Roma, dicembre 2013
La produzione di latte a livello mondiale è attesa in aumento nel 2014, secondo le previsioni divulgate dal Dipartimento Agricoltura degli Stati Uniti, grazie a condizioni climatiche favorevoli, alla crescita dei prezzi alla stalla e a costi dei mangimi più contenuti. La produzione dei primi 5 paesi esportatori - Nuova Zelanda, UE, USA, Australia e Argentina - dovrebbe complessivamente aumentare dell'1,5% per un ammontare di circa 4,2 milioni di tonnellate in più rispetto al 2013. La percentuale di incremento più significativa della produzione è attesa in Nuova Zelanda (+5%), dove la maggior parte del latte è destinato a prodotti da inviare sul mercato estero, principalmente latte intero in polvere e burro.
(Fonte Ismea)
Crollo delle creme con contenuto di materia grassa al 40%. -6,48% a Milano e -4,62 a Verona.
di Virgilio - Parma, 25 Dicembre 2013 -
La chiusura d’anno vede lo stop, almeno momentaneo, del Parmigiano Reggiano seppure la commissione abbia rilevato una situazione di “scambi attivi”.
8,95 e 9,40 i valori, minimi e massimi, rilevati per la DOP parmigiana di 12 mesi di stagionatura mentre per il 24 mesi il prezzo all’ingrosso si innalza tra 10,35 e 10,75€/kg.
Anche il Grana Padano DOP conferma le quotazioni delle precedenti ottave. 7,10 e 7,35€/kg i prezzi rilevati a Milano per il 9 mesi d’invecchiamento mentre il range si alza tra 8,00 e 8,65 per il 15 mesi di stagionatura.
Niente di nuovo sul fronte del Burro mentre, al contrario, il latte SPOT prosegue la sua caduta perdendo -3% sulla piazza di Verona fissando le quotazioni tra 48,65 e 51,55 /100 litri in continua discesa per la terza settimana consecutiva. Analogo andamento lo si rileva per la crema e per la panna centrifugata con contenuto di materia grassa al 40%. Prodotti che da tre settimane hanno iniziato una progressiva caduta di valore. Sulla Piazza di Verona la Panna di Centrifuga ha perso il -4,62 % fissando i prezzi tra 2,02 e 2,08€/Kg mentre al 2 dicembre il prezzo massimo era posizionato a 2,28€/kg.
La piazza di Milano replica l’andamento di Verona e le Creme di Latte uso alimentare al 40% di m.g. è stata quotata 2,02€/kg. perdendo -6,48% nell’ultima ottava lasciando sul campo complessivamente 26 centesimi dal 2 dicembre (2,28€/kg).
Calo sensibile delle creme a uso alimentare per la seconda settimana consecutiva.
di Virgilio - Parma, 18 Dicembre 2013 -
Dopo la breve pausa di una sola settimana, altri 5 centesimi sono stati guadagnati dal Parmigiano Reggiano seppure limitatamente al fresco. Alla borsa merci di Parma, nella seduta dello scorso venerdi, il volume degli scambi è risultato buono e il formaggio di 12 mesi ha raggiunto quota 8,95€/kg come prezzo minimo e 9,40€/kg come massimo. Nel frattempo i dati di produzione del mese di novembre, diffusi dal Consorzio di tutela indicano, una produzione in diminuzione con 2.226 forme in meno prodotte rispetto l’analogo mese dell’anno precedente, portando quindi a una contrazione dello -0,9% dall’inizio d’anno. Nessuna variazione in termini di prezzo sono da segnalare per il Grana Padano Dop e per il Burro. E’ invece con il segno negativo il valore del Latte Spot a Verona che scende a 51,03 €/100 litri e 52,07/100 litri rispettivamente come prezzi minimo e massimo registrando un calo del -2,91%. Altrettanto è da registrare per le creme di latte ad uso alimentare (40% di materia grassa) che alle borse di Milano e Verona cedono rispettivamente il -3,57% e il -3,13% fissando il prezzo a 2,16€/kg a Milano e tra 2,15 e 2,18€/kg a Verona.
Le produzioni delle due principali DOP- fonte Ismea-
Produzione di Grana Padano - novembre 2013 -
Gli ultimi aggiornamenti diffusi dal Consorzio di Tutela indicano un aumento della produzione di Grana Padano nel mese di novembre. In dettaglio, sono state prodotte 353.030 forme, pari al 4,5% in più rispetto allo stesso mese del 2012.
Nonostante il recupero degli ultimi due mesi, la tendenza complessiva del 2013 resta contraddistinta dal segno negativo, con una produzione complessiva pari a 4.165.873 numero di forme (-3,6% rispetto al periodo gennaio-novembre 2012).
Produzione di Parmigiano Reggiano - novembre 2013 -
Nel mese di novembre è riapparso il segno negativo nella produzione di Parmigiano Reggiano. In base ai dati diffusi dal Consorzio di tutela, sono state prodotte 2.226 forme in meno rispetto al mese di novembre 2012 portando il bilancio dall'inizio dell'anno ad una contrazione dello 0,9%.
In particolare, il calo della produzione si è registrato nelle provincie di Modena (-3,5%), Reggio Emilia (-1,8%) e, seppure in misura minore, Mantova (-0,8%). Stabile la produzione a Bologna, mentre per i caseifici di Parma si è registrato un aumento dell1,1%.
Stabili tutti i prodotti lattiero caseari. Il latte spot cala dell‘1,90%. La riabilitazione nutrizionale dei grassi del latte.
di Virgilio - Parma, 11 Dicembre 2013 -
Nessuna variazione di prezzo è da registrare in quest’inizio di dicembre.
Unica nota, questa volta positiva, deriva dal latte spot che segna una riduzione del -1,90% sulla piazza veronese. Inalterato il prezzo massimo fermo a 53,60€/100 litri mentre il valore minimo scende a 52,58€/100litri di latte. Il siero di latte scremato rimane fermo alle quotazioni di fine novembre quando aveva parzialmente recuperato (+2,5%) le perdite registrate di ottobre. Alla borsa di Milano il siero di latte scremato compresa la scotta ha registrato prezzi compresi tra 18,50€ e 22,50€/1000 Kg.
Prezzi stabili, senza perciò variazioni in aumento o in diminuzione, per le due principali DOP e il burro e per tutte le principali piazze (Milano, Mantova, Parma e Reggio Emilia).
Uno studio riabilita i grassi saturi e con essi il burro.
Burro e formaggi non sono i principali fattori delle malattie cardiache. Una recente pubblicazione del British Medical Journal riabilita i grassi di origine animale e in particolare quelli del latte e delle carni rosse. In un editoriale della famosa rivista medica, il cardiologo Aseem Malhotra lo dice a chiare lettere: «è arrivato il momento di dire basta al mito dei grassi saturi nelle malattie cardiache». Anzi, come riportato da Focus.it I veri colpevoli vanno ricercati semmai tra gli alimenti altamente processati dell’industria alimentare: i grassi idrogenati, il sale, gli zuccheri. Tanto è vero che proprio negli Stati Uniti dove si è fatta la grande battaglia contro i grassi saturi di origine animale il numero di obesi è aumentato anziché diminuire come era nelle aspettative.
C’è da dire però, che un altro insigne studioso, questa volta nostrano, il Professor Giovanni Ballarini già preside della facoltà di veterinaria di Parma e Presidente della Accademia Italiana della Cucina, scriveva “l’elogio del burro - Butter is Better” più di 10 anni fa.
“Con lo slogan “butter is better” il burro, grazie anche anche alle nuove conoscenze, sta vivendo oggi un momento di grande rivalutazione anche perché è possibile affermare che esiste una originalità del burro come alimento.
I grassi fanno bene: tutto dipende dallo stile di vita e dalle porzioni. Oggi le nuove conoscenze hanno stabilito che non è tanto importante la quantità: ma il rapporto tra colesterolo e lecitina.”
La solita crescita del Parmigiano Reggiano 12 mesi sulla piazza di Parma.
di Virgilio - Parma, 04 Dicembre 2013 -
Nessuna variazione di prezzo è da registrare in quest’ultima settimana di Novembre. Tutti i valori sono rimasti al palo tranne, come ormai è consuetudine, il Parmigiano Reggiano 12 mesi che, sulla sola piazza di Parma, ha guadagnato i soliti 5 centesimi e questa volta sul valore minimo di scambio fissando le quote a 8,90 e 9,35 €/kg.. Con l’ascesa inarrestabile delle ultime settimane la famosa DOP è riuscita a recuperare il valore perduto. La quotazione media è ora a solo -2,16% rispetto la media quotata nel 2012 e riferita al medesimo periodo. Altrettanto si riscontra nel Grana Padano DOP il quale, nella stagionatura 14-16 mesi, è arrivato a -1,75% rispetto la media quotazione del 2012.
Nessun nuovo record per il latte spot che, a Verona, rimane fermo a 54,64 € / 100 litri come valore massimo e 53,61€/100 litri di latte.
Infine il burro ha mantenuto, così come pure il Grana Padano, le medesime quotazioni della precedente settimana per tutti i formati trattati e in tutte le principali piazze commerciali.
SIAN (sistema informativo nazionale). A settembre la produzione ha rallentato.
Ormai la campagna lattiera è salva e le famigerate quote produttive non verranno superate con buona pace di Bruxelles e il piacere delle tasche di molti allevatori. Lo si evince dai dati resi pubblici dal Il Sian (il sistema informativo nazionale che fa capo ad Agea) il quale registra come a settembre la produzione si sia fermata a 5,29 milioni di tonnellate contro i 5,41 milioni della precedente campagna lattiera. In sostanza altri 114mila tonnellate di latte perduti per strada.
La proiezione a marzo 2014 quindi dovrebbe rimanere sensibilmente al di sotto della soglia degli 11,28 milioni di tonnellate, limite oltre il quale scatterebbero le “multe” per i produttori troppo efficienti.
Corre l'export dei formaggi made in Italy nei primi sette mesi del 2013.
di LGC Parma, 01 Dicembre 2013 -
Nonostante la crisi l'export tira, verrebbe da dire. E in effetti i dati sono positivi e incoraggianti secondo quanto rilevato da Ismea su base dati Istat. Infatti, rileva Ismea, ammonta a circa 183 mila tonnellate il quantitativo di formaggi made in Italy che prendono la via dell'estero, per un giro d'affari complessivo superiore al miliardo di euro, un risultato - sottolinea l'Ismea - che preannuncia un altro anno di soddisfazione per il settore lattiero caseario nazionale.
Ma, pur confermando i dati, il Presidente di Assolatte Giuseppe Ambrosi lancia un allarme proprio in riferimento all'export: "Grazie ad una fortissima attività delle imprese, la domanda estera di formaggi italiani è in continua crescita. Nel 2012 - prosegue Ambrosi durante l'intervista rilasciata all'agenzia dell'organizzazione lattiera - abbiamo superato le 300.000 tonnellate di prodotti esportati, sfiorando i 2 miliardi di euro, con una crescita del 7% in volume. L'aumento dei volumi si è però accompagnato ad una riduzione dei prezzi medi.
Una tendenza confermata anche nel 2013. Fino ad agosto abbiamo registrato vendite all'estero per un totale di 213.000 tonnellate, con un aumento dei volumi del 6,1% a fonte di un calo dei prezzi medi del 4,4%.
È evidente che il "made in Italy" piace, ma non a ogni costo!"
Comunque, verrebbe da dire "Meno male che l'Export c'è".
- I DATI ISMEA -
Le elaborazioni dell'Istituto sui dati Istat relativi ai primi sette mesi del 2013 indicano, infatti, un incremento di oltre il 5% dei quantitativi esportati sul 2012, accanto ad un aumento degli incassi dell'1,2%. L'estero si conferma essere un importante stimolo per la produzione casearia italiana in un momento di forte stagnazione della domanda domestica, nonostante la remunerazione dei prodotti oltre frontiera appaia nettamente inferiore allo scorso anno. Il prezzo medio all'export dei formaggi italiani risulta infatti ridotto del 4% rispetto ai primi sette mesi del 2012, passando dai 6,58 euro/kg ai 6,32 euro/kg attuali.
Export per segmento
Scendendo nel dettaglio, tra gennaio e luglio risulta particolarmente brillante la performance dei formaggi freschi e dei semiduri. che hanno ottenuto un incremento a due cifre sia in volume (rispettivamente +12% e +11%) che in corrispettivi monetari (+13%, +10%). Un andamento superiore alla media del comparto si evince anche per i molli (+6% in quantità e + 5% in valore), mentre tra i Dop, Grana Padano e Parmigiano Reggiano sono aumentati del 2,5% perdendo però quasi il 5% degli incassi. In controtendenza il Pecorino che registra una flessione dell'export in valore nettamente inferiore alla riduzione dei quantitativi, grazie ad una maggiore remunerazione finale del prodotto (+9% i prezzi di vendita sul 2012).
Export per principali destinazioni
Analizzando le principali destinazioni dell'export caseario nazionale, la Francia si conferma il primo acquirente di formaggi italiani, con oltre 40 mila tonnellate (+5% su base annua). Al secondo posto tra i paesi tradizionalmente clienti, la Germania ha aumentato la sua domanda di quasi l'8% (circa 25 mila tonnellate). A seguire il Regno Unito a cui sono andati oltre 16 mila tonnellate di formaggi made in Italy (+7% ). Tra i paesi extra-Ue, si conferma una situazione non favorevole negli Stati Uniti - quarto mercato nella graduatoria dei Paesi acquirenti - , che nel periodo in esame hanno registrato un calo delle richieste del 2%. Accanto alla crescita delle vendite verso i clienti storici della vecchia Europa, per i formaggi italiani si stanno aprendo nuovi ed importanti mercati di sbocco nell'Est europeo, nel Medioriente e nell'Est asiatico. In quese aree, nonostante i volumi esportati rappresentino quote non molto rilevanti, si evidenziano tassi di crescita molto interessanti che in qualche caso raggiungono anche il 30/40%.
(FONTI ISMEA E ASSOLATTE)
Mercati tranquilli ma sale ancora il latte SPOT.
di Virgilio - Parma, 27 Novembre 2013 -
Mercati sostanzialmente tranquilli tranne una ripresa, per la seconda settimana consecutiva del latte spot sulla piazza di Verona. Altri 50 centesimi che portano il valore massimo a 54,64 €/100 litri e 53,61 come valore minimo. Sembra invece inarrestabile l'ascesa del Parmigiano Reggiano, 12 mesi d'invecchiamento, che a Parma guadagna ulteriori 5 centesimi portando la quotazione più elevata a 9,35 €/kg . Ferme invece le quotazioni delle stagionature 24 mesi.
Grana Padano e burro rimangono fermi alle quotazioni della precedente settimana.
- Latte - i chiaroscuri del settore.
Il settore lattiero caseario nazionale ha forti potenzialità difficilmente esprimibili in questo periodo di crisi. La conferma viene dal presidente di Assolatte, Giuseppe Ambrosi, il quale nel fotografare il 2013 che sta chiudendo evidenzia come la competitività del comparto sia mortificata da diversi fattori: il costo del denaro, del lavoro e dell'energia, dal peso del fisco e dei prezzi delle materie prime. Insomma, costi di produzione troppo elevati e un quadro burocratico e normativo tra i più difficili e costosi del mondo.
Un allarme quello lanciato dal presidente della associazione confindustriale, che dovrebbe essere preso in considerazione anche alla luce dei fatti riconducibili alle "Quote Latte" e ai recenti sviluppi che vedrebbe messo in discussione tutti i conteggi produttivi e le conseguenti "Multe" derivate. La difficile situazione che il presidente Ambrosi evidenzia, deriva "da anni di crescita modesta rispetto alle reali potenzialità, il 2013 si chiuderà con un calo generalizzato della produzione e dei consumi". Le vendite nel corso del 2013 sono calate sensibilmente: Latte fresco: - 4%, latte UHT -3% e latte fermentato -5%. I formaggi DOP cedono spazi a formaggi alternativi come sta accadendo al Parmigiano Reggiano e al Grana Padano mentre quelli che ancora reggono lo devono a una forte "pressione promozionale". Unica eccezione la mozzarella che nella variante "da cucina" ha visto crescere i consumi a confermare della rinnovata tendenza d'acquisto verso le materie prime e gli ingredienti per le preparazioni casalinghe.
Sul fronte export, una volta roccaforte del settore caseario, Ambrosi sottolinea come all'aumento dei volumi si siano ridotti i prezzi medi. Nel 2012 è stata superata la soglia delle 300.000 tonnellate di prodotti esportati con una crescita del 7% alla quale si è accompagnata una riduzione dei prezzi medi. "Una tendenza confermata anche nel 2013, conclude Giuseppe Ambrosi, Fino ad agosto abbiamo registrato vendite all'estero per un totale di 213.000 tonnellate con un aumento del 6,1% a fronte di un calo dei prezzi medi del 4,4%". "Il made in Italy piace ma non a ogni costo".
Quote latte, la storia infinita.
di Virgilio - Parma, 20 Novembre 2013 -
I mercati confermano, sostanzialmente, la stabilità manifestata nelle ultime settimane. Soltanto Parmigiano Reggiano e latte spot hanno registrato variazioni rispetto l'ottava precedente.
Nello specifico il latte spot, dopo cinque settimane di quiescenza, ha guadagnato quasi un punto percentuale (+0,97%) quotando a Verona 54,13€/100 litri come valore massimo e 53,10€ come minimo.
Fermi i prezzi per le due principali DOP salvo il 12 mesi di stagionatura esclusivamente sulla piazza di Parma che ha guadagnato altri 5 centesimi (+0,28%), per la seconda settimana consecutiva in crescita solitaria, fissando il valore tra 8,85 e 9,30€/Kg. Per quanto riguardo il burro è da registrare un rallentamento della tendenza ribassista del prodotto zangolato di creme fresche che, alla borsa di Parma di venerdi scorso, ha visto confermati i 2,70€/kg. Il Burro CEE resta fermo a 3,85€/kg, quotazione che si replica da 3 settimane e confermato nella seduta milanese di lunedi 18/11.
Quote Latte. La storia infinita.
Un "mero errore di natura contabile" scrive il giudice delle indagini preliminari (GIP) di Roma Giulia Proto. L'Italia, quindi, non avrebbe mai "splafonato" le quote latte imposte dalla Commissione Europea. Secondo quanto riportato da "Il Fatto Quotidiano", l'"errore" di conteggio eseguito da AGEA "sarebbe stato poi aggiustato attraverso l'alterazione dei "criteri di calcolo del numero dei capi potenzialmente da latte", e cioè un algoritmo. Un "trucco" che secondo il Gip "merita approfondimento": avrebbe infatti innalzato innaturalmente il "limite massimo di età passiva da 120 mesi dell'animale a 999 mesi (ossia 82 anni di età)"". Il valore del danno si aggirerebbe pertanto intorno a 2,53 miliardi di euro ragione per cui il Gip Proto ha restituito gli atti al pubblico ministero specificando che "se è vero che non può ipotizzarsi il reato di truffa, non altrettanto può dirsi in ordine al reato di falso".
Dopo trent'anni di vicenda quote latte e alla vigilia della loro definitiva alienazione ancora non si hanno certezze né per quanto riguarda i numeri né in merito alle responsabilità oggettive e soggettive.
Non quotato a Parma e le altre borse restano a guardare. Accordo con il Canada per l'abbattimento delle barriere.
di Virgilio - Parma, 06 Novembre 2013 -
L'appuntamento borsistico di arma coincideva con la festività degli Ognissanti. Tutte le borse però hanno confermato i prezzi della ottava precedente per tutti prodotti lattiero caseari quotati.
I primi due appuntamenti della 45esima settimana di Verona e di Reggio Emilia hanno anch'esse confermato le quotazioni precedenti.
Dopo quattro anni di negoziati, Unione europea a Canada hanno raggiunto l'intesa per un accordo economico e commerciale come ben rilevato da Assolatte.
Secondo la Commissione europea, quando l'intesa sarà pienamente operativa porterà crescita e nuovi posti di lavoro, grazie all'eliminazione del 99% delle tariffe oggi esistenti. Si parla di libero accesso al mercato, ai servizi, agli investimenti. Tradotto in soldoni: un aumento del commercio bilaterale del 23%, con un incremento potenziale del PIL dell'Unione europea di circa 11,6 miliardi di euro.
È un accordo molto importante per l'Unione europea e per l'Italia, in particolare. Il Canada è infatti una delle economie più avanzate del mondo e l'accordo aprirà nuove interessanti opportunità per le imprese nazionali. Anche di quelle lattiero casearie.
"Il Canada è un mercato importantissimo per i nostri prodotti – ha affermato Giuseppe Ambrosi presidente di Assolatte -. Tra i formaggi stranieri, quelli italiani occupano stabilmente il secondo posto nelle preferenze dei cittadini canadesi. Il 20% di tutti formaggi stranieri che sbarcano in Canada arrivano dai nostri stabilimenti. E l'accordo mira ad una progressiva liberalizzazione degli scambi, senza dimenticare il grande capitolo dei diritti di proprietà intellettuale e delle DOP."
Ogni anno arrivano in questo enorme Paese, quasi 4.400 tonnellate di formaggi italiani, per un valore di 43 milioni di Euro. E ogni anno cresce l'interesse per i formaggi italiani: nel 2012 abbiamo registrato un aumento del 8,,8% dei volumi esportati e nei primi sette mesi di quest'anno un nuovo aumento del 3,4%.
Dati molto importanti, perché arrivano da un mercato ancora contingentato.
"Se gli importatori locali hanno deciso di sostituire i prodotti francesi, olandesi o greci con i grandi formaggi italiani, vuol dire che hanno registrato un grande interesse dei consumatori per le nostre specialità casearie – continua Ambrosi".
A farla da padrone sono Grana padano e Parmigiano Reggiano (circa 3.000 tonnellate), seguiti dal Pecorino Romano, Gorgonzola, Mozzarella e Provolone.
Secondo le prime indiscrezioni, l'accordo prevede un aumento immediato dell'80% delle quantità esportabili: altre 18.000 tonnellate di formaggi europei che potranno presso arrivare sulle tavole canadesi.
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