Tra le novità, tac e risonanze magnetiche di sabato e domenica, incremento delle visite specialistiche nelle branche che presentano maggiori criticità, potenziamento dell'offerta da parte delle strutture pubbliche e private accreditate, azioni strutturali per riequilibrare domanda e offerta di prestazioni sanitarie -
Modena, 18 novembre 2014 -
Tac e risonanze magnetiche di sabato e domenica, incremento delle visite specialistiche nelle branche che presentano maggiori criticità, potenziamento dell'offerta da parte delle strutture pubbliche e private accreditate, azioni strutturali per riequilibrare domanda e offerta di prestazioni sanitarie. Sono alcune delle novità che emergono dal piano straordinario che l'Azienda USL di Modena ha predisposto, in collaborazione con l'Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico e l'Ospedale di Sassuolo, per il contenimento dei tempi di attesa per le prestazioni di specialistica ambulatoriale. Un intervento a tutto campo, realizzato in coerenza con la recente delibera della Regione Emilia-Romagna, con oltre 3milioni e 300mila euro per sostenere le spese relative all'assunzione di personale, all'acquisizione di nuove attrezzature e tecnologie, all'acquisto di prestazioni.
Il piano è stato presentato il 14 novembre dalle direzioni delle Aziende sanitarie modenesi all'assessorato alle Politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna. "L'incontro in Regione è stato estremamente proficuo e ci consente di investire in modo prioritario risorse per superare le criticità nell'ambito dell'assistenza specialistica ambulatoriale" spiega il direttore generale dell'Azienda USL di Modena Mariella Martini. "Il piano straordinario è lo strumento concreto col quale le aziende sanitarie vogliono rispondere in modo tempestivo ai bisogni di salute dei cittadini. Migliorerà l'accessibilità ad alcune prestazioni grazie all'apertura anche nei weekend, saranno incrementate le ore di attività degli specialisti e consolidati i percorsi per accedere a visite ed esami urgenti e programmati. Per garantire il corretto utilizzo delle risorse, il potenziamento dell'offerta di prestazioni sanitarie andrà di pari passo con il miglioramento dell'appropriatezza prescrittiva. E' un impegno che intendiamo rispettare e per questo ho affidato a un team multidisciplinare, coordinato dal direttore sanitario dell'Ausl, il compito di monitorare nel tempo lo stato di avanzamento e i risultati ottenuti".
Tac e risonanze il sabato e la domenica
La prima fase del piano è già operativa e prevede l'immissione nel sistema provinciale Cup di una notevole quantità di prestazioni. Il piano andrà a regime in dicembre e le azioni proseguiranno nel corso del 2015.
Una delle principali novità riguarda l'ampliamento delle giornate di apertura: dal 15 novembre, tac e risonanze magnetiche al Policlinico vengono erogate anche il sabato, mentre è già stata pianificata l'offerta di risonanze magnetiche il sabato pomeriggio e la domenica mattina presso l'Azienda USL di Modena. Sarà incrementata l'attività degli specialisti che lavorano nei poliambulatori distrettuali soprattutto nelle branche maggiormente critiche (cardiologia, oculistica, pneumologia, reumatologia e neurologia) e aumenterà di circa 36mila prestazioni l'offerta da parte delle strutture ospedaliere pubbliche e centri privati accreditati.
Visite urgenti e programmabili
Il piano straordinario, in coerenza con le indicazioni delle Regione, andrà a migliorare i percorsi per l'accesso alle visite e agli esami di specialistica ambulatoriale che hanno quattro livelli di priorità: urgente (prestazioni da effettuare entro 24 ore), urgente differibile (prestazioni da effettuare entro 7 giorni); programmabili (prestazioni da effettuare entro 30 giorni per le visite o 60 giorni per gli esami strumentali); programmate (prestazioni da effettuare secondo l'indicazione temporale indicata sulla ricetta dal medico proscrittore).
Per quanto riguarda le urgenze, quelle che devono essere erogate entro 24 ore dalla prescrizione, dallo scorso anno sono operative nuove modalità di accesso per visite ed esami. Le prestazioni richieste dal medico di famiglia o dal pediatra di libera scelta (visite cardiologiche, pneumologiche, chirurgiche, urologiche, otorino e gli esami di radiologia ossea e del torace) sono garantite con accesso diretto presso gli ospedali di riferimento, quindi senza prenotazione Cup e senza rivolgersi al Pronto Soccorso. Sempre nell'ottica di standardizzare su tutto il territorio provinciale l'accesso alle prestazioni urgenti, il piano prevede interventi anche per quanto riguarda le visite urgenti con priorità B, ovvero da erogare entro sette giorni. In particolare, è previsto un incremento dell'offerta delle prestazioni erogate con questa modalità e saranno ulteriormente definiti i criteri clinici di appropriatezza delle richieste.
Tra gli altri interventi già attuati e che hanno interessato alcune visite ed esami - prima visita oculistica, prima visita dermatologica, prima visita neurologica, prima visita cardiologica + ECG, ecografia addome e risonanze magnetiche cerebrali - vanno ricordati i 'percorsi di garanzia' per assicurare comunque la prestazione entro i tempi stabiliti dalla normativa. Questo lavoro sta già dando risultati positivi come confermano i numeri dai quali emerge che nel 2013 le prestazioni prenotate attraverso questa modalità sono arrivate a quasi 30mila (nel 2010 erano 9.792). Il piano straordinario prevede il consolidamento degli attuali percorsi e da marzo 2015 l'introduzione di ulteriori prestazioni, la visita otorino e urologica.
Assistenza odontoiatrica
Un altro settore che sarà soggetto a riorganizzazione è l'assistenza odontoiatrica che registra delle buone performance sulle urgenze, mentre presenta criticità legate ai tempi di attesa per le prime visite non urgenti e per le prestazioni terapeutiche. E' previsto, nell'ambito di una più generale revisione dei percorsi di presa in carico dei pazienti, un rilevante incremento dell'offerta che andrà ad aiutare soprattutto le fasce più deboli della popolazione (disabili, persone con disagio socio-economico, persone con gravi patologie).
Pazienti con malattie croniche
Tra le azioni strutturali, lo sviluppo e il potenziamento dei percorsi di "Follow up", ovvero la gestione delle malattie croniche. Tra i temi su cui le aziende sanitarie stanno già lavorando per la condivisione di percorsi clinico-organizzativi uniformi, la reumatologia, l'oculistica, le colonscopie, la dermatologia, la senologia. A questo si aggiunge che per la presa in carico dei pazienti con malattie croniche (diabete, ipertensione, scompenso cardiaco, malattie polmonari, disturbi cognitivi e persone in terapia con farmaci anticoagulanti) sono già attive in provincia di Modena diverse Case della salute che diventeranno sempre più il punto di riferimento per questo tipo di patologie e per lo sviluppo di progetti di telemedicina.
Sensibilizzazione dei cittadini
Saranno messe in campo anche azioni per sensibilizzare i cittadini a disdire la prenotazione quando non ci si può recare all'appuntamento. Per evitare di dimenticare una prenotazione, sarà attivo un apposito servizio automatico che provvede, per alcune prestazioni particolarmente complesse o con lunghi tempi di attesa, a ricordare con una telefonata e con un sms la data dell'appuntamento, richiedendone la conferma o l'eventuale annullamento. Va ricordato che, sulla base della normativa nazionale, gli utenti impossibilitati a presentarsi a una visita o prestazione devono disdirla. Nel caso in cui l'utente non si presenti all'appuntamento, non fa la disdetta o lo fa fuori tempo massimo, la legge prevede, per chi non è esente, il pagamento del ticket.
(Fonte: Ufficio Stampa Azienda USL di Modena)
Sono utilizzati sia per l'attività di screening del carcinoma mammario, sia per l'attività di senologia clinica. Saranno acquistate complessivamente cinque nuove attrezzature con un investimento complessivo di circa 500mila euro -
Modena, 6 novembre 2014 -
Due nuovi mammografi di ultima generazione sono stati installati negli ospedali a Vignola e Pavullo. Le nuove apparecchiature sono in funzione presso i Servizi di Radiologia e vengono utilizzate nell'ambito dello screening per la diagnosi precoce dei tumori della mammella e per l'attività di senologia clinica.
Le attrezzature sono state acquisite nell'ambito di un programma provinciale di rinnovo che prevede complessivamente l'installazione di cinque nuovi mammografi che, oltre ai due ospedali dell'area Sud, coinvolgerà anche Carpi, Castelfranco Emilia e Modena. L'investimento complessivo da parte dell'Azienda USL è di circa 500mila euro.
"Grazie all'introduzione dei nuovi mammografi migliora in modo determinante la qualità dell'esame", spiega il dottor Lorenzo Guicciardi, direttore del Servizio di Radiologia degli Ospedali di Pavullo e Vignola. "L'utilizzo delle nuove attrezzature determina vantaggi per la paziente e per il medico radiologo, che può eseguire la mammografia in modo più rapido ed efficace. La metodica consente di ottenere immagini di ottima qualità con un consistente abbattimento della dose radiante e questo rappresenta un notevole vantaggio per le donne che nel processo di screening devono sottoporsi più volte all'esame. La possibilità di ottenere immagini digitalizzate permette al radiologo di utilizzare potenti strumenti di elaborazione rendendo possibile la corretta visualizzazione di ogni singola area della mammella e facilita la diagnosi delle diverse patologie, in particolare del tumore".
Le attrezzature installate a Pavullo e Vignola dal Servizio Ingegneria Clinica dell'Ausl hanno un valore complessivo di 140mila euro e sono integrate direttamente con il "RIS-PACS" (Radiological Information System - Picture Archiving and Communication System), il sistema centralizzato che connette ospedali e strutture sanitarie della nostra provincia e che consente di memorizzare le immagini prodotte dai mammografi digitali in tempo reale e per successivi richiami da parte dei professionisti e per la consultazione dello storico.
L'installazione delle nuove attrezzature è stata anche l'occasione per ristrutturare i locali che li accolgono: in aggiunta al consolidamento strutturale e impiantistico, sono stati eseguiti lavori che hanno permesso la realizzazione di ambulatori mammografici più ampi e con maggior comfort per le donne che devono sottoporsi all'esame.
Il programma di screening del tumore alla mammella
Nella nostra provincia, così come avviene in tutta l'Emilia-Romagna, è attivo da alcuni anni il programma di screening per la diagnosi precoce dei tumori della mammella. Il programma propone la mammografia ogni anno alle donne dai 45 ai 49 anni e ogni due anni alle donne dai 50 ai 74 anni (circa 136mila donne in provincia di Modena). Gli esami sono gratuiti, così come tutti gli approfondimenti diagnostici e terapeutici eventualmente necessari. Per informazioni è possibile chiamare il numero verde 800 033 033 (attivo nei giorni feriali dalle 8.30 alle 17.30, il sabato dalle 8.30 alle 13.30) oppure consultare il sito internet www.ausl.mo.it/screening
(Fonte: ufficio stampa Azienda Usl MO)
Quest'anno registrate già otto intossicazioni, due i casi i più gravi causati da Amanita phalloides e da Lepiota brunneoincarnata. L'Ispettorato Micologico del Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione – presente con punti controllo a Modena, Carpi, Mirandola, Sassuolo, Montefiorino, Pavullo e Vignola – ricorda l'importanza di farli controllare prima di consumarli. In caso di ingestione di funghi velenosi è necessario recarsi sempre e il più presto possibile al pronto soccorso -
Modena, 1 novembre 2014 -
L'autunno è un'ottima stagione per la raccolta dei funghi, bisogna però ricordare che questi preziosi e ricercati prodotti del bosco possono nascondere insidie che non devono essere sottovalutate. Infatti, quest'anno, gli episodi di intossicazione registrati negli ospedali della provincia di Modena sono già stati sette e hanno coinvolto otto persone. Due i casi più gravi, anziani che hanno ingerito funghi che appartengono ai generi Amanita e Lepiota. I funghi velenosi sono stati scambiati per ovulo buono (Amanita caesarea), e cappelline (Marasmius oreades), funghi commestibili.
È quindi importante ricordare che prima di mangiare funghi spontanei raccolti nel sottobosco o nei prati in pianura è sempre opportuno verificarne la commestibilità presso uno dei centri dell'Ispettorato Micologico del Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione dell'Azienda Usl che li controllerà gratuitamente. Va anche ribadito che in caso di sintomi insorti dopo l'ingestione di funghi è necessario recarsi sempre e il più presto possibile in pronto soccorso.
Per il controllo dei funghi non è necessaria la prenotazione ed è possibile contattare l'Ispettorato Micologico in caso di bisogno anche al di fuori degli orari prestabiliti. Il servizio – presente con punti controllo a Modena, Carpi, Mirandola, Sassuolo, Montefiorino, Pavullo e Vignola – è rivolto anche ai commercianti e ristoratori che possono accedere al controllo e alla certificazione obbligatoria dei funghi destinati alla vendita e alla somministrazione. Ulteriori informazioni possono essere richieste inviando una e-mail al seguente indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. È possibile consultare orari e sedi dei punti di controllo dell'Ispettorato micologico sul sito web www.ausl.mo.it/funghi
In allegato la scheda con la descrizione dei funghi che causano intossicazioni.
(Fonte: Ufficio Stampa Azienda USL di Modena)
Il 3 novembre a causa dello sciopero del personale del Comparto del Servizio Sanitario Nazionale Policlinico e Azienda USL consigliano comunque di telefonare al reparto che eroga la prestazione prima di presentarsi -
Modena, 30 ottobre 2014 -
Verranno garantiti i servizi essenziali. Policlinico e Azienda USL consigliano comunque di telefonare al reparto che eroga la prestazione prima di presentarsi.
La Sanità Pubblica è interessata dallo sciopero generale proclamato per l'intera giornata di lunedì 3 novembre 2014 da NURSIND. Lo sciopero riguarda il personale del Comparto del Servizio Sanitario Nazionale, escluso il personale dirigente.
L'Azienda Ospedaliero - Universitaria di Modena e l'Azienda USL di Modena al fine di scongiurare disagi agli utenti consigliano di informarsi prima di presentarsi agli ambulatori, telefonando al reparto che eroga la prestazione.
Come prevedono le norme vigenti saranno garantiti i servizi minimi essenziali.
(Fonte: ufficio stampa Ausl Modena)
Un'evoluzione che ha come elemento guida la centralità del paziente. Previste aree omogenee organizzate in base al bisogno assistenziale del malato che consentiranno un utilizzo ottimale delle professionalità e delle tecnologie.
Modena, 29 ottobre 2014 -
L'Ospedale di Sassuolo si trasforma, evolve e si riorganizza adottando il modello per intensità di cura. Un'evoluzione importante che ha come elemento guida la centralità del paziente, attorno al quale si muoveranno i professionisti e si aggregheranno le tecnologie di cui la struttura dispone. L'ospedale per intensità di cura ha una chiara identità che si può riassumere in tre aspetti essenziali: una migliore appropriatezza degli interventi, maggiore interdisciplinarietà dell'atto medico dato che professionisti di diverse discipline lavoreranno insieme in un'unica area, aumento delle occasioni d'informazione nei confronti del paziente e dei suoi famigliari grazie alla presenza di un soggetto di riferimento facilmente identificabile. Infatti il paziente, nell'ambito di una equipe predefinita, avrà un unico interlocutore medico ed un unico interlocutore infermieristico.
Per dare concreta applicazione al nuovo modello, nell'ospedale organizzato per intensità di cura sono previsti tre differenti livelli assistenziali: uno ad intensità alta che comprende le degenze intensive e sub-intensive (ad esempio rianimazione, unità di terapia intensiva cardiologica, ecc...) collocato al primo piano; un secondo, ad intensità media, che comprende le degenze suddivise per aree funzionali (Area medica, chirurgica, materno-infantile ...) e infine uno a bassa intensità, dedicato ai pazienti post-acuti. I nuovi percorsi di ricovero saranno individuati partendo dalla valutazione di due parametri principali: l'instabilità clinica della persona assistita e il livello di bisogno assistenziale del paziente.
Giunge quindi a pieno compimento il percorso di avvicinamento avviato all'inizio del 2013 in coerenza con le indicazioni della Regione Emilia-Romagna e della direzione dell'Azienda Usl di Modena che porterà al superamento di un'organizzazione strutturata in Reparti o Unità operative in base alla patologia e alla disciplina medica per la sua cura. Queste ultime saranno sostituite da aree omogenee, chiamate "piattaforme logistiche di ricovero", che aggregano i pazienti in base alla maggiore o minore gravità del caso e al conseguente minore o maggiore livello di complessità assistenziale.
"Si tratta di un passaggio molto importante che andrà ad incidere positivamente sulla qualità della cura e sull'efficienza organizzativa. La parola chiave sarà l'integrazione. Potremo sviluppare ulteriormente il nostro lavoro che punta al miglioramento continuo dell'assistenza valorizzando i professionisti e le dotazioni tecnologiche delle quali disponiamo. Tutti insieme abbiamo lavorato per quasi due anni, per prepararci nel migliore dei modi a questa evoluzione. Il progetto è stato studiato, condiviso, verificato in tutti i suoi aspetti e grazie alla grande disponibilità e attenzione da parte di tutto il personale siamo pronti per rendere operativa la trasformazione" ha sottolineato il direttore generale dell'Ospedale di Sassuolo, Bruno Zanaroli.
"L'Azienda Usl di Modena ha aderito alla sperimentazione promossa dalla Regione, al fine promuovere l'adozione in tutti i nostri ospedali del nuovo modello organizzativo, che offre notevoli vantaggi sia per i pazienti, cui viene garantito il livello di intensità assistenziale adeguato, che per assicurare un utilizzo virtuoso delle competenze professionali e delle attrezzature a disposizione. Interventi di questa natura sono già stati posti in essere a Pavullo ed a Mirandola e sono in fase di avvio a Baggiovara, ma non vi è dubbio che l'Ospedale di Sassuolo rappresenta la struttura all'interno della quale ad oggi il cambiamento sarà più significativo. Ho seguito con attenzione il lavoro preparatorio svolto sino ad ora e sono convinta che il risultato sarà più che soddisfacente. Allargando l'orizzonte al contesto provinciale, vorrei sottolineare che questi interventi determineranno positive ricadute sull'organizzazione più complessiva dei servizi sanitari che potranno così trovare un equilibrio ancora più soddisfacente tra assistenza ospedaliera e servizi territoriali" ha evidenziato il direttore generale dell'Azienda Usl di Modena, Mariella Martini.
Il nuovo modello organizzativo e le sue peculiarità sono state presentate questa mattina, 29 ottobre, durante una conferenza stampa tenutasi presso l'Ospedale di Sassuolo alla quale erano presenti oltre a Bruno Zanaroli e Mariella Martini, anche Maria Pia Biondi e Andrea Donati, rispettivamente presidente e direttore sanitario dell'Ospedale di Sassuolo, Massimiliano Morini, sindaco di Maranello e attuale presidente dell'Unione dei Comuni del Distretto Ceramico e Maria Costi, sindaco di Formigine e vice-presidente della Provincia di Modena.
PER AIUTARE LE PERSONE AD ORIENTARSI
Un'attenzione particolare è stata posta anche agli aspetti legati alla comunicazione rivolta ai cittadini. Per facilitare l'orientamento all'interno della struttura ospedaliera, ad ogni posto letto è assegnato un numero composto da tre cifre ed una lettera: la prima cifra indica il piano in cui è ricoverata la persona assistita, la lettera la scala; gli ulteriori due numeri indicano il posto letto assegnato nell'area di degenza. Ad esempio il numero 1 B 02, indica il 1°piano Scala B letto 02.
Pazienti e loro familiari per orientarsi in modo semplice potranno contare anche su una segnaletica completamente rinnovata che abbina alle indicazioni delle varie aree sette differenti colorazioni. L'area rossa, ad esempio identifica quella ad alta intensità di cura, quella verde la degenza medica a media intensità di cura, quella arancione la degenza chirurgica a media intensità di cura. È stato inoltre realizzata una piccola guida stampata che sarà messa a disposizione dei visitatori. Infine per condividere nel modo più ampio possibile la filosofia e le finalità della riorganizzazione dell'ospedale per intensità di cura, presso tutti gli ambulatori dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta verrà affissa una locandina appositamente creata.
ASSISTENZA OSPEDALIERA PER INTENSITÀ DI CURA:
Una scelta innovativa che parte dalla Regione Emilia-Romagna
Un ospedale non più strutturato come da tradizione in Reparti o Unità operative in base alla patologia e alla disciplina medica per la sua cura, ma organizzato in aree, chiamate "piattaforme logistiche di ricovero", che aggregano i pazienti in base alla maggiore o minore gravità del caso e al conseguente minore o maggiore livello di complessità assistenziale. E' questo il "nuovo" modello di ospedale che si sta realizzando anche in Emilia-Romagna per coniugare al meglio sicurezza, efficienza, efficacia ed economicità dell'assistenza mettendo al centro il paziente e il livello del suo bisogno di assistenza. L'ospedale "per intensità di cura" assicura la più completa integrazione delle diverse competenze professionali necessarie per trattare le diverse patologie di pazienti.
I criteri per la scelta dell'area di ricovero
I parametri sono essenzialmente due:
l'instabilità clinica della persona assistita e il livello di bisogno assistenziale del paziente. Inoltre, nella scelta può risultare rilevante la durata prevista del ricovero.
I tre livelli su cui si basa il nuovo assetto:
un livello di intensità alta che comprende le degenze intensive e sub-intensive (ad esempio rianimazione, unità di terapia intensiva cardiologica (UTIC), ecc...);
un livello di intensità media che comprende le degenze suddivisi per aree funzionali (Area medica, chirurgica,materno-infantile ...);
un livello di intensità bassa dedicato ai pazienti post-acuti.
Rispetto ai percorsi che saranno predisposti per accogliere la persona assistita, è prevista la creazione di apposite cabine di regia, veri e propri luoghi fisici di coordinamento. In questo modo, che sia per chi segue un percorso programmato, sia per chi è invece inserito in un percorso legato ad un'emergenza può contare su una più ampia condivisione delle informazioni, una maggiore integrazione tra i professionisti che curano la stessa persona, e una maggiore appropriatezza del trattamento.
LE OPPORTUNITA' OFFERTE
Valorizzazione delle competenze
La nuova organizzazione consente al medico di concentrarsi sulle proprie competenze distintive e di esercitarle nelle diverse piattaforme logistiche di ricovero, ovunque siano i pazienti di cui ha la responsabilità clinica; al tempo stesso consente all'infermiere di valorizzare appieno le proprie competenze professionali e il proprio ruolo.
Ottimizzazione organizzativa e dell'utilizzo delle risorse
Un altro aspetto di grande rilevanza è l'ottimizzazione dell'utilizzo delle risorse tecnologiche e strutturali (gli ambienti di degenza, le sale operatorie, gli ambulatori, i servizi di diagnosi, in una parola tutte le strutture assistenziali sono utilizzabili da più professionisti) e delle risorse umane (i diversi professionisti sono chiamati a un confronto quotidiano). Permette inoltre di diminuire i posti letto non utilizzati in modo ottimale.
L'OSPEDALE DI SASSUOLO, DALLA SPERIMENTAZIONE ALL'ATTUAZIONE
A livello regionale, la sperimentazione per introdurre l'organizzazione per intensità di cura è stata avviata nel 2012 e riguarda 9 Aziende sanitarie che hanno risposto a un bando del Fondo per la modernizzazione (uno dei quattro programmi di ricerca e innovazione del Servizio Sanitario Regionale), promosso dall'Agenzia sanitaria e sociale regionale. Si tratta di: Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, Azienda Usl di Bologna, Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, Azienda Usl di Imola, Azienda Usl di Forlì, Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia, Azienda Usl di Reggio Emilia, Azienda Usl di Piacenza. La sperimentazione è stata accompagnata da uno specifico supporto formativo.
Le fasi di avvicinamento
Erano in tutto sei le fasi previste per arrivare alla piena attuazione del modello organizzativo per intensità di cura all'interno dell'Ospedale di Sassuolo. Avviato il percorso all'inizio del 2013, ed ormai esaurite le prime cinque – analisi della situazione esistente, definizione degli scenari, condivisione interna del progetto, studio piano di fattibilità, progettazione operativa – ora si è pronti per l'adozione delle soluzioni che porteranno la struttura di Via Ruini ad essere la prima in provincia di Modena a mettere in atto un piano così articolato e strutturato rispetto alla sperimentazione indicata dalla Regione. In particolare l'avvio ufficiale è previsto a partire dai primi giorni di novembre.
Un accurato percorso di formazione per il personale
Per arrivare preparati all'evoluzione verso l'ospedale per intensità di cure, tutto il personale è da tempo stato coinvolto attraverso diversi momenti formativi volti a far conoscere e condividere il progetto.
Percorsi facilmente riconoscibili grazie anche ai colori
Sono previste sette aree di ricovero, adeguatamente indicate da una nuova segnaletica, facilmente identificabili grazie anche ai colori:
AREA ROSSA
area di degenza per persone con problemi di salute di natura cardiologica, pneumologica, di medicina d'urgenza e post intervento chirurgico
AREA VERDE A MEDIA INTENSITA' DI CURA
area di degenza per persone con problemi di salute di natura medico internistica o di medicina
d'urgenza
AREA BLU A MEDIA INTENSITA' DI CURA
area di degenza per persone con problemi di salute di natura medico internistica cardiologica e
pneumologica
AREA ROSA
area di degenza di ostetricia e pediatria
AREA LILLA A MEDIA INTENSITA' DI CURA
area di degenza per persone con problemi di salute di natura chirurgica ed urologica
AREA ARANCIONE A MEDIA INTENSITA' DI CURA
area di degenza per persone con problemi di
salute di natura ortopedica e di chirurgia plastica
AREA GIALLA A MEDIA INTENSITA' DI CURA
area di degenza per persone con problemi di salute di natura ginecologica, proctologica, otorinolaringoiatrica e degenze brevi di ogni specialità chirurgica
(Fonte: ufficio stampa Ausl MO)
I Giochi, libri, colori e DVD consegnati alle maestre dello Spazio Scuola. L'iniziativa fa parte del progetto DREAMbox che i Rotaract italiani hanno promosso su tutto il territorio nazionale in favore dei bambini oncologici -
Modena, 22 ottobre 2014 -
Rotaract, la sezione del Rotary club dedicata ai giovani tra i 18 e i 30 anni, ha donato 25 cofanetti, ciascuno contenente giocattoli, libri e DVD ai bambini ricoverati all'Oncoematologia Pediatrica del Policlinico, diretta dal prof. Paolo Paolucci. I regali sono stati consegnati lunedì 20 ottobre, dai ragazzi del Distretto Rotaract 2072, che raggruppa i club di Emilia – Romagna e Repubblica di San Marino: i responsabili del progetto Matteo Lodi e Giordano Giubertoni, accompagnati da Rebecca Lazzari, Matteo Benetti. Ad accoglierli i medici della struttura, guidati dal prof. Paolo Paolucci, la dottoressa Francesca Torcasio in rappresentanza della direzione sanitaria, Marisa Sverberi maestra dello Spazio Scuola, Mirella Cantaroni dell'Ufficio Comunicazione e Patrizia Romeo di ASEOP.
L'iniziativa fa parte del progetto DREAMbox (www.dreamboxitalia.org) che i Rotaract italiani hanno promosso su tutto il territorio nazionale in favore dei bambini oncologici. All'interno dei cofanetti i bambini troveranno giocattoli e materiale didattico, offerti da diverse aziende che partecipano al progetto. In Emilia – Romagna oltre al Policlinico, al progetto ha aderito l'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Bologna.
(Fonte: ufficio stampa Ausl Modena)
Un programma ricchissimo, con oltre 80 appuntamenti. Ospiti internazionali Norman Sartorius, presidente dell'associazione internazionale per il miglioramento dei programmi di salute mentale, Lily Peppou, ricercatrice dell'Istituto di Salute Mentale dell'Università di Atene. E tra gli altri Eugenio Borgna, psichiatra e saggista.
Modena, 11 ottobre 2014 -
"Le parole della Crisi", sarà questo il filo conduttore che animerà Màt, la Settimana della Salute Mentale, in programma dal 18 al 24 ottobre, a Modena. Giunta alla IV edizione, la manifestazione - promossa dal Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell'Azienda Usl e sostenuta da Regione Emilia-Romagna, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, con il patrocinio del Comune di Modena e degli altri Comuni della provincia, ed il coinvolgimento attivo delle Associazioni di Utenti e Familiari - si conferma, per quantità e qualità delle proposte, esser punto di riferimento nazionale nell'ambito della riflessione sul tema della salute mentale. Màt propone convegni, dibattiti politico-sociali, momenti di studio e confronto, con l'obiettivo di rafforzare l'idea di Salute Mentale come patrimonio collettivo. "Le parole della Crisi", non bisogna mai dimenticarlo, sono quelle che designano le difficoltà di questi anni, ma anche quelle che descrivono le risorse attive alle quali possiamo attingere per costruire un nuovo modello di welfare, equo e sostenibile.
"Anche quest'anno, grazie a Màt, abbiamo l'opportunità di sviluppare un confronto, davvero ampio, sul tema della salute mentale. Come Azienda Usl, in questo ambito, consapevoli che le difficoltà determinate dalla prolungata crisi economica, alle quali peraltro, nell'area nord si sono aggiunte le ripercussioni derivanti dal terremoto, abbiamo effettuato ulteriori investimenti. In particolare sono state messe in atto politiche per rafforzare la capacità di risposta dei centri di salute mentale. È una scelta che connota la nostra provincia e più in generale l'intera Regione Emilia-Romagna. Attraverso azioni mirate intendiamo quindi offrire un ulteriore sostegno alle persone che vivono una fase di disagio legato alla salute mentale" ha sottolineato il direttore generale dell'Azienda Usl di Modena, Mariella Martini.
"Con questa nuova edizione della Settimana della Salute Mentale si vuole rafforzare in tutti noi la convinzione che l'attraversamento della crisi, il cercare di trovare una via d'uscita che "non lasci indietro nessuno", rappresentano un impegno etico e di cittadinanza, oltre che professionale. Un impegno che va affrontato con il coinvolgimento di tutti, valorizzando le buone pratiche ma non sottraendosi al messaggio positivo che ogni crisi porta, vale a dire, come ricorda anche l'etimologia stessa della parola, l'opportunità di effettuare una scelta. Una scelta tra un prima e un dopo, tra un passato che ha prodotto quello che siamo e un futuro al quale apprestarsi per costruire un nuovo modello di welfare, equo e sostenibile" ha evidenziato Fabrizio Starace, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell'Azienda Usl di Modena durante la conferenza stampa di presentazione tenutasi giovedì 9 ottobre, alla vigilia della Giornata Mondiale della Salute Mentale.
"Fra le centinaia di persone con disagio seguite dai Servizi sociali tante sono quelle con patologia psichiatrica prese in carico in modo integrato con il Dipartimento di salute mentale – sottolinea l'assessore comunale al Welfare e alla Coesione sociale del Comune di Modena Giuliana Urbelli – Sempre più spesso notiamo infatti come il disagio sociale e l'aumento della povertà incidano negativamente sui disturbi psichici. Da qui l'importanza di puntare, come servizi sull'inserimento lavorativo e sul cohausing per dare una risposta complessiva a un disagio che nasce come sociale e diventa psicologico."
Ancora una volta Màt miscela, in modo assolutamente originale, tanti ingredienti con lo scopo di creare momenti di contaminazione tra soggetti e mondi diversi per ridurre le distanze e combattere i pregiudizi e la diffidenza. Accanto a conferenze e convegni di altissimo profilo scientifico, numerose sono infatti le iniziative messe in campo per coinvolgere l'intera comunità, per sensibilizzarla e rafforzare l'idea e la consapevolezza che il tema della salute davvero interessa tutti ed è indissolubilmente legato alla qualità della vita dell'intera società in cui viviamo.
Nei sette giorni della manifestazione saranno più di 80 gli appuntamenti in programma in tutta la provincia di Modena. La creazione del ricco programma si caratterizza per il coinvolgimento attivo di tantissimi soggetti a partire dagli stessi pazienti e dalle associazioni, tra le quali anche quelle dei loro familiari, di cui fanno parte. Ancora una volta tra gli attori principali ci saranno quindi i pazienti e coloro che si adoperano per la cura e l'assistenza, sia sotto il profilo sanitario che sociale.
All'incontro con i giornalisti hanno partecipato oltre a Mariella Martini, Direttore Generale dell'Azienda Usl di Modena e Fabrizio Starace, Tilde Arcaleni, Presidente del Comitato Utenti Familiari Operatori, Paola Relandini, Presidente Associazione Idee in Circolo.
Màt partirà sabato 18 ottobre con una giornata che si svolgerà presso l'Auditorium della Fondazione Marco Biagi, dedicata alla crisi, letta come emergenza, ma anche come passaggio obbligato e opportunità. Protagonisti della mattina saranno due eminenti rappresentanti della psichiatria internazionale: Norman Sartorius, con un intervento sulla "rivoluzione dei pazienti" come antidoto allo stigma, ed Eugenio Borgna che discuterà degli interrogativi cui è chiamata a rispondere la psichiatria del terzo millennio. Ricco anche il programma del pomeriggio. Nella prima parte si approfondiranno i vari scenari della crisi, da quello locale, tracciato dalla ricerca condotta da Fondazione Marco Biagi e Dipartimento di Salute Mentale, a quello internazionale, con il caso della Grecia presentato da Lily Peppou dell'Istituto di Psichiatria di Atene. Seguiranno quindi una serie di interventi su connessione tra crisi e servizi di salute mentale, a cura del prof. Francesco Amaddeo, e su politiche attive del lavoro, trattate dal dott. Franco Deriu dell'Isfol, Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori. La giornata si concluderà con una Tavola Rotonda, moderata dal direttore de L'Espresso Bruno Manfellotto, che offrirà l'opportunità di far dialogare tra loro istituzioni locali e regionali con i responsabili nazionali per le politiche della salute di CGIL, CISL e UIL.
Il programma completo può essere consultato sul sito dedicato www.matmodena.it
Per chi poi vuole vivere in diretta l'evento è possibile leggere aggiornamenti e commenti in tempo reale su facebook.com/matmodena.it e twitter@matmodena hashtag #mat2014
(Fonte: Ufficio Stampa Azienda USL di Modena)
L'indagine, che incrocia dati economici e sanitari, evidenzia un peggioramento significativo del benessere psicologico e un aumento del ricorso agli antidepressivi. Più accentuati questi effetti nella zone interessate dal terremoto. Dimostrata invece l'efficacia delle politiche attive per il lavoro per ridurre i rischi per la salute mentale.
Modena, 6 ottobre 2014 -
Crisi economica e salute mentale: arriva da Modena la conferma che esiste un legame forte tra le difficoltà economiche e il benessere psicologico. Ad evidenziarlo in modo inequivocabile l'indagine "Il costo della crisi in termini di salute mentale" realizzata congiuntamente dal Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell'Azienda Usl di Modena e dalla Fondazione Marco Biagi dell'Università di Modena e Reggio Emilia. Il dato più significativo emerge dalla comparazione dei numeri relativi ai primi accessi ai Centri di Salute Mentale dell'Ausl di Modena nel periodo compreso tra il 2006 al 2012. Nel caso degli uomini sono aumentati del 25% mentre per le donne l'incremento è 13%.
A ciò si aggiunge un aumento dell'uso di farmaci antidepressivi che nel quadriennio 2010 - 2014 ha registrato un incremento sensibilmente superiore rispetto a quanto avvenuto nelle altre province della Regione Emilia-Romagna.
"L'approfondita ricerca resa possibile grazie alla condivisione e comparazione dei numerosi dati – economici e sanitari – conferma che l'effetto negativo sulla salute mentale è diretto: difficoltà finanziarie, disoccupazione e indebitamento producono ansia e depressione, quella che noi addetti ai lavori definiamo "depressione motivata". I modenesi, in particolare, abituati a vivere in un contesto con un elevato standard sociale ed economico, risultano in qualche modo più sensibili rispetto ad una prolungata crisi economica. Un fenomeno che risulta accentuato nelle zone che hanno anche dovuto affrontare l'evento traumatico del terremoto" spiega Fabrizio Starace, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell'Azienda USL di Modena.
A livello nazionale, i dati dell'indagine ISTAT 2013 sulle Condizioni di Salute e Accesso ai Servizi Sanitari evidenziano come per gli individui di età superiore ai 14 anni l'indice di salute fisica è aumentato dal 49,9 del 2005 al 50,7 del 2012; l'indice di salute mentale è invece diminuito passando dal 49,6 al 48,8 (-0,8). Utilizzando le indagini elaborate a livello locale si nota come l'indice di salute fisica nella provincia di Modena sia rimasto stabile, passando dal 48,8 nel 2006 al 48,7 nel 2012; l'indice di salute mentale è invece diminuito più della media italiana (-2,6), passando dal 48,6 nel 2006 al 45,97 nel 2012.
Restringendo il campione alle persone di età tra i 25 ai 64 anni a Modena e disaggregando per genere, si rileva un peggioramento nella salute mentale in entrambi i sessi: -3,2 per gli uomini e - 2,7 per le donne.
Dalla ricerca però non emergono solo dati negativi. Lo studio evidenzia infatti in modo altrettanto chiaro l'efficacia dei programmi di inclusione e coinvolgimento in politiche attive del lavoro anche in chi soffre di disturbi psichiatrici gravi, persone che altrimenti graverebbero esclusivamente sul sistema assistenziale. Il lavoro svolto dall'Azienda Usl e dalla Fondazione Biagi evidenzia che una politica attiva indirizzata a migliorare l'inclusione lavorativa delle persone in trattamento presso i Centri di Salute Mentale ha un effetto positivo sul benessere individuale e riduce il ricorso all'assistenza psichiatrica ospedaliera.
Nella provincia di Modena circa 600 persone con problemi di salute mentale sono stati inseriti in politiche attive del lavoro (orientamento, formazione ed inserimento in contesti di lavoro) nell'anno 2012. Queste persone hanno mostrato una diminuzione dei ricoveri (0,15 nell'anno considerato contro 0,17 di coloro che – pur avendo analoghe caratteristiche cliniche – non hanno avviato percorsi di inserimento lavorativo) e della durata media di degenza (11,9 giorni contro 13,7). Se l'analisi viene ristretta alle persone con diagnosi di psicosi, i risultati sono molto più marcati: la diminuzione dei ricoveri è del 50% (0,11 contro 0,22) e la riduzione della degenza media è del 35% (9,5 giorni contro 15,3).
Questi risultati segnalano ai policy makers, vale a dire chi dispone del potere di elaborare e determinare orientamenti e strategie riguardanti le questioni più rilevanti per la società, la necessità di maggiore attenzione verso la manutenzione e l'incremento delle reti di sostegno per la salute mentale delle persone nei periodi di crisi e confermano l'utilità di ampliare l'accesso ai programmi di inserimento lavorativo per le persone con disagio psichico.
"La salute è una dimensione cruciale del benessere e dello sviluppo umano, l'indagine svolta a livello locale consente di verificare in che misura la crisi economica e il terremoto abbiano colpito in particolare la salute mentale. Tuttavia il nostro territorio è anche sede di innovative sperimentazioni che ci hanno consentito di evidenziare come le politiche attive possano, attraverso l'inserimento lavorativo, contribuire a migliorare la salute mentale con un effetto positivo anche sulla spesa sociosanitaria considerando gli effetti evidenti dalle stime microeconometriche effettuate." asserisce Tindara Addabbo economista del lavoro presso la Fondazione Marco Biagi dell'Università di Modena e Reggio Emilia.
La presentazione in anteprima dei risultati l'indagine "Il costo della crisi in termini di salute mentale" – all'argomento saranno dedicate diverse iniziative nell'ambito di Màt la settimana della salute mentale in programma dal 18 al 24 ottobre – è avvenuta il 3 ottobre, presso la sede della Direzione Generale dell'Azienda Usl di Modena, alla presenza dei due responsabili dello studio Fabrizio Starace, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell'Azienda Ausl di Modena e Tindara Addabbo, economista del lavoro presso la Fondazione Marco Biagi dell'Università di Modena e Reggio Emilia.
Il costo della crisi in termini di salute mentale: Il caso di Modena
LA SINTESI DELL'INDAGINE
Chi ha realizzato l'indagine
La ricerca "Il legame tra crisi economica e salute mentale: il caso Modena" è il frutto del lavoro congiunto del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell'Azienda Usl di Modena e della Fondazione Marco Biagi dell'Università di Modena e Reggio Emilia.
La strategia utilizzata nel condurre l'indagine
Questo lavoro usa una strategia multilivello per misurare l'impatto della crisi economica sulla salute mentale: i risultati preliminari mostrano una riduzione dell'indice di salute mentale più accentuata per le donne e suggeriscono un impatto positivo delle politiche attive del mercato del lavoro.
I dati analizzati
Sono quelli relativi a due indagini sulle condizioni socio-economiche delle famiglie di Modena (ICESmo) condotte dal Centro di Analisi delle Politiche Pubbliche del Dipartimento di Economia Marco Biagi (Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia). Una delle due indagini è stata realizzata nel 2006 (ICESmo 2) mentre l'altra nel 2012 (ICESmo 3).
Inoltre, sono stati usati una serie di dati sugli accessi ai Centri di Salute Mentale del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche e sul consumo di farmaci antidepressivi; infine è stato calcolato il rilievo del ricorso alle strutture ospedaliere delle persone seguite per motivi di salute mentale presso il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche, confrontando quelle per le quali sono stati attivati percorsi di formazione/inserimento lavorativo con un gruppo appaiato per diagnosi che non aveva intrapreso tali percorsi.
PREMESSA
La grande recessione ha causato costi tangibili in termini di tagli nell'occupazione e nella riduzione del reddito nei Paesi Europei. L'incertezza derivante dalla perdita del lavoro e l'espandersi di condizioni lavorative precarie sono state già da tempo individuate come determinanti di una precaria salute mentale.
A livello nazionale, i dati dell'indagine ISTAT 2013 sulle Condizioni di Salute e Accesso ai Servizi Sanitari evidenziano come per gli individui di età superiore ai 14 anni l'indice di salute fisica sia aumentato dal 49,9 del 2005 al 50,7 del 2012; l'indice di salute mentale è invece diminuito passando dal 49,6 al 48,8 (-0,8). Utilizzando le indagini ICESmo 2 e ICESmo 3 si nota come l'indice di salute fisica nella provincia di Modena sia rimasto stabile, passando dal 48,8 nel 2006 al 48,7 nel 2012; l'indice di salute mentale è invece diminuito più della media italiana (-2,6), passando dal 48,6 nel 2006 al 45,97 nel 2012.
Restringendo il campione alle persone di età tra i 25 ai 64 anni a Modena e disaggregando per genere, si rileva un peggioramento nella salute mentale in entrambi i sessi: -3,2 per gli uomini e - 2,7 per le donne. L'analisi multivariata mostra che le donne hanno uno svantaggio in termini di salute mentale rispetto alla salute fisica e che il livello di istruzione gioca un ruolo decisivo per la salute fisica femminile, mentre non ha effetti su quella maschile.
Inoltre, essere disoccupato da meno di un anno ha un effetto statisticamente significativo e negativo per gli uomini, riducendo la loro salute mentale del 19%, mentre la disoccupazione di lungo periodo ha un effetto negativo dell'11%, soprattutto sulle donne. Infine, il risiedere in un'area della provincia di Modena che è stata colpita dal terremoto diminuisce del 5% la salute mentale sia nelle donne che negli uomini, mentre la salute fisica solo nelle donne è nella misura del 4%.
La diminuzione dello stato di salute mentale rilevato con le indagini ICESmo 2 e ICESmo 3 trova conferma dall'analisi dei dati amministrativi sull'incidenza delle persone in contatto presso i Centri di Salute Mentale dell'AUSL di Modena. Dal 2006 al 2012, sebbene le donne risultino essere in entrambi gli anni più frequenti (includendo sia i primi contatti che quelle in trattamento), la variazione è stata più alta per gli uomini, soprattutto considerando i primi contatti. Infatti, i primi contatti per gli uomini sono aumentati del 25% mentre quelli delle donne del 13%. Se si considerano le persone in trattamento continuativo presso i Centri di Salute Mentale, la percentuale è aumentata del 28% per gli uomini e del 22% per le donne.
I dati sul consumo di farmaci mostrano anche che l'uso di antidepressivi dal 2010 al 2013 è aumentato nella Provincia di Modena più che nelle altre province della regione.
GLI EFFETTI DELLE POLITICHE DEL LAVORO
E' stata infine condotta un'analisi sugli effetti che politiche attive del lavoro possono avere su persone che hanno presentato disturbi psichiatrici e non dispongano di una collocazione lavorativa. Lo studio ha evidenziato che una politica attiva indirizzata a migliorare l'inclusione lavorativa delle persone in trattamento presso i CSM ha un effetto positivo sul benessere individuale e riduce il ricorso all'assistenza psichiatrica ospedaliera.
Nella provincia di Modena circa 600 persone con problemi di salute mentale sono stati inclusi in politiche attive del lavoro (orientamento, formazione ed inserimento in contesti di lavoro) nell'anno 2012. Queste persone hanno mostrato una diminuzione dei ricoveri (0,15 nell'anno considerato contro 0,17 di coloro che – pur avendo analoghe caratteristiche cliniche – non hanno avviato percorsi di inserimento lavorativo) e della durata media di degenza (11,9 giorni contro 13,7).
MODENA, 18-24 OTTOBRE 2014 MÀT, SETTIMANA DELLA SALUTE MENTALE
Focus su crisi, lavoro, migrazione, carcere
Ospiti internazionali Norman Sartorius, presidente dell'associazione internazionale per il miglioramento dei programmi di salute mentale, Lily Peppou, ricercatrice dell'Istituto di Salute Mentale dell'Università di Atene. E tra gli altri Eugenio Borgna, psichiatra e saggista, Luciano Carrino, psichiatra, Presidente della Scuola Internazionale "Knowledge, Innovations, Policies and Territorial Practices" delle Nazioni Unite.
"Le parole della Crisi", sarà questo il filo conduttore che animerà Màt, la Settimana della Salute Mentale, in programma dal 18 al 24 ottobre, a Modena. Giunta alla IV edizione, la manifestazione - promossa dal Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell'Azienda Usl e sostenuta da Regione Emilia-Romagna, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, con il patrocinio del Comune di Modena e degli altri Comuni della provincia, ed il coinvolgimento attivo delle Associazioni di Utenti e Familiari - si conferma, per quantità e qualità delle proposte, esser punto di riferimento nazionale nell'ambito della riflessione sul tema della salute mentale. Màt propone convegni, dibattiti politico-sociali, momenti di studio e confronto, con l'obiettivo di rafforzare l'idea di Salute Mentale come patrimonio collettivo. "Le parole della Crisi" sono quelle che designano le difficoltà di questi anni, ma anche quelle che descrivono le risorse attive alle quali possiamo attingere per costruire un nuovo modello di welfare, equo e sostenibile.
L'inaugurazione sarà affidata a due eminenti esponenti della psichiatria mondiale, Norman Sartorius, presidente dell'associazione internazionaleper il miglioramento dei programmi di salute mentale, ed Eugenio Borgna, psichiatra, primario emerito, docente,saggista e divulgatore. Da segnalare la presentazione della ricerca che il Dipartimento di Salute Mentale e la Fondazione Marco Biagi hanno condotto sulle connessioni tra crisi, lavoro e salute mentale a Modena. Per informazioni: www.ausl.mo.it
(Fonte: ufficio stampa Ausl Modena)
La manifestazione è stata promossa da ASEOP per promuovere la costruzione della "Casa di Fausta". Un grazie a tutti i partecipanti da parte del Policlinico e di ASEOP.
Modena, 29 settembre 2014 -
Grande successo, venerdì scorso 26 settembre per "Una corsa verso casa", la manifestazione podistica non competitiva organizzata da ASEOP (Associazione Sostegno Ematologia e Oncologia Pediatrica), per sensibilizzare l'opinione pubblica sul progetto La Casa di Fausta, una moderna struttura che sorgerà nei pressi del Policlinico, in via Campi, destinata ad accogliere i piccoli ricoverati in Oncoematologia pediatrica e i loro familiari. Sono stati, infatti, 1.176 i partecipanti che si sono schierati ai blocchi di partenza della corsa nell'area all'ingresso del Policlinico che ha permesso di raccogliere oltre 2.000 euro e che è stata trasmessa anche in diretta nelle televisioni a disposizione dei degenti.
La camminata ludico-motoria, patrocinata dal Comune, dal Policlinico di Modena e da "Trenta Ore per la Vita" aveva l'obiettivo di far conoscere il progetto e raccogliere ulteriori fondi per arrivare alla sua apertura entro la fine dell'anno prossimo. La "Casa di Fausta", che prende il nome dalla compianta professoressa Fausta Massolo, avrà 15 appartamenti con biblioteca, spazio ludico interno, giardino, palestra per la riabilitazione, uffici e magazzino. Il costo complessivo del progetto, arredi inclusi, è di 2 milioni di euro. Se tutto andrà secondo i piani, i lavori partiranno nel novembre 2014 e termineranno entro la fine del 2015.
È stato un bel pomeriggio di sport e solidarietà, al quale hanno partecipato tutte le principali realtà podistiche della Provincia, favorito anche da una bellissima giornata, a detta di tutti, "ideale per correre". Dei 1.176 partecipanti, infatti, 739 appartenevano alle diverse polisportive e gruppi podistici: Cittanova (146 iscritti), Madonnina (79), DLF Modena (50), Interforze (47), Sport Insieme Formigine (39), Ass. Un Cuore per la Vita (39), CNH New Holland (38), Atletica Ghirlandina (35), San Donnino (34), Podistica Sassolese (27), Rocca Formigine (26), San Damaso (24), ART Torrazzo (23), Podistica Modenese (22), Podistica Formiginese (17), RCM Casinalbo (14), Forese Nord (12), S. C. Guastalla (12), La Guglia di Sassuolo (11), Saliceta San Giuliano (11), Castelfranco Emilia (8), Castelnuovo Rangone (7), MDS Panaria Group (5), Yoy Runner Murandola (3), Podistica fioranese (2), La Patria Carpi (2), Mud e Snow (2), Sportissima Modena (2), Tetrapack Modena (2). Tra i 437 "indipendenti" spicca il dato di 150 dipendenti del Policlinico che hanno risposto alla grande all'invito di ASEOP, il reparto più rappresentato è stata l'Anatomia patologica con 30 iscritti.
Guidati dallo speaker Roberto Brighenti, voce storica del podismo modenese, i partecipanti si sono cimentati, secondo le proprie possibilità, in uno dei due percorsi: il primo di due chilometri di fatto ha girato intorno al Policlinico, il secondo di sei chilometri si è snodato sino al Parco della Resistenza per poi ritornare al Policlinico. E' stato molto apprezzato dai podisti che intervistati dalla TV interna del Policlinico hanno gradito la corsa immersa nel verde.
(Fonte: ufficio stampa Ausl MO)
Col ricavato di una cena e di una lotteria, circa 3mila euro, sono stati acquistati una vasca per il controllo del dolore, due fasciatoi per le degenze e una bilancia elettronica per la raccolta del sangue cordonale -
Modena, 28 settembre 2014 -
Tutto è iniziato con una cena organizzata dalle ostetriche dell'ospedale di Pavullo nell'autunno dell'anno scorso. Un'iniziativa che ha fatto scattare l'entusiasmo e la generosità di tantissime persone e che si è concretizzata con l'acquisto di numerose attrezzature donate all'Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia del nosocomio del Frignano. Con il ricavato della cena e di una piccola lotteria, circa 3 mila euro, sono stati infatti acquistati una vasca con doccia dotata di cromoterapia per il controllo del dolore in travaglio di parto, due fasciatoi per le degenze e una bilancia elettronica per la raccolta del sangue cordonale.
Le attrezzature sono state presentate venerdì, nel corso di una cerimonia organizzata per ringraziare i tantissimi donatori, soprattutto commercianti e artigiani di Pavullo e Serramazzoni. All'evento erano presenti il direttore di Ostetricia e Ginecologia Maria Cristina Galassi, rappresentanti della direzione dell'Ospedale, i volontari di Aseop (Associazione Sostegno Ematologia Oncologia Pediatrica) che ha donato la bilancia elettronica, Gianfranco Beneventi che ha contribuito all'acquisto dei fasciatoi e Sarah Brambilla in rappresentanza del "Comitato mamme del Frignano". Grazie al sostegno del comitato infatti e in collaborazione con il personale dell'area materno-infantile si è giunti ad unire, in occasione della Cena con le cicogne realizzata nell'ottobre 2013, i contributi offerti dai donatori che hanno portato all'acquisto della vasca.
"Siamo veramente soddisfatte di queste donazioni perché ottenute grazie al lavoro e all'entusiasmo di tante ostetriche, infermiere, medici, mamme, volontari e cittadini che in questo modo hanno dimostrato in maniera tangibile la loro vicinanza all'ospedale di Pavullo e al nostro reparto in particolare" spiega la dottoressa Galassi. "Le donazioni sono strumenti preziosi per il nostro lavoro e per le mamme che scelgono di partorire a Pavullo. In particolare, la vasca è finalizzata al controllo del dolore durante il travaglio. L'uso dell'acqua, come diversi studi dimostrano, è una ottima metodica di controllo del dolore. Nel nostro reparto molti sono stati gli sforzi rivolti a implementare le metodiche naturali, comunque non farmacologiche, rivolte a supportare le donne nell'affrontare il dolore del parto, ivi compresa idropuntura, digitopressione, shiatsu, aromaterapia e moxibustione, oltre a garantire l'uso dell'agopuntura in continuità assistenziale nel puerperio e allattamento. Si è voluto lavorare in questo senso in linea con il programma regionale rivolto all'utilizzo della medicina non convenzionale nelle strutture ospedaliere".
Le iniziative a favore dell'Ostetricia di Pavullo non si fermano e già per il 4 ottobre sono in programma, in concomitanza con la settimana mondiale allattamento materno, un incontro sul tema "Il contatto pelle a pelle" e la seconda edizione di "A cena con le cicogne" organizzata dagli operatori dei reparti di ostetricia e pediatria con il patrocinio dell'Associazione culturale "Le cicogne", nata quest'anno a Pavullo e che si occupa di formazione, informazione, promozione della cultura femminile e sostegno della donna i tutte le fasi della vita e di promozione della fisiologia della nascita.
I donatori
Enoteca La Morra, Forno Tazzioli, Ortofrutta Botti, Ortofrutta Galloni, Mulino Mesini, Caseificio San Silvestro, Azienda Agricola Ca' Berti, Il Golosangolo, Albergo Ristorante Corsini, Bar Chalet, Centro Estetico Vanity, Circolo Vita Di Lorena Casini, Chicco Abbigliamento, Ditta Orlandini Francesco, Erboristeria Nettare e Linfa, Fioreria Lugli, Gelateria Katia e Cristina, La Barberia di Fausto e Corrado, Lipparini Alfonso Snc, Maurizia Ortopedia, Naturopatia di Torri Katia,, Oreficeria Mattioli, Osteria Il Conte, Parigi Borse, Parrucchiera Antonella e Omar, Parrucchiera Orietta, Punto Donna, Kryo', Ristorante Pizzeria Il Melograno Rosso, S.A.P di Ugo Fulgeri, Sara Tatoo, Studioundici, Tabaccheria Valori, Tessuti di Tiziano e Cinzia Verucchi, a Serramazzoni: Oreficeria Lo Scrigno, Antica Macelleria, Conad City , Erba Buona Erboristeria, Gelateria K2, Parucchiera Anita, Trattoria Il Gallo.
(Fonte: Ufficio Stampa Azienda USL di Modena)
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