La Guardia di Finanza di Reggio Emilia ha predisposto una serie di attività operative di controllo economico del territorio volte ad individuare e sequestrare forniture di merci illegali, con particolare riguardo a quelle recanti marchi contraffatti.
La capillare attività info-investigativa svolta dalle pattuglie del Gruppo della Guardia di Finanza di Reggio Emilia ha condotto ad individuare e sequestrare, a Correggio (RE), una partita di prodotti contraffatti costituiti da articoli per l'abbigliamento (in particolare "t-shirt" e felpe) recante il marchio della nota griffe "THRASHER".
I prodotti, 70 capi tra magliette e felpe, erano esposti e pronti per essere messi in vendita in un esercizio commerciale gestito da una 38enne, modenese, che è stata segnalata all'Autorità Giudiziaria per i reati di detenzione e vendita di prodotti recanti marchio contraffatto. Si stima che il materiale sequestrato, una volta immesso sul mercato, avrebbe garantito incassi illeciti per oltre 2.000 euro.
La tutela dei consumatori e dell'economia legale costituisce obiettivo prioritario della Guardia di Finanza, che continuerà ad operare un continuo, costante e capillare controllo economico del territorio.
Due società "esterovestite" risultate essere evasori totali, fenomeni di abuso del diritto e pianificazione fiscale aggressiva, milioni di euro di redditi nascosti al fisco nazionale, 6 attività ispettive a conclusione delle quali sono stati versati nelle casse dell'erario 6,5 milioni di euro a titolo di imposte evase, sanzioni ed interessi. Sono questi i principali risultati di un'articolata attività a marcata proiezione investigativa condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Modena nei confronti di un gruppo societario multinazionale operante in questa provincia e dei soci persone fisiche.
Il servizio è stato originato dalla costante attività di intelligence e di controllo economico del territorio, supportata dalla valorizzazione degli elementi informativi (alert) di rischio acquisiti tramite la consultazione delle banche dati in uso al Corpo che hanno consentito una mirata selezione dei target/obiettivi da sottoporre a controllo. In particolare, è stato accertato che il Gruppo societario verificato aveva negli anni stabilito solo formalmente le sedi di alcune delle sue strutture societarie nel Granducato di Lussemburgo, per poter beneficiare indebitamente dei vantaggi fiscali ivi riconosciuti. Gli approfondimenti hanno consentito di dimostrare che le due società lussemburghesi erano di fatto gestite dalla sede nazionale operativa del Gruppo, ubicata nella provincia modenese, circostanza che ha consentito di localizzare sul territorio nazionale la loro sede di direzione effettiva e di qualificare le stesse come "società esterovestite", con conseguente attrazione all'imposizione domestica degli ingenti profitti realizzati e occultati all'erario. Più nello specifico le verifiche fiscali condotte dalle Fiamme Gialle modenesi hanno permesso di acclarare l'assenza all'estero di una concreta ed effettiva attività imprenditoriale, l'inesistenza di un'effettiva organizzazione di uomini e mezzi idonea allo svolgimento della predetta attività d'impresa e l'insussistenza di ragioni economiche per la localizzazione all'estero delle sedi delle due società, e si sono concluse con il recupero a tassazione dei redditi conseguiti dalle due società "esterovestite".
Rilevante, in tale contesto, è risultato il ruolo di una società fiduciaria lussemburghese che ha offerto alle società esterovestite le proprie prestazioni di mera domiciliazione e disponibilità dei propri dipendenti per rivestirne il ruolo formale di amministratori, il tutto al fine di "camuffare" la presenza in quello Stato delle citate società. Le contestazioni fiscali si sono estese successivamente alle persone fisiche proprietarie del Gruppo multinazionale che, attraverso operazioni di schermatura a fronte delle quali è stato anche contestato il divieto di abuso del diritto di cui all'art. 10-bis del cd. Statuto del contribuente, avevano fatto confluire i redditi a loro imputabili (diversi milioni di euro) su ulteriori società formalmente residenti sia sul territorio lussemburghese che nella zona franca dell'isola portoghese di Madeira, al solo fine di sottrarsi alla tassazione domestica e beneficiare dei regimi fiscali più favorevoli previsti da quelle giurisdizioni estere.
A seguito delle attività ispettive dei finanzieri modenesi, che hanno valorizzato, in ossequio alle direttive impartite dall'Organo di vertice, l'efficace coordinamento operativo realizzato con gli uffici finanziari di questo territorio, le società "esterovestite" e le persone fisiche interessate hanno avviato l'iter per la definizione delle contestazioni con la locale Direzione Provinciale dell'Agenzia delle Entrate ovvero ricorso allo strumento del ravvedimento operoso, regolarizzando le posizioni debitorie con l'erario mediante il versamento della somma di circa 6,5 milioni di euro.
Inoltre, quale ulteriore effetto dell'attività fiscale svolta dalle Fiamme Gialle, va evidenziato il "rimpatrio" dei medesimi soggetti giuridici "esterovestiti", con il conseguente futuro pagamento sul territorio dello Stato delle imposte sugli utili futuri.
L'attività di servizio condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Modena costituisce efficace concretizzazione della quotidiana azione realizzata dalla Guardia di Finanza, unico organo di polizia giudiziaria ed economico-finanziaria con competenze specialistiche in campo tributario, a contrasto dei fenomeni di evasione fiscale internazionale e di pianificazione fiscale aggressiva, nel perseguimento dell'obiettivo di ripristinare le necessarie condizioni di giustizia e solidarietà tra Stato e cittadini e di tutela della collettività, evitando il prodursi degli effetti dannosi tipici dell'evasione in termini di alterazione della normale concorrenza tra le imprese e di maggior carico fiscale per i cittadini onesti.
Al termine di articolate attività di polizia economico – finanziaria, i Finanzieri del Comando Provinciale di Rimini hanno tratto in arresto, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP presso il locale Tribunale, tre pregiudicati, responsabili di aver ordito il fallimento di una ditta di commercio all'ingrosso e al dettaglio di calze, intimo ed accessori, con sede a Misano Adriatico (RN), distraendone prima del fallimento l'intero patrimonio.
Le complesse indagini svolte dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Rimini, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno condotto ad argomentare che l'impresa era stata costituita, sin dall'inizio, con lo scopo di portare a termine un preciso piano criminoso, da parte dei veri gestori dell'attività commerciale, ossia due fratelli, di origine pugliese, attivi nel settore del commercio ambulante, ma gravati da diversi precedenti penali.
Il disegno emerso dagli accertamenti sarebbe consistito nel:
- fare acquisire al loro prestanome , N.D., di anni 41 (soggetto privo di alcuna esperienza imprenditoriale, nullatenente e con problemi di tossicodipendenza), - anche lui tratto in arresto ieri -, la fiducia dei fornitori in modo da poter effettuare ingenti acquisti di merce e procrastinare i pagamenti, con il proposito di non onorarli a scadenza;
- trasferire le giacenze di magazzino e i beni aziendali della ditta, prima del fallimento, ad altri soggetti sempre riconducibili ai due germani salentini;
- acquistare la merce in esenzione d'IVA, dichiarandone l'esportazione, per poi venderla invece sul territorio nazionale in evasione d'imposta;
- occultare le scritture contabili al fine di non consentire la ricostruzione del volume d'affari per l'anno 2014, a danno dell'Erario e degli altri creditori;
- scaricare la responsabilità del fallimento sul nullatenente N.D, su cui i creditori non avrebbero potuto rivalersi per ottenere il soddisfacimento dei propri crediti.
Le indagini hanno, altresì, consentito in sostanza di raccogliere elementi idonei a dimostrare che i suddetti hanno distratto merce per un valore pari a oltre 5 milioni di euro.
Sulla scorta di siffatte risultanze investigative, la Procura della Repubblica di Rimini, nella persona del Sostituto Procuratore della Repubblica, dr. Luca Bertuzzi, richiedeva al G.I.P. l'emissione di misure cautelari personali e reali a carico dei principali indagati, che venivano accolte dal GIP, dr. Vinicio CANTARINI, il quale ha disposto l'arresto in carcere per M.R. (51 anni, residente a Misano Adriatico), e gli arresti domiciliari per il fratello, M.R. (41 anni, residente a Gallipoli) e N.D. 41 (41 anni, residente in provincia di Brescia). I provvedimenti restrittivi sono stati operati ieri, rispettivamente a Bologna, Gallipoli e Calcinato (BS); contestualmente, nei loro confronti, le Fiamme gialle hanno anche dato esecuzione al correlato provvedimento di sequestro per oltre 200 mila euro
Una società operante nel settore delle lavorazioni grafiche ed elaborazioni elettroniche di dati operante a Rubiera (RE) ha nascosto parte rilevante dei propri redditi conseguiti negli ultimi sette anni, presentando al fisco dichiarazioni dei redditi "infedeli", anche mediante l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
E' questa la sintesi di quanto accertato dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Correggio (RE) al termine di un'operazione avviata a seguito del rilevamento di numerosi indizi di pericolosità fiscale e condotta facendo ricorso massiccio alle banche dati in uso al Corpo, alle indagini bancarie ed a controlli incrociati con clienti e fornitori della società verificata.
I soci ed il legale rappresentante della società sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia per dichiarazioni fiscali infedeli e frode fiscale, si tratta di tre persone tra i 41 ed i 46 anni, tutti reggiani, anche se uno di origini modenesi. Più in particolare è stato accertato che detta società, in questo lungo lasso di tempo, ha nascosto al fisco redditi per oltre 3 milioni di euro (dei quali quasi 500.000 euro relativi all'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti) e commesso violazioni all'IVA per circa 2 milioni di euro.
Le indagini dei Finanzieri proseguiranno per individuare eventuali contribuenti che hanno cooperato con la società verificata per consentirle di attuare l'ingente frode e per l'individuazione di eventuali patrimoni illeciti accumulati dai soci della medesima società.
Nell'ambito di un'ampia azione investigativa delle Fiamme Gialle piacentine, finalizzata al contrasto del lavoro nero e irregolare, i militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Castel San Giovanni hanno effettuato un intervento nei confronti di una società, operante nel settore della ristorazione, ubicata in Val Tidone.
Nel corso dell'attività ispettiva, oltre ai due soci, sono state identificate ulteriori sei persone intente al lavoro, cinque delle quali risultate completamente "in nero", poiché non vincolate da alcun tipo di rapporto contrattuale né da alcuna comunicazione preventiva al centro per l'impiego.
Conseguentemente, è stata avviata la procedura per l'irrogazione della maxi-sanzione, che va da un minimo di € 1.500,00 ad un massimo di € 9.000,00, per ogni lavoratore "in nero", ai sensi della normativa di settore, da ultimo modificata dal D.Lgs n.151/2015. Poiché i 5 lavoratori non riportati nelle scritture o altra documentazione obbligatoria, sono risultati superiori al 20% del totale degli occupati presenti sul luogo di lavoro il giorno dell'intervento, è stato interessato l'Ispettorato Nazionale del Lavoro competente all'emissione del provvedimento sospensivo dell'attività previsto dall'art.14 del D.Lgs n.81/2008.
All'esito del controllo l'imprenditore ispezionato ha avviato le procedure di regolarizzazione delle posizioni lavorative, provvedendo ad assumere tutti e cinque i dipendenti in precedenza irregolari.
L'attività ispettiva intrapresa si inquadra nei compiti di polizia economica e finanziaria della Guardia di Finanza a tutela sia dei lavoratori, il cui impiego irregolare non garantisce alcun diritto lavorativo e previdenziale, sia degli altri esercenti del settore che operano correttamente sul mercato e che si trovano a confrontarsi con una concorrenza sleale.
Piacenza 20 febbraio 2018
Concorso, per titoli ed esami, per l'arruolamento di 61 Allievi Ufficiali presso l'Accademia della Guardia di Finanza - Anno Accademico 2018/2019.
(in allegato scaricabile in pdf)
Sequestrati centinaia di prodotti contraffatti, biglietti falsi e sostanze stupefacenti. Denunciate 10 persone per contraffazione e segnalati 8 soggetti per detenzione di stupefacenti.
In occasione delle due date bolognesi del tour dei "METALLICA", tenutesi presso l'"Unipol Arena" di Casalecchio di Reno, la Guardia di Finanza, in sinergia con le altre Forze di Polizia, ha predisposto una serie di dispositivi di prevenzione e repressione del bagarinaggio, della vendita di prodotti contraffatti, della vendita di prodotti "non sicuri" per il consumatore e del spaccio/uso di sostanze stupefacenti.
I Militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bologna, con la collaborazione della locale SIAE, hanno verbalizzato un "bagarino" e sequestrati diciotto biglietti "falsi" che avrebbero illecitamente "fruttato" oltre 1.700 euro.
Inoltre, nel corso del "Controllo economico del territorio" effettuato durante l'evento musicale le Fiamme Gialle del II Gruppo Bologna hanno eseguito dei servizi diretti a verificare il rispetto delle normativa concernente la tutela dei marchi e la sicurezza dei prodotti posti in vendita.
Al termine di tale dispositivo, 10 soggetti sono stati denunciati per reati inerenti la "contraffazione" sono stati sequestrati oltre 400 prodotti, in gran parte magliette con la riproduzione del famoso logo della rock band, per un valore commerciale di circa 10.000 euro.
Individuati, inoltre, 7 commercianti abusivi a cui sono state sequestrate diverse centinaia di bibite in bottiglia di vetro in violazione ad una recente ordinanza del Sindaco di Casalecchio di Reno.
Infine, nel corso del servizio volto alla prevenzione/repressione dello spaccio e dell'uso di sostanze stupefacenti, grazie al fiuto delle unità cinofile del I Gruppo di Bologna, sono stati segnalati alla Prefettura 8 soggetti trovati in possesso di quantitativi di hashish e marijuana per "uso personale. L'attività condotta dalle Fiamme Gialle bolognesi costituisce un'ulteriore testimonianza del costante presidio esercitato dal Corpo, a "tutela dell'ordine e sicurezza pubblica", a "tutela della leale concorrenza" nel "libero mercato" ed alla tutela del consumatore, al fine di garantire, rispettivamente, il corretto svolgimento dell'evento musicale, di scongiurare la commercializzazione di prodotti contraffatti
La Guardia di Finanza di Parma ha intensificato le attività di controllo economico del territorio, predisponendo, nei punti nevralgici della città, appositi servizi finalizzati alla prevenzione ed alla repressione dei fenomeni del traffico e dello spaccio di sostanze stupefacenti.
Tali operazioni, eseguite con il prezioso ausilio di unità cinofile in forza al Gruppo delle Fiamme Gialle di Piacenza, interessano principalmente l'area del centro storico, la Stazione ferroviaria nonché le più importanti direttrici di accesso alla città.
In virtù di tale dispositivo, nei gironi scorsi i Finanzieri hanno sequestrato circa 50 grammi di sostanza stupefacente, tra cocaina, hashish e marijuana.
Non è sfuggito all'infallibile fiuto dei cani antidroga un soggetto di nazionalità nigeriana trovato in possesso - nei pressi della Stazione - di un quantitativo di cocaina abilmente occultato sulla persona.
La sostanza era già stata frazionata in dosi, così da poter essere rapidamente smerciata.
L'individuo è stato denunciato all'Autorità Giudiziaria di Parma.
Altri otto soggetti di varie nazionalità sono stati inoltre segnalati alla locale Prefettura per detenzione di sostanze stupefacenti destinate ad uso personale.
I controlli hanno riguardato anche il parco cittadino "Eridania" (Falcone-Borsellino) ove i cani "Buddy" e "Dania" hanno rinvenute altre dosi di droga nascoste nel terreno.
L'attività della Guardia di Finanza di Parma, che proseguirà nei prossimi giorni, si inserisce in un più ampio quadro di controllo economico del territorio, realizzato - mediante appositi servizi di pattugliamento, perlustrazione ed osservazione - nei luoghi della provincia maggiormente a rischio.
Un'accurata e paziente indagine della Tenenza della Guardia di Finanza di Fidenza ha consentito di scovare e cogliere sul fatto una cosiddetta "furbetta del cartellino".
A cadere nelle maglie degli inquirenti una dipendente di un'Azienda pubblica di Fidenza la quale, dopo aver timbrato il proprio badge sul posto di lavoro, era solita allontanarsi per scopi personali, talora per fare rientro presso la propria abitazione, altre volte per raggiungere vari esercizi commerciali ed acquistare i prodotti necessari a soddisfare le esigenze quotidiane della propria famiglia.
Per più di un mese i finanzieri fidentini hanno tenuto la dipendente sotto stretta osservazione, pedinandola e riprendendola con le telecamere appositamente installate sul luogo di lavoro e nei pressi dell'abitazione personale.
Il raffronto tra i dati emersi da tale monitoraggio ed i prospetti mensili delle timbrature eseguite dalla dipendente, hanno confermato l'illecita pratica, evidenziando un danno per l'ente erogatore dello stipendio.
L'impiegata infedele dovrà rispondere all'Autorità Giudiziaria dei reati di false attestazioni e truffa ai danni di un Ente pubblico.
Rischia inoltre, come previsto dal decreto Madia, l'immediata sospensione cautelare, senza stipendio, e, in tempi brevi, l'azione disciplinare di licenziamento.
Oltre a ciò, il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Parma, su richiesta della Procura della Repubblica, che ha coordinato le indagini, ha disposto - nei suoi confronti - l'applicazione della misura cautelare personale dell'obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria.
Le condotte illecite accertate dai finanzieri, oltre al danno economico arrecato, comportano un grave pregiudizio all'efficienza del servizio offerto all'utenza nonché al buon andamento della Pubblica Amministrazione, compromettendo il legittimo affidamento e la fiducia che la collettività ripone in chi svolge funzioni pubbliche.
Nella mattinata di ieri il Comandante Regionale dell'Emilia Romagna della Guardia di Finanza, Generale di Divisione Giuseppe Gerli, ha fatto visita al Comando Provinciale di via Torelli.
L'Alto Ufficiale ha dapprima incontrato gli Ufficiali, gli Ispettori ed i militari del Comando Provinciale, del Nucleo di polizia economico-finanziaria e della Compagnia, complimentandosi per il qualificato ed incessante impegno profuso nel territorio a tutela della collettività.
Poco dopo, unitamente al Comandante Provinciale di Parma, Col. Gianluca De Benedictis, si è intrattenuto con il Prefetto, l'Autorità Giudiziaria e le altre Autorità cittadine, le quali hanno manifestato il proprio apprezzamento per il servizio che le Fiamme Gialle parmensi eseguono quotidianamente a sostegno dell'economia legale e degli imprenditori onesti, per salvaguardare la leale concorrenza sul mercato e contrastare i multiformi fenomeni di abusivismo commerciale.
Successivamente, il Generale Gerli ha fatto visita alle Tenenze del Corpo di Fornovo di Taro e di Fidenza.
A Fornovo di Taro, infine, ha incontrato il Sindaco.