Agroalimentare, servono misure ‘azzera-dazi’, è questa la richiesta di Confcooperative Fedagripesca ER
(Bologna, 31 ottobre 2019) – “Sosteniamo con forza la richiesta di misure ‘azzera-dazi’ e di interventi compensativi avanzata all’Unione Europea dal ministro Teresa Bellanova e dall’assessore regionale Simona Caselli. È necessario aiutare le nostre imprese riducendo i danni causati dai dazi aggiuntivi USA sulle eccellenze agroalimentari italiane, a partire dai prodotti più colpiti come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano, due filiere fondamentali per l’economia della nostra regione”.
È quanto ha dichiarato Paolo Bono, responsabile di Confcooperative FedAgriPesca Emilia Romagna (425 cooperative agroalimentari con 55.000 soci e 9,7 miliardi di euro di fatturato), intervenendo oggi all’iniziativa “L’Emilia-Romagna dice no ai dazi e sì alla tutela di Dop e Igp” tenutasi a Bologna e organizzata dalla Regione.
“Le nostre imprese hanno necessità di aprire nuovi mercati per fare fronte alla flessione dei consumi interni – ha aggiunto Bono –, purtroppo si trovano invece a fare i conti con chiusure doganali improvvise come nel caso dell’embargo russo, con barriere fitosanitarie che respingono i nostri prodotti, dal Far East all’America Latina, e adesso anche con l’inasprimento di dazi USA, che si aggiungono a quelli già presenti. Per questo siamo contrari a chiusure politiche in tema di scambi commerciali e chiediamo a Governo e UE di rafforzare la dotazione finanziaria per la promozione dei prodotti agroalimentari in Paesi che presentano nuovi spazi di mercato e interesse per i nostri prodotti”.
La legge regionale 16/2015 sull’economia circolare non trova piena attuazione se non si interviene a sostegno della filiera dei rifiuti. Lo sostiene Confcooperative Emilia Romagna, sottolineando come la scarsa propensione del mercato industriale ad utilizzare le materie riciclate e il crollo dei prezzi causato dal blocco delle importazioni dalla Cina (con conseguente aumento dell’offerta sul mercato interno), possano presentare gravi ripercussioni in termini economici, ambientali e sociali. Se non c’è chi acquista e impiega i nuovi prodotti ricavati dai rifiuti tramite il processo di end of waste, il ciclo dell’economia circolare non si chiude e ci troveremo con tonnellate di carta, cartone e plastica riciclata da smaltire.
L’appello dell’Organizzazione regionale – che associa 1.600 cooperative con oltre 80.000 occupati e 230.000 soci – è rivolto alle Istituzioni di tutti i livelli, alle quali si chiedono interventi (compresi incentivi e agevolazioni) per aiutare le imprese a completare il ciclo dell’economia circolare, altrimenti destinato a bloccarsi, e continuare così a svolgere un servizio fondamentale a favore di tutta la collettività.
“Diversi impianti di smaltimento e riciclo presenti in regione sono a rischio saturazione – afferma il presidente di Confcooperative Emilia Romagna, Francesco Milza -. Continuiamo a produrre troppi rifiuti e a non sapere come riutilizzarli, perché la materia riciclata non trova un mercato di riferimento. Non si riesce a generare un’adeguata filiera industriale tale da consentire alle imprese che recuperano rifiuti di avere sostenibilità economica. Ben venga l’obiettivo del 73% di raccolta differenziata della Regione entro il 2020, ma questa è una precondizione per gestire in modo virtuoso il ciclo dei rifiuti: se non si trovano industrie disposte ad acquistare le materie riciclate e se i prezzi non si risollevano, soprattutto adesso che la Cina non importa più come prima questi prodotti, l’economia circolare dell’Emilia-Romagna si blocca con pesanti conseguenze e gli impianti di recupero non riescono più ad assolvere alla loro funzione di tutela ambientale”.
Da qui l’appello di Confcooperative alle Istituzioni: “La politica non può ignorare questo problema, soprattutto quando si parla di imprese che svolgono funzioni a beneficio di tutto l’ecosistema territoriale – continua il presidente regionale Milza -. È arrivato il momento di aprire una seria riflessione sulle prospettive dell’economia circolare in Emilia-Romagna, su come dare vera attuazione all’innovativa legge regionale introdotta nel 2015, su come sostenere le aziende che trasformano i rifiuti. In questa fase ormai di emergenza, crediamo che tra i vari interventi da adottare, sia opportuno valutare anche la possibilità di incentivi e agevolazioni per gli impianti di recupero dei rifiuti, affinché possano continuare a svolgere il loro servizio a favore della collettività”.
Fonte: Confcooperative Emilia Romagna
Il circuito di credito commerciale si allarga ad altre 5 regioni. Nuove possibilità di mercato per le cooperative con lo scambio di beni e servizi, senza ricorrere all’euro
(Bologna, 2 ottobre 2019) – Nuovo accordo di convenzione tra Confcooperative Emilia Romagna e Liberex, che nei giorni scorsi hanno aggiornato l’intesa sottoscritta due anni fa per favorire lo scambio di beni e servizi tra imprese senza ricorrere all’euro. Obiettivo di questa rinnovata partnership è la promozione tra le cooperative di un mercato di mutuo credito, alternativo e complementare a quello monetario, che consenta una riduzione del ricorso all’indebitamento bancario, migliorando i bilanci aziendali e aiutando a risolvere i problemi di liquidità.
“La nuova convenzione permette alle nostre 1.600 cooperative con i loro 230.000 soci di accedere al circuito di credito commerciale con una quota di ingresso agevolata – spiega il direttore generale di Confcooperative Emilia Romagna, Pierlorenzo Rossi - e con la possibilità di utilizzare i servizi e i prodotti scambiati all’interno di Liberex anche per piani di welfare aziendale per gli oltre 80.000 occupati del nostro sistema. Liberex condivide un principio fondamentale della cooperazione: il denaro non è un fine ma un mezzo per creare ricchezza distribuita tra imprese e comunità territoriali. Abbiamo già sperimentato come questa collaborazione possa aiutare le imprese locali a restare ancorate al territorio, ottimizzando capacità produttiva e appetibilità sul mercato”.
A differenza di due anni fa, quando è stata sottoscritta la prima convenzione, oggi Liberex è un circuito commerciale che conta 480 imprese e professionisti coinvolti in Emilia-Romagna, con 9 milioni di crediti transati (equivalenti a 9 milioni di euro) senza l’utilizzo di moneta corrente. Ma la novità principale di questo accordo consiste nella possibilità per le cooperative che vi aderiscono di entrare a fare parte della piattaforma Sardex, una rete di ormai 10.000 imprese estesa anche in Sardegna, Piemonte, Veneto, Liguria e Marche, regioni in cui oggi è possibile operare attraverso la partecipazione Liberex. In questo circuito di credito commerciale allargato, proprio il mese scorso è stato raggiunto il traguardo dei 500 milioni di crediti transati, equivalenti a 500 milioni di euro.
“Siamo molto felici – dichiara Paolo Piras, amministratore di Liberex - di aver rinnovato l'accordo di collaborazione con Confcooperative Emilia Romagna, con cui condividiamo non solo valori e obiettivi di fondo, ma anche e soprattuto l'attenzione allo sviluppo delle aziende territoriali. Liberex e Sardex in questi anni hanno dimostrato che è possibile mettere in relazione migliaia di aziende per dare nuova linfa a una fetta di economia che non trovava spazio nel mercato euro, favorendo la circolazione delle merci e l'aumento del potere d'acquisto delle aziende e dei loro dipendenti. Siamo certi che da questa collaborazione nasceranno nuove importanti opportunità per i rispettivi associati”.
Una cooperativa di comunità; insegnamento delle discipline artistiche, in particolare a persone con disagio psico-sociale; formazione e sicurezza sul lavoro nello spettacolo.
Modena, 23 settembre 2019 - Sono le tre idee d'impresa premiate a conclusione dell’ultima edizione (la quinta) di Imprendocoop, il progetto per favorire l'occupazione e l'imprenditorialità ideato da Confcooperative Modena.
La cooperativa di comunità Savignano sul Panaro 2030 si è costituita il 19 luglio con lo scopo sociale di dare risposte ai bisogni espressi dai cittadini, nel rispetto del territorio.
La cooperativa Uranus ha già messo in scena uno spettacolo, con protagonisti gli allievi del corso di musical teenager, sul disagio giovanile e i rapporti talvolta difficili con i genitori.
La cooperativa Prima del Palco ha ideato il primo corso in Italia per formare i rigger, i tecnici specializzati negli appendimenti e lavorazioni in quota, fondamentali nell’allestimento di palchi, impianti e scenografie dei concerti ed eventi live; il corso partirà in dicembre, si terrà a Modena e sarà finanziato dalla Regione Emilia-Romagna.
Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (ex alternanza scuola-lavoro): l’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna e Confcooperative Emilia Romagna rinnovano il protocollo d’intesa per il triennio 2019-2022.
Alla luce delle positive esperienze formative realizzate nel triennio 2016-2019, l’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna e Confcooperative Emilia Romagna proseguono la collaborazione per il triennio 2019-2022.
E’ stato sottoscritto oggi – 20 settembre 2019 – il rinnovo del Protocollo d’Intesa finalizzato alla realizzazione di attività inerenti i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (ex alternanza scuola-lavoro) dal Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale, Stefano Versari e dal Direttore Generale di Confcooperative EmiliaRomagna, Pierlorenzo Rossi.
In attuazione dell’intesa, Confcooperative, per il tramite delle proprie articolazioni provinciali, comunicherà annualmente all’Ufficio Scolastico Regionale, per la diffusione alle scuole di pertinenza degli ambiti territoriali, le Cooperative disponibili, gli indirizzi di studio coerenti con gli ambiti di operatività di ciascuna di esse, il numero di studenti accoglibili, i riferimenti di contatto, il periodo di svolgimento e ogni altro elemento utile alla realizzazione dei percorsi.
Per il corrente anno scolastico le disponibilità saranno rese note tramite pubblicazione sui siti degli Uffici di Ambito Territoriale entro la metà del prossimo mese di ottobre.
Saranno, altresì, realizzate, sulla base di accordi fra istituzioni scolastiche e Confcooperative, attività di simulazione d’impresa, con il modello delle Imprese Cooperative Scolastiche (ICS), rivolte a una classe/gruppo classe per ciascun ambito territoriale a valere e nel limite delle risorse regionali all’uopo assegnate a Confcooperative (Legge Regionale 6 giugno 2006 n.6).
“Con il rinnovo dell’intesa con Confcooperative Emilia-Romagna – afferma il Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale, Stefano Versari – prosegue la collaborazione con Cooperative e Consorzi. Si offrono in tal modo ai nostri giovani contesti di “apprendimento situato” in molteplici ambiti di attività. L’obiettivo è quello di far acquisire loro competenze trasversali “auto-orientative”, avvicinarli ai valori fondanti del sistema cooperativo e alle sue dinamiche di funzionamento. Ringrazio il Direttore di Confcooperative Emilia Romagna, Pierlorenzo Rossi, per la disponibilità a proseguire nella collaborazione con le scuole della regione, che contribuisce a qualificarne l’offerta formativa.”
“Gli studenti di oggi potranno essere i cooperatori di domani. Abbiamo il dovere di formarli affinché si integrino nel sistema economico regionale” dichiara Pierlorenzo Rossi, direttore di Confcooperative Emilia Romagna, organizzazione che associa 1.600 cooperative con 230.000 soci e oltre 80.000 occupati.
“Dopo la felice esperienza dell’ultimo triennio – aggiunge Rossi - siamo contenti di rinnovare il Protocollo di intesa con l’Ufficio Scolastico Regionale per sviluppare ulteriormente la collaborazione sull’alternanza scuola-lavoro, ora denominata percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento. Grazie a questo accordo, numerosi giovani hanno la possibilità di venire in contatto con la cooperazione imparando a conoscerne i valori distintivi quali mutualità, solidarietà e partecipazione. Inoltre, i ragazzi possono così entrare nel mondo del lavoro da protagonisti, sia con prospettive occupazionali all’interno delle stesse cooperative che li ospitano, sia potendo loro stessi costituire in futuro una cooperativa”.
“Sono due le modalità di svolgimento dei percorsi che le nostre cooperative mettono a disposizione degli studenti – conclude Rossi -. La prima è il tirocinio cooperativo, un’esperienza di formazione all’interno di un’impresa cooperativa del territorio. La seconda è l’Impresa Cooperativa Simulata (ICS), attività svolta in classe in cui viene simulata la creazione e la gestione di una cooperativa, dall’ideazione alla scrittura dello statuto fino alla realizzazione di un business plan”
Maltempo, disastro in agricoltura. Confcooperative Emilia Romagna: "La regione chieda lo stato di calamità al Governo per tutti gli eventi atmosferici di maggio". L’appello alle Istituzioni delle oltre 400 coop agroalimentari con 55.000 soci agricoltori: “Danneggiate tutte le principali colture , siamo a rischio. Non si lasci indietro nessuno”.
Bologna, 30 maggio 2019
Il maltempo di maggio si è abbattuto come un flagello sull’agricoltura emiliano-romagnola, provocando gravi danni proprio nel momento di avvio delle campagne di raccolta.
“Siamo molto preoccupati per la tenuta delle aziende agricole duramente colpite dal maltempo di maggio con la neve di inizio mese, le continue bombe d’acqua e le inondazioni dovute allo straripamento dei fiumi. Nessuna coltura è stata risparmiata, intere aziende sono finite ko. E’ un vero e proprio disastro di cui tutti i cittadini dovrebbero prendere consapevolezza. Per questo chiediamo alla Regione Emilia-Romagna di attivare quanto prima la richiesta al Governo per il riconoscimento dello stato di calamità naturale per consentire agli agricoltori di ottenere i giusti risarcimenti per i danni provocati dagli eventi atmosferici di maggio. Inoltre, chiediamo al Governo che autorizzi lo stato di emergenza nazionale già richiesto il 14 maggio scorso dalla Regione, da estendere anche alla seconda parte del mese”.
E’ questo l’appello del presidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna, Carlo Piccinini, che esprime così il timore delle oltre 400 cooperative agricole e agroalimentari associate in regione, in rappresentanza di 55.500 soci agricoltori.
“I 10 milioni di euro di danni con 1.000 aziende agricole coinvolte comunicati dalla Regione il 17 maggio scorso, sono purtroppo destinati ad aumentare in maniera considerevole visto quanto accaduto nelle settimane successive – continua Piccinini -. Lo stato di calamità è assolutamente necessario per salvare questa campagna di raccolta. Ci auguriamo che le procedure burocratiche per coprire gli enormi danni all’agricoltura siano rapide ed efficaci e che le aziende agricole non debbano attendere troppo tempo prima di trovare un concreto sostegno. Ne va della loro sopravvivenza”.
Ingenti sono i danni registrati alle colture orticole: gli allagamenti dei campi hanno ritardato la raccolta del pisello e del mais negli areali piacentino, parmense e ferrarese, mentre per quanto riguarda il pomodoro da industria concentrato soprattutto nelle province di Piacenza, Parma, Modena, Ferrara e Ravenna, le frequenti bombe d’acqua hanno interrotto le fasi di trapianto delle piante (arrivate circa al 50%), mettendo così in discussione i programmi, con il rischio che non vengano più rispettati, e compromettendo la redditività delle aziende agricole specializzate nel pomodoro che speravano quest’anno di rifarsi dopo la difficile campagna del 2018.
Gravi danni anche alla frutticoltura, con la pressoché completa distruzione delle raccolte precoci di ciliegie (soprattutto nella zona di Modena) e albicocche, presenti perlopiù in Romagna, mentre si sono intensificati i casi di caduta precoce delle pere, a partire dalla zona di Ferrara. Problemi anche alle fragole del comprensorio di Cesena. Si registrano poi, a causa delle intense piogge, casi di patologie fungine che richiederanno un aumento dei costi di produzione per essere contenute. Inoltre, i campi di pesche e nettarine invasi dallo straripamento dei fiumi Montone nel Forlivese e Savio nel Cesenate rischiano di perdere parte dei raccolti.
Soffre anche la viticoltura, in particolare nelle aree della bassa modenese interessate dagli ultimi allagamenti, con problemi di germogliamento che si verificano nei vitigni del Lambrusco.
Nel comparto lattiero-caseario, che interessa in particolare le produzioni di Parmigiano Reggiano, non si potrà contare sul primo sfalcio dei fieni gravemente compromessi dalle nevicate in alta collina e montagna (soprattutto nell’Appennino reggiano), da vento e pioggia che hanno reso impraticabili i campi e di fatto impedito l’essicazione.
Problemi anche nei cereali, compromessi dalle forti precipitazioni su terreni saturi di acqua.
“Nessuna coltura è stata risparmiata – conclude il presidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna, Carlo Piccinini –, questa volta agli agricoltori non è bastato nemmeno diversificare le produzioni. E’ a rischio la sostenibilità economica delle aziende agricole e la stessa capacità di valorizzare le produzioni da parte delle cooperative agricole e agroalimentari. Per questo chiediamo alle Istituzioni, Governo e Regione in primis, di intervenire subito, attivando lo stato di calamità e lo stato di emergenza nazionale per affrontare questa situazione eccezionale che sta mettendo in ginocchio l’intero sistema agricolo emiliano-romagnolo”.
(Bologna, 24 aprile 2019) – Raccontare la filiera agroalimentare italiana, accendendo i riflettori sul ruolo della cooperazione e con una particolare attenzione alle peculiarità dell'Emilia-Romagna.
Se ne parlerà all'evento "Comunicare la filiera agroalimentare e il ruolo della cooperazione tra analisi, dati e fake news" in programma venerdì 3 maggio 2019 dalle 9.30 alle 13.30 al Palazzo della Cooperazione di Bologna (via Calzoni 1/3). Si tratta di un corso di formazione professionale per gli operatori della comunicazione (la partecipazione attribuisce 4 crediti formativi agli iscritti all'Ordine dei giornalisti), promosso dall'Ordine dei Giornalisti dell'Emilia-Romagna in collaborazione con Confcooperative Emilia Romagna e ARGA (Associazione interregionale giornalisti agroalimentari).
Dopo i saluti di Pierlorenzo Rossi (direttore Confcooperative Emilia Romagna) ed Emilio Bonavita(vicepresidente Ordine dei Giornalisti dell'Emilia-Romagna), il corso entra nel vivo con i relatori. Denis Pantini, direttore area agroalimentare di Nomisma, interverrà su "La filiera agroalimentare italiana. Numeri, valori e caratteristiche per raccontare un asset strategico dell'economia nazionale"; Paolo Bono, responsabile Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna, si soffermerà su "Il ruolo della cooperazione nella filiera agroalimentare italiana ed emiliano-romagnola". Spazio poi a due giornaliste: Lisa Bellocchi (presidente Arga) interverrà su "Fake news in agroalimentare", Ilaria Vesentini (ilSole24Ore) su "Raccontare la filiera agroalimentare. Il ruolo del giornalista".
I partecipanti al corso iscritti all'Ordine dei Giornalisti sono tenuti a registrarsi tramite la piattaforma Sigef e possono lasciare l'auto nel Parcheggio Multipiano Calzoni (via Calzoni n. 8 – davanti al Palazzo della Cooperazione). Occorre ritirare il biglietto alla cassa e presentarlo al servizio accoglienza all'ingresso della Sala "Bersani" per ottenere il pass gratuito.
Al termine dell'evento è previsto un buffet per tutti gli intervenuti.
Per informazioni: 051.375210 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Coop a governance femminile cresciute in regione del 3% negli ultimi due anni. Presentata la ricerca VIEW su un campione di 100 cooperative emiliano-romagnole. Una su 3 ha strutturato servizi, l'80% misura il clima interno per avere segnalazioni.
Bologna, 13 novembre 2018 – Le cooperative emiliano-romagnole possono svolgere un ruolo da protagonista nei servizi di prevenzione e contrasto alla violenza sulle donne, intervenendo in tutte le fasi del percorso in rete con gli altri attori pubblici e privati del territorio. Oltre il 90% ha già messo in atto queste attività, un terzo ha strutturato servizi interni per fronteggiare il problema mentre l'80% svolge periodicamente analisi del clima organizzativo per facilitare la raccolta di segnalazioni.
E' quanto emerge dalla ricerca "VIEW. Violenza, Impresa e Welfare. Il ruolo della cooperazione per l'uguaglianza di genere e l'empowerment femminile" realizzata dall'economista Francesca Corrado su un campione di 100 cooperative attive in svariati settori produttivi e con oltre 20.000 occupati. Promossa con il contributo di Fondosviluppo, la ricerca è stata presentata questa mattina a Zola Predosa (Bologna) nell'ambito dell'evento "Più forti insieme" organizzato dalla Commissione Dirigenti Cooperatrici di Confcooperative Emilia Romagna, alla presenza dell'assessore regionale alle Pari opportunità Emma Petitti.
"Senza le donne in questa regione non ci sarebbe cooperazione – dichiara il presidente di Confcooperative Emilia Romagna, Francesco Milza -. Rappresentano il 64% degli 80.000 lavoratori nelle nostre cooperative, con 1.700 consigliere di amministrazione (22%) e 331 cooperative a governance femminile (20%), cresciute del 3% negli ultimi due anni. Mi piace inoltre sottolineare la presenza nel nostro sistema di ben 115 cooperative al 100% femminili, il cui consiglio di amministrazione è composto da sole donne". "E' da queste cooperatrici – aggiunge Milza – che è nata l'idea di valutare quali azioni mettere in campo per prevenire e contrastare il drammatico fenomeno della violenza sulle donne".
"Come emerge dalla ricerca, la cooperazione si conferma tra i modelli di impresa più efficaci nel dare attenzione alle lavoratrici (nella maggior parte dei casi anche socie), e questo è fondamentale per realizzare progettualità volte a contrastare le molestie e le violenze sulle donne – commenta Anna Piacentini, presidente Commissione Dirigenti Cooperatrici di Confcooperative Emilia Romagna -. Lo confermano, ad esempio, la presenza di numerose cooperative che erogano servizi per l'accoglienza e il sostegno ai familiari, che si occupano dell'inserimento lavorativo delle donne, che propongono forme mirate di microcredito per favorire l'autonomia femminile, oppure di cooperative fondate da donne maltrattate che si sono unite per essere più forti insieme".
"Vogliamo stimolare la nascita di una rete regionale di cooperative che supporti percorsi privilegiati di accesso e reinserimento lavorativo per le donne vittime di violenza – aggiunge Piacentini -, facilitando anche la permanenza della donna in azienda con politiche di conciliazione famiglia-lavoro. Per raggiungere questi obiettivi è indispensabile la collaborazione con le Istituzioni pubbliche e gli altri soggetti privati attivi nel contrasto alla violenza sulle donne, per questo abbiamo sottoscritto l'Accordo regionale con i sindacati il 16 aprile 2018 e intendiamo contribuire alle attività dell'Osservatorio regionale sulla violenza di genere".
Sul fronte dei servizi di prevenzione e contrasto alla violenza sulle donne, dalla ricerca emerge che solo il 25% degli intervistati ritiene che in caso di molestia sul posto di lavoro la cooperativa non saprebbe come affrontare il problema, mentre l'80% conferma che all'interno dell'impresa sono state svolte analisi del clima organizzativo per facilitare la raccolta di segnalazioni. Il 30% sottolinea la presenza di servizi interni alle cooperative di supporto per casi di molestie e violenza. Tra le priorità espresse c'è la necessità – evidenziata nel 63% dei casi - di avviare percorsi informativi per sensibilizzare i dipendenti, insieme a percorsi di formazione per amministratori, dirigenti, soci, dipendenti e collaboratori delle cooperative. L'80% ritiene utile l'attivazione di uno sportello di ascolto e supporto psicologico, il 73% di uno sportello legale e l'83% di un servizio di mediazione culturale. Meno richiesti, invece, i corsi di difesa e crescita personale (53%).
Inoltre, il 91% dichiara che la propria cooperativa ha già svolto attività di questo tipo, il 52% ritiene che si debbano implementare iniziative di sensibilizzazione interne, il 24% ritiene fondamentale una mappatura puntuale dei servizi che possono essere offerti. Tra le azioni che le cooperative potrebbero implementare ulteriormente, ci sono quelle di accompagnamento e orientamento al lavoro (71%), di sostegno alla genitorialità (47%), accoglienza residenziale (46%), consulenza psicologica (41%), assistenza durante la presa in carico (30,8%), assistenza medica (14,5%).
Infine, oltre il 95% degli intervistati ritiene che Confcooperative Emilia Romagna possa supportare il disegno dei servizi di prevenzione e contrasto alla violenza sulle donne, creando una rete regionale di cooperative per lavorare in un'ottica integrata e multidisciplinare, in sinergia con gli attori pubblici e privati
Tutela dello zucchero made in Italy "finalmente non siamo piu' soli nella battaglia, al lavoro per una filiera biologica italiana"
(Bologna, 16 ottobre 2018) – "Siamo contenti che anche chi in passato ha avvallato la politica di smantellamento del comparto bieticolo-saccarifero nazionale, che ha portato alla chiusura di 16 zuccherifici su 19 in Italia, oggi abbia scelto di cambiare posizione e passare dalla nostra parte, invocando a gran voce l'intervento delle Istituzioni per la tutela dello zucchero made in Italy", dichiara in una nota Confcooperative FedAgriPesca Emilia Romagna.
"Peccato – aggiunge con amarezza la Federazione regionale delle cooperative agroalimentari - perché sarebbe stato molto meglio muoversi prima e tutti insieme. Negli anni e nei mesi scorsi, la nostra Organizzazione a tutti i livelli si è impegnata e mobilitata in ogni sede per tutelare lo zucchero made in Italy, anche promuovendo di recente la sottoscrizione del 'Patto per lo zucchero italiano' promosso dalla cooperativa bolognese COPROB-Italia Zuccheri. Ci siamo però trovati spesso soli in questa importante battaglia. Sicuramente ci siamo trovati senza coloro che soltanto ora, quando ormai molti buoi sono purtroppo scappati dalla stalla, hanno finalmente deciso di muoversi nella nostra direzione".
"Ma per il bene degli agricoltori e delle loro imprese siamo convinti che si debba guardare avanti, facendo uno sforzo unitario per supportare un settore strategico del sistema agroalimentare regionale e nazionale – conclude Confcooperative FedAgriPesca Emilia Romagna –. Continueremo senza sosta a lavorare affinché non si lasci morire la coltura della barbabietola da zucchero in Italia. Proprio per questo, supportiamo la strategia di sviluppo di una filiera biologica dello zucchero italiano, nella convinzione che ciò possa rappresentare un fattore competitivo di differenziazione sui mercati, in grado di dare maggiore valore al prodotto conferito dai soci bieticoltori di COPROB-Italia Zuccheri.".
Lunedì 18 la presentazione della prima guida italiana su Abbazie e Siti Cistercensi. Sarà anche il debutto dell'Associazione AISAC che avrà sede a Parma
(Parma, 14 giugno 2018) – Nasce a Parma la prima guida italiana delle abbazie cistercensi dal titolo "Abbazie e Siti Cistercensi in Italia. 1120 - 2018", che sarà presentata lunedì 18 giugno a partire dalle ore 11 nella splendida cornice dell'Abbazia di Valserena a Paradigna, dove si trova il Centro Studi e Archivio della Comunicazione (CSAC) dell'Università di Parma. Sarà anche l'occasione per il debutto ufficiale della nuova Associazione Italiana dei Siti e delle Abbazie Cistercensi (AISAC), che avrà sede proprio a Parma nei locali dello CSAC.
La pubblicazione dell'elegante volume che raccoglie notizie storiche, architettoniche e turistiche su oltre 500 tra abbazie e siti che hanno segnato la storia d'Italia, rappresenta la conclusione della prima fase del progetto "Abbazie e Siti Cistercensi in Italia", promosso dall'Associazione culturale "Giuseppe Micheli" di Confcooperative Parma, e dal Comune di Morimondo (Mi). Grazie all'accurata ricerca della prof.ssa Silvia Testa e dell'arch. Piero Rimoldi, autori della pubblicazione, l'Italia può così rientrare a pieno titolo nel percorso delle abbazie cistercensi, già riconosciuto e finanziato dall'Unione Europea. Sono diversi gli enti e le istituzioni che hanno collaborato alla realizzazione di questa guida e all'organizzazione dell'evento: dai Comuni di Parma e Fontevivo alle Confcooperative di Parma e dell'Emilia-Romagna, dall'Università di Parma allo CSAC, passando per la Regione Emilia-Romagna e il Senato della Repubblica, fino al sostegno della Fondazione Cariparma in particolare per l'organizzazione dell'iniziativa di lunedì 18. Senza dimenticare il contributo dei monaci cistercensi e delle abbazie.
L'evento di lunedì 18 giugno inizia alle ore 11 con i saluti di Fabrizio Storti (pro rettore Università di Parma), Michele Guerra (assessore alla Cultura del Comune di Parma), Tommaso Fiazza (sindaco di Fontevivo) e Daniele Pezzali (Fondazione Cariparma).
Si prosegue con la presentazione della ricerca e della guida dal titolo "Abbazie e Siti Cistercensi in Italia. 1120-2018" curata dagli autori Silvia Testa e Piero Rimoldi, che saranno presenti insieme al sindaco di Morimondo Marco Marelli. Spazio poi a Pierpaolo Franzese (referente italiano della Charte européenne des Abbayes et des Sites Cisterciens), a Padre Amedeo Parente (Priore dell'Abbazia di Chiaravalle della Colomba) e a Chiara Laghi (presidente Confcooperative – Cultura Turismo Sport Emilia Romagna). A moderare i lavori sarà Eugenio Caggiati, residente dell'Associazione culturale "Giuseppe Micheli".
Dopo il rinfresco, dal primo pomeriggio, sarà possibile visitare, su prenotazione, le abbazie di Valserena e (con apposito transfert) quelle di Chiaravalle della Colomba e Fontevivo.
Per prenotare visite guidate e per informazioni relative al pernottamento a Parma: Artemilia ( Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – 348.4559176).
Per prenotazione volumi rivolgersi all'Associazione "Giuseppe Micheli" ai seguenti recapiti: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. / 0521.942635