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I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Parma, all'esito di una serrata attività di ricerca, hanno rintracciato ed arrestato altri due destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Parma ed eseguita lo scorso 26 novembre a carico di intermediari di marijuana e pusher nigeriani attivi nella zona dell'Oltretorrente.

Il primo dei due è stato fermato all'aeroporto di Milano Malpensa di rientro dalla Germania. La seconda a Melito di Napoli: alla vista dei Militari ha tentato una fuga lanciandosi da un' altezza di circa 4 metri dal balcone di casa ma è stata prontamente bloccata e soccorsa dai Carabinieri: nella caduta infatti ha rimediato una frattura al polso.

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Parma 18 dicembre 2019 - Lui marocchino classe 78 residente a Medesano alla guida dei una vettura modello Touran, nella mattinata, ha  investito in via Fratelli Cervi a Traversetolo, una rumena classe 63. La donna ora si trova in prognosi riservata in ospedale.

Dopo aver tentato la fuga, l'investitore si è costituito presso la caserma dei carabinieri, tant'é che le telecamere avevano ripreso tutto l’accaduto e sarebbero ben presto risaliti comunque alle generalità dell'uomo che è 
stato denunciato per omissione di soccorso

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Lunedì, 16 Dicembre 2019 09:34

Macabro ritrovamento a Urzano

Macabri ritrovamenti di resti umani a Urzano. 

Nel tardo pomeriggio di ieri alcuni fungaioli si sono imbattuti in alcun resti umani in località Urzano nel comune di Neviano Arduini. Immediatamente sono stati avvertiti i carabinieri che sono prontamente intervenuti dalla stazione di Varano Melegari.

In attesa dell'autopsia, utile a comprendere sia le modalità del decesso che per identificare il cadavere, le ipotesi più accreditate è che i resti appartengano a un anziano scomparso in zona qualche tempo fa.

 

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Sabato, 14 Dicembre 2019 14:12

A caccia di tarocchi natalizi

I carabinieri del comando provinciale e del nucleo antisofisticazioni e sanità di Parma hanno operato in questa settimana mirati controlli nel settore merceologico dei prodotti natalizi non alimentari (giocattoli, luminarie, decorazioni) al fine di verificarne la conformità ai requisiti di sicurezza e salute previsti dalla normativa nazionale ed europea.
I controlli sono stati svolti nel capoluogo, a Fidenza, Salsomaggiore Terme e Borgo Val di Taro.
All’esito dell’attività sono stati sottoposti a sequestro 186 confezioni di prodotti vari privi, in etichetta, delle indicazioni d’uso e delle avvertenze in lingua italiana per un valore di circa 2000 euro. comminate sanzioni amministrative pari a 1032 euro.

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Fontevivo (PR) 13 dicembre 2019 - Lo scorso lunedì 09 Dicembre una pattuglia della Polizia Locale di Fontevivo, durante il servizio di controllo del territorio, rinveniva sulla massicciata della linea ferroviaria in zona Castelguelfo
un armadio blindato forzato, dal quale fuoriusciva un’arma da fuoco.

Gli agenti provvedevano immediatamente a circoscrivere l’area per preservare eventuale tracce che potessero essere utili alle indagini e  verificare il contenuto dell’armadietto.

All'interno erano quindi presenti un fucile Beretta calibro 12, una carabina Diana calibro 4,5/177 con rispettiva ottica, il relativo munizionamento delle armi da fuoco, 58 coltelli di cui 2 a lama lunga oltre ad orologi da polso.

Le armi lunghe, provento di furto in abitazione, risultavano ancora non modificate e con la matricola leggibile. A una prima verifica le armi non sembra siano state utilizzate in azioni criminali.  

Gli agenti di Polizia Locale, grazie l’ausilio dei Carabinieri della Caserma territoriale di Fontanellato e della Compagnia di Fidenza prontamente intervenuti sul posto riuscivano a risalire al proprietario
e a contattarlo per avere informazioni in merito al fatto. Lo stesso infatti  ne aveva denunciato il furto nel mese di Novembre in  Provincia di Pistoia.

Tutta la refurtiva è stata sottoposta a sequestro e messa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

 

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I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Parma, coordinati dalla locale Procura della Repubblica (P.M. dott. Andrea Bianchi), hanno eseguito a Saronno (VA), Vittuone (MI), Limbiate (MB) e Chianciano (SI) un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari parmense a carico di: Magamadov Shamil, russo, classe 1995, Di Marco Maurizio, classe 1973, Ciccone Marco, classe 1995, Saad Soufiane, marocchino, classe 1992, Di Fazio Antonio, classe 1973, Bonomolo Denise, classe 1994, e Bellavista Marianna, classe 1981, tutti residenti in provincia di Varese.

Nel dettaglio il G.I.P. ha disposto il carcere per i primi 5 e gli arresti domiciliari per le ultime due indagate.

Rapina aggravata in concorso, porto illegale di un’arma da fuoco e ricettazione i reati contestati, con la recidiva specifica e reiterata per Di Marco e quella infraquinquennale per Magamadov. Quest’ultimo, unitamente a Ciccone Marco, è indagato anche per il reato di furto aggravato commesso su cose destinate a pubblico servizio.

Le indagini si riferiscono ad un episodio occorso il 3 dicembre 2018, allorquando veniva consumata una rapina all’Ufficio postale di Ponte Taro (PR).

Quella mattina la direttrice, alle 07.50 circa, mentre – come di consueto – si accingeva ad aprire la filiale veniva sorpresa alle spalle, cinta per il collo e costretta a consentire l’ingresso a tre individui con il volto travisato con un passamontagna. La dirigente veniva quindi minacciata con una pistola perché aprisse la cassaforte ed avvertita di fare “la brava” poiché un quarto complice ne controllava il figlio, lasciando intendere che quest’ultimo avrebbe potuto subire conseguenze in caso di “incidenti di percorso”.

Poiché durante le operazioni di apertura la vittima, costretta a stare in ginocchio con la pistola puntata alla testa, aveva sbagliato nella digitazione del codice di sblocco, uno dei malviventi le stringeva la sciarpa intorno al collo minacciandola di morte in caso di un ulteriore errore e per rendere l’intimidazione più convincente sfilava il caricatore dalla pistola mostrandole i proiettili sì che comprendesse non trattarsi di un’arma giocattolo.

Apertasi la cassaforte, i malviventi ne svuotavano il contenuto, pari a 30 mila euro e si allontanavano portando con sè anche il telefono cellulare della direttrice, il contenuto del suo portafogli e la sua borsa frigo in cui riponevano il bottino; all’uscita incrociavano alcuni agenti di un istituto di vigilanza, uno dei quali tentava di inseguirli. I tre rapinatori riuscivano comunque a dileguarsi fuggendo in diverse direzioni nelle vie e nei campi limitrofi, non prima di aver verosimilmente tentato di sparare all’indirizzo dei vigilanti (come è apparso dal prosieguo delle indagini).

Le ricerche, subito attivate, consentivano di rinvenire abbandonata dai rapinatori lungo la via di fuga, una pistola marca Zastava, completa di caricatore. In un casolare di campagna nei pressi della A15, venivano recuperati alcuni capi di abbigliamento riconducibili – come dimostrato dai successivi approfondimenti investigativi - ai rapinatori e parte della refurtiva, pari a 3.400 euro circa, all’interno della borsa sottratta alla direttrice.

Il giorno successivo, il 4 dicembre, i responsabili della società autostrade A15 – Cisa denunciavano il furto di vestiario ad alta visibilità avvenuto presso il magazzino sito in prossimità del casello di Parma Ovest nella mattina del giorno precedente.

La visione delle immagini del sistema di video sorveglianza consentiva di appurare che intorno alle 09.20 del 3 dicembre (e dunque poco dopo la consumazione della rapina di cui si discute) due persone avevano asportato il materiale in argomento; si erano quindi recati in un negozio di abbigliamento all’interno di un centro commerciale ove avevano acquistato nuovi vestiti per cambiarsi ed allontanarsi definitivamente.

Pochi giorni dopo, il 6 dicembre, nel corso di ulteriori sopralluoghi, i Carabinieri rinvenivano in località Fraore di Parma, in un’area pubblica, la Fiat Panda, risultata rubata a Lainate (MI) il 16 ottobre 2018 ed utilizzata verosimilmente dai rapinatori per raggiungere Ponte Taro. I sistemi di videosorveglianza urbani (OCR) registravano plurimi transiti del veicolo nelle giornate dell’1 e del 3 dicembre, quest’ultimi avvenuti poco prima della consumazione della rapina e subito dopo.

Il puzzle investigativo quindi andava progressivamente componendosi.

Una tessera rilevante era costituita dalla identificazione certa, operata dai Carabinieri del R.I.S. di Parma, dell’indagato Magamadov Shamil: da un jeans abbandonato nel casolare di campagna - ove era stata rinvenuta anche parte delle refurtiva - venivano estrapolate tracce biologiche riconducili al predetto Magamadov il cui profilo era presente in banca dati in quanto già responsabile, nel 2011, da minorenne, di una rapina a mano armata (reato per il quale, al momento del delitto di Ponte Taro, il predetto era sottoposto alla misura alternativa alla detenzione in carcere dell’affidamento ai servizi sociali).

Anche dagli altri capi di abbigliamento rinvenuti nel casolare (un pantalone di una tuta ed una maglietta), il R.I.S. estrapolava tracce biologiche appartenenti però ad un profilo in quel momento ignoto e che le successive indagini dei militari del Nucleo Investigativo avrebbero poi ricondotto a Ciccone Marco.
Il quadro indiziario a carico dell’indagato di origine russa veniva ulteriormente rafforzato dall’esame dei frame – estrapolati dalla videosorveglianza - che ritraevano gli autori del furto di vestiario ad alta visibilità presso il magazzino della società autostrade CISA: il confronto fotografico consentiva di concludere per la corrispondenza antropometrica tra uno degli autori del furto aggravato in concorso e Magamadov.


Gli accertamenti del RIS sulla pistola abbandonata dai rapinatori consentivano inoltre di:
- appurare l’efficienza dell’arma ed accertare che un rapinatore aveva anche tentato di utilizzarla sparando, verosimilmente, contro l’agente dell’istituto di vigilanza, ma si era inceppata;
- estrarre dalla tamponatura della stessa pistola un profilo genotipico che i successivi approfondimenti condotti dai Carabinieri del Nucleo Investigativo -mediante attività tecniche di intercettazione, pedinamenti, analisi dei dati di traffico telefonico- hanno consentito di ricondurre all’indagato Di Marco Maurizio.
Incidentalmente va detto che, durante le operazioni di notifica dell’ordinanza, a Di Marco sono stati sequestrati 214 grammi di cocaina e 154 grammi di marijuana, circostanza che gli è valsa anche l’arresto in flagranza di reato ex art. 73 DPR 309/90, vicenda per la quale si procede separatamente.
Dell’indagato Ciccone, i militari del Nucleo Investigativo avevano solo un frame che lo ritraeva presso il magazzino della società autostrade Cisa ed il vicino centro commerciale ed un profilo genotipico appartenente a soggetto non censito: occorreva attribuirgli un’identità.

Le attività tecniche sviluppate dai Carabinieri hanno consentito di ricostruire la rete dei contatti degli indagati: in particolare, sono stati identificati alcuni soggetti che, estranei al fatto criminale, avevano però con essi rapporti di conoscenza, dalla cui analisi si poteva giungere alla identificazione del Ciccone quale altro probabile autore del reato. L’esame successivo del DNA consentiva di acquisire ulteriori elementi indiziari tali da consentire anche per lui l’adozione della misura cautelare.
L’attività tecnica avviata dopo la cattura del Ciccone ed i riscontri ottenuti tramite l’esame dei transiti registrati dai varchi OCR della provincia consentivano di dare un nome agli altri complici nel reato.
In particolare venivano identificati Saad Soufiane, Di Fazio Antonio, Bonomolo Denise Bellavista Marianna: le due donne ed il marocchino Saad (già gravato da un provvedimento di espulsione) erano incaricati del supporto logistico con il compito di condurre le tre autovetture (due 500, intestate rispettivamente a Bellavista Marianna e Bonomolo Denise ed una Clio in uso a Saad Soufiane) “pulite” con cui il gruppo aveva raggiunto Parma e successivamente, dopo il colpo, di recuperare gli esecutori materiali della rapina; Di Fazio invece, rimasto all’esterno dell’Ufficio Postale, avente funzioni di “palo”.


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L’operazione odierna, portata brillantemente a conclusione, costituisce la dimostrazione di come, al di là degli arresti in flagranza di reato (di sovente legati a fortuite circostanze, quali la presenza sul posto o l’immediato intervento delle forze di polizia, non sempre possibile in casi siffatti), la pazienza certosina del lavoro investigativo consente di conseguire risultati migliori e comunque più completi.

Infatti, mai come nel caso di cui ci si occupa, la gravità indiziaria è stata raggiunta non solo nei confronti di coloro che hanno preso parte alla materiale perpetrazione della rapina (ovvero di quei soggetti che, in ipotesi, si sarebbe potuto arrestare in flagranza), ma anche di tutta una serie di persone che hanno fornito un contributo rilevante al buon esito della rapina stessa e che pertanto sono considerati a pieno titolo corresponsabili (almeno nella presente fase delle indagini preliminari) della rapina stessa: ci si riferisce al palo (che ha il ruolo fondamentale di sorveglianza del territorio in attesa che la rapina venga materialmente consumata), a chi accompagna i rapinatori sul luogo del delitto, chi effettua il recupero dei rapinatori nel luogo individuato per abbandonarvi il materiale pericoloso (auto rubata, capi di abbigliamento usati al momento della rapina, pistola).

Tali soggetti -il cui ruolo non sarebbe emerso se si fosse riusciti ad intervenire nell’immediatezza- rivestono un ruolo strategico nella perpetrazione della rapina e danno conto della meticolosità con la quale il colpo è stato preparato, senza lasciare nulla alla improvvisazione.

Si tratta di una tecnica che -per il grado di professionalità messo in campo- ricorda molto da vicino alcuni delitti perpetrati in zone del meridione, ove solo mediante la rigida distribuzione di ruoli, è possibile portare a compimento certi reati, senza lasciare nulla alla improvvisazione.


E tutto ciò non fa che esaltare ancora di più la sagacia investigativa messa in campo dagli organi investigativi (Procura e Polizia giudiziaria).

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Domenica, 08 Dicembre 2019 15:50

Nigeriani arrestati per spaccio

La pattuglia di Parma Oltretorrente ha proceduto ieri all’arresto di un cittadino nigeriano classe '92, residente a Parma incensurato, poiché fermato in via Baganza veniva trovato in possesso di ovuli contenente sostanza stupefacente del tipo cocaina (totale 15 gr).

All’atto del controllo lo stesso tentava di darsi alla fuga ma veniva prontamente fermato dai militari è stato  arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e detenzione ai fini di spaccio.

In una successiva perquisizione personale è stata rinvenuta una somma contante di 250 €, presumibilmente provento dell’attività di spacci.

Durante la perquisizione domiciliare veniva inoltre denunciato, per detenzione ai fini di spaccio, un nigeriano classe '94 e domiciliato a Parma anch'egli incensurato, il quale veniva trovato in possesso di 6 gr. di cocaina e della somma contante di 800 € probabile provento dell’attività di spaccio.

Arrestato e trattenuto attualmente presso le camere di sicurezza in attesa del rito per direttissima.

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Una ventina di unità della compagnia Carabinieri di Parma sono state impiegate per un servizio di controllo coordinato che ha viste coinvolte via Garibaldi, viale Piacenza, la zona stazione e via Don Minzoni.

Parma 1 dicembre 2019 - Durante il servizio sono stati sequestrati oltre 120 gr di marijuana, 9 gr. di cocaina e oltre 1.000€ provento dell’attività di spaccio.
Inoltre sono stati arrestati:
⁃ un cittadino nigeriano classe 91, in Italia senza fissa dimora censurato in quanto trovato in possesso di oltre 100 g di marijuana nonché circa 600€ in banconote da piccolo taglio presumibilmente provento dell’attività di spaccio;
⁃ un cittadino nigeriano classe 9,1 in Italia senza fissa dimora, incensurato sorpreso nel parco ducale con una modica quantità di sostanza stupefacente, all’atto del controllo tentava di reagire con violenza nei confronti dei militari operanti. Pertanto veniva anche arrestato ai sensi dell’articolo 337 del codice penale, resistenza pubblico ufficiale. Successiva perquisizione personale consentiva di rinvenire anche la somma di 190 € in banconote da piccolo taglio presumibilmente provento dell’attività di spaccio.

Entrambi i nigeriani sono stati trattenuti presso le camere di sicurezza della compagnia carabinieri di Parma in attesa di rito per direttissima.

Sempre durante il servizio coordinato venivano inoltre deferiti in stato di libertà locale procura:
⁃ un cittadino nigeriano classe 94 residente a Busto Arsizio, trovato in possesso di sostanza stupefacente del tipo cocaina nonché la somma, in banconote da piccolo taglio, di circa 300 € presumibile provento dell’attività di spaccio;
⁃ un cittadino nato a Massa classe 96 in quanto trovato in possesso di un coltello serramanico
e infine venivano segnalati alla locale prefettura, per uso personale di sostanze stupefacente, 10 cittadini parmigiani in età compresa tra i 18 e i 25 anni.

Nel complesso, durante l'operazione sono state identificate oltre 40 persone ed effettuate 12 perquisizioni personali.

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Sabato, 23 Novembre 2019 18:12

Parma, rischiato un duplice omicidio.

Grazie all'arma che si inceppa, alla prontezza di una vicina che ha allarmato le forze dell'ordine e il pronto intervento dei carabinieri, sono stati i fattori che hanno consentito di scongiurare un duplice omicidio.

Di redazione 23 novembre 2019 - Avrebbe potuto essere un epilogo molto diverso se l'arma del 57enne non si fosse inceppata. La sua ex 43enne e il suo nuovo compagno 80enne erano nel mirino dell'uomo abbandonato nello scorso mese di giugno dopo una relazione di 10 anni.
Il 57enne però non si era rassegnato alla fine della relazione, motivo per il quale si era guadagnato una denuncia per stalking in quanto trovato diverse volte appostato sotto casa della ex.

Secondo quanto ricostruito, dopo che la pistola si era inceppata, al panico è seguita una colluttazione tra i due uomini che sarebbero nel frattempo caduti per le scale mentre la donna , per quanto ferita, sarebbe riuscita a disarmare lo stalker.
Fondamentale il ruolo di una vicina, che avrebbe chiamato i carabinieri i quali sono prontamente intervenuti,  per scongiurare ben peggiori conseguenze.

 

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Istituita nel 1919, la celebrazione del 4 novembre è l'unica festa nazionale che abbia attraversato decenni di storia italiana. La data del 4 novembre è quella dell'entrata in vigore dell'armistizio di Villa Giusti (firmato il 3 novembre 1918) e della resa dell'Impero austro-ungarico.

Per l'occasione il Capo Ufficio Comando dell'Arma di Parma ha allestito una vetrina commemorativa all'interno della libreria Fiaccadori.

(allegate foto)

Pubblicato in Cronaca Parma
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