Uno straordinario punto di incontro. Una Babele di specialità e professioni fianco a fianco, in “condominio”. Impossibile non interagire
di LGC
Parma, 24 dicembre 2013 --
Impossibile non interagire tra professionisti che calpestano i medesimi spazi e altrettanto impossibile non essere attratti e incuriositi dalle variegate insegne che identificano i diversi uffici.
E, prima o poi, la curiosità trova soddisfazione trasformandosi nella naturale e più semplice leva di facilitazione di contatto. Al luogo di ristoro, alla tradizionale macchinetta del caffè, la domanda più frequente e spontanea è “Ciao, ma voi cosa fate?”. Da quella risposta spesso si apre un mondo che, sino a quel momento era, se non totalmente, almeno in parte sconosciuto.
Si sa, la curiosità è come la “ciliegia” l’una tira l’altra, una domanda adesso, una domanda il giorno dopo e nel frattempo viene in mente una nuova idea oppure, guarda caso, una risposta a un quesito che sembrava indefinibile.
Dinamiche sociali aperte e spontanee che però possono anche essere organizzate e programmate in incontri conviviali. Il piacere di incontrarsi senza averne un obbligo d’ufficio. Momenti che nascono spontanei fors’anche perché agevolati dalla messa a disposizione di locali comuni e attrezzati allo scopo.
Se poi si ha la fortuna di imbattersi in qualcuno (più frequente che sia qualcuna) che si prende la briga di organizzare una “seratina”con scambi di “regali al buio” all’interno degli stessi locali del Business Center, quelli che normalmente vengono utilizzati per conferenze o altre attività collettive, ecco che il gioco è fatto. Rotti gli indugi e abbattuti i diaframmi di naturale diffidenza tutto può accadere; anche che due piccole imprese o due professionisti possano scoprire di essere complementari e perciò di intraprendere una strada comune con raddoppiato vigore ed entusiasmo.
Questo è il Business Center un luogo di lavoro ma anche uno straordinario luogo di incontro per fare “business”.
“Questa nuova proposta di servizi, afferma Claudio Minoja responsabile del Business Center Parma, sta rispondendo alle aspettative iniziali. La “scommessa” di aprire a Parma uno dei più ampi centro servizi della regione, è nata dalla valutazione che la città ha sempre avuto una sua peculiarità “europea” e che avrebbe favorevolmente accolto questa tipologia di servizi. Una formula già molto diffusa all’estero, specie nei Paesi anglofoni, dai quali noi italiani spesso importiamo tendenze già in stadio di maturazione nel luogo d’origine.
Devo dire di essere piuttosto soddisfatto di questo primo periodo d’attività. Nei primi sei mesi abbiamo potuto riscontrare che l’orizzonte del breack even posto alla fine del 2014 è pienamente rispettata. Abbiamo constatato che, dai primi contatti stimolati prevalentemente dalla curiosità, vi è stato un buon ritorno a conferma che l’appetito vien mangiando.”
Dal privilegiato punto di osservazione del responsabile del Business Center, viene la conferma che, nonostante il particolare periodo di generale stagnazione dei consumi e recessione dell’economia, i segnali di una rinnovata tendenza verso l’autoimprenditoria sono concreti. Molti giovani diplomati e neo laureati ma anche ex manager che hanno deciso di scommettere su sé stessi e sulle proprie capacità.
“La soddisfazione, - prosegue Claudio Minoja - per quanto moderata dalla situazione contingente, è tanta. Come politica aziendale, siamo molto attenti a intercettare le esigenze aziendali più latenti e di agevolare le giovani imprese in fase di start up . E’ nostro interesse che l’esigenza dell’ospite sia soddisfatta, che abbia la tranquillità di pensare e concentrarsi al proprio business per la maggior parte del tempo. In buona sostanza deve avere la garanzia dell’efficienza dei servizi di volta in volta a lui necessari e soprattutto la sicurezza che il prezzo pattuito sia certo e senza sorprese. E’ appunto dalla constatazione di questo dualismo di necessità, servizio sicuro e prezzo certo, che abbiamo già messo a disposizione nuovi prodotti e servizi proposti con la formula del noleggio. Una formula che risponde perfettamente alle domande di beni e servizi aziendali da utilizzare per il tempo strettamente necessario all’impiego. Inutile acquistare una attrezzatura sapendo che il suo impiego sarà limitato nel tempo. L’investimento e la conseguente immobilizzazione di capitali che questo comporta può diventare l’ostacolo primario per una nuova intrapresa. Altre volte, invece, una determinata e specifica attrezzatura ha un impiego aziendale stagionale. Pochi mesi di utilizzo all’anno che però comportano l’occupazione di spazi di “ricovero” e soprattutto costi di manutenzione spesso elevati per il mantenimento dell’efficienza. Il noleggio consente invece di godere del possesso della medesima attrezzatura, sempre efficiente, per il lasso di tempo utile ala specifica fase industriale. Come dicevo, poniamo particolare attenzione verso quelle giovani imprese, spesso individuali, in fase di start up. A tale scopo stiamo ultimando uno spazio dedicato e condiviso che diventerà, ne sono sicuro, una grande fucina di idee. Uno spazio offerto nella formula coworking o “COWO”, come familiarmente viene identificata, che sarà un “brain storm” perpetuo. Quell’interazione tra imprese e professionisti che avevamo tra i nostri obiettivi e che abbiamo cercato di animare si è già concretizzata, forse anche sotto lo stimolo delle feste natalizie. Una cena con scambi di regali, nata in modo spontaneo e che ha visto l’immediata adesione di buona parte delle aziende ospiti. In conclusione colgo l’occasione per formulare a tutti i migliori auguri di un Sereno Natale e che il 2014 porti, ottimismo, speranza e buon business."
Il primo “panettone” del Business Center Parma. Alla vigilia del lancio del nuovissimo “Thub”, la fucina dei talenti.
Di Chiara Marando – Parma 21 Dicembre 2013
Festeggiare, conoscersi e condividere. Queste le basi per una serata all'insegna del sorriso e del buonumore, una festa firmata Business Center e Thub, strutture innovative e fresche che devono il loro successo non solo all'offerta di spazi ed uffici all'avanguardia per le aziende, ma anche alla grande capacità di coesione e lavoro di squadra. Una realtà che sta prendendo sempre più corpo e guarda al futuro con occhi positivi.
Quella che si è svolta mercoledì 18 settembre non è stata solo la classica cena di auguri natalizi, ma un punto di partenza, una possibilità per incontrarsi non solo casualmente nei corridoi tra una pausa e l'altra, ma una vera e propria cena di benvenuto collettivo.
Le varie realtà aziendali della struttura hanno avuto la possibilità di “guardarsi in faccia”, confrontarsi e chiacchierare sorseggiando un buon drink e gustando ottimo cibo. Perché si sa che le idee migliori nascono a pancia piena.
Oltre al ricco buffet ed al goloso tavolo dei dolci, una vera opera d'arte, come ogni Natale che si rispetti non poteva mancare lo scambio dei regali, dove ogni ospite aveva il compito di donare qualcosa senza sapere a chi sarebbe andato. “L'arte del riciclo” ha dato i suoi frutti e le risate generali sono state contagiose.
Un evento semplice ma con uno scopo importante, quello di segnare un cambiamento, diventare parte integrante di un progetto comune fatto di sviluppo e supporto reciproco. Ed un primo segno è stato lasciato sul serio: un pannello colorato con le impronte autografate di chi in questo progetto ci crede veramente e desidera farne parte.
A confronto le tre diverse forme contrattuali di godimento del bene: proprietà, locazione e leasing.
di LGC ---
Parma, 21 settembre 2013 - -
Esistono momenti nei quali l'imprenditore o il professionista si trova di fronte al bivio della scelta, per il godimento del medesimo bene, tra l'acquisto o l'utilizzo attraverso il leasing, il noleggio o la locazione a seconda della tipologia del bene.
Innanzitutto occorre chiarire i principali elementi di distinzione tra le diverse opzioni di locazione (finanziaria e operativa).
- Leasing-
Tra le forme alternative alla proprietà per l'acquisizione di beni strumentali la più conosciuta è la locazione finanziaria ( leasing). Il bene resta per tutta la durata del contratto di locazione, di proprietà del locatore, che lo acquista dal rivenditore prescelto dal Locatario al prezzo da quest'ultimo concordato. Il canone di locazione viene costruito secondo le esigenze del cliente (es. anticipo, durata, riscatto, ...).
Il leasing è una locazione che ha come obiettivo finale il riscatto dei beni e quindi la proprietà di essi da parte del cliente.
-Noleggio-
La Locazione operativa, meglio conosciuta come "Noleggio a lungo termine" o "Renting", è sostanzialmente un pagamento periodico per l'utilizzo del bene e di alcuni servizi ad esso connessi.
Normalmente a fine contratto il cliente non entra in possesso del bene. Questo tipo di locazione
consente all'utilizzatore di avere un bene sempre aggiornato e dei costi programmati;
annessi al bene vi possono essere servizi aggiunti (es. manutenzione, prodotti di consumo, ...).
Il Noleggio è una locazione che ha come obiettivo il solo utilizzo dei beni per la durata che il cliente
ritiene più appropriata alle proprie esigenze.
E' quindi comparabile ad una utenza ove il cliente sostiene un costo predefinito per il godimento
dei beni concessigli in locazione.
Negli ultimi anni si è assistito allo spostamento della domanda dai beni ai servizi, con la diffusione del noleggio a scapito delle tradizionali forme giuridiche di possesso dei beni. Il fenomeno ha interessato ampi settori dell'economia, tra cui quello delle auto, dei veicoli commerciali, dei camion, dei natanti, degli aeromobili, dei computer e delle periferiche da ufficio, nonché dei beni strumentali in genere.
Il fenomeno di spostamento della domanda dai beni ai servizi, con riferimento agli immobili e quindi agli uffici, si sta diffondendo attraverso forme contrattuali, che hanno come base la locazione, e si articolano con l'offerta di contenuti (servizi) attraverso i quali le offerte stesse si differenziano e gli operatori competono e si posizionano nei diversi segmenti di mercato.
All'interno del fenomeno illustrato, la tradizionale distinzione tra acquisto di un immobile in proprietà, ovvero in leasing o in locazione, perde un po' di significato, in quanto tutte e tre le forme contrattuali, pur differenziandosi per gli aspetti giuridici e le implicazioni fiscali e creditizie, possono rappresentare comunque una forma tradizionale di offerta del bene (proprietà e leasing) ovvero di un servizio elementare che consiste nella messa a disposizione del bene (locazione tradizionale).
Con riferimento alla tradizionale distinzione delle tre possibili forme contrattuali sopra individuate, possiamo tratteggiare (vedi tabella seguente) in termini distintivi gli aspetti legati alla responsabilità e tutela del patrimonio, alla copertura finanziaria e alle implicazioni fiscali.
Dal confronto sopra sintetizzato appare evidente come la forma contrattuale della locazione appaia la soluzione fiscalmente più vantaggiosa, risolve il problema del finanziamento e non incide su merito di credito e sul rating dell'operatore economico, non espone il patrimonio ai rischi d'impresa e costituisce la forma più flessibile di utilizzo del bene.
L'evoluzione dell'offerta del mercato orientata ai servizi valorizza i vantaggi competitivi sopra illustrati già propri della tradizionale forma contrattuale della locazione per inserire in essa ulteriori contenuti in termini di flessibilità e servizi avanzati.
Nelle forme più evolute di vendita del "servizio ufficio" viene messo a disposizione dell'operatore economico il contenuto di cui ha bisogno e nel momento in cui ne ha bisogno.
Nella gestione di un'impresa infatti può capitare di avere necessità di una sala conferenze, di una sede di prestigio, di un traduttore o di altri servizi o beni che se acquistati determinerebbero il sostenimento di ingenti oneri a fronte di un utilizzo solo occasionale e quindi dell'impossibilità del recupero economico dell'investimento attraverso l'uso.
Il vantaggio del noleggio del "servizio ufficio" rispetto all'acquisizione del bene ufficio consiste quindi nella maggiore flessibilità e nelle economie di scala che strutture condivise consentono.
La diffusione di offerte orientate al servizio è ancora modesta nel nostro paese ma le esigenze diffuse di riduzione di costi e maggiore flessibilità possono costituire l'abbrivio per una rapida espansione.
- Desidero ringraziare il dr. Stefano Marini (Commercialista in Arezzo e Parma) dell'omonimo Studio Associato per il contributo tecnico di sintesi offerto a questo articolo -
Hai bisogno del tuo spazio? Hai bisogno di tempo? Ti piace lavorare in “compagnia” senza rinunciare ad essere indipendente?
Se hai risposto si anche alla terza domanda, allora il coworking fa per te.
By Walter, Emilia 14 settembre 2013 -
In fondo diciamolo, chi davvero vuole lavorare da solo? La mia risposta è nessuno. Da soli si finisce per impazzire lentamente. Si diventa estranei al mondo esterno per eccesso di autorefrenzialità. Però non sono certo questi gli unici motivi che orientano a scegliere di lavorare in uno spazio comune con postazioni di lavoro pronte e servizi di segreteria da grande azienda. Anche un giovane freelance vuole sognare. Chi già conosce il coworking sa perfettamente che non si tratta di sogni ma di una realtà che potrà solo espandersi. Nelle principali città metropolitane italiane l’utilizzo di spazi condivisi sono una realtà sin dal 2005 mentre, nelle città cosiddette di provincia, questo metodo di lavoro è una realtà in espansione negli ultimi due anni.
Ecco la voce di un coworker:
“Prima lavoravo a casa, alla fine mi sembrava di essere ai domiciliari”
Tra le voci sentite ho trovato sempre frasi aperte e la parola che ho sentito inneggiare di più è stata: Creatività.
Una certa percentuale di Effetti positivi.
Ricordo di un articolo di qualche tempo fa su di un settimanale che aveva effettuato diverse interviste su soggetti che lavoravano da tempo in una soluzione condivisa.
Età media degli intervistati 25-35 anni. Nel 94% dei casi il lavoro in coworking ha avuto effetti positivi sulla vita privata. Nel 53% in modo lieve e nel 43% molto evidente. In molti casi ha fatto leva il meno stress nella gestione della propria attività e il far parte di una comunità che, non di rado, si muove per risolvere un problema “singolare” usando la comune pluralità del coworking.
Per quanto riguarda invece la situazione lavorativa, la quasi totalità degli intervistati ha parlato di un incremento dei propri guadagni e maggiore visibilità nel mercato, la possibilità di spazi ad uso flessibile in base alle proprie necessità, l’economicità, la possibilità di avere risposte in tempo reale da diverse figure professionali e diverse occasioni di scambio e sviluppo di nuove idee.
Ovviamente non sono tutte rose e fiori, ma l’articolo che ho citato prima è servito come base per gli sviluppi dei nuovi spazi di coworking i quali, ormai da tempo, sono tutti dotati di spazi comuni dedicati a scopi diversi d’utilizzazione. Spazi lavorativi, creati da scrivanie, zone più riservate per ricevere clienti o fare telefonate senza essere disturbati (o disturbare), sale riunioni e area relax dove pranzare e socializzare.
Pillole di coworking
I coworker possono, scambiarsi sevizi: io faccio il sito a te tu fai la consulenza a me!Condividere contatti: l’ingresso in un coworking amplifica istantaneamente il bacino di potenziali clienti. Progettare in comune: all’interno dello spazio comune si possono trovare professioni in grado di sviluppare proposte e progetti comuni.
I coworker sono portatori di conoscenza, i coworking possono divenire luoghi di condivisione di questa conoscenza, luoghi dove i coworkers diventano docenti.
Spesso i coworker sono startupper, per cui il coworking può diventare anche incubatore d’aziende.
Riassumendo, cos’è il coworking?
Un opzione sostenibile da tutti i freelance, una postazione per lavoratori nomadi come, freelance, consulenti, manager, progettisti, scrittori, ecc.
Sei un lavoratore nomade? Unisciti sotto il segno del coworking ed espandi il tuo network. Collaborare conviene!
Di Walter - 3 agosto 2013 - Ogni crisi ha una doppia faccia. Da un lato si possono mettere tutte le negatività che la crisi si porta dietro, mancanza di liquidità, disoccupazione, tumulti sociali e chi più ne ha più ne metta. Ma c'è anche il lato positivo, c'è sempre un lato positivo. Nelle varie crisi che il mondo ha potuto vivere c'è sempre stato qualcuno che si è attivato per "saltarci fuori". L'innovazione fa parte (non solo) del lato positivo delle crisi. Le menti si aprono e nasce il frutto di un mix strano, in stile agrodolce, fatto di creatività e bisogni. Ad esempio l'ufficio è uno di quei luoghi che fanno si che un'attività nascente possa spiccare il volo, possa garantire ai membri dell'azienda di lavorare, condividere e incontrarsi per creare dunque crescere. In tempo di crisi però va da sé mantenere questi spazi con i loro costi fissi diventa un bel problema. Durante una crisi è anche molto probabile che i modelli di business cambino o semplicemente vadano a spostare il loro baricentro per rimanere in equilibrio mentre l'onda della crisi passa.
È nel lontano 1929 con l'arrivo della prima grande crisi negli USA che arrivano i primi esempi di Uffici Condivisi e Temporanei, i famosi Coworking o più semplicemente "il Cowo". Da non tralasciare l'assonanza nella nostra lingua con "covo". Questo modello di lavoro porta sicuramente un vantaggio economico ma anche un sicuro aumento del valore del Brand che utilizza tale metodo. Infatti i coworking e gli uffici temporanei offrono ormai da qualche anno stamze, meeting room e servizi che una PMI appena nata si possa mai sognare.
L'attuale situazione italiana ma anche europea/mondiale, ha allargato a macchia d'olio la possibilità di avere luoghi temporanei per la condivisione del lavoro o anche solo per effettuare incontri con la clientela in un ambiente di tutto confort e che non pesi in modo continuativo sull'azienda. E lasci liquidità per altri tipi d'investimenti più produttivi.
Di fatto il lavoro in coworking offre anche altri vantaggi oltre il risparmio di danaro e l'aumento d'immagine del proprio brand, per alcune aziende il valore sta nel trovare nello spazio comune lavoratori spesso indipendenti ma interessati all'interscambio lavorativo e culturale allo stesso tempo. Infatti sempre più frequentemente uno spazio come il cowo viene utilizzato dalle aziende in Startup, aziende appena nate in fase di primo sviluppo, che spesso di occupano della creazione di nuovi servizi sul Web o di preparazione di App, per passare al Social Strategy o altri campi altamente tecnologici. Dove il comune denominatore che possiamo trovare è la Passione per la tecnologia.
Essendo i cowo dei luoghi di persone appassionate portano con sé anche un modo diverso di interpretare l'ambiente di lavoro, troppo spesso lasciato asettico e senza personalità. Un caso eclatante di coworking allargato sono gli spazi degli uffici di Google. I gruppi di lavoro sono forniti di open space con ogni sorta di gadget, dal semplice divano e tv al biliardo, calcetto e ogni diavoleria che possa passarvi per la testa in questo momento.
E per arrivare in sala comune? C'è pure lo scivolo!