Il 2019 si è chiuso con una conferma delle difficoltà del mondo dell’artigianato reggiano.
La conferma viene dalle elaborazioni dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio, dalle quali emerge un calo dell’1% del numero di imprese artigiane presente nel Registro camerale.
In termini assoluti si tratta di 188 unità in meno, con un totale che ora si attesta a 18.453; sebbene si tratti di una flessione al di sotto della media degli ultimi anni, al calo delle imprese ha corrisposto una flessione dell’occupazione pari al -1,2%, più alta rispetto alla percentuale riguardante le imprese, con la perdita di 500 posti di lavoro su un totale occupati che si è attestato a 41.300 unità.
A contenere, almeno in parte, la riduzione del numero delle aziende del settore sono state le iscrizioni di imprese con forma giuridica più strutturata: delle 1.632 nuove aperture registrate nel 2019, 249 sono riferite a società di capitale (il 15,3% del totale), alle quali hanno fatto da contraltare solo 91 cessazioni, con un saldo positivo per 158 unità.
Alla fine dell’anno appena concluso le società di capitale artigiane sono così salite a 1.430 (il 14,4% in più rispetto al 2018) e gli addetti sono aumentati di 650 unità, raggiungendo gli 8.218 occupati.
Discorso ben diverso per le imprese individuali e le società di persone. Per le prime le nuove aperture sono state, su base annua, 1.278, mentre hanno chiuso i battenti 1.326 “botteghe” artigiane (con un saldo negativo di 48 imprese); il saldo iscritte-cessate presenta poi il segno “meno” (-85 unità) anche per le società di persone. Relativamente agli addetti, la perdita di occupati delle ditte individuali è stata pari a 569 unità e di 554 in meno per le società di persone.
Fissando l’attenzione sui diversi settori economici, è proseguito, anche nel 2019, l’andamento positivo della maggior parte delle attività del terziario. Fra i servizi di supporto alle imprese, ad esempio, sono passate da 195 a 207 le aziende che svolgono servizi di informazione e comunicazione, produzione di software e consulenza informatica, elaborazione dei dati, hosting e attività connesse.
A quota 575 (in crescita dell’1,6%) si sono poi attestate le aziende che si occupano di noleggio o di servizi integrati di supporto per le funzioni d'ufficio (ad esempio, disbrigo pratiche per conto delle imprese), mentre hanno raggiunto le 359 unità (+2,6%) le imprese che si occupano di attività professionali, scientifiche e tecniche, in particolare attività dei disegnatori tecnici e grafici, grafici per pagine web o ideatori di campagne pubblicitarie.
Registrano, infine, un incremento dello 0,4%, e raggiungono le 1.786 unità, le imprese nel segmento dei servizi rivolti alle persone. In particolare, passando da 69 a 82, sono aumentate le imprese che svolgono attività in campo sanitario e dell’assistenza sociale.
I settori che rappresentano la quota maggiore dell’artigianato della provincia di Reggio Emilia, ovvero le costruzioni (48,1% del totale artigiani) e il manifatturiero (22,6%), sono invece ancora in sofferenza: le aziende del settore edile si sono ridotte, nel 2019, di 91 unità, scendendo così a 8.880 (-1%), mentre il manifatturiero, con una flessione dell’1,7%, è passato da 4.249 a 4.176 imprese.
In calo anche le imprese artigiane che operano nel trasporti e magazzinaggio, che in un anno sono scese da 984 del 2018 alle attuali 941, con una contrazione del 4,4%; in diminuzione del 2,7% anche le attività di ristorazione (da 547 a 532 imprese). In flessione di 6 unità, infine, anche le attività connesse all’agricoltura.
L'Emilia Romagna comanda la classifica delle chiusure seguita dalla Sicilia e dal Veneto.
Mestre 17 agosto 2019 - Sebbene nel secondo trimestre si sia verificata una leggera ripresa, permane il cattivo stato di salute dell’artigianato in Italia. Nei primi 6 mesi di quest’anno lo stock delle imprese artigiane è diminuito di 6.564 unità. Al 30 giugno scorso, il numero complessivo si è attestato a quota 1.299.549. Ad eccezione del Trentino Alto Adige, in tutte le altre regioni italiane il saldo [1] del primo semestre è stato negativo.
I risultati più preoccupanti si sono registrati in Emilia Romagna (-761), in Sicilia (-700) e in Veneto (-629). A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA. Una moria, quella delle aziende artigiane, che dura ormai da 10 anni. Tra il 2009 e il 2018, infatti, il numero complessivo è sceso di quasi 165.600 unità.
“La crisi, il calo dei consumi, le tasse, la mancanza di credito e l’impennata degli affitti – afferma il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – sono le cause che hanno costretto molti artigiani a cessare l’attività. E per rilanciare questo settore è necessario, oltre ad abbassare le imposte e ad alleggerire il peso della burocrazia, rivalutare il lavoro manuale. Negli ultimi 40 anni c’è stata una svalutazione culturale che è stata spaventosa. L’artigianato è stato dipinto come un mondo residuale, destinato al declino e per riguadagnare il ruolo che gli compete ha bisogno di robusti investimenti nell’orientamento scolastico e nell’alternanza tra la scuola e il lavoro, rimettendo al centro del progetto formativo gli istituti professionali che in passato sono stati determinanti nel favorire lo sviluppo economico del Paese. Oggi, invece, sono percepiti dall’opinione pubblica come scuole di serie b. Per alcuni, infatti, rappresentano una soluzione per parcheggiare per qualche anno quei ragazzi che non hanno una grande predisposizione allo studio. Per altri costituiscono l’ultima chance per consentire a quegli alunni che provengono da insuccessi scolastici, maturati nei licei o nelle scuole tecniche, di conseguire un diploma di scuola media superiore”.
(In allegato il documento completo di CGIA di Mestre)
La produzione artigiana nell'industria inverte la tendenza e si riduce dello 0,4 per cento, interrompendo l'espansione avviata dal secondo trimestre 2016. Al contrario, il volume d'affari delle imprese artigiane delle costruzioni sale dell'1,5 per cento, con il sesto segno positivo consecutivo. Prosegue l'emorragia delle imprese artigiane nell'industria (-1,2 per cento) e nelle costruzioni (-1,5 per cento).
Si riduce l'attività nell'industria, si consolida nelle costruzioni. Segnali diversi per l'artigianato regionale nel terzo trimestre 2018 come emerge dall'indagine sulla congiuntura realizzata da Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.
L'artigianato nell'industria. Nel terzo trimestre la produzione si è ridotta dello 0,4 per cento rispetto al corrispondente trimestre del 2017, con una brusca inversione di tendenza che ha interrotto la fase di espansione avviata con il secondo trimestre 2016. La crescita del fatturato a prezzi correnti ha subito uno stop analogo (-0,3 per cento), con un andamento più pesante del fatturato estero (-0,9 per cento). Ulteriore cautela per il futuro deriva dall'analoga flessione dell'acquisizione ordini (-0,6 per cento), originata dal mercato interno, mentre la crescita degli ordini esteri è apparsa in ripresa (+1,4 per cento). Continua l'emorragia delle imprese artigiane dell'industria in senso stretto. A fine settembre le attive ammontavano a 28.173, in flessione dell'1,2 per cento (- 351 imprese) rispetto a un anno prima. La flessione è più ampia di quella del complesso dell'industria regionale (-0,4 per cento), ma più contenuta di quella delle artigiane dell'industria a livello nazionale (-1,9 per cento). La flessione è determinata soprattutto dall'industria metallurgica e delle lavorazioni metalliche, dall'aggregato delle altre industrie manifatturiere, dall'ampio raggruppamento della "meccanica, elettricità ed elettronica e dei mezzi di trasporto" e dall'industria del legno e del mobile. Per forma giuridica deriva dalla riduzione delle società di persone, nonostante l'aumento delle società di capitale.
L'artigianato delle costruzioni. La tendenza positiva in corso procede oscillante. Tra luglio e settembre 2018 il volume d'affari a prezzi correnti delle imprese artigiane del settore è aumentato dell'1,5 per cento rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente. Il movimento appare lievemente più ampio rispetto all'incremento dell'1,2 per cento riferito al complesso delle costruzioni regionali. A fine settembre le imprese artigiane attive nelle costruzioni erano 51.431, quindi 765 in meno (-1,5 per cento) rispetto a un anno prima. L'andamento risulta lo stesso del trimestre precedente, lievemente migliore rispetto a quello dell'artigianato delle costruzioni nazionale (-1,7 per cento), ma di quello del complesso delle costruzioni regionali (-0,9 per cento) nello stesso periodo. La flessione è più rapida per le imprese attive nella costruzione di edifici, ma più ampia per quelle che eseguono lavori di costruzione specializzati, secondo la forma giuridica è derivata soprattutto dalle ditte individuali, nonostante l'aumento delle società di capitale.
Cristina Poldi Allay e il suo atelier sartoriale nel cuore di Parma: un servizio di stile completo e affidabile per privati e aziende che ricercano abiti e accesori di fattura artigianale completamente personalizzabili.
Parma -
Testo di Sara Bondani, foto di Francesca Bocchia
Viso gioviale, sorriso aperto e cordiale, Cristina Poldi Allay, titolare di "Locale Parma", ci fa subito sentire a casa, accogliendoci nel suo grazioso atelier sartoriale, nel cuore di Parma.
Posto all'interno di un palazzo storico di via XXII Luglio, senza vetrine sulla strada, è una piacevole scoperta non appena si varca la soglia.
Un luogo curato e ordinato, dove Cristina e il suo staff, tutto al femminile, offrono consulenze stilistiche complete per donna, uomo e bambino, unendo maestria sartoriale ad un'attenta selezione di accessori. Pochette dalle molteplici piegature, cravatte e papillon, per lui; stole, cappellini, borse a mano o da sera per lei, da accompagnare a selezionati bijoux. Tutto di fattura artigianale e made in Italy, o più precisamente made in Parma.
Una ricerca puntuale e attenta per creare un look completo e mai banale, per ogni occasione, da tutti i giorni e da cerimonia.
Nulla è lasciato al caso durante le fasi di realizzazione dei capi. Ogni passaggio è frutto di metodo e alta professionalità artigianale. Il cliente può scegliere fra una molteplicità di soluzioni, personalizzando il modello, il tessuto e poi a mano a mano ogni dettaglio. Ne sono un esempio, i sei diversi tipi di colli e altrettanti polsi per camicia, proposti o i ricami eseguiti dalle sapienti mani di Angela, per impreziosire e rendere unico ogni tessuto.
C'è solo l'imbarazzo della scelta, per un acquisto consapevole e guidato in base alle proprie esigenze, verso un prodotto di ottima manifattura completamente personalizzabile. E, a differenza di quello che si potrebbe pensare, Cristina ci tiene a sottolineare che si possa acquistare un capo sartoriale senza costi eccessivi.
Un'organizzazione attenta in grado di soddisfare le esigenze di privati e aziende. L'atelier, infatti, aperto da soli quattro anni, si è già distinto per qualità e affidabilità vantando molteplici collaborazioni con grandi Maison di moda internazionali, quali Yves Saint Laurent e Socapri, giovane luxury brand fondato dai fratelli Cucinelli. Merito di Cristina che ha saputo fare tesoro dell'esperienza acquisita nei tanti anni presso l'azienda Giorgio Armani e di uno staff selezionato e capace.
"Locale Parma" valorizza l'artigianato locale offrendo ad ogni collaboratore un ambiente di lavoro sereno, stimolante e creativo. "Nonostante i ritmi serrati, ci sentiamo parte di una famiglia a cui non manca mai il buonumore" - ci racconta Sara, specializzata in dipinti realizzati a mano su tessuto, con una precisione e una maestria tale da far sembrare i soggetti stampati. E noi, data la sensazione di armonia che si respira in atelier, non stentiamo a crederle.
Cristina riesce a coordinare tutto con abilità manageriale e passione per il suo lavoro, senza negare mai un sorriso, sempre ricca di idee e nuove iniziative. Ci svela che a settembre sarà presentata per l'inverno una collezione di capi in maglieria, completamente personalizzabili nei tessuti e nei colori.
Ma non solo, mostrando grande sensibilità, ci racconta di "Facile per Tutti", una linea di abbigliamento pratica e funzionale pensata appositamente per persone non autosufficienti o con disabilità. Una lodevole iniziativa affinché l'express couture possa davvero vestire ogni persona.
Locale Parma
Strada XXII Luglio, 22 - Parma
www.localeparma.com
All’assemblea generale a Roma presente anche una delegazione parmigiana.
Parma 26 Giugno 2018 -
Flat tax, sburocratizzazione, formazione adeguata alle reali richieste delle imprese, pagamenti dei debiti della Pa, export, prospettive dell’Unione Europea alla vigilia del rinnovo di diverse cariche, sono tra i principali temi trattati dal presidente Giorgio Merletti all’assemblea nazionale di Confartigianato che si è svolta oggi a Roma, all’Auditorium ‘La Nuvola’.
Ai lavori dell’assemblea hanno assistito i delegati del sistema confederale provenienti da tutta Italia e fra questi anche una delegazione di imprenditori e dirigenti di Confartigianato Imprese Parma, accompagnati da Leonardo Cassinelli, presidente provinciale.
«Ci sono alcuni aspetti trattati oggi che mi stanno particolarmente a cuore: mi sembra sia emersa molto chiaramente la volontà dei due vice premier Salvini e Di Maio di prendere come ‘modello’ le piccole imprese e, di conseguenza togliere l’eccessiva tassazione e burocrazia che le soffoca. Se finalmente il Governo si occuperà di questo il paese svolterà – ha commentato Cassinelli - Noi speriamo solo che non siano, come è stato altre volte, solo promesse».
Il presidente nazionale Giorgio Merletti, ha proposto un contratto in sette punti a Luigi Di Maio, ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico che lo ha accolto pienamente dichiarandosi pronto a lavorare insieme. Ecco i temi: modificare la recente normativa sugli appalti pubblici applicando concretamente lo “Small business act’, approvare le nuove tariffe Inail per abbattere il costo del lavoro, rivedere il Sistri a favore di un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti, promozione di tutto il made in Italy e non solo dei prodotti agricoli dell’eccellenza, applicare la stessa tassazione in tutta Europa ai giganti del web (no ai paradisi fiscali europei), ridurre gli oneri generali nelle bollette dell’energia elettrica per le imprese e, infine il più importante: “tenete sempre a modello, quando dovrete fare dei provvedimenti le pmi che sono 4.313.363 e poi eventualmente fate delle deroghe per le altre imprese che sono 24.992, non il contrario – così ha concluso Merletti”.
Design accattivante e materie prime selezionate per borse artigianali resistenti, durevoli e funzionali: SG83 è il nuovo brand made in Parma, dietro cui si cela lo stile modern vintage di Silvia Gatti.
Testo di Sara Bondani, foto di Francesca Bocchia
L'arte, il cinema, la musica che hanno fanno epoca: la creatività di Silvia Gatti affonda le radici nella cultura di ieri, in particolare, quella dei dirompenti anni '70, ma è capace di spingersi oltre, mixando tendenze, forme e colori, per realizzare un nuovo stile dal design elegante, funzionale e dal sicuro appeal.
Una ricerca visuale attenta, che trae ispirazione dalle grandi icone del passato, le stesse che campeggiano in bella vista nel suo studio, alle porte di Parma. Fra pagine di riviste, appunti, schizzi e disegni, si evince chiaramente il meticoloso lavoro che si cela dietro la realizzazione di ogni sua borsa. Un percorso necessario per creare uno stile nuovo, moderno e accattivante, dal gusto modern vintage, come lei stesso lo definisce.
Quadri, film, abbigliamento ma anche oggetti simbolo del costume e della cultura pop: Silvia è capace di lasciarsi ispirare dalle immagini e dai luoghi che visita, di cogliere le tendenze sul nascere nelle varie fiere di settore delle capitali europee e rielaborarle con quel gusto tutto italiano, capace di fare la differenza. Un occhio sempre attento ai trend del momento per creare quella commistione di stili fra passato e moderno che si cela dietro al suo brand.
E' fra mercatini e negozietti vintage che Silvia trova la vera ispirazione per le sue collezioni. Mentre la intervistiamo, ci svela il suo amore per Brick Lane, quartiere nell'East End di Londra, dove ha avuto modo di vivere e lavorare alcuni anni e dove non perde occasione di tornare appena possibile. Un luogo multiculturale e in continuo fermento artistico, dai toni vibranti, pieno di energia e creatività contagiose.
Nello stile pulito ed elegante della sua linea di borse BB convivono la forma iconografica del Cubo di Rubik e la dirompente musica beat, la ribelle bellezza di Brigitte Bardot e le campiture di colore geometriche di Piet Mondrian, il rigore e la razionalità della Bauhaus di Weimar e lo stile underground della Londra anni '70, in cui la moda seguiva il gusto musicale e artistico dei suoi fruitori.
Giovane, ma già con plurime esperienze nel settore, Silvia ha affinato la sua professionalità nel settore della moda, lavorando nell'ufficio stile come designer per lo sviluppo del prodotto e del campionario, del noto brand Coccinelle.
All'innata abilità nel disegno accompagna quell'attenzione al dettaglio capace di fare la differenza e colpire chi osserva le sue borse. Prodotti scelti, dalle finiture e materie prime pregiate che vengono realizzati artigianalmente presso un laboratorio della provincia di Parma. Solo pellami italiani selezionati di alta qualità, conciati al naturale e con accessori provenienti da fornitori del territorio.
La sua è una filosofia molto legata al Made in Italy e in particolare al "Made in Parma". "La nostra città è stata famosa in tutta Italia per la sua tradizione dello stile selleria" ci fa presente, sottolineando la grande attenzione che versa nella ricerca della manodopera locale e l'attaccamento alla sua città.
Un brand giovane, che a nostro avviso, non passerà certo inosservato. E nel prossimo futuro? L'ultimazione dei sito per la vendita online e la partecipazione a settembre ad Homi presso Fiera Milano Rho, come designer emergente.
Ci svela, inoltre, che presto avrà un suo spazio mostra in città, ma mantiene il riserbo sulla location. Nel frattempo potrete incontrare Silvia al Festival Beat di Salsomaggiore Terme a fine giugno o contattarla sulla sua pagina Facebook.
In un palazzo del centro storico di Parma, Federica Salvarani ha messo il suo cuore, o meglio i suoi tanti cuori, dando vita a "Juutama, anima libera" un piccolo laboratorio-negozio in cui creare monili artigianali, dal sapore esotico e dal significato recondito.
Una passione che racconta di lei, dei valori in cui crede e del suo modo di affrontare la vita. Una vita che, nonostante il suo noto cognome, - impossibile non ricordare il prestigioso marchio di cucine componibili che fece storia negli anni '70 -, non è stata per nulla facile. Segnata prematuramente dalla perdita dei genitori quando aveva solo quattro anni, Federica ha sempre cercato conforto nella religione, prima cattolica, poi buddista, viaggiando molto e reinventandosi spesso in cerca di nuove sfide. Unica costante da sempre, la passione innata per i gioielli.
Da bambina già si divertiva a creare i primi bijoux, ci racconta accogliendoci nel suo piccolo e grazioso negozio in Borgo Regale 31. Crescendo ha poi frequentato la Scuola Orafa di Valenza Po, per apprenderne l'arte e oggi è riuscita a trasformare quella passione in un vero e proprio lavoro.
Da sempre dotata di una spiccata manualità e creatività, il suo "Juutama anima libera" è indissolubilmente legato alla storia della sua vita. Lo capiamo subito dalle emozioni che lascia trapelare mentre con gli occhi lucidi ci racconta come sia nato il primo pendente a forma di cuore.
A seguito di un episodio molto doloroso, Federica ha sentito il bisogno di trasformare quel sentimento in qualcosa di positivo da donare agli altri. E così, mossa da qualcosa di imprevedibile, sperando di trovare conforto, ha creato il suo primo gioiello della collezione "Il Dono" Juutama.
"L'amore è l'unica cosa che riempie il cuore...ed è simile ad una nuvola di zucchero filato che lascia in bocca il gusto della felicità e la magia dell'infanzia", è la frase che lo accompagna. Diversi ciondoli e pietre dure sono legati insieme a formare un cuore tridimensionale, di grandi dimensioni: equilibrio perfetto di forme, colori e materiali diversi.
Ogni collezione, - ad oggi sono tre - parla di lei e dei princìpi che applica nel suo quotidiano, legati alla filosofia Buddista. I suoi gioielli ricordano amuleti dal significato mistico, tramite i quali Federica trasmette dei suoi pensieri sulla vita. Ognuno si presenta accompagnato da una frase che ne esplicita il significato e ognuno nasce spontaneamente, senza un disegno, dal suo bisogno di trasmettere qualcosa agli altri.
Quando attinge dal grande baule colmo di ricordi dei suoi viaggi, quello che prende forma sotto le sue mani è qualcosa di unico, capace di unire simboli religiosi a pietre colorate diverse per forma e dimensione, ma anche vetri, resine e persino pellame. Ogni pendente ricorda un talismano e ogni collezione - in cui ricorre il simbolo del cuore - nasconde una sua evoluzione personale e un suo modo di approcciarsi alla vita.
La seconda linea si chiama "Trasformazione" e simboleggia la forza che ognuno di noi deve trarre da sé stesso nel mutare ogni situazione, in qualcosa di positivo. "Nella vita hai la possibilità di trasformare in ogni istante ciò che ti accade, tutto dipende da te", si legge. Collane, bracciali e anelli si assottigliano. Ciondoli e pietre dure lasciano spazio a incisioni di farfalle, leoni e libellule, sapientemente intagliate, che trasmettono sensazioni di leggerezza, libertà e forza, come quelle provate trasformando il proprio modo di vedere e affrontare le situazioni.
Infine, Federica è riuscita a unire la passione per i gioielli a quella per i dolci trasformando i suoi cuori in irresistibili creazioni di cioccolato. Caparbia nell'ottenere cioè che si era prefissata, grazie al supporto della Pasticceria d'Azeglio, ha dando vita alla linea "Dolce Evoluzione", che esprime fiducia nel cambiamento interiore. "Un cuore di pietra può evolvere fino a trasformarsi in dolce cioccolato" si legge, e così è stato, a tutti gli effetti.
Quale sarà la prossima collezione Juutama? Federica rimane vaga, impossibile anche solo prevedere se sarà da indossare o da gustare. Ciò che sappiamo per certo è che ritroveremo la passione, l'energia e la creatività che ripone in ogni singola creazione.
Testo di Sara Bondani, foto di Francesca Bocchia
Parma ha un nuovo laboratorio artigianale al femminile. La storia di Cinzia che alla soglia dei quarant'anni, ha saputo trasformare la sua passione in un lavoro dando vita al brand di borse e accessori fatti a mano, "Tenerina Bags".
Testo di Sara Bondani, foto di Francesca Bocchia
Un pizzico di follia è quello che ci vuole quando arrivi al punto di non essere più soddisfatta del tuo lavoro. Quando, complice la maternità, realizzi che è iniziato un nuovo capitolo della tua vita e che le scelte fatte sino a quel momento non sono più parte di te, o forse non lo sono mai state. Quando ti avvicini ad una soglia importante, quella dei quarant'anni, e vuoi finalmente fare ciò che ti piace davvero. Non c'è più tempo per dire "se avessi fatto": è ora il momento giusto per realizzare un sogno lasciato troppo tempo nel cassetto.
E così, dopo anni di studi in ingegneria civile e un lavoro avviato, Cinzia - originaria di Ferrara ma parmigiana d'adozione - decide di dare una svolta alla sua vita lavorativa e lasciar spazio alla sua creatività.
Nel 2014, incurante dei giudizi dei più, acquista d'impulso la macchina da cucire e nel giro di poco tempo, si specializza nel disegnare e realizzare borsette e accessori femminili, in stoffa ed ecopelle, appassionandosi a questo hobby. Si butta quindi a capofitto per trasformarlo in un vero proprio lavoro. Dà vita al brand "Tenerina Bags" e, grazie al prezioso supporto del marito informatico, inizia a vendere le sue creazioni artigianali su Etsy.com, nota piattaforma americana di e-commerce.
A spazzare via le paure derivanti da una scelta controcorrente, arrivano presto le prime soddisfazioni. Le numerose richieste di ordini, sopratutto dagli Stati Uniti dove il made in Italy è molto apprezzato, le confermano che la strada intrapresa sia quella giusta.
Fra un corso di formazione e l'altro, Cinzia continua a creare, sperimentando diversi tessuti originali e di riciclo, quali cotoni giapponesi, grezzi sacchi di juta o jeans a cui dà una nuova vita. Affina sempre di più il gusto e la tecnica e il suo stile volge verso forme pulite e materiali ricercati, per borsette dal design minimalista.
Presa da questa passione e conscia delle difficoltà di chi si approccia alla macchina da cucire, nel 2016 scrive il libro "Borse e accessori creativi", fornendo utili consigli con tanto di cartamodelli a grandezza naturale per chi, alle prime armi, si cimenta nel fai da te.
Serve però un salto di qualità per trasformare l'hobby in un vero e proprio lavoro e dopo un periodo di formazione presso un maestro pellettiere in Toscana, inizia a cucire la pelle, rigorosamente conciata e lavorata in Italia, per offrire un prodotto di alta qualità anche alle clienti più esigenti, seppur cercando sempre di proporre oggetti ad un prezzo accessibile.
Da qui, la necessità di un luogo in cui creare e fornire alla clientela un ventaglio di prodotti completo, seguito dai primi ostacoli per diventare una vera e propria imprenditrice di sé stessa. "Fare un business plan è stata la prima grande difficoltà per trasformare veramente la mia passione in un lavoro." - ci spiega, accogliendoci nel suo grazioso laboratorio, da poco inaugurato alle porte di Parma. "La predisposizione allo studio, la conoscenza dell'inglese (post laurea ho vissuto un anno a Londra) e l'utilizzo dei mezzi informatici sono stati basilari nell'iniziare questa attività e vendere i miei prodotti online. Ho dovuto però acquisire molte altre competenze, legate al mondo dell'informatica e del marketing per poter proporre al meglio le mie creazioni sui social e sul sito internet." - ci racconta.
Un percorso impegnativo e complesso fatto di tante sfaccettature e competenze da acquisire sul campo. Una sfida in primis con sè stessa, che Cinzia ha vinto grazie alla sua grande caparbietà, bilanciando la sua parte creativa ed emotiva e quella metodica e razionale, facendo crescere le sue aspirazioni. Shopper, secchielli, pochette, astucci e zainetti di pelle, ecopelle, cuoio e tessuto, tutti disegnati e realizzati a mano, con diverse finiture, venduti online e completamente personalizzabili.
E oggi, che Tenerina Bags è una realtà artigianale completa e lei un brillante esempio di imprenditoria al femminile che ha trasformato un hobby in lavoro, mostrandoci i pellami dalle nuance pastello per la prossima stagione, ci trasmette tutta la passione che mette nel portarlo avanti ogni giorno.
"Alzarsi la mattina con la soddisfazione di avere ordini da realizzare e recensioni positive da leggere, ripaga di ogni fatica e allontana la paura di non farcela." - ci confessa, e noi non possiamo che farle i nostri migliori auguri!
"La bellezza salverà il mondo" e Palermo ha già intrapreso la strada giusta. ALAB è il risultato concreto della felice intuizione di Pietro Muratore di creare una rete di artigiani e artisti riuniti sotto la stessa "bandiera".
da L'Equilibrista – Palermo 20 gennaio 2018 -
"Buongiorno, mi chiamo Pietro Muratore, non sono un artigiano e nemmeno un artista, per circa vent'anni ho lavorato presso la biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, per oltre cinque, presso la sovrintendenza Archivistica per la Regione Toscana agli Uffizi fino a settembre nel 1993, anno dell'attentato in cui ho coordinato il volontariato per il recupero dei documenti. Ho completato poi il mio percorso lavorativo presso l'Archivio di stato di Palermo, appunto nel centro storico di Palermo e qui ho fatto parte di varie Associazioni seguendo tante iniziative, dove ho avuto l'opportunità di conoscere artigiani e artisti ed è cosi che ho creato ALAB."
In questa breve intervista il Sig.Pietro ha cercato di far comprendere quanto sia centrale il valore delle persone e quanto ci sia ancora bisogno del cosiddetto "sapere fare", proprio nelle nostre vite per non perdere la nostra grande storia e tradizione italiana.
A.L.A.B. (ASSOCIAZIONE LIBERI ARTIGIANI/ARTISTI BALARM) si occupa di promuovere iniziative di scambio e di incontro, contribuendo con ogni mezzo alla difesa ed incentivazione dell'arte e dell'artigianato. E allo scopo realizza eventi, incontri didattici, stage, mostre, iniziative pubbliche e mercati tematici, promuovendo cosi una presenza visibile ed una sua diffusione significativa dell'artigianato locale.
L'associazione A.L.A.B. attraverso i suoi artigiani-artisti propone un percorso di rinascita che coinvolge una parte della Palermo antica dove la rassegnazione e il degrado lasciano lentamente il posto al coraggio e alla rinnovata bellezza.
L'associazione A.L.A.B. sottolinea l'aspetto "deontologico" che si focalizza in alcuni principi importanti: correttezza, impegno e consapevolezza. È per questo che si assiste ad un qualcosa che è più di un lavoro; è soprattutto la partecipazione ad un progetto di riqualificazione urbana che coinvolge anche i cittadini i quali, attraverso un contributo, acquisiscono un manufatto di A.L.A.B. partecipando, in questo modo, a una rete diffusa di micro economia.
Se da una parte si crea sviluppo e economia, dall'altra queste persone hanno promosso una fondamentale funzione di presidio su di un territorio altrimenti abbandonato e che non avrebbe rispecchiato le antiche specializzazioni della Palermo colta, storica e gloriosa.
La tutela dei beni monumentali passa per una volta in secondo piano perché occorre salvaguardare gli aspetti socio economici che caratterizzano un tessuto urbano e storico, patrimonio di tutta la città di Palermo che testimonia la grande manifattura che l'Italia ha sempre saputo esprimere e che oggi vuole riscoprire nelle sue radici antiche.
A.L.A.B. è il motore propulsivo della nascita di varie botteghe artigianali-artistiche, espressione concreta di quello che è da sempre il suo impegno, accomunate dall'intraprendenza e dalla volontà di creare marchi riconoscibili e di qualità, un approccio decisamente moderno che volta le spalle alle repliche senza anima che la manifattura industriale a basso costo sta proponendo da anni.
Oggi, settanta laboratori e trecento soci danno vita ad oggetti d'arte ed innovazioni che i palermitani e turisti possono trovare grazie ad un itinerario che li porta alla scoperta di quel che c'è di autentico e veramente locale.
Un prodotto artistico – artigianale, è un prodotto creativo ovvero diretta espressione della ricerca personale e della sensibilità di chi lo ha pensato e realizzato. Si insinua perfettamente tra il prodotto artigianale e la creazione artistica, riuscendo a valorizzare un mestiere in cui si fondano perfettamente manualità ed intelletto che convivono nell'intero ciclo di produzione.
La Palermo che non ti aspetti, fra cibi, tradizioni e cultura, evolve sulla sua storia segnata dai passaggi di grandi civiltà antiche. Fenici, Greci, Bizantini, dominazioni Islamiche, splendori Normanni e le dinastie Sveve hanno anticipato le future impronte Angioine per arrivare alle più recenti influenze Spagnole e Borboniche che hanno contribuito via via a arricchire e impreziosire la cultura palermitana e il culto consapevole della bellezza.
Un esempio di concreta applicazione della celebre frase di Fëdor Dostoevskij: "La bellezza salverà il mondo", che appare nel libro "L'idiota", considerato uno dei massimi capolavori della letteratura russa.
Una vita dedicata alla maglieria, realizzando capi unici dai filati pregiati. Nella ci ha accolto con entusiasmo nel suo maglificio di via Dalmazia a Parma.
Testo di Sara Bondani, foto di Francesca Bocchia
"La trama scrive e l'ordito racconta"; con questa metafora Nella spiega ai bambini delle scuole elementari come nasce un tessuto, iniziandoli al mondo della maglieria e coinvolgendoli con piccoli lavoretti manuali per prendere confidenza con la lana.
Da oltre 40 anni dedita al lavoro artigianale su misura, oggi si impegna nel trasmettere alle nuove generazioni tutta la sua esperienza e il suo entusiasmo, così che sentano il desiderio ed il piacere di avvicinarsi a questo antico mestiere. Tiene corsi all'interno di alcune scuole elementari e istituti professionali cittadini, ma si occupa anche di organizzare momenti di formazione solidale. Nel 2014 è stata fra le prime a sposare il progetto Maglidee, laboratorio per donne in difficoltà, promosso dalla cooperativa sociale Fiorente.
Ci accoglie nel suo maglificio in via Dalmazia 71 A, a ridosso del centro storico di Parma, dove lavora da quasi 25 anni. In vetrina campeggia un vecchio poster anni '70 di "Lana Gatto" - storico marchio per maglieria. All'interno il piccolo laboratorio, fra capi in lavorazione o in attesa di esser consegnati, è colmo di rocchetti e gomitoli colorati, ferri del mestiere e macchinari. In mezzo a tutto questo spicca un grande telaio degli anni '50, modello storico, di quelli che realizzano un solo capo alla volta, come del resto Nella, attenta alla lavorazione e alla qualità dei filati e non ai grandi numeri.
Rapisce da subito la nostra attenzione raccontandoci di lei. La dialettica non le manca; è un vero fiume in piena - per sua stessa ammissione.
Un mestiere iniziato da giovanissima per necessità della famiglia trasformatosi, giorno dopo giorno, in passione. La gavetta, a metá degli anni '70, in un piccolo laboratorio cittadino che distribuiva a grande aziende, poi l'approdo al lavoro in proprio nel 1985, vivendo in pieno il boom della maglieria degli anni '80. Una vita tra i filati, un mestiere cresciuto con lei, fra esperienza e passione coltivati negli anni.
Cappottini, mantelle, abiti, cardigan, maglioni, sciarpe, scalda collo, ma anche sacchi nanna o vestitini da bambino: nel suo laboratorio troviamo ogni genere di capo.
Ci mostra il maglione di cashmire che sta preparando e inizia a spiegare il ciclo di lavorazione del pregiato filato: il prelievo delle preziose fibre dalle capre mediante la pettinatura, da cui si ottiene pochissimo sottomanto, la degiarratura che elimina le impurità, la filatura, la tessitura e da ultimo, la follatura per conferire al tessuto l'aspetto e la sensazione morbida e confortevole a cui siamo abituati.
Nella realizza tutto con filati naturali delle migliori qualità, quali lana e cashmire. Nel racconto si percepisce tutta la professionalità di chi è devota al proprio mestiere da sempre e la naturale predisposizione nel catturare l'attenzione di chi ha il piacere di ascoltarla.
Un mestiere antico il suo, capace di realizzare un capo unico e raffinato che vi cingerà in un caldo e confortevole abbraccio.
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