Il beneficio dei pet sul luogo di lavoro è dimostrato da diversi studi. In Italia ancora non si coglie l'opportunità data dagli animali accanto la scrivania.... E voi, portereste in ufficio il vostro cane?
Di Alexa Kuhne
Parma, 27 febbraio 2016
Gli animali alla scrivania aumentano buon umore e produttività. Chi adora gli amici a 4 zampe non rimarrà sorpreso da questa affermazione perché già conosce gli effetti benefici della convivenza.
Saranno i più recalcitranti nei confronti dell'attaccamento viscerale tra umani e pet a rimanere meravigliati da quello che la scienza ha scoperto.
Soprendente è, in particolar modo, non solo un'innata capacità curativa per molte patologie umane, ma anche l'azione terapeutica in ufficio.
"I benefici riguardano – conferma Diego Santini, veterinario e scrittore -il delicato campo affettivo, comportamentale e sociale. La trasmissione di sensazioni positive ha radici antiche e non è certamente una 'degenerazione' moderna quella di scegliere di condividere con loro gli spazi domestici e non solo. Per esempio, per aiutarsi a ricevere messaggi di serenità, per superare un certo disagio emotivo o per favorire il relax dell'anima i Cinesi, fin dal Medioevo, hanno cercato di avere a portata di vista un acquario o una vasca, anche esterna, animata da pesci dai colori più ricercati: dal bianco al rosso, da quelli maculati a quelli striati, da quelli con tre pinne caudali a quelli con degli occhi giganti. L'adozione di acquari in certi ospedali ha dimostrato di essere in grado di ridurre fra i pazienti l'ansia generata dalla malattia e il senso di solitudine legato alla presenza di camici bianchi e ambienti asettici".
Se l'effetto rasserenante si può ottenere con la semplice osservazione, figuriamoci quali possano essere i risultati se ci si prende cura di cani, gatti e altro, animali che possono comunicare e interagire con noi, hanno pensato gli scienziati a stelle e strisce. E lì a dimostrare la tesi.
"La convivenza costante è la medicina migliore per certi cuori – dice il dott. Santini -. E' ormai dimostrato infatti che diminuisce l'ansia, aumenta l'autostima, riduce la sensazione di solitudine e migliora il desiderio di contatto con gli altri. Inoltre aumenta i livelli cerebrali di serotonina, mediatore neurologico e vero antidoto alla depressione".
Questa 'medicina' per il cuore e per la mente sembra avere pochi effetti collaterali e infatti conferma l'esperto che "c'è solo qualche piccolo inconveniente tecnico che nella vita di tutti i giorni come in ufficio dovremo imparare ad evitare".
E' lampante che l'animale che meglio si adatta come 'assistente' sul posto di lavoro è il cane.
Gli americani lo hanno già capito da tempo e hanno proprio adottato una politica di incentivazione e assistenza per i dipendenti che vogliono il pet in ufficio, convinti da illustri università statunitensi come quella di Miami, della Virginia e dall'Ucla Depression Reserach and Clinic che hanno dimostrato come la Pet Therapy aziendale diminuisca i livelli di stress fra i dipendenti e aumenti la collaborazione fra colleghi, la capacità di fare gruppo, la fiducia, la diminuzione delle assenze per malattia e, soprattutto, la produttività. Al momento sono ancora poche le aziende in Usa che hanno aperto le porte agli animali, circa il 17%, ma fra queste ci sono colossi come Amazon e Google.
"In Giappone – racconta Santini - la Ferray corporation di Tokio, che si occupa di siti Web e di App, ha deciso di 'assumere' nove gatti da inserire in ufficio. Da quando i felini sono liberi di scorazzare fra le scrivanie sembra che i livelli di stress dei dipendenti siano improvvisamente crollati".
E in Italia come vediamo questa abitudine salutare? Pare che qualcosa si stia muovendo... "In certe aziende – spiega il veterinario - sono nati i cosidetti Pet Friday, cioè i venerdì aperti ai cani. In altre realtà, come per esempio per la Mars Italia che lavora nel mercato alimentare, è nato il Pet Friendly Day, una giornata al mese in cui i dipendenti possono avere accanto il proprio cane. E tutti ne sono entusiasti: lavorano meglio, l'atmosfera è più rilassata, il dialogo fra colleghi migliora, c'è più allegria e buonumore e la creatività e la nascita di nuove idee sono favorite".
Fin qui, tutto sembra bellissimo. Ma qualche inevitabile inconveniente ci sarà pure...
"Ci vogliono 'regole' – dice Santini. La preparazione inizia a casa. La presenza del cane in ufficio deve essere graduale, perché è abitudinario ed ha bisogno di incontrare poco alla volta le novità. Anche i rumori nuovi potranno essere un problema e quindi si devono abituare a casa a sentire segnali diversi come campanelli, stampanti, rumori telefonici".
Naturalmente non tutti gli animali sono uguali e quindi prima di iniziare il training è necessario valutare se il cane ha attitudine o meno a socializzare con persone nuove o altri assistenti quadrupedi.
La pausa caffè per il lavoratore dovrà corrispondere con quella dell' 'aiutante' che dovrà godere di un intervallo programmato utile a entrambi per ricaricare le pile. "Una passeggiata, magari insieme anche a qualche collega – spiega il dott. Santini -, sarà un ottimo antistress molto più salutare di un caffè o, peggio ancora, di una sigaretta. Inoltre ci permetterà di rimettere in moto muscoli e articolazioni intorpidite da ore di posizioni obbligate davanti ad una scrivania, sarà di stimolo alla circolazione sanguigna e al lavoro del cuore, abbasserà la pressione e la concentrazione di colesterolo del sangue".
Ultima regola non meno importante: il luogo di lavoro canino deve essere attrezzato. Deve potersi coricare, riposare, bere e mangiare. Altrettanto dovremmo avere degli spazi dove il cane può muoversi e camminare e aree off-limits dove invece è vietato l'accesso.
Siete convinti?
La cagnolina è scappata da Sorbara, nel Comune di Bomporto, il 26 gennaio. Da allora, tanti avvistamenti, ma la piccola è spaventata e non si lascia avvicinare. L'ultima volta è stata vista domenica scorsa a Rubiera. Aiutateci a ritrovarla.
Di Manuela Fiorini
Sorbara (Bomporto, Mo) 9 febbraio 2016
Sembrava una storia a lieto fine quello della cagnolina Astra, una simil volpina bianca di piccola taglia che, dopo una vita di maltrattamenti, da un canile della Puglia aveva raggiunto la sua nuova famiglia a Sorbara di Bomporto, nella Bassa modenese.
Purtroppo, lo scorso 26 gennaio, Astra è scappata con ancora addosso il guinzaglio e la pettorina di colore verde. Da allora, molti sono stati gli avvistamenti, prima nelle campagne di Sorbara, dove la piccola si è rifugiata. I maltrattamenti subiti, tuttavia, l'hanno resa molto diffidente nei confronti dell'uomo e tutti i tentativi di avvicinarla e riportarla a casa sono stati inutili. Astra scappa. E, in questi giorni, deve aver percorso diversi chilometri. L'ultimo avvistamento, infatti, risalirebbe a domenica 7 febbraio, a Rubiera (Re), nei campi dietro a via Ospitaletto. Per riportarla a casa è stato creato anche un evento su Facebook, sul quale è riportato anche qualche consiglio utile per avvicinare un cane spaventato, come è la piccola Astra.
Chiunque la avvisti, non deve assolutamente inseguirla, urlare o andarle incontro direttamente, ma avvicinarsi lentamente, compiendo ampie curve e guardando il cane di tre quarti.
Per approcciarla e non indurla alla fuga, ci si può accucciare e porgerle dei bocconi prelibati, come wurstel o pezzetti di formaggio, ma, essendo affamata, anche qualche croccantino. Se non si avvicina, si possono lasciare a terra e indietreggiare di qualche passo. Se accenna ad allontanarsi, voltatele le spalle e fingete di andarvene, ma seguitela a distanza con lo sguardo. Mandatele anche segnali di calma: muovetevi lentamente, sbadigliate, sedetevi, distogliete lo sguardo. Avvicinatevi seguendo una traiettoria circolare e socchiudete gli occhi abbassando le palpebre.
Chi l'avvistasse può contattare anche la Polizia Municipale e chiedere di parlare con un operatore del Nucleo Mobilità che manderà un Accalappiacani.
Per informazioni o avvistamenti si possono chiamare i numeri 392/6324300 o 388/4647777 oppure segnalare sulla pagina Facebook www.facebook.com/events/1561265387532104/
Il veterinario Diego Santini, indica regole d'oro per non far soffrire cani e gatti quando fa freddo...perché spesso ignoriamo che loro soffrono più di noi. Ecco cosa temere per la salute del nostro pet quando le temperature si fanno più rigide e come proteggerli.
Di C.N.
Parma, 30 gennaio 2016
Il freddo è arrivato ma non è un gran freddo. Quindi lo sottovalutiamo senza sapere che i nostri amati amici a 4 zampe possono soffrirlo più di noi. Soprattutto se fanno parte di razze particolari.
Sembra strano, ma ci sono pellicce e pellicce.
"Il freddo può diventare un problema – spiega il veterinario, Diego Santini -. Ogni stagione ha le sue esigenze e questo vale per ogni specie animale. Non tutti però patiscono le basse temperature nello stesso modo: le razze di taglia grande, per la maggiore massa corporea, trattengono il calore per molto più tempo e di conseguenza sono più 'calorose', mentre quelle più piccole o a pelo raso, come per esempio Dalmata, Boxer, Chihuahua, sono le più freddolose".
Quello di cui si deve temere è soprattutto lo sbalzo termico. L'improvviso passaggio dal caldo al freddo può essere molto pericoloso. Per loro come per noi, "mai passare in breve tempo dal caldo del termosifone al gelo esterno – dice il dott. Santini -. Le patologie respiratorie e la diarrea sono in agguato e non aspettano altro per scatenarsi. E' consigliabile quindi, prima di uscire, trattenersi qualche minuto in una parte della casa non troppo calda ( per es. l'ingresso del palazzo o il garage) proprio per evitare che l'organismo subisca uno stress termico troppo grande. Poi, una volta in strada, potremo utilizzare un cappottino (soprattutto per le razze a pelo corto, per i cuccioli e gli anziani o per quelli con problemi di salute) che in certi casi è un vero antidoto al cosiddetto colpo di freddo".
Insomma, l'idea dell' 'abitino' all'animale non è balzana. L'indumento serve, eccome!
L'importante è che non corrisponda solo ad esigenze estetiche ma che sia adeguato allo scopo e pratico.
Come scegliere, allora, quello perfettamente funzionale?
"Dovrà coprire sia il collo che l'addome, dovrà avere l'interno di tessuto o di panno per trattenere il caldo del corpo mentre l'esterno sarà di materiale impermeabile – spiega il Veterinario - . Anche i piedini non vanno trascurati. I polpastrelli sono molto sensibili alle basse temperature, in particolare alla neve e al ghiaccio, e quindi andrebbero protetti con prodotti specifici. E al ritorno dalla passeggiata sarà buona norma pulirli in modo da togliere lo sporco, insieme al sale che nei mesi invernali viene sparso di frequente sui marciapiedi delle nostre città".
E non pensiate che gli animali che vivono all'aperto siano più predisposti al freddo, perché abituati.
A loro, anzi, andrebbero riservate cure ancora più meticolose.
Il Vademecum ideal dice che si devono usare sensibilità e buon senso.
"Innanzitutto è indispensabile una cuccia che li ripari dal freddo, dal vento e dalla pioggia – dice Santini -. Questa dovrà essere di dimensioni adeguate rispetto alla taglia del cane, evitando cioè di essere troppo grande per non disperdere il calore del corpo. Dovrebbe essere isolata dal terreno o sollevata da terra di qualche centimetro, al riparo dalle correnti d'aria, coinbentata e impermeabile alla pioggia".
Queste precauzioni non valgono comunque per cuccioli e gattini perché hanno minori capacità di termoregolarsi e quindi non dovrebbero essere lasciati all'esterno per lunghi periodi, né tantomeno di notte.
"Anche l'alimentazione – ci tiene a sottolineare l'Esperto - in questi casi può fare la differenza perché con il freddo, anche loro come noi, bruciano più calorie. Per un cane o un gatto che vive fuori casa e che soprattutto vi dorme sarà necessario aumentare anche del 40% la razione alimentare mentre se vi passa solo brevi momenti o viene portato fuori esclusivamente per la passeggiata allora sarà sufficiente aumentarla di un 5%. La stessa attenzione dovrà essere data all'acqua che se lasciata all'esterno non si dovrà mai raffreddare troppo per cui sarà preferibile porla in una ciotola di plastica perché conduce il freddo meno rapidamente del metallo. Inoltre andrà posizionata in una zona riparata e cambiata spesso. Anche l'acqua troppo fredda può esserefonte di problemi, in particolare di disturbi gastroenterici, qualche volta anche gravi. Il gelo, specialmente se notturno, ha la forza di una malattia ed è per questo che i soggetti delle razze più predisposte al freddo, come pure gli animali anziani o ammalati non dovrebbero essere lasciati all'aperto, anche se protetti, perché spesso mancano dell'energia sufficiente per la termoregolazione".
Il veterinario avverte che molti cani e gatti tutti gli anni muoiono nella stagione invernale per questo motivo e per altrettanti ci sarà un peggioramento di malattie croniche già esistenti.
Come ogni cappotto che si rispetti, anche il mantello ha bisogno di cure specifiche per renderlo efficiente, vista la sua indispensabile funzione termica.
Tutti dovremmo sapere che il pelo andrebbe spazzolato con regolarità, non solo per favorirne il rinnovo ma anche per stimolare la circolazione sanguigna della pelle. Va da sé che in inverno gli animali non vanno tosati. "Se però – avverte Santini - il pelo è coperto da piccoli cristalli di neve o ghiaccio sarà meglio evitare di toglierli con le mani per scongiurare il rischio di procurare strappi o danni. La scelta migliore sarà di porlo vicino (ma non troppo) ad una fonte di calore e aspettare solo qualche minuto che si sciolgano, solo allora sarà possibile incominciare le operazioni di toelettatura".
Anche l'automobile, inestate come in inverno, potrebbe rivelarsi un pericolo per i nostri animaletti. Se durante la stagione estiva può favorire il colpo di calore, così nella stagione fredda può predisporre all'ipotermia, diventando una sorta di frigorifero soprattutto nelle ore serali. In qualche caso però il pericolo può diventare ancora maggiore. Con le basse temperature gli animali liberi e soprattutto i gatti tenderanno a rifugiarsi sotto le auto proprio per riscaldarsi con il caldo del motore. Ricordiamoci perciò, prima di ripartire, di dare sempre un'occhiata tra le ruote e per sicurezza di unire anche dei colpetti sul cofano: tante volte basta poco per salvare una vita!
Il pensiero finale dobbiamo dedicarlo però a quelli meno fortunati e che sono ancora in cerca di una casa. Dai nostri armadi possono infatti saltar fuori tante "cose" utili per loro: vecchi maglioni e coperte, lenzuola e piumoni che ormai non usiamo più sono una risorsa fondamentale per le associazioni che si occupano di animali in attesa di un'adozione e diventare un caldo abbraccio per quelli che stanno già tremando, e non soltanto di solitudine.
Odelot è un Kurzhaar roano marrone che ha partecipato ha diverse esposizioni ed è stato pluripremiato. Ora ha 9 anni e dopo la sfavillante carriera cerca solo una famiglia che lo ami con cui trascorrere la sua vecchiaia. Gode di ottima salute e il suo proprietario lo cede gratuitamente solo a chi lo possa accudire con amore.
Per informazioni contattare Carlo Inturrisi Telefono: +39 331 6350889 mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Rambo è un tenero Kurzhaar maschio tutto marrone di circa un anno che cerca una famiglia affettuosa che possa prendersi cura di lui. E' un bel cane che gode di ottima salute e come tutti i cani di questa razza è ben disposto verso l'educazione e l'addestramento, essendo molto intelligente. Il suo proprietario lo cede gratuitamente solo a chi possa accudirlo con amore.
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Rambo è un tenero Kurzhaar maschio tutto marrone di circa un anno che cerca una famiglia affettuosa che possa prendersi cura di lui. E' un bel cane che gode di ottima salute e come tutti i cani di questa razza è ben disposto verso l'educazione e l'addestramento, essendo molto intelligente. Il suo proprietario lo cede gratuitamente solo a chi possa accudirlo con amore.
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Le festività possono essere uno stress per gli animali. Ecco i segnali per riconoscere i loro disagi e cosa fare e non fare, secondo l'esperto per trascorrere insieme i momenti di gioia. Il regalo da mettere sotto l'albero per gli animali deve essere l'attenzione per la loro salute e il loro benessere psico-fisico. -
- Di Alexa Kuhne -
Parma, 8 dicembre 2015 -
I nemici natalizi dei pelosi? Nonni e bambini!
La trasgressione imperdonabile, su cui mai transigere? Cioccolato e fritti.
Se per noi le festività sono il momento di svago e di inosservanze passabili, per i nostri animali domestici possono invece diventare un periodo di stress con conseguenze che nemmeno immaginiamo.
Tutto può sembrare semplice e si può commettere l'errore di pensare che le vacanze di Natale siano tempo di 'leggerezze' anche per loro, proprio perché si è abituati a considerarli come di famiglia, a volte come dei figli.
Niente di più sbagliato. I pet sono delicatissimi e quello che può andar bene per noi può non coincidere con il loro benessere.
Per il veterinario Diego Santini, la parola d'ordine deve essere buoni propositi. Il regalo da mettere sotto l'albero per gli animali deve essere l'attenzione per la loro salute e il loro benessere psico-fisico.
"E' proprio in questi giorni, lontano dagli impegni dilavoro, che sarà più facile dedicare una parte del nostro tempo a osservarli meglio e capire come migliorare il rapporto con loro. Le feste ci daranno lo spunto non solo di affrontare i piccoli problemi di quei giorni ma di scoprire pure l'importanza di certi "dettagli" che magari durante l'anno abbiamo trascurato", chiarisce il dott. Santini.
L'incriminato numero uno è il pranzo di Natale. Non tutti sanno che in questo giorno si verificano veri e propri incidenti alimentari che coinvolgono quegli irresistibili pelosi che si mettono sotto il tavolo con il muso all'insù e ai quali non sappiamo negare bocconcini di prelibatezze da umano.
"E' durante questo momento – dice l'esperto - che con più facilità si sgarra e quindi maggiore sarà il rischio di coinvolgere nella nostra golosità anche l'amico a quattro zampe. Da un piacere potrà nascere un mal di pancia con le conseguenze del caso. In questi frangenti dovremo stare attenti soprattutto ai nonni e ai bambini perché sono loro quelli che più spesso lasceranno cadere qualcosina dalla tavola, magari facendolo apposta. E' chiaro che delle piccole trasgressioni sono concesse: è Natale per tutti. Sarebbe sufficiente ricordarsi che non sempre quello che mangiamo è adatto ai nostri pelosotti (e forse anche per noi): cibi dolci, fritti o troppo grassi o il semplice cioccolato potranno rovinare un momento di gioia e di festa".
Bisogna, in ogni caso, ricordare tutto l'anno che il sovrappeso dell'animale non è la misura del nostro amore che manifestiamo nutrendo l'adorato, ma è un problema serio, non solo nostro.
Uno dei disagi più grossi è la separazione, che avviene di frequenti in questi giorni.
"Certi obblighi natalizi - spiega Santini - potrebbero allontanarci da casa e non sempre prevedono la presenza del nostro pet. La destinazione, magari lontana o caratterizzata da oggettive difficoltà ambientali (per es. la presenza di altri animali o di bambini troppo piccoli, di persone ammalate o con difficoltà a socializzare con cani e gatti), potrebbe obbligarci a lasciarlo a casa. In questo caso il mio consiglio è quello di fargli sembrare quel giorno esattamente uguale a uno qualsiasi dell'anno, con le solite abitudini e i soliti tempi per far sì, per quanto possibile, che la nostra assenza non sia avvertita come un allontanamento diverso dal solito. Lasciare la luce accesa, piuttosto che la radio o la televisione, potrebbe attutire il senso di solitudine e dargli l'illusione che la nostra mancanza sarà di breve durata".
L' ansia da separazione esiste tutto l'anno. E' una vera e propria patologia che richiede un intervento comportamentale e medico di tipo specialistico.
Non crediate, poi, che la grande compagnia, con conseguente schiamazzo, sia un momento di felicità per loro come invece lo è per noi: gli animali temono incredibilmente i rumori forti, tipici dei momenti passati in comitiva.
In testa ai frastuoni ce ne è uno che terrorizza: quello dei botti, che sono ancora molto presenti nei festeggiamenti degli italiani. A poco sono servite, fino ad ora, le campagne contro lo sparo dei fuochi all'ultimo dell'anno.
"E' una vera e propria fobia – sottolinea l'esperto -, cioè una paura immotivata nei confronti di uno stimolo non potenzialmente pericoloso. E questa emozione potrà raggiungere dei livelli così alti da generare paura anche in suoni 'gemellati', come il rumore di una portiera che si chiude, di un clacson o di un campanello, di un piatto che cade, di forti risate o del tappo della bottiglia al momento del brindisi. Alcune teorie sostengono che queste paure derivino dalla mamma, cioè siano trasmesse al cucciolo durante l'allattamento ma, come al solito, i danni maggiori sono quelli provocati dall'uomo. Battere le mani vicino alle orecchie di un cane o esporlo a rumori forti come lo sparo di un fucile se effettuati in un cucciolo di 8-10 settimane di età provocherà, quasi sicuramente, una fobia dei rumori forti come pure adottare un cucciolo per Natale e a Capodanno esporlo allo stress dei botti sarà un'ulteriore garanzia di generargli questa fobia. Il periodo dell'imprinting è un momento critico, nel bene e nel male, per tutti gli esseri viventi, uomo compreso. Anche per questo problema sarà necessario intraprendere un programma di desensibilizzazione che non riguarderà solo il periodo delle feste ma tutto l'anno in cui noi con pazienza e costanza cercheremo, attraverso determinati gesti, di riabituare il nostro pet ad un mondo per così dire rumoroso. Il segreto starà nell'abbinare al rumore, che inizialmente sarà lieve ma andrà aumentando, qualcosa di positivo e per lui gratificante operando quello che in termini tecnici si chiama controcondizionamento".
Intanto, cosa possiamo fare per aiutare l'adorato a superare la notte dell'ultimo dell'anno senza traumi? Il buon senso suggerisce di non lasciarlo da solo, senza eccessive pressioni per non aumentare in lui lo stato di ansia. L'atteggiamento più adatto dovrà essere quello normale. Ma se non si può evitare di lasciarlo solo? Il medico veterinario consiglia di tenere il nostro animale in una singola stanza isolandolo il più possibile dai rumori. La paura e la solitudine possono però provocare fenomeni distruttivi: evitare di lasciare oggetti a rischio di distruzione come cuscini, tappeti o vasi. La compagnia di musica e di una luce, delle voci di un film possono aiutare. "Nei casi veramente drammatici – conclude Santini - si potranno anche utilizzare dei farmaci ad azione ansiolitica seguendo però le indicazioni del proprio veterinario, evitando in ogni modo il cosiddetto fai da te".
Come individuare quale animale fa per noi. Quando si sceglie un cane o un gatto si deve sempre tenere presente la compatibilità. Dipende dalle abitudini di vita, dal carattere, dal tipo di famiglia di cui si fa parte. L'esperto, Diego Santini*, ci guida alla scelta del nostro partner animale. -
Parma, 14 novembre 2015 -
Siamo predisposti al gatto o al cane?
Quando si accetta di accogliere in casa un animale è vero che basta dare e ricevere amore, ma è altrettanto vero che si deve sempre tenere presente la compatibilità.
Ognuno di noi ha una predisposizione particolare verso un tipo di pet. Dipende dalle abitudini di vita, dal carattere, dal tipo di famiglia di cui si fa parte.
I veterinari sono chiamati a dare, non di rado, il consiglio su quale quadrupede sia meglio adottare.
"In realtà – spiega il dott. Diego Santini - non esiste una risposta definitiva: ogni situazione familiare o ambientale prevede una scelta migliore di altre. E' in base a dove vivrà il nostro pet, e con chi, che si baserà la scelta di una tipologia di animale rispetto ad un'altra. Tralascerei volutamente gli uccelli, piuttosto che i piccoli roditori, in quanto sono personalmente 'allergico' alla gabbie e quindi il semplice fatto di vederli rinchiusi dietro delle sbarre non mi rende felice e mi fa pensare che anche per loro sia lo stesso".
Quindi, escludendo piccoli animali che è bello vedere in libertà, la prima cosa che normalmente ci si deve chiedere è se in famiglia ci sono dei bambini. In questo caso sono sicuramente da preferire i cani.
"Certo i bimbi, in ogni caso, non devono essere troppo piccini – spiega l'Esperto -: dovrebbero avere almeno tre anni perché è proprio dopo quell'età che incominciano ad interagire con il cane, evitando il rischio di considerarlo solo un gioco o un peluche".
Meglio un cane già maturo o un cucciolo che potrebbe essere oggetto di attenzioni un po' maldestre da parte del piccolo di casa?
Per il veterinario non c'è alcun dubbio: tra un cane adulto e un cucciolo, inaspettatamente, è invece da scegliere un cagnolino di pochi mesi perché darebbe alla coppia il vantaggio di crescere insieme.
"Anche per il pet, però, esiste un'età minima d'adozione. In genere - dice il dott. Santini - sarebbe meglio non prenderlo prima che abbia raggiunto i 75-90 giorni di vita in modo da avere la garanzia che abbia ricevuto almeno in parte l'imprinting materno".
Ogni razza ha delle caratteristiche ben precise e per i bambini sono preferibili certe tipologie, anche se molto importante sarà considerare la taglia dell'animale. Va da sé che sarà sempre meglio privilegiare le razze più piccole proprio per evitare il rischio di "incidenti" domestici.
"Solo la razza, piuttosto che la taglia, non basteranno però a proteggere i nostri bimbi: servirà anche una buona educazione del cucciolo. Anche per lui esistono diritti e doveri e quindi una certa dose di fermezza associata a rispetto e dolcezza sarà un cocktail vincente per metterci al riparo da brutte sorpese. Entrando in esempi pratici, in una famiglia con dei bambini ma con poco spazio verde a disposizione sceglierei una razza piccola, affettuosa e allegra come il Barboncino, il Maltese o lo Yorkshire Terrier; mentre per persone che hanno la fortuna di avere un giardino a disposizione e con figli già grandicelli opterei per i Labrador o i Golden Retriever, animali generalmente dal carattere dolce e molto socievole. A persone dinamiche consiglierei invece razze che hanno bisogno di movimento, come i Border Collie o i Jack Russel. Questo però non vuol dire dimenticarsi di tutti gli innumerevoli meticci che al di là del puzzle di razze di cui sono simbolo rimangono un'ottima scelta, in alcuni casi addirittura consigliabile vista la loro innumerevole presenza in tutti i canili pubblici".
Un discorso a parte meritano gli anziani. Per loro ci vogliono soggetti tranquilli e non necessariamente troppo giovani e bisognosi di movimento: un cane 'maturo', in tutti i sensi, è la scelta migliore.
Il gatto ha esigenze completamente diverse. Bisogna solo cogliere il significato di cosa voglia dire vivere con lui. Starci insieme implica il rispetto dei suoi spazi e il non angosciarsi se decide improvvisamente di dimenticarci per un po': ha soltanto bisogno di dedicarsi a se stesso, di vivere un suo momento zen e poi tornerà quello di prima.
I gatti sono animali affascinanti forse proprio quel loro alone di mistero che da sempre li caratterizza. Non si sa mai cosa pensino anche se sono un concentrato di idee. Sembra che non si preoccupino affatto di quello che li circonda anche se non è così. Se c'è qualcosa che li disturba state certi che lo dimostreranno semplicemente cambiando posto, scegliendo un angolo più tranquillo per continuare il pisolino.
Non sempre hanno bisogno dell'uomo e stare con noi ha spesso il significato di una loro scelta. E non pensiamo che lo facciano solo per esigenze alimentari, sanno essere affettuosi e molto. Provate a separarvi da loro quando decidono che è l'ora delle coccole? Sarà impossibile!
Anche il tipo di lavoro del proprietario e di conseguenza lo stile di vita ha la sua importanza nella scelta di un pet. A chi è costretto a passare l'intera giornata fuori casa consiglierei proprio per questo il gatto. Quale cane accetterebbe di starsene da solo per tutto il giorno? Tenderà a diventare malinconico, triste e in qualche a caso a scaricare la sua insofferenza sugli oggetti o sull'arredamento di casa sviluppando come nell'uomo la sindrome dell'ansia da separazione.
Il gatto invece accetta la solitudine in modo più pacifico, anzi sembra che in certi casi lo inviti al relax. E' un animale meno dipendente da noi anche se al nostro rientro non mancherà di farci sentire il bisogno del contatto e la gioia di vederci. Ma un gatto non è un piccolo cane, è un mondo a sé come le persone che adottano l'uno piuttosto che l'altro sono spesso caratterialmente differenti.
Affascinanti e misteriosi, sempre sorprendenti e quindi così irresistibili per le persone creative, introspettive e talvolta anche un pò nevrotiche.
In genere chi ama i felini è una persona artistica, indipendente ma anche più riservata ed è per lo più donna. Chi invece preferisce i cani è più estroverso, ama il contatto con la gente, ha più bisogno di compagnia e gli piace stare all'aria aperta. Ma non importa se una persona è un tipo da cane o da gatto quello che conta è che ogni animale, di qualunque specie sia, richiederà un po' del nostro tempo. State sicuri che saprà ricambiarvi abbondantemente del vostro impegno donandovi tutto il suo cuore.
*Diego Santini è medico veterinario per piccoli animali e si occupa principalmente di dermatologia e medicina interna, presso lo Studio Vet di Crema (Cr). E' membro della Scivac ( Società culturale italiana dei veterinari per animali da compagnia) e della Sidev ( Società italiana di dermatologia veterinaria)
Ecco perché, secondo l'esperto Diego Santini, gli animali domestici rappresentano una risorsa per genitori e nascituro. E a chi teme la convivenza spiega alcune regole fondamentali...
Parma, 17 ottobre 2015 - di Cigno Nero -
Cani e gatti avvertono l'arrivo di un bebè. Non solo. Diventano più protettivi del solito e tirano fuori il senso materno.
E' uno dei miracoli che questi splendidi esseri ci regalano. Ed è per questo che dobbiamo amarli, rispettarli e lasciarli al loro posto, senza nemmeno farci sfiorare dall'idea di sbarazzarcene!
La combinazione gravidanza e animali domestici è possibile, basta saper gestire il cambiamento. Molte donne si pongono tante domande quando scoprono di essere incinte e spesso vivono la gestazione insieme alla convivenza con cane e gatto con preoccupazione.
In realtà non hanno davvero da impensierirsi perché basterà seguire alcune regole per avere una coabitazione senza problemi e...vantaggiosa!
L'amato pet coglie da subito il cambiamento e si accorge della gravidanza. Spiega Diego Santini, veterinario e scrittore che "il nostro corpo cambia, ma soprattutto i nostri ormoni e il nostro odore saranno diversi...Non c'è da aver paura perché, gradualmente, anche loro si abitueranno a una mamma diversa...Ci vorrà solo del tempo. Addirittura in qualche caso potranno diventare più protettivi del solito, avvertendo un maggiore senso materno".
Cinque sono i punti fondamentali per una convivenza felice secondo Santini.
1. Dritti dal veterinario per debellare eventuali parassiti intestinali. Prima dell'arrivo del bambino portate dal veterinario il vostro pet per controllare o eseguire le vaccinazioni di routine, il trattamento per i parassiti intestinali e quello per le pulci e le zecche che dovranno essere ripetuti ovviamente anche dopo l'arrivo del nuovo nato.
2. Gli agenti patogeni del pet stimolano gli anticorpi del bebè. L'igiene della casa è molto importante, ma senza esagerare però! Infatti gli agenti patogeni che gli animali portano con sè in realtà sono degli ottimi stimolanti del nostro sistema immunitario che scatterà nel bambino quando si trova ancora nella pancia della mamma. Le fondamentali precauzioni igieniche rimarranno quelle di base, cioè di lavarsi le mani dopo averlo accarezzato o pulito oppure dopo avergli dato da mangiare, come pure sarà bene non farsi leccare la faccia né tantomeno le ferite. E' utile inoltre che per la pulizia della lettiera del vostro micio o quando rimuovete le feci del vostro cane indossiate dei guanti monouso oppure che facciate eseguire le operazioni del caso ad un'altra persona. Per la Toxoplasmosi invece servirà una chiacchierata a parte. Comunque state tranquille che il rischio di trasmissione di questa malattia è bassa ed è soltanto da parte del gatto e le precauzioni sono semplici ed efficaci.
3. Gli allergeni animali fungono da modulatori del sistema immunitario. State attente alle allergie perché i bambini di genitori allergici corrono un rischio maggiore di andare incontro agli stessi disturbi. Ormai purtroppo l'ipersensibilità al pelo dei nostro animali, in particolare a quello del gatto, è sempre più diffusa quindi...occhio! I neonati di genitori non allergici invece sembrano trarre beneficio dalla presenza dei pet. Infatti in loro sarà più difficile lo sviluppo di problemi di ipersensibilità proprio per il contatto con gli allergeni animali che funzionerebbero da modulatori del sistema immunitario.
4. Il pet è come un bimbo: deve abituarsi e annusare, anche il pancione! Abituate gradualmente il vostro pet all'arrivo di un bebè. Fategli vedere e annusare il vostro pancione perché questo lo aiuterà ad accettare un corpo diverso. Se in casa sarà necessario fare dei cambiamenti come lo spostamento di mobili o la creazione di nuovi spazi per il bimbo che arriverà fatelo poco per volta e con grande anticipo: l'arrivo del neonato non deve stravolgere le sue certezze. Sia durante la gravidanza che dopo non dimenticatevi di lui perché per fargli una coccola o accarezzarlo bastano 10 secondi. Dopo la nascita quando il bimbo è ancora in ospedale date un indumento del bambino al papà in modo che possa portarlo a casa e farlo annusare a Fido o a Miao che così incomincerà a conoscere il nuovo componente della famiglia. E anche al rientro ricordatevi di entrare prima voi, senza il papà e il bambino, in modo da rassicurarlo con attenzioni e carezze che nulla tra di voi è cambiato. Il tuo pet va considerato come un bimbo a cui nasce una sorellina o un fratellino e quindi avrà bisogno si sentire che il suo ruolo non è cambiato e che lui fa ancora parte di quel mondo, soprattutto a livello affettivo.
5.La forma fisica ve la fa mantenere Fido! La sua presenza sarà di aiuto alla salute delle future mamme. Nel caso infatti non vi siano particolari obblighi di riposo, diventerà un ottimo alleato per mantenervi in forma e la passeggiata quotidiana si trasformerà in uno stimolo benefico alla circolazione così provata dalla nuova condizione fisica. Inoltre per fare due passi con Fido vi verrà naturale scegliere le zone più "verdi", dove l'aria è più pulita ed ossigenata dando così benessere ai vostri tessuti. E anche l'umore ne trarrà beneficio perché la presenza e le attenzioni che gli rivolgerete vi aiuteranno a sdrammatizzare le preoccupazioni, il pensiero del parto o di quello quello che "accadrà dopo" facendo apparire tutto più roseo.
Quindi care amiche la gravidanza con cani e gatti è... no problem!
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