In questi ultimi tre anni abbiamo conosciuto un grande nemico della democrazia e della libertà: il pensiero unico.
Dopo la messa al bando di “Via Col Vento”, dei cioccolatini “Morettini” e di una serie di cartoon che tra i personaggi animaleschi contemplano caricature di etnie “potenzialmente” discriminate ecco che, sull’onda del “Me Too”, anche il bacio del Principe a Biancaneve diventa inappropriato.
La libertà di stampa e di opinione devono essere difese, senza se e senza ma. L’articolo 21 della Costituzione è chiaro e preciso. Di fronte alle decine di querele temerarie avverse a Piero Sansonetti, l’Ordine dei Giornalisti avrebbe dovuto alzare barriere insormontabili, non ammonire il proprio aderente.
Sino a che punto un organo in clima di "prorogatio" può spingersi nell'adottare decisioni straordinarie e private della più elementare dialettica interna? Il codice deontologico è super partes o pro domo loro?
Sono state sufficienti 5 settimane di presidenza Biden-Harris e l’export statunitense è tornato a volare.
Progressista, riformista, populista, DEM (democratica), pacifista e chi più ne ha più ne metta di aggettivi "luminosi" per etichettare la sinistra degli ultimi decenni.
I primi tenui segnali di protesta iniziano a emergere. #IoApro1501 piuttosto che #FACCIAMORUMORE da parte dei ristoratori e “La DAD non è Scuola” da parte studentesca, sono alcune degli slogan che si sono intercettati in quasi tutte le città italiane in questi ultimi giorni.
Quando la politica è irragionevole e il senso di appartenenza a un “gruppo” fa perdere ogni collegamento con la realtà e il buon senso viene travolto dalla violenza.
La “stampa clandestina” potrebbe essere l’ultima spiaggia per rappresentare le libere opinioni. Se si osa prendere posizione contro rappresentanti della organizzazione internazionale DEM e magari, malauguratamente, a favore dei loro demoni (Trump e Salvini ad esempio) allora il sipario ti si chiude sulla testa, come primo avvertimento, e poi...
Bianco, antipatico e supponente. Non usa giri di parole quando deve cantarla qualcuno. Donald Trump non è certo il politico che siamo abituati a conoscere, ma i risultati non possono essergli disconosciuti. E invece...