Pubblicato il bando: domande entro le ore 13 del 9 maggio 2022.
Quest’anno saranno ammessi 30 progetti alla prima fase della competizione.
Ai vincitori contributi in denaro e assistenza per sviluppare il business.
Si chiama "Orto condiviso-Carletto" ed è attiva da oggi l'app che permette di acquistare i prodotti del progetto di agricoltura sociale realizzato dal gruppo Ceis di Modena, dalla cooperativa sociale Eortè di Limidi di Soliera (aderenti entrambi a Confcooperative Modena) e dall'azienda agricola biologica S. Antonio Abate di Limidi di Soliera.
Risalente all'Età del Rame e datato a più di 5.000 anni fa, è stato ritrovato a 26 metri sotto il livello del suolo. Ora, un gruppo di studiosi dell'Università di Bologna ne ha ricostruito la vicenda, risalendo all'origine delle lesioni visibili sulla sua superficie
UniCredit, in collaborazione con lo studio legale Orrick, fa incontrare le migliori scale-up italiane con una platea selezionata di "campioni" dell'innovazione e investitori internazionali
Se le nuove tecnologie hanno supportato i processi produttivi delle imprese (smartworking) e quelli d'acquisto delle famiglie (e-commerce) nella complicata congiuntura di questi mesi, lo si deve anche al lavoro e ai risultati raggiunti da startup e scale-up, uno dei motori dell'ecosistema dell'innovazione.
Una rilevanza, quella del mondo delle startup italiane, che si accompagna alla resilienza dimostrata anche in questi complicati mesi: nei primi sei mesi del 2020 gli investimenti nelle startup italiane hanno raggiunto i 260 milioni di euro (fonte: Startupitalia).
Oggi UniCredit, in collaborazione con lo studio legale Orrick, ha organizzato l'"Italy Tech Day – Disruptive Lifestyle", un evento che riunisce alcune delle principali scale-up italiane rappresentative del settore Lifestyle, società che hanno già fatto il primo salto dimensionale e hanno un business strutturato e con potenzialità di ulteriore sviluppo, per un momento di presentazione e confronto con una platea di investitori internazionali.
Più nel dettaglio, sono 6 le aziende che si presentano, tutte selezionate all'interno delFounders' Club, il progetto che, frutto dell'esperienza di UniCredit Start Lab (la piattaforma di business che ha portato all'analisi di oltre 5.300 start-up innovative dal 2014 a oggi e alla selezione di 350 progetti che sono stati supportati nel loro percorso di crescita) riunisce 60 scale-up operanti nei settori Life Science, Clean Tech, Innovative Made in Italy e Digital che hanno registrato ottime performance in termini di ricavi, attrattività di capitali e percorsi di crescita internazionale.
Di seguito le 6 scale-up che partecipano all'iniziativa e i cui founders sono stati intervistati da "opinion leaders e investitori" internazionali riconosciuti nel mondo dell'innovazione qualiSimon Beckerman, Frederic Court, Riccardo Pozzoli, Ash Puri, Reshma Sohoni e Jeremy Uzan.
BOOM: piattaforma collaborativa che mette in contatto professionisti dell'immagine fotografica con i propri clienti. BOOM Imagestudio è un "marketplace" di servizi fotografici on-demand a scala internazionale e un luogo di incontro per una generazione di creativi e autori in cerca di ispirazione, apprendimento, confronto e lavoro.
BUDDYFIT: prima palestra digitale in Italia, Buddyfit è la nuova applicazione disponibile per Android ed iPhone creata per consentire alle persone di allenarsi in qualsiasi luogo con il supporto di un personal trainer, tramite workout personalizzati o allenamenti in diretta.
EVERLI: prima realtà ad applicare un modello innovativo che permette al cliente di scegliere il supermercato di fiducia, ordinare la spesa online e affidarsi a un personal shopper che la consegnerà all'indirizzo desiderato entro un'ora o nella fascia oraria richiesta. Everli offre il più vasto assortimento di prodotti sul mercato online italiano, con oltre 65.000 referenze e centinaia di offerte mediamente disponibili sulla piattaforma, grazie alle importanti partnership strette con i principali retailer della grande distribuzione italiana.
FREEDA: gruppo che comprende Freeda – media brand per le giovani generazioni di donne presente in Italia, Spagna e Regno Unito con oltre 7 milioni di follower sui più importanti social
network - Superfluid - marchio di prodotti per la cura della persona attivo in Europa - e Goovi - che crea prodotti naturali per le donne.
SHOPFULLY: leader nel Drive-to-Store grazie allo sviluppo di soluzioni in grado di connettere i consumatori con i rivenditori fisici tramite tecnologie e strategie digitali. Con un DNA internazionale, ShopFully è partner di più di 700 retailer e brand a livello globale.
VELASCA: brand globale di scarpe e accessori di alta qualità, totalmente Made in Italy, con un modello di vendita Direct to Consumer. Nato come brand digitale, grazie a una piattaforma proprietaria di e-commerce, ha sviluppato negli ultimi anni anche una rete di oltre 10 botteghe in Italia e nel mondo.
La presentazione delle scale up è stata preceduta da una tavola rotonda intitolata 'Europa Tech: un mosaico in evoluzione per opportunità e investimenti' che ha visto la partecipazione di Gilad Engel (Partner di Target Global), Stefania Godoli (Responsabile Joint Venture CIB-CCB Italy di UniCredit), Luca Colciago (General Partner Kreos Capital) e Vanessa Pinter (Digital+).
Dichiara Olivier Khayat, Co-CEO Commercial Banking Western Europe di UniCredit:"Oggi investire in innovazione non è un'alternativa, è la priorità. Il periodo che stiamo vivendo è complesso e la ripresa dell'intero sistema è indubbiamente legata alla capacità di trasformare i modelli di business per essere più flessibili e rispondere a tutti i cambiamenti, coniugando le nuove possibilità offerte dal digitale ai tratti distintivi del Made in Italy. Questo è vitale per soddisfare i bisogni dei clienti ed essere competitivi in questo scenario in evoluzione senza precedenti. In UniCredit possiamo contare su una expertise di altissimo livello e possiamo essere facilitatori in tutte le relazioni tra imprese, istituzioni e investitori. Vogliamo essere un partner strategico per i nostri clienti, pronti a offrire le migliori soluzioni per sostenere la crescita di tutti i business, che siano già consolidati o appena avviati."
Dichiara Attilio Mazzilli, partner responsabile dell'Italian Tech Group di Orrick: "Stiamo ormai osservando da alcuni anni un trend positivo che vede le startup italiane farsi spazio a livello internazionale e guadagnarsi meritatamente la considerazione di investitori di tutto il mondo, che ne premiano la competenza e ne favoriscono lo sviluppo, anche grazie a funding importanti. Con UniCredit abbiamo voluto ideare un evento che si concentrasse per quest'anno su un segmento, quello del Lifestyle, in cui l'Italia eccelle e in cui ha dimostrato una spiccata capacità di individuare la perfetta sinergia con il mondo del digitale. Il Tech Day è una delle numerose iniziative di cui Orrick si fa promotore, con l'obiettivo di favorire l'ecosistema tech del nostro Paese, creando opportunità di mentoring e matchmaking tra i principali player del mercato."
L’evento si è tenuto questa mattina alla presenza di un numero contingentato di rappresentanti istituzionali
Reggio Emilia, 21 novembre 2020 – L’edificio A del terzo Polo Universitario cittadino è stato ufficialmente consegnato all’Università di Modena e Reggio. Così diventa realtà il progetto UniMoRe 2020. Nato dalla collaborazione tra Diocesi e Comune, nel giro di pochissimo tempo il progetto si è trasformato in uno sforzo corale cui hanno preso parte numerose realtà pubbliche e private del territorio.
L’imponente ristrutturazione dell’immobile dell’ex Seminario, iniziata il 29 aprile 2019 e proseguita senza interruzioni nonostante l’emergenza sanitaria, ha dato vita ad una struttura che ospiterà circa duemila persone, tra studenti e personale.
Ad oggi sono stati investiti 7,7 milioni di euro per l’intero Lotto A. L’obiettivo era quello di rendere fruibile alla città una struttura dalle dimensioni molto importanti e situata nel cuore pulsante di Reggio Emilia. Il modo migliore per farlo era dedicarlo a luogo di cultura e formazione per i giovani studenti universitari.
Le dichiarazioni
“Il progetto di riqualificazione dell’ex seminario in viale Timavo è uno straordinario risultato – ha spiegato Alessio Mammi, Assessore all'agricoltura e agroalimentare, caccia e pesca della Regione Emilia Romagna, intervenuto anche per portare il saluto del presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini -, che ha visto coinvolte le forze migliori della città e della provincia. La Regione ha partecipato con un importante contributo di 500mila euro, nel solco di una strategia condivisa in tutto il territorio regionale di sostegno alla formazione, al sapere, ai giovani, e compiendo una grande operazione di rigenerazione urbana. Con l’ex seminario trasformato in Università, la città di Reggio Emilia acquista il terzo polo dopo la sede di Palazzo Dossetti all’ex caserma Zucchi e la riqualificazione del Campus San Lazzaro”.
Ha proseguito poi Mammi: “La nostra terra ha una caratteristica unica: sappiamo portare a termine i risultati con efficacia, e sappiamo farlo condividendo strategie e obiettivi. Credo di dover porgere doverosi ringraziamenti a Sua Eccellenza il Vescovo Mons. Massimo Camisasca per aver avuto la lungimiranza del valore di un progetto di tale portata per la città, al comitato Reggio Città Universitaria e al suo Presidente Mauro Severi, alle altre istituzioni coinvolte, a tutti i donatori pubblici e privati, ai tecnici e alle maestranze che hanno portato a casa questo bel risultato in un tempo perfetto”.
“La consegna del primo lotto del nuovo Polo universitario – ha riferito il Presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giorgio Zanni - rappresenta un segnale di speranza per la nostra comunità, chiamata ad affrontare questi difficili mesi di emergenza sanitaria. Lo è per il rispetto del cronoprogramma, nonostante proprio la complessità del momento, che conferma come - anche in Italia ed anche oggi - sia possibile lavorare bene, onorando tempistiche ed impegni. Lo è per il livello di eccellenza di questo ambizioso piano di riqualificazione del sistema educativo ed urbano di una parte importante della città che oggi inizia a vedere la luce e che, da domani, inizierà ad ospitare i giovani - e dunque il futuro - di tutta la nostra provincia, e non solo”.
“La terza sede universitaria di Reggio Emilia è realtà. Un fatto di importanza determinante per il futuro di una città che vuole impostare il proprio domani sul sapere e sulla conoscenza e che, al contempo, ha a cuore il riuso di spazi prestigiosi quali sono quelli del Seminario”, ha affermato il Sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi. “Questa operazione ha radici antiche, si è concretizzata con una serie di atti della Giunta comunale già diversi anni or sono ed è nata grazie al confronto sincero, collaborativo e improntato al bene pubblico, che abbiamo instaurato da tempo con il Vescovo della nostra città, monsignor Massimo Camisasca, che ringrazio. Dal dialogo con la Curia e con l'Ateneo di Modena e Reggio Emilia ha preso il via questa straordinaria avventura, che arriva in porto felicemente. Al tempo stesso voglio ringraziare gli enti pubblici - Regione e Provincia in testa - per aver sostenuto la terza sede universitaria di Reggio al Seminario, e la città diffusa, le associazioni di categoria, i tanti attori del mondo economico che con sensibilità e lungimiranza sono stati al nostro fianco”.
Mauro Severi, presidente del Comitato Reggio Città Universitaria, ha dichiarato: “Nonostante la pandemia, non abbiamo subito ritardi sul nostro programma di lavori e di questo andiamo molto fieri. Gli step che avevamo programmato e che fin dal principio erano per noi la risposta alla fiducia dei nostri committenti sono stati rispettati. Quello di oggi è un primo, importante passo. Ci auguriamo che da domani i lavori possano proseguire allo stesso ritmo. Nel convinto sostegno generalizzato di cui abbiamo avuto testimonianza c’è il motore di una nuova cultura professionale e la forza di un nuovo sviluppo delle competenze a disposizione delle imprese, la spinta tangibile di un’apertura nazionale e internazionale da parte di Reggio Emilia”.
“Il recupero del Seminario vescovile di Reggio Emilia – ha commentato il Rettore dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Carlo Adolfo Porro - oltre a rappresentare un’importante opera di riqualificazione urbanistica di uno spazio adiacente al centro cittadino, segna la sua restituzione ad una funzione attiva nello sviluppo sia culturale sia formativo del territorio. Con l'ingresso dell'Università in questi spazi, dove troveranno sede aule e laboratori per attività didattiche, un auditorium, studi di docenti e una residenza per studenti, prende corpo attraverso questo terzo polo l'idea di quella "città universitaria" immaginata e sottesa nell'accordo firmato recentemente col Comune di Reggio Emilia”.
Ha proseguito il Rettore: “Nella Curia di Reggio Emilia abbiamo trovato un attore fondamentale e attento a cogliere le nostre esigenze e nel Comitato Reggio Città Universitaria un interlocutore puntuale e competente nel soddisfare l'urgenza di poter disporre in tempi brevi di questa struttura, divenuta fondamentale e indispensabile per la grandissima crescita di iscritti della sede reggiana di UniMoRe. Accogliere un numero crescente di studenti e studentesse in spazi e luoghi adeguati è un compito che come UniMoRe ci siamo assunti con responsabilità perseguendo, costantemente, l'obiettivo di un Ateneo di qualità, radicato nel territorio e con lo sguardo, al contempo, aperto al contesto nazionale e internazionale”.
“Fino nella struttura architettonica ideata da Enea Manfredini questo edificio è una casa di luce. Per molti anni questa luce ha accompagnato la formazione dei giovani che si preparavano al sacerdozio. Ora, divenendo polo universitario, esso non dismette, ma anzi continua e approfondisce la sua vocazione educativa investendo con la sua luce e la sua storia nuove generazioni di giovani che si preparano a guidare e servire il nostro Paese”, ha dichiarato monsignor Massimo Camisasca, vescovo della Diocesi di Reggio Emilia e Guastalla. “Mi auguro che il fondamento cristiano di questo complesso assieme alla memoria della donazione e del servizio di tutti coloro che negli anni passati hanno studiato e vissuto tra queste mura possano contribuire a ispirare i cuori di coloro che abiteranno questo edificio, aprendoli alle dimensioni più profonde e vere dall’esistenza”.
Romano Sassatelli, Presidente della Fondazione Manodori, ha commentato: "La creazione di questo nuovo polo universitario è un’opportunità straordinaria per la nostra comunità. Risponde ad un bisogno, promuove il sistema formativo locale, si configura come un luogo in grado di incentivare le relazioni e la coesione sociale. Si tratta inoltre di un progetto corale, di cui fa parte anche la Fondazione Manodori al fianco di tante realtà pubbliche e private per poter contribuire, insieme, a cambiare il volto della nostra città, incentivando le occasioni di incontro e di crescita".
Fabio Storchi, Presidente di Unindustria Reggio Emilia, ha riferito: “Siamo particolarmente lieti di vedere rafforzata la presenza nella nostra città dell’Università di Modena e Reggio Emilia, con il recupero dell’ex Seminario diocesano e la creazione del terzo polo dell’Ateneo a Reggio Emilia. Al Vescovo Massimo Camisasca va la nostra riconoscenza per aver saputo immaginare per l’edificio, con generosità e lungimiranza, un futuro al servizio della Comunità”.
“Un complesso simile realizzato nel giro di un anno è un vero miracolo – ha affermato Stefano Landi, Past President della Camera di Commercio di Reggio Emilia –, e questo è stato possibile grazie alla generosità di tanti, una caratteristica per cui Reggio si è sempre distinta e continua a farlo. Il fatto di avere un centro nevralgico della cultura in centro città sarà sicuramente di grande beneficio per la nostra economia, nonché per il senso di comunità che questa realtà sempre dimostra di avere”.
L’intervento di restauro
L’intervento di restauro è diretto dall’Ente Seminario ed è suddiviso in due lotti.
Il lotto A, consegnato oggi, ha coinvolto tutti i piani dell’ala nord su viale Timavo, da quello rialzato fino al terzo piano. Sono stati realizzati 1.032 posti aula e 160 postazioni di lavoro.
Un Auditorium da 293 posti è stato edificato al posto dell’ex refettorio sotto l’atrio, mentre l’area del seminterrato dell’ala nord è stata destinata a foyer, ai servizi Centro elaborazione dati e alle sotto-centrali impianti. Infine, l’area del seminterrato nell’ala sud è destinata a centrale termica.
UniMoRe avrà a disposizione tre Aule Magne da oltre 150 persone cadauna.
Il lotto B interessa oltre 11mila metri quadrati di edificio e proprio in queste settimane verranno completati i progetti che a breve saranno sottoposti all’attenzione degli enti.
L’invito del Sindaco di completare quanto prima anche il lotto B pare essere stato bene accolto dal Vescovo, che ha incaricato il Comitato Reggio Città Universitaria di programmare l’intervento.
La storia del progetto
Il progetto Reggio Città Universitaria affonda le proprie radici nell’aprile 2018, quando il Vescovo Camisasca annunciò la sua decisione di mettere a disposizione della comunità reggiana l’immobile del Seminario Vescovile di viale Timavo, firmato dall’architetto Enea Manfredini e inaugurato il 24 novembre 1954, al fine di aprire un nuovo polo universitario.
Seguirono la firma di un protocollo d’intesa tra la Diocesi, il Comune di Reggio Emilia e l’Università di Modena e Reggio Emilia per l’attivazione dell’iter di progettazione esecutiva e la raccolta di adesioni tra enti pubblici e privati, aziende e istituzioni della città di Reggio Emilia, al fine di raccogliere i fondi necessari alla ristrutturazione.
Il 20 dicembre 2018 fu costituito il Comitato “Reggio Città Universitaria”, di cui è stato eletto presidente Mauro Severi, vicepresidente Paolo Bonaretti, e membri del Consiglio direttivo Giorgio Zanni, presidente della Provincia di Reggio Emilia, Daniele Marchi, assessore del Comune di Reggio Emilia, Gino Belli, di Confcooperative, l’avvocato Ferdinando Del Sante e il dottor Gian Pietro Menozzi. Il Collegio dei Sindaci è costituito dal presidente Giulio Morandi, Ivan Villa e Mauro Macchiaverna.
L’Ateneo di Modena e Reggio Emilia uno dei pochi a non riprendere l’attività in presenza: un danno per la comunità e per la stessa Università
Il vino è un fortissimo elemento identitario di un territorio e la "Spergola" è destinato a diventare il marchio di Scandiano e dintorni. Ma perché questo accada e sopratutto che il consumatore si affezioni e ne avverta consapevolmente le qualità e l'apprezzamento si diffonda non è sufficiente la volontà e la qualità ma un serio e ben preciso piano di marketing.
di Lamberto Colla Reggio Emilia 23 febbraio 2018 - "Il vino è la poesia della terra", scriveva Mario Soldati nel suo libro "Vino al vino" dove raccontava dei suoi tre viaggi compiuti attraverso l'Italia alla scoperta dei vini della tradizione, alcuni addirittura scoperti da lui stesso.
Un aforisma che meglio non avrebbe potuto raccontare il connubio esistente tra un vitigno autoctono e territorio globalmente inteso, frutto della evoluzione sociale e culturale oltre che dalle condizioni orografiche e pedoclimatiche.
E la Spergola si candida a assumere la responsabilità di identificare Scandiano e i comuni limitrofi, come portabandiera di un territorio vocato alla trasformazione enologica e non solo.
Una identità che è stata confermata anche dagli elaborati presentati da due distinti gruppi di lavoro del Corso di Organizzazione e Management della Cultura e della Creatività del percorso di Laurea Magistrale in Management e Comunicazione d'Impresa.
Due report indipendenti che giungono a conclusioni quasi identiche.
"La Spergola, non è solo un vino, - scrivono i laureandi - non è solo un vitigno, né un territorio: è la storia che unisce questi elementi, è il filo conduttore che lega un territorio alla sua gente." Ma l'eccellenza, la qualità e la piacevolezza non sono elementi sufficienti per aggredire un mercato globale in grado di riconoscere un'utile gratificazione economica ai produttori e conseguentemente al territorio d'origine.
"Fagli bere il tuo vino e lo ricorderanno, faglielo vivere e non lo scorderanno." -
Da qui nasce il loro progetto, da un vino che, ad oggi, sottolinea il secondo gruppo di lavoro, "ha raccolto meno di quanto ha seminato, da un vitigno che rimane giustamente ancorato alla sua storia ma fatica ad aprirsi a nuovi scenari, a proiettarsi nel futuro e slegarsi, almeno parzialmente, dal suo territorio d'origine".
A partire da questo aforisma, che riprende una delle leggi fondamentali del marketing esperienziale, è "stato sviluppato un approccio analitico che parte dal concetto del consumAttore: non si acquista solo il prodotto ma anche l'esperienza che se ne può trarre. Il consumatore non è razionale nelle sue scelte d'acquisto ma è motivato anche da fattori emotivi."
Un approccio ovviamente molto scientifico, composto da analisi della concorrenza, di questionari indirizzati a diversi target di operatori e consumatori, da approfondimenti storici e infine da una serie di proposte operative ipotizzando l'utilizzo di strumenti di comunicazione e marketing integrati quali:
- segmentazione di mercato
- ipotesi di organizzazione di mercato
- comunicazione attraverso media convenzionali
- comunicazione attraverso i social media
- organizzazione di specifici eventi
- Ipotesi di codici di comunicazione e di design, sia per bottiglie sia per etichette.
In conclusione, dall'analisi dei lavori, si evince che la Spergola ha grandissime potenzialità, che la sua storia, il territorio da cui proviene e le qualità organolettiche possono spingere il vino nell'élite del mondo enologico. "Per fare ciò però - scrivono gli estensori del lavoro - ci siamo resi conto che bisognava innanzitutto far scoprire questa eccellenza a chi ce l'ha di fianco casa. Solo così è possibile ampliare i mercati di riferimento".
Una presentazione assolutamente convincente che ha prodotto l'invito a replicare e approfondire l'esposizione direttamente al cospetto dei produttori e vinificatori, invitati dal dottor Roberto Martinelli (Casali) nei locali di Emilia Wine con i professionisti dell'AIS, che per primi si sono presi a cuore il rilancio di questo antico vitigno.
Infatti fu proprio il convegno di Scandiano dello scorso 30 settembre, organizzato dall'AIS (Associazione Italiana Sommelier) di Reggio Emilia, a segnare il primo traguardo di un lavoro iniziato molti anni prima, come ebbe modo di sottolineare il delegato locale, Gaetano Palombella, introducendo i lavori che videro alternarsi sul palco dal professor Attilio Scienza alla dottoressa Marisa Fontana, da Mario Gherpelli (AIS) a Flavio Spotti per concludere con una rappresentanza dei produttori aderenti alla "Compagnia della Spergola". Un convegno che di fatto ha "dato il la" a una condivisa, trasversale e diffusa consapevolezza delle potenzialità del vitigno.
Le iniziative di AIS sono riuscite infatti a coinvolgere buona parte degli attori locali: dalle amministrazioni pubbliche ai produttori, dai testimonial scientifici ai più qualificati sommelier e infine all'Università di Modena e Reggio Emilia.
GRUPPI di Lavoro
Gruppo 1-
Arcorio Beatrice, Argiolas Martina, Carbone Manuel, Cinquegrana Paolo , Grazia Andrea, Madrighelli Susanna, Stanco Anto
Gruppo 2-
Campalmonti Chiara, Castrogiovanni Gioacchino, Di Napoli Emanuela, Falappa Silvia, Loggi Alberto, Pennesi Milena, Tagliavini Cristina, Verduci Fabiana
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