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Lunedì, 09 Marzo 2020 18:54

Qui bisogna fermare tutto il Paese!

Appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Unica soluzione per limitare i contagi e il collasso del sistema sanitario ed economico italiano

di Francesca Caggiati - Parma 9 marzo 2020 - La situazione è sfuggita di mano. Prendiamone atto. L’ultimo decreto entrato in vigore in pratica da oggi - al di là degli esodi incontrollati verso il sud del Paese nella finestra tra la sua approvazione e la sua applicazione e qualche ora di “bozza” - è comunque insufficiente ad arginare efficacemente la diffusione del coronavirus e lascia ampi spazi ai singoli di decidere quando è necessario o meno muoversi, continuare ad andare al lavoro e quindi a contatto con altre persone, anche prendendo delle “precauzioni” di distanza e di igiene personale come lavarsi le mani frequentemente e starnutire nella piaga del gomito. E questo non è accettabile. Non è accettabile in uno stato di emergenza come questo far passare il messaggio che “si ok è grave, però…”

Siamo seri una volta tanto, dimostriamo al mondo di essere responsabili, coscienziosi e consapevoli che la situazione non è grave, è gravissima e insostenibile con le attuali misure, troppo di manica larga e insufficienti per scongiurare il peggio.

Ormai i contagi sono ovunque, su tutto il territorio nazionale. Non possiamo tergiversare!

Come ha spiegato il Primario di Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco di Milano prof. Massimo Galli - già a partire dai suoi primi interventi sulle reti televisive nazionali - il coronavirus “non è mai stata una semplice influenza”, si tratta di una malattia nuova e - anche se non è possibile stabilirlo a priori con precisione - nel 10-15% di popolazione adulta che si infetta sfocia in polmonite e in molti casi necessita di cure ospedaliere nei reparti di terapia intensiva. “In particolare gli anziani, ma anche giovani con patologie pregresse e altri motivi che non conosciamo, possono arrivare a non farcela.”

I morti sono già centinaia, diverse migliaia sono i contagiati conclamati e in cura - ricordiamo che medicinali specifici non ne esistono comunque, come non esiste un vaccino che possa prevenire i contagi nelle persone ancora sane.

È ora di starsene tutti in casa – come ho già scritto in un precedente articolo uscito ancor prima fosse divulgata la bozza del decreto che ha limitato gli spostamenti in Lombardia e altre 14 province –
https://www.gazzettadellemilia.it/parma/item/26838-siamo-in-stato-di-emergenza-sanitaria-piantiamola-di-raccontarcela-stiamo-in-casa.html
è ora di fermarci. Ma fermarci tutti quanti da nord a sud. Stiamo in casa, senza se e senza ma.

Nessun politico ha finora avuto il coraggio di dirlo chiaramente. Tutti succubi della paura che crolli l’economia, tutti focalizzati sul soldo – in primis i cittadini - più che sulla salute delle persone.
Sento il dovere morale, come giornalista, di appellarmi al Presidente di tutti gli Italiani, affinché – stravolgendo le regole e anticipando i tempi il più possibile – prenda in mano, in prima persona, questa situazione di emergenza ormai fuori controllo.

Auspico che il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, se non vuole farlo il capo del Governo, dica chiaro e tondo a tutti gli Italiani da nord a sud di stare tassativamente in casa e autorizzi solo gli spostamenti per il personale che lavora negli ospedali. Farmacie e supermercati attivi solo per consegne a domicilio con personale protetto e pochissime altre categorie come Esercito e Forze dell’Ordine.

Tre cose chiare mi auspico verranno dette:
- State tutti in casa
- Non preoccupatevi dei soldi, congeliamo tutti i pagamenti e garantiamo pensioni e stipendi per sopravvivere
- Fidatevi dello Stato e non appena sarà finita questa emergenza, troveremo il modo per far ripartire l’economia. Ve lo prometto!

Ora tutti fermi. Fino a nuovo ordine. Non sarebbe dittatura questa, ma coscienza e responsabilità. Sarebbe coraggio e volontà di voler salvare il salvabile per quanto è ancora possibile. È l’unico modo per superare questo evento epocale, essendo di esempio per il mondo intero.

Confido che le parole, di una sconosciuta giornalista di Parma, arrivino al Presidente Mattarella e che portino alla decisione che ritiene essere la migliore per il Suo e il Nostro Paese.

Pubblicato in Politica Emilia

Editoriale:  - Italiani untori?  Sarebbe giunta l'ora di richiedere i danni ai nostri splendidi alleati - Coronavirus: FIEPET Confesercenti Emilia Romagna, in bar e ristoranti della Regione persi 37,8 milioni di euro in 10 giorni. - Lattiero caseario. Cedono latte e burro. Borse di Parma e Verona ancora chiuse  - Cereali e dintorni. Mercati alla disperata ricerca di occasioni per risalire - L’Italia s’è ferma... -

cibus_10_8mar2020_cop.jpgSOMMARIO Anno 19 - n° 10 08 marzo 2020
1.1 editoriale
Italiani untori? E' il momento di chiedere i danni ai nostri splendidi alleati
2.1 economia  Coronavirus: FIEPET Confesercenti Emilia Romagna, in bar e ristoranti della Regione persi 37,8 milioni di euro in 10 giorni.
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Cedono latte e burro. Borse di Parma e Verona ancora chiuse   
3.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati alla disperata ricerca di occasioni per risalire
5.1 cereali e dintorni tendenze.
6.1 coronavirus sostegni UniCredit amplia le misure a sostegno dei territori colpiti dal virus COVID - 19
6.2 meccanica agraria Regno Unito: il trattore fa i conti con la Brexit
7.1 Prezzo riferimento Reggio E.  Determina prezzo
7.2 Coronavirus emilia  Coronavirus: il sistema sanitario regionale regge bene e intanto si pensa al lato economico del sistema produttivo e al lavoro
8.1 sanita‘ Emilia Romagna  Conferenza
9.1 coronavirus L’Italia s’è ferma...
10.1promozioni “vino” e partners
12.1 promozioni “birra” e partners

 

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Editoriale:   - Tafazzi gongola col CovINPS-19 e dimentica il referendum costituzionale del 29 marzo - “Spesso buono oltre" la data di scadenza contro lo spreco alimentare. - Lattiero caseario. Il “Latte spot" e il “Parmigiano” restano in fase negativa - Cereali e dintorni. Mercati ancora bassi, ma ai blocchi di ripartenza. - Spagna: Alla vigilia di FIMA. -

cibus_9_1_mar2020_-COP.jpgSOMMARIO Anno 19 - n° 09 01 marzo 2020
1.1 editoriale
Tafazzi gongola col CovINPS-19 e dimentica il referendum costituzionale del 29 marzo
2.1 spreco alimentare
“Spesso buono oltre" la data di scadenza contro lo spreco alimentare.
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Il “Latte spot" e il “Parmigiano” restano in fase negativa.   
3.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati in balia del “coronavirus”
5.1 cereali e dintorni tendenze.
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati ancora bassi, ma ai blocchi di ripartenza.
7.1 ambiente romagna Siccità invernale, il Canale Emiliano Romagnolo anticipa l’irrigazione
7.2 meccanica agraria Spagna: Alla vigilia di FIMA.
8.1 Prezzo riferimento Reggio E.  Determina prezzo
8.2 fiume PO  Consorzio Emilia Centrale: al via le operazioni in alveo per sgomberare dalle sabbie l’impianto di Boretto (RE)
9.1 sanita‘ Emilia Romagna  Conferenza stampa dell'Assessore alla sanità Sergio Venturi. I chiarimenti applicativi dell'ordinanza del 23 febbraio e il numero verde
10.1 incendi e prevenzione Carabinieri Forestali: attenzione agli incendi boschivi, sanzioni per l’accensione di residui vegetali effettuati senza le necessarie comunicazioni.
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In pochi giorni la locomotiva economica del Nord Italia è stata fermata bruscamente.

Milano, 27 feb. (Labitalia) - "Sul Coronavirus è presto per fare analisi e avremo il tempo per capire di chi sono le responsabilità. Certo è che in pochi giorni abbiamo avuto la locomotiva economica del Nord Italia che è stata fermata bruscamente e il nostro Paese, e non solo il Nord, visto dall’estero sembra nel pieno di uno scenario apocalittico. Serve un’operazione trasparenza e verità". Così, in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia, Roberto Race, segretario generale del think tank Competere.EU, uno dei consulenti di corporate strategy e reputation più affermati e il suo osservatorio internazionale, lavorando con pmi e allo stesso tempo con grandi multinazionali, da elementi di lettura di quanto sta avvenendo.

"Da un momento all'altro - afferma - le pmi si sono accorte che è fondamentale fare come fanno le grandi aziende, porsi il tema di come creare piani alternativi per la supply chain e non essere vincolati a fornitori in un’unica area geografica. E’ nata la consapevolezza che le aziende devono essere in grado di lavorare da remoto con sistemi di cloud e sicurezza informatica".
"I danni sull'economia - spiega - hanno palesato come non esista un sistema Paese. C'è una competizione tra sistemi paese che l'italia non sta affrontando e quanto sta accadendo ne è la dimostrazione. Penso, ad esempio, ai grandi congressi internazionali cancellati o che rischiano di essere spostati in altre città con tutti i danni per l'indotto".

"Per nostra fortuna - commenta - abbiamo uno dei servizi sanitari migliori al mondo, che ha tanto da insegnare a quelli che oggi ci criticano, che sarebbe stato abbondantemente in grado di affrontare pure il Coronavirus anche senza la psicosi generata in questi giorni. Il paradosso narrativo e mediatico che ci siamo autoinflitti è figlio solo del fatto che i sistemi sanitari lombardi e veneti sono eccellenti e che hanno eseguito una quantità di controlli che non ha fatto nessun altro Paese".
"Di emergenze - ammette - ne abbiamo tante, a partire dai terrorismi. Ma non mi pare che siano state chiuse le città nell’ipotesi di attacchi ma solo intensificata con grande discrezione l’attività di tutela e protezione. In questo i nostri apparati di sicurezza e i servizi stanno gestendo la situazione in maniera ineccepibile senza tanti clamori o sensazionalismi. Probabilmente, al contempo, si sono usati il lessico e l’approccio che usa la Protezione Civile, una grande eccellenza del nostro paese, nelle catastrofi naturali, senza capire che qui era una situazione diversa e si è fatto diventare 'epicentro di un terremoto sanitario' tutto il Paese".

"La situazione - continua - poteva sicuramente essere prevenuta, con azioni concrete e non demagogiche. La salute della popolazione è un fatto prioritario che può avere ricadute sull’intero sistema. Va detto, poi, che esiste un’emergenza sanitaria da anni nelle scuole e nelle università. Bagni sporchi, pulizie fatte male e carenza di personale ausiliario sono una realtà. E’ lì che bisogna intervenire dai prossimi giorni. Esistono regole semplici e di buona educazione che se attuate possono evitare il diffondersi di malattie".
"Ci troviamo - continua Roberto Race - di fronte alla prima emergenza mediatica, a un’infodemia e a una circolazione eccessiva di informazioni contraddittorie. Sui social sono proliferate le informazioni fake. Ora è il momento che la Polizia Postale faccia la sua parte e che chi ha sbagliato, alimentando il panico, sia punito in maniera esemplare. A soffrire particolarmente in questi giorni sono Milano e il Nord Italia".

"Ora - fa notare - bisogna impegnarsi per far si che si torni a lavorare. Con tutte le protezioni e le limitazioni alla socialità del caso, ma mettiamo i lavoratori e le imprese in condizione di lavorare. Possiamo diventare un paese in quarantena?".
"Credo che l’auto flagellazione mediatica che ci si è data ha creato eccessi di panico che hanno portato a strumentalizzazioni anche surreali. Ma non ne faccio una colpa ai funzionari delle varie ambasciate a Roma, che come da procedura avranno fatto i classici report alle loro cancellerie partendo dai provvedimenti del governo e da quanto uscito sui media italiani", conclude.

Pubblicato in Economia Emilia
Domenica, 23 Febbraio 2020 09:20

Di demagogia si può morire!

La demagogia ha già portato a due decessi e a alcuni casi gravi (38enne piacentino in particolare) contribuendo a conquistare il primato europeo per contagi da Covid-19.
 
Di Lamberto Colla Parma 23 febbraio 2020 -

Ecco fatto, raggiunto un altro nefasto primato europeo. Dopo il primato per pressione fiscale arriva il maggior numero di contagiati sono in Italia.

Nonostante abbiamo i migliori servizi sanitari al mondo che già ci salvaguardarono dalla BSE e dalle varie “aviarie”, dalla stessa influenza H1N1 che al mondo fece 400.000 morti, con il “Covid-19” invece il governo, sostenuto da una massa di nostri miseri intellettualoidi da strapazzo, ha voluto fare lo splendido e ha chiuso le stalle quando i buoi erano già scappati e il “coronavirus” era già entrato nel Bel Paese.

Mentre già dalla Cina filtravano immagini e testimonianze allucinanti rilasciate dagli oltre 60 milioni di persone costrette in casa dalla forza delle armi, qui invece si lasciò sbarcare tutto un aereo, proveniente dalla Cina, senza aver controllato i passeggeri, e si lasciò che i bambini cinesi, di ritorno dal paese d’origine tornassero a scuola senza alcuna precauzione.

Fosse stato per ignoranza la condotta del governo sarebbe anche stata giustificabile, ma le conoscenze sulla infettività del coronavirus erano già abbondantemente note e ciononostante, pur di dar contro a Matteo Salvini prima, che chiedeva la chiusura delle frontiere applicando protocolli di sicurezza ben maggiori e poi dei governatori di Lombardia, Veneto e Trentino (guarda caso tutti e tre della Lega) che chiedevano di non far andare a scuola i bambini di rientro dalla Cina, che perciò vennero tacciati di “razzismo” e xenofobia.

Ma come si fa a essere più ottusi di quesa massa di “rincoglioniti” dall’abuso del “politically correct” e dalla demagogia sfrenata e insensata.

A Luca Zaia, Attilio Fontana, Massimiliano Fedriga, tutti e tre della Lega, la replica dell’Istituto Superiore di Sanità fu che “Le misure finora adottate tutelano già la salute dei bambini e della popolazione”.

Fortunatamente, seppure ormai tardivamente, il virologo Roberto Burioni intervenne a difesa della iniziativa dei governatori del nord, ai quali nel frattempo si aggiunse anche Arno Kompatscher del Trentino, il quale scriveva: "Giusta la richiesta di alcuni Presidenti di Regione della Lega di avere maggiore attenzione prima di riammettere bambini provenienti dalla Cina nelle nostre scuole".

Ebbene, dopo aver perso tempo a accusare di razzismo invece di preoccuparsi della salute pubblica, ecco che oggi, in men che non si dica, in Italia si sta diffondendo il virus con le prime serie conseguenze. Un padovano di 78 anni è deceduto, seguito poche ore dopo da una donna 75enne del pavese, un giovane piacentino di 38 anni è molto grave, alcuni paesi lombardi del lodigiano sono stati isolati, (50.000 persone), tutte le scuole e sospesi tutti gli eventi sportivi di Piacenza, e così nel giro di pochi giorni, l’Italia ha scalato la classifica europea giungendo in testa per numero di contagiati (29 in lombardia e veneto). Dopo di noi la Francia con 12 casi, chiude il Belgio con 1 solo caso secondo la mappa elaborata dall'ateneo di Baltimora che monitora la diffusione del virus nel mondo.

Da tempo accusiamo la politica, di sinistra e di destra, italiana e europea, di eccesso di demagogia, di scollamento dalla realtà economica e sociale, e invitiamo a deporre le armi per iniziare a “ricostruire il bene comune”.

Ma niente da fare, è più forte di loro e anzi a ogni osservazione di un esponente di destra, a sinistra si infiammano gli animi e giù con gli insulti fino a arrivare a chiedere per la Meloni la morte e che venga appesa a testa in giù come Mussolini come richiesto dalla assessora (PD) ai lavori pubblici di Reggio Emilia, Valeria Montanari, lo scorso luglio.

Non ci resta che querelare il Presidente del Consiglio e tutto il governo per non avere difeso la salute pubblica.

Se di demagogia si muore di demagogia si perde almeno la poltrona!

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Video: https://youtu.be/d0dqTAyY_kk

Editoriale del 2/2/2020 - "Coincidenze inquietanti":  https://www.gazzettadellemilia.it/politica/item/26478-coincidenze-inquietanti-quando-la-fantasia-anticipa-la-realt%C3%A0.html 

https://www.globalist.it/politics/2020/02/04/salvini-cavalca-razzismo-e-paura-il-coronavirus-puo-arrivare-dall-africa-2052535.html 

https://www.ilgiornale.it/news/cronache/burioni-smentisce-conte-bimbi-cinesi-scuola-ha-ragione-lega-1821417.html 

 

https://www.lastampa.it/cronaca/2020/02/03/news/coronavirus-atterrato-a-pratica-di-mare-l-aereo-con-56-italiani-partiti-da-wuhan-1.38419025 

 

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Pubblicato in Politica Emilia

Editoriale:  - Di demagogia si può morire! -6 - 8 marzo: Seminat mette in mostra piante, fiori e frutti della terra - Lattiero caseario. Cedeono “Latte spot" e “Parmigiano"  - L’autorità distrettuale di bacino convoca l’osservatorio siccità il 6 marzo.  -

Cibus-8-23feb2020-COP.jpgSOMMARIO Anno 19 - n° 08 23 febbraio 2020
1.1 editoriale
Di demagogia si può morire!
2.1 florovivaismo
6 - 8 marzo: Seminat mette in mostra piante, fiori e frutti della terra
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Cedeono “Latte spot" e “Parmigiano" 
3.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati quasi immobili e... chiare incertezza.
5.1 cereali e dintorni tendenze.
6.1 ambiente romagna Grotte di Sant’Arcangelo, azione dell’autorità distrettuale del fiume Po per valorizzarle
6.2 pomodoro e lavoro Contrastare i danni d'immagine del caporalato sul made in Italy
7.1 Prezzo riferimento Reggio E.  Determinazione del prezzolatte
7.2 fiume PO  Consorzio Emilia Centrale: al via le operazioni in alveo per sgomberare dalle sabbie l’impianto di Boretto (RE)
9.1 ambiente PO L’autorità distrettuale di bacino convoca l’osservatorio siccità il 6 marzo. 
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“Gli Occhi della Guerra”, venerdì 21 febbraio alle ore 17 organizzato da Azione Universitaria Parma

Venerdì 21 Febbraio all’ateneo di Parma è atteso il reporter di guerra e giornalista di fama globale FAUSTO BILOSLAVO.
Il reporter porterà le testimonianze dirette di un argomento caldo come quello della Libia e anche le esperienze di un giornalista sempre in prima linea dai fronti di guerra di tutto il mondo.

Un’occasione unica per ascoltare storie di vita al di fuori dell’ordinario. L’appuntamento è per il 21 febbraio alle ore 17 in AULA D presso la Sede Centrale di Via Università 12.

Introduce l’incontro Jacopo Tagliati di Azione Universitaria. A moderare l’incontro sarà Priamo Bocchi, esponente di spicco della destra parmense, capace di provocare contromanifestazioni degli antagonisti di sinistra, come accaduto alla Panolada di dicembre scorso in Pilotta dove si diedero appuntamento in circa 500 persone per impedire lo svolgimento dell’evento.

Dice di lui Domenico Muollo, Referente regionale di Riva Destra, Movimento federato a Fratelli d’Italia:

“Non mi stranisco dell’effetto mediatico che gli incontri di Bocchi suscitano. Lui oggi rappresenta quella destra vincente, lontana da vecchi stereotipi, e le recenti elezioni regionali lo hanno dimostrato, anche se non si è arrivati all’elezione di Priamo a consigliere regionale, le sue 1585 preferenze sono un bel risultato.
Lui oggi rappresenta degnamente l’idea di Giorgia Meloni a Parma.”

(N.C.) 

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Pubblicato in Dove andiamo? Parma
Domenica, 16 Febbraio 2020 07:36

Stato di dissesto o Stato in dissesto?

Conad - Auchan, (5.300 posti a rischio) Air Italy (1.500), Unicredit (5.000), Whirlpool (430). 12.200 nuove famiglie entreranno nel girone dei dannati
 
Di Lamberto Colla Parma 16 febbraio 2020 - La produzione industriale è calata del 4,3% in un anno (peggior trimestre dal 2012 quello registrato in chiusura 2019), le previsioni di crescita per il 2020 sono state tagliate allo 0,3% e seppure in raddoppio, il 2021 segnerà un misero 0,6%. Tutti gli indicatori economici al ribasso tranne la pressione fiscale che proprio quest’anno ha celebrato il primato continentale raggiungendo quota 64,8%.

E poi la questione del lavoro che va di pari passo con la marcia del gambero dell’economia. In questi ultimi mesi a rammentare lo stato di crisi nazionale ci hanno pensato la Whirlpool di Napoli e i suoi circa 430 lavoratori già sulla soglia del licenziamento, L’Unicredit che ha dichiarato circa 5.000 esuberi, Conad-Auchan (5.300 posti in bilico) e Air Italy (Ex Meridiana) che sta precipitando con i suoi 1.500 passeggeri.

Oltre 12.000 posti di lavoro che prenderanno il volo ai quali si aggiungeranno quelli derivanti dalle crisi indotte nei vari processi di filiera che vedono coinvolte queste imprese.

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4 imprese simbolo di una crisi industriale che però è molto più ampia. Complessivamente sul tavolo del Ministero Dell’Industria, a fine 2019, erano ben 149 i casi disperati ai quali verosimilmente se ne dovranno sommare altri tre, posto che la vertenza napoletana era già conteggiata.

Secondo i dati del ministero ci sono 102 tavoli di crisi, pari al 68,5%, che sono attivi da più di tre anni e 28 invece aperti da più di 7 anni. Il maggior numero di tavoli (20) riguarda aziende con sedi o unità produttive in Lombardia (13,4% del totale). Seguono poi l'Abruzzo (11 aziende), la Campania (10), il Piemonte, il Lazio e la Toscana con 9 aziende.

Tra queste abbiamo marchi storici, come Alitalia, ex ILVA, Mercatone Uno e la Berloni alle quali si affiancano i marchi più noti a livello locale ma che comunque hanno a libretto paga un sostanzioso numero di dipendenti, come la molisana GAM (Amadori) e i suoi 260 dipendenti che attendono di conoscere il loro destino.

A questa situazione di incertezza occorre aggiungerle l’incognita Coronavirus. Turismo, beni di lusso, prodotti agroalimentari, sono i primi settori che hanno già cominciato a avvertire i primi sintomi della malattia.

Il rovescio della medaglia vede invece la Gammadis di Civitanova che da 50.000 mascherine vendute all’anno è passata a 200.000 a settimana dovendo perciò assumere nuovo personale per soddisfare gli ordini.
Finita l’emergenza i nuovi esuberi torneranno nel girone dantesco, ma almeno avranno vissuto qualche mese in dignità.

Non dimentichiamo che lavoro vuol dire dignità!

Ricordatelo Voi che avete gli scranni caldi, magari fossero bollenti, Voi che state discutendo sulla prescrizione come se fosse un capriccio di Renzi e che grazie al coronavirus i giornali non si stanno occupando sufficientemente della vostra inefficienza e inconsistenza. E noi intanto proseguiamo a nuotare in mezzo a un inutile branco di sardine.

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Pubblicato in Politica Emilia

Editoriale:  - Stato di dissesto o Stato in dissesto? - La rubrica di economia di impresa "La Bussola d'Impresa" - Lattiero caseario. Flessione marcata per il Parmigiano Reggiano- Dazi Usa: Il Consorzio Parmigiano Reggiano spinge per una risposta coesa da parte di tutto il sistema agrifood europeo -Gli Usa non applicheranno i dazi del 25% verso i prodotti italiani - Cereali e dintorni. Di merce non v’é carenza - “Manta River Project”: il primo progetto di ricerca scientifica italiana sulle microplastiche lungo il corso del fiume Po -

cibus_7_16feb2020-COP.jpgSOMMARIO Anno 19 - n° 07 16 febbraio 2020

1.1 editoriale
Stato di dissesto o Stato in dissesto?
2.1 dazi
Dazi Usa: Il Consorzio Parmigiano Reggiano spinge per una risposta coesa da parte di tutto il sistema agrifood europeo
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Flessione marcata per il Parmigiano Reggiano 
3.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Di merce non v’é carenza
5.1 cereali e dintorni tendenze.
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintoriìni
7.1 Parmigiano reggiano Parmigiano Reggiano: nasce il nuovo sito web
7.2 formazione professionale Professione Casaro
8.1 eima bologna presentazione  EIMA International 2020, verso un'edizione “top”
9.1 Prezzo riferimento Reggio E.  Determinato il Prezzo a riferimento del latte.
9.2 fiume PO e microplastiche  “Manta River Project”: il primo progetto di ricerca scientifica italiana sulle microplastiche lungo il corso del fiume Po
10.1 ambiente e foreste  Campora (PR), i Carabinieri Forestali sequestrano una vasta area destinata a discarica abusiva.
11.1 imprese agroalimentari La Ministra Teresa Bellanova in visita a Parma alla Mulino Formaggi srl
12.1promozioni “vino” e partners
13.1 promozioni “birra” e partners

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Finalmente il tanto atteso e desiderato momento del distacco è avvenuto e il Regno Unito, almeno per il momento, procede come se nulla fosse successo.
 
Di Lamberto Colla Parma 9 febbraio 2020 - Non è successo nulla!
La Borsa di Londra, alla quale peraltro è collegata quella di Milano, non ha subito tracolli o impennate, i supermercati non sono stati presi d’assalto dai cittadini di Sua Maestà la Regina Elisabetta, come molti tentarono di farci credere, mentre al contrario le scene di giubilo andate in onda hanno molto ricordato il giorno dell’entra in vigore dell’Euro il 1 gennaio 2002.

A 18 anni di distanza, il Regno Unito, senza mai essere entrato in tutto e per tutto, ha abbandonato la “goliardica combriccola” europea e non sembra affatto preoccupato del futuro, liberato da opprimenti lacci e laccioli, e condizionamenti quotidiani sulla vita, gli interessi e i diritti delle persone.

A tal proposito, e con dispiacere, è condivisibile il discorso di commiato dall’UE di Nigel Paul Farage, leader del Partito della Brexit, che riassume in buona parte il pensiero di molti cittadini europei, non tanto euroscettici come vengono etichettati dagli euroinomani e dagli uemanoidi, quanto fortemente delusi dalla UE post ECU, che non è un discount bensì la moneta fittizia europea, in vigore dal 1979, alla quale si parametrizzavano le diverse valute in base a un paniere composto da importi determinati di ciascuna valuta comunitaria, ponderati in funzione dell’importanza relativa delle economie nazionali, in termini di prodotto interno lordo e di commercio intracomunitario (ECU-European Currency Unit).

L’Euro invece, stando alle promesse, avrebbe dovuto lanciare l’Europa verso il benessere globale, consentirci di lavorare un giorno di meno guadagnando come se si lavorasse un giorno di più, come il nostro prode traghettatore all’euro andava farneticando.

Le cose sono andate ben diversamente e quella che doveva diventare una solida unione è diventata una famiglia isterica mettendo in evidenza tutti i limiti di ogni Stato e soprattutto dei loro governi.

Ecco quindi che le parole di Farage devono diventare un forte invito alla riflessione.

“Noi adoriamo l’Europa, ma detestiamo l’Unione europea” ha affermato a un certo punto del suo discorso il leader d’oltre manica. Un passaggio che seguiva una intera analisi degli scenari e delle aspettative di coloro che avevano vissuto la creazione di una casa comune.
Un passaggio che ben rappresenta i desiderata di quelli che oggi vengono etichettati come populisti.
Gran parte di questo popolo “critico” adora l’Europa intesa come “comunità” di Stati indipendenti e pacificamente cooperanti, ma non sopporta più questo tipo di “unione” forzata fra gli stessi. “I miei genitori, aveva introdotto Nigel Farage, aderirono a un mercato comune, non a un’unione politica, non a bandiere, inni, presidenti”.

Inizialmente l’entusiasmo dei singoli cittadini era alle stelle nei confronti di questi progetto europeo perché non intaccava la loro indipendenza anzi avrebbe dovuto aggiungere maggiore fratellanza e travasare le positività di ogni Stato otre i confini migliorando la vita di ciascuno, indipendentemente dai credo e dai nazionalismi.

Ad un certo punto il discorso dell’indipendentista si fa più concreto e la domanda che pone è particolarmente condivisibile: “Cosa vogliamo dall’Europa? Se vogliamo commercio, amicizia, collaborazione, reciprocità non abbiamo bisogno di una Commissione europea, della Corte europea di giustizia, di tutte queste istituzioni e di tutto questo potere”.

L’attacco è evidentemente alle inutili sovrastrutture dell’Unione attuale. Un “nido” di burocrati il cui vertice pianifica con ossessione patologica i bilanci dei singoli stati di semestre in semestre, entrando nella discussione sino alla seconda cifra decimale.

Non è certamente questo che gli europei e soprattutto i loro padri nobili avevano in mente quando ipotizzarono il futuro dei propri paesi.
Intenzioni e desideri traditi dagli eventi successivi, dall’aver traghettato gli europei da quel disegno comunitario e di impronta economica e di pacifica convivenza verso uno totalmente diverso.

Come dargli torto? prima di vedere sgretolare l’UE sotto attacco dai suoi stessi ottusi vertici, sarebbe opportuno meditare sulle parole del politico di Sua Maestà per porre rimedio alle “nefandezze” dei traditori e tornare far sognare gli europei.

Deve finire il tempo dei “guru” alla Oliviero Toscani, deboli coi forti, forti coi deboli e magari anche l......o. dei potenti per interessi personali e non certamente collettivi.

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Nigel Paul Farage è un politico britannico, dal 2019 leader del Partito della Brexit e in precedenza, dal 2010 al 2016, leader del Partito per l'Indipendenza del Regno Unito. Il discorso all'UE https://www.youtube.com/watch?v=fm-WmtZkz7M

Oliviero Toscani a “Un giorno da pecora” aveva dichiarato, rispondendo alla foto delle Sardine in compagnia e ospiti di Benetton “Ma a chi interessa se casca un ponte...)
 
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Pubblicato in Politica Emilia
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