Domenica, 11 Febbraio 2024 10:14

Yakub In evidenza

Scritto da Giorgio Militano

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Vi è mai capitato di caminare per la città di notte e notare due finestre incastonate in un palazzo e illuminate nonostante la tarda ora?

Ogni volta che succede mi viene istintivo pensare come le due persone che abitano quelle scintillanti realtà siano o possano essere diverse eppure abitino e vivano la propria vita a pochi centimetri lʼuna dallʼaltra.

Chissà da dove arrivano? Chissà se hanno sempre vissuto qui? Chissà cosa fanno nella vita?

Saranno felici? Si conosceranno?

Questo è ciò che succede nella mia testa ogni qualvolta il mio sguardo incontri due tanto piccole quanto brillanti finestre, avvolte dalla sera.

Un giorno però è capitato che ad interpretare il ruolo della prima finestra fossi io e che quella affianco si chiamasse “Yakubˮ, il buio della notte era una classica giornata di lavoro e la parete che ci divideva era nientʼaltro che quel piccolo scalino che ci ritroviamo forzati a scavalcare ogni qualvolta ci venga voglia di ampliare gli orizzonti delle nostre conoscenze.

Yakub.

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Ventitré anni, alto, magro, carnagione scura, studia sociologia a Bologna.

Un ragazzo qualsiasi, insomma…

Fino a che non capita di scambiarci qualche parola, solo in quel momento ci si rende conto di quanto quello sguardo sorridente e quegli occhi espressivi celino una storia fuori dal comune, forse addirittura lontana dalla nostra più fervida immaginazione.

Yakub di anni ne aveva sedici, quando decise di lasciarsi alle spalle la sua realtà e partire per un viaggio che non sapeva se sarebbe stato in grado di condurlo a destinazione.

Così il 24 giugno 2016 mette quel primo piede fuori dalla sua casa ad Auchi, fuori da quella casa in cui ad oggi non ha più fatto ritorno.

Il suo viaggio è iniziato, dalla Nigeria al Niger non ci vuole molto, pochi giorni.

In Niger deve cominciare a lavorare per potersi permettere lʼattraversata del Sahara.

Dopo qualche mese, più consapevole di se stesso, delle sue capacità e notevolmente cambiato decide di ripartire e questa volta è per davvero. Non basterà qualche giorno a tornare indietro, non si può più cambiare idea.

Una settimana sotto il sole, fronteggiando sete, calore e condizioni igienicosanitarie non tra le migliori ad aspettarlo dallʼaltra parte il premio peggiore che la sua vita gli metterà davanti: la Libia.

Un vero e proprio inferno a cielo aperto per i migranti.

Qui Yakub sopravvive, un poʼ per miracolo, un poʼ per fortuna a maltrattamenti, soprusi, torture ed esecuzioni arbitrarie.

Dopo quasi unʼanno e mezzo a Sabha, non sapendo esattamente come aveva fatto a sopravvivere decide che per la terza volta è il momento di partire.

Spera che sia lʼultima, ma non ne è sicuro, non sa se le cose andranno per il verso giusto o se avranno una conclusione tragica.

Ad aspettarlo niente meno che la tratta migratoria più fatale al mondo:

lʼattraversata del mediterraneo. Fortunatamente questa volta ad aspettarlo cʼè lʼItalia, paese in cui spera di trovare rifugio e lasciarsi alle spalle tutti i traumi e le difficoltà che la vita gli ha posto davanti.

Ce la fa.

Non sa come, non sa perché, ma è vivo.

Da trapani viene trasferito a Bologna, dove comincerà a studiare presso lʼuniversità e a frequentare un corso di recitazione. Proprio qui conoscerà la regista con la quale realizzerà un lungometraggio dove interpreterà se stesso per far sapere a tutti che cʼè un corto circuito sociale e che non dovrebbe essere normale vivere una vita come quella che lui è stato obbligato a vivere.

La sua storia non passa inosservata e il film viene sponsorizzato tra gli altri dal Comune di Bologna e dalla stessa facoltà di Sociologia dellʼUniversità di Bologna.

Io però non ero soddisfatto, perché se tradurre è tradire credo che anche la recitazione sia una reinterpretazione della realtà, io volevo scoprire non solo cosa ha vissuto, ma cosa ha pensato, cosa ha sentito, cosa ha temuto e cosa si aspetta dalla vita quellʼex bambino di sedici anni che oggi ne ha ventitré morde la vita, pronto a prendersi ciò che vuole.

Così nasce questo ibrido tra cortometraggio e intervista in cui Yakub ci racconta in prima persona ciò che è stata per lui la tratta Africana Occidentale.

Link: https://youtu.be/LJDPOuP7Afk

 

Chi è Giorgio Militano: linktr.ee/moonysreal

 

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