Nel marzo del 1968, soldati americani della Compagnia C della 23ª Divisione di Fanteria, guidati dal tenente William Calley, perpetrarono un'atroce violenza nel villaggio di Mỹ Lai, uccidendo più di 500 civili inermi, tra cui anziani, donne, bambini e neonati. I soldati si abbandonarono anche a atti di tortura e stupro contro gli abitanti del villaggio, compiendo un atto di estrema crudeltà e disumanità.

L'orrore del massacro fu fermato dall'intervento coraggioso dell'equipaggio di un elicottero statunitense in ricognizione, guidato dal pilota Hugh Thompson Jr. Thompson e i suoi compagni, Lawrence Colburn e Glenn Andreotta, che decisero di intervenire, minacciando di aprire il fuoco contro i soldati americani coinvolti nelle atrocità e facilitando l'evacuazione dei superstiti vietnamiti.

Nonostante gli sforzi di alcuni soldati e giornalisti come Seymour Hersh nel portare alla luce la verità su Mỹ Lai, ci fu un tentativo di insabbiare l'incidente da parte di figure di spicco, tra cui Colin Powell, che all'epoca era coinvolto nelle investigazioni sul massacro. Solo grazie alla determinazione di individui come Ron Ridenhour, che denunciò l'accaduto al Congresso e ai media, l'opinione pubblica venne finalmente a conoscenza della barbarie commessa a Mỹ Lai.

Le conseguenze legali furono limitate: il tenente Calley fu condannato per omicidio premeditato ma ricevette una grazia presidenziale da Richard Nixon, che trasformò la sua condanna all'ergastolo in arresti domiciliari. Tuttavia, il massacro di Mỹ Lai ebbe un impatto duraturo sulla percezione della guerra del Vietnam e sul comportamento delle truppe americane.

L'evento ha anche influenzato la cultura popolare, con riflessi evidenti in opere cinematografiche come "Platoon" di Oliver Stone, che ha contribuito a mantenere viva la memoria di questa tragica pagina della storia americana e vietnamita.