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Il ROI è un indicatore di bilancio importante che mette in evidenza quanto rende il capitale investito da un imprenditore, o azionista, in un azienda. Lo aiuta a valutare la scelta da compiere innanzi alla decisione.
Di Guido Zaccarelli Mirandola 8 febbraio 2019 - Non è interesse di questo articolo entrare nei dettagli dell'indicatore, né di prenderne in considerazione altri, ma essere un luogo d'incontro dove fare convergere riflessioni, e fare nascere suggerimenti e proposte, che possano aiutare le persone a rivedere i meccanismi che animano il «welfare culturale, sociale ed economico» della nostra nazione. Prima che la globalizzazione facesse il suo ingresso sul palcoscenico dell'economia del terzo millennio, abbracciando i mercati dell'intero continente, la formazione scolastica italiana riusciva a formare studenti con conoscenze e competenze altamente specializzate, che incontravano immediatamente il favore del mondo del lavoro e la possibilità di essere inseriti in breve tempo in contesti aziendali fiorenti.
La globalizzazione ha mutato gli scenari cambiando le previsioni degli analisti sulle previsioni future e spingendo la scuola ad adottare modelli didattici più aderenti ai nuovi modelli di business, superando i contenuti di molte materie considerate fino a qualche tempo prima pietre miliari intoccabili. Cosa è successo?
Che la crisi innestata al termine degli anni 2000 ha indotto le imprese a chiudere, se legati a modelli organizzativi e produttivi ancorati al motto: «abbiamo sempre fatto così», oppure a modificare le linee di produzione e i modelli di business per competere all'esterno dei propri distretti produttivi nazionali. L'economia ha ripreso a correre veloce sul binario dell'innovazione e la formazione scolastica ha continuato per molto tempo a formare gli studenti con i modelli didattici predenti l'arrivo della crisi, senza avvertire l'opportunità del momento. Il mondo ha iniziato a girare in modo sempre più veloce grazie alla presenza della tecnologia 4.0 che ha ulteriormente accelerato l'inserimento in azienda di modelli organizzativi completamente innovativi.
La scuola ha iniziato a implementare la nascita di nuovi modelli didattici. È nata una nuova consapevolezza che ha coinvolto tutto il corpo decenti nel mettere a frutto le conoscenze e competenze per formare i giovani al futuro globale. Il mondo economico nazionale mostra ancora segni di sofferenza dovuti al vento della globalizzazione e alla mancanza di una serenità e sicurezza imprenditoriale che non aiutano ad assorbire gli studenti che lasciano la scuola per entrare a fare parte del mondo produttivo. La tecnologia ha ridotto drasticamente la presenza di lavoratori che devono approdare ad assumere competenze specifiche in ambiti costantemente soggetti a trasformazioni.
«Il gap che si è creato, ovvero il surplus della forza lavoro giovanile, viene colmato mettendosi in viaggio oltre i confini nazionali con il solo biglietto di andata alla ricerca di un luogo di lavoro disposto a valorizzare l'identità personale e professionale dei giovani».
Terre lontane ma prossime agli ideali e alle passioni che governano le persone nel loro fare quotidiano. La parte restante spesso subisce il momento e si adegua alle circostanze soffrendo l'impossibilità di godere di una dimensione lavorativa appagante. La situazione è molto delicata.
Il ROI, abbiamo detto, essere un indicatore di bilancio. Poniamoci a questo punto una domanda: «quanto costa alla nazione investire nel «welfare culturale, sociale ed economico» della popolazione giovanile, se al termine del percorso scolastico si reca all'estero con il solo biglietto di andata, incontrando stati o nazioni che non hanno investito una sola moneta nella loro istruzione, formazione ed educazione?»
La risposta è in mano ad ogni singolo lettore che potrà fare propria la riflessione in base alla singole esperienze e prospettive socio culturali. Corre l'obbligo avviare un'azione sociale ed economica che veda negli investimenti rivolti al mondo dell'impresa, delle infrastrutture e della cultura, la possibilità di generare nuovi fronti occupazionali in grado di assorbire le conoscenze e le competenze generate dalla didattica nazionale, per creare un modello circolare che si autoalimenta grazie alla spinta propulsiva dei giovani che mettono a frutto i doni ricevuti dalla formazione nella propria nazione. Tutto questo al fine di contrastare la fuga delle persone all'estero: « Adesso partono anche famiglie e over 60. I dati dei connazionali residenti negli altri Paesi: 140 mila nuovi iscritti nel 2018, sono sempre di più i giovani laureati. Fonte: La Stampa - Francesca Sforza - 07 Febbraio 2019».
Solo in questo modo saremo in grado di generare un nuova condizione di benessere sociale e personale sostenuto dalla fiducia dei giovani verso la nazione e della nazione che si affida ai giovani per crescere nel bene comune.
GUIDO ZACCARELLI
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale con Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Dalla Piramide al cerchio inizia il suo cammino ispirandosi al cosmo, all'origine delle cose, dove tutto è ordine, frutto di una esplosione generatrice di vita, perché «la vita è gioia di vivere».
Di Guido Zaccarelli Mirandola 1 febbraio 2019 - Le persone avvertono da tempo il desiderio di cambiamento del loro stile di vita lavorativo, sempre più esposto ai ritmi frenetici del lavoro che viaggia alla velocità della luce.
Il Cosmo respira comportandosi come un polmone, inspira ed espira, si comprime e si dilata, offrendo la vita agli uomini che vivono sulla terra. Il respiro è l'abitudine che tiene in vita le persone, così come il gesto del «dono della conoscenza» è il respiro che tiene in vita le aziende. Per Platone, l'universo è sferico perché «la sfera è la figura geometrica per eccellenza»; mentre pulsa ruota su se stesso mostrandosi all'occhio dell'uomo luminoso al centro: «la luce della vita».
Per raggiungere l'idea del cosmo occorre inventarsi una strategia che consenta di prendere il modello piramidale e immaginarlo circolare togliendo, come affermava Michelangelo: «il marmo in eccesso». Per farlo è necessario ricorrere inizialmente al concetto, all'idea, che porti l'uomo a dare inizio alla fase di trasformazione, alla nascita di un nuova esplosione violenta che rompa gli schemi ancestrali sui quali sono stati costruiti i modelli organizzativi delle imprese. Superare la frase: «abbiamo sempre fatto così».
Lo scopo è portare l'uomo in una nuova dimensione prospettica che lo guidi a disegnare un cerchio sul foglio di carta per osservare la realtà da una posizione differente rispetto al modello piramidale che vive ogni giorno quando entra in contatto con il mondo del lavoro. Le persone disposte in forma circolare avranno la possibilità di osservare la luce dell'azienda da prospettive differenti e l'azienda, con un semplice movimento, avviare rapidamente qualsiasi tipo di relazione paritetica con i lavoratori, in modo diretto o rivolte all'insieme. Per fare questo è necessario fare ruotare su se stessa la piramide imprimendo sempre maggiore energia fino a quando l'immagine che ne deriva è un cerchio che vede la luce nel suo centro: la Persona.
L'immagine allegata mostra uno schema piramidale e uno circolare dove sono stati disposti in cerchio i lavoratori. Nella figura a forma di piramide alcune persone rientrano nello schema mentre altre rimangono esterne al sistema. Non solo, la gerarchia non consente di vedere verso l'alto ma solo in linea orizzontale e verso il basso: l'alto, un miraggio. Relazioni che scompaiono a vantaggio del rapporto gerarchico. Le persone disposte in forma circolare appartengono ad un nuovo cosmo che respira offrendo ai lavoratori la possibilità di ricevere tutti la stessa luce e di relazionarsi con gli altri, e con l'azienda, in forma paritetica. Le persone che prima erano all'esterno del modello piramidale, spesso inascoltate e valorizzate, rientrano a pieno titolo nel modello organizzativo circolare, contribuendo al successo dell'impresa. Si evita il ricorso alla esternalizzazione, coincidente con l'aumento dei costi tangibili, e intangibili, e la contrazione della identità aziendale, cuore pulsante di ogni tipo di organizzazione.
Ogni persona è in grado di definire il suo spazio cosmico consapevole di essere un micro cosmo che ruota, e respira, in forma circolare nell'universo dell'impresa. Pensiamo allo sport, e nello specifico, ai giocatori quando si uniscono prima della partita, o al termine, per condividere in cerchio i risultati, le strategie e gli obiettivi comuni. Sono tutti comportamenti che aiutano a creare la logica del gruppo e alimentare il significato dell'appartenenza verso la visione comune. Il cerchio è simbolo della regolarità assoluta, è il cuore nevralgico e pulsante dove transitano e si costruiscono le relazioni sociali. Esso si muove come la sfera di Maurits Cornelis Escher dove sulla superficie lucida si riflette tutto l'ambiente circostante, e come si vede nell'immagine, le persone sorridono.
Un modo per riportare il mondo infinito, in un punto finito, da cui far nascere un nuovo infinito che pulsa di una nuova energia: «la Persona al centro». L'organizzazione del futuro, se vuole rimanere in vita, deve vivere gli stessi attimi che hanno coinciso con l'origine della vita solare, per costruire un modello cosmico a immagine della persona. «Rivolgo ogni giorno lo sguardo al cielo, mentre navigo in mare aperto alla ricerca della felicità».
Riferimenti bibliografici:
Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli Editore
GUIDO ZACCARELLI
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale con Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Il futuro?: «dal welfare aziendale» al «welfare culturale» della Conoscenza Condivisa, un sogno da realizzare per l'imprenditore che pone la Persona al centro della sua azienda.
Seneca: «non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare». Con questa celebre frase Seneca riporta il lettore ad affrontare il coraggio, la paura nel futuro e nella capacità di osservare la realtà da una prospettiva diversa rispetto a quella che ha caratterizzato il solco della vita di ogni persona. Gli obiettivi sono dei punti, che ogni giorno la persona riporta uno di seguito all'altro, fino ad ottenere una linea unica che testimoni le cose fatte e indichi la strada per quelle da fare,con le quali raggiungere la meta.
Di Guido Zaccarelli Mirandola 25 gennaio 2019 - La strada non è sempre in discesa, spesso è irta e piena di ostacoli. La forza dell'uomo sta proprio nella capacità di superare in modo consapevole i propri limiti, senza mai andare oltre i livelli di guardia, che potrebbero vanificare gli sforzi compiuti, e le aspettative per il futuro.
«L'imprenditore nasce per fare impresa» e lo spirito che lo anima ogni giorno è di realizzare il proprio sogno, avendo cura dei propri collaboratori, dei clienti, dei fornitori e della società civile per raggiungere gli obiettivi. Il bilancio è il ritratto del comportamento dell'azienda; fornisce la base d'appoggio per definire la strategia aziendale in relazione agli indicatori di crescita, o di decrescita, delle aree interne ed esterne all'impresa. Il ROI è un indicatore importante per saggiare il ritorno dell'investimento, che indica quanto rende, ad esempio, un euro investito in un determinato ambito o settore. In questo caso, il ROI, è un dato quantitativo che valorizza le azioni e i comportamenti dell'imprenditore agevolandolo nell'analisi di altri indicatori con i quali saggiare lo stato di salute dell'azienda. Il ROI qualitativo mette invece in crisi l'imprenditore perché manca di riferimenti tangibili sui quali veicolare le proprie certezze fondato sui numeri reali, che si toccano con mano. Il ROI qualitativo appartiene al capitale umano e alla formazione e ad altri ambiti lasciati a futura trattazione.
Cambiare il modello organizzativo, da piramidale a circolare, senza avere un ritorno certo che identifichi in modo puntuale il ROI qualitativo, lo fa desistere dall'investimento. «Abbiamo sempre fatto così, perché cambiare?», «la mia azienda sta ottenendo elevate marginalità, perché cambiare?», ancora «quando potrò ritornare del mio investimento?».
La formazione è una voce importante per l'azienda. «L'istruzione» consente di verificare in tempi definiti il livello e il grado di preparazione conseguito dalle persone, offrendo la possibilità di modellare il percorso di addestramento in relazione alle specifiche individuali. È una voce di costo che immediatamente porta all'imprenditore il ROI quantitativo dell'investimento. «La formazione» coinvolge le persone in un percorso culturale legato alla capacità di identificarsi con lo spirito e la comunità aziendali e di condividerne i valori.
«L'educazione» consente di fare emergere – estraendo dal di dentro – il valore della persona e tutto ciò che lo caratterizza nella sua identità e professionalità. La formazione e l'educazione rientrano nel ROI qualitativo dove è impossibile stabilire il valore dell'investimento. Queste considerazioni facilitano l'ingresso in una nuova dimensione del welfare, termine nato in Inghilterra, la cui etimologia ci porta al termine benessere. L'imprenditore percorre la strada del welfare aziendale offrendo al lavoratore i benefit che ritiene utili facendoli rientrare sotto il cappello del benessere della persona che accoglie positivamente per il valore conveniente che portano con sé. L'azione economica messa in atto considera la seguente espressione: un'azienda che premia i lavoratori migliora il proprio benessere.
Siamo proprio certi che questo avvenga, ovvero, che queste azioni contribuiscano a migliorare il benessere del lavoratore? Se questa condizione fosse vera, per quanto tempo può regge l'impegno?. Per crescere, e durare nel tempo, l'impresa deve fare seguire al «welfare aziendale» una vera e innovativa politica di »welfare culturale» senza la quale sarà difficile garantire nel tempo i fondamenti del welfare aziendale.
Le aziende che si muovono nella direzione dell'«Economia 5.0» devono necessariamente mettere in atto azioni che portano ad «elevare la cultura dell'impresa» coinvolgendo i lavoratori nel condividere la conoscenza e a collaborare per modificare la struttura relazionale, da piramidale a circolare. Non è sufficiente modificare l'orario di lavoro, fare corsi o erogare compensi annuali per affermare che le persone stanno bene con loro stesse, e in relazione con le altre, mantenendo inalterato la struttura organizzativa dell'azienda Serve molto di più, in quanto sono interventi di breve raggio che nel tempo necessitano di essere continuamente sottoposti a revisione per il crescere delle aspettative dei singoli e dell'intera comunità. Quello che alimenta la vita dell'azienda è la cultura coniata nel «welfare culturale della conoscenza condivisa» alla quale è possibile successivamente aggiungere i benefit inseriti nel welfare aziendale per completare il progetto «il benessere dei lavoratori». Il futuro è in questa frase di Lucio Anneo Seneca: «È l'animo che devi cambiare, non il cielo sotto cui vivi!»
Riferimenti bibliografici:
Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli Editore.
Sitografia: https://it.wikipedia.org
GUIDO ZACCARELLI
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale con Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente di informatica presso l'Università di Modena Reggio.