CNA Modena

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Rete Imprese: "Due provvedimenti che hanno l'obiettivo di contrastare l'evasione dell'Iva, ma che riversano i costi di questa azione sulle imprese che si comportano correttamente. Inaccetabile che la lotta all'evasione sia pagata da chi rispetta le regole" -

Modena, 16 febbraio 2015 -

La Finanziaria ha esteso l'applicazione del "reverse charge" (l'Iva viene applicata da chi riceve la fattura e non da chi la emette), e l'introduzione dello "split payment" (se la fattura è emessa nei confronti di enti pubblici l'Iva è versata allo stato dall'ente pubblico stesso).

Due provvedimenti che hanno l'obiettivo di contrastare l'evasione dell'Iva, ma che riversano i costi di questa azione sulle imprese che si comportano correttamente. E si tratta di una moltitudine di imprese: tutte quelle della filiera delle costruzioni (edilizia e installazioni impianti), ma anche le imprese di pulizia, quelle che operano nel biomedicale, oltre alla grande distribuzione alimentare.
I nuovi meccanismi di applicazione dell'iva, infatti, creano un pesante squilibrio finanziario per queste aziende, che si trovano a pagare l'iva sugli acquisti, senza poter incassare quella sulle vendite, accumulando così migliaia di euro di rimborsi che richiedono mesi e mesi per essere liquidati.

Ne è prova questo esempio: supponiamo che un'impresa esegua una prestazione di servizi a favore di una pubblica amministrazione per 100.000 euro. In questo caso, l'impresa avrebbe incassato anche 22.000 euro di iva. Ma supponiamo anche che la stessa impresa abbia acquistato, per soddisfare la commessa precedente, beni e servizi per 50.000 euro, versando iva per 11.000 euro. Dato che l'iva non sarebbe incassata (perché versata direttamente dall'ente pubblico debitore), la nostra impresa maturerebbe un credito d'imposta di 11.000 euro. Se questa stessa impresa non ha dipendenti o altri debiti di carattere tributario, essa non avrebbe altra possibilità se non chiederne il rimborso, una strada lunga oltre sei mesi, con un'evidente difficoltà finanziaria per l'impresa. Lo stesso meccanismo si verifica con il reverse charge, che si applica nelle relazioni tra imprese e imprese.

Di fatto, l'impossibilità di incassare l'IVA sulle prestazioni di servizi e sulle vendite genera uno squilibrio nella gestione finanziaria delle imprese che può essere letale per la sopravvivenza di queste ultime. Ma c'è di più: per evitare di accumulare crediti con l'erario, il cui recupero è lungo e oneroso, diventa vantaggioso effettuare gli acquisti all'estero in regime di esenzione. Così che per recuperare gettito si danneggerebbe anche l'economia nazionale. Senza contare che questi meccanismi aumentano in modo preoccupante l'ammontare dei crediti Iva, paradossalmente proprio quando governo e parlamento sono impegnati a evitare che si accumulino ulteriori crediti nei confronti della PA, i nuovi istituti.

Rete Imprese ha iniziato una forte azione di sensibilizzazione nei confronti degli associati per sollecitare il governo ad intervenire sulla questione, a cominciare da una petizione che può essere sottoscritta sui siti nazionali delle Associazioni.
La richiesta è che da marzo, quando diventerà operativa l'introduzione della fatturazione elettronica con la P.A., sia abrogato lo split payment, così come da marzo, la scelta di adottare la fatturazione elettronica tra imprese deve escludere l'applicazione del reverse charge. Nel contempo Cna, Lapam Confartigianato, Confesercenti e Confcommercio chiedono di accelerare i tempi dei rimborsi per quelle imprese che applicano il reverse charge e lo split payment, eliminando, contemporaneamente, tutti gli ostacoli burocratici che ancora intralciano il pieno utilizzo in compensazione dei crediti Iva.

(Fonte: ufficio stampa Rete Imprese Modena)

Malgrado la pioggia, ancora un successo per la kermesse di piazza Grande: circa 80.000 visitatori e 35 i quintali di cioccolato lavorati dai sedici maestri cioccolatieri protagonisti dell'evento. Alla cioccolateria Zucarello di Collegno di Torino, in abbinamento con la cantina Settecani di Castelvetro, il primo premio per la miglior pralina al lambrusco -

Modena, 16 febbraio 2015 -

Malgrado il tempo non sia stato dei migliori, anche l'ottava edizione di Cioccolato Vero si è conclusa con un successo, come testimoniano i numeri. Quelli dei circa 60.000 visitatori, o i quintali di cioccolata (più o meno 30) lavorati dai 16 maestri cioccolatieri provenienti da sei regioni italiane, gli assoluti protagonisti della kermesse organizzata da CNA ed Acai, con la collaborazione del Comune di Modena e della Banca Popolare.

Nemmeno quest'anno, infatti, i modenesi hanno saputo resistere al richiamo del cibo degli dei, il cioccolato vero, appunto, quello privo di grassi, in tutte le sue declinazioni di forma e di sapore. Ad esempio, in combinazione con il lambrusco, un abbinamento che ha rappresentato il tema del concorso 2015 per la miglior pralina.

Davvero una bella sfida per gli artigiani di Cioccolato Vero, una "tenzone" che ha visto la vittoria della Cioccolateria Zuccarello di Collegno (Torino) abbinata al lambrusco della Cantina Settecani di Castelvetro. Al secondo posto un altro maestro piemontese, Maurizio Obaliero, di Pinerolo (Torino), che ha esaltato il lambrusco dell'azienda agricola "I Monticelli" di Savignano. Terza piazza per l'Officina del cioccolato di Mondavio (Pu) e il vino dell'azienda agricola Villa di Corlo, di Baggiovara. A consegnare i premi il Sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli e il presidente della Regione Stefano Bonaccini, che in mattinata ha visitato la kermesse.

Ma hanno vinto anche tutti i bambini che hanno preso parte ai laboratori di lavorazione del cioccolato, agli innamorati che sabato hanno avuto l'occasione di regalarsi un dolcissimo – in tutti i sensi – San Valentino, e hanno vinto gli espositori, grazie anche alle nuove casette in legno che hanno impreziosito l'evento.

"Ha vinto, insomma, la città di Modena – ha commentato Nicola Fabbri, presidente della Cna comunale – ha vinto un centro vivo e vivace, nel quale l'animazione può e deve andare d'accordo con la tutela delle bellezze architettoniche e culturali, perché le une valorizzano le altre e viceversa. E' anche con questo obiettivo che siamo già al lavoro per programmare la nuova edizione di Cioccolato Vero, quella del 2016".

(Fonte: Ufficio Stampa CNA MO)

Rete Imprese: "Intollerabile un nuovo incremento del 3,7%, soprattutto se giustificati dall'aumento dei crediti inesigibili" -

Modena, 13 febbraio 2015 -

«Confermiamo le forti perplessità rispetto al prospettato aumento, pari al 3,7%, della Tari, che si aggiunge alla serie di incrementi succedutisi negli ultimi 10 anni e che hanno reso sempre più pesante l'onere per lo smaltimento di rifiuti a carico di imprese e famiglie». Così esordisce la nota di Rete Imprese città di Modena - l'aggregazione a cui fanno riferimento Cna, Confcommercio, Lapam e Confesercenti – in vista del confronto di martedì con l'Amministrazione Comunale in tema di Tari.

«Come abbiamo scritto al Sindaco negli scorsi giorni - puntualizzano le quattro Associazioni - è poi davvero singolare che l'ipotesi di nuovo rialzo della Tari venga giustificato dal fatto che sarebbero aumentati i crediti inesigibili. Una manovra, questa, che non ha peraltro alcun fondamento di legge!»

«Come prevede invece la legge - il Dpr 158/1999 - la tariffa su imprese e cittadini deve trovare fondatezza in un dettagliato piano economico-finanziario messo a punto dal gestore e che riteniamo debba essere al centro della discussione sul costo di gestione e smaltimento dei rifiuti in città».

«Crediamo dunque - precisa Rete Imprese città di Modena – che fino a quando Hera non avrà messo a disposizione dell'Amministrazione Comunale e dunque della città tale piano, perché sia discusso al tavolo sulle politiche ambientali, vada congelata ogni ipotesi di rialzo della Tari».

«Rialzo - dichiarano Cna, Confcommercio, Lapam, Confesercenti - che non solo ignora le pesanti difficoltà delle imprese modenesi, ma evidenzia, una volta di più, come le famose economie di scala promesse al tempo della costituzione di Hera non si stiano realizzando».

«In tutto ciò - conclude Rete Imprese - c'è da chiedersi con amarezza quali siano gli interessi difesi dai ben quattro componenti modenesi del consiglio di amministrazione di Hera. Che prima ancora di lavorare per la massimizzazione del profitto - perseguita anche grazie a continui aumenti del peso della Tari su imprese e famiglie - dovrebbero avere a cuore la salvaguardia di un tessuto economico-produttivo messo a dura prova dalla crisi».

Cosa prevede l'articolo 8 del Dpr 158/1999

Piano finanziario

1. Ai fini della determinazione della tariffa ai sensi dell'art. 49, comma 8, del decreto legislativo n. 22 del 1997, il soggetto gestore del ciclo dei rifiuti urbani di cui all'art. 23 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni e integrazioni, ovvero i singoli comuni, approvano il piano finanziario degli interventi relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani, tenuto conto della forma di gestione del servizio prescelta tra quelle previste dall'ordinamento.

2. Il piano finanziario comprende:
a) il programma degli interventi necessari;
b) il piano finanziario degli investimenti;
c) la specifica dei beni, delle strutture e dei servizi disponibili, nonche' il ricorso eventuale all'utilizzo di beni e strutture di terzi, o all'affidamento di servizi a terzi;
d) le risorse finanziarie necessarie;
e) relativamente alla fase transitoria, il grado attuale di copertura dei costi afferenti alla tariffa rispetto alla preesistente tassa sui rifiuti.
3. Il piano finanziario deve essere corredato da una relazione nella quale sono indicati i seguenti elementi:
a) il modello gestionale ed organizzativo;
b) i livelli di qualita' del servizio ai quali deve essere commisurata la tariffa;
c) la ricognizione degli impianti esistenti;
d) con riferimento al piano dell'anno precedente, l'indicazione degli scostamenti che si siano eventualmente verificati e le relative motivazioni.

4. Sulla base del piano finanziario l'ente locale determina la tariffa, fissa la percentuale di crescita annua della tariffa ed i tempi di raggiungimento del pieno grado di copertura dei costi nell'arco della fase transitoria, nel rispetto dei criteri di cui all'articolo 12, determina l'articolazione tariffaria.

(Fonte: ufficio stampa CNA MO)

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