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L'ascolto, è accogliere l'altro in se stessi aprendo le porte al dolce sentire dell'anima. È la predisposizione naturale dell'uomo ad accogliere che unisce l'ascolto dell'uomo con l'empatia dell'introspezione altrui: «empatia, essere nell'altro per sentire».
Di Guido Zaccarelli Mirandola 8 marzo 2019 - Un cammino che inizia osservando la persona alla ricerca della melodia per trovare l'accordo musicale con cui intonare i versi da dirigere verso l'ascolto. Intonare significa dare tono, infondere colore, immergere le parole nell'intenso percepire l'intero spettro dell'arcobaleno dei suoni. Il suono è una energia in movimento che si muove invisibile verso colui che ascolta al quale accordare la giusta tonalità per rendere l'ascolto melodioso.
Accogliere il suono è infondere un movimento di prossimità emotivo ed affettivo che avvicina, riducendo la distanza con l'altro, perché l'ascolto inizia quando la distanza è prossima ad entrambi e tutte le tonalità confluiscono in un solo punto evitando di sfuggire alla comprensione. L'orecchio è il mezzo fisico che permette l'ascolto, la cui parola in ebraico allude alla divinità che nutre l'anima. Porgere l'orecchio significa «donare l'attenzione all'altro evitando di ascoltare senza sentire, nel suo significato più ampio che significa percepire».
La percezione è una parola composta formata dal prefisso per che induce il movimento. Significa, lasciarsi attraversare. L'orecchio è quindi il canale che abilita l'ascolto preparando l'uomo al sentire le sensazioni che provengono dal mondo esterno. La difficoltà sta nel porgere l'orecchio rendendo sensibile, o meno, l'uomo all'ascolto, perché «sentire è qualcosa che proviene dal cuore e che emoziona». L'ascolto agisce su diversi livelli. Semplificando, procede verso l'esterno e verso l'interno.
Fuori l'ambiente è denso di informazioni e l'ascolto deve agire come filtro per non appesantire il lavoro quotidiano della mente. È anche denso di emozioni che annegano il sentire nella incapacità di filtrare la densità dei suoni e la profonda intonazione di cui dispongono. «Si ascolta ciò che si vuole sentire e non viceversa», perdendo informazioni di rara bellezza. La ragione e l'emozione coordinano il sentire orientandolo ora in un verso, ora nell'altro. Importante è non pregiudicare l'equilibrio costantemente ancorato nella sua fortezza per aprire le porte al disagio e alle preoccupazioni. «non ti ascolto, non voglio sentire le tue parole». «quanto sento, mi angoscia».
«Parlami di te, sono in ascolto, le tue parole mi fanno sentire bene, piene di gioia e di energia».
Quante volte queste frasi sono uscite dal nostro cuore e attraverso la voce hanno prodotto il suono che è giunto all'orecchio dell'altro, deciso a sentire oppure a non sentire le nostre parole?. Tantissime volte. Il disagio che s'instaura nelle persone, nel quotidiano, come nelle relazioni professionali, porta ad una sorta di abbandono soggettivo che avvolge la dimensione cognitiva ed affettiva.
Le persone desiderano essere ascoltate e sentire espresso dagli altri il valore della propria identità e del proprio pensiero. Riformulare continuamente il contesto è fondamentale per sostenere l'ascolto e permettere all'altro di sentire confermato ciò che ha appena espresso. Questo significa, essere accolti, nel dialogo attivo che allontana la presenza dei pregiudizi che pesano come macigni sulle emozioni chiudendo la porta alla relazione. È fondamentale in questo caso l'applicazione del Principio di Cooperazione di Paul Grice che afferma: «fornite i vostro contributo così come richiesto, al momento opportuno dagli scopi o dall'orientamento del discorso nel quale siete impegnati». Grave è la condizione nella quale non prestare ascolto a se stessi. Quando l'uomo non è in grado di accogliere i segnali provenienti dal movimento del cuore, ha perso la sfida con la propria identità, ed il suo essere uomo nel mondo. «Accogliere l'ascolto significa entrare in relazione con il prossimo avviando un cammino d'empatia reciproca che appaga il tempo del sentire».
«Del resto poche sono le occasioni nelle quali incontri delle imbarcazioni che si affiancano e che donano il proprio tempo al reciproco ascolto. Quelle sono le Tue poche e uniche certezze, le tue àncore di salvezza che ti sostengono e ti confortano nel tuo viaggio. Sono le uniche barche che remano con te. Perché tutte le altre hanno fretta di navigare verso il loro orizzonte indistinto. Spesso è difficile comunicare alle barche. È ancora più faticoso parlare alla gente che si affida sempre più alla rotta tracciata da un pilota automatico, che appare anch'esso disorientato, rischiando di portare tutti al di fuori del corso ideale della vita, di indicare dove sta la morale e invece dove abita l'opportunismo»..... «A volte incontriamo mondi troppo lontani da noi dai quali è meglio prendere le distanze e lasciare loro il tempo necessario per riflettere sulla opportunità o meno di condividere il nostro progetto»..... «E così dentro la sfera del mio silenzio mi abbandono a me stesso. Perché ho bisogno, in certi momenti, di stare in rada a riflettere da solo. Di ancorarmi ad un ormeggio tranquillo alla ricerca di un punto, per scrutare l'orizzonte e attendere che la nuvolaglia si alzi. Non importa quanto, anche solo per un poco. In attesa che si apra un varco e appaia una luce, là in fondo, dove il cielo e il mare si toccano con un dito».
Tratto dal saggio: dalla Piramide al cerchio, la persona al centro dell'azienda, pagina 29
Riferimenti bibliografici: Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli Editore.
GUIDO ZACCARELLI
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale con Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Primo convegno sulla realtà aumentata applicata alla didattica - 27 Marzo 2019 - ore 18,00 - Scuola Media Montanari - Mirandola - Modena -
È il primo convegno che viene organizzato a Mirandola sulla realtà aumentata, con specifico riferimento alla didattica, per avviare un cammino di ricerca, che contribuisca a modellare piani didattici di sostegno agli studenti in presenza di specifiche forme di disagio.
Il focus principale del convegno:
• La realtà aumentata potrebbe avere importanti implicazioni nella scuola attraverso l'adozione di piani di studio integrati volti a favorire l'apprendimento di specifiche e dedicate aree d'interesse personale, culturale, sociale ed economico. In alcuni casi specifici, ad esempio, l'impiego potrebbe essere esteso per recuperare gli studenti affetti da DSA, Disturbi dell'Apprendimento, comunemente causato da un problema sensoriale, legato alla percezione, al linguaggio o di natura cognitivo.
• Un altro ambito potrebbe essere legato alla Discalculia, intesa come la difficoltà a leggere i numeri e ad interpretare la matematica. I Disturbi dello Spettro dell'Autismo potrebbero essere interessati all'uso e alla applicazione della realtà aumentata.
• In presenza di forme di disagio o di determinate patologie che possono minare la serenità dello studente e l'accesso alla quotidiana vita formativa – educativa, l'uso delle realtà aumentata potrebbe essere visto come un valido supporto da impiegare per completare il percorso di conoscenza – competenza messa in atto dalla nuova progettazione formativa.
• In ambito lavorativo, il problem solving è uno degli ambiti che potrebbero trarre giovamento al quale aggiungere il metodo "imparare facendo" e nel progetto "alternanza scuola - lavoro", dove il personale dell'azienda può aiutare i giovani studenti in aula nella soluzione dei problemi e gli insegnati sostenere i giovani sul piano didattico, quando sono in azienda.
• Di rilevanza l'uso della tecnologia nell'assistenza socio – sanitaria – assistenziale a vantaggio del caregiver.
L'evento è stato promosso: https://www.facebook.com/events/623059274790799/
(In allegato locandina in PDF)
Cos'è La Conoscenza Condivisa®?: «è il nome che identifica in modo univoco il comportamento delle organizzazioni che mettono la persona al centro del loro ecosistema.
Di Guido Zaccarelli Mirandola (MO) 3 marzo 2019 - Il punto di partenza è la creazione di luoghi di lavoro felicitanti dove le persone entrano in azienda spinte dal desiderio del fare, e non solo dal bisogno del fare posto in relazione alla retribuzione. Donano la propria conoscenza agli altri fondando il comportamento sul principio di reciprocità: «un dare senza perdere un prendere senza togliere».
La conoscenza sommersa (trattenuta) si scioglie rendendosi disponibile agli altri che trovano giovamento dalla disponibilità offerta dall'incontro con nuove forme di sapere. Questo significa: #essereLaConoscenzaCondivisa. Identificarsi in un modello etico e culturale che rappresenta l'espressione autentica del cambiamento da ricondurre a fattore comune per una ampia e condivisa applicazione sociale ed imprenditoriale. Molte organizzazioni stanno muovendo i loro primi passi verso una maggiore valorizzazione delle persone e l'accresciuta consapevolezza che il futuro è nelle mani della conoscenza e dei suoi valori. Insieme formano l'energia nella quale anche i giovani devono dissetarsi per trovare una loro precisa identità, dove credere nei propri mezzi e «nel valore che rappresenta la meritocrazia applicata in ogni contesto della società civile».
#essereLaConoscenzaCondivisa significa individuare le aziende disponibili a convergere verso un modello di organizzazione unico nel quale tutti possono identificarsi in un progetto per raggiungere una vasta platea di soggetti e diventare un punto di riferimento imprenditoriale e organizzativo nazionale. Possiamo ipotizzare che tutto questo possa #essere un mondo possibile? È nella comune consapevolezza che «l'imprenditore nasce per fare impresa e oggi fare l'imprenditore è una grande impresa».
Come possiamo aiutare le nostre imprese a sviluppare modelli imprenditoriali che possano competere con i mercati globali?. Avviando un cammino di educazione culturale che inizi a muovere i primi passi nella scuola, nelle famiglie e nelle istituzioni per aggiungere un modo nuovo di vivere le relazioni tra le persone. Nella lettera enciclica Laudato Si' del Santo Padre Francesco, sulla cura della casa comune, troviamo il seguente pensiero: «Perché continui ad essere possibile offri¬re occupazione, è indispensabile promuovere un'e¬conomia che favorisca la diversificazione produtti¬va e la creatività imprenditoriale». Il futuro è nelle idee che le persone mettono a disposizione delle imprese per competere e trovare continuamente soluzioni ad elevato valore aggiunto, per evitare l'uscita anticipata dalla realtà imprenditoriale. #essereLaConoscenzaCondivisa significa sostituire la competizione, l'avidità e l'individualismo economico al bene comune, quale via d'accesso alla felicità dei singoli e dell'intera comunità aziendale.
Quanto costa all'azienda il fare senza pensare? I costi intangibili legati alla mancata condivisione dei saperi e dell'applicazione naturale della buona volontà, accrescono i costi complessivi dell'azienda, che per mantenere elevato il profilo di competitività, deve continuamente cercare soluzioni per non rimanere intrappolata nelle maglie del fallimento. Ancora per voce del Santo Padre Francesco: «La riduzione dei posti di lavoro ha anche un impatto negativo sul piano economico, attraverso la progressiva erosione del "capitale sociale", ossia di quell'insieme di relazioni di fiducia, di affidabilità, di rispetto delle regole, indispensabili ad ogni convivenza civile. In definitiva, prosegue, «i costi umani sono sempre anche costi economici e le disfunzioni economiche comportano sempre anche costi umani. Rinunciare ad investire sulle persone per ottenere un maggior profitto immedia¬to è un pessimo affare per la società».
La presenza della tecnologia 4.0 stimola gli imprenditori ad adottare strumenti tecnologici ad elevato valore aggiunto, per accrescere i livelli di produttività e della qualità. Di riflesso, la strategia agisce sulla contrazione del personale che necessita di piani formativi trasversali per consentire ai lavoratori di rimanere in contatto con il mondo produttivo che si muove ad altissima velocità. Come uscire da questo vortice che sembra non perdere tutta la forza che ha in corpo?.
La strada è segnata: #essereLaConoscenzaCondivisa dove stimolare il dialogo e la passione tra le persone, sostenere l'ascolto e la cooperazione e il senso di appartenenza. Promuovere la libertà per una gestione partecipata dove è forte il senso di responsabilità perché «una persona felice è l'albero della vita della nostra azienda» che diventa parte attiva del cambiamento. Il futuro è qui innanzi a NOI. Non attendiamo il domani, iniziamo già da oggi a mettere a frutto il dono della Conoscenza Condivisa.
Riferimenti bibliografici: Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli Editore.
GUIDO ZACCARELLI
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale con Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.