Sabato 22 aprile, alle 17.30, al Teatro Alberione di Modena va in scena un reading teatrale tratto dal libro della poetessa modenese Daniela Ori. Regia e sceneggiatura di Annibale Lino Fontana e le voci narranti di Fabio Clerici, Lino Fontana e Mikaela Modigliani.
Modena, 18 aprile 2017
Il Giorno che non c'è, la raccolta di liriche della poetessa modenese Daniela Ori (Edizioni Artestampa) diventa uno spettacolo teatrale per dare voce, anzi, voci, alle emozioni e alle mille sfaccettature dell'animo femminile. Sabato 22 aprile, l'appuntamento è alle 17.30 presso il Teatro Alberione di via Tre Febbraio, a Modena. La raccolta di liriche è suddivisa in sette parti: Amore, Magia, Donna, Ricordi, Figlia, Incanto e Ironia, ognuna delle quali conta cinque poesie, a cui si aggiunge, come epilogo, la lirica che dà il titolo al libro. La regia e la sceneggiatura del reading è di Annibale Lino Fontana, che sarà anche una delle voci narranti, insieme a Fabio Clerici, ecclettico scrittore milanese, e a Mikaela Modigliani.
Ecco che cosa ci ha anticipato il regista Annibale Lino Fontana.
Da dove nasce l'idea di creare uno spettacolo teatrale da una raccolta di liriche?
"Mi è sempre piaciuta l'dea che una raccolta di poesie fosse in realtà un racconto organico "destrutturato e meta emozionale". Chiarisco: una raccolta di poesie è sempre stata pensata dal pubblico come una serie di piccoli componimenti senza alcun legame tra loro, sebbene potessero avere una idea di fondo in comune. Ecco allora la mia idea: scoprire quel legame sotterraneo che unisce le varie composizioni, renderlo palese attraverso una serie di "cuciture" e scoprire le emozioni nuove che questa operazione può suscitare nell'ascoltatore. Spesso si è sentito dire che ascoltare la lettura di poesie fosse "roba da tagliarsi le vene". In parte ciò può essere vero, soprattutto se la lettura privilegia quella vena di melanconia che normalmente accompagna la lettura delle liriche. Per me, invece, le poesie sono dei racconti concentrati di emozioni: dolci, violente, ironiche, tragiche, passionali e così via. Ho voluto fare in modo che tutte queste emozioni emergessero attraverso una lettura più coinvolgente, dove il pubblico si sentisse parte del racconto. La lettura diventa così un racconto organico dove le poesie si fondono con le "cuciture" divenendo un nuovo componimento poetico, dove le singole liriche spariscono per creare qualche cosa di più grande"
Come sarà articolato lo spettacolo?
"Sarà la rappresentazione di come si possa dialogare con se stessi attraverso alcuni componimenti poetici. Nella fattispecie vi è una specie di sdoppiamento di personalità. In ognuno di noi è presente una parte maschile ed una femminile ed è questo che porto in scena. Io rappresento la parte uomo-donna e c'è Mikaela Modigliani che rappresenta la parte donna-donna. Saremo come i cromosomi del DNA dell'autrice che assumono vita propria e combinandosi insieme daranno vita ad un nuovo essere autonomo. Ci saranno momenti in cui sarà l'anima ad avere il sopravvento, e altri dove, benché si tratti in fondo di un "reading", viene espressa la fisicità del racconto poetico. A volte, in maniera provocatoria, dico che la poesia deve essere anche violenza. Nel senso che la fisicità di una emozione deve essere presente nella lettura"
Quali sono state le difficoltà nel trasformare una raccolta di liriche in uno spettacolo teatrale?
"L'unico problema-sfida, in questo caso, è stato quello di immedesimarmi in un ruolo femminile. Sono pur sempre un maschio in cui la parte femminile tenta di prendere il sopravvento e diventa emergente e prioritaria. Il fatto che Daniela abbia strutturato il suo libro in capitoli con una particolare sequenza, in un primo momento, mi ha dato l'impressione di condizionarmi nella creazione del reading, ma mi sono subito ricreduto. Sicuramente è stato piacevole immaginare gli scenari, i personaggi, le emozioni presenti per poi evidenziare il tutto con la voce e con gesti. Sono felice di avere avuto questa opportunità".
Fabio Clerici, scrittore e regista, oltre a voce narrante, ha anche introdotto ogni sezione in cui è suddiviso Il giorno che non c'è, ponendosi come controparte maschile dell'autrice.
Come ti sei rapportato con questa raccolta di liriche così fortemente femminile?
"Ritengo che ognuno di noi coltivi spazi emotivi maschili e femminili e in particolar modo in ambito artistico è necessario addentrarsi nelle pieghe di un vissuto diverso dal nostro, solo allora si può comprendere il fascino e lo stupore che dona l'universo femminile (nel mio caso) a volte apparentemente contradditorio ma ricco di quegli elementi che permettono alla diversità di divenire una fondamentale risorsa comu/nicativa. Con Daniela, amica e donna dalle molteplici stagioni emotive, mi sono lasciato cullare dal piacere di leggere le sue liriche e a mano a mano sgorgavano le emozioni, la penna correva sul foglio bianco dando voce a quel caleidoscopio di sensazioni che mi pervadeva. Il rapporto con quelle parole è stato subito magico, mi sono avventurato nel suo "bosco interiore", per viverne i profumi e i suoni".
C'è una parte del libro o una lirica che hai sentito più tua?
"Ogni lirica rappresenta una cellula del vissuto dell'autrice, creata seguendo le stagioni emotive, che si dilatano nel tempo e nello spazio. Sarebbe ingiusto privilegiare una lirica all'altra, perché sono tutti figlie della stessa madre. Una cosa però la posso dire, in questo libro trovo affascinanti tutte le poesie afferenti alla parte più intima dell'autrice: una su tutte quella che dona il titolo all'intera silloge "Il giorno che non c'è". Dovendo recensire questi versi li ho in un certo senso "adottati" e amati come se fossero miei".
Tu sei milanese, ma con Modena hai un legame particolare. Che cosa ti lega alla nostra città?
"Nel 2012, dopo il terremoto che ha colpito la Bassa modenese, ho partecipato a una missione di soccorso e rapportandomi con gli abitanti della zona sono rimasto colpito dalla loro filosofia di vita, dalla fierezza e umiltà dei gesti quotidiani e dall'attaccamento alla loro terra, segno di profonde radici piantate in quelle campagne violentate. Da quella esperienza è nato un libro, un doveroso tributo a un legame che è divenuto indissolubile".
L'evento è promosso dall'Associazione Culturale "I Semi Neri" www.semineri.it in collaborazione con il Centro Culturale Giacomo Alberione www.centroalberionemodena.it ed è a ingresso libero.
INFO
Centro Culturale Alberione, tel 059/236853 (lun-ven 16-19) o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Vinicio Capossela con il suo tour "Ombra. Canzoni della Cupa e altri spaventi", ha portato, ieri sera, al Teatro Regio di Parma, la seconda parte dell'album "Canzoni della Cupa" e brani di repertorio legati a doppio filo all'immaginario oscuro e misterioso dell'Ombra. Molto più di un concerto, uno spettacolo di evocazioni immaginifiche fatte di riflessi e ombre che prendono forma su una scenografia di tulle e specchi, grazie al lavoro della scenografa e animatrice d'ombre Anusc Castiglioni, con piccole macchine sceniche costruite da Max Zanelli.
Sfoglia tutte le foto nella galleria qui sotto, ph. Francesca Bocchia
Giornata Mondiale della Sindrome di Down. L'attrice sensibile Barbara Voghera incarna il più recente attraversamento dell'Hamlet shakespeariano compiuto dall'ensemble fondato da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto. Un'occasione da non perdere.
Parma, 21 marzo 2017
«Ci vuole tutta la sensibilità pragmatica di Lenz per prendere un classico inossidabile come l'Amleto e imprimergli una ulteriore spinta ermeneutica (cioè un'interpretazione inattesa) tanto spiazzante quanto immediata»: il critico teatrale romano Giulio Sonno introduce il proprio incontro con Hamlet Solo di Lenz Fondazione, spettacolo che sarà in scena oggi, martedì 21 marzo alle ore 21 a Lenz Teatro, a Parma, in occasione della Giornata Mondiale delle persone con la Sindrome di Down, ricorrenza ultradecennale tesa a promuovere l'inclusione sociale e l'autonomia delle persone affette da Trisomia 21. Repliche mercoledì 22 marzo alle ore 11.30 e giovedì 23 marzo alle ore 18.30.
Hamlet Solo, che si avvale delle musiche create ad hoc dal compositore elettronico Andrea Azzali, è interpretato dall'attrice sensibile con Sindrome di Down Barbara Voghera, storica interprete delle creazioni di Lenz Fondazione, come ricorda la regista Maria Federica Maestri: «Le nostre vite artistiche si sono incrociate alla fine degli anni novanta e da allora sono diventate inseparabili, stimolate da un processo creativo in continua evoluzione, arricchito dall'esplorazione 'furiosa' delle grandi drammaturgie: Shakespeare, Goethe, Calderón, Manzoni, Ariosto. In particolare Hamlet Solo è la summa di questa nostra lunga e profonda esperienza scenica: una creazione teatrale in cui la monumentalità del capolavoro classico si traspone in una nuova sintesi di potente densità emozionale. Barbara Voghera è protagonista di questo straordinario ritratto tragico sull'esistenza umana: non solo un'interprete, ma corpo di dolorosa poesia e di imperfetta bellezza, capace di incarnare le parole shakespeariane in un'oscillazione esponenziale tra perdita e ritrovamento del senso».
Francesco Pititto, che ha curato traduzione, drammaturgia e imagoturgia di Hamlet Solo suggerisce: «Il nostro linguaggio teatrale si fonda su un'estrema e radicale fedeltà alla parola del testo. Nella ricerca dello stato eroico dell'attore il teatro prende forma nell'oscillazione tra debolezza e forza, vulnerabilità e potenza del corpo parlante. Ponte polifonico tra antico e moderno, tra generale e particolare, tra lingua e dialetto, l'Hamlet di Shakespeare si fa eco potente dell'arte del teatro nella contemporaneità e nel rinnovamento del linguaggio. Nell'Hamlet Solo si esplicita un dispositivo drammatico che rivela la natura orfana di Amleto, la sua inevitabile e assoluta solitudine scenica ed esistenziale; in un attraversamento senza respiro del testo, l'attrice implode dentro gli altri personaggi, unico strumento 'vivo' di una partitura visiva di spettri. I dialoghi con Orazio, la Regina, il Fantasma del Padre, Guild and Rose, gli Attori, I Becchini, Re Claudio vengono inflessi nell'unico duello eroico possibile, quello dell'attore con se stesso».
Conclude il critico teatrale fiorentino Matteo Brighenti: «Barbara Voghera insieme a Lenz si è lasciata indietro l'impossibilità ed è andata incontro all'enigma del rappresentare, rappresentandosi in tutta la sua 'sensibilità'. Scelta e condizione che le hanno permesso di accedere, con una presenza di violenta intensità e grazia scomposta, a una realtà espansa, che si trova oltre ogni cosa da noi conosciuta. Esattamente come Amleto».
A testimonianza del riconoscimento internazionale della ricerca sull'attore sensibile di Lenz, si segnala che le stesure dell'Hamlet sono inserite nel sito del MIT Global Shakespeares: MIT - Massachusetts Institute of Technology.
Per informazioni: Lenz Teatro, Via Pasubio 3/e, Parma, tel. 0521 270141, 335 6096220 - www.lenzfondazione.it.
Conclusi i tre giorni milanesi del suggestivo spettacolo Shen Yun, unica tappa della tournée mondiale. La compagnia fondata da un gruppo di talentuosi artisti di origine cinese fa rivivere l'autentica cultura tradizionale della loro terra.
Di Pietro Razzini
14 marzo 2017
Un lungo racconto di storie vissute in 5000 anni di civiltà cinese. Questo e molto di più è Shen Yun, spettacolo multicolore che è stato protagonista al Teatro Arcimboldi di Milano fino a lunedì 13 marzo. Storie raccontate attraverso la danza in maniera chiara, toccante e, spesso, divertente. Lo sfarzo dei movimenti armonici e della musica sono lo specchio stupefacente della civiltà cinese, con i ballerini che ruotano e saltano in aria indossando brillanti costumi fatti a mano.
LA STORIA - Shen Yun è stata fondata da un gruppo di talentuosi artisti di origine cinese con uno scopo: far rivivere al mondo intero l'autentica cultura tradizionale della loro terra. Un tour iniziato nel 2006 sui palchi di più di 100 città, esibendosi davanti a milioni di persone tra Nord e Sud America, Europa, Asia e Australia. Guardare Shen Yun dà la sensazione di essere partecipi della rinascita di una realtà perduta. È la rinascita dell'antica Cina, in cui gli esseri divini e gli esseri umani interagiscono, un magico sogno di miti e leggende.
L'EVENTO - Lo spettacolo include due presentatori bilingue che forniscono delle brevi introduzioni a ogni storia: la danza classica cinese e la musica parlano direttamente al cuore. Grazia e atletismo, assoli di cantanti e musicisti, storie coinvolgenti e innovazioni tecnologiche dominano il palco per due ore. Ogni numero di danza ha il proprio tema, la propria storia, il proprio sfondo etnico, regionale o dinastico. La danza è il cuore di ogni esibizione: con gli splendidi costumi, le proiezioni mozzafiato e un'orchestra ricca di strumenti orientali e occidentali, Shen Yun (letteralmente "La bellezza della danza degli esseri divini") offre agli spettatori uno show che regala emozioni agli occhi e felicità al cuore.
LA CURIOSITA' - Shen Yun è del tutto indipendente dal Partito Comunista Cinese di Pechino. Infatti, anche se la compagnia si esibisce in teatri completamente pieni a New York e in giro per il mondo, al momento non gli è permesso esibirsi in Cina. La testimonianza di Yungchia Chen, primo ballerino e coreografo, è emblematica: "Oggi in Cina non è più possibile vedere spettacoli di cultura tradizionale cinese. I coreografi non hanno il permesso di lavorare su questi temi. Shen Yun sta facendo molti sforzi per far rivivere la parte più autentica e più bella della cultura cinese attraverso la danza".
Il musical "Un Americano a Parigi" è liberamente ispirato all'omonimo film di Vincent Minnelli. In scena fino a domenica 19 marzo al Teatro Nuovo di Milano.
Di Piero Razzini
13 marzo 2017
Al Teatro Nuovo di Milano fino a domenica 19 marzo, "Un americano a Parigi" si dimostra un musical accattivante, coinvolgente, interessante per giovani e meno giovani. Le musiche di Gershwin portano gli spettatori in un limbo senza tempo, la bravura degli attori offre l'occasione di estraniarsi dalla realtà. E poi c'è Parigi con la sua atmosfera, il suo carisma, la sua impareggiabile sensualità. Il palco si trasforma in Montmartre, nel Lido, nel lungo Senna, riproponendo un mondo magico: quello unico della Ville Lumiere.
NOVITA' - E' "Un americano a Parigi" differente rispetto a quello portata in scena da Christian De Sica nel 2001: è più legato al film e meno a quella comicità e a quella battuta frizzante che un maestro della commedia italiana come De Sica sa proporre. La pellicola di Vincente Minnelli viene usata come pretesto per omaggiare il mondo di Gershwin. Gli arrangiamenti, le caratteristiche singole degli attori unite nel creare una efficace proposta corale e il ritmo dello spettacolo sono solo alcune delle caratteristiche che esaltano lo show e rendono il pubblico parte integrante di esso.
TRAMA - La storia narra le vicende di Gimmy (Michele Carfora), pittore americano ed ex soldato, che alla fine della guerra decide di vivere nella Parigi degli anni '50 in cerca di fortuna. Nella metropoli francese vivrà un'intensa storia d'amore con Fanny (Arianna Bergamaschi), una commessa di una profumeria, a sua volta corteggiata da Jean Marie (Danilo Brugia), famoso chansonnier del Lido. Personaggio di rottura nell'idillio tra Gimmy e Fanny è Patricia (Barbara Terrinoni), miliardaria innamorata di Gimmy.
IL CAST - Presentato al Teatro Nuovo con un cast di quindici elementi, "Un americano a Parigi" è un musical liberamente ispirato all'omonimo film di Vincent Minnelli. Campione d'incassi nella stagione teatrale 2000/2001, prende origine da un'opera sinfonica del compositore americano George Gershwin e si ispira al soggiorno che egli stesso fece a Parigi alla fine della prima guerra mondiale. Il cast è formato da Michele Carfora, Arianna Bergamaschi, Danilo Brugia, Barbara Terrinoni, Jean Michel Danquin. Carfora, in particolare, regala emozioni con la sua presenza in scena. Notevole, ma non è una novità, la performance di Arianna Bergamaschi: una voce splendida per un musical che esalta una città senza tempo.
The Bodyguard - Guardia del Corpo, arriva a Milano nella sua versione teatrale prodotta da Wizard Productions. Fino al 7 maggio, il Teatro Nazionale "CheBanca!".
Di Pietro Razzini
Queen Of The Night, The Greatest Love Of All, All At Once, One Moment In Time, I Will Always Love You, I Wanna Dance With Somebody: impossibile non conoscere questi successi griffati Whitney Houston. Una colonna sonora leggendaria per un film che ha scritto un'epoca: The Bodyguard - Guardia del Corpo, arriva a Milano nella sua versione teatrale prodotta da Wizard Productions. Protagonisti, Karima, voce straordinaria divenuta nota al grande pubblico grazie alla sua partecipazione alla sesta edizione di Amici di Maria De Filippi, ed Ettore Bassi, attore conosciuto per il successo delle sue fiction in tv. Fino al 7 maggio, il Teatro Nazionale "CheBanca!" sarà la casa di un musical capace di fare impazzire il pubblico britannico: "L' ho visto a Londra per la prima volta", racconta il regista Federico Bellone. "Alla fine del primo atto ero convinto di doverlo portare in Italia. Il film aveva già uno spessore teatrale: la resa sul palco è stata stupenda. E poi la colonna sonora: ha un impatto incredibile". Le coreografie di Bill Goodson e la supervisione musicale di Cheryl Porter assicurano quell'ulteriore salto di qualità che una produzione come questa non poteva lasciarsi sfuggire.
LO SHOW Emozionante, vibrante, sorprendente, entusiasmante: è inevitabile rimanere travolti dalla forza di un musical che affascina il cuore grazie alla sua colonna sonora, agita le membra per l'energia del corpo di ballo, incuriosisce l'attenzione con un trama che si discosta leggermente dalla versione cinematografica. I colpi di scena non mancano, i preziosismi tecnici e tecnologici aiutano a rendere speciale l'atmosfera sul palco, il finale coinvolgente spacca la distanza tra attori e spettatori. Da vedere, assolutamente.
LA STORIA - "The Bodyguard" racchiude in sé un thriller e una storia d'amore in cui passione e azione si fondono perfettamente: Frank Farmer, ex agente dei servizi segreti, viene ingaggiato come guardia del corpo per proteggere la rockstar Rachel Marron da un misterioso e pericoloso stalker. La convivenza non è semplice e si complica ulteriormente quando entrano in gioco i loro reciproci sentimenti.
IL CAST - Oltre ai due protagonisti è indispensabile menzionare Helen Tesfazghi: avrà lei il compito di affiancare Karima nel dispendioso compito (vocalmente parlando) di interpretare Rachel Marron (Whitney Houston). E ancora Loredana Fadda nei panni della sorella di Rachel, Nicki Marron. Intorno a loro tanti professionisti che recitano e cantano, a cui si aggiunge un ensemble di ballerini tra cui spiccano i nomi di Daniela Ribezzo, Felice Lungo, Gianluca Briganti, Alessia Losavio, Alessandra Ruina, Renato Tognocchi e Yaimara Gomez Febre.
LE VOCI - Indescrivibile l'emozione di Karima quando ha saputo di essere stata scelta per questo ruolo: "Ascolto Whitney da quando ero piccola. Per me è stata un' insegnante di canto perchè fino a 22 anni sono stata autodidatta. Sentivo la sua voce e cercavo di imitarla". Ettore Bassi, invece, sdrammatizza: "Il mio esempio era Bud Spancer: non c' entra nulla con Kevin Kostner. Questa opportunità per me è un grande stimolo: il mio intento è quello di arrivare allo stomaco della gente. Proprio come un cazzotto di Bud Spencer". Conclude ancora Karima che racconta le sue sensazioni quando ha visto dal vivo un mito della musica come Whitney Houston: "Nel maggio del 2010 ho aperto i suoi concerti al Forum di Assago e al Pala Lottomatica a Roma. L' ho osservata dietro le quinte, nei momenti di relax, in sala mensa. Non ho mai avuto il coraggio di avvicinarmi. E ora me ne pento. Attraverso questa mia interpretazione cerco di onorarla con rispetto, amore e passione".
"Il Clan delle divorziate", sul palco milanese Jessica Polsky, Stefano Chiodaroli (in abiti femminili) e Rossana Carretto.Uno degli spettacoli di maggior successo in Francia. Una divertente commedia al Teatro Leonardo di Milano, fino al 12 marzo.
Di Pietro Razzini
25 febbraio 2017
Che può succedere a tre donne diversissime tra loro in una stessa casa? Tre donne che hanno in comune solo un aspetto della propria vita (il divorzio)? Tre donne che hanno un unico obiettivo (smettere di essere single)? La risposta sarà chiara al Teatro Leonardo di Milano, fino al 12 marzo. "Il Clan delle divorziate" attende il pubblico italiano dopo aver dimostrato, negli ultimi tredici anni, di essere uno degli spettacoli di maggior successo in Francia. Jessica Polsky, Stefano Chiodaroli (in abiti femminili) e Rossana Carretto saranno le protagoniste sul palco milanese in questa seconda apparizione italiana, dopo gli ottimi risultati ottenuti nel 2014. La commedia scritta da Alil Vardar e portata nel nostro Paese da Bags Entertainment permetterà al pubblico di vivere una serata lontana da stress e tensioni. Una serata in cui l'ironia sottile e piacevole sarà padrona assoluta.
I PROTAGONISTI - Bella, giovane e affascinante, Jessica Polsky porta a teatro la notorietà televisiva legata a tante sit com sui principali canali nazionali italiani (da Camera Cafè su Italia 1 a Piloti su Rai2), conduzioni di programmi come Anteprima Festivalbar e Sputnik, presenze fisse a eventi quali "Capodanno a Venezia" in Piazza San Marco e "Il Concerto di Natale" in Piazza del Duomo a Milano. Rossana Carretto è conosciuta dal grande pubblico soprattutto per le numerose fiction a cui ha partecipato (Il mammo, Il Giudice Mastrangelo 2, Un ciclone in famiglia 4, Medici miei, Benvenuti a tavola). Nel 2014 ha ricevuto il "Premio Comicità Gianni Palladino Iª ed." e nel 2015 il premio "Giorgio Faletti" per la sezione "comicità". "Zelig facciamo Cabaret" del 1999 è stato il trampolino per il lancio della carriera di Stefano Chiodaroli che, nel corso degli anni, ha rafforzato la sua verve comica a "Colorado Cafè", "Stiamo lavorando per noi", "Quorck" e "Saturday Night Live".
LA STORIA - Beatrice è una quarantenne di origini aristocratiche che, dopo il suo primo divorzio, torna in città, nella casa in cui è nata e cresciuta. Non potendo permettersi di vivere da sola, decide di cercare due coinquiline con cui dividere le spese: incontra così Michela, donna sarcastica e cinica, e Mary, di origini inglesi, giovane e svampita. Le tre donne affrontano in maniera diametralmente opposta qualsiasi cosa accada loro. Incontri e scontri si alternano nella loro vita, regalando battute e risate ai presenti in sala.
INFORMAZIONI UTILI - Adattamento Italiano di Alessandra Scotti, regia di Vittorio Borsari, "Il Caln Delle Divorziate" sarà in scena dal martedì al sabato alle 20,30. La domenica alle 16,30.
Biglietto intero al prezzo di 24 euro più prevendita. Per gli Under26 e gli Over65, 16 euro. Siti di riferimento per gli acquisti: www.mtmteatro.it, vivaticket.it e Ticketone.it
L'Isola del Tesoro o........Tesoro sull'Isola?! Sarà questo il dilemma che dovrà risolvere Jack durante la sua avventura caraibica.
Jack Jones è un pirata...ma non ricorda più di esserlo: solo attraverso varie sfide, una mappa e all'aiuto di Dea Fantàsia, egli riuscirà a riscoprire il suo passato.
A mettergli il bastone fra le ruote ci sarà il perfido Capitan Baffossa, che con la complicità dei suoi due buffi quanto tonti aiutanti, Teach e Moody, tenterà si sottrarre a Jack anche il suo grande amore, la principessa Elizabeth.
Un'intrigante avventura tra canti, enigmi, balli e misteri...tutti tasselli fondamentali che permetteranno a Jack di trovare il vero tesoro: la sua immaginazione!
Scoprirete quanto sia bello e avventuroso, andare in Vacanza ai Caraibi!
DAI 5 AI 100 ANNI
con:
Rico Montanini - Jack Jones
Cate Montagna - Dea Fantàsia
Danilo "Baroz" Barozzi - Capitan Baffossa
Niki Montagna - Principessa Elizabeth
Francesco "Facio" Facioni - Edward Teach
Stef Marra - Cristopher Moody
Ravi Moretti - tecnico audio/luci
Uno spettacolo Sognambuli scritto da Rico Montanini con Alex Jones e Cosimo "Gigo" Gigante.
Apertura biglietteria ore 15:30
PRENOTAZIONE CONSIGLIATA
Per info e prenotazioni:
- Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
- 340/1294061 (sms o whatsapp)
- Messaggio privato su Facebook
Vi pregiamo nella prenotazione di indicare numero di adulti e bambini che parteciperanno e di lasciarci un vostro recapito telefonico.
Biglietto INTERO - 7€
Biglietto RIDOTTO (under12) - 5€
INGRESSO RISERVATO AI SOCI TESSERATI
Tessera Annuale:
3€ adulti
1€ under12
Tutto esaurito per lo spettacolo di Ert Emilia Romagna Teatro che ha visto protagonisti, oltre al gruppo di lavoro di attori professionisti, anche i 200 atelieristi.
Di Manuela Fiorini – foto di Claudio Vincenzi
Modena, 30 gennaio 2017
Un progetto sicuramente ambizioso, quello di ERT Emilia Romagna Teatro, che ha inaugurato la prima settimana di Un bel dì saremo con lo spettacolo L'ElettriCittà – Agli albori (sognanti) della modernità con la regia di Claudio Longhi. Sì, perché coordinare i 200 atelieristi, non deve essere stato certo facile. Eppure, grazie alla professionalità degli attori del gruppo ERT Donatella Allegro, Nicola Bortolotti, Michele Dell'Utri, Simone Francia, Lino Guanciale, Diana Manea, Eugenio Papalia e Simone Tangolo, e dei 19 allievi attori della scuola Jolanda Gazzerro, le quasi due ore di spettacolo hanno tenuto il pubblico incollato alla poltrona. Il Teatro Storchi di Modena ha fatto registrare infatti il tutto esaurito e parecchie persone sono dovute rimanere fuori.
L'ElettriCittà ha voluto esplorare i diversi aspetti della società e i cambiamenti epocali che si sono verificati tra Ottocento e Novecento grazie all'avvento dell'energia elettrica: dalle scoperte di Edison alle applicazioni nell'industria, nell'illuminazione delle grandi città, ai primi grandi black-out della storia, alla scomparsa della plurimillenaria dicotomia città-campagna a causa del boom industriale. Composto da diversi "quadri scenici", che hanno alternato parti recitate e cantate, lo spettacolo, esempio di teatro partecipato, ha saputo coinvolgere il pubblico grazie alla "rottura" dell'immaginario muro tra palcoscenico e spettatori. Gli attori e gli atelieristi, infatti, occupavano e popolavano non solo il palcoscenico, ma anche il sottopalco, la platea, i palchi, creando un piacevole effetto sorpresa grazie anche ai sapienti giochi di luci, che hanno implementato il coinvolgimento generale.
Si è riso e ci si è emozionati, sono nate amicizie e creati sodalizi tra i partecipanti all'atelier, provenienti da Modena, ma anche da altre città d'Italia, che con passione, impegno e un briciolo di follia, hanno aderito al progetto. Meritatissima la standing ovation finale e i numerosi minuti di applausi.
Appena il tempo di godersi il successo che gli instancabili attori di ERT, il giorno dopo sono saliti...su un autobus. E non uno a caso, ma quello di Linea F(uturo) per un viaggio - spettacolo a tappe che ha consentito di toccare e conoscere alcuni luoghi di Modena che hanno svolto un ruolo fondamentale nella storia e nello sviluppo della città, come l'Ex Manifattura Tabacchi, l'ex Amcm, sede di una delle prime centrali elettriche in Italia, ora oggetto di un importante qualificazione che ne farà un importante polo culturale, il Ma.Ta e il Teatro delle Passioni. A fare da "cicerone" ai passeggeri, l'attore Lino Guanciale, volto noto e molto amato della TV , mentre, a ogni tappa, gli altri attori di ERT hanno recitato, interpretato e raccontato la città di Modena attraverso brani di Checov, Calvino e Gaber.
Il progetto Un bel dì saremo proseguirà fino alla primavera del 2019.
Il programma dei prossimi appuntamenti su www.emiliaromagnateatro.com
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Maria Federica Maestri e Francesco Pititto celebrano il Giorno della Memoria con una drammaturgia contemporanea sulla tragedia dei bambini ebrei di Parma vittime dello sterminio nazista. Lo spettacolo apre la Stagione dei Progetti 2017 di Lenz, che terminerà a ottobre con Paradiso. Un Pezzo Sacro, presentato nell'ambito del prestigioso Festival Verdi.
Parma, 26 gennaio 2017
«Da domani sarà tristezza, da domani. Ma oggi sarò contento, a che serve essere tristi, a che serve»: inizia così KINDER [ Bambini ], fortunato esito performativo della lunga ricerca sui temi della Resistenza e dell'Olocausto di Lenz Fondazione.
Dopo il grande successo di pubblico e critica ottenuto al debutto nell'aprile scorso, lo spettacolo viene riproposto a Lenz Teatro, in occasione del Giorno della Memoria, venerdì 27 gennaio alle ore 21, con repliche sabato 28 gennaio alle ore 21 e domenica 29 gennaio alle ore 18.
«La storia della persecuzione antiebraica attuata dal fascismo tra il 1938 e il 1945 è nota, ma raramente ci si è soffermati a riflettere su cosa abbiano significato quei tragici anni per i bambini italiani. Soprattutto per gli ebrei, allontanati da scuola, testimoni impotenti della progressiva emarginazione sociale e lavorativa dei genitori, quando non della distruzione e della eliminazione fisica della propria famiglia»: Francesco Pititto, autore di testo e imagoturgia, suggerisce la genesi di questo stratificato lavoro.
«La drammaturgia di KINDER contiene diverse parti di questa Storia: l'elenco dei campi di lavoro e di sterminio, le lettere di una madre al "Signor Questore della Provincia di Parma", poesie anonime di bambini ebrei dei campi, dialoghi immaginari tra i bambini di Parma con altri due bambini dei campi, Tereszka e Papo, una versione ritradotta di Tenebrae di Paul Celan. Ma il nucleo drammaturgico rimane il canto. Ed ecco la presenza/resurrezione dei sei bambini del Coro di Voci Bianche ArsCanto preparati vocalmente da Gabriella Corsaro diventare essenza performativa insieme ad un'unica attrice, Valentina Barbarini: riflesso e rifrazione di sei vite troncate, tramite i loro sguardi silenziosi e poi voci recitanti e intonanti un unico Lied di Mozart/Overbeck che parla di un Maggio imminente, di violette, di giochi nella notte e nella neve, di un libero paese amato».
KINDER va alla ricerca di un'eco di quel che non si potrebbe più dire, più ascoltare, più scrivere, mai più dimenticare, di un'arte non serena composta di voci straniere, rumori rielaborati fatti di rimandi sonori del Campo, movimenti musicali tesi a creare nuove dinamiche spazio-temporali, a cura di Andrea Azzali. «Stiamo parlando di bambini, è bene ricordarlo» conclude Maria Federica Maestri, responsabile di installazione, elementi plastici e regia dello spettacolo. «Vogliamo concentrarci sui volti dei bambini ebrei di Parma, come su di un unico monumentale volto di bambino che possa rappresentare tutti i KINDER di ogni guerra».
KINDER [ Bambini ] apre la Stagione dei Progetti 2017 di Lenz Fondazione: ricca di debutti, riprese, progetti speciali e collaborazioni internazionali durante tutto l'anno, si chiuderà a ottobre con Paradiso. Un Pezzo Sacro, dai Quattro Pezzi Sacri di Giuseppe Verdi, presentato in prima assoluta nell'ambito del prestigioso Festival Verdi.
Per informazioni: Lenz Teatro, Via Pasubio 3/e, Parma, tel. 0521 270141 - www.lenzfondazione.it.