Martedì, 08 Ottobre 2024 06:04

Premio Letterario Giuseppe Dessì: una XXXlX edizione incantevole In evidenza

Scritto da Andrea Caldart

Di Andrea Caldart Cagliari, 7 ottobre 2024 - Vale prorpio la pena appellare questa XXXlX edizione del Premio Letterario Giuseppe Dessì come incantevole, per lo spessore e qualità dell’evento.

Per la giuria non è stata una scelta affatto facile quella di assegnare i premi nelle varie sezioni, tanto era davvero alta la professionalità dei partecipanti.

Presieduta da Anna Dolfi, oggi la massima esperta dell’opera di Dessì, la giuria era composta da altri docenti universitari Duilio Caocci, Gino Ruozzi e Nicola Turi, dal poeta e critico letterario Giuseppe Langella, dal giornalista Luigi Mascheroni, dalla linguista e scrittrice Francesca Serafini, assieme al romanziere e bibliotecario Fabio Stassi e da un rappresentante della Fondazione Dessì.

La sezione poesia ha visto salire sul palco tre bravissime poetesse, Laura Accerboni, Donatella Bisutti e Ida Travi impegnate a descrivere come la poesia sia linguaggio trasversale sempre attuale e da contestualizzare con il presente.

Ha vinto il libro di Ida Travi con il libro “I Tolki” (il Saggiatore) dove, nelle sue poesie più originali, il linguaggio si fa essenza e la parola nuda ed essenziale.

Per la parte Narrativa c’erano invece due autrici ormai diventate famose, Deborah Gambetta e Helena Janeczek ed una esordiente Anita Likmeta al suo primo romanzo dal titolo: “Le favole del comunismo” (Marsilio), che ha colpito profondamente la giuria e ha vinto.

Un romanzo autobiografico dove Anita  narra di una bambina che vive con i nonni ai tempi di un’Albania dove la dittatura seminava violenza e paura. Un paese poverissimo, una vita tremenda riscattata dall'arrivo in Italia e un futuro migliore fortemente voluto e costruito.

L'autrice nel suo intervento ha sottolineato come i giovani italiani non comprendano quanto sono fortunati a poter ancora dissentire e protestare, un diritto da tenere stretto e da difendere perché non è per nulla scontato. Chi nasce libero dimentica quanto sia preziosa la liberta, preziosa e fragile.

È stata poi la volta del Premio speciale ad Alessandro Bergonzoni in quale ha detto nel suo fare istrionico come sempre: "Sono un Artista, non posso lavorare senza gli altri, più che il teatro, voglio il teatro dove pensare all'universalità. La scienza sta dimostrando, con la fisica quantistica, che esiste una connessione profonda fra ogni essere, ecco io voglio che questo messaggio arrivi a tutti i partiti. Non intendo i partiti politici ma ai partiti e mai arrivati, agli incarcerati, ai dimenticati. Sono stanco di solidarietà ed empatia e bontà, servono sì certo, ma è arrivato il momento di essere, di prendere posizione, non più solo fratellanza ma mettersi nei panni degli altri! Dobbiamo stare in collegamento, gli uni con gli altri. Non con la TV che trasmette solo infezioni! Noi abbiamo bisogno di immedesimazioni e di poesia. Non ci può essere etica dove non c'è poetica!"

Altro Premio speciale è andato a Dori Ghezzi che ha parlato della musica e di quanto anche i giovani prendano ancora ad esempio De Andrè, perché i suoi testi riescono ancora a colpire non solo chi lo ha sempre amato, ma anche chi lo sente per la prima volta.

Link utili:

www.fondazionedessi.it

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