La lettera di Stefano Corradi Segretario Circolo PD Cavriago -
Cavriago, 11 marzo 2014 -
Lasciate alle spalle le Primarie, ora è il momento di affrontare la sfida vera, quella delle prossime elezioni amministrative. Insieme al nostro candidato Sindaco Paolo Burani, diamo seguito a quel percorso iniziato diversi mesi fa e che ora affronta la fase più entusiasmante, quella della costruzione del programma e delle alleanze per una lista che sia il più aperta possibile alle istanze che provengono dalla società civile. In maniera coerente a quanto avevamo deciso e attraverso un percorso segnato dalla più assoluta trasparenza.
Il nostro Direttivo di Circolo aveva ritenuto opportuno aspettare la conclusione delle Primarie e l'individuazione di alcune idee fondative, per poi condividere con i cittadini e le altre forze politiche le proposte concrete da inserire nel programma di legislatura, ed eventualmente costruire alleanze.
Prendiamo atto con rammarico che alcune forze politiche, come SEL e Rifondazione, non hanno riconosciuto l'importanza di dedicare tempo ed energie ad una discussione pubblica ed aperta con noi sui temi che riguardano concretamente la vita dei i cavriaghesi, adducendo a pretesto motivazioni tutte ideologiche. In particolare SEL non ha saputo far altro che criticare la scelta di fare primarie solo del PD (l'unico caso in provincia di primarie di coalizione si è verificato a Reggio dove PD e SEL governano insieme da cinque anni) e riesumare discriminazioni ideologiche superate da tempo, altro che politica nuova.
Come d'altra parte sa di vecchio la loro scelta di appoggiare una Lista civica che civica non è: si dicono portatori dei valori della sinistra poi nascondono quei simboli e quei riferimenti. Metodi questi ultimi da politica posticcia, compresa la modalità di selezione del candidato sindaco, tutt'altro che partecipata e trasparente, e la discussione al chiuso con il Movimento 5 Stelle che ha portato ad un nulla di fatto.
Noi giochiamo a carte scoperte e siamo disponibili a confrontarci con qualsiasi cittadino o forza politica che abbia a cuore la nostra Comunità sui temi concreti del nostro territorio.
I prossimi appuntamenti per la stesura e l'approfondimento sul programma saranno il world cafè del 15 marzo e un momento di riflessione sul futuro previsto per domenica 23 marzo, in occasione del compleanno di Cavriago. Le sedi e i programmi dei lavori sono scaricabili dal nuovo sito internet del Circolo PD di Cavriago: www.pdcavriago.it
(Fonte: Circolo PD Cavriago)
Cinzia Rubertelli, candidata sindaco Grande Reggio-Progetto Reggio prende posizione sulla questione di genere che sta interessando il dibattito sull'Italicum alla Camera -
Reggio Emilia, 10 marzo 2014 -
"Non servono le quote rosa ma un forte cambiamento culturale per mettere le donne nella condizione di occupare ruoli di rilevanza pubblica. Un'organizzazione socio-economica ferma a quarant'anni fa e lacune sempre più grandi nel nostro welfare, ricadono come macigni sulle spalle delle donne che nei fatti, per la maggioranza dei casi, tra lavoro e famiglia non hanno tempo per dedicarsi ad altro.
Pensiamoci: a chi spetta, in ogni famiglia, il compito della cura di bambini, anziani, disabili e in generale delle persone non autosufficienti? E ancora: le aperture di uffici, esercizi commerciali e servizi pubblici tutti sincronizzati negli stessi orari non rappresentano almeno un ostacolo nella missione di ogni donna di tenere insieme tutto?
Considerazioni molto pragmatiche, mi fanno pensare che non abbiamo bisogno di nuove norme per offrire alle donne la possibilità di assumere impegni pubblici. Qualche strumento ce l'abbiamo già: basta volerlo usare.
Dal mio osservatorio di imprenditrice penso per esempio al telelavoro. Ci sono tantissime mansioni che potrebbe essere svolte senza muoversi da casa consentendo a ogni donna di acquistare tempo per la famiglia, ma generando anche benefici collettivi come la riduzione dell'inquinamento e del traffico, e benefici economici come un miglioramento della produttività che sempre si accompagna a un miglioramento della qualità della vita delle persone.
Si dovrebbe poi parlare della conciliazione scuola-lavoro. Se io mamma finisco di lavorare alle 13 e mio figlio esce da scuola alle 13 come faccio ad arrivare in tempo a prenderlo? Oggi in alcuni casi posso pagare una piccola somma – laddove piccola è relativo – per tenerlo a scuola 15 minuti in più. Ma anche pagando, l'efficacia di questa soluzione dipende da dove io lavoro e da dove va a scuola mio figlio. Si potrebbe quindi pensare che il comune si faccia carico del balzello, ma anche progettare di estendere l'orario del dopo-scuola.
A livello amministrativo ragionerei anche su un ripensamento degli orari dei servizi pubblici e delle modalità di fruizione. Per fare un qualsiasi certificato o documento in comune oggi bisogna calcolare almeno due ore di permesso dal lavoro o di tempo libero sottratto alla famiglia. E se invece lo stesso certificato si potesse fare on line, la sera dopo che i bambini sono andati a dormire, senza il problema del traffico, del parcheggio e della fila allo sportello? Ci impegneremo per informatizzare e razionalizzare la macchina amministrativa, che sia davvero al servizio dei cittadini.
Le quote rosa insomma hanno un senso solo inserite in una visione complessiva di riforma della società. E dobbiamo dirci con molta franchezza che si tratta per lo più di piccoli investimenti ma con un grandissima incidenza sulla qualità della vita di ciascuna persona e, indirettamente, di ciascuna famiglia e ciascuna impresa. Chi si sottrarrà alla responsabilità?"
(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)
... che si dà alle cose serie!
E gli italiani sanno che una cosa seria sono le forze dell’ordine. Ancora in calo nel 2013, e come poteva essere diversamente, la fiducia nella politica ma non la voglia di partecipare alla politica.
di Lamberto Colla ---
Parma, 09 marzo 2014 -
Come sarebbe bello se, per alcune settimane, tutti media decidessero di ignorare il dibattito politico, peraltro sempre più sterile e distaccato dalla vita reale. Nessun risalto mediatico per alcuno. Tutti a lavorare in silenzio come fanno buona parte degli italiani che ancora un lavoro ce l’hanno e se lo vogliono tenere stretto. Poi ci sono quelli che ritengono di avere avuto l’impiego per investitura divina e si permettono di tirare a sera, a libro paga di qualche Ente Pubblico più o meno inutile, concedendosi magari qualche scappatella al bar o al supermercato e forse a entrambi, immuni da qualsiasi azione disciplinare. Lavoratori per i quali la crisi non esiste e che se fossero alle dipendenze private sarebbero stati i primi a sentire i morsi della fame.
A tirar sera non sono però le donne e gli uomini delle Forze dell’Ordine. E, guarda caso, il cittadino lo avverte e li premia in fiducia. Sempre pronti a intervenire nel contrasto alla criminalità organizzata così come a sedare le liti familiari e tra vicini di casa.
Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza e ora anche il Corpo Forestale dello Stato sono ai vertici della speciale classifica di fiducia del cittadino. Sempre più giù, invece, la politica o meglio i rappresentanti della politica nazionale mentre, secondo l’indagine Eurispes, è ancora alta la voglia di partecipazione del cittadino alla politica reale.
Fa specie ma anche piacere scoprire che, dal Rapporto Eurispes 2013 sulla fiducia dei cittadini sulle istituzioni, il Corpo Forestale dello Stato superi, seppur di poco e per la prima volta, l’Arma dei Carabinieri in capo alla classifica di gradimento e fiducia. Un riconoscimento a una Forza di Polizia che dimostra come, nonostante la crisi economica, sia forte e diffusa la propensione alla salvaguardia della natura e dell’ambiente, segnalando, nel contempo, una sempre più marcata sensibilità degli italiani verso i temi della qualità della vita, della salute, della tutela dell’habitat naturale e della sicurezza alimentare, settore che vede la Forestale attiva nelle operazioni di prevenzione e contrasto.
Carabinieri e Polizia di Stato ormai sono entrati in famiglia a fare da “balia” ai cittadini tanto è alta la dose di “confidenza” con questi due corpi di polizia da essere, a tutti gli effetti, considerate le vere forze dell’ordine di prossimità e di vicinato a conferma di una crescente domanda di sicurezza. Eurispes infatti registra un incremento di fiducia verso tutte le forze dell’ordine, Servizi Segreti compresi, “silenziosi servitori dello Stato, che nel 2011 avevano la fiducia del 30,5% dei cittadini e nel 2012 la vedevano aumentare di ben 10 punti percentuali (40,6%) per arrivare quest’anno ad un altro avanzamento di quasi 5 punti (45,3%).”
Conclusioni -
Forze dell’Ordine e sistema di Volontariato oggi rappresentano, ancor più di ieri, i pilastri sui quali si regge il sistema sociale italiano. Istituzioni che, nel silenzio, operano con dedizione e professionalità, pronti a intervenire in ogni luogo e in ogni circostanza.
Al crescere della fiducia verso questi servitori dello Stato, di contro, aumenta la sfiducia verso la classe politica.
“Per il 2013 ancora dobbiamo evidenziare, commenta Eurispes, un ulteriore peggioramento nel giudizio degli italiani nei confronti delle Istituzioni e un grado di sfiducia che sale dal 71,6% del 2012 al 73,2% di quest’anno.
Abbiamo potuto vedere come la mappa della fiducia verso le più importanti realtà istituzionali del Paese tracci una spaccatura nel sentire degli italiani. Da una parte, una distanza quasi incolmabile nei confronti delle Istituzioni della Repubblica, ma anche dai partiti, dai sindacati, dal mondo imprenditoriale, dall’altra, il riconoscimento pressoché unanime nei confronti delle Forze di polizia e di sicurezza e del volontariato. Sono le Istituzioni con le quali i cittadini quotidianamente si confrontano e dalle quali ottengono in cambio sicurezza, aiuto e solidarietà nei momenti difficili: ci assicurano insomma il presente”.
I politici di professione dovrebbe fare tesoro di questi dati che fotografano un’Italia sempre più arrabbiata verso di loro ma sempre più solidale verso i rappresentanti della Sicurezza dello Stato.
E’ un clima di “antipolitica” molto, forse troppo, diffuso quello che pervade l’Italia.
Una situazione, dunque, che non può, a parere personale di chi scrive, durare ancora a lungo e senza conseguenze.
Occorre perciò sperare in un rapido ravvedimento dei “politici”, confidare nella tenuta delle Forze dell’Ordine, lavorare per produrre e sognare tempi migliori.
L'alleanza civica lancia la candidatura della giovane imprenditrice e apre ufficialmente la sfida sui temi cruciali per il futuro della città -
Reggio Emilia, 7 marzo 2014 -
Imprenditrice, giovane e al di fuori di logiche di partito, Cinzia Rubertelli è la candidata sindaco del polo civico sostenuto dalle liste Grande Reggio e Progetto Reggio. Laureata in economia e commercio a Parma, dal 2006 è amministratore delegato di Prati Group Spa, e in passato è stata presidente provinciale dei giovani Confapi e del Centro servizi delle piccole e medie imprese dell'Emilia Romagna.
Non è stata una decisione presa alla leggera quella di sottrarre tempo all'azienda, ma Cinzia Rubertelli ha sposato con entusiasmo l'idea delle civiche di un rilancio della città fondato sulla partecipazione e sull'ascolto, in una prospettiva che vada oltre i confini locali. "Non ho mai pensato di impegnarmi in politica – racconta la Rubertelli – ma di fronte a un progetto che ha l'unico scopo di mettere competenze e passione al servizio della città, mi sono sentita di mettermi in gioco".
Un mettersi in gioco che per la Rubertelli è l'evoluzione di una lunga attività nel volontariato e nel sociale: da anni infatti collabora con l'associazione Aut Aut che aiuta le famiglie con figli portatori di autismo. Spiega la candidata sindaco: "Viviamo tempi in cui tutte le nostre certezze economiche, istituzionali e sociali rivelano una fragilità. Quello che è stato non tornerà più, dobbiamo andare avanti. Credo che nessuno possa sentirsi esonerato dal dovere di contribuire, per quel che può, alla costruzione di un futuro possibile".
I rappresentanti delle liste civiche esprimono grande soddisfazione. "La nostra è stata una scelta meditata e molto attenta – dichiara Primo Gonzaga, Grande Reggio – Abbiamo optato per una candidatura giovane ma con un solido bagaglio di esperienza e competenza. Cinzia Rubertelli è un'imprenditrice capace e piena di voglia di fare, attenta anche agli aspetti sociali, alla famiglia, alle nuove e vecchie povertà: tutti temi ai quali noi siamo particolarmente sensibili. E' una persona garbata e intelligente, vera e forte, che saprà conquistare la fiducia dei reggiani".
"Siamo soddisfatti che Cinzia Rubertelli abbia accettato la nostra proposta di candidatura – aggiunge Giacomo Giovannini, Progetto Reggio – La sua figura rappresenta concretamente questioni che stanno al centro del nostro programma: partecipazione della cittadinanza, centralità di chi lavora e produce, prospettive per i nostri giovani e internazionalizzazione della città. Da oggi ci auguriamo che chiuda la giostra delle indiscrezioni e si apra il confronto sui temi cruciali per il futuro della città".
(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)
Grande Reggio e Progetto Reggio ribadiscono l'intenzione di correre con un proprio candidato sindaco senza simboli di partito -
Reggio Emilia, 5 marzo 2014 -
"Nessun apparentamento con liste di partito". Sono Primo Gonzaga, presidente di Grande Reggio, e Giacomo Giovannini di Progetto Reggio a ribadire con fermezza un no che – sottolineano, "pur espresso a più riprese" - ha lasciato spazio a indiscrezioni di segno opposto sulla stampa locale.
Spiega Gonzaga: "Le nostre liste sono espressione di un percorso civico che non abbiamo intenzione di abbandonare. Siamo cittadini che vogliono riprendere in mano il destino della propria città senza vincoli ideologici o di convenienza politica, e stiamo valutando la figura di un candidato sindaco in grado di rappresentarci: presto lo presenteremo agli elettori".
Aggiunge Giovannini: "Siamo uniti, oltre che sul programma, nella ferma intenzione di non presentarci con alcun simbolo di partito. Né con quelli di una sinistra che ha dato recente prova di sè nelle primarie, né con quelli di una destra che in questi anni ha dato solo prova della sua inconsistenza".
(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)
Il comunicato di Mauro Melli, consigliere comunale della Lega Nord a Novellara (RE) sulle spese sostenute per l'emergenza profughi del Nord Africa -
Novellara, 5 marzo 2014 -
Novellara deve ancora incassare 67.000€ di contributi statali a copertura delle spese sostenute per l'emergenza profughi del Nord Africa; una cifra che potrebbe mettere in crisi di liquidità il bilancio comunale ma l'amministrazione ha deciso comunque di continuare nel progetto di accoglienza usando risorse proprie.
Il comune aveva chiesto recentemente un ulteriore aiuto economico da parte dello SPRAR (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) ma il progetto novellarese non figura fra quelli approvati e finanziati, a dimostrazione che non vi era necessità nel continuare con l'assistenza ai profughi.
Nonostante ciò la giunta decise di proseguire con l'accoglienza di due profughi fino al 31 luglio 2014 con affitto, utenze e vitto a carico della collettività; poco importa se vi sono italiani che soffrono le conseguenze della crisi e non sanno come tirare avanti, a Novellara c'é sempre un occhio di riguardo per gli immigrati.
(Fonte: Lega Nord Novellara)
Grande Reggio e Progetto Reggio incontrano addetti ai lavori e cittadini per discutere di nuove idee e valorizzazione dell'esistente, all'Hotel Astoria sabato 8 marzo alle 10:30 -
Reggio Emilia, 4 marzo 2014 -
Le nuove idee per lo sviluppo urbanistico della città e la valorizzazione del patrimonio esistente saranno al centro di un meeting aperto alla cittadinanza, organizzato dalle liste civiche Progetto Reggio e Grande Reggio per sabato prossimo all'Hotel Astoria.
"La progettualità urbanistica reggiana ha fin qui certamente risentito delle contraddizioni, delle incertezze e delle limitazioni derivanti dalle scelte di pianificazione regionale – afferma Giacomo Giovannini di Progetto Reggio – ma anche da un apparato normativo appesantito oltre ogni limite di buon senso. Per questo è indispensabile un taglio drastico alla burocrazia per rendere certi e brevi i tempi di attuazione degli investimenti. Reggio Emilia si trova al centro di un contesto territoriale che si sta strutturando attraverso nuovi collegamenti stradali e ferroviari: ad ovest l'autostrada Tirreno-Brennero, ad est il prolungamento dell'A22 e nella nostra città la stazione Mediopadana per la quale vanno rapidamente risolte le questioni di accessibilità e parcheggio: bisogna approfittare del momento e ideare una progettualità davvero funzionale al rilancio economico del territorio. La nostra idea è di rafforzare il ruolo strategico di Reggio nell'ambito dell'Emilia occidentale e dell'area mediopadana per reggere la competizione come territorio vasto."
Il punto focale è però sfruttare al meglio e razionalizzare l'esistente, per non consumare ulteriormente terreno. "Reggio non ha bisogno di ingrandirsi ulteriormente – aggiunge Giovannini - ma si deve agire per contenere il consumo di territorio agricolo, che negli ultimi dodici anni è stato eroso di quasi il 10%, favorire il riuso e la riqualificazione del patrimonio esistente tenendo conto dei nuovi modelli energetici ed antisismici, tutelare le aree di sviluppo collocate nell'Area Nord per non compromettere le potenzialità della stazione Mediopadana, redigere un adeguato programma di manutenzione della città consolidata affinché risulti più ordinata e fruibile. Vogliamo quindi avviare una "nuova era urbanistica" e della programmazione, nella quale si abbandonino sterili politiche estetizzanti per tornare ai temi concreti dello sviluppo economico. Per farlo riteniamo che il POC sia lo strumento dinamico che possa fare ripartire la città, ma attraverso una vera e rinnovata politica di ascolto e dialogo che concretizzi le singole iniziative".
"Per questo motivo – conclude Giovannini - abbiamo organizzato questo incontro all'Hotel Astoria, che si svolgerà sabato 8 marzo alle 10:30, in cui discuteremo di questi argomenti insieme agli architetti Maria Cristina Costa, Giovanni Avosani e all'ingegnere Umberto Venturi. Sarà però soprattutto un incontro dove ci sarà moltissimo spazio per gli interventi dal pubblico, che si tratti di professionisti addetti ai lavori o normali cittadini, per ribadire una volta di più il valore della partecipazione e del dialogo per un reale ed efficace sviluppo della città".
(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)
I gruppi di lavoro riguarderanno quattro tematiche: giovani; ambiente e territorio; scuola, cultura e sport; sociale, lavoro e sicurezza -
Poviglio, 3 marzo 2014 -
Partiranno domani martedì 4 marzo i gruppi di lavoro del "Cantiere Poviglio 2020", promosso dalla lista civica "Ascoltare Poviglio" con il sostegno del Pd locale per le prossime elezioni amministrative. Quattro laboratori partecipati per costruire il progetto di governo locale del candidato sindaco Giammaria Manghi, relativo al mandato 2014/2019.
Quattro saranno gli ambiti prioritari sui quali Manghi e la sua squadra si concentreranno, che saranno al centro di altrettanti gruppi di lavoro e che riguarderanno: giovani; ambiente e territorio; scuola, cultura e sport; sociale, lavoro e sicurezza. «L'obiettivo di questi gruppi di lavoro – spiega Giammaria Manghi – è quello di costruire un programma partecipato dai cittadini e dagli attori sociali di Poviglio: l'auspicio è che in tanti partecipino, portando le loro idee e suggerimenti in un'ottica di piena collaborazione e sinergia».
Gli incontri, aperti a tutti, si svolgeranno presso l'atrio dell'ex Cinema teatro Verdi (via Verdi 1): si comincia martedì 4 marzo alle ore 18.30 con l'incontro del gruppo "Scuola, cultura e sport". A seguire, alle ore 21.00, si terrà invece la riunione del gruppo "Ambiente e territorio".
I lavori proseguiranno giovedì 6 marzo alle ore 21.00 con il gruppo relativo ai temi "Sociale, lavoro e sicurezza" e lunedì 10 marzo alle ore 21.00 con l'incontro del gruppo "Giovani", e nei giorni e nelle settimane successive.
(Fonte: Circolo PD Poviglio)
E’ suonata la campanella. Tutti in aula!
di Lamberto Colla ---
Parma, 02 marzo 2014 -
La campanella è passata di mano non senza sterili e ridicoli commenti da parte di molti illustri opinion leader. Politici, imprenditori e organi di stampa hanno commentato l’investitura di Renzi più per questioni di forma che di contenuti. Apriti o cielo, aveva le mani in tasca. Al Senato della Repubblica proprio non è andato giù il “maleducato” gesto di riporre le mani in tasca del giovane premier. Un gesto, ritengo, istintivo seguito all’umano sentimento di iniziale imbarazzo di trovarsi a fronteggiare per la prima volta i Senatori della Repubblica. Un momento di rilassamento che riporta Matteo Renzi al protocollo dei suoi trent’anni (seppure ancora per poco). Un uomo, un ragazzo che finalmente vola a briglie sciolte sul suo discorso tutto a braccio e nel quale finalmente trova la leggerezza delle parole accompagnata dalla leggerezza dei gesti, in quel naturale e corretto metalinguaggio che non può che dimostrare coerenza e sincerità.
E invece giù con commenti salaci proprio sulla rottura di protocollo. Addirittura, qualcuno di molto in alto, sarebbe arrivato a sostenere - lo riportano le cronache dei grandi editori - che Renzi sarebbe addirittura “più maleducato di Berlusconi”. Un filotto! Con queste poche parole si apre un mondo che è solo di insidie per Renzi. Accomunato a Berlusconi, nemico storico e appassionato del PD di Renzi, nella maleducazione - sempre che Berlusconi lo sia veramente - viene insinuato il dubbio che i due, oltre all’intesa politica sancita peraltro nella sede del PD, abbiano pure altri, non so quali, scopi comuni. Tant’è che subito dopo la nomina dei ministri ecco che qualcuno insinua che nella compagine governativa vi sia una “donna” di Berlusconi.
Il clima, nell’atmosfera di renziana, è pesante. Dal PD gli piovono qua e là bordate d’avvertimento dai tanti da lui “trombati”.
A tale proposito non è nemmeno passato inosservato l’abbraccio, in stile “mafioso”, tra Bersani e Letta il giorno della votazione alla camera della fiducia al Governo. “Sono qui per Enrico” avrebbe detto lo “smacchiator cortese” al suo rientro in vita politica dopo il malore che lo colpì quasi 2 mesi fa. E vai con la standing ovation della Camera.
La rottura dei protocolli di Papa Francesco è stata accolta da tutto il globo come una benedizione. Sono stati esaltati i nuovi linguaggi verbali e non verbali del Pontefice argentino. Dalle telefonate ai singoli cittadini alla borsa nera che si è trasportato da solo scendendo le scale dell’aereo. Tutto è stato santificato di lui.
Il paragone è sicuramente improprio ma “apriti o cielo” rimanere inorriditi per le mani in tasca di Renzi al Senato mi sembra di assistere a una arrampicata sugli specchi dei detrattori del giovane Sindaco di Firenze e d’‘Italia. In politica, la nostra soprattutto, ogni occasione è buona per contrapporsi. Ancora il premier deve iniziare a lavorare e 60 milioni di opinionisti si sentono autorizzati a commentare sul “nulla”, come il vuoto assoluto che riempie le teste di tanti. Attendiamo i fatti prima di criticare e se vogliamo bene agli italiani diamo un contributo a fare bene invece di cospargere il percorso di trappole e mine. Poi, se le aspettative saranno disilluse, Renzi salterà e l’Italia subirà un altro arresto non necessario e soprattutto pericoloso per la stabilità economica e sociale del Paese.
Conclusioni -
Non sarà una passeggiata con le mani in tasca quella di Matteo Renzi. Anzi le mani dovrà usarle per disinnescare le mine amiche forse più numerose e insidiose di quelle nemiche.
Provaci Matteo! La speranza è che la tua esuberanza diventi un patrimonio d’Italia ma liberati dall’abbraccio mortale de i benedetti (solo di nome).
(Immagine Laboratorio Fotografico Chigi)
Primo Gonzaga, presidente del comitato Grande Reggio: "Non rischiamo di ripianare un debito per accumularne subito uno nuovo. Urge una visione manageriale nuova che proietti Reggio Emilia oltre i confini locali, con un forte coinvolgimento del tessuto economico" -
Reggio Emilia, 27 febbraio 2014 -
Il presidente del comitato Grande Reggio, Primo Gonzaga, prende posizione su un argomento nodale per il tessuto economico reggiano: il destino delle Fiere. "La voragine debitoria della Srl – dichiara Gonzaga – non deve concentrare le attenzioni solo al ripianamento del deficit, ma deve portare a un veloce ed efficace ripensamento della strategia fieristica. Senza una visione manageriale nuova del ruolo delle Fiere, rischieremmo infatti di ripianare un debito per iniziare subito dopo ad accumularne un altro".
Chiarisce il presidente: "Non è sufficiente versare denaro per puntare a non perdere le manifestazioni che ci rimangono, come intende fare la Provincia. Se si vuole continuare con la strada della proposta fieristica si abbia la consapevolezza che Reggio Emilia non potrà più competere da sola, pertanto urge un piano di alleanze. In questo senso il nostro pensiero è chiaro: la politica deve considerare un forte coinvolgimento del tessuto economico e imprenditoriale per le scelte strategiche che indirizzano l'economia locale. In questa fase la Camera di Commercio e le associazioni di categoria dovrebbero essere l'interlocutore privilegiato, da ascoltare con interesse e attenzione, indipendentemente dall'assetto societario presente e futuro delle Fiere di Reggio. Ma bisogna far presto".
"Lo sbocco che noi auspichiamo per le nostre Fiere è uno sviluppo fieristico sul modello Monaco di Baviera – spiega Gonzaga - con un grosso centro fieristico di portata mondiale come hub, e diverse Fiere dei territori limitrofi come appoggio, ognuna specializzata nel proprio settore. Per questa idea sarebbe ottimale agganciarsi alle Fiere di Milano per l'Expo 2015, ma siamo già in forte ritardo e dobbiamo partire subito. Oppure, sempre in questa ottica, si percorra la strada che porta oltre confine, e si cerchino capitali stranieri in modo da fare di Reggio una fiera di domanda nazionale di qualche colosso espositivo straniero come le Fiere di Monaco, Hannover, Barcellona o Parigi. Una soluzione del genere porterebbe anche un rinnovato afflusso turistico e favorirebbe l'esplorazione del nostro territorio da parte di investitori stranieri".
"Anche su questo punto nodale – conclude il presidente – Grande Reggio vuole ribadire l'idea che le amministrazioni pubbliche debbano sgomberare il campo da veti incrociati, giochi clientelari e accordi sottobanco per ascoltare le esigenze di chi produce e investe sul territorio, e far così tornare a prosperare una città ricca di iniziativa e competenze com'è sempre stata la nostra Reggio Emilia. Questa è la strada maestra che Grande Reggio percorrerà politicamente".
(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)