Battute frizzanti e musiche coinvolgenti. Fra gli interpreti, suor Cristina Scuccia nota al pubblico per la sua esplosione a "The Voice". Sister Act, al Teatro degli Arcimboldi di Milano fino al 27 novembre.
Di Pietro Razzini
Celestiale, l'atmosfera che si respira durante la messa in scena di Sister Act, al Teatro degli Arcimboldi di Milano fino al 27 novembre. Il merito è sicuramente delle voci eccelse che si succedono sul palco durante lo sviluppo del musical, accompagnati da melodie che trasformano una semplice sequenza di note in un vero e proprio inno alla gioia e al buon umore.
RITMO E ARMONIA
Il risultato è uno spettacolo per tutti, una storia che si evolve in uno show di oltre due ore che trascorrono rapide perchè condite da battute frizzanti e musiche coinvolgenti.
Un'occasione per aprire il cuore alle emozioni, tenendo il ritmo con le mani e cantando con i protagonisti. Sono 25, infatti, i brani musicali scritti per l'occasione dal premio Oscar, Alan Menkenhe: ritmi che spaziano dal soul al funky, dalla disco anni '70 alle ballate pop, fino a raggiungere il sound gospel e le armonie polifoniche.
La direzione musicale di Stefano Brondi, le coreografie originali firmate da Rita Pivano, i costumi disegnati da Carla Accoramboni per i 22 artisti, le scenografie di Gabriele Moreschi caratterizzate da 24 cambi scena: elementi che danno ancora più lustro a un lavoro che trova nell'arte canora la sua punta di diamante.
PROTAGONISTI
Nel ruolo della showgirl Deloris è stata scelta Belìa Martin, nata a Madrid da madre cubana, protagonista anche della versione spagnola del musical. Nel suo passato c'é anche la partecipazione a "Forever king of pop", un omaggio a Michael Jackson che ha avuto anche il riconoscimento ufficiale della famiglia Jackson. Il caso più curioso, tuttavia, riguarda Suor Cristina Scuccia, nel ruolo della novizia Suor Maria Roberta. Lei si che ha ricevuto veramente la chiamata del Signore e mette a disposizione i dono che le sono stati dati per avvicinare i giovani e il loro mondo. Nota già al pubblico per la sua esplosione a "The Voice", Suor Cristina nel 2014 é entrata nel mercato discografico con il suo primo album, Sister Cristina, prodotto da Universal.
Ironiche riflessioni sulla complessa realtà di oggi, sulla politica e la sua classe dirigente: in scena Francesca Reggiani con "Tutto quello che le donne (non) dicono" al Teatro Leonardo di Milano.
Parma, 17 novembre 2016
Di Pietro Razzini
"Tutto quello che le donne (non) dicono"... e che voi saprete da domani, venerdì 18 novembre, a domenica 20 novembre al Teatro Leonardo di Milano. In scena Francesca Reggiani, uno dei volti femminili più brillanti del panorama italiano, lingua pungente e satira graffiante. L'appuntamento con lo spettacolo diretto da Valter Lupo offrirà ironiche riflessioni sulla complessa realtà di oggi, sulla politica e la sua classe dirigente. Un' occasione per concedersi qualche ora di svago dai quotidiani pensieri che assillano le menti di tutti, ridendo di gusto per il racconto di una realtà letta con occhi ironici.
LO SHOW
Francesca Reggiani porterà in scena nuovi personaggi. Qualche esempio? Maria Elena Boschi, Giorgia Meloni e Paola Taverna. A ciò si aggiungeranno grandi pezzi di repertorio, come Maria De Filippi, Carla Bruni e Patty Pravo. In conclusione, ma non meno importante, temi di attualità come i tagli alla spesa pubblica, la generazione dei "nati digitali", l'amore e la vita di coppia. Insomma, "Tutto quello che le donne (non) dicono" è un vero e proprio viaggio, un reportage sui mutamenti profondi dell'Italia e dell'italiano classificando la nostra nazione come un Paese che ha ridisegnato i suoi confini, che ha promosso i rotocalchi da parrucchiere, le chiacchiere da bar e i quiz televisivi in movimento di opinione.
L'ATTRICE
Diplomata al "Laboratorio di esercitazioni sceniche" di Gigi Proietti, Francesca Reggiani ha esordito in televisione nel programma "La tv delle ragazze". In seguito ha fatto parte del cast del programma comico "Avanzi", in onda tra il 1991 e il 1993 su Rai Tre. E' sul set anche per la fiction di Canale 5 "Caro maestro" (in entrambe le edizioni, nel 1996 e nel 1997). Il ritorno in Rai coincide con la sua presenza nei programmi Disokkupati, La posta del cuore e Convenscion. La passone per il teatro le regala esibizioni quali "Non è Francesca" nel 1992, "Agitarsi prima dell'uso" (1994), "Strati d'animo" (1999), "Punti di vista" (2000) e "Patty e tutte le altre" (2002). Fiction? Ecco "Lo zio d'America 2" (2006) e "Medicina Generale" (2007). Nel 2006 vince il Delfino d'oro alla carriera (Festival nazionale adriatica cabaret). Dal 3 febbraio 2011 affianca Alba Parietti (della quale, all'epoca di Avanzi, faceva la parodia) nel suo nuovo programma "Alballoscuro", in onda su La7d. Sempre dal 2011 partecipa anche al nuovo programma comico di Rai 2 "Base Luna".
Sabato 26 novembre, alle 18, va in scena l'iniziativa nata da un'idea di Eddy Lovaglio, presidente di Parma OperArt in collaborazione con la Federazione Nazionale Scuole di Danza e Fondazione Nazionale Danza. Musiche ottocentesche e moderne, composte per l'occasione racconteranno i trent'anni del Ducato di Maria Luigia, arrivata a Parma dall'Austria duecento anni fa.
Di Manuela Fiorini
Parma, 20 novembre 2016
Si chiama Leggere per Ballare e da dodici anni coinvolge i ragazzi delle scuole e delle scuole di danza italiane con un progetto didattico e artistico. In occasione delle celebrazioni per il bicentenario dell'arrivo di Maria Luigia d'Asburgo Lorena a Parma, dove rimase per trent'anni abbellendola e trasformandola in una piccola Vienna, sabato 26 novembre, alle ore 18, andrà in scena uno spettacolo di danza ispirato alla vita di Maria Luigia. Figlia dell'imperatore Francesco I, a diciotto anni venne data in sposa a Napoleone Bonaparte per suggellare la Pace di Vienna tra Francia e Austria. Dopo la sconfitta del marito, decise di non seguirlo in esilio all'Elba ma, in un primo tempo, torna con il figlio a Vienna, alla cui corte rimane fedele anche dopo la sconfitta di Bonaparte a Waterloo. Il successivo Congresso di Vienna la premia dandole come vitalizio il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla. La Duchessa, privata del titolo imperiale, partì per raggiungere la sua nuova destinazione il 7 marzo 1816.
Lo spettacolo è promosso dalla Federazione Nazionale Scuole di Danza e dalla Fondazione Nazionale di Danza ed è nato da un'idea di Eddy Lovaglio, presidente di Parma OperArt, associazione molto attiva sul territorio di Parma e provincia, ma con produzioni in tutta Italia e all'estero. Parma OperArt si occupa di promuovere grandi eventi in luoghi di pregevole importanza storica, architettonica e artistica, promuove progetti rivolti a giovani artisti, ma senza dimenticare e grandi personalità, dando modo agli uni e agli altri di lavorare insieme su palcoscenici di rilievo.
Ne abbiamo parlato con Eddy Lovaglio, presidente di Parma OperArt
Come nasce Leggere per ballare?
"E' un progetto nazionale che promuoviamo da dodici anni grazie alla partnership con l'Associazione Nazionale Scuole di Danza e, in particolare, con la sua presidente Rosanna Pasi. Prendiamo un testo o un libro per ragazzi e lo traduciamo in drammaturgia per poterne fare uno spettacolo di danza. Nel progetto sono coinvolti sia gli alunni delle scuole istituzionali che gli allievi delle scuole di danza italiane. Lo spettacolo non è fine a se stesso e non è un saggio di danza di fine anno, ma un lavoro di gruppo che coinvolge decine e decine di giovani delle scuole che aderiscono al progetto insieme ai loro insegnanti. Noi presentiamo il libro nelle scuole e mettiamo in luce i vari aspetti culturali, storici, artistici, a seconda del libro da cui partiamo. Questo è il primo aspetto. Il secondo riguarda il mostrare ai ragazzi come questo testo viene trasformato in uno spettacolo di danza. Facciamo ascoltare loro le musiche e spieghiamo loro come sono formati i quadri coreografici. C'è quindi l'aspetto della didattica, per i ragazzi della scuola istituzionale, e quello della drammaturgia per gli allievi delle scuole di danza, che hanno anche la possibilità di lavorare in uno spettacolo di alto livello ed esibirsi sul palcoscenico di un teatro importate, come il Teatro Regio, in questo caso. A regia è affidata ad Arturo Cannistrà della Fondazione Nazionale di Danza e partner in questo progetto".
L'edizione di quest'anno di Leggere per ballare è dedicato a Maria Luigia d'Austria. Quali letture e quali musiche avete utilizzato?
"Ricorre quest'anno il bicentenario dell'ingresso a Parma di Maria Luigia, quindi quale migliore opportunità per dedicarle uno spettacolo? In questo caso, un libro fisico non c'è, però quella di Maria Luigia è ugualmente una storia, che ha un aspetto didattico sulla figura della Duchessa, un aspetto storico che riguarda una parte della storia dell'Ottocento e un altro aspetto che riguarda il nostro territorio, un tempo Ducato di Parma Piacenza e Guastalla. Ho tenuto personalmente le conferenze nelle scuole per portare avanti il progetto insieme ai docenti e mi sono accorta che gli studenti, purtroppo, sanno poco della loro storia, sanno poco di Maria Luigia. Il regista Arturo Cannistrà ha selezionato personalmente i danzatori dalle scuole di danza del nostro territorio, io mi sono occupata della drammaturgia, mentre nella scelta delle musiche ho voluto dare allo spettacolo un'aria viennese, esattamente come Maria Luigia intendeva fare a Parma, trasformandola in una piccola Vienna. Avremo quindi musiche di Strauss, ma anche pezzi lirici, che faranno da colonna sonora al quadro coreografico dell'arrivo della Duchessa a Parma. Rappresenteremo poi l'inaugurazione del Teatro Regio, che fu la più grande opera di Maria Luigia, nel 1829 con la Zaira di Bellini. Ci saranno poi musiche di Cajkovskij e brani originali, composti appositamente dal maestro Riccardo Moretti. Sono pezzi di grande pathos e sensibilità. Rappresentano, per esempio, il sentimento del distacco tra madre e figlia quando Maria Luigia viene data in sposa a Napoleone, oppure accompagnano il passo a due dell'innamoramento di Maria Luigia e Neipperg o la scena della morte di Neipperg. Dal punto di vista musicale sarà uno spettacolo davvero interessante, ma anche le coreografie e i costumi non saranno da meno".
Leggere per ballare ha avuto anche l'attenzione della RAI, che ha realizzato uno speciale che andrà in onda su Rai Tre il prossimo 19 gennaio alle 10.55.
INFO
Leggere per ballare
26 novembre 2016, ore 18 c/o Teatro Regio di Parma
Biglietti: poltrona 15 euro, palco centrale 13 euro, palco laterale 10 euro.
Si possono acquistare presso Parma OperArt, via Garibaldi 57, tel 0521/1641083, www.parmaoperart.com Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure presso la biglietteria del Teatro Regio www.teatroregioparma.it a partire dal 22 novembre.
"Una tragedia dopo l'altra" è il titolo dello spettacolo con protagonisti i detenuti del carcere di Parma. Si tratta dell'esito di un laboratorio condotto da Franca Tragni e Carlo Ferrari in occasione dei 400 anni dalla morte di Shakespeare. Sostenuto dall'Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Parma, l'iniziativa è inserita nel Festival internazionale della Storia. Ai detenuti, per la prima volta, è stato consegnato un attestato di partecipazione.
Parma, 9 novembre 2016
Il teatro in carcere a portare vita. Lo spettacolo "Una tragedia dopo l'altra" con brani-assaggi tratti da William Shakespeare, è andato in scena ieri, martedì 8 novembre, all'interno dell'istituto penitenziario di Parma. Protagonisti i detenuti che hanno preso parte al laboratorio teatrale condotto dagli attori e registi Franca Tragni e Carlo Ferrari.
All'iniziativa erano presenti l'Assessore alle Politiche Sociali, Laura Rossi e Carlo Berdini, direttore degli Istituti Penitenziari. Alla consegna degli attestati di partecipazione al laboratorio ai detenuti, l'Assessora Rossi ha detto: "Questo spettacolo è stato aperto alla cittadinanza: per il prossimo auspichiamo che siano i detenuti a portare lo spettacolo fuori". Da oltre dieci anni l'Assessorato Politiche Sociali del Comune di Parma sostiene il laboratorio teatrale a favore dei detenuti; l'iniziativa è inserita in un programma volto al miglioramento della qualità della vita detentiva.
Lo spettacolo ha come filo conduttore le tragedie di Shakespeare: i detenuti hanno preso spunto da numerose tragedie del poeta per riflettere sulla loro condizione e i loro vissuti. Nello spettacolo sono inseriti anche dei pezzi scritti da loro. Franca Tragni e Carlo Ferrari hanno deciso d'impostare il lavoro sulle tragedie del poeta inglese per i 400 anni dalla sua morte.
Lo spettacolo si è aperto con i detenuti che camminavano come fossero nei camminamenti dell'ora d'aria. "Vivere per morire o morire per vivere", "Ritrovare una nuova libertà" alcune delle frasi pronunciate. Alla fine uno dei detenuti ha sottolineato la gioia provata nell'occasione: "Non sapete che gioia proviamo oggi perché oggi ci sentiamo parte della città".
Il laboratorio, gestito dall'associazione culturale Progetti&Teatro, ha previsto un incontro settimanale da novembre a maggio e ha visto la partecipazione di una decina di detenuti. Negli ultimi anni vi hanno preso parte detenuti del circuito dell'alta sicurezza e/o detenuti affetti da problematiche psichiatriche. L'esito finale del laboratorio è stato destinato ad altri detenuti. Per la prima volta, quest'anno, una replica dello spettacolo è stato aperto alla cittadinanza. La replica era inserita tra le iniziative del Festival della Storia che si svolge a Parma fra ottobre e novembre.
(Fonte: ufficio stampa Comune di Parma)
Il racconto di una vita in poco più di un'ora e mezza. Ecco il nuovo show di Riccardo Rossi, in scena al teatro Leonardo di Milano dal 3 al 6 novembre. "That's life" é uno spettacolo gentile, senza la presunzione di spiegare cosa sia la vita o di far ridere ad ogni costo. Alberto Di Risio e Riccardo Rossi hanno voluto scrivere un inno alle piccole cose, ai passaggi che inevitabilmente ognuno di noi deve attraversare, alle gioie e alle difficoltà che rendono comica la nostra esistenza.
VIAGGIO NEL TEMPO - "L'età dai 15 ai 18? É proprio come vivere la guerra, il momento in cui necessariamente viviamo tutte le prime esperienze . Un vero dramma". "A 50 anni, non si brinda più all'amore, al successo...ci si augura solo la salute! E attenzione a guardarsi bene negli occhi, altrimenti porta male". Un avvincente excursus delle età dell'uomo, ma non solo. That's life riesce a far ridere e sorridere dall'inizio alla fine mettendo ogni spettatore di fronte a uno specchio, perché qualsiasi amara verità, se proposta sotto la luce giusta, non può che venire accettata.
ROTTO IL MURO - Lo showman crea immediatamente una grande complicità con il pubblico, ironizzando anche sull'evidente divario in termini di efficienza tra Milano e Roma e sostiene il palco con un monologo accattivante, senza mai interruzioni. Il ritmo é incalzante e il coinvolgimento assoluto. Non importa se avete 30 o 60 anni, mettetevi comodi e godetevi la performance. Perchè questa è la vita di tutti i giorni. Anzi: That's life!.
Di Pietro Razzini
L'11 novembre al Teatro Municipale di Piacenza un recital di poesia e musica dedicato a Shakespeare e ai musicisti del suo tempo nell'ambito delle iniziative di educazione alla musica per le scuole. Testi tratti dai sonetti e dalle opere teatrali di William Shakespeare musica di William Byrd, Thomas Morley, John Dowland, John playford Henry Purcell e anonimi della tradizione popolare inglese.
Piacenza, 2 novembre 2016
Un viaggio musicale nell'epoca elisabettiana, uno dei momenti storici di maggiore splendore della cultura anglosassone, che si inserisce nelle iniziative di educazione alla musica della stagione teatrale 2016-17. Al Teatro Municipale di Piacenza è protagonista William Shakespeare di cui quest'anno ricorre il 400° anniversario dalla morte e le cui opere sono intessute di riferimenti musicali. A lui è dedicato lo spettacolo per le scuole in scena venerdì 11 novembre alle 10,30 e in replica alle 14,45: Se la musica fosse il cibo dell'amore.
Una nuova produzione ideata e diretta da Maddalena Scagnelli, che da anni si dedica con i gruppi Enerbia ed Eudaimonia, alla valorizzazione degli antichi repertori musicali italiani ed europei con particolare riferimento a quelli medievali e rinascimentali, in cui canzoni d'amore, arie strumentali e danze non sono solo utilizzate come momento di intervallo tra le scene ma spesso sono inserite direttamente nell'azione teatrale.
Il cuore del concerto recital è dedicato a Thomas Morley, musicista popolarissimo e collaboratore diretto di Shakespeare, a cui si devono brani vocali di inesausta freschezza e grazia. A lui sono accostati altri autori fondamentali del tempo, come Dowland e Byrd. Infine alcune straordinarie melodie della tradizione popolare, utilizzate e citate nelle opere shakesperiane, come la celeberrima Greensleeves. Ad aprire e chiudere lo spettacolo due brani che si collocano agli estremi di questo periodo d'oro della musica inglese: il Carpe diem di Enrico VIII e una splendida ballata erotica di Playford.
Lo spettacolo più folle dell'anno è arrivato a Parma, dove resterà in programma sino al 6 novembre. Un evento terrificante, irriverente e divertentissimo, decisamente fuori dal comune.
Traendo ispirazione dalla tematica horror, mescolandola con un pizzico di follia e di gusto per l'assurdo, unendo a tutto ciò spunti di creatività, e servendosi infine della libertà, a volte irriverente, offerta dal circo e dal teatro, Psychiatric Circus si propone al pubblico italiano ed europeo come una novità assoluta.
Un cast internazionale di alto livello artistico che regala agli spettatori risate di puro terrore. Lo spettacolo di nouveau cirque si ispira alle suggestioni del Cirque du Soleil, ma con tinte più forti.
Ambientato negli anni Cinquanta, Psychiatric Circus racconta la vita all'interno del manicomio cattolico di Bergen, gestito da Padre Josef, dottore e direttore, e dalle sue fedeli suore rapisce l'attenzione dello spettatore per tutta la durata dello spettacolo, con colpi di scena ed interazione con pubblico.
E' un evento psicotico, un viaggio nella follia, un luogo in cui il senso delle cose è totalmente capovolto.
Tutte le info su www.psychiatricircus.com
Guarda tutte le foto di Francesca Bocchia in fondo alla Pagina
Più di sessanta serate con i tre grandi classici shakespeariani: Amleto, Otello, Romeo & Giulietta rivisitati in chiave moderna tra la gente, in luoghi informali e insoliti. Da mercoledì 19 a sabato 29 ottobre la mini tornée tocca l'Emilia Romagna partendo da Parma.
Parma, 19 ottobre 2016
"Noi crediamo che in questo periodo storico un rilancio culturale che possa ripartire dal basso sia di fondamentale importanza. Per questo abbiamo deciso di immaginare prima, e di realizzare poi, un teatro che ritrova le proprie radici e funzioni originarie in mezzo alla gente. Un teatro che si sposta al bar per riportare l'attenzione della comunità all'amore per l'arte, la cultura ed il teatro stesso."
Davide Lorenzo Palla
Dopo aver conquistato Milano, con quasi quattromila spettatori in venti serate nei più storici e cool bar meneghini, la giovane e innovativa start up Tournée da bar si apre al territorio nazionale, con l'obiettivo di portare il teatro tra la gente, in luoghi informali e insoliti, divertendo e promuovendo cultura in maniera sostenibile ed efficace.
Da mercoledì 19 a sabato 29 ottobre, Tournée da bar, grande successo di pubblico e di critica, vincitore del bando cheFare - piattaforma che premia l'impatto sociale, segnalando e raccontando i progetti culturali ad alto grado di innovazione – sarà in Emilia Romagna con il Otello (da Parma a Bologna) in collaborazione con Sementerie Artistiche di Crevalcore, spazio agri-culturale di creazione, formazione e residenza artistica.
La mini tournée emiliana (che domenica 23 aprirà la nuova stagione del Teatro di Casalmaggiore) si concluderà con una grande festa finale, sabato 29 ottobre, al Mercato Sonato, realizzata in collaborazione con Baumhaus, casa delle arti urbane, e Arci Bologna.
Durante il giorno non mancheranno workshop tenuti da Baumhaus, interventi di cheFare e la presentazione del vincitore di Brisa! concorso per compagnie teatrali e artisti dell'Emilia-Romagna, proposto da Arci Bologna.
Le date in Emilia Romagna si inseriscono nel più vasto tour che gli farà toccare cinque regioni in tre mesi, più una fase di "riscaldamento" in Lombardia, dove il progetto è nato e cresciuto: più di sessanta serate con i tre grandi classici shakespeariani: Amleto, Otello, Romeo & Giulietta, per un omaggio al quattrocentenario della morte del drammaturgo inglese.
Una vera e propria tournée, gioiosa e festosa – di quelle che purtroppo si vedono ormai raramente – che, coprodotta dal Teatro Carcano che ne sostiene il percorso di audience development, è partita il 23 settembre a Milano e terminerà il 10 dicembre ad Aosta, toccando le città di Bologna, Genova, Torino, Trento e in altre città, grandi e piccole, per catalizzare l'attenzione e l'interesse di un numero sempre maggiore di persone, al fine di far loro riscoprire la bellezza del teatro come momento di condivisione e compartecipazione.
Agli spettacoli serali verranno affiancati alcuni eventi di presentazione del progetto in collaborazione con enti e realtà culturali già attive sui territori, nello specifico: un atto poetico che assume la forza di un vero e proprio gesto ideologico in grado di portare benefici alla cittadinanza tutta.
PROGRAMMA EMILIA ROMAGNA
Mer 19/10 OTELLO @ Hub Cafè Parma - Parma
Ven 21/10 OTELLO @ Ex Enel - Piacenza
Sab 22/10 OTELLO @ Sementerie Artistiche - Crevalcore
Dom 23/10 OTELLO @ Teatro Comunale di Casalmaggiore -
Mar 25/10 OTELLO @ Le Serre Dei Giardini Margherita // Kilowatt - Bologna
Mer 26/10 OTELLO @ Fish'n'roll - Bologna
Gio 27/10 OTELLO @ L'ora d'ariaIA - Bologna
Ven 28/10 OTELLO @ ZOO - Bologna
Sab 29/10 OTELLO @ Mercato Sonato - Bologna
Namaste India, benvenuta in Italia. L'incontro tra Mumbai e Milano non poteva essere più emozionante. Lo show Beyond Bollywood é lo splendido dono che la compagnia indiana offre per la prima volta all'Europa, chiudendo la tournée proprio al Teatro degli Arcimboldi con una presenza di sei giorni, dal 4 al 9 ottobre.
LA TRAMA
Shaily è una ragazza indiana cresciuta in Germania, a Monaco, con una grande passione per la danza contemporanea. Per soddisfare il desidero della madre in punto di morte, Shaily intraprende con l'amica Emma un viaggio per comprendere meglio le proprie radici. Il punto di svolta avverrà quando le ragazze incontreranno a Mumbai un giovane coreografo con problemi economici, Raghav, e il suo divertente assistente Ballu. I due protagonisti si innamorano e si salvano l'un l'altra, realizzando, all'interno di un viaggio nell'affascinante India, i sogni apparentemente accantonati del coreografo e il desiderio di Shaily di conoscere l'autenticità della sua terra. Non mancano incomprensioni e qualche tensione, ma il lieto fine sarà per tutti (audience compreso) una grande festa.
LO SPETTACOLO
Un musical made in India che raggiunge oltre 50.000 spettatori e 60 repliche al London Palladium, non poteva che creare intorno a sé grandi aspettative.
Interamente recitata in Inglese (con sottotitoli in Italiano), la storia é un viaggio entusiasmante, fatto di colori vivaci, tradizioni profonde e danze popolari indiane. Sul palco, i 20 danzatori, le musiche originali, i 5 attori e i ben 700 costumi formano un amalgama compatto e fortissimo, che appaga tutti i sensi e contribuisce a educare ad una sensibilità verso il bello e il piacere della scoperta, promuovendo valori positivi, universalmente condivisibili.
L'ATMOSFERA
Tutto questo aiuta a creare un legame particolare tra il pubblico, la storia e gli attori in scena. Le due ore di spettacolo conducono gli spettatori lontano dal tempo e dallo spazio milanese, in un'atmosfera di colori sfavillanti e di performance artistiche di grandissimo livello. Ci viene presentata un'India quasi magica, gioiosa quando balla, desiderosa di valorizzare il meglio di sé. Impresa riuscita, testimoniata dal lungo applauso conclusivo e dall'esuberante carica positiva che raggiunge il pubblico, invitato dagli attori a unirsi alla luccicante danza finale.
Parma, 7 ottobre 2016
Di Pietro Razzini
Dall'Upper West Side di New York al teatro Manzoni di Milano per fare emozionare giovani e meno giovani con una storia senza tempo: ultimo week end nella metropoli lombarda per West Side Story che fino al 9 ottobre racconterà la lotta di Riff contro Bernardo, l'amore di Tony e Maria, la guerra di quartiere tra Jets e Sharks. Il tutto avviluppato tra danze in scena e performance canore di grande livello artistico, sfruttando le qualità di un cast giovane ma già con una importante esperienza a livello nazionale. Lo spettacolo è prodotto dalla Wizard Productions (che a febbraio proporranno anche The Bodyguard), le coreografie di Jerome Robbins sono riprodotte da Gail Richardson, le musiche portano la firma di Leonard Bernstein, le canzoni sfruttano la traduzione in italiano di Franco Travaglio. Accattivante la regia di Federico Bellone.
LA STORIA - Ambientato nella Grande Mela, West Side Story racconta le lotte di strada tra i giovani irlandesi e i portoricani, costretti a dividersi un fazzoletto di strada. Il destino vuole che Tony e Maria, appartenenti alle due fazioni nemiche, si innamorino. In questa moderna versione del dramma di Romeo e Giulietta, si evolvono una serie di vicende che si intrecciano con equilibrio e maestria. Vincerà la passione dei due protagonisti questa volta? Avrà la meglio l'odio raziale?
IL CAST – Giovani e di talento, si diceva precedentemente. Ascoltare l'ugola d'oro di Eleonora Facchini (Maria) e Luca Giacomelli Ferrarini (Tony) è un piacere per gli appassionati del genere. Gustare l'interpretazione di Simona Distefano (Anita) e di Salvatore Maio (Bernardo) regala intensità al musical. Osservare l'eleganza di Giuseppe Verzicco (Riff) nel danzare sul palco, sprigiona energia nella mente degli spettatori. Il tutto senza dimenticare la carica del corpo di ballo (tra cui si distinguono Marta Melchiorre, Monica Ruggeri, Simone Nocerino ed Emanuela Puleo), elemento trascinante durante il corso di tutto lo show.
PREMI - Un Grammy Award e tre Tony Award (per chi non lo sapesse si tratta degli Oscar per la categoria "musical") nella versione da commedia musicale. Tre Golden Globe e dieci premi Oscar nella versione cinematografica (quella del 1961 con la partecipazione di Natalie Wood e Richard Beymer): questo il palmares di un progetto che non passa mai di moda e che, anche nella versione milanese, è in grado di catturare chiunque voglia abbracciare, ancora una volta, la storia di Tony e Anita.
Parma, 6 ottobre 2016
Di Pietro Razzini