Da Varese a Salerno, da Roma a Firenze passando per Fermo e Torino. Sempre raccogliendo copiosi applausi. Sempre incutendo la giusta dose di terrore: Protagonista indiscusso della letteratura inglese di fine ottocento, ispirato alla storica figura del Principe di Valacchia Vlad III e dotato di grande fascino, Dracula non solo rappresenta il vampiro per antonomasia ma è anche una delle maggiori incarnazioni del male: attrae e terrorizza, seduce e uccide. Da stasera fino al 2 aprile, “Vlad Dracula” sarà in scena nella metropoli lombarda. Ario Avecone ne è regista, autore del libretto e di buona parte delle musiche: la sua volontà è stata sin dall’inizio quella di innovare l’iconico racconto di Bram Stoker e di proporre una nuova prospettiva. Con Avecone anche Manuela Scotto Pagliara, autrice di parte del testo e di alcune canzoni originali, e il compositore Simone Martino.
TRAMA - Il Prof Van Helsing (interpretato da Christian Ginepro), alchimista fiero e razionale, cerca una spiegazione logica per dare un senso ad alcuni misteri irrisolti. Sotto osservazione è il paese di Whitby, in cui si trova la Carfax, divenuta dimora del misterioso magnate straniero, il Conte Vlad Tepes (Giorgio Adamo). Personaggio schivo e irascibile, principe del male, è ossessionato dalla perdita della sua prima moglie, Elizabeth. Obbligato all’eternità, si serve di altre donne per colmare quel vuoto, destinando la loro esistenza però a una vita dannata e senza amore. Fin quando casualmente rivede in Mina Murray (Arianna Bergamaschi), la reincarnazione della sua amata Elizabeth. A Vlad si accompagna la figura della Contessa Justina, interpretata da Chiara Vergassola. Justina è un personaggio non presente nel racconto di Stoker: apre e chiude lo spettacolo ed è l’ultima delle spose dimenticate nel tempo da Vlad. È un personaggio dalle mille sfaccettature e il suo amore non corrisposto alimenta la sete di vendetta verso il Conte. Justina incontra il giovane giornalista Jonathan Harker, interpretato da Marco Stabile che per brama di successo rischia di rovinare il rapporto con sua moglie Mina Murray. L’ambizioso giornalista d’assalto, giunge alla dimora di Vlad Tapes, deciso ad occuparsi del più grande scoop giornalistico della sua carriera, ma sparisce nel nulla. Sulla sua scomparsa indagano il Dottor John Seward (Paolo Gatti) e il suo collaboratore Strattford (Jacopo Siccardi). La storia ci porta a conoscere anche il visionario inventore Renfield (Antonio Melissa), un uomo che per raggiungere i suoi sogni professionali di scienziato si allontana dalla figlia Lucy Westenra, (Valentina Naselli) e per questo cade nella solitudine e nella depressione.
IL SIGNIFICATO - L’opera è ambientata alla fine ‘800, all’alba dello sviluppo industriale moderno e dello sfruttamento delle nuove risorse energetiche. Nel momento esatto in cui per l’uomo ha avuto inizio un pericoloso conto alla rovescia che porta fino ai giorni nostri. Lo spettacolo vuole essere anche un modo per sensibilizzare gli spettatori, rendendoli consapevoli che il tempo a disposizione è sempre meno. In questa corsa contro il tempo, anche un personaggio immortale come Dracula, diventa vulnerabile e si trova per la prima volta a condividere un problema con il genere umano. Tutto lo spettacolo è un viaggio, oltre lo spazio e il tempo, nel dualismo dell’animo umano: bene e male, vita e morte, scienza e mistero. In una storia dove amore, passione e musica veicolano le emozioni degli spettatori. Ma chi è realmente Dracula? Chi rappresenta il bene e chi il male? Siamo davvero sicuri delle nostre certezze? L’opera piacerà sicuramente agli appassionati del gotico, ma ammicca anche agli amanti del thriller, che pian piano si troveranno coinvolti in un intrigo ricco di suspense, dove il tempo gioca un ruolo fondamentale.
LE PAROLE DEL REGISTA - “Sono sempre stato affascinato dalla letteratura gotica di fine ottocento e un amante degli autori che in quegli anni scrivevano di misteri, amore non corrisposto e morte. Sono anche un grande appassionato di cinema e di registi come Tim Burton, Guillermo del Toro e Christopher Nolan. Le atmosfere tetre e malinconiche di queste opere mi hanno spinto a mettere in scena una nuova storia, un nuovo racconto tratto dal noto romanzo epistolare di Bram Stoker. Alla base della nostra storia c’è l’eterno dualismo tra il bene e il male, che è l’anima della riscrittura del testo e della regia di Vlad Dracula, dove ogni personaggio è stato curato nei minimi particolari sia da me che da Manuela Scotto Pagliara, co-autrice del testo. Un altro grande tema che ho voluto affrontare è il rapporto tra l’uomo e il tempo. La sua relatività e variabilità, che rende ognuno di noi capace di allargare i momenti belli e stringere quelli brutti, e viceversa. Un modo per esorcizzare forse l’impossibilità che abbiamo di rallentarlo davvero. La mia speranza non è tanto di fornire risposte, ma piuttosto di far emergere domande tra gli spettatori. Il modo migliore per rendere un’opera allo stesso tempo spunto di riflessione e momento di divertimento oltre che di puro intrattenimento”.