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Acqua e valutazioni dei rischi ambientali nel Nord Italia: Parma capitale grazie al Distretto Idrografico del Ministero. Oltre 140 soggetti tra enti pubblici, industrie, multiutility, accademici, associazioni agricole e ambientaliste alla Camera di Commercio riunite sul tema della risorsa idrica e il suo impiego.

Parma – 19-10-2017- Per un giorno Parma, grazie all'attività del neonato Distretto idrografico del Fiume Po del Ministero dell'Ambiente, è diventata sede di uno dei più importanti dibattiti nazionali sul tema della gestione della risorsa idrica nel comprensorio del Nord del paese.

I molteplici utilizzi e interessi che riguardano direttamente l'acqua: dall'idropotabile all'idroelettrico, da quello fondamentale per il sostegno costante al comparto agroalimentare e alle funzioni tecnico-operative delle medie e grandi industrie rappresentano un tema essenziale, se governato in tempi utili, per concertare le diverse istanze territoriali scongiurando possibili conflitti tra aree di monte rispetto a quelle di valle del bacino del fiume Po.

La realtà attuale è quella che ci pone a confronto quotidiano con le conseguenze dei cambiamenti climatici sempre più incidenti sulla realtà che ci circonda e la siccità prolungata degli ultimi mesi ne è la dimostrazione più tangibile. E proprio in questo periodo l'attività dell'osservatorio del Distretto, attraverso numerosi incontri, ha palesato la sua importante funzione di piattaforma concreta in grado di dare un equilibrio alle diverse situazioni contingenti che periodicamente si verificano al fine di modulare le proprie decisioni.

Oggi, alla Camera di Commercio di Parma, dopo il saluto del neo Segretario Generale Meuccio Berselli, oltre 140 enti che hanno competenze dirette ed indirette sulla risorsa idrica, imprese, multiutility e rappresentanti accademici hanno seguito i lavori che il Distretto Idrografico del Po ha presentato in relazione alle "Valutazioni del rischio ambientale connesso alle derivazioni idriche nel distretto del Po" : un piano di gestione articolato e dibattuto per armonizzare l'impiego dell'acqua evitando al contempo di incorrere in possibili infrazioni a livello comunitario; piano il cui cammino è iniziato già nel 2014 e che potrà concludersi entro l'anno.

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Il Consorzio di Bonifica di Piacenza ha partecipato, ieri e oggi, a Digital & Bim Italia, l'evento, alla Fiera di Bologna, dedicato a Innovazione e Trasformazione Digitale per l'Ambiente Costruito. È un momento per condividere informazioni e innovazioni, a livello internazionale, sia in ambito di costruzioni che di monitoraggio territoriale.

Per il nostro Consorzio è fondamentale l'attività di ricerca e sviluppo e in questo caso ci coivolge poiché uno dei temi di Digital & Bim è proprio il monitoraggio del territorio.

Siamo presenti in fiera, come case history, all'interno dello spazio espositivo di Mak-ER.
Mak-ER è la rete regionale dei fablab e maker space. È la prima rete che condivide a livello regionale, nazionale e internazionale conoscenze, progetti, attrezzature e spazi fisici, per favorire un processo regionale di crescita intelligente e sostenibile.

Mak ER è presente anche a Piacenza all'interno dello Urban Hub (situato in via Alberoni, 2). Nel contesto di tale realtà il Consorzio di Bonifica di Piacenza gestisce il laboratorio Water Lab.
Water Lab è il laboratorio del Consorzio di Bonifica di Piacenza legato alla valorizzazione del ciclo dell'acqua, la cui finalità è condividere innovazione ed essere un luogo di incontro tra istituzioni, start up, giovani imprenditori e studenti. Tra i vari progetti è stato realizzato un drone professionale per il monitoraggio del territorio piacentino. Drone che ha la particolarità di essere stato assemblato sulla base di un progetto che è in continua evoluzione. Altra particolarità è l'avere alcune parti fatte con stampanti 3D della Mak ER room dello Urban Hub di Piacenza.

E a Bologna abbiamo appunto portato il nostro drone per condividere il nostro progetto grazie anche alla presenza di Deborah Federici, nostra esperta e pilota di drone.

Piacenza, 19 ottobre 2017

(Consorzio Bonifica Piacenza)

Incremento del numero degli interventi da fare per la messa in sicurezza: da 926 a 942. Pressochè inalterato l'ammontare del valore degli interventi di 1 miliardo e 115 milioni di euro. Ma il rischio resta alto.

Bologna, 18 Ottobre 2017

Oltre ad avere sul nostro territorio un ruolo sempre più attivo e concreto nella lotta quotidiana al progressivo fenomeno del dissesto idrogeologico i Consorzi di Bonifica dell'Emilia Romagna associati ad ANBI ER svolgono anche una rilevante e costante funzione di monitoraggio tecnico-scientifico delle aree maggiormente a rischio nei diversi comprensori che presidiano.

Ogni anno ANBI, l'associazione nazionale che li coordina, comunica con puntualità l'elenco dettagliato dell'entità del rischio che ricade sulle singole comunità individuando ed indicando, su segnalazione capillare dei numerosi Consorzi di Bonifica presenti in tutto il paese, importi per la messa in sicurezza e progetti di fattibilità utili per rendere il nostro territorio - così perennemente fragile - più adeguato all'abitabilità umana e alla possibilità di fare economia di lungo periodo. L'Emilia Romagna, nel panorama italiano, non è sicuramente un territorio esente da rischi ambientali di ogni tipo e gli ultimi anni, complici i mutamenti climatici repentini, ne sono stati la più palese dimostrazione.

Così, alla luce dei dati statistici rilevati negli ultimi dodici mesi negli estesi comprensori di bonifica regionali, occorre dire che il rischio di dissesto idrogeologico resta alto anche se in linea con quello degli anni scorsi. Gli interventi programmati e realizzati dai Consorzi sono stati molteplici, ma sono altrettanto numerose le richieste e le azioni politiche concertate avviate con gli enti locali competenti ed in particolare la Regione Emilia Romagna; azioni diffuse di messa in sicurezza forti di somme stanziate che dovranno consolidare nei fatti le zone più interessate dal fenomeno di dissesto sia nelle aree montane che in quelle pedecollinari e di pianura. Ed ecco la parte statistica, quella che regala alcune differenze numeriche rispetto al recente passato:
i casi di crisi rilevati ed evidenziati dai Consorzi di Bonifica nella nostra regione Emilia Romagna passano da 926 del 2016 ai 942 del 2018, così come il totale complessivo sale a quota 1.115.989,287,60 rispetto a 1.115.313.541,67 dell'anno precedente; sostanzialmente in linea si evidenzia un incremento di necessità di interventi pari a 675.745,93 euro. Nei singoli comprensori - gestiti dai Consorzi associati - abbiamo registrato interventi e importi complessivi molto differenti a seconda della tipologia del territorio monitorato:

 

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(Fonte: Anbi Emilia Romagna)

Si tratta di una giornata importante, istituita dall'ONU, per riflettere sulle strategie e sui comportamenti da adottare per mitigare il rischio di disastri ambientali.

Piacenza, 12 ottobre 2017 - Temi significativi per l'intera collettività e più che mai attuali: non è un caso che a ridosso di questa Giornata è in calendario, anche a Piacenza, per sabato 14 ottobre, l'iniziativa "Io non rischio" a cura di amministrazioni comunali e Protezione Civile.

Per il Consorzio di Bonifica di Piacenza quella del 13 ottobre è una data significativa dal momento che una parte rilevante delle nostre attività è proprio indirizzata al presidio idrogeologico. I nostri interventi in materia si declinano in modo differente a seconda della tipologia di territorio: in montagna operiamo nella lotta al dissesto idrogeologico (gestione e manutenzione di strade rurali, difese spondali, briglie, pulizia del reticolo di canali minori, ...) e in pianura nella riduzione del rischio idraulico (gestione e manutenzione dei canali di bonifica e degli impianti).

La manutenzione ordinaria
"La manutenzione ordinaria diventa di per sé un imprescindibile intervento di prevenzione", ricorda il nostro Presidente Fausto Zermani: "E' indispensabile, proprio quando parliamo di prevenzione, porre l'accento sulla manutenzione".
Il Consorzio di Bonifica di Piacenza destina alla manutenzione ordinaria di impianti, canali e opere di bonifica montana circa i due terzi di quanto chiesto annualmente alla contribuenza (9 milioni e mezzo circa).

Gli interventi straordinari
La manutenzione ordinaria però non è sufficiente a riparare popolazione e territorio dai disastri ambientali, come i fenomeni degli ultimi anni hanno dimostrato. Si è dovuti infatti ricorrere, dopo importanti alluvioni o frane, a finanziamenti straordinari per poter fronteggiare i danni. Si pensi che, solo dal 2015, ricorrendo a ordinanze di protezione civile e con finanziamenti della regione Emilia Romagna, il Consorzio di Bonifica di Piacenza sta gestendo 2.202.000 euro, suddivisi in 10 cantieri.

La prevenzione
"Il nostro Consorzio, in tema di prevenzione strutturale" -dice Pierangelo Carbone, Responsabile Ufficio Progettazione del Consorzio di Bonifica di Piacenza- "ha messo a punto diversi progetti e studi per la realizzazione di casse di espansione (a protezione di aree urbane), di impianti di sollevamento (a protezione delle aree depresse), di scolmatori, di canali diversivi e di opere di bonifica montana. Progetti che richiedono, per la loro attuazione, adeguati finanziamenti. Siamo in attesa che prenda corpo e fattività il Piano Nazionale che affronta in modo sistematico, e su scala nazionale, il problema della lotta al dissesto". Anche il Consorzio di Bonifica di Piacenza ha partecipato alla stesura del Piano con progetti importanti relativi al nostro territorio. "Attendiamo", prosegue Carbone "che dopo il finanziamento delle aree metropolitane il Piano possa dar corso al finanziamento degli altri progetti".

L'educazione
"Alla manutenzione ordinaria e alla prevenzione va affiancata l'educazione a causa della sempre più difficile prevedibilità dell'entità dei fenomeni" ci spiega Filippo Volpe, Direttore dell'Area Tecnica del Consorzio di Bonifica di Piacenza. "Occorre diffondere un'educazione al rischio in modo sistematico, soprattutto nelle aree più vulnerabili".

Le riflessioni delle autorità e degli esperti
Vista l'importanza per tutta la comunità di un dialogo fra Consorzio di Bonifica di Piacenza e istituzioni, su un tema così rilevante, abbiamo interpellato Regione, Provincia, Comune, Enti e Sindaci.

"Il tema del rischio di disastri naturali è purtroppo sempre attuale ma spesso viene sottovalutato o percepito come 'distante' da una larga fetta della popolazione" commenta Sandro Nanni di Arpae-SIMC (responsabile Centro Funzionale per il rischio idrogeologico-idraulico Regione Emilia Romagna).

L'assessore regionale Paola Gazzolo, Assessore alla difesa del suolo e della costa, protezione civile e politiche ambientali e della montagna, ci ricorda gli interventi regionali: "Solo al territorio piacentino colpito dall'alluvione, in due anni sono stati destinati 31 milioni per 238 cantieri, oltre l'80% dei quali già chiusi. Nei prossimi mesi partirà un nuovo pacchetto di lavori per 3 milioni e mezzo di euro: comprende il consolidamento della frana dei Sassi Neri a Farini; la messa in sicurezza dell'abitato di Pecorara e gli interventi lungo i 20 chilometri dell'intera asta fluviale del torrente Arda. All'impegno nell'utilizzare in modo efficace e in tempi celeri le risorse, abbiamo unito l'istituzione dell'Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile: mi piace definirla la prima Agenzia Resiliente del Paese, un'unica struttura che riunisce in sé l'intera filiera di prevenzione, protezione, previsione e intervento in caso di calamità. E ancora: abbiamo attivato un nuovo sistema di allertamento. A queste azioni serve comunque affiancare una vera alleanza per la sicurezza del territorio tra tutti i soggetti competenti. Insieme si può fare di più e meglio: in quest'ottica, i Consorzi di Bonifica costituiscono un elemento fondamentale. In collaborazione con Anbi (Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni), stiamo reinvestendo in montagna gli introiti della contribuenza di bonifica: solo a Piacenza, nel 2017, si avvieranno 40 cantieri in Appennino. Lo scorso luglio, con la L.R. 16/17, abbiamo inoltre tradotto in norma la sperimentazione di successo avviata in alcuni territori, dove ai Consorzi è stata affidata la gestione del reticolo idrografico minore: un modello virtuoso che mi auguro possa essere adottato anche alla nostra provincia".

Patrizia Calza, vice Presidente della Provincia di Piacenza, pone l'accento sul rapporto fra cambiamenti climatici, fragilità del nostro territorio e necessità di "attenzione particolare in termini di risorse finanziarie e di interventi di messa in sicurezza" sottolineando la necessità di "promuovere e sostenere iniziative volte a diffondere conoscenze e consapevolezza sull'importanza delle pratiche di prevenzione e mitigazione".

Da Fiorenzuola d'Arda arrivano le dichiarazioni del sindaco Romeo Gandolfi: "Ritengo sia fondamentale sensibilizzare l'intera popolazione." Il sindaco parla dell'importanza della periodica e costante pulizia di fiumi e torrenti. "Per quanto concerne invece il discorso dighe mi considero fortemente favorevole. Le dighe sono utili per mitigare il flusso dell'acqua e come risorsa idrica per il territorio. Fiorenzuola e la Val d'Arda devono ringraziare la diga di Mignano che ha evitato che succedesse il peggio durante l'alluvione del 2015 che al contrario purtroppo non ha lasciato scampo alla Val Nure".

Il sindaco di Caorso, Roberta Battaglia, ribadisce la necessità della manutenzione."Ritengo che sarebbe necessaria una maggior pulizia dei corsi. Indispensabile anche dragare i letti, perché non possiamo continuare ad alzare gli argini. Si dovrebbe mantenere una maggior pulizia dei canali. La sinergia fra enti e l'attenzione legata alla prevenzione risultano essere fondamentali".

"La fortuna di vivere dove scorrono corsi d'acqua" - dice Manuela Sogni sindaco di San Pietro in Cerro - "non è scontata e non va sprecata. Divulgare la buona pratica della tutela, salvaguardia e valorizzazione del territorio da parte di ogni cittadino, in sinergia con Enti e Istituzioni, è un obiettivo importante e noi lo perseguiamo".

Sergio Copelli, sindaco di Ponte dell'Olio e Presidente Unione Alta Valnure sul tema della riduzione dei rischi di disastri naturali richiama, fra gli interventi, il fatto di "aver dotato tutti i comuni di un piano di emergenza di Protezione Civile e ogni comune di un Centro Operativo Comunale, dotato di kit radio". Punta poi alla definizione dei vari strumenti per informare tempestivamente la popolazione in caso di rischio (pannelli stradali, Alert System e campagna di reclutamento di volontari per la Protezione Civile il comune di Ponte dell'Olio ha poi introdotto i Referenti di Frazione di Protezione Civile).

Ancora sull'importanza della pulizia (di cunette, fossi e canali) è l'intervento di Giovanni Malchiodi sindaco di Ferriere che ribadisce, nel concreto di questa stagione, la necessità, approfittando dell'assenza di piogge, di fare la prevenzione idraulica: "in tali condizioni si lavora al meglio e quindi si può esser pronti poi a contenere eventuali disastri causati da piogge abbondanti".

L'amministrazione comunale di Sarmato pone l'accento sulla numerosa popolazione faunistica (nutrie, istrici, tassi e volpi) che "sta provocando erosione e frane delle sponde e degli argini. E' intenzione dell'amministrazione sensibilizzare quei cittadini, in grado di farlo, ad aderire ai nuclei abilitati, e già operanti, allo scopo di contenimento della fauna e alla prevenzione dei rischi causati da quella presenza".

Una giornata, quella del 13 ottobre, destinata a far riflettere e a far agire.

20171012-Cassa di espansione zona Farnesiana PC 1

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Parma – 9-10-2017 - Sicurezza idraulica, ruolo del fiume Po negli equilibri ambientali delle aree sottese alla sua influenza diretta e in particolare del nostro territorio: sono stati questi temi, ma non solo, a caratterizzare la visita in Prefettura di Meuccio Berselli nuovo Segretario Generale dell'Autorità di Bacino del Po divenuta un oggi un vasto distretto che unisce la gran parte delle acque di tutto il Nord Italia.

Complimentandosi con Berselli per l'incarico il Prefetto di Parma Giuseppe Forlani, esperto di lungo corso di protezione civile, ha approfondito le nuove rilevanti competenze in materia di pianificazione idrologica del Distretto con riferimento specifico al comprensorio parmense.

L'ingegner Fabrizio Useri nominato direttore del Consorzio di Bonifica Parmense. Subentra a Meuccio Berselli, incaricato dal Governo alla direzione del più grande distretto idrografico d'Italia.

di LGC - Parma 2 ottobre 2017 - Fabrizio Useri subentra a Meuccio Berselli alla direzione del Consorzio di Bonifica Parmense.
Meuccio Berselli, recentemente nominato dal Governo alla direzione del più grande distretto idrografico d'Italia aveva lasciato, notte tempo, vacante la posizione di vertice della Bonifica parmense.

"Come sapete, ha rimarcato rimarcato Luigi Spinazzi Presidente de Consorzio, Meuccio Berselli è stato chiamato a altro importante incarico e noi, come consiglio, nell'arco di un mese siamo riusciti a individuare e condividere, sul profilo molto valido di Fabrizio Useri, la nuova figura direttiva".

20171002-Fabrizio Userti-2Fabrizio Useri, 57 anni, nato a Bologna è ingegnere civile ed ha al suo attivo il coordinamento dell'attività generale del settore patrimonio dell'ASP Città di Bologna. Vanta, nel suo ricco curriculum vitae, esperienze nell'edilizia bio-ecologica, valutazioni della sostenibilità ambientale nel comparto edile, ingegneria sismica, sicurezza sul lavoro, domotica e risparmi energetici, nonché la gestione integrata dei contratti d'appalto o di opere delle pubbliche amministrazioni.

"Ho lavorato circa 10 anni in una impresa di costruzioni, si presenta Useri, facendo opere pubbliche. Ho intercettato in quel periodo anche il Consorzio di Bonifica Renana con il quale abbiamo fatto opere sui sistemi di sollevamento e sulle canalette. In questi 10 anni l'opera più importante, che ho seguito, come direttore tecnico, è l'organizzazione di Bologna Città di Cultura. Successivamente ho vinto il concorso pubblico all'ASP di Bologna, azienda del Comune di Bologna che ha come mission l'assistenza agli anziani. Diverse le case protette e i centri diurni per anziani che abbiamo realizzato,  oltre alla manutenzione del grande patrimonio di questa azienda che consiste in circa 2.000 ettari di terreno e 1300 unità immobiliari, utilizzando un sistema organizzativo che è molto simile a quello del Consorzio. Devo dire che una delle fatiche più grosse, che ho dovuto affrontare in questo ente, è stata la fusione delle tre ASP cittadine. Sono sicuro che il mix delle esperienze, sia nel campo delle costruzioni, sia di azienda pubblica, potrà dare un servizio ulteriore al consorzio".

"Diamo il benvenuto al nuovo dirigente - interviene Eugenio Zedda, Direttore di Confagricoltura di Parma e Vice Presidente del Consorzio - Anche noi abbiamo condiviso e apprezzato le esperienze e le caratteristiche tecnico professionali che pensiamo possano dare buoni risultati qui a Parma. Gli diamo sin da ora tutta la nostra collaborazione, per svolgere al meglio il suo lavoro, e saremo vigili perché tutto vada per il meglio. Un Augurio di buon lavoro." 20171002-Zedda-al centro

 

Luca Cotti, presidente di Coldiretti e Vice presidente consortile, si associa ai saluti di benvenuto all'ingegnere e sottolinea che "ci sembra la persona giusta per questo ente, ci sembra la persona giusta per i nostri problemi. E' evidente l'altissima importanza che riveste il consorzio di bonifica per le aziende agricole. Quindi nella persona dell'ingegnere riponiamo fiducia e offriremo tutta la collaborazione necessaria per ottenere il massimo del risultato ottenibile."

20171002-Cotti Tamani-ColdirettiInterviene nuovamente il Presidente Spinazzi auspicando che finalmente si passi dalla cultura dell'emergenza a quella della prevenzione. Il riferimento è ovviamente all'emergenza idrica e alla siccità che hanno contraddistinto il territorio in questi ultimi mesi. "Le precipitazioni, dichiara Luigi Spinazzi, quest'anno non sono state di molto inferiori agli anni precedenti, ma sono state molto più concentrate, meno distribuite, con evidenti maggiori complessità di gestione."

Il presidente ha quindi richiamato gli interventi di difesa attiva realizzati sul territorio in questi ultimi anni, ma anche i progetti presentati, per un valore complessivo di oltre 21 milioni di euro che, se verranno finanziati, consentiranno di sostituire le canalette obsolete e di cantierare il progetto di Bocca d'Enza.

"Stamattina, conclude il Presidente, abbiamo sottoscritto con il Comune di Parma e l'Ente Fiere l'accordo per una nuova cassa di espansione su Canale Galasso, mentre lo scorso anno avevamo realizzato il primo stralcio del Canale Burla. Sono risposte che pensiamo possano dare sollievo alla città".

20171002-CDA Consorzio Bonidifica-Parmense

Pubblicato in Ambiente Parma

La consigliera sollecita la Giunta a seguire l'esempio della Regione Lombardia, che ha emanato un bando per incentivare la diffusione di sistemi di accumulo di energia elettrica a servizio degli impianti solari fotovoltaici destinati alle utenze domestiche

Incentivare la diffusione dei sistemi di accumulo di energia elettrica a servizio degli impianti solari fotovoltaici. A chiederlo, in un'interrogazione rivolta alla Giunta, è Silvia Piccinini del Movimento 5 stelle. In particolare, la consigliera sollecita l'esecutivo regionale, ad "adoperarsi, considerati i risultati ottenuti nel 2016 dalla Regione Lombardia, per studiarne approfonditamente i costi e i benefici, sia in termini economici che ambientali, al fine di capire se queste tecnologie possano incentivare la diffusione degli impianti fotovoltaici stessi e quindi concorrere al raggiungimento degli obiettivi fissati dal piano energetico regionale".

La Regione Lombardia, spiega la pentastellata, "nel 2016, al fine di promuovere l'autoconsumo dell'energia rinnovabile, ha emanato un bando di incentivi per la diffusione dei sistemi di accumulo di energia elettrica dagli impianti fotovoltaici".

Il bando, prosegue, "è stato replicato anche nel 2017, aumentando, visto il notevole successo, le risorse disponibili". L'incentivo, conclude Piccinini, "consiste in un contributo a fondo perduto, fino a un massimo di 3.000 euro, per l'acquisto e l'installazione di un sistema di accumulo a servizio di un impianto solare fotovoltaico di utenza domestica". (Cristian Casali)

(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell'Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa )

Pubblicato in Ambiente Emilia
Venerdì, 22 Settembre 2017 14:46

Qualità dell'aria: nuove misure antismog

Dal 1 ottobre stesse misure antismog in Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. L'assessore Gazzolo: "Per la prima volta misure emergenziali comuni per la qualità dell'aria per 23 milioni di persone". Il punto in Regione con i sindaci dei 30 Comuni dell'Emilia-Romagna interessati, in vista dell'approvazione in Giunta delle misure aggiuntive in vigore fino al 31 marzo 2018.

Bologna, 22 settembre 2017

Scatteranno dal prossimo 1 ottobre le misure antismog che, per la prima volta, saranno le stesse per tutta l'area padana, come previsto dal "Nuovo Accordo per la qualità dell'aria nel bacino padano" firmato dall'Emilia-Romagna con il Ministero dell'Ambiente insieme a Lombardia, Piemonte e Veneto.

Quest'anno, oltre alle misure previste dal "Piano aria integrato regionale (Pair2020)" relative alla limitazione della circolazione dal lunedì al venerdì e nelle domeniche ecologiche dalle ore 8,30 alle 18,30 per le auto ed i veicoli commerciali diesel fino all'euro 3 e benzina fino all'euro 1, sono previste anche misure aggiuntive da attuare in modo omogeneo nelle quattro Regioni e che saranno approvate la prossima settimana dalla Giunta regionale.

Il punto sulle misure antismog è stato fatto nel corso di un incontro in Regione con i rappresentanti dei Comuni con più di 30 mila abitanti e di quelli della cintura di Bologna già aderenti al Pair2020. "Per la prima volta si stabiliscono misure emergenziali comuni per le quattro regioni del bacino padano- sottolinea l'assessore regionale alla Difesa del suolo e Politiche ambientali, Paola Gazzolo- che da sole rappresentano il 40% della popolazione italiana e la zona più produttiva del Paese. Stiamo lavorando insieme con serietà ma, all'impegno delle istituzioni, serve che si unisca l'impegno dei cittadini perché la qualità dell'aria è un tema che riguarda tutti. Un'aria migliore passa da comportamenti virtuosi e il rispetto delle regole è la premessa per ottenerla".

Le nuove regole

Nel dettaglio sono previsti due livelli di allerta, a cui corrispondono interventi emergenziali diversi: il primo scatta dopo 4 giorni consecutivi di superamento del valore limite di Pm10, il secondo dopo 10 giorni.

Dal 1° ottobre, come previsto dal Piano aria regionale, in caso di superamento dei limiti di pm10 per 4 giorni consecutivi le restrizioni alla circolazione scattano in modo automatico dal giorno successivo e si estendono ai veicoli diesel euro 4. Inoltre, entrano in vigore misure emergenziali aggiuntive, derivanti dall'Accordo di bacino padano, che prevedono il divieto di utilizzo di stufe a biomassa legnosa con prestazioni emissive inferiori alla classe 3 stelle, in presenza di impianti alternativi; il divieto di combustione all'aperto e di spandimento dei liquami zootecnici. Il periodo di superamento di 4 giorni, anziché di 7 come negli anni precedenti, costituisce un criterio di maggior cautela per la salute dei cittadini e garantisce ancora più efficacia agli interventi.

Dopo 10 giorni consecutivi di sforamenti, invece, il divieto di utilizzo di stufe a biomassa legnosa viene esteso anche alla classe 3 stelle.

Tutte le misure emergenziali restano in vigore fino al primo giorno di aggiornamento del bollettino (il primo lunedì o giovedì successivo al giorno del blocco). Sono prorogate se i livelli rimangono superiori alla soglia.

La comunicazione

Tutte le informazioni per i cittadini saranno pubblicate sul sito web "Liberiamo l'aria" www.liberiamolaria.it, con i dati in tempo reale (bollettini aggiornati ogni lunedì e giovedì) e comunicazioni sulle misure in vigore Comune per Comune.

Per garantire la maggior tempestività delle informazioni su bollettini e divieti verranno utilizzati, oltre a quotidiani, radio e TV, anche i social media e banner mirati sui motori di ricerca e sulle app.

In allegato l'elenco dei Comuni interessati dalle limitazioni

Pubblicato in Cronaca Emilia
Mercoledì, 20 Settembre 2017 17:00

Parma in cima alla classifica di "Comuni Ciclabili 2018"

Bandiera della ciclabilità italiana a Parma, rientrata ai primi posti nel progetto "Comuni Ciclabili": l'assessore Benassi alla premiazione.

Parma, 20 settembre 2017

Parma è stata premiata per la sua ciclabilità: il nuovo riconoscimento "Comuni Ciclabili 2018" di FIAB Italia per le amministrazioni italiane attive in politiche bike­‐friendly e per città a misura di bicicletta ha riconosciuto al nostro Comune il secondo posto tra le 15 città italiane vincitrici del bando. La cerimonia di premiazione è avvenuta venerdì scorso al CosmoBike Show di Verona, alla presenza dell'assessore alle Politiche di sostenibilità ambientale Tiziana Benassi.

Con 4 "bike smile" su un massimo di 5 Parma, preceduta solo da Ferrara, si è collocata al 2° posto a pari merito con Fano, seguita da Belluno, Pineto, Sestri Levante, Sulbiate, Urbana, Giulianova, Pescara, Cannobio, Corinaldo, Loano, Rimini e Vittorio Veneto: 15 città di dimensioni diverse, ubicate un po' in tutta Italia.

"Comuni Ciclabili", infatti, non nasce per plaudire unicamente a territori che, in considerazione della loro morfologia e attitudine turistica, possono vantare ad esempio lunghe piste ciclabili, ma si propone di incentivare le amministrazioni ad adottare politiche a favore della mobilità ciclistica e premiare l'impegno di chi ha già messo in campo iniziative bike-­friendly, valorizzando le località più accoglienti per chi si muove in bicicletta.

"Questo riconoscimento attesta il buon grado di ciclabilità di Parma e del suo ambito territoriale, e per noi rappresenta uno stimolo nel processo di miglioramento nella direzione intrapresa – ha precisato l'assessore alla mobilità sostenibile Tiziana Benassi. A breve verranno inaugurate anche altre due postazioni bike sharing in città, che affiancheranno le 24 esistenti, per agevolare ulteriormente l'utilizzo della bicicletta e rendere ancora più capillare il sistema sharing, tema centrale della mobilità sostenibile."

(Fonte: Comune di Parma)

Caselli: "Con le piogge di inizio mese superata la situazione di criticità per la fauna selvatica. Le norme dell'Emilia-Romagna sono già più restrittive di altre Regioni"

L'annuncio nel corso della seduta odierna della Commissione Politiche economiche dell'Assemblea legislativa.

Le limitazioni in vigore nelle prime due settimane di apertura per la fauna stanziale, quella migratoria e gli uccelli acquatici. Intensificata la vigilanza nelle zone interessate da incendi.

Bologna 13 settembre 2017 - Nessun rinvio dell'inizio della stagione di caccia 2017 in Emilia-Romagna, la cui apertura ufficiale è quindi confermata per domenica prossima 17 settembre dopo la pre-apertura dello scorso 2 settembre, e restano in vigore tutte le limitazioni stabilite dal calendario venatorio regionale nei Siti di interesse comunitario (Sic), nelle Zone di protezione speciale (Zps) e nelle aree percorse questa estate da incendi. Lo ha annunciato l'assessore regionale all'Agricoltura e Caccia, Simona Caselli, nel corso della seduta odierna della Commissione Politiche dell'Assemblea legislativa regionale".

"Non è vero– ha ribadito l'assessore- che siamo insensibili agli appelli lanciati nelle settimane scorse dalle associazioni ambientaliste, tanto è vero che come Giunta regionale stavamo seriamente valutando il possibile posticipo dell'apertura o, in alternativa, la riduzione dell'orario di caccia. Tuttavia dopo le piogge di inizio settembre e in considerazione delle previsioni meteo di medio periodo che parlano di ulteriori precitazioni in arrivo, riteniamo che non vi siano più le condizioni per adottare un simile provvedimento in quanto la situazione di criticità per la fauna selvatica dovuta alla siccità appare superata".

"Inoltre– ha aggiunto Caselli- ricordo che rispetto ad altre Regioni il nostro calendario venatorio stabilisce precise limitazioni nelle prime due settimane di avvio della stagione venatoria, con quattro giornate – 17, 21, 24 e 28 settembre – in cui la caccia alla fauna stanziale è consentita solo fino alle ore 13 e fino al tramonto esclusivamente per la fauna migratoria. Infine per l'avifauna acquatica il divieto di caccia antecedente il 1° ottobre è già in vigore in più del 95% delle zone umide del territorio regionale". L'assessore ha infine annunciato che sarà intensificata la vigilanza nelle zone interessate da incendi. (G. Ma.)

Pubblicato in Ambiente Emilia
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