Sabato, 01 Maggio 2021 08:09

“In punta di penna: rubrica di libri.” Memorie di una donna medico, Nawal Al -Sa'dawi, Fandangolibri In evidenza

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 "In punta di penna: rubrica di libri". È uno spazio creato per condividere letture e storie, riflessioni e pensieri a voce alta. "In punta di penna": per dare inchiostro e carta alle parole. Il secondo titolo proposto è: "Memorie di una donna medico", Nawal Al -Sa'dawi, Fandangolibri.

Di Antonella Scarati (*) Parma, 1 maggio 2021 - Nawal Al- Sa'dawi, soprannominata Sharta, che significa intelligente, è la bambina prodigio che nel lontano 1931 nasce in Egitto in una famiglia islamica. In "Memorie di una donna medico", edito Fandangolibri in Italia, tradotto in più di 20 Paesi, l'autrice racconta della sete di conoscenza e libertà che la animano, ma che, nella sua società, alle donne sono da sempre negate. 

Dove nasce un'emozione? Dove si definisce il limite tra mente e cuore? Questi i primi interrogativi che avvicinano la giovane Nawal alla scoperta dell'uomo e della donna, non solo come corpi quali ammassi di organi, ma come piccole parti integranti di circuiti ingegnosi che muovono la vita. Sentire: sarà il suo primo approccio all'altro, alla natura, a se stessa. Osservare: il suo momento di riflessione preferito.

Agire: è quanto la rende più indipendentista e liberale, per la difesa dei diritti e della propria natura di donna. 

La lettura di questo diario mi travolge, mi accompagna, prendendomi per mano, in un angolo della stanza della donna, della bambina, della psichiatra: scrivania, abat-jour, quaderno e penna. Irrinunciabile per la giovane studentessa in Medicina è la scrittura, così come necessari diventeranno gli interventi politici a favore delle donne e dei propri diritti. Se da un lato, sottolinea lo scetticismo e il diniego dei suoi genitori e della società intera, nel vederla "donna medico" tra medici uomini, dall'altro lato descrive con fierezza le sue prime visite mediche al malato, l'ispezione dei corpi nudi, quasi a voler cancellare il tabù di genere prima, il tabù della morte, poi. Nonostante il senso di incompiuto che la perseguita e le divora l'anima, Nawal non si arresta, la scienza è il mezzo che usa per comprendere, l'amore il fine ultimo e inesorabile per non arrendersi, ma anzi, per compiersi.

Sull'autrice

Nawal è un nome che compare nella" lista della morte": un gruppo islamico fondamentalista le darà la caccia. 

Dopo gli anni passati in carcere, a scrivere su fogli di carta igienica, dopo l'esilio in Usa, dove si specializza e diventa docente universitaria, ricopre incarichi prestigiosi quali Consigliera delle Nazioni Unite sul programma per le donne in Africa e Medio Oriente, rappresenta le donne nel mondo arabo e sarà fiera e convinta co-fondatrice dell'Associazione araba per i diritti umani. Se le donne potranno registrate a proprio nome i figli nati fuori dal matrimonio, se l'età minima per una donna nel presentarsi in matrimonio si alza ai 18 anni, se l'infibulazione, la circoncisione, la clitoridectomia diventano reati perseguibili con il carcere è grazie alla prima grande femminista araba, che oltre a spendere le proprie parole, sacrifica in numerose evenienze la propria libertà.

" Sentivo il mio cuore che batteva i suoi battiti che mi riempivano di insolite valanghe di sentimenti ed emozioni. Era la prima volta che sentivo il mio cuore battere senza che la mia mente si mettesse a visualizzare i muscoli e le arterie e a pesare la quantità  di sangue che ne fuoriusciva." Citazione dal libro a Pag 48

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L’Autrice si presenta

(*) Antonella Scarati, dottoressa in Medicina e Chirurgia. Pugliese di nascita, vivo a Parma dal 2009. Credo fermamente che le relazioni umane siano il regalo inaspettato di ogni giornata: qualsiasi persona che incontri ed abbia una storia da raccontarmi, non riuscirà a divincolarsi facilmente da me. Entusiasta, empatica, solare, socievole nei rapporti di amicizia, ma anche con i più piccoli con cui trascorro pomeriggi di gioco come volontaria Presso il reparto di Pediatria  dell' Ospedale dei Bambini " Pietro Barilla". Co-ideatrice di un gruppo di lettura virtuale: "Io sono l'altro", condividiamo letture inerenti la diversità, la disabilità, l'immigrazione, il bullismo. Esprimo a gran voce i miei stati d'animo, preferendo carta e penna al linguaggio parlato: scrivo lettere per accorciare le distanze del cuore.

Penso che la vita sia "Una somma di piccole cose".

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