“Perché questo? Il Bullismo. Tutto qui. Le parole fanno più male delle botte! Cavolo se fanno male !!! Ma io mi chiedo, a voi non fanno male? Siete così insensibili? Spero che adesso sarete più responsabili con le parole. Non importa che lingua sia, il significato è lo stesso.” (Ultima lettera di Carolina Picchio)
Di Nicola Comparato Felino 2 maggio 2020 - Carolina Picchio era una ragazza di 14 anni di Novara vittima di bullismo, bella, sportiva, gentile e altruista, che nella notte fra il 4 e il 5 gennaio 2013, si è uccisa lanciandosi dalla finestra della sua stanza.
Pochi giorni prima la ragazza partecipa ad una festa con alcuni amici, e dopo qualche bicchiere di troppo comincia a sentirsi male. I ragazzi presenti avvisano il padre, Paolo Picchio, che si precipita subito da lei, ma prima riprendono il tutto con il telefonino, mimando atti sessuali sulla ragazza a terra priva di sensi. Il video girato alla festa ottiene 2600 like sui social. Carolina non ricorda nulla della festa, ma poi si accorge del video in rete. Riceve insulti a non finire, la gente la evita, resta sola. Avvolta dalla vergogna si chiude in se stessa.
Poi scrive la sua ultima lettera prima di aprire la finestra per lanciarsi nel vuoto. Le indagini portano all’identificazione dei ragazzi autori del video. Il giudice non impone una condanna penale ai giovani, che vengono poi affidati ad assistenza psicologica e corsi di recupero. Paolo Picchio nel frattempo lotta con tutte le sue forze e riesce ad ottenere la prima legge in Europa contro il Cyberbullismo dedicata proprio a sua figlia, un modo efficace per non sminuire e banalizzare l'odio in rete. A stabilirlo è proprio il primo processo in Italia contro il Cyberbullismo.
Dal suo impegno e in ricordo della ragazza è nata l’associazione “Fondazione Carolina”, con Presidente Onorario Paolo Picchio, che si occupa di rendere la rete un luogo più sicuro, con prevenzione, supporto e ricerca, alla riscoperta del valore delle relazioni anche sui social. Ad ogni incontro con i ragazzi nelle scuole, il padre di Carolina conclude sempre con questa frase: “Ragazzi siete preziosi, ricordatelo sempre!”.
Per maggiori informazioni:
La pagina Facebook Fondazione Carolina
https://www.facebook.com/FondazioneCarolina/
Il sito web Fondazione Carolina
L'emergenza Coronovirus non è ancora finita. Per mettere in guardia molti ragazzi e ragazze, costretti a passare le giornate in casa su internet, abbiamo deciso di raccontare la triste storia di Amanda Todd.
Di Nicola Comparato Felino 1 maggio 2020 - Amanda Todd era una ragazzina di 15 anni nata a Port Coquitlam, vicino Vancouver, il 27 novembre 1996. Uno dei suoi passatempi era quello di fare amicizia tramite chat e video chat.
Un giorno Amanda, ingenuamente, inviò una sua foto a seno nudo ad un estraneo durante una conversazione. L'uomo cominciò a ricattare Amanda, dicendole che se non si fosse mostrata ancora nuda avrebbe divulgato la sua foto a tutti i suoi amici e conoscenti. Poco tempo dopo, a Natale, la polizia si recò a casa della famiglia Todd per avvertirli che le foto della ragazzina erano state inviate a tutti.
Amanda cominciò a soffrire di ansia e depressione e a fare uso di alcool e droghe. La famiglia per cercare di aiutarla decise di trasferirsi e Amanda cambiò scuola. Lo stalker si fece di nuovo vivo, creando un profilo Facebook con la foto di Amanda. I compagni cominciarono a parlare male di lei, e la ragazza fu costretta di nuovo a cambiare scuola. Qui incontrò un vecchio amico, che le chiese di fare sesso con lui durante l'assenza della sua fidanzata. Un giorno il suo amico, la sua fidanzata e altri compagni di scuola, aggredirono Amanda girando dei video che ripresero ogni attimo della situazione. La ragazza una settimana dopo tentò il suicidio ingerendo della candeggina, ma riuscì a salvarsi grazie al tempestivo intervento dei soccorritori. Al suo ritorno a casa dall'ospedale, le persone per deriderla cominciarono a taggarla su Facebook su post riguardanti il suicidio e la candeggina. Il suo equilibrio psichico peggiorò ulteriormente, e il 12 ottobre 2012 fu ritrovata morta impiccata nella sua casa. Poche settimane prima, il 7 settembre 2012, Amanda raccontò la sua sofferenza in un video dal titolo "Lotta, bullismo, suicidio e autolesionismo".
Il filmato diventò virale, e fece capire al mondo intero il dolore provato dai ragazzi vittime di bullismo.
A seguire il video di Amanda Todd sottotitolato in italiano https://youtu.be/ed5IU_73gKg
La Polizia di Stato, il Ministero dell’Istruzione, con Una vita da social l’11 febbraio per incontrare 60mila studenti sul tema del cyberbullismo
Nell’ambito delle iniziative promosse per celebrare il Safer Internet Day 2020, che quest’anno si terrà domani 11 febbraio, la Polizia Postale e delle Comunicazioni in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, ha organizzato workshop e dibattiti sul tema del cyberbullismo su tutto il territorio nazionale.
Si tratta di un’edizione speciale del progetto Una vita da social con lo svolgimento in contemporanea di incontri con oltre 60.000 ragazzi presso le scuole di 100 capoluoghi di provincia italiani
Lo slogan della campagna sarà “insieme per un internet migliore”.
L’obiettivo delle attività di prevenzione/informazione è quello di coinvolgere, educare e formare i ragazzi a sfruttare le potenzialità comunicative del web e delle community online senza correre i rischi connessi al cyberbullismo, alla violazione della privacy altrui e propria, al caricamento di contenuti inappropriati, alla violazione del copyright e all’adozione di comportamenti scorretti o pericolosi per sé o per gli altri, stimolando i giovani a costruire relazioni positive e significative con i propri coetanei anche nella sfera virtuale.
L’evento nella provincia di Modena interesserà la scuola secondaria di primo grado Margherita Hack di Carpi; l’incontro sarà tenuto da personale della Sezione Polizia Postale e delle Comunicazioni di Modena, unitamente al Dirigente del Commissariato di P.S. di Carpi, dalle 9.30 alle 13.00 di domani, presso il suddetto istituto scolastico.
Questo appuntamento è stato preceduto da un altro incontro, organizzato dal Commissariato di P.S. di Carpi, svoltosi il 28 novembre 2019, che ha coinvolto sul tema genitori e docenti della medesima scuola.
“La sensibilizzazione sui temi della sicurezza online e sull’uso responsabile della rete – dichiara Nunzia Ciardi Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni - è un impegno quotidiano della Polizia Postale e delle Comunicazioni. E la collaborazione con il Ministero dell’Istruzione è imprescindibile. Iniziative come quella della giornata mondiale dedicata alla sicurezza in Internet, continua Ciardi, celebrata ormai in oltre 150 paesi tra cui l’Italia, sono di grande importanza perché aiutano a portare la sicurezza della rete all’attenzione di un grande numero di persone, giovani e adulti, che a loro volta sono ineliminabili figure di riferimento per orientare i più piccoli ad un uso sicuro e responsabile della rete”.
L’incontro a Parma per la giornata del Safer internet Day
Proprio per la giornata del Safer internet Day, quest’oggi, personale della Polizia Postale della Sezione di Parma ha incontrato i giovani studenti dell’I.C. Micheli nel teatro dell’Istituto, che ha raccolto alcune centinaia di studenti.
I temi affrontati con i ragazzi, che si sono dimostrati entusiasti dell’incontro, hanno riguardato proprio tutti quegli aspetti più sopra sottolineati. Con particolare riferimento al tema del bullismo e del Cyberbullismo sono stati forniti diversi consigli utili così come riguardo alle buone pratiche per navigare in sicurezza.
Questi incontri, che ci vedono impegnati in Parma e provincia in diversi istituti proseguiranno già nelle prossime settimane
(In allegato i dati nazionali e regionali e provinciali)
La Polizia di Stato, il Ministero dell’Istruzione, con Una vita da social l’11 febbraio per incontrare 60mila studenti sul tema del cyberbullismo
Nell’ambito delle iniziative promosse per celebrare il Safer Internet Day 2020, che quest’anno si terrà domani 11 febbraio, la Polizia Postale e delle Comunicazioni in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, ha organizzato workshop e dibattiti sul tema del cyberbullismo su tutto il territorio nazionale.
Si tratta di un’edizione speciale del progetto Una vita da social con lo svolgimento in contemporanea di incontri con oltre 60.000 ragazzi presso le scuole di 100 capoluoghi di provincia italiani
Lo slogan della campagna sarà “insieme per un internet migliore”.
L’obiettivo delle attività di prevenzione/informazione è quello di coinvolgere, educare e formare i ragazzi a sfruttare le potenzialità comunicative del web e delle community online senza correre i rischi connessi al cyberbullismo, alla violazione della privacy altrui e propria, al caricamento di contenuti inappropriati, alla violazione del copyright e all’adozione di comportamenti scorretti o pericolosi per sé o per gli altri, stimolando i giovani a costruire relazioni positive e significative con i propri coetanei anche nella sfera virtuale.
L’evento nella provincia di Modena interesserà la scuola secondaria di primo grado Margherita Hack di Carpi; l’incontro sarà tenuto da personale della Sezione Polizia Postale e delle Comunicazioni di Modena, unitamente al Dirigente del Commissariato di P.S. di Carpi, dalle 9.30 alle 13.00 di domani, presso il suddetto istituto scolastico.
Questo appuntamento è stato preceduto da un altro incontro, organizzato dal Commissariato di P.S. di Carpi, svoltosi il 28 novembre 2019, che ha coinvolto sul tema genitori e docenti della medesima scuola.
“La sensibilizzazione sui temi della sicurezza online e sull’uso responsabile della rete – dichiara Nunzia Ciardi Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni - è un impegno quotidiano della Polizia Postale e delle Comunicazioni. E la collaborazione con il Ministero dell’Istruzione è imprescindibile. Iniziative come quella della giornata mondiale dedicata alla sicurezza in Internet, continua Ciardi, celebrata ormai in oltre 150 paesi tra cui l’Italia, sono di grande importanza perché aiutano a portare la sicurezza della rete all’attenzione di un grande numero di persone, giovani e adulti, che a loro volta sono ineliminabili figure di riferimento per orientare i più piccoli ad un uso sicuro e responsabile della rete”.
“In questo campo la prevenzione continua ad essere la strategia migliore per contrastare il fenomeno” – afferma il Dirigente del Compartimento Emilia Romagna, Geo Ceccaroli – “Per questo motivo che, anche grazie alla collaborazione dell’Ufficio Scolastico Regionale e del Reparto Pediatria dell’Ospedale Sant’Orsola, stiamo portando avanti progetti per l’informazione/formazione all’uso consapevole dei nuovi strumenti di comunicazione indirizzati non solo ai minori – che rappresentano i nostri principali interlocutori – ma anche a tutte quelle figure di riferimento e “di garanzia” attorno a loro, quali genitori, insegnanti, sanitari”.
(In allegato i dati nazionali e regionali e provinciali)
Quattro ragazzi su dieci tra i 12 e i 16 anni navigano tra le 2 e le 4 ore al giorno imbattendosi in episodi di bullismo. Regole e controlli solo nel 55% delle famiglie ma nell’80% dei casi si tratta solo di limitazioni rispetto al tempo di permanenza sul web.
Lo rivela la ricerca condotta dall’Osservatorio della no profit “Social Warning - Movimento Etico Digitale” fondata dal 24enne Davide Dal Maso, primo docente ad aver portato l’educazione civica digitale in classe, che avverte: “Sempre più necessario costruire un ponte tra genitori analogici e figli digitali per arrivare ad un sano equilibrio tra vita on-line e off-line”. (In allegato i dati della ricerca in formato pdf).
Milano, 6 febbraio 2020 - Quattro ragazzi su dieci appartenenti ad una fascia di età tra i 12 e i 16 anni si imbattono in episodi di cyberbullismo navigando in rete o utilizzando i social media. È il dato allarmante che emerge dalla ricerca, diffusa alla viglia della giornata nazionale contro il cyberbullismo e alla sua seconda edizione, condotta dall’Osservatorio scientifico della no-profit “Social Warning - Movimento Etico Digitale” (https://socialwarning.it/), che nel 2019 ha formato 17mila studenti (10mila incontrati nelle scuole e 7mila tramite corsi e-learning) e 4mila genitori rispetto ai rischi e alle opportunità del web.
Da questi incontri, spiega il 24enne Social media Coach e fondatore della no profit Davide Dal Maso, “emerge che insieme all’esposizione a contenuti e immagini pornografiche e ad episodi gravissimi di adescamento, il cyberbullismo è purtroppo ancora oggi il fenomeno più diffuso in cui i nostri ragazzi si imbattono on-line”. Per Dal Maso, primo docente in Italia ad aver portato l’educazione civica digitale in classe nell’Istituto Professionale in provincia di Vicenza in cui insegna da tre anni, ed inserito nel 2019 da Forbes tra i primi cinque under 30 italiani più influenti nel settore Education, “i dati dell’Osservatorio raccontano della difficoltà degli adulti rispetto all’impartire regole precise ed esplicite per vivere serenamente il web in famiglia, forse per il distacco e la sfiducia con cui molti di loro hanno sempre visto il digitale. Ma è sempre più necessario costruire un ponte tra genitori analogici e figli digitali per arrivare ad un sano equilibrio tra vita on-line e off-line”.
LA RICERCA DELL’OSSERVATORIO SCIENTIFICO DEL MOVIMENTO ETICO DIGITALE - SOCIAL WARNING
Poche limitazioni da parte degli adulti sull’uso del web e solo sul tempo di utilizzo.
Colpisce il dato che racconta che il 72,6% dei ragazzi intervistati ritenga giusto ricevere regole per approcciare la rete (Vedi PDF allegato con Report Osservatorio; immagine n. 5) ma che solo nel 55% delle famiglie dei ragazzi coinvolti nell’indagine dell’Osservatorio (+ 7,4% rispetto a quanto rilevato dalla ricerca nel 2018) vengono impartite limitazioni rispetto all’uso della rete o, più in generale, regole di comportamento a cui attenersi: l’80% dei ragazzi riferisce infatti che l’unica limitazione è legata al tempo di utilizzo (immagine n. 4).
Tra le poche altre regole impartite dai genitori quella di non visitare siti porno e di mantenere chiuso il proprio profilo social.
Educazione digitale, questa sconosciuta: 1 ragazzo su 10 non ne ha mai parlato con nessuno.
Ma con chi confrontano i ragazzi sul tema dell’educazione al web? Spesso più con gli insegnanti che con i genitori (immagine n. 6): il 47% dei ragazzi coinvolti nello studio dell’Osservatorio infatti dichiara di non essersi mai confrontato con la famiglia sui temi dell’educazione al digitale. E un ragazzo su 10 non ha mai affrontato l’argomento con nessuno.
Quante tempo passano in rete i ragazzi e a fare cosa?
Il 32% dei ragazzi di età 12-16 anni coinvolti nello studio dell’Osservatorio del Social Warning trascorre sul web dalle due alle quattro ore al giorno e ben il 22% di loro non ha alcuna limitazione da parte della famiglia (immagine n. 3). La loro passione sono le piattaforme social (in testa quasi con lo stesso indice di gradimento YouTube e WhatsApp, su cui possono condividere gli stati; poi Instagram e TikTok che nel 2019 ha doppiato il gradimento di Facebook) (immagine n. 1). A queste piattaforme l’85,4% di loro si collega più volte al giorno; solo l’11,6% qualche volta alla settimana, praticamente sono sempre connessi (immagine n. 2).
Web reputation e consapevolezza.
Un ragazzo su 7 (quasi il 69% degli intervistati) riferisce di non fidarsi delle informazioni che reperisce in rete, dimostrando che questa generazione ha sviluppato una naturale capacità di immunizzazione rispetto alle fake news che si trovano on-line (immagine n. 7). Sono abbastanza consapevoli (il 65%) che quello che postano o condividono sulla rete una volta on-line non appartiene più a loro, mentre il 35% dei ragazzi coinvolti nella ricerca dimostra di non conoscere fino in fondo le regole base per tutelare la propria web reputation (immagine n. 8).
L’influencer è “una persona famosa drogata di social”?
Per il 65% dei ragazzi tra i 12 e i 16 anni coinvolti nell’indagine dell’Osservatorio del Social Warning non è facile diventare un’influencer (immagine n. 11), figura su cui però non hanno le idee chiare. Il 32% di loro infatti o non sa chi sia e cosa faccia un personaggio che si definisce tale o riferisce affermazioni non corrette (es. “influencer significa rappresentare un marchio come se fosse il tuo”, “influencer è una persona famosa drogata di social”, “influencer è una persona che riesce a muovere qualcosa dentro ad altre persone convincendole a pensare ciò che vuole. Non è facile perché ci vuole tempo e dedizione, cose che in molti non hanno”); il 38% invece riferisce affermazioni corrette.
APPROFONDIMENTI
Cos’è il “Social Warning - Movimento Etico Digitale”
Il “Social Warning - Movimento Etico Digitale” (https://socialwarning.it/) è la no-profit fondata Davide Dal Maso nel 2017 con l’obiettivo di sensibilizzare ragazzi e adulti sulle potenzialità e sui rischi del web attraverso una rete di formatori volontari (attualmente sono circa 150), professionisti del web, che promuovono l’educazione digitale nelle scuole medie e superiori di tutta Italia attraverso incontri formativi gratuiti. Nei primi due anni di vita, Il Movimento ha incontrato, nell’ambito di eventi ed appuntamenti organizzati in tutta Italia, oltre 27mila ragazzi e 7mila genitori sensibilizzati su come approcciare la rete in maniera corretta.
Per diventare formatore volontario del Movimento scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Chi é Davide Dal Maso
Social Media Coach per aziende e professionisti e Docente di “Multimedia e social” e di “Educazione civica digitale” in diverse classi di un Istituto Superiore di Vicenza, Davide Dal Maso, classe 1995 è stato inserito da Forbes Italia tra i 5 under 30 più influenti del 2019 nel settore Education della classifica “100 Number One - L’Italia dei giovani leader del futuro”.
Nato ad Arzignano in provincia di Vicenza, dove è andato a scuola e ha vissuto sulla sua pelle episodi spiacevoli che lo hanno poi portato a fondare il Social Warning per educare ragazzi e genitori ad un corretto utilizzo della rete e dei social, Davide Dal Maso a soli 24 anni ha già tenuto lezioni nelle Università di Padova, Verona, Milano e Firenze su temi inerenti alle sue competenze di formatore ed esperto di digital marketing.
Nel 2018 gli è stato conferito il “Premio Italia Giovane” (presidente del Comitato d’Onore l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini) per “la sua storia, esperienza personale e professionale nel settore Social Warning-Contrasto al cyberbullismo che sono esempi positivi che danno lustro al Paese e forte stimolo per le nuove generazioni”.
Da settembre 2017 insegna “Multimedia e social” in un Istituto professionale di Vicenza in cui nel settembre 2019 ha introdotto, per la prima volta in Italia, la materia sperimentale “Educazione civica digitale” per insegnare ai ragazzi ad essere cittadini consapevoli e partecipi sia nel web che nella quotidianità”.
Oggi il Liceo Artistico Toschi ha ospitato una particolare lezione con docenti d'eccezione.
Parma 5 dicembre 2019 - Un intervento divulgativo che rientra nell'ambito del programma di prevenzione e, nello specifico, del fenomeno del cyberbullismo.
Durante l'incontro si parlato anche di sexting e di revenge porn (vendetta porno), fornendo ai ragazzi gli strumenti per riconoscere e quindi prevenire situazioni di pericolo.
Con questa iniziativa la Polizia di Stato intende porsi anche come preciso punto di riferimento per i giovani e non solo
Legalità, Bullismo, Cyberbullismo e informazioni per il contrasto all'uso di sostanze stupefacenti: La Polizia di Stato incontra i giovani alunni dell' I.C. Fontanellato
Dopo Fidenza e Borgotaro, proseguono gli incontri in Provincia, questa volta a Fontanellato, nell'ambito degli incontri in materia di educazione alla legalità promossi dalla Polizia di Stato. Il Commissario Capo Federico Mastorci, e il Medico Principale della Polizia di Stato Valerio Bruti, hanno incontrato circa 150 giovani studenti delle quinte elementari e delle medie dell' I.C. Fontanellato.
Durante l'incontro sono stati affrontati diversi argomenti su fenomeni criminali gravi, che avvengono anche mediante l'uso della rete.
Tra gli argomenti trattati vi sono il bullismo, il cyberbullismo, l'adescamento, ma non solo, si è parlato anche di come utilizzare in maniera corretta il web e gli strumenti tecnologici connessi alla rete, anche e soprattutto dal punto di vista della propria privacy.
I ragazzi, sono stati informati, anche attraverso esempi, sulla gravità delle conseguenze che possono subire le vittime e le ripercussioni nella sfera giuridica dell'autore di condotte criminose(il bullo) e dei suoi familiari.
Sono state illustrate delle semplici, ma efficaci, regole di comportamento sia per la convivenza nella vita reale sia per ridurre i rischi collegati alla vita digitale.
L'incontro ha permesso di riflettere sul ruolo svolto dalle Istituzioni, dalla Scuola e da ogni persona nelle azioni di contrasto al bullo o al cyberbullo.
Riscontrando da parte dei ragazzi una grande partecipazione ed un notevole interesse sul tema, gli esperti della Polizia di Stato hanno messo in guardia i giovanissimi anche su un altro tema, anch'esso oggetto dell'incontro, che è il rischio proveniente dall'adescamento.
Grazie alla presenza del Medico Principale, il dott. Bruti, sono state date fornite diverse nozioni tecniche sulle conseguenze derivanti dall'uso di sostanze stupefacenti. Invitando tutti i giovani presenti a non avvicinarsi nemmeno per scherzo alle predette sostanze. Sul tema gli studenti hanno fatto diverse domande e sono stati particolarmente interessati.
Il personale della Polizia di Stato proseguirà nell'iniziativa, che ha avuto molto successo, già nel mese di Aprile, presso altri istituti scolastici di Parma e soprattutto in Provincia ove insistono diversi istituti scolastici che hanno richiesto il nostro intervento.
Legalità, Bullismo e Cyberbullismo: La Polizia di Stato incontra i giovani alunni dell' I.C. Borgotaro.
Dopo Fidenza, proseguono gli incontri in Provincia, nell'ambito degli incontri in materia di educazione alla legalità promossi dalla Polizia di Stato, il Commissario Capo Federico Mastorci, e il Sovrintendente Marco Vezzosi della sezione Polizia Postale e delle Comunicazioni di Parma hanno incontrato giovani studenti della scuola media I.C. Borgotaro.
Durante l'incontro sono stati affrontati diversi argomenti su fenomeni criminali gravi, che avvengono mediante l'uso della rete.
Tra gli argomenti trattati vi sono il cyberbullismo, il sexting e le Sex Extortion, ma non solo, si è parlato anche di come utilizzare in maniera corretta il web e gli strumenti tecnologici connessi alla rete, anche e soprattutto dal punto di vista della propria privacy.
I ragazzi, sono stati informati, anche attraverso esempi, sulla gravità delle conseguenze che possono subire le vittime e le ripercussioni nella sfera giuridica dell'autore di condotte criminose(il bullo) e dei suoi familiari.
Sono state illustrate delle semplici, ma efficaci, regole di comportamento sia per la convivenza nella vita reale sia per ridurre i rischi collegati alla vita digitale.
L'incontro ha permesso di riflettere sul ruolo svolto dalle Istituzioni, dalla Scuola e da ogni persona nelle azioni di contrasto al bullo o al cyberbullo.
Riscontrando da parte dei ragazzi una grande partecipazione ed un notevole interesse sul tema, gli esperti della Polizia di Stato hanno messo in guardia i giovanissimi anche su un altro tema, anch'esso oggetto dell'incontro, che è il rischio proveniente dai giochi online e dall'adescamento.
Il personale della Polizia di Stato proseguirà nell'iniziativa, che ha avuto molto successo, già nel mese di Aprile, presso altri istituti scolastici di Parma e soprattutto in Provincia ove insistono diversi istituti scolastici che hanno richiesto il nostro intervento.
Legalità, Bullismo e Cyberbullismo: La Polizia di Stato incontra i giovani alunni dell'Istituto di formazione di Forma Futuro e dell'IISS di Fidenza
Nell'ambito degli incontri in materia di educazione alla legalità promossi dalla Polizia di Stato, il Vice Questore Aggiunto Omar Elian, il Commissario Capo Federico Mastorci, da una parte e il Commissario Capo Pasquale Cusano e il Sovrintendente Marco Vezzosi, dall'altra, hanno incontrato centinaia di giovani studenti.
I primi due dirigenti della Questura di Parma, il dirigente dell' Ufficio Immigrazione e il dirigente delle Volanti, hanno incontrato i giovani studenti, tra i 16 e i 18 anni, di Forma Futuro, parlando con loro dei rischi connessi all'uso dei nuovi device digitali e della rete.
Ma non solo, sono stati approfonditi argomenti quali, l'uso dei social media e dei social network e delle conseguenze giuridiche rispetto a condotte considerate troppo spesso senza alcuna benché minima conseguenza. Le altre tematiche, molto attuali, hanno riguardato i rischi collegati a comportamenti relazionali errati che possono portare ad azioni di bullismo e di cyberbullismo.
Il dirigente dell'Ufficio immigrazione, invece, ha approfondito le tematiche di competenza, dando informazioni generali circa il fenomeno dell'immigrazione e i risvolti sul piano della regolare presenza sul territorio nazionale a seguito della commissione di reati.
Nella stessa giornata, il Comm. Capo Pasquale Cusano e il Sovrintendente Marco Vezzosi, tenuto conto che quest'ultimo esprime la specialità della Polizia Postale sul territorio di Parma, hanno affrontato diversi argomenti su fenomeni criminali gravi, che avvengono mediante l'uso della rete. Quest'incontro si è tenuto presso L'IISS (Istituto di Istruzione Superiore A. Berenini) di Fidenza, con ragazzi tra i 14 e i 15 anni. Peraltro, l'incontro tenuto dalla Polizia Postale è il decimo che viene tenuto da questa importante specialità della Polizia di Stato, che tra i vari incontri è già stata a Medesano, oltre che a Parma, in considerazione del fatto che anche le scuole della Provincia sono molto interessate a incontri di questo tipo.
In particolare hanno parlato di cyberbullismo, sexting, Sex Extortion e consigliato come utilizzare in maniera corretta il web e gli strumenti tecnologici connessi alla rete.
I ragazzi, sono stati informati, anche attraverso esempi, sulla gravità delle conseguenze che possono subire le vittime e le ripercussioni nella sfera giuridica dell'autore e dei suoi familiari.
Sono state illustrate delle semplici, ma efficaci, regole di comportamento sia per la convivenza nella vita reale sia per ridurre i rischi collegati alla vita digitale.
L'incontro ha permesso di riflettere sul ruolo svolto dalle Istituzioni, dalla Scuola e da ogni persona nell'azioni di contrasto al bullo o al cyberbullo.
Riscontrando da parte dei ragazzi una grande partecipazione ed un notevole interesse sul tema, gli esperti della Polizia di Stato hanno messo in guardia i giovanissimi anche su un altro tema, anch'esso oggetto dell'incontro, che è il rischio proveniente dai giochi online.
Il personale della Polizia di Stato proseguirà nell'iniziativa, che ha avuto molto successo, già nel mese di Aprile, presso altri istituti scolastici di Parma.
Cyberbullismo: 9 adolescenti su 10 navigano in rete senza alcun controllo da parte dei genitori. 4 su 10 anche dopo le 23. Consegnata al Ministro Fontana l'indagine della no profit "social warning-movimento etico digitale".
Ieri, era il Safer Internet Day, giornata per la sicurezza in rete indetta dalla Commissione Europea, e della giornata nazionale contro il cyberbullismo e lunedì sono stati resi noti e consegnati al Ministro Fontana, che ha la delega in materia, i risultati di un'indagine che ha coinvolto, nel corso del 2018, 10mila ragazzi tra i 12 e 16 anni delle scuole medie e superiori di tutta Italia.
Commenta Davide Dal Maso, 23 enne fondatore del Movimento e social media coach: "Per i ragazzi non esiste on-line o off-line. Vivono tutto assieme, contemporaneamente, On-Life. Sta agli adulti non lasciarli soli e accompagnarli nell'esplorazione della rete che per la Generazione Z è e resta comunque una risorsa. Tra le poche regole imposte dai genitori ai ragazzi quella di "non usare più di 1 giga al giorno".
Cellulare in classe sì o no, gaming e dipendenza da Fortnite, fake news, hikikomori, sexting via WhatsApp: sono solo alcuni dei temi che i formatori-volontari del Social Warning-Movimento Etico Digitale affrontano nei loro interventi nelle scuole medie e superiori di tutta Italia (oltre 10mila i ragazzi tra i 12 e i 16 anni incontrati nel solo 2018) durante i quali ai ragazzi è stato somministrato un questionario i cui risultati vengono resi noti oggi e sono stati consegnati in anteprima al Ministro della Famiglia Lorenzo Fontana che ha la delega al contrasto al cyberbullismo.
"I nostri interventi - sottolinea il fondatore della no profit Davide Dal Maso, che delle proprie competenze digital ha fatto una delle professioni più all'avanguardia del momento, il social media coach - hanno sempre il focus sulle potenzialità della rete, più che sui rischi, e puntano ad accrescere la consapevolezza dei ragazzi per i quali non esiste on-line o off-line. Vivono tutto assieme, contemporaneamente, On-Life. Anche per questo noi diciamo sempre loro: Prendi il meglio dal passato, Vivi il presente, Pensa al futuro".
"Quante volte - continua Dal Maso che dall'esperienza negativa di essere bullizzato da ragazzo attraverso il web ha riunito nel Social Warning, letteralmente attenzione ai social, una rete di formatori-volontari, professionisti dei settori più disparati che ogni giorno lavorano con la rete e quindi la conoscono bene - capita anche a noi adulti di scrollare Facebook mentre siamo sul divano a guardare un film o, peggio ancora, mentre siamo a cena fuori con gli amici? Ecco, in quel momento siamo contemporaneamente on-line e off-line. E questa distinzione negli adolescenti non viene proprio percepita: per loro è normale essere contemporaneamente nelle due dimensioni. Sta agli adulti condividere con loro che il reale viene prima del virtuale".
Oltre 10mila i ragazzi che il Movimento Etico Digitale ha "ingaggiato" nel 2018, suo primo anno di vita, mentre i genitori che hanno partecipato agli interventi formativi sulle potenzialità e i rischi del web sono stati circa 3mila.
Nonostante i risultati dell'Osservatorio raccontino di ragazzini spesso e volentieri abbandonati alla galassia digitale con scarso controllo da parte degli adulti, Davide Dal Maso - che a 23 anni insegna social media e promozione on-line in un Istituto professionale ed è il docente più giovane d'Italia - vede il bicchiere mezzo pieno: "Nella mia generazione ho tanta fiducia: l'esposizione continua al web ci ha reso più creativi, capaci di fare team con persone culturalmente diverse e ci ha regalato una visione più globale. Se riusciremo a coniugare con la tecnologia il bagaglio culturale che i nostri nonni ci hanno consegnato, sono certo che sapremo costruirci un grande futuro".
(in allegato il file pdf dell'Osservatorio)
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I RISULTATI DELL'OSSERVATORIO SULL'EDUCAZIONE DIGITALE PROMOSSO DAL SOCIAL WARNING-MOVIMENTO ETICO DIGITALE
Alla vigilia del Safer Internet Day, giornata per la sicurezza in rete indetta dalla Commissione Europea, e della giornata nazionale contro il cyberbullismo, il Movimento rende noti i risultati dell'indagine promossa, attraverso un questionario somministrato dagli oltre 100 formatori durante gli interventi realizzati nel 2018 in scuole medie e superiori di tutta Italia, a circa 10mila ragazzi di età compresa tra i 12 e 16 anni.
LA TECNOLOGIA COME BABY SITTER
Il 92% dei ragazzi intervistati (9 su 10) quando è connesso alla rete è da solo (81%) o in compagnia di amici (11%). Solo l'8% naviga in rete seguito dai genitori.
Davide Dal Maso: L'indagine che abbiamo condotto ci racconta di un numero troppo basso di genitori disposti ad affiancare i figli durante la navigazione (solo l'8% dei ragazzi approccia la rete seguito da mamma o papà) e questo si spiega con il fatto che, ignorando nella maggior parte dei casi i social utilizzati dai loro figli, se ne chiamano fuori. Oppure per comodità li lasciano ore ed ore davanti a Youtube o Twitch. Che i ragazzi vogliano essere liberi di navigare in solitaria è normale, un po' meno lo è che al 92% di loro sia consentito farlo. Voi lascereste da soli per strada in una città sconosciuta ragazzini dai 12 ai 16 anni?
NON USARE PIÙ DI UN GIGA AL GIORNO
Il 52,4% dei ragazzi intervistati dichiara di non aver, da parte della famiglia, controlli, limiti o regole rispetto all'utilizzo dei social media e alla navigazione sul web in generale.
Davide Dal Maso: Più di metà dei genitori lascia che i propri figli approccino la rete da soli senza dare loro alcun libretto di istruzioni e senza che i genitori stessi conoscano questi strumenti. Tra le poche regole che i ragazzi ci hanno riferito mi colpisce particolarmente quella del "non usare più di 1 giga al giorno", come se la reale preoccupazione della famiglia fosse più economica che legata ai veri rischi del web.
INSEGNANTI POCO SOCIAL
Il 65% dei ragazzi intervistati ha imparato ad utilizzare la rete senza essere affiancato da un adulto (in totale solitudine il 31%, con fratelli il 17% e con amici - comunque minorenni - il 17%). Solo il 25% dei ragazzi è stato supportato da un genitore ed il 9% da un insegnante o educatore.
Davide Dal Maso: Di chi è la responsabilità di educare i giovani a vivere con consapevolezza una parte integrante della loro vita, come quella on-line? Anche la categoria degli insegnanti dovrebbe essere coinvolta ed essere più attiva: spesso non solo non vivono i social media dall'interno ma, essendo restii al cambiamento, non ne conoscono le dinamiche. Noi educatori, dal genitore all'insegnante, dobbiamo essere particolarmente attenti e consapevoli del fatto che il digitale è parte della vita dei nostri figli così come la finanza personale fa parte di quella di molti adulti.
LE FAKE NEWS GIRANO SOPRATTUTTO SU FB
Nonostante sia bassa la percentuale dei ragazzi che vengono affiancati da un adulto durante la navigazione, il 57,1% dichiara di fidarsi "poco" delle informazioni in cui si imbatte in rete; l'11,2% dei ragazzi non si fida "per niente".
Davide Dal Maso: Come emerso anche durante la prima edizione italiana del Fake News Festival nel 2018, la diffusione di notizie false, che avviene soprattutto da parte degli adulti, è un aspetto culturale ascrivibile alla prassi che li vede utilizzare quasi esclusivamente Facebook, su cui le fake news girano molto più che sugli altri social, come fonte di informazione. I ragazzi invece non sono più su FB, e quello che è emerso è che le fake arrivano alla Generazione Z o attraverso la messaggistica diretta come WhatsApp o tramite le informazioni che arrivano dai loro stessi genitori. Anche per questo è sempre più forte la necessità di mettere in campo una campagna di educazione civica digitale non solo rivolta ai ragazzi ma anche agli adulti che vanno accompagnati, su questo versante, tanto quanto i loro figli.
NAVIGANTI NOTTURNI
Il 41,1% dei ragazzi intervistati (4 su 10) è connesso alla rete anche dopo le 23.
Davide Dal Maso: Il dato che ci racconta che 4 adolescenti tra i 12 e i 16 anni siano connessi per chattare o navigare anche dopo le 23 si commenta da sè. Dove sono i genitori? Quale filtro adotta la famiglia per evitare che un utilizzo prolungato dei dispositivi digitali si trasformi in dipendenza o ancora peggio in hikikomori? Tantissimi ragazzi che abbiamo approcciato sono connessi per oltre 4 ore al giorno e fino a notte fonda giocano a Fortnite o guardano stories su Instagram. Ma la mattina dopo a scuola non ci vanno?
CONNESSI MA ABBASTANZA PRUDENTI
Solo il 43% dei ragazzi intervistati interagisce, attraverso i propri profili social, con persone che conosce anche nel "mondo reale"; il 22% "anche con sconosciuti", il 19% "anche con sconosciuti ma con followers in comune". Solo 16 ragazzi su 100 non hanno alcun account social.
Davide Dal Maso: Fortunatamente, nei ragazzi che abbiamo sentito, c'è una buona propensione a tenere il proprio profilo chiuso, a non esporsi tanto con chi non conoscono e comunicare piuttosto in modo assiduo con i loro coetanei. Questo si può notare anche dal fatto che i giovani pubblicano sempre più stories, ovvero contenuti della durata di 24 ore con cui raccontare ogni lato della loro quotidianità.
Inoltre va sottolineato che oltre il 40% di loro si interfaccia con sconosciuti diventando facile bersaglio di possibili malintenzionati, con l'aggravante che non sempre sanno a chi rivolgersi se accade qualcosa di strano attraverso la rete.
*****
CHI È DAVIDE DAL MASO
Docente e coach di Social Media Marketing, Davide Dal Maso, di Arzignano in provincia di Vicenza, classe 1995, allena all'uso dei social (non solo LinkedIn ma anche WhatsApp) gli imprenditori sempre più consapevoli che l'utilizzo strategico e professionale della rete possa fare la differenza nel settore business. E affianca le aziende formandone il personale per generare vendite con i social media.
Figlio di due operai delle concerie vicentine, a 19 anni vince una selezione europea sul social media marketing e lavora a Cardiff, nel Regno Unito, in un'organizzazione governativa. A 20 torna in Italia, apre la partita IVA e, spinto da una forte motivazione personale che nasce dall'essere stato bullizzato alle superiori proprio attraverso la rete, fonda la no profit Social Warning-Movimento Etico Digitale (https://socialwarning.it/), gruppo spontaneo di formatori volontari nato dalla volontà di sensibilizzare ragazzi e genitori sulle potenzialità e sui rischi del web.
A soli 23 anni, ha già tenuto lezioni alle Università di Padova, Verona, Milano e Firenze su temi inerenti alle sue competenze di formatore ed esperto di digital marketing.
Nel novembre scorso, presso la Luiss Business School di Roma, gli è stato conferito il "Premio Italia Giovane" (presidente del Comitato d'Onore l'ex ministro degli Esteri Franco Frattini) per "la sua storia, esperienza personale e professionale nel settore Social Warning-Contrasto al cyberbullismo che sono esempi positivi che danno lustro al Paese e forte stimolo per le nuove generazioni".
Attualmente è anche "il Prof", come lo chiamano i suoi alunni, più giovane d'Italia: dal settembre del 2017 infatti insegna in un Istituto professionale in provincia di Vicenza "social media e promozione online" spiegando ai ragazzi come utilizzare al meglio i social network per attrarre clientela nelle attività commerciali in cui lavoreranno.
In accordo con la dirigenza della scuola ha ottenuto che dal prossimo anno scolastico la sua materia di insegnamento diventi "educazione civica digitale", anticipando nelle cose il cuore di diverse proposte di legge ferme in Parlamento e pensate proprio per introdurre questa materia nelle scuole medie e superiori: "Tratteremo regole e comportamenti per essere cittadini consapevoli e partecipi sia nel web che nella quotidianità - spiega fiero Davide - e conoscere i rischi della rete così da poter proteggere noi stessi e preservare gli altri. Inoltre tratteremo le potenzialità e le peculiarità del web per rendere i ragazzi veri cittadini attivi nella vita reale".
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