Bambini e adolescenti

Rendere omogeneo su tutto il territorio regionale il percorso di accoglienza e cura dei bambini e degli adolescenti che hanno subito maltrattamenti o abusi. Favorire il confronto e l'integrazione tra professionisti e servizi per migliorare ulteriormente l'assistenza e fare in modo che protezione, tutela e cura abbiano al centro il bisogno della persona. Le "Linee di indirizzo regionali per l'accoglienza e la cura di bambini e adolescenti vittime di maltrattamento/abuso", adottate dalla giunta, affrontano un problema di salute pubblica da contrastare attraverso la prevenzione, la rilevazione precoce del fenomeno, la protezione e la cura della vittima, il consolidamento di azioni multidisciplinari (sociali, sanitarie, educative, giuridiche) e integrate dei servizi. Sono rivolte a tutti i soggetti coinvolti in quest'ambito: servizi sanitari, servizi sociali, scuola, servizi educativi rivolti all'infanzia, associazioni e strutture del terzo settore (organizzazioni di volontariato, sportive, centri di aggregazione), forze dell'ordine, autorità giudiziaria. Dall'analisi dei principali tipi di maltrattamento/abuso (fisico, sessuale, trascuratezza grave, eccesso patologico nelle cure, violenza assistita ossia quelle situazioni in cui i bambini si trovano ad assistere a violenza), le linee di indirizzo approvate dalla giunta affrontano la metodologia di intervento, i modi e i processi per riconoscere e far emergere le situazioni di malessere, l'attivazione dei servizi e il lavoro in rete. Prima avviene il riconoscimento dei segnali di malessere, più efficaci saranno gli interventi di protezione e cura. A livello organizzativo l'attuazione delle linee di indirizzo spetterà a coordinamenti locali che coinvolgono le Conferenze territoriali sociali e sanitarie, le Aziende sanitarie, gli enti locali.

Il convegno "Ma l'amore non c'entra" e il percorso/istallazione

Numerose le iniziative che vengono realizzate in Emilia-Romagna in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Giunta e Assemblea legislativa regionale organizzano per il 25 novembre a Bologna (sala Polivalente della Regione, viale Aldo Moro 50) il convegno "Ma l'amore non c'entra", con la proiezione del video "La violenza sulle donne raccontata dai media", la presentazione infografica sul fenomeno della violenza di genere, il video sulle Linee di indirizzo e una serie di letture. Interverranno Roberta Mori, presidente Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra uomini e donne, e Teresa Marzocchi, assessore regionale Politiche sociali. In occasione del convegno, nell'atrio della Regione (sede Assemblea, viale Aldo Moro 50) sarà possibile fare un percorso/istallazione attraverso gli elementi più significativi che riguardano la violenza di genere e il femminicidio in Emilia-Romagna.
 
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Pubblicato in Cronaca Emilia
Difesa del suolo, un progetto per mettere in sicurezza i piccoli corsi d'acqua pedemontani. Sono interessati i bacini dei rii Arianna, Bertolini, Bottazzo, Enzola, Lavezza e Quaresimo: si tratta di zone fortemente urbanizzate, localizzate al limite tra le pendici montano-collinari dell'Appennino reggiano e la pianura e che rivestono quindi una particolare importanza per la difesa del suolo -

Bologna, 22 novembre 2013 -
 
Mettere in sicurezza i piccoli corsi d'acqua pedemontani dell'Emilia-Romagna a rischio di esondazione, sperimentando un innovativo metodo di gestione e riqualificazione idraulico-ambientale. Tutelare la biodiversità degli alvei e delle fasce perifluviali, valorizzando la rete ecologica e paesaggistica.

Questi i principali obiettivi del progetto Life Rii, promosso dagli assessorati alla Difesa del suolo e all'Agricoltura della Regione Emilia-Romagna assieme a quattro Comuni reggiani e approvato dalla Commissione europea per le caratteristiche innovative e sperimentali che lo contraddistinguono. Avviato in settembre 2012, si concluderà nel 2016.

Per fare il punto sui lavori realizzati e gli obiettivi finora raggiunti, lunedì 25 novembre a Bologna, nella sede della Regione (Sala A, Terza torre, viale della Fiera 8) dalle ore 9 alle 13 si svolgerà il convegno "La riqualificazione partecipata dei corsi d'acqua minori: il progetto Life Rii".

L'assessore regionale alla Difesa del suolo Paola Gazzolo aprirà i lavori, ai quali prenderanno parte docenti universitari ed esperti del settore: si tratta della prima occasione di confronto e scambio di conoscenze su temi che interessano, oltre alla fascia pedecollinare dell'Emilia-Romagna, altre aree italiane ed europee con caratteristiche simili.

"La gestione del territorio rappresenta un tema di stretta attualità - sottolinea Gazzolo nell'annunciare il convegno -. Con questo progetto si sperimenta un approccio nuovo, basato sul coinvolgimento delle comunità locali e sulla condivisione delle azioni da mettere in campo. Dopo la definizione degli interventi da attuare, ora siamo pronti a passare alla 'fase due', con l'appalto delle opere e l'avvio dei cantieri nei primi mesi del prossimo anno".

Il progetto in sintesi

Il progetto, denominato "Riqualificazione integrata idraulico-ambientale dei rii appartenenti alla fascia pedemontana dell'Emilia-Romagna", è stato presentato dalla Regione assieme ai Comuni di Albinea, Bibbiano, Quattro Castella, San Polo d'Enza e al Consorzio di bonifica dell'Emilia centrale. 1 milione e 200 mila euro le risorse messe in campo: 600 mila come contributo dell'Ue, 500 mila stanziati dalla Regione e 100 mila dai Comuni reggiani.

Sono interessati i bacini dei rii Arianna, Bertolini, Bottazzo, Enzola, Lavezza e Quaresimo: si tratta di zone fortemente urbanizzate, localizzate al limite tra le pendici montano-collinari dell'Appennino reggiano e la pianura e che rivestono quindi una particolare importanza per la difesa del suolo.

Sono corsi d'acqua parzialmente intubati in ambito urbano con sezioni idrauliche ridotte, che risultano insufficienti a contenere le ondate di piena. Gli interventi previsti sono finalizzati a trattenere al massimo le acque nel tratto montano prima che raggiungano le aree urbane. I restringimenti collocati a valle per invasare le acque in caso di piena sono realizzati con manufatti studiati appositamente per intervenire in aree di grande valore paesaggistico e rinverditi con specie locali, cosicché nel corso degli anni risulteranno completamente invisibili.

Altra finalità del progetto è quella di migliorare la qualità delle acque, grazie all'aumento della capacità autodepurativa dei rii. Sono previste forme di incentivazione e indennizzo per favorire l'intervento degli agricoltori nell'azione di riduzione del rischio alluvioni.

Gli stessi cittadini, oltre agli attori sociali ed economici, sono stati coinvolti grazie a un processo partecipativo nella definizione degli interventi e nelle decisioni assunte. Sul sito web della Regione, all'indirizzo http://ambiente.regione.emilia-romagna.it/life-rii è possibile conoscere tutti i dettagli del progetto. /EC

In allegato il programma del convegno

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Sabato, 23 Novembre 2013 11:12

"Felicita" di nome e di fatto

Di Chiara Marando - Parma 23 Novembre 2013

Dove andiamo a mangiare stasera?

Spesso le nostre scelte sono bastate su esperienze più o meno positive, abitudini, pubblicità accattivanti, curiosità oppure il passaparola di amici fidati. Provare posti nuovi può condurre a piacevoli sorprese che possono trasformarsi in altrettante piacevoli abitudini. E’ grazie al passaparola ed alla curiosità che ho scoperto l’Agriturismo Santa Felicita, un graziosa trattoria immersa nel verde della campagna, protetta all’ombra di un fresco pioppeto e riflessa nel tranquillo laghetto antistante, il tutto a pochi minuti dal centro di Parma.

felicita

A fare gli onori di casa è Angela, anima di questa attività, che accoglie i clienti con il suo sorriso gioviale. E’ lei, supportata e aiutata dal fratello Benvenuto, che ha deciso di ristrutturare questa vecchia cascina per renderla un luogo di ristoro, ed è ancora lei che segue l’azienda agricola dove viene prodotto ottimo latte e saporito Parmigiano Reggiano.

Nessuna esperienza precedente nel campo della ristorazione ma tanta passione unita alle pietanze di una volta. Angela ha imparato da sua madre l’amore per la cucina, i suoi segreti, le ricette di famiglia e la piacevolezza della convivialità a tavola. Da qui il desiderio di intraprendere questa strada e di mettersi in gioco. Il risultato le ha dato ragione.

La cucina segue i dettami della tradizione, ma lo chef Daniel spesso ama inventare nuovi piatti con il benestare e l’aiuto di Angela. Le proposte spaziano dai classici tortelli di patate, zucca ed erbetta, ai più ricercati di castagne, per passare alle lasagne ai carciofi ed arrivare ai gustosi Maltagliati con salsiccia, cime di rapa e verdure. Poi ci sono i cavalli di battaglia come i Tagliolini alla lepre ed al ragù, dove lo spessore e la consistenza della pasta fatta in casa solo esaltati dalla sapidità dell’abbondante condimento.

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L’attenzione per le materie prime si vede non solo nella selezione delle carni o delle verdure, rigorosamente coltivate nell’Agriturismo, ma anche nella scelta delle farina, quella macinata a pietra, ideale per preparare un’eccellente sfoglia.

Ma passiamo ai secondi. Oltre all’intramontabile Punta ripiena ed alle deliziose Costine di maiale al forno, si può scegliere tra proposte come la Lonza di maiale al curry e zenzero, oppure il profumato Filetto con aceto balsamico e prugne e, quando lo chef è veramente ispirato, il famoso Filetto alla Wellington. Ogni portata si può accompagnare con contorni appetitosi come la zucca al forno, le asprelle all’aceto ed infine le immancabili patate.

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Come ogni pasto che si rispetti siamo giunti al dessert. Frutto imperdibile delle preziose ricette casalinghe sono anche i dolci fatti in casa, opera tutta al femminile. Ecco quindi che ci si trova davanti all’annosa decisione se optare per le torte miste, un trionfo di golosità come la Torta Susanna, la Cheescake, la Crostata di Prugne, la Torta con marmellata di arance fatta in casa, e ancora con cioccolato e pere, oppure puntare su un cremoso Semifreddo allo zabaione con marsala, mandorle e caffè, al pistacchio o al gianduia. Vere e proprie gioie per il palato.





Agriturismo Santa Felicita

Via Guido Buratti,44/a Parma

Tel. 0521 494950/ Cell. 347 2386108

www.agriturismosantafelicita.com

Pubblicato in Dove andiamo? Emilia
Terremoto - "Il nostro obiettivo è chiudere i Moduli abitativi provvisori al massimo entro due anni": così l'assessore regionale Muzzarelli risponde a un'interpellanza in Assemblea legislativa. Per la metà delle famiglie è già stato definito il percorso di rientro -

Bologna, 20 novembre 2013 -
 
L'obiettivo della Regione Emilia-Romagna e dei Comuni colpiti dal terremoto del 2012 è quello di chiudere i Moduli abitativi provvisori (Map) al massimo entro i prossimi due anni, perché tutte le famiglie hanno il diritto di rientrare il prima possibile nelle proprie abitazioni.

Così l'assessore regionale alle Attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli, ha risposto durante l'Assemblea legislativa a un'interpellanza del consigliere Luciano Vecchi (Partito Democratico). "In base al piano definito assieme ai Comuni - ha affermato - oltre 370 nuclei familiari (il 50%) hanno già un percorso di rientro: sono proprietari con danni da recuperare su procedura Mude, affittuari che continueranno il contratto di locazione al ripristino dell'agibilità della casa o inquilini Acer. Nel frattempo la ricostruzione delle abitazioni danneggiate procede, con la garanzia del 100% del contributo".

"Tutte le misure adottate dal Commissario delegato alla ricostruzione e dai Comuni, a maggior ragione per quanto riguarda i Map, sono state improntate ai principi dell'equità, della trasparenza e della legalità. Partendo da questi principi, il Commissario delegato alla ricostruzione e la Regione sono intenzionati a seguire l'evolversi della situazione e a confrontarsi con i cittadini, per garantire condizioni di vita dignitose ai beneficiari, comportamenti corretti e responsabili da parte di tutti e prospettive certe di fuoriuscita presso alloggi permanenti in proprietà o in affitto".

A questo proposito, Muzzarelli ha ricordato che la Giunta regionale e il Commissario hanno assegnato alle Acer coinvolte 40 milioni di euro per il recupero dei propri alloggi; 25 milioni regionali sono sati attribuiti ai Comuni per l'acquisto di circa 170 nuovi alloggi, con l'autorizzazione ad utilizzarli incrociando le esigenze delle graduatorie Erp e quelle del terremoto. La Giunta ha inoltre assunto l'impegno per il 2014 di integrare i fondi sociali dei Comuni per aiutare le famiglie effettivamente bisognose.

"Prima di ricorrere ai moduli abitativi provvisori - ha sottolineato Muzzarelli nel suo intervento - si sono percorse fino in fondo le altre soluzioni: lo strumento principale adottato è stato il contributo di autonoma sistemazione, che ha permesso a 15 mila famiglie di trovare una soluzione abitativa in proprio. I Comuni sono stati autorizzati a reperire alloggi in affitto a canone concordato e ciò ha consentito di collocare, per la durata della fase transitoria, altre 400 famiglie. Solo le restanti situazioni sono state affrontate ricorrendo ai Map, che sono in totale 757 urbani (di cui 661 occupati) e 220 rurali".

Muzzarelli ha spiegato che nei moduli prefabbricati la permanenza è gratuita, non ci sono spese condominiali e si pagano solo le utenze di luce e acqua. Poiché tutto funziona ad elettricità, le bollette in alcuni casi sono risultate elevate, come da informazioni Enel: nel semestre sono state emesse 400 fatture su 680 utenze, per un importo complessivo di 360 mila euro. Di queste fatture una ventina superano i 2.000 euro, circa 140 sono comprese tra i 1.000 e i 2.000, altrettante tra i 500 e i 1.000 euro, mentre più di cento sono inferiori a 500 euro.

"Per assistere la popolazione, già duramente provata dalle conseguenze del sisma e dagli effetti della crisi economica - ha ricordato Muzzarelli - il Commissario delegato Errani ha chiesto al presidente dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas un intervento teso a offrire agevolazioni sulle tariffe vigenti e forme di rateizzazione della bollettazione". Dopo l'incontro tenuto con Enel e Autorità per l'energia, sono già stati ottenuti alcuni risultati: in attesa delle disposizioni dell'Autorità, Enel sospende sino a fine dicembre 2013 le azioni conseguenti alla morosità, impegnandosi a dare un preavviso ai Servizi sociali dei Comuni in caso di rischio di interruzione del servizio e collaborando con i Comuni stessi nel monitoraggio dei consumi. Inoltre, su richiesta della gestione commissariale, Enel ha dato la propria disponibilità a fornire un "Punto mobile di ascolto" e ad attivare, in collaborazione con le amministrazioni locali, iniziative di formazione dei nuclei familiari per un uso responsabile e sostenibile dell'impianto di riscaldamento e refrigeramento. Naturalmente il cambio di gestore di energia per contratti diversi su libero mercato è una facoltà che può essere esercitata dalle famiglie assegnatarie. /EC
 
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Mercoledì, 20 Novembre 2013 09:49

Fondo energia: nuovi finanziamenti per la green economy



Il Fondo è destinato alle piccole e medie imprese e alle start up con localizzazione produttiva in Emilia-Romagna. Scadenza 29 novembre 2013


Emilia, 20 Novembre 2013 --

Il Fondo Energia è un fondo rotativo di finanza agevolata finalizzato ad agevolare progetti destinati a:

- efficientamento energetico

produzione di energia da fonti rinnovabili e realizzazione di impianti tecnologici che consentano la riduzione dei consumi energetici da fonti tradizionali

- creazione di beni e servizi e che immettano nel mercato prodotti o servizi atti a ridurre l'impatto ambientale ed il consumo energetico

Possono quindi beneficiare dell'intervento sia gli investimenti finalizzati alla riduzione del consumo energetico da fonti tradizionali sia la produzione di impianti e attrezzature innovative per la riduzione dei consumi energetici da fonti tradizionali e per la produzione di energia da fonti rinnovabili.

I finanziamenti, nella forma tecnica di mutuo chirografario, possono avere la durata massima di 48 mesi e importo ricompreso tra un minimo di 75 mila euro ad un massimo di 300 mila euro.

Il finanziamento è compatibile con altri interventi agevolativi ottenuti in campo ambientale se non specificatamente escluso.

Termine ultimo per le domande: 29 novembre 2013

Pubblicato in Ambiente Emilia
Mercoledì, 20 Novembre 2013 09:23

Sanità, AUSL unica in Romagna. E' legge.



Una risposta alla sfida dei "tagli". Salvaguardati i diritti dei lavoratori e introdotta la partecipazione dei territori.

Bologna, 20 Novembre 2013 - -

L'Ausl unica della Romagna è legge. "Nuovo assetto istituzionale dei servizi sanitari delle quattro attuali aziende sanitarie di Forlì, Cesena, Ravenna e Rimini in un'unica Azienda (Usl di Romagna); ingresso della Regione nel capitale sociale dell'Irst di Meldola al fine di acquisire la quota di maggioranza relativa nella compagine societaria": queste le finalità della proposta di legge, d'iniziativa della Giunta, approvata oggi a maggioranza dall'Assemblea legislativa regionale. Contrari: Pdl, Lega nord, Mov5stelle e Gabriella Meo di Sel-Verdi. Astenuti: Udc e Gian Guido Naldi di Sel-Verdi. Approvata anche una risoluzione presentata da Fds (prima firmataria Monica Donini), Pd, Idv e Matteo Riva (Misto); contrari al documento si sono espressi Pdl e Lega nord. Astenuti Sel-Verdi, Udc e Mov5stelle.

Soddisfazione è stata espressa dal relatore del provvedimento di legge, Roberto Piva (Pd): "Un atto - ha detto - molto, molto importante. Una innovazione che sarà da esempio per altri territori, non solo della nostra regione".

La scelta di arrivare ad una Ausl unica della Romagna, si legge nella relazione di accompagnamento al progetto di legge varato, si inserisce in un contesto normativo e organizzativo che, sia a livello nazionale che in ambito regionale, ha posto "al centro delle politiche pubbliche processi e misure di razionalizzazione amministrativa e unificazione di enti e servizi pubblici, in particolare di piccole dimensioni, con la finalità di garantire il contenimento della spesa pubblica, l'adeguatezza delle funzioni gestionali e la conseguente liberazione di risorse economiche". Tra gli obiettivi: "La riduzione degli apparati burocratici amministrativi, necessaria in un momento di forte contrazione delle risorse messe a disposizione del Servizio sanitario regionale, che induce pertanto a ripensare i modelli organizzativi in un'ottica di integrazione funzionale e strutturale idonea a mantenere i servizi alla persona secondo gli attuali standard qualitativi e quantitativi".

Le quattro aziende afferenti all'Area Vasta Romagna hanno già realizzato alcune forme di consolidamento "che hanno determinato il miglioramento della qualità tecnica del processo assistenziale, attraverso la costituzione di gruppi professionali ad hoc con lo scopo di concertare le politiche di erogazione dei servizi e la realizzazione di forme di produzione coordinata di servizi in cui la gestione operativa è affidata a una delle aziende (Centrale operativa dell'Avr e Laboratorio di Pievesestina)". Sono poi in atto dei processi di concentrazione strutturale delle funzioni tecnico-amministrative. Nelle intenzioni della Giunta, "la realizzazione dell'Azienda unica persegue in particolare l'obiettivo di potenziare la qualità, l'omogeneità e l'appropriatezza dei servizi di tutela della salute nell'interesse delle persone e della collettività. I medesimi obiettivi di innalzamento del livello qualitativo dei servizi sono altresì perseguiti mediante lo sviluppo dell'Istituto Scientifico Romagnolo per lo studio e la cura dei tumori - Irst di Meldola - in un'ottica di piena integrazione con la costituenda azienda unica e negli assetti del Servizio sanitario dell'Emilia-Romagna".

Per Gianguido Bazzoni (Pdl), relatore di minoranza, che insieme ai colleghi Luca Bartolini e Marco Lombardi ha presentato una proposta di legge alternativa finalizzata all'istituzione di tre nuove aziende sanitarie unificate (Bologna, Estense e Emilia), ha parlato di "legge istitutiva e non organizzativa, che rischia di creare uno scollamento tra territorio e il livello istituzionale". Bazzoni, a questo proposito, ha sottolineato l'esigenza "di dare più poteri ai sindaci e alla Conferenza territoriale, rispetto a quelli conferito al Direttore generale". Infine, il relatore di minoranza ha chiesto alla Regione "l'impegno a promuovere la clinicizzazione per i corsi di laurea di alcune specialità valorizzando le eccellenze sanitarie presenti nel territorio dell'Ausl di Romagna".

Respinti sette emendamenti. Tre a firma Gian Guido Naldi (Sel-Verdi). In particolare, in essi veniva richiesto, in sede di decisioni della Conferenza territoriale sociale e sanitaria, una maggioranza qualificata di almeno i due terzi degli Enti locali. Nei due emendamenti presentati dal Pdl e respinti, si chiedeva "la non partecipazione dei direttori generali alla individuazione della sede provvisoria dell'Ausl unica". I due emendamenti presentati dall'Udc (sottoscritti anche da Pdl e Lega nord), chiedevano di "garantire maggiormente la partecipazione degli erogatori privati accreditati, insieme agli erogatori pubblici, alla piena realizzazione di un servizio di tutela della salute e una partecipazione delle parti sociali alla concertazione e al confronto".

Il dibattito in aula si era concentrato fortemente sul mantenimento della qualità dei servizi, sulla necessità di una partecipazione dei territori e ovviamente sulla salvaguardia dei diritti dei lavoratori.

SANITÀ. AUSL UNICA ROMAGNA, DIBATTITO IN AULA: "RISPONDIAMO A SFIDA TAGLI" - "A RISCHIO NOSTRE ECCELLENZE"

Da una parte la maggioranza che, pur con alcune eccezioni, difende quella che ritiene una scelta dettata dalla necessità di anticipare, piuttosto che subire, dei meccanismi di riorganizzazione territoriale inevitabili, data la dimensione delle aziende sanitarie coinvolte, dall'altra l'opposizione, che accusa la Giunta di chiedere l'approvazione a scatola chiusa di un progetto a cui però manca un piano industriale definito: è stato preceduto da un lungo dibattito il sì definitivo al progetto di legge sull'istituzione dell'Azienda Usl unica della Romagna, confronto che ha impegnato i lavori dell'Assemblea legislativa per la seconda parte della seduta antimeridiana e per tutta quella pomeridiana di oggi.

Per Luca Bartolini (Pdl),"l'obiettivo dell'Assemblea dovrebbe essere quello mantenere l'alta qualità dei servizi presenti al momento in Romagna, invece siamo di fronte al rischio di un vero e proprio smantellamento delle nostre eccellenze- accusa-, di fatto sarà una sperimentazione sulla pelle dei cittadini, e come se non bastasse solo di quelli della Romagna, una scelta difesa parlando di cifre che assolutamente non tornano". Mauro Manfredini (Lega Nord) ricorda le "perplessità espresse in primo luogo dai medici" e annuncia il parere contrario del suo gruppo perché "siamo di fronte ad una scatola vuota su cui la Giunta chiede un voto di fiducia che però non ha ragione di essere". Al contrario, Tiziano Alessandrini (Pd) rivendica una scelta fatta "non per rincorrere problemi o emergenze, ma per anticipare eventuali criticità legate alle dimensioni delle singole aziende. Questo è il primo vero percorso intrapreso dopo anni di sterilità progettuale, e ovviamente come per ogni processo innovativo serve del coraggio per portarlo avanti".

Gabriella Meo (Sel-Verdi) parla invece di "situazione molto complicata, dove era inevitabile la creazione di dinamiche territoriali contrapposte, la scelta a senso unico portata avanti dalla Giunta ci costringe a una riorganizzazione che tralascia la partecipazione da parte dei territori, ora è a rischio la qualità dei servizi offerti, e ciò ci preoccupa particolarmente".

Per Monica Donini (Fds) "bisogna razionalizzare i costi ma solo con operazioni che non sottraggono garanzie ai cittadini, quindi una condizione obbligatoria per questo processo è mantenere inalterata la quota del Fondo sanitario destinata alla Romagna, oltre che un governo partecipato della elaborazione della politica sanitaria". Gian Guido Naldi (Sel-Verdi), invece, avverte sul fatto che "gli obiettivi di questo progetto di legge sono ambiziosi, complessi e difficilmente interpretabili, non si può pensare ci sia una unica soluzione sicuramente migliore delle altre, le organizzazioni troppo centralizzate hanno creato sempre dei problemi con i cittadini, dobbiamo poter determinare anche il processo di riorganizzazione, mettendo al primo posto la salvaguardia dei servizi e del personale". Mario Mazzotti (Pd) ricorda che "la vera sfida della sanità ora è la sostenibilità, e questa nuova dimensione è la nostra risposta ai bisogni del territorio, il nostro obiettivo è aumentare la qualità dei servizi, non ci saranno tagli ma solo rafforzamenti alle funzioni sanitarie, affronteremo e governeremo la fase di passaggio".

Silvia Noè (Udc) lamenta che "la concertazione del progetto di riorganizzazione doveva coinvolgere tutte le parti e non limitarsi alle conferenze territoriali, in linea di principio il giudizio sarebbe anche positivo se non fosse per alcuni particolari tecnici su cui confido si interverrà in fase di emendamento".

Secondo Thomas Casadei (Pd),"in Romagna i cittadini non saranno affatto cavie ma partecipi di un percorso di costruzione di un sistema che vuole insieme offrire una maggiore qualità dei servizi e una prossimità adeguata, il progetto prevede una strutturazione molto articolata sul piano territoriale". Andrea Defranceschi (M5s) in fase di dichiarazione di voto accusa: "Il progetto è solo una cornice a cui manca il quadro, che in questo caso è la concertazione; delegando alle conferenze territoriali si finisce in verità per cancellare la partecipazione, è risaputo che in quelle sedi contano i dirigenti Ausl e non i sindaci". Per Stefano Cavalli (Lega Nord),"siamo di fronte ad una approvazione solo di tipo fiduciario, il piano industriale non c'è o è tenuto nascosto dalla maggioranza, forse a causa dei malumori delle amministrioni locali, l'unica certezza per ora è il dominio e il controllo assoluto della politica sulla sanità in Romagna".

In conclusione del dibattito generale, l'assessore alla Sanità, Carlo Lusenti, è intervenuto per replicare ad alcune affermazioni dei consiglieri: "Vogliamo costruire il futuro prima di essere costretti a subire i cambiamenti, l'obiettivo di questo progetto non è fare risparmi, anzi vogliamo investire ogni centesimo possibile- spiega-, non si può parlare di mancanza di partecipazione dopo un confronto aperto durato due anni, con decine e decine di incontri nei territori, la nostra scelta è il modo migliore per garantire ai cittadini il loro diritto all'assistenza con questi livelli di qualità, anche altre Regioni ci seguiranno".

SANITA'. AUSL UNICA ROMAGNA, APPROVATA RISOLUZIONE FDS, PD, IDV E RIVA (MISTO): PARTECIPAZIONE TERRITORI E SALVAGUARDIA DIRITTI LAVORATORI

Assicurare nel governo della nuova azienda sanitaria unica della Romagna le relazioni istituzionali disciplinate dalla legge 29/2004 attraverso lapiena e costante partecipazione delle comunità locali ai processi di programmazione e di valutazione dei servizi e della loro gestione; perseguire gradualmente la ridefinizione della rete assistenziale e di quella ospedaliera, garantendo contestualmente l'implementazione dei servizi territoriali esistenti attraverso la realizzazione dei nuclei di cure primarie, delle Case della Salute, rimuovendo quegli ostacoli che ne hanno impedito finora la diffusione generalizzata. Ancora: vigilare affinché la qualità dei servizi sia adeguata allo stato delle conoscenze del momento e della massima efficacia ed efficienza nell'assolvimento dei bisogni. Sono alcune delle richieste rivolte alla Giunta regionale e contenute in una risoluzione presenta dai gruppi Fds, prima firmataria Monica Donini, Pd, Idv e Matteo Riva (Misto), approvata a maggioranza dall'Assemblea legislativa contestualmente al via libera alla legge che istituisce l'Ausl unica della Romagna.

Nel documento si chiede inoltre di assicurare un'articolazione organizzativa che garantisca condizioni di prossimità e equa accessibilità ai servizi e di operare per la massima valorizzazione del ruolo dei Distretti socio sanitari, da intendersi come "maglia base" di una rete di servizi territoriali integrati, all'interno della quale garantire l'intera gamma dell'assistenza primaria alla persona e in base alla quale strutturare l'articolazione dell'azienda unica, pensando, ad esempio, ad un'azienda organizzata per "divisioni distrettuali". Il Distretto dovrà essere dotato di margini di autonomia finanziaria, programmatoria, tecnica e gestionale, per garantire l'intera gamma dei servizi, integrandoli con quelli erogati dalla rete ospedaliera e dall'assistenza primaria. Inoltre, si dovrà garantire l'equità del contributo alla nuova azienda da parte delle aziende sanitarie confluenti per ridurre il rischio che quelle realtà che oggi si trovano in condizione di equilibrio si sentano ulteriormente chiamate a sostenere gli effetti di piani di rientro di altre aziende che non sono ancora conclusi.

Nella risoluzione, infine, si chiede di valorizzare sempre più i percorsi di integrazione avviati fra le aziende e i servizi e delle funzioni di eccellenza di portata romagnola e regionale già consolidate, e confermare - compatibilmente con la programmazione regionale della rete ospedaliera e dei servizi - l'assetto distributivo esistente sia per le discipline specialistiche, sia per le attività distintive di livello ospedaliero e territoriale (secondo il modello "hub&spoke"), al fine di offrire la migliore qualità e di determinare la tendenziale autosufficienza della Romagna per le prestazioni di terzo livello oggi non garantite direttamente da strutture pubbliche. Bisognerà poi stabilire che la riorganizzazione dei servizi dovrà intervenire - ferma restando la salvaguardia dei diritti acquisiti delle lavoratrici e dei lavoratori – essenzialmente sui servizi non sanitari, che possono essere utilizzati da tutte le aziende e la cui localizzazione non influenza l'accessibilità e la qualità dei servizi alla persona. Ancora: in base al documento si dovrà supportare l'intero processo di riorganizzazione adottando provvedimenti volti alla tutela e alla crescita professionale della base occupazionale, sfruttando tutte le leve di gestione delle risorse umane in grado di sostenere i cambiamenti che inevitabilmente interesseranno una parte non irrilevante del personale (formazione, sistema incentivante anche integrato con parte delle economie di gestione generate dalla riorganizzazione, informatizzazione, ecc...); garantire che le economie di gestione che su base pluriennale si libereranno - attraverso la riduzione di costi generali di amministrazione, l'allineamento dei costi di produzione, il risparmio delle spese relative ai costi di transizione attualmente in essere fra le 4 Asl romagnole per i contratti di fornitura – saranno utilizzate per potenziare la qualità e la quantità dei servizi sanitari offerti ai cittadini e monitorare l'andamento del processo riorganizzativo e l'impatto sul territorio, coinvolgendo, oltre all'Assemblea Legislativa, in specie la Commissione competente, anche le comunità locali e i soggetti della partecipazione ammessi ai sensi della legislazione regionale.

(Fonti Regione Emilia Romagna)
Pubblicato in Economia Emilia
Bologna, 19 novembre 2013 -
 
Un messaggio o un breve video sul tema della donazione di sangue. Tutte le ragazze e i ragazzi degli ultimi due anni delle scuole secondarie dell'Emilia-Romagna sono invitati a mettere in campo la propria creatività con il concorso "Sali sulla nuvola rossa", promosso dalla Regione (assessorati Politiche per la salute e Scuola), in collaborazione con l'Ufficio scolastico regionale e le associazioni Avis e Fidas.

Il concorso si rivolge ai 374 istituti secondari di secondo grado della regione (complessivamente circa 53.800 ragazze e ragazzi delle classi quarte e quinte), all'interno della campagna del Servizio sanitario regionale per promuovere le donazioni di sangue. "Sali sulla nuvola rossa" è anche il messaggio della campagna di quest'anno: si rivolge in particolare ai più giovani e li invita a essere protagonisti, sia diventando donatori che promuovendo la donazione di sangue nella propria comunità di riferimento, ovvero amici, compagni di scuola, familiari.

Per partecipare basta andare sul sito della rete regionale sangue dell'Emilia-Romagna (www.donaresangue.it) e cliccare nell'area dedicata alla campagna e al concorso "Sali sulla nuvola rossa". Un'applicazione web guida il navigatore nel percorso di creazione del messaggio o di caricamento del proprio filmato. Messaggi e video possono essere condivisi sui principali social network (facebook, twitter) e nelle gallery di Nuvola rossa ed è possibile votare quelli che piacciono di più. Una giuria di esperti, che terrà conto anche dei voti espressi sul web, sceglierà la prossima primavera le idee più creative sul tema della donazione di sangue, premiando i migliori messaggi e video in concorso con un Ipad Mini per il messaggio e il video giudicati migliori in assoluto, con borse di studio da 500 euro destinate all'istituto scolastico di appartenenza per il miglior premio provinciale, e con una borsa di studio da 500 euro per la classe con più partecipanti e una per l'istituto con più partecipanti.

I lavori vanno presentati entro il 22 marzo 2014. E' possibile realizzare ciascun lavoro da soli o in gruppo ed è possibile presentarne più di uno. I messaggi possono essere realizzati a partire da una propria immagine o da una delle immagini proposte nella web app. I filmati, della durata massima di 1 minuto, possono essere realizzati con telefonini o con videocamera. Le musiche devono essere inedite (sono indicati i siti web di musiche libere dal diritto d'autore).

In questi giorni negli Istituti scolastici di tutta la regione sono in distribuzione i materiali informativi che spiegano come partecipare al concorso: una cartolina, una locandina e un dvd che contiene un mini tutorial per accompagnare insegnanti e ragazzi nell'elaborazione della loro idea. I materiali sono scaricabili anche dal sito www.donaresangue.it dove è possibile consultare il regolamento del concorso. Per informazioni, insegnanti e studenti possono scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Nelle edizioni precedenti dei concorsi ("Redsubmarine" e "Globuli attivi") per promuovere la donazione di sangue hanno partecipato complessivamente 150 istituti e circa 2mila studenti, per un totale di 360 i lavori presentati.

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)


Parma non diventerà la pattumiera d'Italia.

Parma, 19 novembre 2013 - -

L'assessore Folli interviene sul comunicato della presidente del gruppo consigliare regionale IdV Liliana Barbati sul rischio contenuto nella bozza del disegno di legge collegato alla legge di stabilità, che all'articolo 23 prevede una 'rete nazionale integrata di impianti di incenerimento.

"L'allarme lanciato dalla Barbati non può che trovare condivisione da parte mia. Il Comune di Parma continuerà a sostenere le proposte di pianificazione regionale che vadano nella direzione del progressivo spegnimento degli impianti di incenerimento presenti in regione, che sono decisamente troppi (ben 9) e fanno sempre più fatica a marciare a pieno regime, anche grazie all'impegno dei cittadini che stanno portando a livelli di eccellenza europea la raccolta differenziata dei rifiuti urbani.
Se dovesse passare il concetto di pianificazione nazionale il piano di progressiva dismissione degli impianti della nostra regione sarebbe lettera morta e questo non deve assolutamente accadere. Noi ci impegneremo in tutte le sedi per opporci a questo disegno scellerato, chiedendo che anche il Presidente della Regione Vasco Errani prenda una chiara posizione in questo senso"

MOZIONE BARBATI (IDV): CHIEDERE ABROGAZIONE RETE NAZIONALE INCENERITORI, PENALIZZEREBBE SALUTE NOSTRI CITTADINI

Dato che nella bozza del disegno di legge collegato alla legge di Stabilità si prevede una "rete nazionale integrata di impianti di incenerimento", la Giunta regionale dell'Emilia-Romagna dovrebbe impegnarsi "al fine di arrivare all'abrogazione di tale articolo", considerando che nel Piano regionale dei rifiuti l'obiettivo è "mirare alla riduzione dell'uso di risorse attraverso l'applicazione di una gerarchia di gestione dei rifiuti che pone solo per ultimo lo smaltimento".

Lo sostiene Liana Barbati (Idv) in una mozione in cui spiega come "la finalità della creazione di tale rete nazionale degli inceneritori, contestuale alla moratoria su nuove autorizzazioni, appare evidentemente quella di mettere a disposizione gli impianti esistenti, tra cui quelli in Emilia-Romagna, per l'incenerimento di rifiuti urbani prodotti in ogni parte d'Italia", con la conseguenza che "l'Emilia-Romagna, la cui percentuale di raccolta differenziata è in lenta ma in costante crescita, rischierebbe di diventare un polo per lo smaltimento di rifiuto solidi urbani di tutta la nazione, penalizzando le condizione ambientali e sanitarie dei propri cittadini".
Pubblicato in Ambiente Emilia
Bologna - 18 novembre 2013 - Welfare e sanità, formazione, sostegno a imprese e lavoro e cura del territorio a partire dal costante impegno per la ricostruzione post sisma 2012. La Giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha approvato il Bilancio di previsione 2014, che ha entrate e uscite pari a 12,6 miliardi di euro e che conferma, anche per il prossimo anno, nessun aumento della pressione fiscale.
“Viviamo una gravissima crisi e il nostro principale impegno è quello di sostenere i diritti costituzionali delle persone, in primo luogo alla salute e all’istruzione, e far da volano all’economia”, spiega Simonetta Saliera, vicepresidente e assessore regionale al Bilancio, che questo pomeriggio presenterà il documento ai componenti della Commissione Bilancio dell’Assemblea legislativa regionale.
“Stiamo facendo i conti con tagli pesantissimi che hanno colpito al cuore il nostro sistema regionale”, sottolinea Saliera. “Eppure, nonostante questo e anche alla luce del recente giudizio positivo espresso dalla Corte dei Conti sul Bilancio consultivo 2012, la Regione Emilia-Romagna conferma l’investimento delle risorse per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione, per consolidare la qualità dei servizi socio-sanitari, sostenere la formazione professionale per l’avviamento al lavoro e contribuire a realizzare nuove necessarie opere”.
In particolare, spiega la vicepresidente, “la Regione è stata molto attenta al tema delle imprese e del lavoro e dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione dando forti boccate d’ossigeno a un mondo imprenditoriale in crisi di credito. Per questo, per esempio, grazie alla legge regionale sul patto di stabilità, dal 2011 a oggi abbiamo sbloccato 557 milioni di euro di pagamenti di Comuni e Province verso i privati. Nel solo 2013, poi, abbiamo reso possibile, grazie ad un accordo con lo Stato, anche un miliardo di euro di pagamenti nel settore sanità”.

La ricostruzione post terremoto
Come nel 2013, anche con il Bilancio di previsione 2014 in ogni settore dell’amministrazione regionale si proseguirà a dare priorità agli interventi nelle aree colpite dal terremoto.

Economia
Internazionalizzazione delle imprese, sostegno alla ricerca, innovazione. Ma anche sostegno all’artigianato, alla riqualificazione dei mercati all’ingrosso, impegno per turismo, agricoltura e cooperazione. Il Bilancio 2014 della Regione parte da un punto fermo: l’Emilia-Romagna è una regione produttiva dove le Pmi rappresentano l’ossatura del tessuto socio-economico e compito delle istituzioni è anche quello di contribuire a tenere insieme sviluppo e giustizia sociale.
Per il sostegno dell’economia regionale sono previsti fondi per 284,5 milioni di euro (comprese le risorse del Programma operativo regionale Fesr), con una particolare attenzione al rifinanziamento dei Consorzi fidi, a cui sarà destinato l’intervento straordinario di 18 milioni di euro in modo da facilitare l’accesso alla liquidità in un momento segnato da un blocco del sistema bancario.
Rispetto al 2013 gli interventi per l’internazionalizzazione sono cresciuti a 12 milioni di euro, a cui si affiancano 4,6 milioni di euro per i progetti di sviluppo territoriale, 2,2 milioni per Tecnopoli e ricerca e un milione di euro per le attività a favore dell’artigianato, della cooperazione e la riqualificazione dei mercati all’ingrosso.
Forte anche l’impegno per il turismo con 33,88 milioni di euro, cui vanno aggiunti 2,65 milioni di euro per la riqualificazione dei centri commerciali naturali e un milione e mezzo di euro per il “turismo bianco”.
Da sottolineare, infine, i 43,26 milioni di euro di risorse regionali destinate all’agricoltura che si sommano alle risorse statali ed europee stanziate per il settore.

Sanità, politiche sociali e casa
La sanità e l’assistenza sono un diritto universale delle persone. E per questo nel 2014 la Regione conferma un impegno straordinario di 150 milioni di euro di stanziamenti propri, per far fronte alla riduzione delle risorse nazionali che hanno colpito il Fondo sanitario nazionale. Stesso impegno (150 milioni) alla voce “non autosufficienza” dove dal 2011 le risorse nazionali sono state azzerate. Inoltre, la Regione destina 75 milioni di euro propri per supportare gli Enti locali nello sforzo di mantenere un adeguato livello di servizi.
Per il sostegno a affitto, edilizia sociale, casa per le giovani coppie e riqualificazione urbana sono previsti interventi pari a 247 milioni di euro.

Istruzione
Le risorse per il diritto allo studio, l’avviamento al lavoro e la formazione ammontano complessivamente a quasi 245,7 milioni di euro. Tra i principali obiettivi: la lotta alla dispersione scolastica, l’innalzamento delle competenze per fare impresa e l’accompagnamento al lavoro per i giovani.

Mobilità
A fianco di scuola e sanità, l’altro punto centrale del welfare emiliano-romagnolo è il trasporto pubblico locale, settore al quale sono destinati oltre 636,31 milioni di euro. Si tratta di risorse che, pur in presenza di una situazione estremamente critica, serviranno alla Regione per promuovere il sistema integrato di mobilità, difendere il ruolo centrale del trasporto collettivo e per la gestione del servizio ferroviario.

Sicurezza e legalità
L’impegno per la prevenzione della criminalità organizzata e la diffusione della cultura della legalità sono un punto centrale dell’azione della Regione Emilia-Romagna. A questi due temi e alle politiche per la sicurezza più in generale, sono dedicati 1,5 milioni di euro che permetteranno di proseguire gli interventi di formazione, recupero di beni confiscati alla criminalità organizzata e controllo del territorio attraverso la collaborazione con Comuni, Province, associazioni di volontariato, scuole e università.

Ambiente e territorio
L’obiettivo è rafforzare l’impegno per la cura del territorio e la difesa della costa dal rischio idraulico, idrogeologico e di erosione. Alla tutela e valorizzazione dell’ambiente sono destinati complessivamente 161,12 milioni di euro, mentre 66,13 milioni di euro sono dedicati alla Protezione civile per il sostegno di interventi urgenti e di messa in sicurezza del territorio (di cui 17,9 milioni di euro destinati al tema frane).
Interventi specifici riguardano poi le Unioni montane, che racchiudono zone tra le più fragili dell’intero territorio regionale e a cui sono destinati oltre 5 milioni di euro con una attenzione particolare alla viabilità e cura del territorio.

Cultura, sport e giovani
A sostegno delle politiche culturali e per i giovani, il Bilancio di previsione 2014 prevede risorse pari a 39,40 milioni di euro. L’impegno sarà quello di promuovere e valorizzare la tradizione e l’innovazione, anche per contrastare la crisi economica e considerando che la cultura è un settore che sta subendo molti tagli di risorse a livello nazionale mentre potrebbe essere una importante fonte di crescita e sviluppo.
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