LE PRINCIPALI NOVITÀ
Come previsto dal Decreto, la capienza consentita a bordo dei bus viene ridotta dall’80% al 50%. Su ogni bus sono esposte le nuove capienze aggiornate, così che ogni passeggero possa verificare il rispetto dei limiti.
Negli ultimi giorni, a seguito della reintroduzione della didattica a distanza, il tasso di riempimento dei bus si è già ampiamente attestato al di sotto dei limiti imposti dalla legge. La Regione, peraltro, si è impegnata a confermare l’impegno di spesa assunto a copertura dei servizi aggiuntivi disposti a partire dall’inizio dell’anno scolastico e la scorsa settimana. Ciò permetterà di favorire una migliore mobilità per chi si deve spostare in città e sul territorio. Le corse, tuttavia, in assenza della gran parte degli studenti, saranno rimodulate per una migliore copertura delle fasce orarie di spostamento dei lavoratori. L’elenco aggiornato dei servizi potrà essere consultato, come sempre, sul sito www.tep.pr.it a partire dalla prossima settimana.
Le nuove norme non si applicano ai mezzi riservati al trasporto scolastico per le scuole dell’infanzia e primarie, che in virtù delle brevi percorrenze medie, sono autorizzati a raggiungere il 100% della capienza. A Parma, peraltro, il servizio Happy Bus già prima dell’ultimo DPCM era organizzato in modo da mantenere il tasso di riempimento mediamente all’80% circa.
LE CONSEGUENZE DELLE NUOVE NORME
Vale la pena di ricordare che anche le nuove norme in vigore, come già in precedenza, non prevedono il distanziamento a bordo dei mezzi pubblici. Un bus che normalmente ospita 90 persone, a seguito del nuovo DPCM, ne potrà trasportare 45, che considerato lo spazio disponibile, equivale ad una concentrazione massima di 4/5 passeggeri per metro lineare. Di conseguenza, i bus viaggeranno sempre nel rispetto dei limiti normativi, ma i passeggeri potrebbero comunque percepirli come pieni, anche in presenza di sole 20 persone.
È da ritenere, quindi, che la riduzione del tasso di riempimento al 50% non abbia la finalità del distanziamento, ma che sia volta soprattutto a ridurre la probabilità che sui mezzi vi siano persone infette.
I limiti prescritti dalle nuove norme sono dettati in considerazione degli studi nazionali e internazionali di questi mesi, che hanno dimostrato come in ambienti confinati con bassa motilità delle persone (come ad esempio l’autobus), l’elevato tasso di ventilazione riduce drasticamente il rischio di contagio, anche in virtù dei tempi di permanenza mediamente brevi.
Si stima che, a bordo di un bus, la frequente apertura delle porte, il flusso dalle botole e dai finestrini consentano il completo ricambio dell’aria ogni 3 minuti. Questa condizione, unita alla relativa stasi dei passeggeri a bordo e all’uso delle mascherine, rende compatibile lo scenario del trasporto pubblico con quello a basso rischio sopra descritto.
Al contrario, la permanenza per ore in un ambiente confinato, con scarsa areazione, pur in presenza di distanziamento interpersonale anche superiore al metro, presenta probabilità di contagio maggiori, in considerazione della dinamica delle particelle di minori dimensioni. E’ ciò che accade, ad esempio, a bordo dei treni, dove le fermate e la conseguente apertura delle porte sono molto più diradate, o degli esercizi di ristorazione dove per consumare è necessario togliere la mascherina. Lo stesso per le palestre, poiché in virtù dell’attività fisica aumentano le emissioni.
In un recente studio[1], il Prof. Giorgio Buonanno, uno dei massimi esperti italiani di polveri aerodisperse e docente di fisica tecnica ambientale, ha dichiarato che, a differenza di quanto si possa credere, i mezzi pubblici, con tempi di esposizione contenuti, non sono particolarmente rischiosi per la trasmissione del virus. Lo studio stima che se su un bus permanessero per 30 minuti 107 persone con mascherina indossata, in caso di presenza di un passeggero infetto, la probabilità massima di contagio sarebbe inferiore allo 0,4%.
Si raccomanda pertanto a tutti gli utenti il corretto uso dei dispositivi di protezione individuale.