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Si ride, si ascolta tanta musica, si rompe la quarta parete, quella che abitualmente divide attori e pubblico. Il risultato? Sarebbe limitante chiamarlo spettacolo teatrale: è un'esperienza ricca e avvolgente, in grado di regalare il sorriso a tutti i suoi spettatori. Oblivion: The Human Jukebox torna a Milano (al Teatro Leonardo fino al 29 marzo) in una versione tutta nuova dello show che, negli anni scorsi, ha appassionato tanti italiani.

Ogni sera un evento diverso perché i suggerimenti arrivano direttamente dal pubblico in sala. Impossibile ripetersi. Le tappe seguenti del tour? Il 10 e l'11 aprile al Teatro Cagnoni di Vigevano, il 12 aprile al Teatro San Luigi di Concorezzo, dal 18 al 21 aprile al Teatro della Corte di Genova.

LO SPETTACOLO - Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli: ecco i nomi dei cinque artisti che daranno vita a un infinito flusso di note e ritmo, una satira musicale che non lascia scampo a nessun cantante italiano o straniero. Dai Ricchi e Poveri alla storia del rock, da Ligabue ai cori gospel, da Morandi ai Queen: uno vero e proprio schiacciasassi che passa da Sanremo a X Factor, da Albano a "Il Volo". Il risultato è una playlist che nessuno ha mai avuto il coraggio di realizzare o, per dirla in maniera moderna, uno Spotify vivente che provoca interminabili richieste di bis.

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IL GRUPPO - Gli Oblivion si incontrano nel 2003 a Bologna dove iniziano a frequentare (virtualmente) una serie di maestri eccellenti come il Quartetto Cetra, Giorgio Gaber, i Monty Python. Da questo mix nasce uno stile originale che mescola modernità e tradizione, vintage e attualità. Lavorano con Gioele Dix, debuttano sul piccolo schermo a "Parla con me" di Serena Dandini, fanno parte del cast di "Zelig", in prima serata su Canale 5 e sono ospiti di "Panariello sotto l'albero" su RaiUno. Girano i teatri di tutta Italia riscuotendo successo con spettacoli come "Oblivion Show 2.0. Il Sussidiario", "Othello, la H è muta", "Oblivion.zip" (che prevede per la prima volta il coinvolgimento del pubblico) e "Morandi VS Queen". Non male come curriculum, che ne dite?

Di Pietro Razzini

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Dal 10 febbraio al 5 maggio, quattro incontri-concerto organizzati dal Conservatorio di Musica "Arrigo Boito" di Parma per presentare le ultime novità editoriali in campo musicale. Ingresso libero.

Parma, 5 febbraio 2018

"L'importante è esagerare", cantava Enzo Jannacci, e proprio dal cantautore più "esagerato" della storia della canzone prende il via la quinta edizione di "Parole da ascoltare", ciclo di incontri-concerto organizzati dal Conservatorio di Musica "Arrigo Boito" di Parma, finalizzati a presentare le novità editoriali in campo musicale. Quattro gli appuntamenti che si terranno nell'Auditorium del Carmine a cadenza mensile, il sabato pomeriggio alle 17.00, dal 10 febbraio al 5 maggio, tutti a ingresso gratuito. Si parlerà anche di Renata Tebaldi, uno dei soprani più amati di tutti i tempi; di John Cage, compositore, poeta e alchimista della rivoluzione che ha smantellato regole e tradizioni; infine di Claude Debussy, tra i massimi esponenti del simbolismo francese di cui nel 2018 ricorre il centenario della morte. I libri saranno presentati dai loro autori, coadiuvati da esperti e docenti del Conservatorio di Parma. Ogni incontro sarà accompagnato dall'esecuzione di musiche a tema, affidate a docenti e studenti dei corsi superiori dell'Istituto.

Il primo appuntamento si terrà sabato 10 febbraio alle 17.00, nell'Auditorium del Carmine, con la presentazione del libro di Nando Mainardi, L'importante è esagerare. Storia di ENZO JANNACCI (Milano, Vololibero, 2017). L'autore e Michele Ballarini ripercorreranno la storia artistica di Jannacci che nelle sue canzoni seppe unire tristezza e allegria, tragedia e farsa, disperazione e leggerezza. Seguirà il concerto con le canzoni di Jannacci rielaborate da Susanna Parigi ed Emilio Ghezzi, interpretate dagli studenti del corso di Canto Popular Music del Conservatorio. L'incontro è inserito in "OPENING 2020, La cultura batte il tempo", programma del Comune di Parma per la candidatura di Parma a Capitale Italiana della Cultura 2020.

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Il calendario proseguirà sabato 10 marzo: in occasione della Festa della donna, verrà presentato il libro di Carla Maria Casanova, Renata Tebaldi la voce d'angelo (Parma, Azzali, 2018), incontro con Mauro Biondini, Lucetta Bizzi e Donatella Saccardi. A seguire, un programma di musica lirica a cura del Dipartimento di Canto e teatro musicale del Conservatorio. Sabato 7 aprile sarà la volta del libro di John Cage, Musicage conversazioni con Joan Retallack, presentazione a cura di Veniero Rizzardi e Giordano Montecchi e concerto del Gruppo di Musica Contemporanea del Conservatorio "A. Boito" diretto da Danilo Grassi. Il programma si concluderà sabato 5 maggio con il libro di Alfonso Alberti, Le sonate di Claude Debussy. Contesto, testo, interpretazione, incontro con l'autore e Michele Ballarini.

 

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PAROLE DA ASCOLTARE 2018 V edizione

Quattro incontri con autori e musiche
da FEBBRAIO a MAGGIO 2018 presso l'AUDITORIUM DEL CARMINE

Sabato 10 febbraio 2018, ore 17.00
NANDO MAINARDI, L'importante è esagerare Storia di ENZO JANNACCI
Con Nando Mainardi e Michele Ballarini
Canzoni di Enzo Jannacci rielaborate da Susanna Parigi e Emilio Ghezzi,
interpretate da studenti del corso di Canto Popular Music del Conservatorio "A. Boito"

Sabato 10 marzo 2018, ore 17.00
Per la Festa della donna
CARLA MARIA CASANOVA, Renata Tebaldi la voce d'angelo
Con Mauro Biondini, Lucetta Bizzi e Donatella Saccardi
Musiche di G. Verdi, G. Puccini, F. Cilea, A. Catalani, riadattate per piccolo ensemble da Emilio Ghezzi. A cura del Dipartimento di Canto e teatro musicale del Conservatorio "A. Boito".

Sabato 7 aprile 2018, ore 17.00
JOHN CAGE, Musicage conversazioni con Joan Retallack
Con Veniero Rizzardi e Giordano Montecchi
Musiche di John Cage eseguite dal GMC del Conservatorio "A. Boito" diretto da Danilo Grassi

Sabato 5 maggio 2018, ore 17.00
ALFONSO ALBERTI, Le sonate di Claude Debussy. Contesto, testo, interpretazione
Con Alfonso Alberti e Michele Ballarini
Musiche di Claude Debussy eseguite da docenti e allievi del Conservatorio "A. Boito"

INGRESSO LIBERO

La rassegna "Parole da ascoltare" è organizzata dai docenti Anna Mancini e Michele Ballarini. Tutti gli incontri sono a ingresso libero e gratuito. Per informazioni: www.conservatorio.pr.it. 

 

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Sarà presentato il prossimo 18 gennaio, ma sono già aperte le adesioni. Sarà condotto dal Maestro Claudio Javier Pollachini, artista poliedrico e vocal coach. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare come cantare può fare bene a corpo e mente.

MODENA – "Canta, che ti passa!". É diventato addirittura proverbiale l'invito a dare sfogo alle corte vocali per superare disagi fisici e mentali, ma anche per riappropriarsi dei propri ritmi, del proprio benessere fisico e mentale, incrementare l'autostima e la consapevolezza di sé e andare alla scoperta delle potenzialità della propria voce.

Per andare alla scoperta degli effetti benefici del cantare, il Salotto Aggazzotti di viale Martiri della Libertà 38, a Modena, propone il corso "Lasciateci cantare" e lo presenta ufficialmente presso la propria sede il prossimo 18 gennaio, alle 19.

20171221-maestro-CJP 1Il corso sarà tenuto dal Maestro Claudio Javier Pollachini, artista poliedrico di origini italo-argentine, concertista, vocal coach ed esperto in Audioperceptiva, Ear Training, Performing Arts e Danza Movimento Terapia. Lo abbiamo incontrato.

Quali sono gli obiettivi del corso?
"Il canto è una delle attività umane più sublimi e benefiche, ci conviene farlo spesso e senza alcun timore perché ci dona armonia e salute. L'obiettivo principale del corso e ricordarci sempre che cantare è gioia pura, un vero atto d'amore verso noi stessi e tutto ciò che ci circonda. È rivolto ad adulti di tutte le età, anche a chi non ha mai cantato in vita sua, nemmeno sotto la doccia".
Come si svolgeranno le lezioni?
"Abbiamo pensato, indicativamente, a un incontro settimanale della durata di 60/90 minuti, al giovedì dalle ore 19. Anche se l'orario lo definiremo in base alle adesioni. In ogni lezione creeremo l'atmosfera adatta per concentrarci sul corpo, sul respiro, sulla voce ...Si faranno poi esercizi di rilassamento, eutonia, audiopercezione, vocalità, per lasciar andare via lo stress e liberare le emozioni cantando insieme".
In che modo cantare può contribuire al benessere della persona?
"Fino a poco tempo fa, la scienza aveva studiato gli effetti del canto riferendosi quasi esclusivamente alla musicoterapia. Finalmente, oggi, è ampiamente dimostrato che cantare influisce sul nostro equilibrio psico-fisico e svolge una funzione benefica e armonizzante, a prescindere da qualsiasi terapia. Se è vero che il celebre canto armonico ha il suo innegabile fascino, possiamo certamente dire che l'armonia del canto ha un'importanza, una profondità e una vastità di significati e di implicazioni ben maggiore".
Ci sono canzoni che più di altre "fanno stare bene"?
"Certamente. Si parte da quelle che ci piacciono e risuonano in noi, poi c'è anche il percorso proposto dal coach, che accoglie le caratteristiche di ciascun partecipante, che è parte integrante del gruppo".
Quali sono gli effetti benefici del canto sulla salute?
"Sarebbe impossibile elencare tutti i benefici che scaturiscono dal canto. Quando canti alleni il tuo orecchio musicale, ti ricarichi di energia, rendi più profondo il respiro, stimoli la circolazione sanguigna, risvegli in te e negli altri l'amore e la compassione, sgomberi la mente, diventi più ricettivo, migliori l'apprendimento, la creatività e la concentrazione e tanto tanto altro ancora".
Durante il corso sono previsti anche momenti ludici e visite guidate, come si integrano nel corso?
"Abbineremo all'attività canora delle visite guidate nella nostra bella terra con Simonetta Aggazzotti, Guida Turstica professionista di gran esperienza. Ci sarano poi momenti conviviali al Salotto Aggazzotti, che ricordiamo, è sede del club dell'Unesco di Modena".

Per informazioni sul corso e adesioni
Salotto Aggazzotti, viale Martini della Libertà 38, Modena, tel 392/0512219
M°Claudio Javier Pollachini, tel 320/0299315

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Sabato 16 dicembre, dalle 20.30, i Belthane propongono un concerto e un buffet ispirati alle terre del Nord Europa per celebrare Yule, la festa celtica della luce, che si teneva nel periodo più fresca dell'anno. Lucia De Carlo ci parla della serata, dei canti e delle ricette.

MODENA - I Celti il 21 dicembre celebravano il Solstizio d'Inverno con la festa di Yule. La data corrisponde al momento in cui il Sole "rinasce" dopo aver raggiunto l'apice dell'oscurità nelle fredde giornate d'inverno. Si tratta di una fase di rinascita, lenta e graduale, in cui il Sole Bambino nasce nel grembo della divinità femminile, Yule. La festività è associata a un periodo di riposo, dell'uomo come della terra. I Celti celebravano la rinascita della luce riunendosi, accendendo fuochi, raccontando storie, cantando e mangiando. Il tutto nello spirito della convivialità e dello stare insieme.

Questo spirito, e la festa di Yule, si potranno rivivere, sabato 16 dicembre, a partire dalle 20.30, al Salotto Aggazzotti di Modena, che propone l'evento The Bleak Midwinter dei Belthane.

Sarà una serata di musica e sapori, che si aprirà con un buffet con ricette ispirate alla tradizione dei paesi nordici: l'Irlanda, la Scozia e il Galles, Bretagna e Inghilterra, ma anche la Scandinavia, dove i vichinghi hanno influenzato i Celti e viceversa.

20171213-Belthane"I canti fanno parte della tradizione celtica", spiega Lucia De Carlo dei Belthane. "Molti sono associati a cibi e a bevande, come Wassail, che proporremo durante il concerto. Si tratta di un "vin brulé", che anziché avere come base il vino, si prepara con la birra, alla quale vengono aggiunte spezie come zenzero, cannella, chiodi di garofano e mele fermentate. Il tutto viene poi filtrato, si aggiunge una goccia di Porto e poi è pronto per essere consumato o conservato, grazie alla componente alcolica. Durante la serata i partecipanti potranno anche assaggiarla".

Quali canti proporrete?
"Eseguiremo circa 23/24 canti, tralasciando quelli troppo scontati o che hanno una valenza commerciale, come Jingle Bells. Il nostro intento è quello di fare scoprire tradizioni che sembrano lontane, ma che invece sono alla base della nostra cultura. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che i celti hanno abitato l'Italia del Nord fino alla Pianura Padana. Proporremo Deck the Halls, in gaelico Galan Nos, che viene spesso utilizzato come colonna sonora di spot pubblicitari. Ha origine gaelica e veniva cantato molto lento. Noi eseguiremo la versione in inglese, per fare capire l'evoluzione che ha avuto nel tempo".

Qualche altra curiosità sui canti?
"Adeste fideles è conosciutissima in latino, ma la musica risale al medioevo irlandese. Le parole sono state aggiunte successivamente. Eseguiremo anche brani famosi, come God rest you merry gentleman, che è stata la colonna sonora del film Canto di Natale basata sul racconto di Dickens, e brani contemporanei, come A spaceman came travelling, dove si parla della Natività in versione fantascientifica. Nel testo si immagina che a "bordo" della stella cometa c'era un uomo arrivato da futuro, e che a Betlemme venne scambiato per un angelo".

Ci sono delle tradizioni celtiche che possiamo ritrovare nel "nostro" Natale?
"Tantissime. Per esempio, l'agrifoglio, che è la pianta sacra al Re Agrifoglio, che secondo la tradizione nordica rappresenta lo spirito della natura. Prendiamo poi San Nicola/Santa Klaus, che da noi ha ispirato la figura di Babbo Natale. Non tutti sanno che nella versione nordica aveva un aiutante, una specie di diavoletto cornuto, chiamato kemp che aveva il compito di occuparsi dei bambini che durante l'anno erano stati cattivi. Li prendeva e li portava all'inferno per sculacciarli, prima di riportarli a casa mortificati. Questa figura è ancora viva nei krampus che ancora oggi troviamo nel Natale austriaco o altoatesino. C'è poi il Ceppo di Yule, che il 21 dicembre veniva addobbato a festa e benedetto, per poi essere dato alle fiamme per attirare la luce. Attorno ad esso si cantava, si ballava e si mangiava. Alla fine, ognuno prendeva un tizzone ancora acceso e lo portava a casa. Qui il capofamiglia spegneva il vecchio fuoco, che ardeva tutto l'anno, e accendeva quello nuovo. C'è anche la versione dolce, con cioccolato e spezie".

Invece quali sono le ricette che troveremo al buffet?
"Ci saranno piatti tipici di tutti i paesi che toccheremo musicalmente, dall'Irlanda alla Scozia, dall'Inghilterra al Galles. Assaggeremo un po' di Svezia, con i chinammon rolls alla cannella, la Francia con la flammkuchen alsaziana, una torta salata alla créme freiche e cipolle, ci sarà poi la zuppa di pesce irlandese nella versione di Galway, sulla costa atlantica, e il Wassail, che è sempre molto apprezzato. Alterneremo dolce e salato. Saranno piatti preparati con ingredienti che ho acquistato personalmente durante i miei viaggi e le ricette saranno il meno ritoccate possibile, per dare la possibilità di gustare i piatti tipici di ogni paese sia a chi non ha l'opportunità di viaggiare, sia a chi ha viaggiato, ma si è perso queste specialità.".

INFO E PRENOTAZIONI
Salotto Aggazzotti
Viale Martiri della Libertà 38, Modena
Buffet + concerto € 15 a persona
Prenotazioni al 339/6559139
www.simonettaaggazzotti.it 

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Può essere definito tranquillamente un tour de force della comicità in musica quello offerto nello show "The very best of RIMBAMBAND", al Teatro Leonardo di Milano dal 12 al 17 dicembre con una serata nel quale il pubblico sarà in balìa di cinque straordinari musicisti "un po' suonati" che incantano, emozionano, provocano e giocano.

Un mix di musica, mimo, clown, tip tap, teatro di figura, rumorismo, fantasia teatrale e parodie. E' impossibile non farsi travolgere. Gli emiliani e i romagnoli potranno vivere le emozioni della Rimbamband anche il 16 febbraio al Cineteatro Fanin di San Giovanni in Persiceto (in provincia di Bologna), 17 febbraio al Teatro Dehon di Bologna e il 6 aprile al Teatro De Micheli a Copparo (in provincia di Ferrara). Le occasioni, quindi, non mancheranno.

PROTAGONISTI - Raffaello Tullo (voce e percussioni), Renato Ciardo (batteria), Vittorio Bruno (contrabbasso), Nicolò Pantaleo (sax, bombardino e tromba) e Francesco Pagliarulo (pianoforte): ecco i nomi dei magnifici cinque, coloro che allieteranno la serata di tutti i presenti al Teatro Leonardo. Giocare è la parola chiave del loro spettacolo: giocare alla vita e raccontarla giocando. E' divertente sentire come si definiscano questi cinque artisti di assoluta qualità: sono rimbambini, un po' Rimba e molto Bambini. Un modo d'essere che rende l'idea del gusto provato nello svolgere un lavoro con una grande missione: regalare serenità e allegria al pubblico. Questa missione viene portata a termine con successo ogni sera. Provare per credere.

LA SERATA - C'è un capobanda che tenta in ogni modo di cantare, suonare e ballare il tiptap. In realtà l'attività più complicata per lui è mantenere un po' di disciplina sul palco. C'è poi un batterista rumoroso e incontenibile che lascia sempre a casa la metà dei tamburi: alla fine non si sa mai con cosa riuscirà a suonare... ma ce la farà. Non mancano neppure un contrabbassista sognatore e un sassofonista che, dopo tanti anni, è ancora convinto di essere in tour con la banda del suo paese. Neanche "Il Rosso", il pianista, jazzman virtuoso e beniamino del capo, riesce a riequilibrare le sorti di questa band squinternata e inquietante che, tuttavia, porta il pubblico ad applaudirlo in maniera convinta a fine evento. Come fa? Non è un segreto: ci vuole professionalità, dedizione e amore per il proprio lavoro. Il risultato è sotto gli occhi di tutti.

Di Pietro Razzini

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Il Centro Commerciale Eurotorri è stato letteralmente preso d'assalto da centinai di giovani, ordinatamente in fila, per strappare un autografo o un selfie a Max Pezzali.

Ieri sera Max Pezzali ha fatto tappa a Parma per promuovere il suo ultimo album, "Le canzoni alla radio", e celebrare i 25 anni degli "883".

Un disco "speciale", disponibile negli store dal 17 novembre, che raccoglie 7 pezzi inediti e il remix 2017 di "Tutto ciò che ho" oltre a ben 30 successi del passato.

(Foto di Francesca Bocchia)

 

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Pubblicato in Costume e Società Parma

Sabato 18 novembre, alle 18, lo stilista venezuelano propone al Salotto Aggazzotti di Modena, in viale Martiri della Libertà 38, un pomeriggio ispirato alle sue creazioni, tra raffinatezze italiane e "calor latino".

Di Manuela Fiorini

"La mia fortuna è quella di essere il legame tra una donna e il suo vestito". Sono parole di Carlos Salazar, stilista venezuelano di nascita, ma modenese d'adozione. Nel 2016, infatti, ha deciso di fare di Modena la base da cui conquistare le passerelle. Le sue creazioni, infatti, sono state già indossate da attrici, presentatrici e reginette di bellezze, speaker radiofonici e showgirl del suo paese, ma è ispirandosi allo stile italiano, che egli considera un'icona della moda, che punta a conquistare anche il nostro pase. Dal suo atelier in via della Cerca 5 nascono infatti abiti che abbinano contemporaneità e tradizione, raffinatezze italiane e "calor latino", ma sempre nell'ottica della valorizzazione di ogni donna, del suo carattere, della sua personalità e del suo stile.

Sabato 18 novembre, a partire dalle 18, un "assaggio" delle creazioni dello stilista, nato a Valencia, in Venezuela, e laureato presso la C.F.A. Brimen, si potranno ammirare al Salotto Aggazzotti, di via Martiri della Libertà, a Modena. La sfilata sarà affiancata a letture di poesie e dall'accompagnamento musicale di Claudio Vezzali al violino e Gigi Mammi al pianoforte.
I ritmi venezuelani si accompagneranno al gusto. A seguire, infatti, è in programma un ricco buffet con piatti della tradizione venezuelana e italiana.

INFO
Salotto Aggazzotti, viale Martiri della Libertà 38
tel 392/0512219 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 
Ingresso € 10

Pubblicato in Dove andiamo? Modena
Venerdì, 17 Novembre 2017 17:27

Ottocento e Novecento in concerto al Salotto

Domenica 19 novembre, dalle 17.30, un pomeriggio di musica per ripercorrere la storia della musica popolare.

Tra Ottocento e Novecento nasce e si sviluppa la musica popolare, ma anche la musica che noi oggi definiamo "classica", proprio per il suo carattere universale e la sua bellezza senza tempo, capace di ispirare tutta la produzione successiva.

Domenica 19 novembre, a partire dalle 17.30, il Salotto Aggazzotti di viale Martiri della Libertà, a Modena, propone un pomeriggio di musica e cultura musicale con il Concerto tra 800 e 900 - Tra musica classica e canzone napoletana, che vedrà esibirsi nelle romantiche atmosfere del Salotto Anna Pieri, Mezzosoprano, accompagnata al pianoforte dal Maestro Alessandro Di Marco.

La conduzione è affidata alla cantante Sabrina Gasparini, che proporrà anche alcuni brani.
A seguire, ricco aperitivo a buffet. Ingresso € 10, ridotto € 8.

Info e prenotazioni
392/0512219
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La presentazione del service "L'arte della voce" col quale il Lions Club Mirandola finanzia l'iniziativa promozionale del Coro Città di Mirandola, ha avuto luogo nella Sala Consigliare del Comune, al cospetto di un pubblico interessato e di relatori che hanno efficacemente illustrato gli obiettivi del progetto.

Esso consiste in un corso di 6 lezioni aperte ai cittadini che intendano affinare l'uso della voce per cantare, non necessariamente per diventare coristi, ma anche solo per il piacere di imparare ad usare il mezzo musicale col quale ci si presenta senza la mediazione di uno strumento.

Le lezioni si svolgeranno nel Foyer del Teatro Nuovo di Mirandola nelle giornate di giovedì, da fine ottobre a tutto novembre, secondo un programma già pubblicato, con la regia del M.o Lucio Carpani, Direttore del Coro, e della soprano Maria Simona Cianchi. Entrambi, presenti fra i relatori, hanno insistito sul fatto che cantare è una delle cose di maggior soddisfazione, poiché fa uscire ciò che uno ha dentro, liberandolo spesso dallo stress della vita quotidiana. Come sottolineato nel suo intervento dal Dott. Davide Bertoni, neuropsichiatra infantile, il canto è la forma d'arte più potente, poichè agisce sulle emozioni (ed è così per tutti i popoli e in tutte le situazioni della vita).

Quando ascoltiamo la musica e cantiamo, il cervello produce sensazioni particolari che a loro volta agiscono sull'organismo, provocando il rilascio in circolo di sostanze, quali la serotonina e l'ossitocina, che fanno stare bene, favoriscono l'ossigenazione del sangue, l'apprendimento e, addirittura, migliorano la funzionalità del sistema immunitario. Non a caso si dice: canta che ti passa. In una parola: il canto produce benessere e salute (togliendo di mezzo lo psichiatra, aggiunge il Dott. Bertoni, anche se ciò costituisce un business killer per la sua professione). Per cantare, però, occorre esercitare la voce.

Nel suo intervento, la Dott.ssa Sara Roncadi, logopedista della medicina riabilitativa, ha spiegato il funzionamento della fonazione, risultato della vibrazione delle corde vocali, indotta dal passaggio dell'aria espirata attraverso la laringe. La voce è influenzata dal nostro stato di salute e/o di affaticamento. Per esempio, quando si è stanchi, o raffreddati, la voce cambia, si dice che "va giù". Allora bisogna intervenire con contromisure di igiene vocale, al fine di conservarla, o recuperarla.

In genere si tratta di norme facili da mettere in pratica. A volte anche solo un prolungato "tacere", o la permanenza in un luogo silenzioso sono sufficienti per risolvere i problemi vocali. Nel suo intervento, la Sig.a Barbara Bonfatti, presidente del Coro, ha sottolineato che il corso "L'arte della voce" rientra nel programma di sviluppo del coro, volto alla divulgazione del patrimonio musicale e all'allargamento della base di cultori del bel canto. Ha riconosciuto la sensibilità del Lions Club che ha risposto non solo col finanziamento del corso, ma anche con l'ulteriore donazione delle attrezzature (cavi, microfoni, aste, amplificatori e mixer) che consentiranno alla sezione giovanile "Augusta" del coro, composta da studenti, di esibirsi con mezzi adeguati.

Non poteva mancare il saluto del "padrone di casa", ossia dell'Assessore alla Ricostruzione, Roberto Ganzerli, intervenuto per confermare la disponibilità del Comune all'appoggio di iniziative come questa, che dimostrano, assieme alla rinascita edilizia, la ferma volontà di recupero del prezioso tessuto sociale di Mirandola, in parte disperso dopo il terremoto.

Infine, le parole di Guido Zaccarelli, presidente del Lions Club Mirandola, hanno delineato la cornice entro cui l'iniziativa di sostegno al coro si è sviluppata, nell'anno in cui il Club mette al centro della sua attenzione, quale filo conduttore, l'arte, intesa come insieme di attività "benfatte" e rivolte a promuovere l'uomo sotto vari aspetti: la persona, l'ambiente, l'economia, la società e l'etica. Anche il canto è una forma d'arte, in quanto allarga i confini della conoscenza, motivando le persone a trovare il giusto accordo con la propria anima e a contribuire alla diffusione del senso di benessere personale e sociale.

Un tuffo nel passato, al Teatro Menotti di Milano, fino al 29 ottobre. Viola Produzioni e Alessandro Longobardi presentano al pubblico "LE BAL - L'Italia balla dal 1940 al 2001", uno spettacolo di Giancarlo Fares con le coreografie di Ilaria Amaldi. La pista da ballo diventa il centro di uno show in cui la vera protagonista è la musica. Una musica che evoca emozioni per chi ha vissuto sulla propria pelle certe canzoni, una macchina del tempo da brividi, capace di rivitalizzare ricordi sopiti. Tutti i martedì, giovedì e venerdì alle ore 20.30, il mercoledì e il sabato alle ore 19.30 e la domenica alle 16.30: ad ognuno il suo orario per assistere a uno spettacolo che permette di viaggiare indietro negli anni.

GRUPPO GIOVANE - Un cast giovane ma di qualità. Tra loro anche qualche veterano del palco, capace di guidarli con attenzione e intelligenza: Giancarlo Fares, Sara Valerio, Alessandra Allegrini, Riccardo Averaimo, Alberta Cipriani, Vittoria Galli, Alice Iacono, Matteo Lucchini, Francesco Mastroianni, Davide Mattei, Matteo Milani, Pierfrancesco Perrucci, Maya Quattrini, Michele Savoia, Patrizia Scilla e Viviana Simone si alternano sul palco trasformato in una balera che si presenta pronta ad accogliere le coppie che, di li a poco, riempiranno la sala. Per chi non ha avuto modo di vivere quei tempi, la balera era un luogo d'incontro in cui uomini e donne trascorrevano i pomeriggi.

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LA BALERA E LE SUE DANZE - La storie è affidata alla musica e agli attori ma non solo. La forza comunicativa delle azioni, dei gesti e dei suoni accompagnano i molti cambi di costume che raccontano il susseguirsi dei decenni. Le note delle canzoni italiane vanno a braccetto con i mutamenti dei colori e con lo scoprirsi dei corpi. E così si susseguono sul palco brani che appartengono alla memoria comune: dal Trio Lescano a Fred Bongusto, da Modugno a Mina, passando per Renato Zero, Enrico Ruggeri, Battiato, Celentano e la Vanoni. Un vero e proprio racconto dell'Italia che balla dal 1940 al 2001.

IL SIGNIFICATO - La musica si fa drammaturgia e permette alle azioni di esplodere e raccontare la storia del nostro paese che si dipana dagli anni trenta, passando per la seconda guerra mondiale, la liberazione, il boom economico, le lotte di classe, la corruzione, la gioia della vittoria dei mondiali che unisce tutti indistintamente, il degrado, la paura dell'undici settembre e la riconquista dei valori, dell'amore che dona speranza narrando i cambiamenti della vita quotidiana, la migrazione verso il nord, l'abbigliamento, il mangiare, il modo d'esprimere le proprie emozioni.

Pietro Razzini

Pubblicato in Cultura Emilia
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