MODENA – Un 31 enne “influencer” residente nella provincia di Modena è indagato per avere messo in piedi un lucroso giro d’affari mirato alla compravendita di orologi contraffatti, che poi venivano venduti online a prezzi che andavano dai 180 al 2000 euro, a seconda del modello e della qualità della “patacca”.
Con lui sono stati indagate dalle Fiamme Gialle anche altre dieci persone coinvolte a vario titolo per i reati di commercio di prodotti contraffatti e ricettazione. Inoltre, sono stati sequestrati valori per 226 mila euro complessivi.
Le indagini sono partite dai Finanzieri del Gruppo di Forlì, che stavano tenendo d’occhio le pagine sociale di un influencer romagnolo che pubblicizzava orologi di marche prestigiose. La Procura della Repubblica ha poi disposto una perquisizione che ha consentito di risalire all’organizzazione e all’identità dei dieci indagati, analizzando le numerose chat estrapolate dai telefoni sequestrati.
Sempre grazie alle chat, le Fiamme Gialle hanno individuato anche 600 acquirenti in tutta Italia e 750 operazioni di compravendita, verificate attraverso le movimentazioni finanziarie collegate tra venditori e clienti. Nei confronti di questi ultimi sono poi stati avviati i procedimenti amministrativi per l’applicazione di sanzioni pecuniarie, qualora consapevoli di avere acquistato merce contraffatta.
Secondo quanto scoperto ancora dai Finanzieri, gli indagati utilizzavano il modello di vendita noto come “dropshipping”, applicabile all’e-commerce che consiste nel vendere un prodotto online senza averne la disponibilità concreta in un magazzino fisico.
Il venditore in questo caso fa solo da tramite tra il fornitore e l’acquirente finale. Tuttavia, nell’ambito dell’attività criminosa, il fine era quello di celare la propria identità e rendere più difficoltosa l’individuazione dei canali di approvvigionamento della merce “tarocca”.
Il Gip del Tribunale di Modena, su richiesta della Procura di Forlì che ha coordinato l’operazione, ha quindi disposto un provvedimento cautelare nei confronti del 31 enne modenese. La stessa misura ha anche disposto il contesto preventivo e la chiusura/oscuramento dei profili e delle pagine social utilizzate dagli indagati per il loro “giro di affari”.