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«Decidere è recidere». La decisione è l'azione che conduce le persone al cambiamento. Serve per tagliare i rami rinsecchiti del passato, che tolgono il respiro al presente, per presentarsi al futuro immersi in una nuova consapevolezza: «un sé, diverso da prima, pronto per il dopo».
Di Guido Zaccarelli Mirandola 13 dicembre 2018 - Tra un prima e un dopo c'è l'attesa, da vivere nella pienezza del tempo. Innanzi ad un bivio, occorre sempre scegliere la strada migliore e decidere di percorrerla, non dopo, ma subito. Il tempo è fondamentale per raggiungere lo scopo. Gli occhi delle persone sono rivolti al futuro, e il presente è fatto di passi in avanti da compiere, in una direzione o nell'altra. Nel mezzo, tra scegliere e decidere c'è il discernimento, che pone l'uomo nelle condizioni di verificare se «sia bene decidere rispetto al cosa decidere». «Non decidere è decidere» e questo comportamento conduce inevitabilmente l'individuo a percorre una strada, spesso tracciata dagli altri.
Le persone osservano la realtà dei fatti, e delle circostanze, e avviano un processo di rappresentazione mentale, che le porta a calarsi nel campo delle ipotesi, che mette al primo posto il se: «se scelgo A rispetto a B, cosa succede?». Quando le persone non hanno chiaro l'obiettivo, e non sanno dove andare, e cosa fare, si libera il «territorio dell'indecisione» che viene prontamente occupato da altri per raggiungere i propri successi, sulle spalle dei comportamenti, e degli errori, altrui. È nelle decisioni che prende forma il proprio destino.
La scelta migliore?: «quella che cambia in meglio il proprio futuro». Nessuna decisione può essere presa solo per fare contenti gli altri. La decisione condivisa è il frutto di una elaborazione consapevole che porta le persone al successo per entrambi: «win – win». L'unica decisione possibile, è tutto ciò che migliora il proprio benessere personale, sociale e professionale, senza che questo possa andare a scapito di altri. Un vero e proprio Oceano Blu dove vivono le persone che condividono le decisioni e i risultati.
E se dopo una decisione, le persone avvertono l'insorgere di un disagio interiore, meglio fermarsi, per non compromettere il tutto, ma solo una parte. Continuare significa «approdare inevitabilmente nel fallimento» ed entrare nel vortice del pensiero ricorrente: «se avessi ascoltato il mio cuore, (qualcuno pensa all'istinto, oppure alla voce silenziosa), ora non sarei in queste condizioni».
Una vera e propria Ecologia della Mente dove il successo transita per le buone decisioni, frutto delle esperienze passate, che hanno attraversato le regioni degli errori, contaminate da cattive decisioni. Quando la rosa delle scelte è ampia e il dubbio toglie luce alla mente, l'ascolto interiore è il primo contatto da assumere per entrare in sintonia con una buona decisione. Fino a quando il frutto non viene afferrato, rimane sempre una scelta, fissa nella mente delle persone. La decisione implica di prenderla in mano ed assaggiarla per apprezzarne le proprietà organolettiche. Quale è la differenza tra scegliere e decidere? «La scelta è mentale, la decisione è fisica».
Ogni processo decisionale, stretto o allargato, incarna l'errore. Quando le persone non decidono, gli altri agiscono, e gli errori commessi ricadono sulle spalle altrui. Meglio decidere e commettere errori, perché sono propri e non realizzati da altri, che li impiegano per fare esperienza e raggiungere i propri fini. Qualsiasi decisione venga presa, deve essere vissuta nella sua pienezza, convinti di avere fatto la scelta giusta. Il pensiero positivo alimenta il raggiungimento degli obiettivi, che coalizzano a sé l'energia del cosmo e sostengono l'azione. Agire con entusiasmo è la benzina che impiega il motore della motivazione per reggere lo sforzo utilizzato per raggiungere gli scopi. Entusiasmo, passione e convinzione sono le tre parole d'ordine per andare veloci verso il successo. L'entusiasmo ha diverse radici etimologiche, ma tutte conducono all'energia, una forza interiore inesauribile, infinita, che ogni giorno spinge l'uomo al fare con gioia, perché è qualcosa che è dentro e non fuori.
La passione, inizialmente vissuta come una sofferenza, incarna oggi il significato di agire con felicità. La convinzione è «vincere insieme» sostenuto dal prefisso con (cum) che significa NOI.
Quando le persone perdono l'entusiasmo nel fare, inizia il fallimento spesso trasferito ad altri per evitare di addossare a se stessi la responsabilità dell'accaduto. È facile puntare il dito verso gli altri. Ma esiste una posizione della mano dove l'indice è diretto verso il mondo e il medio, l'anulare e il mignolo sono rivolti verso se stessi. Questa immagine è la riprova che prima di rivendicare ad altri i propri errori, è meglio riflettere tre volte, una volta per singolo dito.
Al termine, è necessario avviare un percorso di introspezione, con il quale aprire un dialogo sincero con se stessi. In quel momento inizia la fasce della scelta, dove la decisione entra in contatto con la nudità della propria anima. La risalita, porta alla verità di una scelta, che trova nella decisione la sua unica e inconfutabile identità. «La mia strada ha un cuore, fallo battere».
GUIDO ZACCARELLI
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale con Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
La trigonometria è quella parte della matematica che si occupa di misurare tutte le grandezze di un triangolo quando si hanno a disposizione almeno tre grandezze note.
Di Guido Zaccarelli 8 dicembre 2018 - Trigonometria è una parola greca formata dall'associazione del termine trígōnon e metría, ovvero, misura del triangolo e si prefigge, come branchia della matematica, di studiare i triangoli partendo dagli angoli. Le sue origini portano alle stelle, allo studio della loro posizione nella volta celeste: una trigonometria sferica.
Lo studio e le applicazioni dell'elettronica generale implicano una profonda conoscenza della trigonometria, senza la quale diventa difficile calcolare le diverse grandezze elettriche, che s'incontrano nella progettazione dei circuiti elettronici. Ricordo ancora molto bene la prima pagina del capitolo di introduzione alla trigonometria e qualche pagina dopo, dove, dato un sistema di assi cartesiani, era ben raffigurato un cerchio e una linea che partendo dal centro raggiungeva un punto della circonferenza. Il seno, il coseno la tangente, erano i termini magici con i quali bisognava dialogare ed entrare in sintonia per calcolare le grandezze elettriche. Tutto il resto è sfumato nel tempo e ora rimangono solo ricordi lontani di formule complesse. La materia è ricca di opportunità per la capacità di stimolare le persone a guardare oltre la realtà che la circonda, e condurle a proiettare lo sguardo verso nuovi orizzonti, partendo da punti conosciuti. Un esercizio quotidiano che occorrerebbe ripetere ogni giorno per le implicazioni che ha nel favorire ragionamenti sempre differenti.
Cosa lega la trigonometria all'IO e alla sua relazione con il NOI?
L'IO è ben rappresentato dal triangolo acuto che desidera raggiungere l'obiettivo da solo, circondato da un ristretto numero di persone necessarie allo scopo. Il NOI è ben rappresentato dal triangolo ottuso che consente di raccogliere un ampio numero di persone per raggiungere uno scopo comune.
L'IO inizia a camminare da solo verso il proprio obiettivo con lo sguardo rivolto al vertice del triangolo. Lo spazio di azione è molto ristretto e poche sono le persone che possono condividere il territorio. Riduce enormemente il campo d'azione delle possibilità offerte dai richiami dell'ascolto altrui, grazie alla presenza di una forte identità personale, che non chiede confronto. Non valuta altre opportunità se non limitatamente agli sforzi che deve compiere per raggiungere la cima.
Il NOI raccoglie più persone sul proprio cammino che avanzano insieme verso un obiettivo comune: «il valore del risultato finale è maggiore della somma dei singoli apporti».
Così afferma la teoria della Gestald che fonda i suoi studi sulla percezione e sull'esperienza e consente di monitorare il comportamento delle persone sulla base della percezione della realtà, anziché quella che le persone in realtà vedono con i propri occhi.
Pensiamo allo sport, a quando i giocatori si uniscono prima, o dopo la partita, per condividere lo scopo dello stare insieme oppure quando l'allenatore dialoga con i giocatori, per infondere le idee su cui basare le mosse competitive. Lo stesso avviene nelle aziende, quando tutti sono seduti intorno ad un tavolo per stabilire come meglio procedere con la strategia. Pensiamo al teatro greco quando le persone erano poste tutte intorno ad osservare lo spettacolo.
Sono tutti comportamenti che aiutano a creare la logica del gruppo e alimentare il significato dell'appartenenza, verso la visione comune. L'importante è mantenere fede a quanto definito un istante prima e non farsi prendere dalla foga dell'IO. Dove nasce il cambiamento? Quando il triangolo ottuso incontra sulla propria strada il triangolo acuto. Lì, nasce una zona di condivisione dove l'IO (nelle differenti prospettive e dimensioni) viene assorbito nel NOI e grazie a questa nuova figura trigonometrica che si viene a formare, si crea una energia che spinge le persone verso lo scopo comune. Triangoli che si creano e che vengono assorbiti in modo dinamico per fare posto ad una più grande, immenso, unico e irripetibile: il triangolo della condivisione ben evidenziato dall'immagine di William Blake: «nessun uccello vola troppo in alto se vola con le proprie ali».
L'energia dell'IO che diventa NOI. Leonardo da Vinci con l'uomo Vitruviano dove la trigonometria è ben utilizzata per esprimere l'uomo e la sua centralità. Dalla punta estrema delle dita delle mani, è possibile intravedere un triangolo acuto immerso nello spazio circolare di un uomo aperto al mondo, che esprime con gioia lo spazio vitale, frutto dell'armonia e dell'esperienza felice, che vive ed esprime al mondo. La trigonometria ci insegna a calcolare la distanza con le stelle, avendo una visione sferica della realtà. Dovrebbe essere presa come riferimento dall'uomo, per calcolare la distanza esistente tra le persone e, dati alla mano, disegnare un modello dove avvicinarle per condividere, con un triangolo ottuso, la dimensione etica ed economica del futuro.
Riferimenti bibliografici: Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli Riferimenti sitografici: https://it.wikipedia.org/wiki,
GUIDO ZACCARELLI
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale con Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Il bene unisce gli uomini. Il volersi bene è l'espressione immediata, e la dimensione autentica, con la quale l'emozione s'incammina verso l'altro, chiudendosi nel cerchio della reciprocità: è un dare senza perdere e un prendere senza togliere.
Di Guido Zaccarelli Mirandola 29 novembre 2018 - Il bene è l'espressione vera che consente agli uomini di stare insieme e di condividere con il corpo, con la mente e con lo Spirito, l'evoluzione temporale della vita. Il corpo da solo è terra. La mente mette in movimento il corpo, per dare ragione della sua esistenza. Lo Spirito è l'energia vitale che dà senso alla vita, che da sola, sarebbe solo terra e mente. La nascita è un atto di amore, che vede l'abbraccio protagonista assoluto dell'accoglienza, con il quale il cosmo si dispone per farlo respirare a pieni polmoni.
L'abbraccio a metà arresta la sua funzione cardine, limitandone l'azione quotidiana e la consapevolezza di incoraggiare l'uomo alla relazione sociale, per farlo defluire nel mare della solitudine. L'identità futura è ancorata a quel momento, e l'imprinting che si genera è un DNA immodificabile, tranne quando appare all'orizzonte, un abbraccio più forte in grado di generare un'emozione di grado assoluto, al pari di uno tsunami. L'uomo avanza sulla strada della vita e incontra ogni giorno l'abbraccio del tempo, che vede in lui il motivo del suo esistere all'infinito.
Nel mondo reale, l'ideale dell'abbraccio si placa, quando appare l'individuo nella sua dimensione di "essere indivisibile", strenuamente proiettato nel suo mondo, alla ricerca di una identità soggettiva, priva di significato sociale ma ricca di personalismi. Ecco l'abbraccio a metà. La condivisione nasce quando le persone si sentono accolte in un abbraccio, che va oltre il significa economico, che li guida alla ricerca della felicità. Essere accolti in famiglia, a scuola, in una associazione, in qualsiasi contesto altro, rende le persone felici.
Un luogo di lavoro felice porta le persone ad abbracciare la dimensione economica e valoriale di una azienda, e contribuire alla crescita reciproca, dove i desideri degli uni si abbracciano nei bisogni dell'altro in modo circolare, sostenuto da un flusso di emozione, che opportunamente orientato, porta al successo di entrambi. Il benessere che si forma è l'ambiente ideale dove le persone desiderano rimanere, lontane da tutte quelle situazioni che possono togliere l'energia alla forza gravitazionale che li tiene uniti e che desiderano vivere in maniera incondizionata. Entrare in azienda e ricevere un abbraccio, non solo fisico, ma anche morale, rinforza l'identità soggettiva che vede la sua immagine proiettata in un disegno più grande, al pari di altri, che si muovono nella stessa direzione. Come nella serie del film, i pinguini di Madagascar, le cui immagini ci portano a vedere come i pinguini si muovono insieme: la dispersione del calore viene limitata dalla distanza che ognuno di loro raccomanda di mantenere a chi lo segue e a chi lo precede.
La visione d'insieme ci porta a vedere i pinguini immersi in un abbraccio che li guida verso un destino comune. «Ci servono quattro abbracci al giorno per sopravvivere, otto per mantenerci in salute e dodici per crescere», così sosteneva la psicoterapeuta statunitense Virginia Satir, nota in tutto il mondo, per il suo lavoro dedicato a ricostruire la famiglia, e utilizzato ampiamente per modificare i modelli organizzativi delle imprese.
L'intero lavoro è stato svolto per consegnare alle persone la possibilità di diventare più umani, partendo dalla famiglia, per arrivare al mondo. La Conoscenza Condivisa ambisce a correre sugli stessi binari, per raggiungere le organizzazioni aziendali, con lo scopo di rendere più umano e felice il lavoro delle persone nelle imprese. Virgina Satir, nel 1984, parlava alla gente relativamente alla relazione tra le persone: «le persone sono davvero rotonde. Ciò significa per me guardare le persone come persone che hanno un potenziale che può essere realizzato, come le persone che possono avere sogni e avere i loro sogni risolvere. Ciò che le persone mi portano sotto forma di problemi sono i loro modi di vivere che li tengono ostacolati e orientato patologicamente, quello che stiamo facendo ora è vedere come l'educazione ci permette di andare verso più gioia, più realtà,più connettività, più realizzazione e maggiori opportunità di crescita per le persone».
I talenti debitamente tenuti all'oscuro sotto la linea di galleggiamento dell'esistenza umana, rendono impraticabile la via della relazione verso l'abbraccio, orientato ad accrescere il valore economico e patrimoniale del singolo, e dell'impresa in valore assoluto. Reprimere lo Spirito è un danno incalcolabile per l'intera umanità, che s'indebita ogni giorno di nuove ricchezze, perdendo lo scopo della sua stessa natura, che spinge l'uomo fin dalla sua nascita, all'accoglienza, per godere della forza aurea della reciprocità.
Riferimenti La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli. https://www.wikipedia.org/
GUIDO ZACCARELLI
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale con Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente di informatica presso l'Università di Modena Reggio.