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Sostenuto un progetto sulle "terapie a bersaglio molecolare" dei tumori del tratto gastro-intestinale e genito-urinario -

Modena, 24 settembre 2014 -

Grazie alla Lega Italiana per la Lotta ai Tumori (LILT), un giovane medico cresciuto nel nostro Ateneo potrà lavorare un anno al Day Hospital Oncologico del Policlinico, diretto dal dottor Gabriele Luppi, su un programma volto a consolidare e studiare in modo sempre più approfondito le terapie a bersaglio molecolare nella lotta ai tumori del tratto gastro-intestinale e genito-urinario, campo nel quale il Policlinico è all'avanguardia da numerosi anni. La donazione ha permesso di finanziare un contratto libero professionale di 30 ore assegnato tramite avviso pubblico al dottor Fabio Gelsomino a partire dal 18 agosto scorso. Simbolicamente, la donazione è stata presentata ieri mattina, 23 settembre 2014, presso il Day Hospital Oncologico alla presenza del Direttore Sanitario del Policlinico, Anselmo Campagna, del Responsabile del Day Hospital, Gabriele Luppi, del presidente di LILT Dugoni e del ricercatore Fabio Gelsomino.

"La donazione di LILT – spiega il dottor Gabriele Luppi – permetterà al dottor Fabio Gelsomino, giovane medico specializzato nell'anno in corso nel nostro Ateneo, di lavorare un anno presso il Day Hospital sia nell'ambito dell'assistenza sia in quello della ricerca, per lo sviluppo di nuovi progetti che hanno lo scopo di valutare i fattori molecolari e clinici predittivi dell'efficacia delle terapie a bersaglio molecolare, i famosi "farmaci intelligenti" che inseriscono nel tumore una sorta di Cavallo di Troia che permette poi di distruggere solo le cellule maligne. Studi mirati anche a valutare gli effetti collaterali di queste terapie innovative."
"Questa donazione – spiega Claudio Dugoni – è stata in buona parte sostenuta da un nostro socio, ex paziente del Day Hospital che vive fuori città. Questa consapevolezza ci rende ancora più orgogliosi perché dimostra l'attaccamento dei nostri soci anche non modenesi ai professionisti di questa struttura con cui negli anni LILT ha costruito un solido rapporto di collaborazione reciproca".
Il Day Hospital Oncologico del Policlinico di Modena ha ricoverato nel 2013, 1815 pazienti (il 15% dei quali provenienti da fuori Provincia) con una media di 151 ricoveri al mese, dato sostanzialmente sovrapponibile a quelli del 2012 quando i ricoveri erano stati 1817. I dati del gennaio-luglio 2014 (1265 ricoveri), se confermati, indicano un trend addirittura in miglioramento con una media di 180 ricoveri al mese. Nel 2013 le prime visite sono state 1450 (+127 rispetto al 2012) dato che nei primi sette mesi del 2014 ha già raggiunto le 1320 prime visite.
"Siamo grati a LILT – conclude Anselmo Campagna – e a tutte le associazioni che supportano il Policlinico, in stretta collaborazione con i nostri professionisti e che contribuiscono a mantenere elevato lo standard di assistenza dell'ospedale. In questo caso la sensibilità di LILT ha permesso da un lato di mantenere in seno alla nostra struttura un giovane medico che si è formato a Modena, dall'altro di potenziare un settore, quello delle terapie cellulari, che vede il nostro ospedale all'avanguardia a livello nazionale grazie anche alla presenza Laboratorio di Biologia Cellulare."

Il Day Hospital Oncologico del Policlinico

Il Day Hospital Oncologico del Policlinico è una Struttura Semplice Dipartimentale del Dipartimento Di Oncologia, Ematologia e Malattie dell'Apparato Respiratorio, diretto dal prof. Leonardo Fabbri. Responsabile del Day Hospital è il dottor Gabriele Luppi col quale, tra strutturati, ricercatori e contrattisti, lavorano altri 16 medici. Il Day Hospital svolge l'attività assistenziale a bassa intensità di cura soprattutto per i pazienti affetti da neoplasie dell'apparato gastroenterico, della mammella, dell'apparato respiratorio, dell'apparato genitourinario, del distretto cervico-facciale e da linfomi. Svolge attività ambulatoriale, sia diagnostica sia terapeutica, e al suo interno agisce il Centro tumori eredo-famigliari della mammella e dell'ovaio. Negli ultimi anni sono stati implementati i Percorsi Diagnostico-terapeutici interdisciplinari per le principali patologie oncologiche.

Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori

Nel 2014 la LILT ha svolto diverse attività grazie a circa 50 volontari attivi. Un impegno che ha portato ad erogare ai pazienti ed ai loro famigliari oltre 1300 ore di presenza assistenziale al Centro Oncologico Modenese con i volontari del Gruppo Aurora, assicurare a pazienti e famigliari ed equipe medico infermieristiche dei distretti di Modena e Pavullo l'assistenza e il sostegno psicologico, collaborare con l'Azienda Policlinico di Modena con un assegno di ricerca di 35mila euro per un giovane medico oncologo, garantendo, grazie ai volontari della Delegazione Romeo Francia il trasporto gratuito di 26 pazienti residenti nel Frignano alla Radioterapia di Modena percorrendo oltre 9mila chilometri, portando avanti il progetto Casa Luce e Sorriso per la realizzazione del primo centro in Italia per le terapie di riabilitazione oncologica e multi modali.

Il Curriculum di Fabio Gelsomino

Classe 1983, originario di San Giovanni Rotondo (FG), il dottor Gelsomino si è laureato in Medicina e chirurgia (2008) e specializzato in Oncologia presso l'Ateneo modenese (2014). Dal 2011 è membro del team multidisciplinare sulle neoplasie del tratto gastroenterico. Suoi principali argomenti di studio sono stati il melanoma e le approcci molecolari alle cure oncologiche con farmaci intelligenti.

(fonte: ufficio stampa Ausl Modena)

La manifestazione è promossa da ASEOP per far conoscere alla comunità il progetto per la costruzione di una moderna struttura che sorgerà in via Campi, destinata ad accogliere i familiari dei bambini ricoverati in Oncoematologia pediatrica -

Modena, 22 settembre 2014 -

Una lunga camminata nelle vie di Modena per far conoscere e raccogliere fondi a favore di un ambizioso progetto a sostegno dei bambini che devono sottoporsi a lunghe cure oncologiche. "Una corsa verso casa", così gli organizzatori hanno voluto chiamare la manifestazione podistica non competitiva che si terrà a Modena il 26 settembre, per sottolineare che lo scopo della gara è contribuire alla costruzione di una moderna struttura che sorgerà nei pressi del Policlinico, in via Campi, destinata ad accogliere i piccoli ricoverati in Oncoematologia pediatrica e i loro familiari.

L'iniziativa, una camminata ludico-motoria, è promossa da ASEOP, Associazione Sostegno Ematologia e Oncologia Pediatrica, col patrocinio di Comune e Policlinico di Modena e di "Trenta Ore per la Vita". L'obiettivo è prima di tutto far conoscere il progetto, farne apprezzare il valore e raccogliere ulteriori fondi per arrivare alla sua apertura entro la fine dell'anno prossimo. La nuova "Casa di Fausta", che prende il nome dalla compianta professoressa Fausta Massolo, avrà 15 appartamenti con biblioteca, spazio ludico interno, giardino, palestra per la riabilitazione, uffici e magazzino.

"Spesso il bambino e la sua famiglia alternano momenti di ricovero con momenti di controllo e terapie ambulatoriali ed in day hospital – spiega il prof. Paolo Paolucci, Direttore dell'Oncoematologia Pediatrica - Molti dei bambini in cura provengono da zone lontane da Modena, pertanto non è loro possibile tornare presso le proprie abitazioni durante i periodi che intercorrono fra un controllo e un ricovero. Sarebbe altamente dannoso per il bambino in terapia affrontare lunghi viaggi in quanto facilmente affaticabile e soggetto a infezioni". Da qui l'importanza anche dal punto di vista clinico del progetto assistenziale di ASEOP.

In questi anni l'affluenza di pazienti provenienti da fuori città e dall'estero è aumentata e ha reso inadeguata la struttura inaugurata nel 2008. "Per questo motivo – aggiunge Erio Bagni, Presidente di ASEOP – abbiamo deciso di lanciare la raccolta fondi per costruire la nuova Casa di Fausta, più grande e attrezzata che sorgerà nei pressi del Policlinico. Per realizzare questo sogno è necessario l'apporto di tutti, da qui l'idea di istituire questa camminata non competitiva per sensibilizzare l'opinione pubblica su questo nuovo progetto. Desidero ringraziare in anticipo il socio Filippo Franchini per il grande lavoro organizzativo, tutti i volontari e i partecipanti alla corsa che, in entrambi i suoi percorsi, passerà davanti al luogo in cui sorgerà la Casa di Fausta." Il diritto di superficie del terreno, appartenente ad ACER, è stato donato ad ASEOP dalla Provincia, mentre la nuda proprietà è passata al Comune. Il costo complessivo del progetto, arredi inclusi, è di 2 milioni di euro. Se tutto andrà secondo i piani, i lavori partiranno nel novembre 2014 e termineranno entro la fine del 2015.

"L'inaugurazione non porrà termine al progetto – conclude Bagni – Come già avviene per gli attuali appartamenti, infatti, ASEOP vuole offrire gratuitamente gli alloggi alle famiglie bisognose e quindi occorrerà finanziare la gestione dell'edificio con altre donazioni".

"Il 50% dei pazienti seguiti dall'Oncoematologia Pediatrica del Policlinico proviene da fuori provincia – spiega Licia Petropulacos, Direttore Generale del Policlinico – questo dato da una parte dimostra l'importanza a livello nazionale del nostro Centro, dall'altro pone problematiche di accoglienza che esistono però anche per le famiglie che abitano in provincia ed anche nel comune, in relazione ai bisogni peculiari che possono verificarsi. ASEOP con la sensibilità che da sempre l'ha contraddistinta ha saputo cogliere da tempo queste necessità. Per questo motivo, quando l'Associazione ci ha proposto di sostenere questa iniziativa e il progetto Casa di Fausta ho subito aderito con entusiasmo. Ringrazio sin da ora gli organizzatori e i partecipanti".

I percorsi
Il ritrovo è fissato nell'area d'ingresso del Policlinico il 26 settembre alle 17.30 (la partenza è in programma per le 18.30). Sono previsti due percorsi, entrambi non competitivi quindi aperti a tutti. Il primo di due chilometri di fatto girerà intorno al Policlinico, il secondo di sei chilometri si snoderà sino al Parco della Resistenza per poi ritornare al Policlinico.

Per partecipare
Per iscriversi sarà sufficiente versare 1,5 euro che danno diritto al pettorale di gara, al premio individuale di partecipazione, al ristoro finale e all'assistenza medica lungo il percorso. È possibile iscriversi presso la Sede di ASEOP del Policlinico sino alle ore 15 di venerdì oppure presso le tende delle società sportive e dei gruppi podistici il giorno stesso della manifestazione.

Come nasce il progetto della "Casa di Fausta"
Nel 2008, in occasione del proprio ventennale, ASEOP inaugurò la prima Casa di Fausta, intitolata alla fondatrice dell'oncoematologia pediatrica modenese e cofondatrice di ASEOP Fausta Massolo: sei appartamenti in via Campi per ospitare i bambini e le loro famiglie non residenti in città che necessitano di cure a lungo termine presso la Struttura Complessa di Oncoematologia Pediatrica del Policlinico. Da maggio 2008 a dicembre 2013 sono state ospitate 69 famiglie, di cui 51 per più di 50 giorni. Pazienti di diversa provenienza, alcuni da centri della provincia di Modena (Finale Emilia, Pievepelago, Pavullo, Rio Lunato, Marano, Sassuolo, Vignola), altri da fuori Regione (Brindisi, Crotone, Messina), e dall'estero (Albania, Cina, Burkina Faso, Eritrea, Marocco, India, Paraguay, Pakistan, Russia, Bielorussia, Ucraina).

La Nuova Casa di Fausta
La nuova struttura verrà realizzata in via Campi, vicino al Policlinico di Modena. Avrà 15 appartamenti (12 destinati a dimissioni protette, 3 destinati ai soli famigliari in visita), una biblioteca, uno spazio ludico interno, un giardino, una palestra per la riabilitazione, due uffici, un magazzino. "Gli alloggi potranno ospitare il bambino con uno o entrambi i genitori allo scopo di creare un ambiente famigliare che aiuti il bambino e la famiglia a trascorre nel modo migliore il lungo periodo di permanenza presso la nostra città. Negli alloggi inoltre le famiglie hanno a disposizione la propria cucina, un piccolo soggiorno e il bagno oltre ad una stanza da letto, il tutto ad uso individuale. L'idea dell'autonomia assoluta di ogni alloggio è maturata per limitare al massimo il contatto del bambino con persone potenzialmente infette" spiega Rita Malavolta di ASEOP. La struttura verrà dotata di sistemi informatici in rete con l'ospedale ed in particolare con lo Spazio scuola per consentire al bambino di proseguire il proprio percorso scolastico in diretta relazione con le insegnanti.

ASEOP: una breve carta di identità
L'Associazione per il Sostegno di Ematologia e Oncologia Pediatrica è oggi il punto di riferimento nella provincia di Modena per tante famiglie e uno stimolante interlocutore per medici e ricercatori, con obiettivi che nel tempo sono rimasti immutati:

- Aiutare i bambini affetti da patologie oncoematologiche e le loro famiglie anche offrendo strutture di accoglienza come, appunto, "La Casa di Fausta"

- Sensibilizzare e diffondere la conoscenza di tematiche specifiche quali le patologie, oncoematologiche e non, in età pediatrica.

- Estendere la conoscenza scientifica a personale medico ed infermieristico italiano e non, operante in ambito oncoematologico.

- Organizzare incontri aperti ai genitori, ai soci, ai medici di base, al personale infermieristico al fine di interagire a livello territoriale in modo concertato e collaborativo.

- Promuovere e sostenere la ricerca in ambito oncoematologico.

Chi era Fausta Massolo
Fausta Massolo (Arquata Scrivia (AL) 1935 – Modena 1999) si può considerare la fondatrice dell'Oncoematologia pediatrica a Modena e uno dei pionieri di questa disciplina a livello nazionale. Giunta a Modena nel 1963, nella Pediatria allora diretta da Renato Pachioli, nel 1968 registrò il primo successo terapeutico a Modena per un bambino affetto da tumore del sangue che aveva superato la fase acuta grazie a una cura farmacologica, allora, pionieristica. Lottò tutta la vita per ottenere cure migliori e per rendere il reparto adatto a quell'umanizzazione della cura che oggi è un concetto assodato ma che all'epoca era ancora una conquista da ottenere con grandi sforzi.

(Fonte: Ufficio Stampa Ausl Modena)

Iniziative di sensibilizzazione a Modena e Carpi: l'obiettivo è aumentare la conoscenza di questa malattia e stimolare semplici azioni preventive, come l'igiene delle mani. Le Aziende sanitarie da oltre 10 anni hanno sviluppato progetti che hanno permesso di ridurre la mortalità del 30% -

Modena, 12 settembre 2014 -

Ci sono anche tre importanti realtà sanitarie della provincia di Modena – il Policlinico di Modena, l'Ospedale di Baggiovara e l'Ospedale di Carpi - tra gli oltre duemila soggetti che in tutto il mondo aderiscono alla Giornata Mondiale della Sepsi (World Sepsis Day) promossa dal Global Sepsis Alliance per sabato 13 settembre. L'obiettivo è aumentare la conoscenza di questa malattia e stimolare semplici azioni preventive: lavarsi accuratamente le mani è il fattore più importante nel ridurre il rischio di sepsi in strutture sanitarie e nella comunità.

Dalle 9.00 alle 13.00, nelle tre strutture modenesi, saranno approntati punti d'ascolto rivolti sia ai cittadini che al personale sanitario. In particolare verrà distribuito materiale informativo, oltre ad alcuni simpatici omaggi, finalizzati a sensibilizzare le persone rispetto a questo tema.

"La Sepsi – spiega il prof. Massimo Girardis Direttore della Terapia Intensiva del Policlinico e Coordinatore del Gruppo di Studio infezione e sepsi della Società Italiana di Anestesia e Rianimazione – si manifesta quando la risposta immunitaria dell'organismo a un'infezione danneggia i suoi stessi organi e, come dimostrato da un recente studio spagnolo, in presenza di sepsi severa e shock settico, ad ogni ora di ritardo nella somministrazione della terapia antibiotica corrisponde un aumento lineare della mortalità nelle prime sei ore dalla diagnosi. Per questo motivo è fondamentale potenziare una rete di intervento che permetta una diagnosi tempestiva e il veloce invio a un centro specializzato".

La sepsi colpisce circa 350 persone all'anno ogni 100.000 abitanti con una mortalità media del 30%. Nel mondo sviluppato la sepsi è in aumento con un tasso annuo dell'8-13%. Nelle Terapie Intensive della provincia di Modena (Policlinico, Baggiovara, Carpi) vengono ricoverati circa 200-250 pazienti anno con shock settico con una mortalità media del 40%. "Tra le cause – spiega la dottoressa Elisabetta Bertellini, Direttore delle Rianimazioni di Carpi e di Baggiovara – ci sono l'invecchiamento della popolazione e l'utilizzo eccessivo, nel passato, di antibiotici che ha portato allo di infezioni più virulente, resistenti ai farmaci. L'Italia è uno dei paesi europei, insieme a Grecia e Francia, con il maggior consumo di antibiotici pro-capite (3 volte la Germania e 2 volte circa il Regno Unito) ed è necessario sensibilizzare medici e cittadini su questi rischi".

Le strutture Ospedaliere della provincia di Modena, insieme agli altri Ospedali dell'Emilia Romagna, da oltre 10 anni hanno sviluppato specifici percorsi clinici per la prevenzione delle infezioni e per il riconoscimento e trattamento precoce del paziente con sepsi che li pongono come modello di riferimento per la sanità italiana. Questo ha permesso di raggiungere importanti risultati nel controllo delle infezioni ospedaliere e nel migliorare la prognosi dei pazienti ricoverati con le forme più gravi di infezioni che hanno permesso una riduzione del 30% della mortalità.

(Fonte: ufficio stampa Ausl Modena)

La consegna ufficiale alla presenza dei rappresentanti modenesi e del sindaco di Modena. Donati strumenti indispensabili per il monitoraggio dei parametri vitali dei pazienti con un un valore di oltre 10mila euro -

Modena, 4 agosto 2014 -

La sezione modenese dell'Associazione Nazionale Alpini protagonista di un gesto di solidarietà nei confronti del Policlinico di Modena. I soci hanno acquistato attrezzature per il Day hospital oncologico, l'importante struttura diretta dal dottor Gabriele Luppi che si occupa dei pazienti con patologie neoplastiche (prevenzione, diagnosi, terapie antitumorali, cure palliative e ricerca clinica). La consegna è avvenuta sabato 2 agosto, presso il Padiglione Beccaria, alla presenza del direttore sanitario dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Modena Anselmo Campagna, del sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, del direttore del Dipartimento ad attività integrata Oncologia ed Ematologia, Patologie dell'apparato respiratorio Leonardo Fabbri, del direttore della Medicina Oncologica Giuseppe Longo, di Roberto Sabbatini del Day hospital oncologico, del responsabile del Programma Terapie oncoematologiche innovative Stefano Sacchi e del responsabile del Servizio Ingegneria Clinica Mario Lugli. Per l'Associazione Nazionale Alpini erano presenti il presidente della sezione modenese Franco Muzzarelli e il consigliere nazionale Corrado Bassi.

Le attrezzature donate sono otto monitor completi di carrello e accessori che hanno un valore di oltre 10mila euro. Sono strumenti dedicati al monitoraggio continuo e non invasivo dei parametri fisiologici dei pazienti. Il controllo in tempo reale di parametri quali frequenza cardiaca, pressione arteriosa, saturazione d'ossigeno permette al personale sanitario di valutare in modo oggettivo lo stato del paziente durante il trattamento terapeutico e di intervenire immediatamente in caso di malessere.
"Il ruolo del volontariato ha sempre caratterizzato la sanità modenese e ne costituisce un importante sostegno – ha precisato il dottor Anselmo Campagna. Questo ruolo è ancora più significativo oggi, in un periodo di difficoltà economiche generalizzate e in molti settori. Le associazioni di volontariato sono una risorsa determinante a supporto e sostegno della struttura sanitaria, a maggior ragione in settori, come l'oncologia, dove è necessario un supporto al paziente in tutte le fasi della malattia. Rivolgo un sincero ringraziamento all'Associazione Alpini che ha aiutato l'Azienda a migliorare l'assistenza ai pazienti".

(Fonte: ufficio stampa Ausl Modena)

Mercoledì, 30 Luglio 2014 15:42

Modena - Un ecografo in dono al Burkina Faso

L'attrezzatura, non più utilizzabile nelle nostre strutture sanitarie ma ancora efficiente, è stata donata all'associazione "Legionari del bene" che ha avviato un progetto umanitario per la costruzione di un ospedale nella città africana Tenkodogo -

Modena, 30 luglio 2014 -

Da Modena a Tenkodogo nel cuore dell'Africa. E' il lungo tragitto che percorrerà un ecografo per dare un aiuto concreto alla comunità del Burkina Faso, dove l'associazione carpigiana "Legionari del bene" ha avviato un progetto umanitario per la costruzione di un ospedale.

Lo strumento è stato donato dall'Azienda USL di Modena all'associazione carpigiana. Si tratta di un ecografo, corredato di sonde e stampante, non più utilizzabile nelle nostre strutture sanitarie in quanto non di ultimissima generazione, ma ancora efficiente. E' stato revisionato e può quindi rappresentare un prezioso aiuto per la popolazione di Tenkodogo, che attualmente può sottoporsi ad un'ecografia solo nella capitale Ouagadougou, a 170 chilometri di distanza.

"La nostra è un'associazione senza scopo di lucro che raccoglie beni di prima necessità e li spedisce in Burkina Faso, uno dei paesi più poveri al mondo" spiega Sauro Mazzola, presidente dell'Associazione Legionari del bene. "Grazie anche all'aiuto di monsignor Prosper Kontiebo, vescovo della diocesi di Tenkodogo, tutti i materiali raccolti non subiscono passaggi secondari e arrivano direttamente nella disponibilità delle persone bisognose".

Questa mattina, 30 luglio, Sauro Mazzola e monsignor Prosper Kontiebo hanno incontrato il direttore generale dell'Azienda USL di Modena Mariella Martini per esprimere un ringraziamento per l'attrezzatura donata e per il lavoro svolto volontariamente da alcuni professionisti dell'azienda sanitaria. L'ecografo è ancora in Italia e dev'essere spedito a Tenkodogo. Il costo preventivato della spedizione è di circa 1.800 euro: chi vuole contribuire, anche con una piccola somma, può farlo attraverso il portale di crowdfunding http://www.com-unity.it

(Fonte: ufficio stampa Ausl Modena)

Dal 25 luglio al 18 agosto sarà disposta la chiusura della degenza di cardiologia e dei letti di terapia semintensiva per consentire i lavori di posizionamento dei pensili e delle lampade scialitiche presso il comparto operatorio -

Modena, 23 luglio 2014 -

Proseguono le attività per migliorare le tecnologie dell'Ospedale Santa Maria Bianca di Mirandola. In questi giorni, approfittando della fisiologica riduzione dell'attività legata ai mesi estivi, saranno avviati alcuni importanti lavori che interessano pensili e lampade scialitiche delle sale operatorie. Per consentire l'installazione di queste nuove attrezzature sarà necessario intervenire sui pavimenti dell'Unità operativa di Cardiologia che si trova proprio al di sopra del comparto operatorio.

In particolare, l'intervento renderà necessaria la chiusura della degenza di cardiologia e dei quattro letti di terapia semintensiva dal 25 luglio al 18 agosto. Per assicurare la continuità dell'assistenza e ridurre al minimo i disagi, la direzione sanitaria del Santa Maria Bianca - in accordo con la Centrale Operativa 118, il Pronto soccorso e insieme alle direzioni degli altri ospedali interessati - ha predisposto percorsi per la gestione dei pazienti con patologie di tipo cardiologico. Nella maggior parte dei casi, i pazienti saranno inviati alla Cardiologia del Ramazzini a Carpi. Fanno eccezione gli scompensi cardiaci cronici che saranno presi in carico dall'area medica del Santa Maria Bianca, mentre i casi più gravi saranno indirizzati negli ospedali di Modena (Policlinico e Nuovo Ospedale S. Agostino-Estense a Baggiovara).

Presso l'Ospedale di Mirandola resterà invariata l'organizzazione del personale medico dell' Unità operativa Cardiologia, in particolare il servizio di guardia cardiologica, a servizio dei reparti e del pronto soccorso, resterà attivo 24 ore su 24. Inoltre, contestualmente alla chiusura dei letti cardiologici, saranno attivati 6 posti letto al secondo piano del padiglione "Scarlini" che saranno gestiti dal personale medico della Medicina Interna. La direzione sanitaria si scusa per gli inevitabili disagi.

(Fonte: ufficio stampa Ausl Modena)

In questa fase è possibile prenotare le analisi di laboratorio. Il servizio, attivo 24 ore su 24, è gratuito. Per evitare inutili spostamenti la procedura potrà essere completata senza recarsi agli sportelli per la registrazione -

Modena, 14 luglio 2014 -

Evitare spostamenti, code agli sportelli e inutili attese: non uno slogan, ma un risultato reso possibile per chi deve prenotare prestazioni specialistiche, grazie ad un innovativo progetto messo a punto dall'Azienda USL di Modena che permette la prenotazione semplicemente collegandosi al sito www.ausl.mo.it/cupweb. Il servizio è gratuito, attivo 24 ore su 24 e riservato ai cittadini maggiorenni (per sé stessi o per i minori e le persone soggette a tutela), purché assistiti da una delle aziende sanitarie della Regione Emilia-Romagna.

Il progetto consente, in questa prima fase, la prenotazione delle analisi di laboratorio che comunque costituiscono una parte consistente delle prestazioni erogate dall'Ausl (ogni anno, in provincia di Modena, sono oltre 800mila le prenotazioni di questo tipo). Un'altra caratteristica che semplifica ulteriormente l'utilizzo di questo servizio è costituita dal fatto che è possibile ottenere le credenziali d'accesso semplicemente collegandosi al sito e non è necessario recarsi agli sportelli per la registrazione.

Il progetto, il primo in Emilia-Romagna con queste caratteristiche, ha richiesto un notevole impegno all'azienda sanitaria sia da un punto di vista tecnico, sia per poter rispettare la normativa sulla privacy che è molto severa in questo settore. "E' un altro passo in avanti nella direzione di semplificare la vita ai cittadini e snellire il rapporto con l'Azienda grazie all'utilizzo delle nuove tecnologie, ha detto Mariella Martini, direttore generale dell'Azienda USL di Modena. Abbiamo dedicato molta attenzione alla facilitazione dell'accesso ai servizi e le prenotazioni online sono un ulteriore strumento per venire incontro alle esigenze dei cittadini. La realizzazione di questo nuovo servizio è stata possibile grazie all'installazione, effettuata lo scorso marzo, del nuovo software provinciale che gestisce la prenotazione di visite ed esami. Il nuovo sistema, che per la sua complessità aveva causato alcuni disagi al suo avvio, adesso è a pieno regime e sta dando risultati importanti in termini di maggiori opportunità di scelta per le persone che quotidianamente accedono ai servizi dell'azienda sanitaria. L'obiettivo è ampliare questo servizio per poter prenotare online anche altre prestazioni specialistiche".

Come utilizzare il servizio

Per prenotare visite ed esami è necessario collegarsi al sito ed essere in possesso di una ricetta firmata dal Medico di medicina generale o dal Pediatra di libera scelta. Il servizio di prenotazione online consente di prenotare o ricercare informazioni relative a visite o esami con il Servizio Sanitario Nazionale oppure in Libera professione. Per accedere al servizio bisogna possedere le credenziali che si ottengono attraverso il servizio regionale FedERa (un servizio regionale il cui obiettivo principale è fornire, ai cittadini della regione Emilia-Romagna, accesso a servizi telematici attraverso l'utilizzo di una credenziale elettronica unica riconosciuta come valida da tutte le Pubbliche Amministrazioni che aderiscono al sistema). In questo modo è possibile prenotare le prestazioni sanitarie definite dall'Azienda Usl di Modena, adesso solo le analisi di laboratorio, e pagare una prenotazione attraverso il portale regionale del Pagamento online.

E' possibile prenotare online anche con il Fascicolo sanitario elettronico

E' possibile effettuare una prenotazione utilizzando le credenziali del Fascicolo Sanitario elettronico, un servizio estremamente innovativo che consente di avere un "archivio" della propria storia sanitaria personale e permette di consultare i referti di laboratorio, scegliere il medico di famiglia, visualizzare le prescrizioni di visite, esami e farmaci. Per attivare questo servizio è necessario registrarsi online all'indirizzo www.fascicolo-sanitario.it e attivare le credenziali recandosi presso uno degli sportelli abilitati dell'Azienda USL.

Il Fascicolo sanitario elettronico offre, per quanto riguarda la prenotazione, molte possibilità: prenotare o ricercare informazioni relative a visite o esami con il Servizio sanitario nazionale oppure in Libera professione, annullare o cambiare uno o più appuntamenti prenotati tramite CUP WEB o sportello CUP/farmacia, pagare una prenotazione attraverso il portale regionale del Pagamento online, ristampare il promemoria dell'appuntamento e dell'eventuale costo della prestazione prenotata.

Le altre modalità di prenotazione

Restano attive le altre modalità per prenotare visite ed esami specialistici. Il canale tradizionale è rappresentato dalla rete di sportelli Cup (Centro unico di prenotazione) diffusi capillarmente su tutto il territorio provinciale. Per chi preferisce gestire telefonicamente la prenotazione, è attivo il servizio "Tel&prenota" (848 800 640 da telefono fisso e 059 2025050 da telefono cellulare) in funzione dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 18.00, il sabato dalle 8.00 alle 13.00. E' inoltre possibile prenotare recandosi in farmacia o presso molti ipermercati della nostra provincia. Per informazioni è possibile telefonare al numero verde unico del Servizio sanitario regionale 800 033 033 attivo nei giorni feriali dalle 8.30 alle 17.30 e il sabato dalle 8.30 alle 13.30.

(Fonte: ufficio stampa Ausl Modena)

Con l'acquisizione del nuovo monitor si completa la strumentazione, donata nel corso degli ultimi anni da Gli Amici del Cuore, che consentirà di accreditare il centro a livello nazionale.

Modena, 11 luglio 2014 -

Si tratta di un apparecchio, denominato NEXFIN, in grado di monitorare in modo continuo e non invasivo alcuni parametri il cui andamento e modificazioni durante un esame chiamato "tilt test", sono in grado di spiegare il determinismo di molti episodi sincopali rimasti a genesi indeterminata. È questa in ordine cronologico l'ultima acquisizione tecnologica che va ad arricchire la dotazione della Cardiologia dell'Ospedale di Sassuolo. Un risultato che è stato possibile ottenere a seguito della donazione di 19mila euro raccolti grazie alla generosità del circolo 'Tassi' di Sassuolo; di Alberto Mussini; di Enzo e Maurizio Bartoli soci di 'ICE Spa' e di Bergomi Italo.

"Desidero ringraziare pubblicamente quanto ci hanno aiutato e sottolineare, come, ancora una volta, emerga un legame forte e virtuoso tra l'Ospedale di Sassuolo e la cosiddetta società civile, dal mondo del volontariato a quello delle imprese. Certamente faremo ogni sforzo per restituire alla comunità sassolese attraverso un'assistenza sanitaria sempre più efficace, quanto con tanta generosità ci è stato donato" ha evidenziato il direttore generale dell'Ospedale di Sassuolo Bruno Zanaroli durante la cerimonia di consegna della nuova attrezzatura avvenuta questa mattina alla presenza della Dr.ssa Ermentina Bagni Direttore dell'Unità Operativa di Cardiologia,del Dr. Francesco Melandri, del Dr. Gino Lolli e del Direttore Sanitario Dr. Andrea Donati.

"Al Pronto Soccorso dell'Ospedale di Sassuolo – spiega il Dr. Lolli - sono circa 650 gli accessi annui dovuti a perdite di coscienza o a sincopi e nel 25% dei casi è seguito un ricovero. Il nostro Centro, che coordina le competenze dei diversi specialisti (cardiologo, medico dell'urgenza, neurologo, internista, geriatra, pediatra e psichiatra), ha l'obiettivo primario di migliorare diagnosi, prognosi e terapia di questo tipo di eventi la cui causa, non di rado, può restare sconosciuta. Spesso, infatti, la perdita temporanea di coscienza e la sincope rappresentano condizioni di difficile gestione e il rischio che possano essere dovute a condizioni patologiche, con prognosi complessa, spiega il frequente ricorso all'ospedalizzazione e all'utilizzo di numerose indagini strumentali. Con le innovative strumentazioni a disposizione siamo sempre più in grado di controllare queste situazioni, garantendo la massima qualità della cura e, allo stesso tempo, un sempre più appropriato utilizzo degli esami specialistici e dei ricoveri".

La sincope, di cosa si tratta 

È una transitoria perdita di coscienza che di solito causa una caduta, con spontaneo e rapido recupero del paziente. In alcune forme può essere preceduta da alcuni sintomi ma più spesso si manifesta senza preavviso. La durata della perdita di coscienza è di solito molto breve (alcuni secondi) e la fase di recupero è accompagnata generalmente dall'immediata ripresa di un comportamento e un senso dell'orientamento normali. Da studi recenti si stima che il 30% della popolazione mondiale sperimenti nella vita almeno un episodio di transitoria perdita di coscienza. In Italia, ogni anno, la sincope è causa dell'1-2% degli accessi ai pronto soccorso e dei ricoveri ospedalieri. In oltre il 20% dei casi la sincope è responsabile di incidenti automobilistici e traumi secondari, rilevanti soprattutto nella popolazione anziana dove si associano frequentemente a fratture.

(Fonte: ufficio stampa Ausl Modena)

I codici rossi sono stati 4.282 (2% del totale). A tutela dei pazienti e per il miglioramento continuo dell'assistenza in atto azioni di formazione continua e lo sviluppo di percorsi integrati. A Modena un primato nazionale: arrivano i primi sette medici che hanno portato a termine il percorso di formazione presso la Scuola di Specializzazione in Emergenza – Urgenza dell'Università di Modena e Reggio Emilia.

Modena, 25 giugno 2014 -

Nel 2013, in media, sono state 713 le persone quotidianamente accolte dalla rete dell'emergenza-urgenza della provincia di Modena. Un numero che da solo aiuta a comprendere l'imponente e delicato lavoro che ogni giorno il Dipartimento Interaziendale di Emergenza-Urgenza è chiamato a svolgere attraverso la propria articolata organizzazione composta da sette Pronto Soccorso – Policlinico di Modena, Nuovo Ospedale Civile Sant'Agostino Estense a Baggiovara, Carpi, Pavullo, Vignola, Mirandola, Sassuolo - e tre Punti di Primo Intervento, a Finale Emilia, Fanano e Castelfranco Emilia. Una macchina complessa il cui funzionamento – 365 l'anno, 24 ore al giorno - è assicurato da quasi seicento persone tra medici, infermieri, tecnici e amministrativi, e che richiede affiatamento, sinergia, costante aggiornamento professionale, risorse tecniche e umane adeguate, progetti di miglioramento continuo.

Una macchina che nell'anno passato ha gestito 260.239 accessi che nel 13% dei casi ha portato ad un ricovero. ll numero più elevato di richieste si è avuto al Policlinico di Modena, (62.965, con 923 codici rossi), mentre il Nuovo Ospedale Civile Sant'Agostino Estense ha accolto 44.095 persone (17% del totale) con una importante presenza di casi complessi, tanto che sul totale dei codici rossi, il 46% è stato gestito dalla struttura di Baggiovara. Con riferimento ai numeri assoluti, seguono poi il Ramazzini di Carpi, 45.054 (18% del totale), e Sassuolo, 37.793 (15% del totale).

Osservando i codici assegnati, risulta che i rossi, vale a dire i casi più gravi nei quali almeno uno dei parametri vitali del paziente è risultato compromesso, sono stati 4.268, pari al 2% degli accessi totali. Determinante nello loro gestione ottimale è stata la centralizzazione, in base a percorsi condivisi e predefiniti, presso i due ospedali cittadini che svolgono la funzione di hub provinciale. In particolare la centralizzazione riguarda gli infarti che sono indirizzati sia al Policlinico che a Baggiovara, il politrauma della gestante e del bambino seguiti al Policlinico, il traumatizzato grave e le persone colpite da ictus a Baggiovara. il Nuovo Ospedale Civile Sant'Agostino Estense di Baggiovara in particolare ne ha accolti 1.945 (46% del totale), il Policlinico 923 (22% del totale).
A pochi giorni dalla Settimana Nazionale del Pronto Soccorso organizzata da Simeu, Società italiana di medicina di emergenza-urgenza, durante la quale in tutta Italia sono stati promossi momenti d'incontro con la cittadinanza per ampliare le occasioni di dialogo tra chi cura e chi è curato, gli uomini dell'emergenza tornano quindi in campo

per raccontare il proprio lavoro - numeri, organizzazione e progetti - scegliendo un momento davvero speciale che coincide con la discussione della tesi da parte dei primi sette specializzati presso la Scuola di Specializzazione in Medicina di Emergenza Urgenza istituita presso l'Università degli Studi di Modena e Reggio Emila nel 2008 e diretta dal Professor Maurizio Ponz de Leon. Un traguardo importante, raggiunto grazie al coinvolgimento delle strutture modenesi presso le quali hanno svolto una parte rilavante della formazione, che di fatto rappresenta anche un primato nazionale frutto di un lavoro di équipe: sin dalla nascita, la Scuola si è caratterizzata per una forte apertura alla creazione di una rete di collaborazioni, attive sia all'interno della provincia, sia all'esterno.
La rete didattica, infatti, coinvolge la Medicina Interna ed Area Critica del Policlinico (MIAC) sede della scuola, il Pronto Soccorso del Policlinico, il Pronto Soccorso e la Medicina d'Urgenza di Baggiovara, i Pronto Soccorso di Vignola, Carpi, Pavullo e Imola, il Pronto Soccorso e la Medicina d'Urgenza di Reggio Emilia (Anna Maria Ferrari, primario del Pronto Soccorso dell'Ospedale Santa Maria Nuova è anche presidente della Società Italiana di medicina d'urgenza e sarà presente alle tesi).
A questi si aggiungono convenzioni col Sant'Orsola di Bologna, con l'Ospedale di Rimini, con diversi ospedali del Regno Unito, col Trauma Center di Baltimora (il più importante al Mondo) e con Emergency per portare gli specializzandi nelle zone di guerra (Sudan) o comunque problematiche (Perù). Infine, una collaborazione con l'esercito Italiano per la medicina legata ad eventi catastrofici.

Una situazione quindi in costante evoluzione che offre percorsi di specializzazione di elevato livello e che mette in campo anche una serie di progetti di miglioramento continuo e percorsi di integrazione della rete con l'obiettivo comune di assicurare alla comunità la migliore risposta possibile, all'interno di una rete. In questo ambito spicca il "Progetto equità di accesso" che proietta i Pronto Soccorso in una dimensione, almeno in parte, nuova, che va oltre il lavoro di triage svolto da un infermiere con formazione specifica, che valuta e inquadra il paziente al momento dell'accesso alla struttura secondo l'urgenza, stilando una lista di priorità trasparente. Il Pronto Soccorso diventa un luogo capace di intercettare bisogni complessi, non solo di tipo strettamente sanitario: anziani, senza fissa dimora, migranti, dipendenti da alcol o droghe, donne vittime di violenza passano infatti dai Pronto Soccorso.

Altrettanto rilevanti sono i Percorsi Diagnostico – Terapeutici Assistenziali (PDTA), di fatto un'applicazione del principio di equità secondo il quale un paziente deve ottenere la miglior assistenza possibile a prescindere da quale sia il punto di accesso alla rete al quale si rivolge. In quest'ottica, i percorsi, determinano la procedura di stabilizzazione del paziente e invio al centro più attrezzato secondo lo schema hub&spoke. Il Dipartimento ha anche avviato un programma di formazione dipartimentale (attraverso il Piano Formativo di Dipartimento) che coinvolge sia i medici, sia gli infermieri impiegati nelle diverse strutture che partecipano a vari corsi su tematiche legate all'emergenza. A ciò si aggiunge che tutti i Pronto Soccorso provinciali sono inseriti nella rete formativa per gli specializzandi di Emergenza – Urgenza; in questo modo possono arricchire la propria esperienza operando all'interno di tipologie di Pronto Soccorso tra loro anche molto differenti, dal più attrezzato al più piccolo.

All'incontro svoltosi questa mattina erano presenti, tra gli altri, la dottoressa Kyriakoula Petropulacos, Direttore Generale del Policlinico di Modena, la dottoressa Mariella Martini, Direttore Generale dell'Azienda USL di Modena, il prof. Paolo Frigio Nichelli, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia, il prof. Maurizio Ponz de Leon, Direttore della Scuola di Specializzazione in Emergenza–Urgenza, la dottoressa Anna Maria Ferrari, rappresentante della SIMEU (Società italiana medicina di emergenza urgenza) nonché direttore del Pronto Soccorso e Medicina d'Urgenza dell'Azienda Usl di Reggio Emilia (struttura che fa parte della rete formativa), il dottor Anselmo Campagna, direttore sanitario del Policlinico di Modena, il dottor Carlo Tassi, Direttore del Dipartimento Interaziendale di Emergenza Urgenza, il dottor Lucio Brugioni, Direttore della Medicina Interna e Area Critica del Policlinico, il dottor Giovanni Pinelli, Direttore Medicina d'urgenza e Pronto soccorso del Nuovo Ospedale Civile S. Agostino-Estense e il dottor Antonio Luciani, Direttore del Pronto Soccorso del Policlinico.

(Fonte: ufficio stampa Ausl Modena)

Martedì, 17 Giugno 2014 09:36

Modena - Settimana nazionale del Pronto Soccorso

Iniziative in tutta la provincia per spiegare meglio come funziona l'emergenza sanitaria. Dal 20 al 22 giugno una stand nel centro commerciale GrandEmilia di Modena con medici e infermieri dei pronto soccorso degli ospedali -

Modena, 17 giugno 2014 -

Sono oltre 220mila le persone che ogni anno si rivolgono ai pronto soccorso della provincia di Modena: casi di differente gravità, dal pericolo di vita a traumi e patologie molto meno gravi. Un dato che ben descrive la mole di lavoro svolta dai professionisti che operano in queste importanti strutture sanitarie e proprio per far conoscere meglio la loro attività, dal 16 al 22 giugno, è in programma la settimana nazionale del Pronto Soccorso organizzata dalla Simeu, Società italiana di medicina di emergenza-urgenza. Obiettivo è favorire un "patto di alleanza" tra specialisti e popolazione per fare squadra insieme, migliorare la qualità del servizio e aprire un nuovo canale di dialogo tra chi cura e chi è curato, ascoltando le esigenze dei cittadini e spiegando dinamiche e problemi dell'attività di emergenza.

All'iniziativa hanno aderito le aziende sanitarie modenesi, Azienda USL e Policlinico, con varie iniziative su tutto il territorio. In particolare, da venerdì 20 a domenica 22 giugno, sarà allestito uno stand nel centro commerciale GandEmilia di Modena (via Emilia Ovest 1480) con medici e infermieri dei pronto soccorso della provincia di Modena. Perché si aspetta in pronto soccorso? A cosa è dovuto il sovraffollamento? Come funziona l'emergenza sanitaria? Quale tipo di assistenza si trova in pronto soccorso? A queste domande si cercherà di dare una risposta, spiegando dinamiche e trasformazioni in atto nel mondo dell'emergenza-urgenza.

(Fonte: ufficio stampa Ausl Modena)

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