L'arresto dei due soggetti è avvenuto grazie ad una scrupolosa attività di indagine svolta dalla locale Squadra Mobile -
Modena, 21 febbraio 2014
Personale in servizio presso la Squadra Mobile, ha tratto in arresto due cittadini di nazionalità tunisina con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
I due, già noti agli operatori di Polizia, sono stati bloccati in via Nonantolana, località Torrazzi, grazie anche all'ausilio di personale della Squadra Volante.
I due stranieri, D.M., nato nel 1990 e M.M., nato nel 1988, erano in compagnia di un cittadino italiano, tossicodipendente della zona.
L'arresto dei due soggetti è avvenuto grazie ad una scrupolosa attività di indagine svolta dalla locale Squadra Mobile che, durante i giorni scorsi, ha intensificato i controlli in alcune zone cittadine (stazione ferroviaria, viale Gramsci, parco XXII Aprile e via Nonantolana).
Poco prima di essere bloccato, dopo una breve fuga, D.M., ha lasciato cadere un involucro, successivamente recuperato dagli agenti, contenente 25 grammi di sostanza stupefacente del tipo "eroina".
Da una perquisizione effettuata sulla persona, è emerso che lo straniero era, altresì, in possesso di un telefono cellulare con il quale gestiva i contatti con i tossicodipendenti della zona e la somma di € 1.850,00, probabile provento della predetta attività illecita.
Accompagnati in Questura è, altresì, emerso che i due avevano a proprio carico svariati precedenti di Polizia per reati inerenti gli stupefacenti e le norme che regolano la permanenza nel nostro Paese dei cittadini stranieri.
Al termine, i due sono stati tradotti presso la casa circondariale cittadina.
"L'ammazzo e poi vado a riposare in carcere!": l' agghiacciante minaccia nei confronti della ex lo riporta in carcere dopo pochi giorni -
ReggioEmilia, 21 febbraio 2014 di Ivan Rocchi -
Non gli era bastato il recente pomeriggio di violenta follia ai danni della ex, a seguito del quale era stato arrestato dai Carabinieri. Non l'ha frenato neanche il divieto di avvicinare la donna e i luoghi da questa frequentati, o di comunicare anche indirettamente con lei. Appena rilasciato, il 44enne non ha perso tempo e incontrando occasionalmente uno zio della ex gli ha riferito: "Dille che tra qualche giorno l'ammazzo e poi vado a riposare in carcere".
L'episodio che aveva portato alla luce l'ennesimo caso di violenza nei confronti di una donna nel reggiano risale al pomeriggio del 10 febbraio scorso. Non trovando in casa la ex, l'uomo aveva prima danneggiato delle fioriere all'esterno dell'abitazione, poi si era messo alla ricerca della donna. Dopo averla incrociata in macchina mentre rincasava, aveva cercato di speronarla. Infine, riuscito a bloccare il veicolo, l'aveva raggiunta nell'abitacolo e tempestata di pugni sotto gli occhi dei due figli minori. Per fortuna, il sopraggiungere di alcuni passanti l'aveva fatto fuggire. Subito rintracciato dai Carabinieri, era stato arrestato con le accuse di lesioni, atti persecutori, violenza privata, danneggiamento e violazione di domicilio aggravata.
La donna aveva dovuto ricorrere alle cure mediche ed era stata dimessa con una prognosi di alcuni giorni per le lesioni riportate a seguito delle percosse. A pochi giorni dalla scarcerazione le nuove gravi minacce che hanno subito ricondotto in carcere l'uomo, non nuovo a episodi simili. Infatti la donna già ad agosto e dicembre dello scorso anno aveva denunciato l'ex per minacce. Ma i maltrattamenti che ha dovuto subire sono ancora più datati: dopo più di 10 anni di matrimonio, nel luglio del 2010 aveva scelto la separazione a causa delle ripetute vessazioni ricevute dal coniuge, non denunciate per timore di ritorsioni.
Alla luce della recente minaccia di morte trasmessa tramite lo zio della vittima, il Gip del Tribunale di Reggio dott. Giovanni Ghini ha disposto l'applicazione della custodia cautelare in carcere per l'uomo, delegando all'esecuzione i Carabinieri di Correggio che quindi rintracciavano l'uomo traendolo in arresto.
Un ordigno rudimentale che gli artificieri sono riusciti a neutralizzare: la strada è stata chiusa al traffico per due ore -
Modena, 21 febbraio 2014 -
Grande schieramento di forze dell'ordine, ieri sera, verso le 21, davanti alla sede della Lega Nord di Modena. Un'allarme bomba in viale Caduti in Guerra, dopo il ritrovamento da parte di uno dei militanti, che dovevano riunirsi per il "giovedì padano", di una scatola ricoperta di nastro isolante nero davanti all'ingresso. Un ordigno rudimentale che gli artificieri sono riusciti a neutralizzare. E' stata subito transennata la zona e la strada è stata chiusa al traffico per due ore.
Arrestato il 24enne, pluripregiudicato di origine siciliana che stupro' una 13enne piacentina -
Piacenza, 20 febbraio 2014 -
Un terribile episodio di stupro di gruppo nei confronti di una ragazzina di 13 anni di Piacenza. Il fatto risale al 2005, quando insieme ad altri due complici, all'epoca 13enni, giuridicamente non imputabili, aveva abusato di lei minacciandola con un coltello. Dopo la condanna a sei anni di reclusione per violenza sessuale di gruppo si era reso irreperibile. I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Piacenza sono riusciti a rintracciare il 24enne, pluripregiudicato di origine siciliana, al termine di lunghi ed articolati servizi di osservazione e pedinamento e lo hanno tratto d'arresto a Milano.
Il carico di droga è stato rinvenuto nell'auto di due rumeni, durante un ordinario controllo stradale da parte della Guardia di Finanza -
Parma, 20 febbraio 2014 -
Un controllo della Guarda di Finanza ha portato al sequestro di 30 kg di khat, una sostanza psicotropa simile alla cocaina, quindi catalogata come droga pesante. E' la prima volta che viene sequestrato questo tipo di droga a Parma. Si presenta in ramoscelli e viene consumata entro 72 ore dal momento della raccolta, masticandone le foglie e deglutendone i succhi. Il carico di droga è stato rinvenuto nell'auto di due rumeni, durante un ordinario controllo stradale in città, all' interno di due borsoni. Ad insospettire gli agenti il manifestato nervosismo dei due, che sono stati portati in via Torelli per accertamenti e infine arrestati. Ora sono in corso le indagini per individuare i mittenti ed i destinatari dell'ingente partita di droga.
Il braccialetto elettronico permette alla forze dell'ordine di controllare in qualsiasi momento dove si trova chi lo indossa: dunque anche di capire se sia uscito da casa, dove invece è obbligato a rimanere se non vuole tornare in carcere con l'accusa di evasione.
Reggio Emilia, 20 febbraio 2014 - di Ivan Rocchi
Primo braccialetto elettronico applicato nel reggiano nei confronti di un detenuto, che sarà seguito a distanza dai Carabinieri. Il Tribunale della Libertà di Bologna ha infatti concesso gli arresti domiciliari a un operaio 34enne residente in provincia di Reggio, dopo alcune settimane trascorse in carcere.
Il 34enne era stato arrestato dai Carabinieri alla fine dello scorso gennaio per detenzione ai fini di spaccio di circa 3 chili di marijuana. Dopo l'applicazione del provvedimento di custodia cautelare in carcere, tramite i propri legali è quindi ricorso al Tribunale della Libertà, che ha accolto l'istanza degli arresti domiciliari ma subordinandola all'applicazione del braccialetto elettronico. Ricevuto il provvedimento, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia hanno quindi avviato le necessarie procedure e grazie al supporto di un tecnico hanno piazzato lo strumento di controllo.
Il braccialetto elettronico permette alla forze dell'ordine di controllare in qualsiasi momento dove si trova chi lo indossa: dunque anche di capire se sia uscito da casa, dove invece è obbligato a rimanere se non vuole tornare in carcere con l'accusa di evasione. Oltre a costituire uno degli strumenti per decongestionare le carceri italiani, evita un surplus di lavoro per le forze dell'ordine: infatti nel decreto legge Svuota carceri, convertito ieri in legge dello Stato, non è più considerato un'eccezione, ma la regola per scontare gli arresti domiciliari. I Carabinieri avrebbero l'obbligo di controllare coloro che sono agli arresti domiciliari, appurando che non escano di casa. Il braccialetto elettronico, comunicando in ogni momento la posizione di chi lo indossa, permette di risparmiare sul personale, che in questo modo può lavorare per la prevenzione del crimine sulla strada.
La donna stava attraversando la strada in viale Rustici, di fronte alla ex piscina Coni, inutili sono stati i soccorsi nel tentativo di rianimarla -
Parma, 20 febbraio 2014 -
Una donna di 65 anni, italiana, residente a Parma, è stata travolta e uccisa da un'auto pirata, ieri sera attorno alle 20. E' successo in viale Rustici, di fronte alla ex piscina Coni. La vittima stava attraversando la strada, quando un'auto che proveniva da Ponte Italia in direzione Ponte Dattaro, l'ha investita. Il conducente del mezzo non si è fermato e inutili sono stati i soccorsi del 118, che hanno cercato di rianimarla. Sul posto anche la Polizia Municipale per i rilievi di rito, ora le indagini cercheranno di risalire all'investitore.
Un'attività di prostituzione all'interno di un appartamento nei pressi della stazione ferroviaria -
Piacenza, 18 febbraio 2014
Nei giorni scorsi, a seguito delle segnalazioni ricevute da parte di alcuni cittadini, inerenti al sospetto di un'attività di prostituzione all'interno di un appartamento nei pressi della stazione ferroviaria, due pattuglie della Polizia Municipale in abiti civili hanno effettuato un controllo a piedi nella zona, nell'ambito delle periodiche attività di presidio del territorio condotte anche in borghese.
Nelle prime ore del pomeriggio, uno degli agenti in servizio è stato avvicinato da una donna dai tratti somatici orientali, che gli ha proposto una prestazione sessuale a pagamento da consumarsi all'interno di un'abitazione poco distante. Dalle verifiche effettuate nell'immediato, la donna è risultata sprovvista dei documenti di identità ed è quindi stata accompagnata al Comando di via Rogerio per le operazioni di fotosegnalamento. E' stata identificata compiutamente come cittadina cinese di 58 anni, residente a Milano ma domiciliata a Piacenza, dove ha dichiarato di recarsi nei fine settimana per prostituirsi all'interno dell'appartamento in questione.
Dai riscontri fotodattiloscopici, aventi esito negativo, non sono emerse pendenze a suo carico, ma è stata invitata a presentarsi presso la Questura di Piacenza per esibire il documento di identità che non aveva con sé venerdì scorso, al momento delle verifiche.
I carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Reggio sono intervenuti per un allarme bomba nell'area del cantiere nelle vicinanze dell'isolato San Rocco -
Reggio Emilia, 18 febbraio 2014 di Ivan Rocchi -
Questa mattina, poco dopo le 11, i carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Reggio sono intervenuti per un allarme bomba nell'area del cantiere che è stato aperto poche settimane fa nelle vicinanze dell'isolato San Rocco per la realizzazione del parcheggio interrato di piazza della Vittoria.
Gli uomini dell'Arma, giunti subito sul posto, credevano di aver trovato una vecchia bomba da mortaio inesplosa in prossimità della libreria Ariosto. Così hanno subito provveduto a circoscrivere e mettere in sicurezza la zona, allontanando i passanti e i numerosi curiosi dalla piazza e dal portico dell'isolato San Rocco che si affaccia su essa, in attesa dell'intervento del Nucleo Carabinieri di Bologna per la rimozione dell'ordigno.
Alla fine, dopo due ore di alta tensione, gli artificieri dei Carabinieri sono intervenuti rimuovendo il manufatto. "In realtà non si trattava di una bomba da mortaio, ma di un fumogeno da mortaio. In sintesi, il manufatto non conteneva carica esplosiva", hanno spiegato i carabinieri di Reggio.
Ma la paura è stata tanta, soprattutto per i lavoratori che hanno trovato l'ordigno, alcuni operai della ditta Cooperativa Muratori di Reggiolo. E dopo le polemiche sulla necessità e sulla fattibilità di un progetto come quello del parcheggio sotterraneo, adesso c'è anche il rischio di incappare in ordigni bellici inesplosi. "Cominciamo bene", si lascia scappare alla fine uno dei lavoratori del cantiere.
Una 35enne reggiana ha rubato un portafoglio e ha utilizzato la carta di credito trovata all'interno in un negozio di telefonia con il figlio 16enne -
Reggio Emilia, 18 febbraio 2014 di Ivan Rocchi -
A volte la volontà di assecondare i desideri di un figlio può portare anche a scelte irresponsabili. Come è successo a una 35enne reggiana, che non solo si è trasformata in ladra, ma ha anche portato con sé a rubare il ragazzo ancora minorenne, rendendolo inconsapevolmente complice.
Mentre si trovava con il figlio 16enne in un negozio del centro, la donna ha infatti pensato bene di sottrarre il portafoglio dalla borsa che una cliente aveva lasciato sopra al banco. A quel punto, si è diretta verso un negozio di telefonia insieme al figlio. Ma nel frattempo la vittima, una 40enne reggiana, appena uscita dal negozio si è resa conto che le mancava il portafoglio.
La conferma del furto è arrivata in un lampo: un messaggio sul cellulare l'ha informata che qualcuno aveva utilizzato la sua carta di credito in un negozio di telefonia poco distante per comprare uno smartphone Samsung Galaxy S4 del valore di 599 euro. La derubata ha così raggiunto il negozio, apprendendo dalla commerciante che pochi istanti prima una donna con il figlio avevano effettivamente acquistato un cellulare. Che però non era stato consegnato, poiché entrambi sprovvisti di documenti. I due si erano quindi allontanati, riferendo che sarebbero passati più tardi.
La derubata si è quindi rivolta ai carabinieri di corso Cairoli, che a seguito delle indagini hanno potuto appurare che la donna che aveva acquistato il cellulare Samsung Galaxy S4 con il figlio adolescente era la stessa persona presente nel negozio durante il furto. Una delle due commercianti ricordava che la donna le aveva detto di avere anche un bambino, che frequentava una scuola d'infanzia a Reggio. Le indagini si sono così spostate presso l'istituto scolastico, dove i Carabinieri sono riusciti alla fine a individuare la donna.
La prova della responsabilità della stessa e del figlio 16enne è giunta infine dai testimoni, che in apposite sedute di individuazione fotografica hanno riconosciuto i responsabili del furto e dell'acquisto del cellulare. Madre e figlio sono stati quindi denunciati rispettivamente alla Procura reggiana e al Tribunale dei Minori per concorso in furto aggravato e indebito utilizzo di carte di credito.