William Toni, presidente Lapam Confartigianato Alimentazione e presidente nazionale dello stesso comparto, e Maria Luisa Falchi, vice presidente provinciale e nazionale di Cna Alimentare, intervengono sulla ricerca statunitense che mette in guardia dal consumo di questo genere di carni, ritenute tra le cause di un possibile sviluppo del cancro. -
Modena, 27 ottobre 2015 -
"Non avremo più carni rosse trattate e insaccati sulle nostre tavole? Non credo proprio. Come sempre, quando si parla di alimentazione, la cosa più importante è guardare alla qualità dei prodotti e scegliere in modo corretto utilizzando tutte le informazioni disponibili anche grazie alle nuove etichette". William Toni, presidente Lapam Confartigianato Alimentazione e presidente nazionale dello stesso comparto, e Maria Luisa Falchi, vice presidente provinciale e nazionale di Cna Alimentare, intervengono sulla ricerca statunitense che mette in guardia dal consumo di questo genere di carni, ritenute tra le cause di un possibile sviluppo del cancro.
"Intanto bisogna dire che negli Stati Uniti il consumo e la lavorazione delle carni è molto differente rispetto a noi e che l'uso di additivi è sicuramente più massiccio. Ma la cosa più importante – ribadiscono Lapam e Cna– è scegliere bene cosa si mangia. Le nuove norme sull'etichettatura, ad esempio, forniscono ampie garanzie al consumatore ed è possibile acquistare in sicurezza insaccati, salumi e carne rossa trattata, a patto che questa carne sia lavorata in modo corretto. Nel nostro territorio vi è un importantissimo distretto delle carni e mi sento di dire che le imprese di casa nostra sono all'avanguardia anche sotto questo profilo, abbiamo prodotti IGP e DOP che hanno disciplinari di tutela della lavorazione e provenienza delle materie prime.
Del resto già molti oncologi si sono affrettati a gettare acqua sul fuoco e a spiegare che questi prodotti non sono così pericolosi come apparirebbe ascoltando i risultati di questo studio".
"E' però determinante ribadire – conclude Toni – che saper leggere l'etichetta e scegliere i prodotti qualitativamente migliori vale per tutti gli alimenti e non solo per quelli che, magari ciclicamente a seguito di ricerche o di scandali di varia natura, finiscono sotto i riflettori dell'opinione pubblica".
(Fonte: ufficio stampa Lapam Confartitigianato Modena-Reggio Emilia)
Mercati agricoli e le dichiarazioni di Draghi. Burro in recupero, il latte-bio in controtendenza. I dati previsionali di mais e soia. Ismea, settembre alza l'asticella dei prezzi agricoli. Eventi a Expo e promozioni.
(in allegato il formato pdf scaricabile)
SOMMARIO
Anno 14 - n° 43 25 ottobre 2015
1.1 editoriale Ci manca solo la roulette russa
3.1 agro-mercati Le borse volano sulle ali di Draghi e gli effetti si sono notati anche sui cereali.
4.1 Lattiero caseario 10 centesimi guadagnati dal burro CEE.
5.1 Bio Il latte Bio viaggia in controtendenza
5.2 prezzi agricoli Ismea, settembre alza l'asticella dei prezzi agricoli
6.1 pomodoro e ambiente Pomodoro e ambiente: cinque temi sottoposti al ministro Galletti
7.1 fiscalità agricola Imu agricola non si paga, oppure sì?
7.2 ambiente e innovazione Consorzio di Bonifica di Piacenza e l'innovazione lunedì prossimo ad EXPO
8.1 eventi expo 2015 Parmigiano Reggiano, a Expo apertura della forma Kosher
8.2 giovani agricoltori Nuova linfa ai giovani agricoltori dell'Emilia Romagna
9.1 Mais e soia Mais e Soia dati previsionali 2015 - 2016
10.1 promozioni "vino" e partners
Il comparto lattiero-caseario "bio" si colloca al terzo posto, dopo ortofrutta e derivati dei cereali, per apprezzamento del consumatore. Dalla ricerca Ismea che verrà presentata a Cremona (28-31 ottobre 2015) emergono prospettive di crescita sensibili in ragione di una positiva dinamica dei consumi.
Roma, ottobre 2015
Un settore in espansione, quello del lattiero caseario bio, che nonostante la delicata situazione degli allevamenti in tutta Europa può contare su prospettive di crescita anche grazie a una dinamica dei consumi positiva.
Questa la sintesi dell'analisi condotta da Ismea e che verrà presentata alla prossima edizione della Fiera Internazionale del Bovino da Latte (CremonaFiere, 28-31 ottobre 2015) durante il convegno organizzato in collaborazione con l'ente fieristico cremonese e in programma per il 28 ottobre alle ore 14.30 presso la Sala Guarneri.
Per la prima volta l'Ismea focalizza i numeri e le dimensioni dell'allevamento biologico italiano, proponendo anche una stima del valore alla produzione e analizzando il gap dei prezzi alla stalla tra latte bio e convenzionale.
In base ai dati Sinab (Sistema nazionale di informazione sull'agricoltura biologica del Ministero per le Politiche agricole) il patrimonio nazionale dei bovini da latte bio, raggiunge oggi circa le 45mila unità, pari al 20% di tutto il bestiame bovino presente negli allevamenti biologici. Riguardo alla produzione di latte, la stima elaborata da Ismea parla, per il 2014, di un quantitativo totale superiore ai 300 milioni di litri per un valore alla produzione di 158milioni di euro, con un premium price riconosciuto alla stalla del 28% superiore a quello destinato al latte convenzionale.
"Un segnale incoraggiante - sottolinea Ezio Castiglione Presidente di Ismea - che marca una netta controtendenza rispetto alla situazione di grave difficoltà in cui versa il settore lattiero caseario convenzionale. L'effetto sinergico della fine delle quote latte, embargo russo e la frenata delle domanda cinese ha compromesso pesantemente le remunerazione alla stalla, richiedendo misure di urgenza a sostegno del settore, come il Piano latte promosso dal ministro Martina. Anche sul fronte dei consumi - ha precisato Castiglione - il latte e derivati bio hanno chiuso il primo semestre del 2015 con una crescita della spesa di oltre il 4% a fronte dell'andamento negativo delle vendite del lattiero caseario nel suo complesso."
Complessivamente, si evince dall'analisi, gli italiani hanno speso per latte e derivati bio 100 milioni di euro nel 2014. Una cifra destinata a crescere visto il trend positivo degli acquisti anche nei primi sei mesi del 2015. Più nel dettaglio avanza a ritmo particolarmente sostenuto lo yogurt (+10,4%) accanto a variazioni positive ma meno importanti per formaggi e latticini (+2,1%) e latte fresco (+0,7% ). L'unico dato negativo riguarda il latte Uht, che risulta il flessione del 4,4%.
Dall'indagine Ismea è infine emerso non solo che il consumatore italiano riconosce in media un premium price a yogurt e latte fresco bio, rispetto al convenzionale, rispettivamente del +30% e del +20%, ma che il comparto lattiero-caseario rappresenta la terza categoria bio dietro quella dell'ortofrutta e dei derivati dei cereali, coprendo una quota pari al 10-11% del totale delle referenze biologiche.
(Fonte Ismea 16 ottobre 2015)
Prezzi - Ismea, settembre alza l'asticella dei prezzi agricoli. Più 10,1% su base annua. Resta l'ortofrutta il fronte caldo. Deflativa la tendenza di fondo: indice "core" al -0,5% annuo.
Roma, 21 ottobre 2015
Settembre conferma sui mercati agricoli la svolta positiva già rilevata in agosto. Con un valore pari a 122,1 l'Indice dei prezzi all'origine elaborato dall'Ismea (base 2010=100) registra, per l'insieme dei prodotti agricoli, un aumento sia rispetto ad agosto (+8,6%) sia sul settembre del 2014 (+10,1%).
I prezzi al consumo dei beni alimentari e delle bevande, alcolici inclusi, risultano - dalle indicazioni dell'Istat sempre riferite al mese di settembre - in crescita dello 0,7% su base mensile e dell'1,5% se rapportati ai livelli dell'anno scorso, in forte accelerazione rispetto al più 0,9% di agosto.
L'Indice "core" dell'Ismea - che coglie la tendenza di fondo dei prezzi agricoli, scorporando dal calcolo dell'indicatore i prodotti ortofrutticoli, più volatili e maggiormente influenzati da fattori stagionali - si posiziona a settembre a 116,1 (2010=100) e conferma una dinamica mensile in ascesa (+0,5%). La comparazione con il dato corrispondente del settembre 2014 rimane invece negativa, segnalando un meno 0,5%, seppure in forte attenuazione rispetto al -3,3% di agosto.
Nel comparto dei prodotti vegetali l'incremento mensile dei prezzi (+16,3%, dopo il 6,8% registrato ad agosto), riflette principalmente il forte aumento delle quotazioni degli ortaggi di stagione (+49,9%). Positiva, nel mese di analisi, anche la dinamica dei prezzi della frutta (+9,1%) e, seppure marginalmente, quella dei vini (+0,3%). Segnano invece una variazione negativa i prezzi di cereali (-5,5%), semi di soia (-13,6%) e oli di oliva (-0,8%).
Per i prodotti zootecnici, la dinamica mensile osservata nel mese di settembre rivela un'accelerazione al più 2,2%, per effetto di aumenti su tutta la linea del bestiame vivo (+4,3% in media) riassorbiti parzialmente da un'ulteriore contrazione dello 0,3% dei prezzi dei lattiero-caseari.
Su base annua, come evidenziato, la tendenza complessiva si conferma al rialzo (+10,1%), per l'effetto combinato dell'ascesa dei listini del comparto vegetale (+25,1% rispetto a settembre 2014) e del deprezzamento dei prodotti zootecnici (-3%). Al pari di quanto rilevato ad agosto, i forti rincari degli ortaggi (+74,2%), degli oli di oliva (+43,8%) e della frutta (+14,8%) spiegano, ancora una volta, l'inflazione dell'intero aggregato delle coltivazioni, nell'ambito del quale, di converso, viene confermata la tendenza negativa dei vini (-3%) e delle colture industriali (-9,8%). Su base annua spunta invece un più 1,5% l'indice dei prezzi del comparto cerealicolo.
Nell'ambito zootecnico, al 3,6% di aumento tendenziale del bestiame vivo si contrappone la flessione dell'8,7% dei lattiero-caseari.
Nel mese di settembre - conclude l'Ismea - la variazione acquisita dei prezzi agricoli per l'intera annata 2015 è pari al 3,2%, rafforzando il dato già positivo di agosto. La variazione calcolata a partire dall'Indice core, resta invece negativa segnalando un meno 3% a settembre.
(Ismea 21 ottobre 2015)
Mais e Soia. Produzione globale del mais prevista al ribasso rispetto a settembre. In arretramento anche gli stock finali. In aumento invece la produzione di seme di soia. Invariati gli stock di semi di soia.
Modena, 21 ottobre 2015
Mais dati previsionali
La produzione globale di Mais per la stagione 2015-16 è stata rivista al ribasso a 972.60 Mio t, - 5.5 Mio t rispetto alle previsioni di Settembre, con riduzioni previste in USA, Ucraina, Argentina, India, Filippine e molti Paesi dell'Africa subsahariana.
Negli Stati Uniti la produzione è stimata leggermente inferiore ad un mese fa (- 0.2%), ma la resa dei terreni è prevista in aumento di 0.5 bushel/acro a 168 bushel/acro (equivalente a 10.67 tons/ettaro).
In Brasile si prevede un aumento della produzione (da 79 a 80 Mio t) e dell'export (da 24 a 25 Mio t).
Gli stock iniziali globali per la stagione 2015-16 sono in diminuzione, riflettendo l'aumento dell'export di Europa ed Ucraina della stagione 2014-15 e dell'impiego nell'alimentazione animale in Europa.
Gli stock finali sono previsti a 187.83 Mio t, -1% rispetto le stime di Settembre.
Soia dati previsionali
La produzione mondiale di semi di Soia per la stagione 2015-16 è prevista in aumento al livello record di 320.49 Mio t, +0.9 Mio t rispetto alle stime di Settembre.
In Brasile si prevede una produzione record di 100 Mio t per le maggiori aree coltivate. Un forte declino del valore del real brasiliano dovrebbe portare ad un aumento dell'area nonostante i prezzi internazionali bassi di quest'anno.
Sono previste riduzioni negli USA, India ed Ucraina.
La resa dei terreni statunitensi è stimata in aumento (47.2 bushel/acro) ma le
aree coltivate a Soia dovrebbero diminuire.
Le esportazioni statunitensi sono previste inferiori rispetto alle stime del mese scorso, per il ritmo lento delle vendite e l'aumento della concorrenza.
Gli stock finali globali di semi di Soia sono pressochè invariati, con l'aumento per il Brasile bilanciato dalle riduzioni di USA, India ed Ucraina.
Prima forma di Parmigiano Reggiano "Kosher", prodotta in stretta osservanza dell'insieme di regole religiose che da tremila anni, ispirandosi alla Torah, governano l'alimentazione degli ebrei osservanti in tutto il mondo. L'apertura della prima forma il 27 ottobre. Interessati 13,5 milioni di ebrei nel mondo e 12,5 milioni di consumatori di prodotti Kosher già presenti negli Usa. -
Reggio Emilia, 24 ottobre 2015 -
Spicca sicuramente tra le novità di Expo 2015 e sarà protagonista dell'evento in programma il 27 ottobre nel padiglione di Israele: si tratta della prima forma di Parmigiano Reggiano "Kosher", prodotta in stretta osservanza dell'insieme di regole religiose (denominate Kasherut) che da tremila anni, ispirandosi alla Torah, governano l'alimentazione degli ebrei osservanti in tutto il mondo.
Prodotta un anno fa dall'azienda agricola Bertinelli di Parma, la forma che sarà aperta ad Expo fa parte della produzione marchiata pochi giorni fa dal Consorzio del Parmigiano Reggiano (operazione che non può avvenire prima di 12 mesi di stagionatura), ed è stata certificata "Kosher" (ossia "conforme alla legge" ebraica) da uno dei più autorevoli enti in materia: OK Kosher Certification, con sede a New York, dove vive una delle più importanti comunità ebraiche del mondo.
L'ordine di grandezza dell'interesse e dei possibili scambi commerciali che ruotano attorno al Parmigiano Reggiano "Kosher" emergono da cifre che parlano di 13,5 milioni di persone di fede ebraica nel mondo (40.000 in Italia), ma anche di milioni di consumatori che acquistano prodotti Kosher come simbolo di particolare rigore su qualità e processi produttivi: negli Stati Uniti, ad esempio, si tratta di 12,5 milioni di persone, con i prodotti Kosher che rappresentano quasi il 30% degli alimenti venduti nei supermercati.
L'evento in programma il 27 ottobre ad Expo - promosso dal Consorzio del Parmigiano Reggiano e dal padiglione israeliano ad Expo - prevede, come si è detto, l'apertura della prima forma di Parmigiano Reggiano "Kosher" alle ore 11,00 nel Padiglione di Israele ad Expo 2015, alla presenza del Commissario generale del padiglione, Elazar Choen, del presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai, dell'amministratore delegato dell'Azienda Bertinelli di Parma, Nicola Bertinelli, e del Rabbi Yeshaya Prizant, rappresentante dell'ente certificatore OK Kosher.
(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)
Immediato l'effetto alle dichiarazioni del numero uno della BCE, Mario Draghi. Le borse s'impennano e per la prima volta il rendimento del BTP a due anni sconfina in segno negativo.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 23 ottobre 2015 -
Il numero uno di Francoforte ha gettato l'asso di briscola ed ha chiarito che la Bce è pronta, se necessario, ad aumentare lo stimolo monetario già a dicembre e di non aver a disposizione soltanto il quantitative easing (QE), ma anche la possibilità di ridurre il tasso sui depositi, attualmente a -0,20%.
Un'affermazione che ha immediatamente registrato l'apprezzamento delle borse con conseguente riduzione dello spread e dell'euro.
Effetti che, a cascata, si sono riversati anche sul settore dei cereali in ragione della connessione diretta con gli indici valutari di cambio. Ancora qualche giorno prima di poter osservare la reale tendenza delle borse cerealicole che nel frattempo ha visto Chicago chiudere in riduzione come di seguito riportato:
Chicago 22 ottobre 2015
SEMI novembre 898,60 (-6.4) gennaio 901,00 (-8,4)
FARINA dicembre 307,80 (-2,7) gennaio 306,80 (-3)
CORN dicembre 378,20 (-2,4) marzo 388,00 (-2,2)
GRANO dicembre 490,60 (-4) marzo 497,00 (-4,2)
Dal Mar Nero, nella giornata di ieri, il corn ucraino per ottobre/dicembre quotava a dollari 172, il gennaio/marzo aprile a dollari 184. ll corn rumeno/bulgaro/ungherese/serbo per l'ottobre/novembre/dicembre quotava ad euro 154, il gennaio/marzo invariato ad euro 160, Il grano feed dall'Ucraina quotava per l'ottobre/dicembre dollari 185.Il gennaio/marzo dollari 189. L'aprile veniva quotato a dollari 192. Dagli altri paesi della EU il feed per l'ottobre/dicembre ad euro 167. Il gennaio/marzo ad euro 171. Il marzo/maggio ad euro 1747. La trasformazione da fob porti del Mar Nero a franco porti dell'adriatico si può stimare in circa euro 20-23/tonnellata per navi da 35/45.000 tons.
Nel settore bionergie continua la caccia al mais in granella quasi introvabile, e ai sottoprodotti alternativi per arricchire i trinciati. Negli ultimi giorni sono stati sottoscritti contratti di cruscami a 140 euro alla tonnellata da Novembre 2015 a Febbraio 2016.
Indicatori internazionali
l'Indice dei noli è sceso a 786 punti, il petrolio staziona attorno a 45,50 dollari al barile e il cambio ha subito una leggera flessione negativa segnando 1,11093.
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
Officina Commerciale Commodities srl - Milano
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Da Belluno a Ragusa, una serata all'insegna del "re" dei formaggi. Il maggior numero di adesioni da Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Piemonte e Campania. Ben 160 i ristoranti italiani che sabato 24 ottobre saranno impegnati nella "Parmigiano Reggiano Night". Per partecipare all'evento basta inserire sul sito la propria città di appartenenza, consultare la lista dei ristoranti più vicini e prenotare. -
Reggio Emilia, 22 ottobre 2015 -
Da nord a sud, passando per le isole, sono ben 160 i ristoranti italiani che sabato 24 ottobre saranno impegnati nella "Parmigiano Reggiano Night", l'evento che unisce simbolicamente tutti gli appassionati del "re" dei formaggi celebrando il gusto della tavola e il gusto di stare insieme.
I 160 ristoranti che hanno aderito all'iniziativa del Consorzio di tutela prepareranno un piatto, o un intero menù, a base di Parmigiano Reggiano e distribuiranno un simpatico gadget a tutti i clienti che parteciperanno alla serata. Nei giorni successivi, i locali che caricheranno sul sito web dell'evento le foto della propria serata potranno partecipare all'estrazione di una intera forma di Parmigiano Reggiano del peso di 40 kilogrammi.
"Siamo grati ai ristoranti italiani che hanno aderito ad una iniziativa giunta alla quarta edizione", sottolinea il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Riccardo Deserti, "perché in questo modo aggiungono un motivo di interesse in più attorno ad un prodotto che in questi anni ha costantemente aumentato la propria presenza all'interno del mondo della ristorazione di qualità, che abbiamo puntato a coinvolgere in modo sempre più diffuso e attivo in un'opera di marketing diretto e conoscenza del prodotto che passa dalle mani, dalla creatività e dalla passione di tanti chef".
La suddivisione geografica dei ristoranti che hanno aderito alla "Parmigiano Reggiano Night" vede in testa l'Emilia-Romagna con 64 esercizi (equamente divisi tra province di produzione e aree fuori dal comprensorio produttivo), seguiti dai 23 della Lombardia, dai 10 del Veneto e poi via via dai ristoranti di Piemonte e Campania (8 a testa), Liguria, Marche, Calabria, Sicilia, Puglia e altre regioni italiane.
Tra le città al di fuori del comprensorio di produzione (nel cui ambito il primato va a Bologna, con 11 ristoranti), la graduatoria è guidata da Rimini (10 ristoranti), seguita da Milano e Piacenza (7 ristoranti ciascuna), Roma e Verona (entrambe con 6) e poi Napoli (4) e Torino (3).
I consumatori che intendono partecipare all'evento possono visitare il sito dedicato night.parmigianoreggiano.com, inserire la propria città di appartenenza, consultare la lista dei ristoranti più vicini e prenotare (menù e prezzi sono a discrezione dei singoli esercizi).
La "Parmigiano Reggiano Night" - che giunge alla quarta edizione - è nata nel 2012, a seguito del terremoto che colpì duramente anche tanti caseifici del Parmigiano Reggiano, e da allora si è ripetuta ogni anno "come momento di coinvolgimento e unione - sottolinea Deserti - per tutti gli amici del Parmigiano Reggiano e per gli chef che interpretano il nostro prodotto valorizzandolo secondo i propri gusti e il proprio stile".
(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)
Latte spot in altalena. Leggero calo del latte spot sia nazionale sia di provenienza estera (Germania - Austria). In sensibile ascesa i listini del burro mentre hanno subito una battuta d'arresto la crema e la panna a uso alimentare. Niente nuove dal fronte delle due principali DOP sempre più in crisi.
di Virgilio, Parma 21 ottobre 2015
LATTE SPOT Andamento altalenante per il Latte spot rilevato alla borsa di Verona. Con la perdita dell'1,39% il prezzo del latte crudo spot nazionale torna ai valori del 14 settembre scorso (36,09 - 37,12/€/100 litri). Con una flessione del -2,94% il listino del latte intero pastorizzato spot estero atterra tra 33,51 e 34,54€/100 litri mentre il latte scremato pastorizzato estero cede ben 7,32 punti percentuali (19,15 - 20,18€/100 litri di latte).
BURRO E PANNA Prosegue la poderosa risalita del burro. Tra i 5 e i 10 centesimi i guadagni registrati alla borsa milanese, mentre registrano un battuta d'arresto la crema e la panna che fissano i medesimi valori dell'ottava precedente. Tre e 5 centesimi recuperati invece dallo zangolato a Parma e Reggio Emilia rispettivamente.
Borsa di Milano 19 ottobre:
BURRO CEE: 2,80€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,95€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,95€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,75€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE: 1,54€/Kg.
Borsa Verona 19 ottobre:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,50-1,55 €/Kg.
Borsa di Parma 16 ottobre:
BURRO ZANGOLATO: 1,30€/kg.
Borsa di Reggio Emilia 20 ottobre
BURRO ZANGOLATO: 1,35 1,35€/kg.
GRANA PADANO A Milano ancora nessuna variazione di prezzi ha riguardato il Grana Padano che, nel complesso, con una media di 6,39€/kg (9 mesi di stagionatura) cede il 6,56% rispetto l'anno precedente e limita, si fa per dire, a -4,77% (media 7,39€/ Kg.) la flessione del 15 mesi e oltre di stagionatura.
PARMIGIANO REGGIANO Non va meglio al Parmigiano Reggiano che, pur nella stabilità di prezzi settimanali, perde il -7,72% e il -8,22% rispetto l'anno precedente con medie 7,62€/Kg e 8,82€/Kg per il 12 e il 24 mesi di stagionatura rispettivamente.
(In Galleria immagini i grafici CLAL)
SOMMARIO Anno 14 - n° 42 18 ottobre 2015 - Mercati agricoli. I derivati del latte ancora in ripresa e il frumento tra alti e bassi tende al rialzo. Reggianito fa bella mostra all'Anuga di Colonia. Corona si beve la Peroni. Olivicoltura, la raccolta migliore con Agristore. Olio in aumento del 60% ma prezzi in calo. Tutti pazzi per le Poste
(in allegato il formato pdf scaricabile)
Anno 14 - n° 42 18 ottobre 2015
1.1 editoriale Tutti pazzi per le Poste
3.1 cereali Mercati agricoli. Segnali di nervosismo in attesa dei dati USDA.
4.1 Lattiero caseario Derivati del latte nuovamente in ripresa.
5.1 cereali 2 Effetto soia, frumento in rialzo
6.1 sequestri "Reggianito" denunciato e ritirato all'Anuga di Colonia.
6.2 beverage La Corona si beve la Peroni
7.1 olivicoltura Una raccolta migliore con le offerte Agristore
7.2 expo 2015 Expo2015 - un successo, tanti disagi e il Codacons interviene
8.1 prezzi agricoli Ismea, Olio +60% ma prezzi in discesa
9.1 promozioni "vino" e partners