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Presentato oggi dalla Camera di Commercio e Unioncamere Emilia-Romagna lo studio di riferimento che illustra lo scenario economico provinciale. Valori congiunturali in contrazione, ma in modo meno intenso del 2012. Si inasprisce il credito, bene invece l’export. 

 

Parma, 13 maggio 2014 -

Nel 2014 l’economia parmense dovrebbe tornare a crescere, anche se debolmente. Secondo le previsioni di fine febbraio 2014 redatte da Prometeia e Unioncamere Emilia-Romagna, per il valore aggiunto della provincia di Parma si prospetta una crescita reale dell’1 per cento, leggermente più contenuta rispetto a quella prevista per la regione (+1,2 per cento). A trainare l’aumento saranno soprattutto le attività dell’industria in senso stretto (+1,4 per cento), mentre più sfumato appare il contributo dei servizi (+0,9 per cento). Per l’edilizia è atteso un timido aumento (+0,2 per cento), dopo sei anni caratterizzati da cali.

 

E’ con questa previsione di deboli segnali di ripresa che si apre il Rapporto annuale sull’economia parmense nel 2013, il più articolato lavoro di analisi economica dedicato a Parma e al suo territorio realizzato dalla Camera di Commercio in collaborazione con Unioncamere Emilia-Romagna e presentato oggi in via Verdi dal Presidente dell’ente camerale Andrea Zanlari, da Giordana Olivieri dell’Ufficio studi, insieme a Guido Caselli e Matteo Beghelli, del Centro studi, monitoraggio dell’economia e statistica di Unioncamere Emilia-Romagna.

 

Con il titolo di questa giornata, “Conoscere il presente per progettare il futuro”, abbiamo voluto sottolineare il valore di un’informazione economica che diventa vero strumento di orientamento e di azione per l’imprenditore – ha spiegato Zanlari -. Disegnare la mappa su cui le aziende si devono muovere è fondamentale e solo con uno sguardo di sistema è possibile farlo. La Camera di Commercio di Parma in collaborazione con Unioncamere Emilia-Romagna mette a disposizione un cruscotto informativo insostituibile per poter operare nel parmense con cognizione di causa. Entrando nel merito dei dati, appaiono alcuni segnali che lasciano sperare che siamo forse alla vigilia di una svolta. Anche nel 2013 l’export ha dato buoni risultati e forse nel 2014 queste risorse potranno dare una mano anche al mercato interno”.

 

Lo studio, raccolto in un volume distribuito durante la presentazione e disponibile in forma elettronica sul sito web della Camera di Commercio, è suddiviso in tre parti: nella prima, Guido Caselli propone un’analisi trasversale sul territorio parmense, individuando una proposta di priorità da sostenere per il rilancio economico; nella seconda, Matteo Beghelli si concentra sulle opportunità da cogliere nei mercati internazionali, tracciando uno scenario a livello generale e studiandone connessioni e implicazioni a livello locale; la terza, infine, entra nella parte statistico-descrittiva con le analisi che espongono la vera e propria fotografia dell’economia parmense nel 2013 e le previsioni 2014.

 

Ci sono alcuni filoni che abbiamo individuato e che Parma non dovrebbe lasciarsi scappare per accelerare l’uscita dalla recessione – ha detto Caselli – si tratta della propensione all’export, della valorizzazione delle filiere distintive, come l’agroalimentare, in chiave di marketing del territorio; infine dell’adozione di un approccio quasi scientifico al business, da ottenersi incrociando dati di più fonti e individuando in tal modo le migliori opportunità per evitare le inefficienze del metodo tentativo-errore”.

 

I SETTORI ECONOMICI, IN SINTESI

 

Nel 2013 l’economia parmense ha continuato a risentire di un quadro congiunturale recessivo, tuttavia la frenata è stata meno intensa rispetto al 2012. Il calo del valore aggiunto, in termini reali, dovrebbe attestarsi all’1,5 per cento (dato regionale: -1,1 per cento). Dal 2007 l’economia parmense è entrata in una fase caratterizzata da un mix di crescita più lenta e flessioni che hanno il loro culmine nel 2009 (-6,5 per cento), il più negativo degli ultimi vent’anni, assieme al 2002 (-6,2 per cento). La conclusione è che dopo l’attentato alle torri gemelle l’economia parmense ha sofferto maggiormente rispetto alla media regionale, con una capacità di generare reddito via via meno rilevante. Parma e il suo territorio rappresentano comunque ancora una delle economie tra le più solide del Paese in termini di ricchezza per abitante (è all’ottava posizione tra le 110 province italiane). A fronte di un calo, meno cospicuo del 2012, di tutti gli indicatori congiunturali in tutti i settori di riferimento, nel 2013 l’occupazione grazie alla CIG tiene e l’export continua a crescere, seppure un po’ meno che nell’anno precedente. Le imprese attive nel parmense diminuiscono invece, complessivamente, di oltre 350 unità e fanno sempre più fatica a ottenere credito. Il 2014 dovrebbe però vedere una leggera accelerazione degli affari che però non implicherà un immediato aumento dell’occupazione.

 

Agricoltura

L’agricoltura parmense ha chiuso il 2013 con un bilancio moderatamente negativo. Secondo le stime divulgate dall’Assessorato regionale all’agricoltura, nel 2013 il valore della produzione lorda vendibile valutato a prezzi correnti ha sfiorato i 503 milioni e mezzo di euro, con un calo dell’1,6 per cento nei confronti dell’importo dell’anno precedente. 

A causare il calo sono stati in particolare i risultati negativi nella produzione dei cereali (-27,3 per cento), soprattutto frumento tenero e granoturco. Nel comparto zootecnico, il latte vaccino (64 per cento della plv), ha replicato l’andamento del 2012 (+0,2 per cento) e lo stesso è avvenuto sostanzialmente per le carni suine (+1,0 per cento), mentre un po’ più ampio è apparso l’incremento di quelle bovine (+1,8 per cento). 

 

Industria

Nel 2013 la produzione delle piccole e medie imprese parmensi è diminuita mediamente del 2,8 per cento rispetto all’anno precedente, in misura meno accentuata rispetto alla flessione del 5,3 per cento rilevata nel 2012. Stessa sorte per il fatturato, che è apparso in calo del 2,4 per cento, anch’esso in termini più contenuti rispetto al 2012 (-4,4 per cento). Anche gli ordini sono diminuiti del 2 per cento, in modo meno accentuato rispetto al 2012 (-5,3 per cento).  

 

Edilizia

L’industria delle costruzioni parmense ha chiuso il 2013 con un bilancio pesantemente negativo. Il volume d’affari è diminuito del 9,9 per cento rispetto al 2012, in misura superiore rispetto a quanto avvenuto in regione (-5,6 per cento). Il perdurare della crisi si è riflesso sul ricorso alla Cassa integrazione guadagni che ha registrato un aumento delle ore autorizzate del 67,4 per cento. 

Secondo i dati dell’Agenzia delle entrate, nel 2013 le compravendite di immobili residenziali sono diminuite del 2,7 per cento rispetto al 2012, toccando il minimo degli ultimi dieci anni. Stessa tendenza, ma più accentuata, in regione (-7,0 per cento) e in Italia (-9,2 per cento).

 

Commercio

Nel 2013 il commercio interno parmense ha registrato una diminuzione media del valore delle vendite al dettaglio pari al 6,8 per cento (-5,7 per cento in regione), la più alta degli ultimi dieci anni. 

Le imprese del settore commerciale sono tuttavia cresciute leggermente (+0,6 per cento, +0,2 per cento in regione). Crescono i dettaglianti (+0,7 per cento), in particolare quelli specializzati in prodotti alimentari e tabacco (+4,1 per cento). Aumentano anche gli intermediari commerciali (+1,9 per cento). E’ continuata l’espansione delle forme meno tradizionali del commercio al dettaglio (commercio su internet, vendite a domicilio, distributori automatici, ecc.), i cui esercizi sono progressivamente saliti dai 147 di fine 2009 ai 204 di fine 2013. 

 

Artigianato manifatturiero

L’artigianato manifatturiero ha chiuso il 2013 nuovamente in recessione, ma in misura meno pesante rispetto all’anno precedente.  La produzione è diminuita del 3,9 per cento, consolidando la fase negativa in atto dal 2008, e un analogo andamento ha riguardato il fatturato, che ha accusato una flessione del 4 per cento. Cala in modo simile la domanda (-3,8 per cento). Le imprese attive sono diminuite del -4,1 per cento. 

 

Cooperazione

Le società cooperative passano da 591 unità nel 2012 a 576 unità l’anno successivo. La diminuzione non ha avuto riflessi negativi sull’occupazione, cresciuta anzi di oltre 200 unità.

 

OCCUPAZIONE

Le unità di lavoro totali calano dell’1,6 per cento rispetto al 2012. Questo indicatore misura il volume di lavoro effettivamente svolto, al di là del numero di occupati, Tutti i settori di attività, con l’unica eccezione dei servizi alla persona, hanno evidenziato diminuzioni. Nelle costruzioni il valore si contrae di un preoccupante 18,2 per cento. Non vi è stato tuttavia un corrispondente andamento dell’occupazione intesa come “teste”, che ha fatto registrare una sostanziale stabilità, -0,1 per cento (valore regionale: -1,6 per cento) grazie a un ricorso crescente alla Cassa integrazione guadagni. Aumenta di poco la “quota rosa” di lavoratori: nel 2013 nel parmense le donne impiegate crescono dello 0,2 per cento, a fronte di un dato regionale che è invece di -2,3%. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 7,5 per cento, in aumento.

Lo scenario di moderata ripresa atteso per il 2014 non avrà effetti rilevanti sul mercato del lavoro.  Il numero di occupati dovrebbe diminuire dello 0,3 per cento, in piena sintonia con quanto previsto per la regione (-0,4 per cento), mentre il tasso di disoccupazione dovrebbe arrivare ai massimi degli ultimi vent’anni (7,8 per cento), mantenendosi tuttavia al di sotto del livello prospettato per l’Emilia-Romagna (8,8 per cento).  Qualche timido miglioramento è invece atteso per le unità di lavoro (+0,4 per cento), poiché la ripresa produttiva, seppure debole, dovrebbe consentire un minore utilizzo della Cassa integrazione.

La CIG è cresciuta, secondo i dati Inps, del 29,5 per cento. Le ore autorizzate sono aumentate del 13,3 per cento, la CIG straordinaria del 6,7%, gli interventi in deroga superano i 2,7 milioni di ore (erano 1,7 milioni nel 2012).

 

EXPORT

Nel 2013 il valore delle esportazioni di merci della provincia di Parma è stato di circa 5 miliardi e 671 milioni di euro, vale a dire il 2,6 per cento in più rispetto all’anno precedente (stessa variazione in Emilia-Romagna), in rallentamento rispetto alla crescita del 3,4 per cento del 2012. 

Contribuisce alla frenata il basso risultato dei prodotti metalmeccanici (+1,6 per cento), mentre l’agroalimentare arriva a un ottimo +6,9 per cento (era +8,6 per cento nel 2012). I prodotti della moda hanno beneficiato di un mercato vivace (+11,5 per cento), mentre per la prima volta dal 2008 si è contratto l’export dell’industria farmaceutica (-4,8 per cento). 

Tra i mercati continentali di sbocco, l’Europa si è confermata al primo posto, con un’incidenza sul totale dell’export pari al 65,3 per cento (55,7 per cento verso UE). La Francia si è confermata il principale cliente (16,2 per cento del totale dell’export parmense). Seguono Asia e America con quote rispettivamente pari al 14,5 e 12,6 per cento, davanti ad Africa (5,9 per cento) e Oceania e altri territori (1,7 per cento). 

 

CREDITO

Il sistema bancario parmense nel 2013 ha ridotto ulteriormente la consistenza dei prestiti concessi, in linea con quanto avvenuto in regione e nel Paese. Gli impieghi “vivi” sono diminuiti dell’8,9 per cento, in peggioramento rispetto ai dodici mesi precedenti (-8,0 per cento).  Le sofferenze, pari a 1 miliardo e 155 milioni di euro, sono cresciute del 43,1 per cento rispetto a un anno prima, in forte accelerazione rispetto al trend riscontrato nei quattro trimestri precedenti (+24,6 per cento). 

I depositi sono ammontati a quasi 13 miliardi di euro, in crescita dell’11,8 per cento, più sostenuta rispetto a quanto registrato in Emilia-Romagna (+5,9 per cento) e Italia (+2,8 per cento). Stessa tendenza per la raccolta indiretta che è invece aumentata tendenzialmente a settembre del 7,6 per cento. 

 

SISTEMA IMPRESE

Nel Registro delle imprese figuravano a fine 2013 42mila 163 imprese attive, l’1,6 per cento in meno rispetto a un anno prima. Il saldo fra imprese iscritte e cessate, al netto delle cancellazioni d’ufficio, è apparso di -353 unità, in aumento rispetto al passivo di 125 imprese del 2012. I cali si sono concentrati nell’agricoltura e nell’industria, a fronte della moderata crescita evidenziata dal terziario. Le società di persone e le imprese individuali hanno perso ulteriore terreno, mentre è proseguito il cammino espansivo delle società di capitale (+0,8 per cento), soprattutto srl con unico socio, e del piccolo gruppo delle “altre forme societarie” (+7,5 per cento). 

 

(Fonte: ufficio stampa Camera di Commercio Parma)

 

Venerdì, 18 Aprile 2014 11:31

Parma - Ancora recessione nel IV trimestre 2013

Tutti i settori economici hanno accusato un’ulteriore contrazione degli indicatori congiunturali, ma la frenata sembra allentarsi. I dati del Rapporto sul quarto trimestre 2013, elaborati dalla Camera di Commercio di Parma, descrivono una certa crescita soltanto nelle attività con l’estero, dove aumentano anche i risultati delle piccole imprese -

 

Parma, 18 aprile 2014 -

Il sistema Parma conclude il 2013 in una situazione di recessione, con alcuni timidi segnali positivi che passano dai rapporti con l’estero. E’ questo, in estrema sintesi, il quadro tracciato dal Rapporto congiunturale sul quarto trimestre 2014, elaborato dalla Camera di Commercio con Unioncamere Emilia-Romagna e nazionale.

Nell’industria produzione, fatturato e ordini segnano andamenti ancora negativi, mentre sono incoraggianti i dati su export e ordini dall’estero, con la buona notizia di una dinamica che riguarda anche le imprese di piccole dimensioni piccole (tra i 10 e i 49 dipendenti). Le imprese artigiane registrano una contrazione anche del fatturato estero (-1,2 per cento), mentre gli ordini da oltre confine appaiono in leggera crescita (circa 1 per cento). L’edilizia riduce il volume di affari del 5%, una diminuzione più lieve rispetto agli ultimi 12 mesi, ma comunque pesante. Il commercio al dettaglio, come avviene in modo continuativo dal 2008, riduce gli incassi anche nell’ultima fase del 2013. Calano in modo considerevole anche i consumi alimentari (circa -6 per cento).

INDUSTRIA

La situazione è ancora recessiva: la produzione, nel quarto trimestre 2013, è diminuita tendenzialmente del 2 per cento, che pure è un miglioramento rispetto al trend negativo del 3,9 per cento dei dodici mesi precedenti. Il risultato ottenuto dalla nostra industria è stato peggiore di quello dell’industria regionale (-1,5 per cento).

La produzione cala in tutti i settori industriali ad eccezione delle industrie meccaniche elettriche e mezzi di trasporto che realizzano un risultato positivo superiore all’1 per cento. L'andamento congiunturale del quarto trimestre è stato particolarmente pesante per le imprese di piccola dimensione, fino a 9 dipendenti e da 10 a 49 dipendenti (-3,0 per cento ciascuno), mentre nelle imprese di media dimensione (da 50 a 499 dipendenti) si è fermato al –0,7 per cento.

In calo nel quarto trimestre anche il fatturato, -1,9 per cento, ma è una diminuzione meno ampia rispetto al trend dei dodici mesi precedenti (-3,5 per cento).  Soffrono soprattutto le industrie della fabbricazione e lavorazione dei minerali non metalliferi, che hanno accusato una flessione del 12 per cento peggiorando il trend dei dodici mesi precedenti (-5,2 per cento) ma in generale tutti i settori hanno evidenziato variazioni negative ad eccezione del settore del legno e mobile (+0,5 per cento). Sono le imprese minori, fino a 9 dipendenti e da 10 a 49 dipendenti, ad accusare le flessioni più sostenute, rispettivamente -3,2 e -2,9 per cento.

Bene, ancora una volta, le esportazioni insieme alla domanda estera: nel periodo da ottobre a dicembre 2013 l’incremento tendenziale del fatturato estero provinciale è stato del 1,5 per cento, in leggero miglioramento rispetto al trend dei dodici mesi precedenti (+1,3 per cento). Il comparto della moda e le “altre industrie manifatturiere” (tra queste chimica, ceramica, carta-stampa-editoria)  hanno realizzato ottimi risultati segnando una crescita del fatturato estero rispettivamente del 7,9 e del 2,9 per cento. Un incremento significativo, anche se inferiore alla media provinciale, è stato registrato dalle industrie alimentari (+1,3 per cento). Solo le industrie del trattamento dei metalli accusano un calo delle vendite all’estero (-3,1 per cento). Risultati positivi per ogni classe dimensionale. Da segnalare l'incremento dell’1,9 per cento delle esportazioni messo a segno dalle piccole imprese (da 10 a 49 dipendenti).

Nel quarto trimestre calano anche gli ordini totali, -1,6 per cento, ma va meglio rispetto al trend negativo dei dodici mesi precedenti (-3,1 per cento). Solo nel settore delle industrie meccaniche, elettriche e mezzi di trasporto la crescita è dell’1,2 per cento, tutti gli altri settori segnano variazioni tendenziali negative. Da sottolineare il pesante calo (-9,7 per cento) delle industrie della fabbricazione e lavorazione minerali non metalliferi, e delle industrie del trattamento dei metalli (-3,4 per cento). I cali della domanda riguardano tutte le classi dimensionali: nelle imprese minori, fino a 9 dipendenti, la diminuzione si è attestata al -2,2 per cento, mentre nelle imprese maggiori, da 50 a 499 dipendenti, il decremento è stato solo dello 0,3 per cento.

Un'indicazione positiva giunge invece dalla crescita degli ordini esteri (+2,3 per cento) che contribuisce a migliorare l'andamento complessivo della domanda, segnato da una flessione di 1,6 punti percentuali. Tra i settori di attività si sono distinte le industrie meccaniche, elettriche e mezzi di trasporto (+3,1 per cento), le altre industrie manifatturiere (+3,4 per cento) e le industrie alimentari (+2,2 per cento).  Al contrario, è apparso particolarmente critico l'andamento della domanda estera delle industrie del trattamento dei metalli, che accusano un calo del 3 per cento. 

ARTIGIANATO MANIFATTURIERO

Il quarto trimestre del 2013 si è chiuso con un bilancio nuovamente negativo: tutti gli indicatori congiunturali hanno il segno meno ad eccezione degli ordini verso l’estero e, in generale, sono peggiori rispetto ai dati della totalità delle imprese manifatturiere. 

La produzione è diminuita del 4,1 per cento rispetto al quarto trimestre 2013, in misura leggermente inferiore al trend negativo dei dodici mesi precedenti (-4,8 per cento), e anche il fatturato ha replicato il medesimo, negativo risultato: - 4,1%. Battuta d'arresto per le esportazioni, con un calo tendenziale dell'1,2 per cento, dopo l’ultimo trimestre che aveva evidenziato un andamento ampiamente positivo (+5,3 per cento). A livello regionale sono apparse in decisa crescita (+6,0 per cento).

A calare di meno sono gli ordini complessivi che hanno accusato un calo tendenziale del 2,7 per cento. Il dato, migliore rispetto all'andamento del fatturato, sembrerebbe prospettare una evoluzione positiva per il prossimo trimestre. La domanda estera è apparsa in lieve crescita (+0,9  per cento) e conferma il trend positivo iniziato a fine estate. 

COSTRUZIONI

Nel quarto trimestre l’industria delle costruzioni ha registrato una diminuzione tendenziale del volume d'affari del 4,8 per cento, meno pesante rispetto al trend negativo dei dodici mesi precedenti (-9,1 per cento). Dato analogo per la regione (-5,1 per cento), mentre in Italia il calo tendenziale è stato del 10 per cento.

COMMERCIO AL DETTAGLIO

E’ ancora recessione, dopo 6 anni di contrazione delle vendite: gli incassi sono diminuiti tendenzialmente del 5,7 per cento.  E’ il commercio al dettaglio dei prodotti non alimentari a registrare la flessione più pesante (-6,6 per cento). In particolare le vendite di abbigliamento e accessori si riducono di quasi l’8 per cento mentre per i prodotti per la casa ed elettrodomestici la riduzione risulta meno pesante (-4,3 per cento).  Il commercio alimentare segna una diminuzione tendenziale pari al 6,1 per cento. Anche le vendite al dettaglio degli ipermercati, supermercati e grandi magazzini mostrano ancora una variazione tendenziale negativa (-0,4 per cento). 

Tutte le classi dimensionali registrano andamenti negativi ma particolarmente gli esercizi di piccola dimensione, fino a 5 dipendenti, con una flessione delle vendite del 7,8 per cento. 

 

(Fonte: ufficio stampa Camera di Commercio)

 

 

Le CUN si confermano riferimento nazionale per il mercato delle materie prime suinicole. Un successo che si deve all'attività istituzionale della Camera di Commercio di Parma e alla fattiva collaborazione con Assica -

 

Parma, 14 aprile 2014 –

Sono passati tre anni dall’avvio dei lavori delle Commissioni Uniche Nazionali “tagli di suino” “e grasso e strutto” istituite in esecuzione del Protocollo d’intesa suinicolo, sottoscritto dal tavolo tecnico del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali il 5 dicembre 2007. Le Commissioni sono ospitate dalla Borsa Merci di Parma ogni venerdì, dal 15 aprile 2011. 

 

“La scelta di Parma si conferma vincente. L’appuntamento del venerdì mattina presso la Borsa merci della città emiliana è diventato una consolidata abitudine per gli operatori del settore, segno che le CUN dedicate ai tagli e ai grassi si sono ormai imposte come riferimento nazionale per il mercato delle materie prime suinicole” ha dichiarato Lisa Ferrarini, Presidente di Assica (Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi aderente Confindustria).

 

“Questi tre anni sono stati intensi e pieni di attività. La nostra Borsa Merci di Parma, sede della Commissione Unica Nazionale “tagli di suino”, è diventata in questi anni sempre più il luogo dove gli operatori del settore, oltre a seguire le trattive del mercato,  possono usufruire di innumerevoli approfondimenti, convegni e seminari su molti aspetti legati alla filiera suinicola.  Temi trasversali, che hanno attirato oltre agli operatori del settore anche pubblici più diversi, come i giornalisti che spesso hanno seguito e raccontato sulle riviste di settore i temi proposti”

ha affermato Andrea Zanlari, Presidente della Camera di Commercio di Parma.

 

Ben nove i convegni organizzati fino ad ora. Tutti di temi di grande attualità e di interesse per il settore. 

23 giugno 2011 - Assemblea Assica

21 ottobre 2011 “Le prospettive della filiera suinicola: trend economici e novità normative in Italia e in Europa”

8 giugno 2012 - Convegno “Filiera suinicola: andamenti economici e azioni di supporto”

19 ottobre 2012 - Incontro “una opportunità per le imprese: i servizi finanziari e assicurativi agevolati di BMTI” e seminario di approfondimento “Art. 62: approfondimenti applicativi dopo il parere del Consiglio di Stato”

9 Novembre 2012 – Seminario “Si può vivere senza ossigeno? I salumi pre‐affettati tra aspetti tecnologici e novità normative”

24 maggio 2013 – Seminario “Impiego degli additivi alimentari nei prodotti a base di carne e Presentazione Linee guida per involucri” 

20 settembre 2013 - Convegno internazionale “I salumi del futuro: tra innovazioni tecnologiche e sfide salutistiche”

14 febbraio 2014 - “Sicurezza alimentare e prodotti a base di carne: la ricerca pubblica al servizio delle imprese”

7 marzo 2014 - “Le novità normative del 2014”

 

Convegni che hanno consentito di attivare importanti sinergie con altri soggetti legati alla filiera suinicola, tra cui: Borsa Merci Telematica, CLITRAVI - Liaison Centre for the Meat Processing Industry, Commissione Europea – DG Sanco, Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Fiere di Parma, Cibus Tec Industry, Ministero della Salute, Centro Ricerche Economiche sulle Filiere Suinicole,  PHYTOME Consortium (FP7 Project),  Maastricht University, Stazione Sperimentale per l'Industria delle Conserve Alimentari.

Ricordiamo che le Commissioni Uniche Nazionali formulano previsioni sull’andamento atteso dei prezzi nella settimana successiva per tutto il mercato nazionale. Ciò le differenza dalle Borse merci che rilevano a posteriori di prezzi all’ingrosso di merci che, per volume delle contrattazioni, rivestono localmente particolare importanza sul territorio provinciale delle singole Camere di Commercio. 

Dopo l’esperienza positiva delle due CUN, da fine 2012, sono state istituite, presso la Borsa Merci di Parma le quotazioni all’ingrosso dei rispettivi prodotti tutelati (in particolare la Mortadella Bologna IGP, i Salamini Italiani alla Cacciatora DOP, lo Zampone Modena IGP, e il Cotechino Modena IGP) oltre che le quotazioni dei rispettivi prodotti generici.

Questa è una conferma del fatto che struttura, posizione, mercato e concentrazione degli operatori fanno di Parma e della sua Borsa Merci la location naturale di trattative e rilevazione prezzi.

 

 

ASSICA - Associazione Industriali delle Carni

ASSICA, Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi, è l’organizzazione nazionale di categoria che, nell’ambito della Confindustria, rappresenta le imprese di macellazione e trasformazione delle carni suine. Nel quadro delle proprie finalità istituzionali, l’attività di ASSICA copre diversi ambiti, tra cui la definizione di una politica economica settoriale, l’informazione e il servizio di assistenza ai circa 180 associati in campo economico/commerciale, sanitario, tecnico normativo, legale e sindacale. Competenza, attitudine collaborativa e affidabilità professionale sono garantite da collaboratori specializzati e supportate dalla partecipazione a diverse organizzazioni associative, sia a livello nazionale che comunitario. Infatti, sin dalla sua costituzione, nel 1946, ASSICA si è sempre contraddistinta per il forte spirito associativo come testimonia la sua qualità di socio di Confindustria, a cui ha voluto aderire sin dalla nascita, di Federalimentare, Federazione italiana delle Industrie Alimentari, di cui è socio fondatore, del Clitravi, Federazione europea che raggruppa le Associazioni nazionali delle industrie di trasformazione della carne, che ha contribuito a fondare nel 1957.

 

 

La Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Parma

La Camera di Commercio di Parma, nata nel 1814, è una delle più antiche d'Italia. Oggi vi sono iscritte oltre 47.000 aziende, delle quali circa 43.500 attive (quasi una ogni 10 abitanti). 

L'Ente è in particolare impegnato nella promozione economica con servizi mirati alla crescita e al successo dell’imprenditoria locale sui mercati interni e internazionali, attraverso contributi e sostegno all’accesso al credito per lo sviluppo competitivo delle PMI; nel diffondere la cultura dell’innovazione; nel rafforzare il sistema infrastrutturale del territorio. Per sostenere l’internazionalizzazione delle imprese, realizza missioni di imprenditori parmensi in mercati esteri, ospita a Parma delegazioni di operatori stranieri, e organizza partecipazioni collettive di imprenditori locali a fiere all’estero. 

La Cciaa gestisce direttamente due strutture al servizio delle imprese: la Borsa merci, nel Centro Agroalimentare di Parma, specializzata nel negoziare prodotti di punta del territorio come materie prime agricole, prodotti zootecnici e dell'industria alimentare; e il Centro congressi. 

E' fra i fondatori e socio rilevante della Borsa Merci Telematica.

 

 

(Fonte: ufficio stampa Assica)

 

Giovedì, 10 Aprile 2014 17:13

Parma - Alla scoperta di nuovi mercati

 

Unioncamere e Camere di commercio dell’Emilia-Romagna per l’internazionalizzazione. Workshop sull’India lunedì 14 aprile a Parma -

 

Parma, 10 aprile 2014 -

Puntare sull’internazionalizzazione è una esigenza strategica e indifferibile per le imprese. I dati sulle esportazioni dimostrano come chi riesce a sviluppare affari sui mercati esteri registra performance superiori alla media. Di fronte a mercato interno sempre più asfittico, la Per sostenere le imprese in questo impegno di trovare nuovi spazi, l’Unione regionale e il sistema camerale dell’Emilia-Romagna organizzano un ciclo di seminari territoriali gratuiti volti ad approfondire la conoscenza di nuovi mercati strategici che offrono opportunità di investimento e business. Si tratta di giornate di formazione gratuite curate da esperti che analizzeranno le opportunità dei Paesi e le problematiche societarie, doganali, fiscali, logistiche, commerciali legate alla gestione delle iniziative imprenditoriali. 

Dopo Emirati Arabi-Qatar e Marocco, il terzo appuntamento in collaborazione con la Camera di commercio di Parma in programma lunedì 14 aprile alle ore 9,30 nella sede dell’ente - in via Verdi, 2- è dedicato all’India, mercato che, nonostante il rallentamento della crescita nell’ultimo biennio, presenta significative potenzialità, anche se non privo di una certa complessità. L’Italia è il quarto partner commerciale dell’India tra i Paesi Ue. 

Mentre nella maggior parte delle economie di storica industrializzazione la domanda è ormai stagnante, i consumi indiani continuano a crescere, trainati dal sensibile dinamismo della “aspiring middle class”, il cui reddito medio è in costante aumento. 

Grazie inoltre ad un tasso di alfabetizzazione del 74% è possibile reperire manodopera qualificata e che conosce la lingua inglese, motivo principale per cui in India si è sviluppata una fiorente industria di outsourcing di servizi.

Interverranno Claudio Maffioletti, general manager della Indo-Italian Chamber of Commerce and Industry, Giorgio Traietti di Sace e Pierlugi Venturini di Simest. 

Per partecipare è necessario inviare la scheda di iscrizione reperibile sul sito della Camera di commercio di Parma (www.pr.camcom.it). 

Per informazioni: tel.0521 210203/210280; e-mail:Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o Unioncamere Emilia-Romagna e-mail:Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Nella giornata del 14 aprile le imprese interessate possono richiedere un colloquio con il referente del Desk a Mumbai, Satish Kumar, per l’approfondimento di tematiche specifiche che riguardino l’approccio al mercato indiano o lo sviluppo di un business con il Paese. 

I colloqui individuali hanno la durata di circa 30 minuti ciascuno e si svolgono in inglese. 

 

 

(Fonte: Ufficio Stampa Unioncamere Emilia-Romagna)

 

 

Una ricerca sull’impatto dei prodotti alimentari imitativi sul mercato delle produzioni autentiche di Parma sarà presentata al convegno “Parma a stelle e strisce: vendere in USA il food, istruzioni per l’uso” organizzato da Parma Alimentare la mattina del 16 aprile alla Camera di Commercio di Parma (via Verdi 2).

 

Parma, 10 aprile 2014 -

Una ricerca su 2.500 punti vendita di alimentari in USA evidenzia che i “foodies” americani si avvicinano ai prodotti autentici solo dopo aver assaggiato le imitazioni. Quali sono dunque le migliori strategie per un approccio commerciale efficace verso gli Stati Uniti nel settore agroalimentare? Per rispondere a questa domanda il 16 aprile dalle 10 a Parma si svolgerà l’incontro “Parma a stelle e strisce: vendere in USA il food, istruzioni per l’uso” promosso da Parma Alimentare e Camera di Commercio (sede dell’evento). Durante il convegno, per ogni categoria di prodotto “Made in Parma” saranno presentate in dettaglio le specificità emerse dalla ricerca Management Resources of America (www.groupmra.com). Saranno evidenziati alcuni fenomeni comuni a più categorie: dall’olio d’oliva ai salumi, passando per il Parmigiano Reggiano e le conserve ittiche.

Si discuterà in particolare di:

Procedure, autorizzazioni e “regole del gioco” per esportare negli USA;

Cosa vendere: una serie di linee guida per predisporre in America un pacchetto davvero attrattivo in termini di produzione, linea, packaging e claim, posizionamento e livello di prezzo;

Come vendere: i punti di forza e distintivi, rispetto all’offerta attuale, da valorizzare con il trade e le politiche di promozione raccomandate;

A chi vendere: l’elenco delle insegne commerciali e dei distributori food service ideali per “fare da ambasciatori” dei prodotti di Parma nell’area Nord Est e Midwest degli States.

 

Dopo i saluti di Andrea Zanlari, presidente della Camera di Commercio, e di Cesare Azzali, amministratore delegato di Parma Alimentare, la presentazione della ricerca sarà svolta da Carlo Alberto Bertozzi e Giovanni Grimaldi, rispettivamente presidente e direttore consulenze di MRA. A seguire ci sarà un ampio spazio riservato alle domande del pubblico. Nel primo pomeriggio sono previsti incontri one-to-one tra gli esperti di MRA e le imprese interessate. Per registrarsi all’evento, prenotare un incontro o richiedere maggiori informazioni è possibile rivolgersi a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - 0521 287696.

 

(Fonte: Ufficio stampa Parma Alimentare)

 

 

 

Una delegazione di buyer alla fiera MEC SPE dopo gli incontri d’affari con imprese regionali. Il progetto prosegue giovedì 3 aprile a Bologna: Business Forum con il Ministro vietnamita della Pianificazione e degli Investimenti, Bui Quang Vinh.

 

Parma, 27 marzo 2014 -

Il Vietnam è una delle economie emergenti, un hub ottimale per il mercato Asean, comunità economica formata da 10 paesi del Sud Est Asiatico che dal 2015 diventerà una delle più grandi aree di libero scambio al mondo. 

E’ un mercato con un potere d’acquisto crescente, di forte dinamicità produttiva, qualificata, flessibile, ed è sempre più un Paese chiave per aprire nuove opportunità alle Pmi emiliano-romagnole che possono offrire tecnologia e know how.

Un anno fa, marzo 2013, con la firma di una dichiarazione di intenti e di un memorandum operativo, l’Emilia-Romagna ha dato avvio ad una nuova stagione di rapporti economici con il Vietnam per promuovere opportunità di business, investimenti e trasferimento di tecnologie. 

E’ stato aperto il “Desk Vietnam” e avviato il progetto “Destinazione Vietnam per le imprese emiliano-romagnole dell’industria meccanica” portato avanti da Unioncamere Emilia-Romagna insieme alla Regione - patrocinato dai Ministeri Sviluppo Economico ed Affari Esteri - e con la collaborazione di Promec (azienda speciale per l’internazionalizzazione della Camera di commercio di Modena), Camera di commercio italiana in Vietnam e Agenzia ICE, per un’azione di sistema – insieme a istituzioni, organizzazioni camerali, associazioni di categoria, istituti di credito – volta ad accompagnare le imprese in mercato in grande espansione. 

Il primo momento del 2014 della partnership economica tra Emilia-Romagna e Vietnam è la presenza in questi giorni in regione di otto buyer vietnamiti interessati all’acquisto di tecnologia e a valutare collaborazioni di carattere produttivo. 

La delegazione vietnamita ha incontrato 34 imprese emiliano-romagnole del settore meccanica a Forlì e Modena, per un totale di circa 90 incontri d’affari. La missione imprenditoriale si è conclusa con la visita alla manifestazione MECSPE alle Fiere di Parma aperta dall’ambasciatore della Repubblica Socialista del Vietnam in Italia Hoang Long Nguyen, assieme a Palma Costi presidente dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, Andrea Zanlari presidente della Camera di commercio di Parma e Gianfranco Ferilli vice presidente Senaf. 

 

E’ una conferma del rapporto sempre più solido e di reciproca collaborazione tra l’Emilia-Romagna e il Vietnam, porta verso l’Asia che prosegue con precisi passaggi. 

 

Giovedì 3 aprile nella sede della Regione Emilia-Romagna (aula Magna) a Bologna è in programma il “BUSINESS FORUM”, organizzato in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, Ambasciata della Repubblica Socialista del Vietnam, Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero degli Affari Esteri e ITA. 

Sarà presente il Ministro vietnamita della Pianificazione e degli Investimenti Bui Quang Vinh, che illustrerà con un suo intervento le opportunità di business in una delle più grandi economie emergenti. Le riforme politiche avviate nel 1986, hanno infatti garantito al Paese asiatico tassi di sviluppo notevoli, riscontrabili in particolare nell’elevata crescita del Pil che negli ultimi anni è aumentato complessivamente del 30%. 

Nel 2014, seguirà in estate una iniziativa outgoing ad Ho Chi Minh City, quindi una nuova missione in entrata di operatori vietnamiti in Emilia-Romagna alla fiera Cibus Tec (a Parma, dal 28 al 31 ottobre in collaborazione con UCIMA). 

 

I commenti

Hoang Long Nguyen, Ambasciatore in Italia della Repubblica Socialista del Vietnam

“Il sentimento di amicizia di lunga data del nostro popolo verso l’Emilia-Romagna ha creato un rapporto speciale, che può contribuire ad aiutare le aziende dei due Paesi a concretizzare relazioni di affari e di reciproca collaborazione. Il Vietnam è un mercato dove le Pmi italiane hanno le tante carte da giocare specie nella meccanica strumentale: macchine utensili, tessili e per l'industria calzaturiera, l'intera filiera del packaging e delle lavorazioni alimentari, macchinari agricoli e della plastica. In Vietnam le industrie esportatrici inserite nelle supply chain globali hanno bisogno di qualità. Per crescere e restare al passo con le richieste dei mercati le nostre aziende hanno bisogno di formazione. L’Italia ha le caratteristiche per essere un partner ideale”.

Palma Costi, presidente dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna

“Nella missione di sistema di qualche mese fa abbiamo presentato uno spaccato della nostra economia con una logica di squadra. In questi mesi le imprese hanno proseguito sulla strada per realizzare una strategia di collaborazione sempre più stretta. Il Vietnam è un Paese con una collocazione strategica nei mercati internazionali, che offre opportunità di sviluppo e scambi commerciali. E’ una piattaforma per un’area vastissima dove le imprese, soprattutto quelle della meccanica avanzata, potranno avviare una crescita graduale. L’internazionalizzazione è un driver su cui la Regione sta investendo e costruendo una strategia di lungo periodo. Il Vietnam è uno dei Paesi target del programma promozionale triennale 2013-2015 "Bricst Plus” concentrato sulla promozione di percorsi strutturati nei mercati emergenti rivolto ad imprese di medie e grandi dimensioni, ma anche piccole e micro perchè permette di differenziare i servizi offerti”.

Andrea Zanlari, presidente della Camera di commercio di Parma

Il sistema camerale emiliano-romagnolo è attivamente impegnato nel favorire gli scambi commerciali e di know-how con il Vietnam, un mercato che sta cominciando a dare grandi soddisfazioni alle nostre imprese. Il referente del nostro Desk Vietnam, creato ad Hanoi nel 2013, ha già incontrato oltre 130 aziende della regione, di cui la metà del settore della meccanica. Abbiamo il piacere di ospitare oggi una delegazione di buyer vietnamiti che ha incontrato 34 imprese emiliano-romagnole di cui 11 di Parma. Sono numeri che testimoniano l’interesse per il mercato del Sud Est Asiatico da parte di un settore fondamentale per la nostra economia”.

Gianfranco Ferilli, vice presidente di Senaf 

Siamo orgogliosi di ospitare questa iniziativa e di dare un contributo importante allo sviluppo della partnership tra il Vietnam e il nostro Paese – ha dichiarato– Le imprese vietnamite sono alla ricerca di tecnologie altamente innovative e siamo certi che in un contesto qualificato come quello di MECSPE, in cui sono presenti oltre mille imprese e 16 unità dimostrative, potranno trovare soluzioni per migliorare i propri processi produttivi e incontrare aziende con le quali stringere collaborazioni proficue. Un’opportunità anche per le nostre imprese alla ricerca di nuovi mercati per ampliare il proprio business: per questo a MECSPE verrà presentato Spex, il servizio di promozione all'export che accompagnerà gli imprenditori nel processo di internazionalizzazione, offrendo un servizio di consulenza completo, dal supporto logistico e commerciale, all’aspetto legale e amministrativo. MECSPE sarà anche l’occasione per mostrare l’eccellenza della produzione made in Italy e l’evoluzione dei processi produttivi: per la prima volta al mondo, in una manifestazione fieristica, verrà rappresentata la Fabbrica Digitale con macchinari funzionanti e con il progetto 3DPrint Hub si mostreranno le opportunità offerte dalla stampa 3D alla produzione manifatturiera e al design industriale”.

 

(Fonte: ufficio stampa Camera di commercio di Parma)

 

 

Tirocinanti e un professionista per sei mesi a servizio di quattro aziende parmensi per dare un supporto concreto per lo sviluppo di una strategia di internazionalizzazione: scadono il 2 aprile i termini per iscriversi come impresa, l'11 aprile per candidarsi a un tirocinio.

 

Parma, 25 marzo 2014 

Dare un supporto concreto per lo sviluppo di una strategia di internazionalizzazione è l’obiettivo della quarta edizione del “Temporary Export Manager” promosso dalle Camere di commercio dell’Emilia-Romagna e Unioncamere regionale.

Grazie a questo progetto, il sistema camerale dell’Emilia-Romagna offre uno strumento personalizzato alle imprese interessate ad avviare o consolidare la propria presenza all’estero, fornendo conoscenze specifiche da parte di professionisti specializzati e formando una figura professionale esperta e utile per avviare relazioni commerciali.

L’iniziativa, della durata di sei mesi, mette a disposizione delle aziende selezionate un consulente senior il “temporary export manager” e una “risorsa junior”, che opererà in coordinamento con i vertici dell’impresa, per mettere a fuoco e realizzare il piano di attività di internazionalizzazione, definito sulla base delle caratteristiche e degli obiettivi dell’impresa stessa.

Per partecipare al progetto, le modalità sono distinte. Le imprese possono compilare e inviare il company profile scaricabile nell’apposita sezione del sito internet della propria Camera di commercio via e-mail o via fax entro mercoledì 2 aprile. Saranno ammesse un numero massimo di imprese per provincia (a Parma saranno 4), selezionate in base alle potenzialità dell’azienda (prodotto e organizzazione), cantierabilità e fattibilità del piano di attività di internazionalizzazione. L’invio del company profile non è vincolante ai fini della partecipazione. La quota di partecipazione al progetto per ogni azienda selezionata ammonta a 1.000 euro più IVA.

La risorsa junior (tirocinante), laureato da non oltre 12 mesi, può inviare il curriculum vitae in formato europeo all’e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. entro venerdì 11 aprile.

Grazie a questa iniziativa, sulla base dei risultati delle precedenti edizioni – sottolinea il presidente della Camera di Commercio di Parma, Andrea Zanlari - il sistema camerale regionale, in collaborazione con le associazioni di categoria, offre un supporto concreto per incentivare strategie di internazionalizzazione delle imprese interessate ad avviare o consolidare la presenza sui mercati esteri facendo leva sul ‘fattore umano’ quale variabile competitiva”.

 

 

(Fonte: Ufficio stampa Camera di Commercio Parma)

 

 

Pubblicato in Comunicati Lavoro Emilia

Per la prima volta sarà nominato un rappresentante dei liberi professionisti, ai sensi della riforma del sistema camerale varata nel 2010 -

 

Parma, 24 marzo 2014

La Camera di Commercio di Parma ha avviato le procedure per il rinnovo del Consiglio camerale, secondo le modalità previste dalla L.580/93 e del D.M. 156/2011.

L’avviso è stato pubblicato martedì 18 marzo sul sito internet della Camera di Commercio. 

L'organo di indirizzo politico della Camera di Commercio di Parma sarà composto da 28 consiglieri, di cui 25 espressione delle Organizzazioni rappresentative delle imprese appartenenti ai settori economici individuati dallo Statuto della Camera di Commercio, 2 in  rappresentanza, rispettivamente, delle Organizzazioni sindacali dei lavoratori e delle Associazioni di tutela degli interessi dei consumatori e degli utenti e, novità introdotta dalla riforma della sistema camerale avvenuta con D.lgs. n. 23/2010, uno in rappresentanza dei liberi professionisti, designato dalla  Consulta provinciale delle Libere Professioni.

Le Organizzazioni imprenditoriali, le Organizzazioni sindacali dei lavoratori e le Associazioni dei consumatori dovranno presentare, entro il 28 aprile, pena esclusione dal procedimento, la documentazione atta a dimostrare, nelle modalità previste dalla legge,  tutti gli elementi per determinare il loro grado di rappresentatività rispetto ai settori individuati. La presentazione di questi documenti rappresenta una fase necessaria per accedere alla nomina del Consiglio camerale, che spetta al Presidente della Giunta regionale.

 

 

(Fonte: Ufficio stampa Camera di commercio )

 

 

Dalla Camera di commercio il primo report sull'economia locale nel 2013

Parma 27 febbraio 2014 ----

 

Uno scenario che, secondo il World Economic Outlook FMI, vede l’Italia concludere il 2013 con un PIL in contrazione dell’1,8% rispetto a un valore medio dell’area Euro in calo dello -0,4% (ma con Germania a +0,5% e Francia a +0,2%) e con la prospettiva di raggiungere nel corso del 2014 un +0,6% su scala nazionale e +1% in area Euro. Questa la cornice entro cui la Camera di commercio colloca l’analisi congiunturale dell’economia parmense nel 2013, dandone una prima fotografia che riflette la situazione del periodo gennaio-settembre.

Nei primi mesi l’economia di Parma vede rallentare la contrazione di tutti i principali indicatori: fatturato, produzione e ordini che, però, continuano a segnare dati negativi ormai da otto trimestri consecutivi. Le variazioni tendenziali risultano meno pesanti di quelle rilevate nei primi 9 mesi del 2012. 

A livello nazionale e regionale, l’andamento degli indici congiunturali è più pesante rispetto al parmense. 

 

Congiuntura Industria gde

Particolari riflessioni sono da riservare all’edilizia, che a livello provinciale, regionale e nazionale ha visto appesantire una situazione già profondamente critica. 

Si contrae di 686 unità il numero delle imprese attive nel parmense: nascono in numero molto contenuto (2.670, il più basso degli ultimi 11 anni) mentre oltre 3mila vengono cessate. Al 31 dicembre sono poco più di 42mila rispetto alle quasi 43.700 del 2008. Si assiste a una progressiva terziarizzazione dell’economia territoriale, una tendenza che tuttavia non garantisce lo stesso valore aggiunto procapite, perso nella contrazione della manifattura.

Le ore di cassa integrazione in crescita di quasi il 30% rispetto al 2012 e un tasso di disoccupazione che dovrebbe arrivare a 7,8 nel corso del 2014 sono ulteriori segnali di allarme di un’economia i cui contorni sono stati ridefiniti ormai in modo strutturale dalla crisi.

PR Cassa integrazione gde

 

Segnali positivi giungono dai dati sulle esportazioni provinciali sempre relativi al periodo gennaio-settembre 2013, che segnano un +3,8% in accelerazione rispetto al 2012 (+2,2% nel 2012) e più vivaci anche della media regionale (+2%) e nazionale (-0,3%).

L’analisi è stata presentata oggi dal presidente della Camera di commercio, Andrea Zanlari, e dalla responsabile dell’Ufficio studi, Giordana Olivieri.

«Anche i numeri dimostrano che la crisi sta incidendo profondamente sulla struttura della nostra economia e la recessione è nel nostro territorio ormai da 8 trimestri consecutivi – ha commentato Zanlari – mentre chi ha scelto di orientare la propria strategia commerciale verso i mercati esteri sta raccogliendo risultati incoraggianti. Questa capacità di leggere le varie dimensioni dell’economia di un territorio è un vero e proprio bene pubblico che le Camere di Commercio mettono a disposizione della collettività unitamente alle garanzie sull’affidabilità degli operatori economici, al sostegno alle imprese, all’accesso al credito, all’export, alla giustizia alternativa, per citare solo alcune delle nostre attività. In questa fase storica l’ente camerale può svolgere un ruolo determinante nella restituzione della fiducia alle imprese e ai lavoratori».

Valore aggiunto provinciale

Il valore aggiunto provinciale, secondo le stime Prometeia-Unioncamere, cala nel 2013 di meno che nel 2012 passando da -2,6% a -1,4% e con la prospettiva di riportarsi con segno positivo nel 2014 (+1%). La dinamica è leggermente più pesante di quella regionale (-1,1% nel 2013 e +1,1% nel 2014) e in linea con quella nazionale (-1,5% e +0,8%).

Distribuendo il valore aggiunto tra i settori dell’economia parmense, si evidenzia l’aggravarsi della situazione nell’edilizia, che perde l’11,4% nel 2013 contro un valore, pure in decrescita, del 7,7% nel 2012 con la prospettiva nel 2014 di una crescita zero. L’andamento del valore aggiunto nell’industria e nei servizi (comprendenti commercio, turismo e servizi in senso stretto) è abbastanza simile: la prima dal -3,5% del 2012 passa a un -2,2% nel 2013 e dovrebbe arrivare a +0,4% nel 2014; i secondi perdono l’1,2% nel 2012, lo 0,5% nel 2013 e guadagnerebbero un + 1,2% nel 2014. All’interno dei “servizi” però, per il commercio il 2014 confermerebbe un andamento critico: vi sarebbe ancora una contrazione, sia pure dello 0,5% rispetto a quella (- 2,8%) del 2013. Invece i comparti “altri servizi” e “intermediazione finanziaria” si avvicinano allo 0 nel 2013 (-0,5% i servizi, -0,1% l’intermediazione) e dovrebbero tornare a crescere nel 2014 (rispettivamente dell’1,2% e dell’1,4%).

Osservando la dimensione del valore aggiunto provinciale dal 2008 al 2013, si nota una contrazione complessiva del 6,9%. Tutti i settori presentano valori negativi nel quinquennio, con un allarmante -35,5% nelle costruzioni, un pesante -12,1% nel commercio e un altrettanto grave -9,9% nell’industria. 

Nello stesso arco temporale, il valore aggiunto procapite passa da quasi 29mila euro a poco meno di 26mila euro.

 

Industria

Per l’ottavo trimestre consecutivo la variazione della produzione è negativa (-2,5%). La nuova fase recessiva iniziata a fine 2011 ha condotto l’attività dell’industria provinciale a nuovi pesanti minimi. Particolarmente accentuata è la contrazione della produzione nei comparti della lavorazione dei minerali non metalliferi (-6%), del tessile (-5,5%) e del legno e mobili (-4,7%). Il calo produttivo grava maggiormente sulle imprese fino a 9 dipendenti (-3,7%) e sulle imprese con 50 e fino a 500 dipendenti (-3,5%) rispetto alle aziende di medie dimensioni, tra i 10 e i 49 dipendenti (-2,1%).

Il fatturato, la cui contrazione era andata allentandosi tra la fine del 2012 e metà 2013 (da -6,2% a -1,5%), è tornata ad appesantirsi (-2,9%) nel terzo trimestre. Anche in questo caso il dato complessivo rispetto al 2012 riporta una variazione negativa del 3%. A soffrire di più anche in questa dimensione sono la lavorazione dei minerali non metalliferi (-5,2%), il tessile (-4,7%) e la lavorazione del legno e mobili (-3,6%) cui si deve aggiungere il trattamento dei metalli, in calo del 3,7%. La contrazione dei fatturati si concentra maggiormente nelle imprese di piccole dimensioni (1-9 dipendenti) dove tocca il -3,3%; si allenta a -2,5% per le imprese tra i 10 e i 49 dipendenti e arriva a -2,2% per le aziende tra 50 e 500 dipendenti.

Andamento del tutto simile al fatturato ha avuto la dinamica degli ordini: si contraevano del 6,3% a fine 2012 e sembravano essersi stabilizzati (-0,4%) a metà dell’anno scorso; purtroppo sono invece ulteriormente diminuiti (-2%) tra luglio e settembre 2013. Lavorazione dei minerali non metalliferi (-6,2%), tessile (-5%) e lavorazione del legno e mobili (-3,8%) anche in questo caso sono i comparti a rallentare in modo più evidente. Analogamente al fatturato, ma con scarti più marcati, anche negli ordini la contrazione investe in modo più accentuato le imprese di piccole dimensioni (-3,2%), seguono le medie aziende (-2,3%) e si limita a -1,4% per le imprese più grandi.

Artigianato manifatturiero

Nell’artigianato si assiste a un lieve allentamento di una situazione critica, dove tutti gli indici congiunturali sono in contrazione da fine 2011. A partire dal primo trimestre dell’anno scorso si assiste al rallentamento della caduta di fatturato, produzione e ordini che, tra luglio e settembre si sono attestati a valori tra il -3% e il -4% (rispettivamente, -3,6%, -3,1% e -3,1%). La domanda estera è apparsa in crescita del 3,6% e segna un’inversione di tendenza rispetto al trend negativo dei dodici mesi precedenti (-1,2%). Ciononostante i dati complessivi dei primi tre trimestri 2013 rispetto allo stesso periodo del 2012 danno atto che l’artigianato manifatturiero ha subito e continua a subire gli effetti della crisi in misura più pesante dell’industria nel suo complesso.

Costruzioni

L’edilizia vede nel 2013 l’aggravarsi di una situazione già critica. Il fatturato dell’industria delle costruzioni si contrae nei primi nove mesi dello scorso anno dell’11,6% rispetto al periodo equivalente del 2012, il quale era già in calo del 4,8%. La contrazione del fatturato si è verificata anche a livello regionale, dove la situazione sembra però un po’ meno pesante: si passa infatti dal -2,2% del 2012 al -5,5% del 2013. In Italia, al -11,6% del 2012 è seguita nel 2013 un’ulteriore drammatica frenata (-11,2%). Il volume d’affari dell’edilizia parmense non smette di contrarsi dai primi mesi del 2011, ha toccato la massima decelerazione nel primo trimestre dell’anno scorso (-14,3%). Pesante è anche il calo registrato nell’ultimo trimestre preso in considerazione in questo studio (luglio-settembre 2013), pari a -10,9%, in aggravamento rispetto alla diminuzione del secondo trimestre (-9,5%).

Commercio

La fase recessiva del commercio, iniziata nel secondo trimestre 2008, dall'autunno 2011 è divenuta sempre più ampia e preoccupante ad ogni rilevazione ma aveva segnato un alleggerimento nel secondo trimestre del 2013. Nel terzo trimestre tuttavia la tendenza negativa è tornata ad ampliarsi con le vendite in calo del 7,4% rispetto al -5,4% del periodo aprile-giugno. Complessivamente, nei primi nove mesi dello scorso anno, le vendite si sono contratte del 7,2% rispetto allo stesso periodo del 2012. Gli esercizi minori soffrono maggiormente, con flessioni pari al 9,5% per la piccola distribuzione (1-5 dipendenti) e all’7,8% per la media distribuzione (6-19 dipendenti). La grande distribuzione (20 dipendenti e oltre) registra un calo inferiore alla media (-3,1%). Soffrono in particolare il commercio al dettaglio di abbigliamento (-10,6%), prodotti alimentari (-7,5%), prodotti per la casa ed elettrodomestici (-6,5%) così come la categoria di altri prodotti non alimentari oltre l’abbigliamento e i casalinghi (-7,5%).

La demografia delle imprese

Si contrae il sistema imprenditoriale parmense, fotografato dalla Camera di Commercio attraverso i dati Movimprese e relativi all’interno 2013: l’anno, come il 2012, il 2008 e il 2009, si è concluso con un saldo negativo di imprese. il territorio perde complessivamente 353 aziende, al netto delle cancellazioni d’ufficio. Il tema rilevante appare quello relativo alle nuove iscrizioni: al Registro Imprese della Camera di Commercio di Parma l’anno scorso si sono iscritte solo 2.670 imprese, il dato più basso degli ultimi 11 anni. Di imprese ne sono state cessate ben 3.023, il quarto dato più alto negli ultimi 11 anni.

 

I dati sulle iscrizioni e cessazioni di imprese si riflettono sulla consistenza complessiva del sistema imprenditoriale della provincia, che al 31 dicembre 2013 è costituito da 46.903 imprese registrate alla Camera di Commercio, di cui 42.163 attive. Quest’ultimo dato esprime la struttura imprenditoriale “effettiva” di Parma che registra 686 unità imprenditoriali in meno rispetto al dato 2012. La contrazione appare ancora più importante se si considera che a fine 2008 le imprese attive contavano 43.696 unità. Parliamo quindi di una perdita del 3,5% del tessuto imprenditoriale effettivo avvenuta negli ultimi 6 anni, vale a dire 1.533 imprese attive in meno. 

I settori che hanno perso più imprese nel 2013 sono l’edilizia (-354), l’agricoltura (-268), il manifatturiero (-184) e trasporti e spedizioni (-52). Saldi positivi presentano invece i servizi alle imprese (+100), il commercio (+56), assicurazioni e credito (+32) e il turismo (+12).

Diminuiscono le ditte individuali (-2,8%) e le società di persone (-1,5%), mentre crescono leggermente le società di capitali (+0,8%) e soprattutto le altre forme (+7,5) che tuttavia hanno un peso relativo sulla composizione complessiva dello stock delle imprese attive nel parmense: sono il 2,5%, contro il 57,8% di imprese individuali, il 21,3% di società di capitali e il 18,9% di società di persone. Con l’aumento delle società di capitali, continua ad irrobustirsi la struttura imprenditoriale, ma con maggiore lentezza rispetto al vicino passato.  Si tratta della crescita annuale più bassa (+0,8%) dal 2008 (tra il 2008 e il 2009, la crescita delle società di capitale era stata del 2,8%). 

Agricoltura, manifatturiero e costruzioni continuano a ridurre il loro peso nella struttura economica locale la quale prosegue nella tendenza verso la terziarizzazione: se nel 2009 i tre settori congiuntamente sfioravano il 50% dello stock delle imprese parmensi, oggi raggiungono il 46,5%. Commercio, turismo e servizi alle imprese e alla persona aumentano invece la loro incidenza. Anche se la crescita numerica del commercio è accompagnata ad un calo dell’apporto al valore aggiunto provinciale.

Le imprese artigiane rappresentano poco meno di un terzo (32,2%) dell’insieme delle imprese attive in provincia e ammontano a 13.604, valore ridottosi di 543 unità rispetto al dato 2012. Il saldo negativo si concentra tra le imprese artigiane del settore edile (-317 unità) che al 31 dicembre 2013 rappresenta circa il 40% delle imprese artigiane; pesante (-142) pure il saldo tra gli artigiani della manifattura, oggi circa il 25% delle imprese artigiane; in diminuzione anche i servizi (-76 unità) in cui si colloca circa un terzo di questa famiglia di aziende.

L’export

Nei primi nove mesi del 2013 le esportazioni parmensi sono aumentate del 3,8% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, in accelerazione rispetto all'incremento del 2,2% segnato nello stesso periodo del 2012. Complessivamente le esportazioni del 2013 (4.210 milioni di euro a valori correnti) hanno superato del 19,8% l'importo complessivo del 2008 (3.514 milioni di euro, il valore più alto prima della crisi internazionale).

Considerando i settori che contribuiscono maggiormente alle esportazioni provinciali, si rilevano aumenti significativi per macchinari ed apparecchiature (+6,8 per cento), prodotti alimentari (+5,4%), prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+2,0%), prodotti chimici (+4,6%), articoli in gomma e materie plastiche (+6,6%) e articoli di abbigliamento (+7,5%). Hanno invece segnato una battuta d'arresto i prodotti della metallurgia (-11%), i prodotti in metallo (-6,4%), computer e prodotti di elettronica, ottica ed elettromedicali (-18,7%) e autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (-4,0%).

Per quanto concerne i mercati di sbocco, America, Africa e Oceania registrano aumenti considerevoli (rispettivamente +17,2%, +14%, e +11,5%). In particolare l’export verso gli  Stati Uniti cresce del 21,6%. Pur crescendo di poco (+1%) il mercato europeo si conferma tuttavia il più importante, assorbendo esattamente i due terzi delle esportazioni parmensi (rappresentava il 67,6% nel 2012).

Sono sostanzialmente stabili le vendite in Asia (+0,3%), sebbene forti contrazioni si siano registrate in Cina (-12,4%) e in India (-31,2%).

 

Cassa integrazione e previsioni sulla disoccupazione

Sono oltre 5 milioni e 850 mila le ore di cassa integrazione autorizzate nel parmense nel corso del 2013 (dati INPS riferiti all’anno intero), valore in crescita del 29,5% rispetto al 2012. Ad aumentare è soprattutto il ricorso alla cassa integrazione in deroga (+62,2%), ma crescono pure le ore di cig ordinaria (+13,3%) e straordinaria (+6,7%). A livello regionale, il ricorso alla cassa integrazione si è ridotto complessivamente dell’1,2%, con un’importante frenata delle ore di cig ordinaria (-10,8)%. Crescono invece le ore di cig straordinaria e in deroga, rispettivamente dell’1 e dell’1,5%.

 

Le previsioni Prometeia-Unioncamere sull’evoluzione dei tassi di disoccupazione mostrano l’appesantimento della situazione tra il 2012 e il 2013, con un 2014 in cui sembra delinearsi un ulteriore leggero aggravio: Parma passa infatti da un tasso di disoccupazione del 6,3% nel 2012 al 7,7% del 2013 con la prospettiva di chiudere il 2014 a 7,8%; l’Emilia-Romagna passerebbe invece dal 7,1% del 2012 all’8,6% del 2013 che dovrebbe arrivare a 8,8% nel corso di quest’anno. A livello nazionale il tasso dovrebbe raggiungere il 13% nel 2014 partendo da un 12,2% riferito al 2013.

 

 

(Fonte CCIAA di Parma)

Pubblicato in Economia Emilia

 

Dopo la crisi nulla sarà più come prima. Le imprese per svilupparsi dovranno aumentare l’efficienza produttiva e accedere prevalentemente ai nuovi mercati finanziari.  Le banche hanno già dato e non si potrà più contare su di loro in via privilegiata.

di LGC

Parma 27 Gennaio 2014 ----

“La crisi perfetta” come  è stata etichettata da Andrea Zanlari - presidente di CCIAA di Parma - farà ancora nuova selezione e, dopo la tempesta, nulla sarà come prima. Questo in sintesi quanto emerso dal convegno di ieri "Nuove opportunità di finanziamento per le PMI"  promosso da Fondazione Monte Parma in collaborazione con CCIAA di Parma, Borsa Italiana e Prometeia.

Meglio prendere coscienza della situazione e attrezzarsi per “progettare il futuro” come  sottolineato da Roberto Delsignore - presidente della Fondazione Monte Parma. Nel ringraziare i relatori intervenuti ai quali passerà parola, Delsignore rimarca gli obiettivi della Fondazione e si auspica che “con la loro competenza ritengo sapranno fornire linee di indirizzo essenziali, sollecitare riflessioni e formulare proposte concrete  per affrontare un periodo in cui è necessario invertire la tendenza negativa, iniziare un nuovo ciclo di crescita e ritrovare fiducia per progettare il futuro”. 

Tendenza negativa che ha investito fortemente anche la città ducale come ben illustrato dal presidente camerale Andrea Zanlari. “E’ una situazione in cui Parma non è mai stata quella di   avere un calo di produzione, un calo degli ordini e un calo di fatturato” in contemporanea. Una situazione complessa che vede coinvolgere nella crisi locale anche la GDO e l’alimentare che sono stati i capisaldi della nostra economia. “Cosa più preoccupante - conclude Zanlari - il calo del PIL procapite ” che da 28.900€ è crollato a 24,800 circa. Una sensibile minore disponibilità economica delle famiglie che si aggraverà ancor più nel prossimo futuro considerando i 12.000 cassintegrati provinciali che, peraltro, non sono conteggiati nel calcolo del tasso di disoccupazione provinciale arrivato al 7,8%.

Congiuntura Industria gde

Ma se Parma piange il resto d’Italia non ride. Dello scenario macro economico se ne è occupato Giuseppe Lusignani - vice presidente Prometeia - il quale ha posto una pietra miliare: non si tornerà più come prima e soprattutto gli strumenti finanziari non saranno più gli stessi.

“Il gap che abbiamo accumulato in questi sei anni  (8 punti di PIL) di crisi non lo recuperiamo” e probabilmente solo per il 2020 si ritornerà ai livelli del 2007.  Ma per il PIL procapite dovremo attendere ancora oltre, “Bisogna quindi pensare a tempi lunghi”.

Tra i grandi cambiamenti a cui le imprese dovranno adattarsi il principale sta nell’accesso al credito.  L’ampia e documentata illustrazione del  professor Lusignani, non lascia scampo a interpretazioni diverse: le Banche, non solo in Italia ma in tutta Europa, hanno esagerato nel concedere credito innescando quindi la crisi datata tra il 2007 e il 2008. Per questa ragione non ci si può attendere una riapertura di linee credito come le imprese erano abituate.

Stando ai dati illustrati,  dei circa 60 miliardi necessari a sostenere lo sviluppo delle imprese, solo 25, massimo 30 potranno essere messi a disposizione dal sistema bancario.   Il resto dovrà arrivare dal miglioramento dell’efficienza produttiva delle imprese e dai mercati finanziari, Borsa in primis.

In breve sintesi la ripresa di un ciclo economico virtuoso va innescata puntando sulle aziende ad alta efficienza. Dallo studio Promoteia in Emilia Romagna, le aziende che registrano indicatori d’eccellenza (ad esempio ebitda 7%) sarebbero 214 delle quali 26 collocate a Parma. E’ da queste che bisogna partire per la ripresa e considerando  orizzonti temporali di lungo periodo. Dello stesso avviso è Alessandra Franzosi di Borsa Italiana la quale, dopo un’ampia illustrazione dei nuovi mercati non regolamentati destinati alle PMI messi a disposizione da Borsa Italiana, auspica la creazione di una “Comunità di investitori istituzionali di lungo termine, domestici e di capitali pazienti che sappiano  e si  irrobustiscano nell’investire nel sistema paese in modo diverso da quello che è stato fatto sinora attraverso la sottoscrizione del debito pubblico ma  attraverso quelle che sono le necessità delle imprese.” 

In conclusione la ripresa economica va costruita sia attraverso l’accesso ai nuovi mercati finanziari non regolamentati (ExtraMot), sia attraverso percorsi di formazione specifica a questi strumenti (progetto ELITE) ma anche seguendo un percorso endogeno di miglioramento dell’efficienza aziendale che consentirà alle imprese di troverà più facilmente partner “pazienti” in grado di accompagnarne la crescita e il valore. 

Pubblicato in Economia Emilia
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