Mercoledì, 12 Luglio 2023 06:08

Nuove “ virostar” si affacciano nel mondo dei media. In evidenza

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foto di repertorio foto di repertorio

Nessuno nega il suo contributo, ma siamo certi che sia uno degli autori principali del vaccino inglese?

Di Francesco Graziano Bologna, 11 luglio 2023 - Durante la fase più drammatica della Pandemia da Covid 19 abbiamo assistito ad una sovraesposizione mediatica di virologi, che un giorno sì e l’altro pure, invece di stare in laboratorio a fare esperimenti si accomodavano dalla mattina alla sera nelle varie sedie di trasmissioni televisive concentrate giustamente sull’emergenza sanitaria.

Tra i tanti studiosi apparsi in video, con una certa qual assiduità, ce n’è stato uno in particolare, laureato in una facoltà scientifica che non ha ancora compiuto trent’anni di vita e che assomiglia – almeno così sostengono – ad un famoso calciatore.

Il ragazzo è indubbiamente preparato (potrà avere all’incirca trenta/trentaquattro anni non di più), studi in Inghilterra dove ha conseguito i massimi titoli accademici, pubblicazioni scientifiche e tanto altro lavoro meritevole.

Peccato che la sua intelligenza e bravura non sia direttamente proporzionale alla sua umiltà che – spiace sempre scrivere così, ma i fatti sono fatti, appare molto poca.

Il presuntuoso studioso – a cui non difetta una evidente telegenicità- ha compreso perfettamente come farsi pubblicità e, aggiungo io fare carriera, amplificando in certi casi meriti che appartengono più ad altri che a lui. Se solo lo aveste sentito parlare, ho letto diversi suoi post su Twitter, tutti noi nella sua visione distorta della realtà, causata forse da una voglia eccessiva di   “arrivare” ( e non c’è nulla di male in questo), da un insopportabile – suppongo, ma spero anzi ne sono sicuro non farà parte della sua persona - ego ipertrofico dovremmo inginocchiarci per ringraziarlo per averci salvato da quel virus che ha mietuto morti in tutto il pianeta.

Prendete ad esempio un estratto di una famosa trasmissione risalente a due anni fa. Ospite in studio c’era lui e la conduttrice, probabilmente ignara del paper poi pubblicato, la quale ha esordito con queste parole: “ Il Dottor L.B (iniziali fittizie, ndr) è al lavoro sul vaccino inglese anticovid, quello su cui l’Ue ha investito parecchio; successivamente,  immancabile, arriva la domanda pronta a mette in risalto il nuovo fenomeno “ culturale” creato ad arte dal medium televisivo: “ Da parte di uno che sta a lavorare giorno e notte( nessuno ha prove incontrovertibili per sostenere il contrario) sul vaccino ( povera stella, una notiziona: i ricercatori veri fanno questo), badi che non voglio farla entrare in polemiche, se fossimo impreparati? Cosa pensa quando sente vediamo di chi è la colpa?”.

Risposta: “ Ogni ritardo sarebbe un problema”. Seguono considerazioni dove il Nostro appare come totalmente assorbito dal lavoro, convinto che “più persone vaccinate meglio è”; prosegue ancora il Phd in Biotecnologie: “Per risultati ad interim la richiesta di ulteriori accertamenti è la prassi”.

Questo è solo uno dei tanti exempla della protervia del giovane ragazzuolo proveniente dalla provincia del centro Italia. Chi di voi è un masochista vada a ricercare su Twitter; Facebook e altri canali social parole scritte di suo pugno del tipo “Il vaccino a cui ho lavorato…”.

Quando leggi queste parole vergate nel “ bar virtuale” dei social dove basta che qualcuno ripeta una notizia all’infinito, ogni qualvolta con una sintassi diversa e immancabilmente breve e poco approfondita, per farla apparire vera inconsciamente arrivi persino tu, abituato a verificare le fonti e a smontare i falsi miti che sì, abbiamo un eroe. Pensi già che devi correre in libreria perché, avendo perso lo status di scienziato, ma essendo diventato un personaggio pubblico che ci avverte pure quando va in bagno o stringe le mani di celebrità, è arrivata l’immancabile pubblicazione di “ Saggi” proposti da case editrici grosse. Dopo tutta questa imperitura gloria “ai cui posteri andrà l’ardua sentenza” nel momento che arriva sempre come il trapasso che tocca noi tutti ( mettevi pure le mani in tasca, siete autorizzati), ossia quando i cronisti cominciano a storicizzare uguale indagare ecco che come si dice vengono fuori le cosidette fake news.

Arriviamo alla verità: a parere di tutti i presentatori televisivi del Belpaese, che hanno richiesto un suo contributo anche di pochi minuti  non so oramai quante volte, lui e solo lui è quello che si è spezzato la schiena in nome del bene comune.

Un consiglio: come ben sapete in un articolo scientifico – a seconda del contribuito che dai – vieni messo come primo nome o co primo nome o come ultimo nome a chiusura del lavoro. Sappiate che purtroppo questa persona valida, il quale ha orchestrato una campagna di promozione personale che l’ha portato a vivere le luci della ribalta, nell’articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista “ The Lancet” appare esattamente al numero…in realtà manca proprio, il suo nome non c’è. Per trovarlo bisogna andare in fondo sul link dove dovreste trovare scritto “ Supplementary file 1”.  Naturale che sorga un legittimo dubbio, il seguente: il Signor L.B sicuramente ha lavorato al vaccino ma il suo nome non compare ad occhio tra i primi cinquanta autori. Accanto a studiosi come Pedrom Folegatti,MSc e Katie J.Ewer PhD il nome del ricercatore italiano non è affatto tra i primi posti eppure ci siamo sorbiti frasi del tipo “ Il nostro vaccino”; “ Se vi va, ci vediamo stasera nel corso della trasmissione Petrolio di Rai 2” e altre amenità. Nessuno nega che  abbia contribuito, arrivando a fare le notti ( ci sono ricercatori che le notti le fanno da anni, vengono pagati una miseria e non hanno tempo di “ vivere” sui social dando l’impressione di essere tra i principali ideatori del siero antiCovid19) ma è proprio sicuro vorremo domandargli di non aver quantomeno sconfinato nel pubblicizzare ogni sua idea sui social dove non c’è spazio per l’approfondimento e l’analisi seria? Nega che grazie a questo teatrino alcune persone abbiano erroneamente pensato che lui faceva parte delle menti geniali che avevano avuto la prima idea del nemico SarsCov19?

Per chiunque voglia verificare la notizia ecco il link: https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)31604-4/fulltext#sec1.

In fase di explicit di questo pezzo faccio una promessa, se tra gli studiosi del Jenner Institute troverete facilmente il nome di questo ricercatore o lo considererete offensivo verrà pubblicata immediata rettifica o la rimozione dell’articolo, ma qualcosa mi dice che farete molta fatica…buona scienza a tutti!

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