Louis Camilleri abbandona la carica di Amministratore Delegato Ferrari, a due anni e mezzo dal suo insediamento, successivo alla morte di Sergio Marchionne.
di Matteo Landi
Come un fulmine a ciel sereno. Nel 2018, dopo la scomparsa di Sergio Marchionne, fu nominato Amministratore Delegato della casa del Cavallino Rampante. Louis Carey Camilleri prese una Ferrari sportivamente vincente ed oggi la lascia in uno dei suoi periodi più difficili. La squadra del Cavallino perde quindi una pedina fondamentale a pochi giorni dall'annuncio del passaggio di Simone Resta, responsabile dell'area telaio, alla Haas dal 2021. L'ex AD lascia la Ferrari, oltre che la presidenza di Philip Morris International, per "motivi personali". Ne prende atto con dispiacere il Presidente John Elkann, che si assumerà la carica di Amministratore Delegato ad interim. Il Consiglio di Amministrazione gestirà il processo di identificazione del successore di Camilleri. Se dal giorno del suo insediamento, dal lato sportivo, non si può dire che abbia raccolto molto, diverso è il discorso per quanto concerne l'aspetto commerciale, di successo nonostante il difficile periodo storico contraddistinto dalla pandemia che tutti conosciamo. Camilleri si dimette, con effetto immediato. Senza preavviso, nello stesso modo fulmineo in cui prese la guida della casa costruttrice di automobili più prestigiosa del mondo.
Nonostante il Covid-19 la 1000Miglia riesce a mantenere il suo fascino e a attrarre interesse di grandi e piccini. Un evento che dispensa bellezza, un pizzico di nostalgia e torna a far sognare.
Grazie alla collaborazione tra l’Amministrazione Comunale ed Enel X, sono state atti-vate le nuove infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici.
Nei giorni scorsi, personale della Squadra Volante interveniva in Via San Leonardo, presso Ipercoop del Centro Torri, per la segnalazione di una persona sorpresa a rubare.
La manifestazione motoristica torna a far battere forte il cuore degli appassionati e dei semplici curiosi. Conclusa l’ottava edizione della kermesse dedicata ad auto e moto d’epoca
Lontani dalla top ten Vettel e Leclerc fanno quello che possono ma la Ferrari non c'è. Analisi e sensazioni del giorno più buio della sua storia recente. Nel frattempo l'ennesimo trionfo Mercedes.
di Matteo Landi
Tredicesimo e quattordicesimo. A fine gara Vettel e Leclerc non si sottraggono alle domande dei giornalisti. Ci mettono la faccia, più di quanto fanno gli alti ranghi della casa automobilistica. Dai loro volti però non traspare speranza quanto rassegnazione. La Ferrari, la squadra più titolata del Mondiale, ha perso. Tutto. Sconfitta non solo in pista ma anche nella politica. Prima della gara belga è arrivata la tanto attesa firma da parte di tutte le squadre sul nuovo "Patto della Concordia". A Maranello si dichiaravano soddisfatti di aver mantenuto il diritto di veto (unica squadra del mondiale) sulle decisioni regolamentari e di essersi garantiti futuri introiti in linea con i presenti. Poi è arrivata la notizia circa la firma più incerta, quella Mercedes. Gli uomini del team anglo-teutonico si sono presi il tempo necessario per fare pressione ed ottenere quel che volevano: la possibilità di uscire prima della scadenza dell'accordo, di durata quinquennale, dalla massima Formula. Quasi in contemporanea Renault ritirava il ricorso contro la lieve sanzione ricevuta da Racing Point in seguito all'utilizzo delle prese d'aria dei freni di derivazione Mercedes, particolare per regolamento non condivisibile. Ferrari rimaneva sola contro la futura Aston Martin e quindi contro Mercedes, che l'appoggia in quanto fornitrice di tecnologia e tirata in causa nella vicenda. Sulla scelta Renault pare abbia influito anche il recente accordo raggiunto fra Mercedes e la casa francese circa la prosecuzione della loro "joint venture" nell'ambito delle vetture di serie. La squadra diretta da Abiteboul ha inoltre ricevuto dalla Federazioni le rassicurazioni che cercava: il concetto di proprietà intellettuale rimarrà invariato e le squadre non potranno acquistare in futuro i progetti dai concorrenti. Una Ferrari lasciata in disparte dagli altri costruttori, che intanto tessono la loro "tela politica", che sperava di poter beneficiare per la veloce gara belga dell'imposizione della mappatura unica delle power unit per qualifica e gara ed invece vede la nuova regola slittare alla gara di Monza. Peccato che a Spa la vettura prodotta a Maranello abbia evidenziato non solo limiti di potenza.
Il giorno più buio
Partiti dalla 12esima e 13esima posiziona, una più avanti grazie al preventivo ritiro di Sainz (power unit in fumo prima del via), Leclerc e Vettel hanno dimostrato di essere la spina dorsale della squadra diretta da Mattia Binotto. Nel giro di pochi chilometri Leclerc si è issato in ottava posizione, deliziandoci con un meraviglioso sorpasso su Perez. Poi l'abisso. La vettura del monegasco ha perso velocità sul dritto e rapidamente il giovane pilota del Cavallino si è ritrovato in 12esima posizione. Il tremendo botto di Giovinazzi ha costretto la direzione gara a far entrare in pista la safety car. Mentre il gruppo si ricompattava ai box Ferrari è successo l'inverosimile: i secondi scorrevano sul cronometro mentre i meccanici cercavano le gomme destinate alla vettura n°16, ferma in sosta. Una situazione che ha ricordato quanto accadde ad Irvine nel Gp d'Europa del 1999, anno in cui la Rossa si aggiudicò comunque il titolo costruttori. Un obiettivo impossibile da raggiungere quest'anno, con una vettura che in Belgio è parsa la più lenta dell'intero schieramento. Leclerc, dopo il tempo perso al pit stop, è sprofondato in 14esima posizione. Divenuto poi ultimo dopo l'ennesima sosta in cui i meccanici sono intervenuti sul circuito idraulico della vettura. Con gomme fresche, ed un auto parsa rivitalizzata, Leclerc ha addirittura stampato il momentaneo giro più veloce in gara. Solo un'illusione dettata dalla caparbietà di un pilota che non si è arreso alle evidenze. Anche Vettel ha lottato, provando a resistere alle vetture più veloci. Invano. Sul traguardo il tedesco ha preceduto di poco il compagno di squadra, entrambi lontani dalla zona punti e dietro anche all'Alfa Romeo di Raikkonen, autore di una prestazione notevolissima. Proprio la gara del finlandese evidenzia i limiti della vettura di Maranello, carente in tutti i settori. Vedere una Ferrari arrancare anche nei confronti di avversari che montano lo stesso motore deve far riflettere gli uomini di Binotto. Non siamo ancora ai livelli del 1980, quando la squadra italiana chiudeva il mondiale in decima posizione con solo otto punti conquistati, ma, se non altro, all'epoca si arrivava da annate ricche di titoli. Quadro ben diverso dalla situazione attuale.
Hamilton, cavalcata inarrestabile. Riccardo gran quarto
Prosegue con il vento in poppa la navigazione di Hamilton verso il settimo titolo mondiale. In Belgio non ha avuto rivali. Bottas non l'ha mai impensierito arrivando secondo, posizione da cui aveva iniziato la gara, davanti a Verstappen. Nel finale i tre hanno messo i remi in banca, salvaguardando le gomme, ed è arrivata gloria per Ricciardo, autore del giro più veloce della gara e quarto al traguardo. L'australiano è risultato impeccabile per l'intero fine settimana e forse si mangerà le mani sapendo che il prossimo anno lascerà una Renault in netta ascesa, visto anche il quinto posto conquistato dal compagno Ocon.
Raikkonen: il meglio dei 40
Non è riuscito a portare in zona punti la sua Alfa Romeo ma Kimi Raikkonen si è reso autore, come detto, di una gara meravigliosa. Davanti al compagno Giovinazzi in qualifica, oggi ha mostrato velocità e solidità. Togliendosi la soddisfazione di superare in pista l'ex compagno di squadra Vettel. La dodicesima posizione finale non rende merito agli sforzi profusi dal 40enne ma poco importa: sulla pista che lo ha visto trionfare 4 volte in carriera anche oggi ha lasciato il segno.
Prossima tappa: Monza
Fra una settimana il Circus tornerà nel Belpaese sulla velocissima pista di Monza. Un tracciato icona del Mondiale, teatro di momenti gloriosi della storia Ferrari. La doppietta targata Berger e Alboreto nel 1988, neanche un mese dopo il decesso del fondatore Enzo. La vittoria di Schumacher nel 1996, anno del suo debutto in Rosso. Il trionfo del 2000, quando la vittoria dello stesso tedesco mise le basi per il ritorno al titolo piloti 21 anni dopo Jody Scheckter. Quella del 2020 sarà probabilmente una gara di sofferenza per i tifosi del Cavallino Rampante: non abbandonate proprio adesso la vostra fede. Ma dai vertici del marchio, a partire dalla presidenza, meritate chiarimenti.
Domenica 1° Novembre la F1 tornerà finalmente all'Autodromo Enzo e Dino Ferrari. L'attesa iniziata dopo quel meraviglioso Gran Premio del 2006 è terminata.
di Matteo Landi
La sveglia suonò presto quella domenica mattina. L'eccitazione ebbe velocemente la meglio sul sonno e su quella tristezza che ogni appassionato cullava ormai da giorni: un ultimo ballo e poi Imola avrebbe abbandonato la massima Formula. Una storia lunga, un amore nato nel 1979 da una stretta di mano fra Enzo Ferrari e Bernie Ecclestone, sbocciato con una gara di prova, non valida per il mondiale: il Gran Premio Dino Ferrari. Il legame fra Enzo ed il tracciato era talmente grande che la gara fu intitolata al compianto figlio venuto a mancare nel 1966. Ed in seguito alla scomparsa del Drake, nel 1988, il circuito assunse la denominazione di "Autodromo Enzo e Dino Ferrari".
Domenica 23 aprile 2006 la processione verso il circuito era infinita. Il prato della Tosa gremito di tifosi pronti a gustarsi un ultima cavalcata delle belve a quattro ruote. Fumogeni, birra, bandiere Rosse al vento e grida dense di passione, quasi a voler sovrastare le urla degli 8 cilindri aspirati. Fu una giornata memorabile: Schumacher vinse, andando immaginificamente a terminare quella meravigliosa rimonta che nel 2005 lo vide risalire dalla 13esima posizione in griglia di partenza alla seconda piazza finale. Imola salutò così la F1, dopo due gare talmente belle da lasciare l'amaro in bocca agli appassionati. Si chiuse così una storia fatta di tante gioie ed immensi dolori. Il 1994 che ci portò via Roland Ratzenberger ed Ayrton Senna non sarà mai così lontano, per chi le corse le ha nel cuore.
Monza, Mugello e Imola! Proprio all'interno di un tragico 2020 l'Italia trova forza ed energie per ospitare ben tre Gran Premi di Formula 1. Dopo l'inevitabile annullamento delle gare oltreoceano al Grande Circus servivano circuiti con strutture adeguate e disposti ad ospitare una gara della massima categoria a quattro ruote. Ed Imola ha risposto presente! Uberto Selvatico Estense, Presidente di Formula Imola, ci ha creduto, e dopo anni di dichiarazioni piene di speranza ha saputo cogliere la palla al balzo.
Potrebbe essere a porte chiuse, oppure ospitare un numero molto limitato di tifosi. Poco importa: domenica 1° Novembre giustizia sarà fatta!
Targa Telematics, azienda che studia la mobilità per fornire soluzioni innovative per l'autonoleggio, ha analizzato il traffico automobilistico in Emilia Romagna dopo il Decreto della Presidenza del Consiglio del 16 marzo 2020.
É stato rilevato che il 45% delle vetture di flotte aziendali, o a noleggio a lungo termine per privati, era ancora in circolazione. La percentuale si attesta invece al 29,5% se si considerano i veicoli noleggiati a breve termine.
A livello nazionale i numeri più o meno coincidono almeno per quanto riguarda il noleggio a lungo termine, attestatosi sul 45%. Aumenta leggermente la percentuale per il noleggio a breve termine che, per quanto riguarda la media nazionale, ha raggiunto il 31,6%.
Nonostante il blocco, il numero di veicoli in circolazione, anche se in netto calo rispetto ai mesi precedenti, è comunque significativo.
Si tratta comunque di spostamenti necessari, finalizzati a fare la spesa, effettuare visite mediche o recarsi al lavoro. In particolare in una regione ampia ed estesa come l'Emilia-Romagna, per percorrere lunghe distanze l'utilizzo di una quattro ruote diventa quasi obbligatorio.
Il noleggio a lungo termine a Bologna, ed in generale in tutte le altre città dell'Emilia-Romagna dove ci sono ditte ed attività cruciali per la produzione di beni di prima necessità, è una pratica molto diffusa tra privati, professionisti ed aziende.
Rent4you rappresenta una delle realtà vincenti e consolidate in Emilia-Romagna, ma in generale su tutto il territorio nazionale, per il noleggio auto.
Il gruppo può vantare un parco auto molto ampio, tra cui scegliere modelli premium o city car per assecondare le diverse richieste del mercato.
Sono disponibili anche vetture elettriche, così da poter circolare liberamente nei giorni di blocco e nelle zone a traffico limitato. Professionisti ed aziende che si occupano del trasporto merci possono quindi godere di notevoli benefici, spostandosi liberamente nelle varie zone delle città senza alcun limite o pericolo di incappare in sanzioni pecuniarie.
Ritornando alla ricerca condotta da Targa Telematics, i dati relativi al noleggio a breve termine non hanno considerato le richieste di natura turistica che si sono praticamente azzerate in questo periodo.
La maggior parte delle vetture noleggiate appartiene a professionisti provenienti da fuori che, per motivi lavorativi, sono costretti ad entrare ed uscire quotidianamente o comunque frequentemente dalla regione.
Questi dati evidenziano i grandi vantaggi del noleggio, grazie al quale è possibile calmierare i costi legati alla manutenzione ed alla gestione dell'auto.
É previsto il pagamento di un unico canone mensile, che comprende però diverse altre spese come costi di manutenzione ordinaria e straordinaria, bollo, assicurazione, soccorso stradale ecc.
Chi decide di noleggiare un'auto deve quindi pagare un'unica rata mensile, senza incorrere in rischi come immobilizzazione dei capitali e svalutazione del mezzo.
“Rischio incendio e lesioni!” Rapex segnala un richiamo per le VW Tiguan e Touran. Difetto di livello grave al serbatoio del carburante
Due dei modelli più popolari di Volkswagen, sono stati segnalati per un seria “allerta” dal Rapex – Rapid Alert System for non-food dangerous products, un organismo dell’unione europea impegnato nella vigilanza sul corretto funzionamento di tutti i prodotti in vendita nell’unione europea.
L'avviso con "Livello di rischio serio" è inserito dalla Germania nel bollettino del 7 febbraio 2020. Il richiamo che sta per essere attuato dalla casa tedesca riguarda le Tiguan e Touran prodotte dal 10/10/2019 al 11/10/2019 e riguardano i modelli con numero di omologazione: e1 * 2001/116 * 0450 *; e1 * 2001/116 * 0211 *, Tipo: 5N, 1T. La segnalazione "A12 / 00140/20", nel bollettino Rapex pubblicato oggi si riferisce a un difetto della "Parete del serbatoio del carburante non è sufficientemente spessa. Di conseguenza, in caso di incidente potrebbe rompersi e perdere carburante aumentando il rischio di incendio o esplosione." "Di conseguenza, aumentando il rischio di incidenti." E il bollettino Rapex conclude sinteticamente ''non si possono escludere condizioni di guida non sicure''.
Pur non essendoci stati incidenti - segnala Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” - è consigliabile che i proprietari di queste auto prestino la massima attenzione e che si rivolgano subito alle autofficine autorizzate o ai Concessionari Volkswagen Italia nel caso in cui la propria autovettura corrisponda al modello in questione. Volkswagen non ha indicato quanti modelli sono stati identificati in Italia. Segnalazione presentata dal Ministero dei trasporti di Germania.
(8 febbraio 2020)
Capire quando il momento di cambiare l'olio del motore è molto importante. Infatti, tutti i principali meccanici raccomandano la necessità di controllare sempre il livello dell'olio e soprattutto, effettuare il cambio di lubrificante secondo la tempistica giusta indicato dalla casa costruttrice. Ogni specifica casa infatti, dà delle indicazioni su come farlo e soprattutto, quando provvedere al cambio. E' molto difficile stabilire quando è il momento di cambiare olio al motore. Non c'è un chilometraggio esatto per capire se è il momento opportuno per fare questa sostituzione. Generalmente, in passato si faceva questa sostituzione ogni 10.000 km massimo fino 15.000 km. In realtà però, in un modelli di auto, nonché i produttori di oli lubrificanti, hanno alzato il chilometraggio fino arrivare a 30.000 km.
La scelta del cambio dell'olio motore dipende dalla macchina che si ha a disposizione. Infatti, sul libretto della casa specifica viene anche indicato il tipo di olio da utilizzare la giusta gradazione. Su portali come auto-doc.it si troveranno tutti i tipi di prodotti utili secondo le principali case automobilistiche. Ad esempio, Fiat predilige una specifica linea di prodotti. Una volta trovato l'olio lubrificante per la propria auto bisogna invece, capire il quando il chilometraggio riesce ad essere molto più ampio, rispetto che in passato. Ogni singola casa sul libretto di manutenzione del veicolo indica il numero dei chilometri entro cui cambiare l'olio. Una volta verificata la gradazione, il tipo di olio da utilizzare e il chilometraggio bisogna soltanto segnarsi la data precisa e procedere.
Vi sono in commercio differenti tipi di olio motore. Sono composti da additivi e da una base e hanno come obiettivo quello di migliorare la viscosità e la detergenza. Possono essere generati di natura minerale o sintetica. Gli additivi sono utili anche per inibire l'ossidazione dell'olio e la formazione di spuma. Nel suo ciclo di lavoro l'olio è sottoposto a temperature alte e permette il funzionamento del motore. Quando affrontiamo una salita oppure quando si ha una forte accelerazione si scalda in maniera spropositata. Il lubrificante lavora con una pompa che genera pressione in modo tale da spingere questo sostanza all'interno dei condotti e nei passaggi che attraversano il motore. Passando attraverso le bronzine di banco, va a garantire la corretta lubrificazione fino ad arrivare alle pareti dei cilindri. La cosa importante è che la pressione sia sempre rispettata e non scenda mai sotto il livello minimo.
Fare manutenzione di un'auto è molto importante perché altrimenti rischierà di durare molto meno rispetto a quanto indicato sul libretto dell'auto. Ecco perché bisogna tenere sotto controllo tutti i valori, ma uno di quelli principali è proprio quello dell'olio. Il livello deve essere sempre tenuto sotto controllo e quando inizia a diventare basso, è bene subito intervenire prima che ci siano dei danni al motore. È una cosa su cui non si scherza e può essere anche pericoloso. Il consiglio quindi è di seguire alla lettera tutti gli avvisi del meccanico e le indicazioni della casa automobilistica.