di Lamberto Colla ---
Del caso Cancellieri non v’è più traccia nelle cronache. Tutti i riflettori accesi sull’inutile disfida “democratica” e, mentre la “coldiretti” blocca i camion al Brennero, il “Made in Italy” viene massacrato a Prato insieme a 7 morti e centinaia di schiavi sotto gli occhi di tutti.
Parma, 8 dicembre 2013 -
Tanto rumore per nulla. Sono ferme al 20 di novembre le ultime cronache sul caso Cancellieri_Ligresti. Poi più nulla. Tutto caduto nel silenzio e ognuno è tornato a fare il proprio mestiere. Certamente più importante era la notizia della decadenza da Senatore di Silvio Berlusconi e del suo “dudu” che gioca con Putin.
Ancor più importante, perchè sul risultato si giocherà il futuro del Paese, la sfida che si consumerà proprio oggi 8 dicembre tra il “dotto” Cuperlo, il “trendy” Renzi e l’”outsider” Civati che manco l’onore di essere intervistato da Fazio ha avuto.
E mentre tutto questo bel “fumus”, ottenebrante e rincoglionente, è calato sulle teste di tutto il popolo italiano ci infilano una IMU mascherata, tagliano quasi tutte le pensioni d’oro tranne, ovviamente, quelle dei 2700 parlamentari a riposo.
Ma grande risonanza mediatica, invece, ha avuto la legge che punisce gli incendiari. Uno sforzo intellettuale impressionante per il quale gli estensori dovranno farsi almeno almeno un mesetto di ferie in qualche centro termale o villaggio benessere.
Vogliamo scommettere che troveremo in galera il contadino che ha dato fuoco alle sue stoppie e non i camorristi che sotterrano i rifiuti tossici?
Migliaia di agricoltori con Ministra di sostegno al seguito a bloccare e controllare i camion provenienti dal nord europa con derrate “Italian Sounding”. Più che una protesta una operazione mediatica per riproporre la necessità di difendere i prodotti nazionali. Quasi un rituale e una colorata messinscena ma ci sta sia nei modi che nella sostanza. Peccato che negli stessi giorni il Made in Italy venga mortificato proprio dal centro Italia. Ci sono voluti 7 morti arrostiti per “scoprire” che a Prato, la vera China Town d’Europa, si produce e etichetta Made in Italy solo esclusivamente con i nuovi schiavi. Cinesi anch’essi che dormono ammassati e a turno sul medesimo giaciglio in camerate poste sopra i locali di lavoro.
Si scopre che nel bel mezzo di un Centro Commerciale all’ingrosso “cinese” (vedi link a PadovaOggi) c’era addirittura una scuola per bambini cinesi, perfettamente attrezzata con aule, gessetti e lavagna con l’identificazione della aule ovviamente in caratteri cinesi. Una decina di aule per centinaia di studenti.
Una società, quella cinese, che vive e prospera all’interno della nostra ma applicando le loro leggi e la loro giustizia. Una società invisibile di cui raramente si parla e soprattutto si contrasta.
Perché quel tipo di “società” deve essere contrastata e perseguitata. E’ un tumore per la nostra società, la nostra economia e un insulto alla nostra morale.
Vengono perseguitati i “Vu Cumprà” sulle spiagge per lo spaccio di qualche “firma” falsa e non si ferma una intera industria del “made in Italy” anzi no, “Made in Slavery”.
Centinaia di schiavi moderni lasciati morire, proprio da noi che ci reputiamo la culla delle civiltà! Non ci sono scuse bisogna agire e stroncare questi illeciti e la prossima volta, invece del Brennero, prendete la strada di Prato e invece della Ministro dell’agricoltura vada la Ministra della Giustizia Cancellieri.
La comunità cinese ha colonizzato tutto il distretto produttivo dell’abbigliamento di Prato. Produce con etichette “Made in Italy” utilizzando personale IN SCHIAVITU’. E’ inaccettabile anche moralmente che non vengano perseguitati i responsabili e irresponsabili comandanti cinesi e i fiancheggiatori di qualsiasi nazionalità essi siano.
Gli ispettori dell’INAIL e del Ministero del Lavoro ti piombano in due per contestare una ritardata comunicazione di un giorno e ti appioppano 116€ di multa mentre sfugge al controllo di centinaia di aziende produttive e commerciali condotte da un dipendente soltanto ma coadiuvato da decine di irregolari.
E’ allucinante ma purtroppo questa è la cruda realtà che nessuno vuole vedere.
E allora continuiamo a seguire le storie di DUDU che ora ha anche la sua pagina Facebook...
(ultima ora. Il profilo di Dudù è sparito. E pensare che in poche ore aveva raccolto ben 800 amicizie).
SVEGLIA POPOLO!
Andranno alla memoria del Commendatore Vando Veroni, a Orietta Berti e a Ivan Lusetti i riconoscimenti assegnati dalla Camera di Commercio di Reggio Emilia nell’ambito della decima edizione del “Regium Lepidi”, destinato a premiare quei reggiani illustri che hanno contribuito, con la loro attività, a diffondere nel mondo la conoscenza del nostro territorio e a tenerne alto il nome.
Reggio Emilia, 5 dicembre 2013 -
La consegna dei riconoscimenti camerali avverrà nell’ambito della premiazione relativa al concorso “Lavoro e Progresso Economico” (conosciuto anche come “Fedeltà al lavoro”), in programma sabato 7 dicembre alle 10,00 al Centro Malaguzzi.
Assegnato nella precedente edizione (2011) alla memoria del cav. Lauro Ferrarini e a Zucchero “Sugar” Fornaciari, il “Regium Lepidi” è il più alto riconoscimento della Camera di Commercio.
L’assegnazione alla memoria di Vando Veroni, scomparso recentemente, Grande Ufficiale della Repubblica Italiana, non rappresenta soltanto il riconoscimento dei meriti dell’imprenditore e dirigente (Veroni, tra l’altro, fu vicepresidente della Cassa di Risparmio, presidente di Confidi, vicepresidente di Api, presidente dell’A.C. Reggiana e vicepresidente della Pallacanestro Reggiana); “Vando Veroni – disse il presidente della Camera di Commercio, Enrico Bini, all’indomani della scomparsa dell’imprenditore correggese - è stato un protagonista della vita del nostro territorio in molti ambiti, ma la sua sobrietà non lo ha mai portato a cercare palcoscenici. Nonostante i suoi successi e gli importanti ruoli che ha ricoperto in campo economico-finanziario, in ambito sociale, culturale e sportivo, Vando Veroni è rimasto un tifoso tra i tifosi, un esempio di passione verso questo territorio e questa città”.
Con Ivan Lusetti, il “Regium Lepidi” viene poi assegnato ad uno dei grandi protagonisti della storia della cooperazione reggiana. Anche qui, un premio a un dirigente con 30 vissuti alla presidenza di una cooperativa (la CIR) che proprio sotto la sua guida è passata da piccola impresa locale ad azienda di caratura internazionale e, al tempo stesso, al Legame di Lusetti a valori e a principi autenticamente cooperativi che ha trasmesso, diffuso e praticato in ogni azione, con un’attenzione particolare alla valorizzazione delle risorse umane.
Un grande abbraccio attende poi al Malaguzzi Orietta Berti, “l’usignolo di Cavriago”: una straordinaria carriera che già nel 1965 la vide vincitrice di “Un disco per l’estate”, per poi divenire una delle interpreti italiane più amata dal pubblico di tutti i tempi. Una storia di successi (oltre 15 milioni di dischi venduti, quattro dischi d’oro, un disco di platino e due d’argento, tournèe in tutto il mondo) che ha sempre parlato anche della sua terra d’origine e di quel legame con Reggio che nel 2012 l’ha portata anche ad essere testimonial della campagna di raccolta fondi “Io ci credo”, per finanziare il reparto di radioterapia dell’ospedale Santa Maria Nuova.
Alla consegna del “Regium Lepidi”, sabato al “Malaguzzi” seguirà poi la consegna dei premi “Lavoro e Progresso Economico” ad imprenditori, lavoratori e imprese che con la loro lunga e proficua attività hanno lasciato e continuano a lasciare importanti tracce nella storia dell’economia locale.
Tra queste storie, spiccano quelle di 6 imprese ultracentenarie ancora ben attive (e iscritte al Registro Nazionale della Imprese Storiche): “Medici Ermete & Figli”, nata nel 1900, Azienda agricola “La Ca’ dei lupi” (fondata nel 1852), “Davolio Marani Luigi e Antonio” (le origini datano 1896), “Ca’ De’ Medici” con le origini che risalgono al 1911, “Azienda Agricola Baiocchi” (attiva dal 1865) e “Cantarelli 1876” (nata, appunto, in quell’anno).
(Fonte: ufficio stampa Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)