Gli americani cominciano a preoccuparsi delle libere iniziative di Kiev. Dopo l’attentato alla Dugina, dopo che il 70% delle armi mandate in Ucraina sono “sparite” e infine dopo l’attentato al ponte caro a Putin, Biden, prossimo alla prova del “medio termine”, manda segnali di “pace” o di preoccupazione. Rischio di terrorismo internazionale.
“Questi nostri splendidi alleati” continuano a dar prova della ferma politica di “Dis”Unione Europea. Tutti a criticare Viktor Orbán, il premier ungherese, e poi in molti suoi colleghi a comportarsi come lui, in difesa degli interessi della propria nazione. Tutti come Orbàn?
In attesa di conoscere chi, tra Greta Tintin Eleonora Ernman Thunberg [1] e Volodymyr Zelens'kyj, verrà insignito del Nobel per la Pace, e prima che il conflitto in Ucraina si estenda a tutto il mondo occidentale, proviamo un po’ a vedere a chi giova l’interruzione del flusso di gas e, intanto che ci siamo, proviamo a vedere la guerra dal lato economico. Qualche sorpresa interessante che, seppur nota, non viene rimarcata e resa “di pubblico dominio”.
La settimana che si sta concludendo lascia intendere che il conflitto ucraino stia per prendere una nuova direzione e gli scenari potrebbero mutare. Per cercare di fare un po’ di chiarezza abbiamo sentito un esperto di geopolitica, Claudio Mutti, direttore della rivista “EURASIA”.
Da più giorni si sente parlare che, con il futuro razionamento dell’energia, anche ad Internet e alle Telecomunicazioni potrebbe accadere la stessa cosa.
Un nuovo bluff targato Usa è arrivato in questi giorni con un rapporto nel quale si sarebbero segnalati nomi e cognomi dei partiti italiani, sovvenzionati dalla Russia.
C’è un dubbio enorme che in questi giorni sta assalendo i vertici militari americani, non sanno dove sono finite il 70% delle armi inviate a Kiev.
Di Andrea Caldart Cagliari, 3 agosto 2022 (QuotidianoWeb.it) - Strano modo di essere in pace dietro questa dichiarazione di Nancy Pelosi: “Gli Stati Uniti non abbandoneranno il proprio impegno nei confronti di Taiwan".
Molto rumore attorno alla visita di Nancy Pelosi a Taiwan, ma sembra ancora un giallo perché, secondo una dichiarazione ufficiale, non farà scalo a Taiwan, isola rivendicata dalla Cina.
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