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Mercoledì, 15 Agosto 2018 11:35

Pechino, "Offensiva aerea" contro Taiwan.

Presentate due interrogazioni parlamentari a Camera e Senato. L'ostracismo di Pechino nei confronti di Taiwan sta minando la sicurezza di milioni di cittadini.

L'ICAO, Organizzazione internazionale dell'aviazione civile (in inglese International Civil Aviation Organization è un'agenzia delle Nazioni Unite incaricata di sviluppare i principi e le tecniche della navigazione aerea internazionale, delle rotte e degli aeroporti e promuovere la progettazione e lo sviluppo del trasporto aereo internazionale rendendolo più sicuro e ordinato.
Il Consiglio della ICAO adotta degli standard e delle raccomandazioni riguardanti la navigazione aerea e l'aviazione civile. Inoltre, l'ICAO definisce i protocolli per le indagini sugli incidenti aerei seguiti dalle autorità per la sicurezza del trasporto dei paesi firmatari della convenzione sull'aviazione civile internazionale, più nota come convenzione di Chicago.
In tema sono state presentate due interrogazioni parlamentari per la partecipazione taiwanese all'ICAO che viene fortemente osteggiata dalla Cina.

L'ostracismo di Pechino nei confronti di Taiwan sta minando la sicurezza di milioni di cittadini: nello scorso mese 16 parlamentari di maggioranza e di opposizione appartenenti ai gruppi Lega, PD, FI e Fd'I – i senatori Paroli, Malan, Urso, Gallone, Toffanin, Alderisi, Fantetti, Maffoni; e i deputati Pagano, Polverini, Comaroli, Fidanza, Grimoldi, Braga, Frassinetti, Di Maio – hanno presentato due Interrogazioni ai Ministri dei Trasporti e degli Esteri per chiedere quali passi il Governo abbia compiuto, e intenda compiere, per sostenere la partecipazione di Taiwan all'ICAO nell'interesse della sicurezza internazionale dei voli aerei e quindi della vita di milioni di persone.

Nelle loro Interrogazioni i parlamentari richiamano la Mozione approvata alla unanimità dal Senato nel giugno 2017 nella quale, appunto, si invitava il Governo di allora ad attivarsi per consentire la partecipazione di Taiwan, come "Osservatore", non solo all'ICAO ma anche all'UNFCC, all'Interpol e all'Assemblea Mondiale della Sanità. Si tratta dell'ennesimo episodio dell'ostracismo di Pechino nei confronti di Taiwan, una dinamica di cui ci siamo più volte occupati in questa rubrica. Una necessità che è palese non solo per gli interessi di Taiwan ma per la sicurezza nei cieli di milioni di passeggeri.
La misure di sicurezza internazionali riguardano l'intera popolazione mondiale; l'esigenza di uniformità nelle misure di prevenzione al terrorismo, la coordinazione in caso di calamità naturali e la costante comunicazione tra le diverse nazioni per gestire il traffico aereo sono delle necessità palesi e ovvie. L'esclusione dall'ICAO sta erodendo la sicurezza dell'intero sistema di controllo aereo mondiale e le due interrogazioni dei Senatori e Onorevoli che pubblichiamo in maniera integrale mostrano, in maniera chiara ed efficace, la necessità taiwanese di partecipare alla ICAO.

L'interrogazione al Senato presentata dai Senatori Paroli, Malan, Urso, Gallone, Toffanin, Alderisi, Fantetti, Maffoni:
Ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
Premesso che: la sicurezza aerea trascende i confini nazionali e, per conseguire un ordinato sviluppo globale dell'aviazione civile e operare verso una maggiore inclusione delle parti interessate, l'Organizzazione internazionale dell'aviazione civile (ICAO) ha frequentemente invitato Paesi non contraenti, organizzazioni non governative e imprese private a partecipare a propri meeting di vario livello; l'amministrazione dell'Aeronautica civile (CAA) di Taiwan è stata invitata a prendere parte alla 38a Assemblea dell'ICAO nel 2013, e tale apprezzata partecipazione ha rappresentato un importante precedente; la Taipei FIR (Fligth information region) confina con altre quattro FIR, specificatamente Fukuoka, Manila, Hong Kong e Shanghai. Essa è situata oltre la costa orientale della Cina continentale e tra il Giappone e le Filippine. Nel 2017, la Taipei FIR ha fornito servizi agli oltre 1,66 milioni di voli controllati (il 30 per cento dei quali erano voli di transito con un incremento dell'1,4 per cento rispetto al 2016), e a oltre 66 milioni di viaggiatori in ingresso, in uscita o in transito attraverso Taiwan (di cui circa l'83 per cento, quasi 55 milioni, erano passeggeri internazionali e in volo attraverso lo Stretto, e circa il 17 per cento, 11 milioni, erano passeggeri domestici); alla fine del 2017, 88 linee aeree hanno offerto servizi da e per Taiwan, operando voli passeggeri e commerciali su 296 rotte e collegando 141 città in tutto il mondo. Inoltre, la principale porta della Taipei FIR, l'aeroporto internazionale di Taoyuan a nord della capitale Taipei, ha servito più di 44,8 milioni di passeggeri internazionali o in volo attraverso lo stretto di Taiwan nel 2017. Esso è stato classificato 10° e 6° a livello globale nel 2016, rispettivamente per numero di passeggeri internazionali e per traffico merci, e 5° nell'Asia-Pacifico, sia per numero di passeggeri, che per traffico merci, secondo le statistiche del 2016 del Consiglio internazionale degli aeroporti (ACI); i due principali vettori di Taiwan, EVA Air e China Airlines, sono stati classificati 30° e 33° per volume di passeggeri nel 2016, secondo le statistiche dell'Associazione internazionale del trasporto aereo (IATA); la Taipei FIR è una parte inseparabile del network globale delle FIR. La CAA di Taiwan, che è responsabile della gestione degli ampi volumi di traffico nella Taipei FIR, dovrebbe avere accesso diretto all'ICAO al fine di fornire servizi aerei che ne incontrino gli standard e garantire un sicuro trasporto di passeggeri e merci. Negare l'accesso diretto della CAA contravviene all'obiettivo statutario dell'ICAO di salvaguardare la sicurezza dell'aviazione globale e di raggiungere l'obiettivo di un cielo senza interruzioni; in qualità di agenzia specializzata dell'ONU per l'aviazione civile internazionale, l'ICAO dovrebbe permettere alla CAA di Taiwan, l'unico ente che gestisce la FIR di Taipei, di partecipare alle sue sessioni assembleari, ai meeting regionali e tecnici, ai seminari, così come ottenere informazioni correlate attraverso i canali appropriati; Taiwan, situata in una posizione chiave nell'Asia-Pacifico, rappresenta la 22a economia del Pianeta, 18a per volume di esportazioni ed ha statistiche del turismo che rivelano, nel 2017, la presenza di 9,69 milioni di passeggeri provenienti dalla regione e oltre 14,44 milioni di passeggeri che, da Taiwan, hanno visitato Paesi o zone della regione. Gli obiettivi raggiunti da Taiwan nello sviluppo del trasporto aereo sono evidenti a tutte le parti interessate, consapevoli di quanto la sicurezza aerea nella Taipei FIR sia strettamente collegata allo sviluppo del trasporto aereo nell'Asia-Pacifico e, pertanto, l'inclusione di Taiwan nell'ICAO sia di primario interesse per l'intera regione e per il mondo intero; Taiwan è stato il primo Paese dell'Asia-Pacifico a stabilire un sistema CNS/ATM in accordo con le direttive del comitato speciale dell'ICAO sui futuri sistemi di navigazione aerea. Taiwan ha anche studiato attentamente l'aviation system block upgrades (ASBU), auspicando lo sviluppo di un piano complessivo di gestione manageriale dei voli, per accrescere la cooperazione regionale e interna. Se Taiwan fosse invitata a partecipare agli incontri dell'ICAO, a vari livelli, potrebbe condividere le proprie esperienze con particolare attenzione alle sfide nell'applicazione di tecnologie e procedure avanzate, migliorando così l'efficacia della gestione dei voli in tutta l'Asia-Pacifico. Taiwan potrebbe anche fornire altre professionalità in aree quali la gestione dei voli e la sicurezza aerea verso altre nazioni, dando vita a una più stretta ed efficace collaborazione nel settore dell'aviazione civile; per mitigare le minacce del terrorismo, il 1° luglio 2017, l'ICAO ha annunciato nuovi requisiti di sicurezza per il controllo dei bagagli con apparecchiature elettroniche portatili (PED). Se i bagagli hanno al loro interno PED con batterie agli ioni di litio, i PED dovranno essere spenti e adeguatamente protetti prima del controllo. Siccome Taiwan, attualmente, non può, né partecipare ai meeting sui requisiti di sicurezza, né ottenere informazioni ad essi collegate in modo tempestivo, ha potuto solamente apprendere questi nuovi requisiti attraverso i media poco prima della loro applicazione. A causa dei limiti di tempo, la sola cosa che Taiwan ha potuto fare è stata chiedere alle proprie compagnie aeree di ricordare ai passeggeri di rispettare questi requisiti; sebbene sia stata a lungo esclusa dall'ICAO, Taiwan ha compiuto tutti gli sforzi possibili per rivedere prontamente le norme e i regolamenti in linea con gli sviluppi internazionali, in modo da rafforzare la sicurezza aerea e i servizi nella Taipei FIR. Con informazioni incomplete e premature, Taiwan deve dedicare notevoli risorse umane e tempo per comprendere e applicare correttamente i nuovi regolamenti. L'esempio menzionato non è infatti un'eccezione; dalla 39a Assemblea dell'ICAO, nel settembre 2016, i Paesi di tutto il mondo si sono focalizzati su temi, quali lo schema per la riduzione e la compensazione del carbonio nell'aviazione internazionale, gestione del tracciamento delle rotte globali e del sistema aeronautico senza pilota, e la stesura di un piano globale per la sicurezza aerea. Sono state tenute discussioni, incontri e seminari a vari livelli all'interno della sede centrale e degli uffici regionali dell'ICAO per formulare dettagliati piani di implementazione e proporre soluzioni, ma Taiwan non ha potuto prendere parte a nessuno di questi eventi e, dunque, con ritardo e con modalità inappropriate ha ricevuto le informazioni necessarie per mettere i regolamenti domestici in linea con le norme internazionali; la richiesta della partecipazione di Taiwan all'ICAO è essenziale per evidenti ragioni tecniche, indispensabili a garantire i più alti standard di sicurezza aerea. Solo attraverso la partecipazione diretta all'ICAO, la CAA di Taiwan potrà aggiornarsi sugli ultimi sviluppi riguardanti i temi chiave inerenti all'aviazione civile internazionale, superare le difficoltà derivanti da una mancanza di trasparenza e mantenere adeguati livelli di sicurezza e di qualità dei servizi nella Taipei FIR, contribuendo allo sviluppo dell'aviazione e dell'economia globali; in data 27 giugno 2017, il Senato della Repubblica, nella seduta n. 805, ha approvato la mozione 1- 00705 (Testo 2) che impegnava "il Governo a continuare a considerare attivamente, insieme ai partner della UE, modalità compatibili con la "One China Policy" per consentire la partecipazione come Osservatore di Taiwan nei contesti multilaterali (ICAO, UNFCC, Interpol) in cui la sua presenza corrisponda all'interesse della popolazione taiwanese e della comunità internazionale"; è evidente come la sicurezza aerea sia tra i temi più importanti, prioritari e delicati che riguardano tutti i popoli, a Taiwan e nel mondo intero, temi nei quali le valutazioni strettamente inerenti alle polemiche politiche non dovrebbero interferire con imposizioni discriminatorie come ancora avviene con la perdurante esclusione di Taiwan dall'ICAO, nonostante la sua partecipazione alla 38a Assemblea del 2013 poi non ripetuta, appunto, per motivi esclusivamente politici; si chiede di sapere quali passi il Governo abbia compiuto, e intenda compiere, in tutte le sedi competenti, per ottenere che Taiwan, nell'interesse preminente della sicurezza aerea internazionale, e quindi della sicurezza e della vita di milioni di passeggeri, possa partecipare a tutti i livelli delle riunioni, di area regionale e mondiale, dell'ICAO.

Un manifesto di protesta contro l'esclusione di Taiwan dalla ICAO

L'interrogazione alla Camera dei Deputati presentata dai Deputati Pagano, Polverini, Comaroli, Fidanza, Grimaldi, Braga, Frassinetti e Marco Di Maio:

Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
Per sapere – premesso che: la sicurezza aerea trascende i confini nazionali e, per conseguire un ordinato sviluppo globale dell'aviazione civile e operare verso una maggiore inclusione delle parti interessate, l'Organizzazione internazionale dell'aviazione civile (ICAO) ha frequentemente invitato Paesi non contraenti, organizzazioni non governative e imprese private a partecipare a propri meeting; l'Amministrazione dell'aeronautica civile (CAA) di Taiwan è stata invitata a prendere parte alla 38a Assemblea dell'ICAO nel 2013, e tale apprezzata partecipazione ha rappresentato un importante precedente; alla fine del 2017, 88 linee aeree ave- vano offerto servizi da e per Taiwan, operando voli passeggeri e commerciali su 296 rotte e collegando 141 città in tutto il mondo. Inoltre, la principale porta della Taipei FIR, l'aeroporto internazionale di Taoyuan a nord della capitale Taipei, ha servito più di 44,8 milioni di passeggeri internazionali; sarebbe auspicabile che la CAA di Taiwan, responsabile della gestione degli ampi volumi di traffico nella Taipei FIR – parte inseparabile del network globale delle FIR – abbia accesso diretto all'ICAO, partecipando alle sue sessioni assembleari, ai meeting regionali e tecnici, ai seminari, in modo da ottenere informazioni correlate attraverso i canali appropriati e al fine di fornire servizi aerei che ne incontrino gli standard per garantire un sicuro trasporto di passeggeri e merci; per mitigare le minacce del terrorismo, il 1° luglio 2017, l'ICAO ha annunciato nuovi requisiti di sicurezza per il controllo dei bagagli con apparecchiature elettroniche portatili (PED). Se i bagagli hanno al loro interno PED con batterie agli ioni di litio, i Ped dovranno essere spenti e adeguatamente protetti prima del controllo. Siccome Taiwan, attualmente, non può né partecipare ai meeting sui requisiti di sicurezza né ottenere informazioni ad essi col- legate in modo tempestivo, ha potuto sola mente apprendere questi nuovi requisiti attraverso i media poco prima della loro applicazione. A causa dei limiti di tempo, la sola cosa che Taiwan ha potuto fare è stata chiedere alle proprie compagnie aeree di ricordare ai passeggeri di rispettare questi requisiti; Taiwan ha compiuto tutti gli sforzi possibili per rivedere prontamente le norme e i regolamenti in linea con gli sviluppi internazionali, in modo da rafforzare la sicurezza aerea e i servizi nella Taipei FIR. Con informazioni incomplete e premature, Taiwan deve dedicare notevoli risorse umane e tempo per comprendere e applicare correttamente i nuovi regolamenti. L'esempio menzionato sopra non è infatti un'eccezione; Taiwan è stato il primo Paese dell'Asia-Pacifico a stabilire un sistema CNS/ATM in accordo con le direttive del Comitato speciale dell'ICAO sui futuri sistemi di navigazione aerea, auspicando lo sviluppo di un piano complessivo di gestione manageriale dei voli, per accrescere la cooperazione regionale e interna; la partecipazione di Taiwan all'ICAO è essenziale per evidenti ragioni tecniche, indispensabili a garantire i più alti standard di sicurezza aerea; il 27 giugno 2017, il Senato ha approvato la mozione n. 1-00705 che impegnava il Governo pro tempore «a continuare a considerare attivamente, insieme ai partner della UE, modalità compatibili con la "One China Policy" per consentire la partecipazione come Osservatore di Taiwan nei con- testi multilaterali (ICAO, UNFCC, Interpol e WHA) in cui la sua presenza corrisponda all'interesse della popolazione taiwanese e del comunità internazionale »; quali passi il Governo abbia compiuto e intenda compiere, in tutte le sedi competenti, per far sì che l'Amministrazione dell'aeronautica civile (CAA) di Taiwan, nell'interesse preminente della sicurezza aerea internazionale, e quindi della sicurezza e della vita di milioni di passeggeri, possa partecipare a tutti i livelli delle riunioni, di area regionale e mondiale, dell'ICAO.

E-commerce. Il presidente Bonaccini incontra a Pechino i vertici del grande portale cinese Jd.com. I rappresentanti del colosso commerciale (260 milioni di utenti) sono stati invitati in Emilia-Romagna per incontrare imprese, associazioni e istituzioni

Bologna - Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha incontrato, lo scorso 25 novembre, a Pechino presso la sede dell'ambasciata d'Italia in Cina, Jerome Ma, vice presidente di Jd.com, colosso di e-commerce del Paese asiatico e il più grande dettagliante cinese di 'business to consumer', attivo anche sul mercato europeo.

Jd.com conta attualmente 260 milioni di utenti attivi e un fatturato di 15 miliardi di dollari, caratterizzandosi per la rigidissima selezione dei prodotti in vendita, puntando a mantenere il primato dell'alta qualità sul mercato dell'e-commerce cinese.

Il presidente Bonaccini, che all'incontro era accompagnato dall'assessore regionale all'Agricoltura Simona Caselli, ha invitato i vertici di Jd.com a venire in visita in Emilia-Romagna per poter incontrare imprese, associazioni di categoria e istituzioni.

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 16 - n° 47 26 novembre 2017 -

Editoriale: - Il quinto potere trasloca?- Cereali e dintorni. Rincari prudenziali in previsione del lungo week end del "ringraziamento"- Ancora allarmi alimentari per prodotti contaminati. - L'autostima, cos'é e a cosa serve.- Ismea: nuovi segnali positivi per l'agroalimentare - Altro ...

1.1 editoriale
Il quinto potere trasloca?
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Listini stabili.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Rincari prudenziali in previsione del lungo week end del "ringraziamento".
4.1 sicurezza alimentare Ancora allarmi alimentari per prodotti contaminati.
5.1 management e organizzazione L'autostima, cos'é e a cosa serve.
6.1 crisi, lavoro e suicidi La crisi spinge sulla povertà e sui suicidi. I giovani sono i più colpiti.
7.1 vino export Vino: nascono in Cina i primi corsi per "insegnare-imparando" il mercato cinese
7.2 Cibo e Salute La cura è servita: Un libro per guarire con il cibo
8.1 export La Food Valley punta alla Cina
9.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Gli aumenti di protezione.
10.1 agroalimentare Ismea: nuovi segnali positivi per l'agroalimentare
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners(per seguire gli argomenti correlati clicca QUI)

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 20171126-Cibus47-COP

 

Domenica, 26 Novembre 2017 06:31

La Food Valley punta alla Cina

La Food Valley punta alla Cina, a Shanghai l'Emilia-Romagna gioca la carta della qualità e mette in vetrina le sue eccellenze enogastronomiche. Bonaccini: "Per noi un Paese dal potenziale straordinario grazie ai nostri prodotti Dop e Igp e a tutto il comparto agroalimentare"

Emilia-Romagna protagonista all'inaugurazione della Settimana della cucina italiana nel mondo.

Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma e Aceto balsamico di Modena, già ammessi in Cina, guidano la ricca pattuglia di eccellenze che dalla via Emilia sono approdate alla via della Seta: incontri con le autorità cinesi per permettere l'ingresso degli altri Dop e Igp, prodotti di qualità da Piacenza a Rimini. L'assessore Caselli: "Vogliamo rafforzare la nostra presenza qui". E vola l'export dell'agroalimentare regionale: +36% nei primi sei mesi 2017


Bologna – La Food Valley punta alla Cina, un mercato enorme nel quale giocare la carta della qualità mettendo in campo i 44 Dop e Igp che fanno dell'Emilia-Romagna la regione europea con il maggior numero di prodotti certificati. L'occasione è rappresentata dalla seconda edizione della Settimana della Cucina italiana nel mondo (22-25 novembre), che è stata inaugurata oggi a Shanghai dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, nell'ambito di 'Riso', l'importante salone dedicato al food che ha aperto i battenti la scorsa primavera

"E' un onore- ha affermato Bonaccini- essere qui a tagliare il nastro della Settimana della cucina emiliano-romagnola nel mondo a Shanghai, la capitale economica della Cina, un Paese con un potenziale straordinario per la qualità dei tantissimi nostri prodotti Dop e Igp e più in generale per tutto l'agroalimentare dell'Emilia-Romagna: una voce fondamentale della nostra economia, un elemento di forte identità e tradizione, ma anche, con la Food Valley, un prodotto turistico. La missione in Cina fa parte della nostra strategia per rafforzare il posizionamento dell'Emilia-Romagna nel mondo, dialogando con i territori più avanzati: continuando a fare sistema, lavorando insieme fra istituzioni, operatori economici e sociali, abbiamo tutte le carte in regola per farlo".

Dopo New York, vetrina del made in Emilia-Romagna nel 2016, quest'anno la scelta della Regione Emilia-Romagna è caduta dunque sulla Cina: un mercato in forte crescita che con una popolazione di 1,4 miliardi di abitanti in dieci anni ha visto aumentare il Pil pro capite del 164% e rappresenta oggi il secondo mercato al mondo dopo gli Stati Uniti per consumi alimentari.

Un'opportunità importante dunque. Anche e soprattutto per la Food Valley. Dei circa 391 milioni di euro di prodotti agroalimentari italiani esportati nel 2016 in Cina (+750 % in valore in dieci anni), il 16% è stato infatti prodotto tra Rimini e Piacenza con una crescita del 64% negli ultimi cinque anni). Una crescita che nel primo semestre del 2017 ha subito un'altra importante accelerazione mettendo a segno un ulteriore +36% (dati Nomisma).

"Oggi abbiamo presentato tutti i prodotti dell'Emilia-Romagna al pubblico cinese- ha sottolineato l'assessore regionale all'Agricoltura, Simona Caselli- spiegando anche come sono fatti e realizzati. Vogliamo rafforzare la nostra presenza in Cina. Per ora possiamo esportare solo alcuni prodotti e in particolare Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma e Aceto balsamico di Modena Igp. Ma lavoriamo per allargare questo paniere e intanto siamo qui con molti altri prodotti, il cui standard di qualità è altissimo per il mercato cinese".

Tutela dei prodotti Dop e Igp e superamento delle barriere fitosanitarie
La ricca pattuglia delle eccellenze enogastronomiche che dalla via Emilia sono approdate alla via della Seta è dunque guidata da tre 'campioni' come Parmigiano Reggiano Dop, Prosciutto di Parma Dop, Aceto balsamico di Modena Igp: da soli il 36% del fatturato nazionale di prodotti a indicazione geografica, con 2,4 miliardi di euro. Ma non ci sono solo loro. L'Emilia-Romagna rappresenta infatti con 44 specialità il territorio leader in Europa per Dop e Igp: solo per citarne alcuni, dalla coppa e salame piacentini ai parmigiani fungo di Borgotaro e salame di Felino; dall'Anguria reggiana e dall'Aceto balsamico di Reggio alla Mortadella Bologna; dai cappellacci di zucca ferraresi alla piadina romagnola, fino al formaggio di fossa di Sogliano e lo Scalogno di Romagna. Un settore che nel suo complesso può rappresentare una grande opportunità per quanto riguarda le esportazioni in Cina, tanto più dopo l'intesa Ue-Cina sul reciproco riconoscimento (e relativa protezione contro le falsificazioni) di 100 indicazioni geografiche.

E proprio di tutela delle Dop e Igp e del superamento delle barriere non commerciali, ovvero della possibilità di far entrare altri prodotti Dop e Igp emiliano-romagnoli, il presidente Bonaccini e l'assessore Caselli hanno parlato nella terza giornata della missione istituzionale della Regione in un primo incontro – sempre a Shanghai - con Wei Huang, direttore di AQSIQ, l'organismo cinese che si occupa di certificazione e controllo nei settori della qualità e della sicurezza alimentare. Un altro incontro, sempre sull'argomento, è in programma fra due giorni, il 24 novembre a Pechino.

Le degustazioni: i grandi prodotti Dop e Igp, la pasta ripiena, i gran fritti della tradizione

La Settimana della cucina emiliano-romagnola in Cina prevede un ricco programma di attività formative e degustazioni aperte al pubblico, ma rivolte in particolare ai professionisti del settore: ristoratori, food&beverage manager, giornalisti specializzati, food blogger, cuochi. Produttori, chef, sommelier e rappresentanti delle aziende e associazioni presenti illustreranno caratteristiche e tecniche produttive dei prodotti presentati. Le presentazioni sono animate da una blogger esperta dell'agroalimentare emiliano-romagnolo: Sofia (Zhiqun) Fei.

Le preparazioni e i piatti in menù a cura dei cuochi di Casa Artusi puntano a rappresentare le varie identità e peculiarità della cucina regionale in un dialogo ravvicinato con quella – forte di una tradizione altrettanto importante - della Cina.
Dalla pasta fresca fatta a mano, mito e rito lungo la via Emilia, ai gran fritti (il gran fritto bolognese, ma anche il gnocco e le crescentine fritte), poi l'eleganza dei prodotti in purezza: Parmigiano-Reggiano, Prosciutto di Parma e Aceto balsamico di Modena; fino alla gran frutta dell'Emilia-Romagna: ovvero quando gli zuccheri sono salute. /PF

In foto: l'inagurazione della Settimana della cucina 22 novembre 2017 .

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Domenica, 11 Giugno 2017 11:41

Parmigiano Reggiano con maggiori tutele in Cina.

Bertinelli: bene l'accordo bilaterale. Intesa della UE con il colosso asiatico si aggiunge alle più recenti registrazioni avvenute in India, Azerbaijan e Thailandia. A breve registrazione anche in Turchia.

Reggio Emilia, 6 giugno 2017 - "Avremo una possibilità in più per tutelare il nostro prodotto, ed è indubbio che questo assume una rilevanza particolare in relazione al Paese di cui stiamo parlando e in funzione di un programma di lavoro che è in buona misura incentrato proprio su una lotta ancor più serrata all'uso improprio o fraudolento della nostra denominazione".

Così il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli, commenta la pubblicazione delle 100 Dop o Igp europee in vista della loro protezione sul mercato del colosso asiatico sulla base dell'accordo bilaterale tra Unione Europea e Cina.
"La tutela legale - sottolinea Bertinelli - è indispensabile per sostenere la promozione del Parmigiano Reggiano nel mondo, e non a caso ne avevamo già tutelato il nome in Cina". "E' ora evidente - spiega il presidente del Consorzio - che l'accordo bilaterale va a rafforzare anche la nostra possibilità di azione a tutela del Parmigiano Reggiano e rappresenta una condizione importante per puntare ad elevare un flusso di esportazioni che va gradualmente crescendo anche in un Paese culturalmente molto lontano dalle nostre consuetudini alimentari".

20170608-PRRE-Cina"Nell'ambito dell'accordo - prosegue Bertinelli - spetterà comunque a noi la tutela reale del nome Parmigiano Reggiano rispetto a casi di usurpazione, contraffazioni e fenomeni di "italian sounding" che dovessimo individuare, così come accade in tutti i Paesi extra-UE, dove non esiste una protezione "ex officio" equiparabile a quella che qualche anno fa abbiamo ottenuto per l'area comunitaria".
Proprio questo lavoro, peraltro, si va intensificando in nuove aree del mondo, dove il Consorzio ha ottenuto la registrazione della denominazione d'origine. Tra i casi più recenti spiccano l'India, la Thailandia e l'Azerbaijan, mentre è in dirittura d'arrivo, essendo già stata pubblicata sul Bollettino Marchi (e fino ad ora senza opposizioni) la registrazione della denominazione Parmigiano Reggiano in Turchia.
"Nella definizione del nuovo piano strategico del Consorzio, che punterà molto sul rafforzamento dei sostegni alle esportazioni - conclude Bertinelli - andremo dunque a declinare una serie di progetti "ad hoc" per le nuove aree del mondo in cui sta aumentando la presenza del Parmigiano Reggiano e per giungere ad una quota del 50% delle esportazioni".


(Fonte CFPR)

Ricerca e innovazione in primo piano. A Bologna la seconda tappa dell'Italy-China science, technology and innovation week 2016, l'evento di punta del programma di cooperazione Italia-Cina. Caselli: "Ci sono le condizioni per avviare progetti comuni".

Bologna, 27 ottobre 2016

L'agrifood italiano incontra la Cina e lo fa dall'Emilia-Romagna, regione leader del made in Italy, prima in Europa per produzioni Dop e Igp, forte di un settore che vale oltre 20 miliardi e che con l'indotto dà lavoro a circa 300mila persone.
Si è svolta a Bologna, presso la sede della Regione, la seconda delle tre tappe tematiche dell'Italy-China science, technology and innovation week 2016, l'evento di punta del programma di cooperazione Italia-Cina firmato dai due Paesi nel 2010. Una tappa interamente dedicata al comparto agroalimentare, con un attenzione particolare ai temi della ricerca e dell'innovazione.

"Quello di oggi è un appuntamento molto importante – ha spiegato l'assessore regionale all'agricoltura Simona Caselli – Cina e Usa sono i due Paesi che orientano lo sviluppo del mondo e noi come Regione abbiamo relazioni dirette con il Guangdong, grazie al protocollo di intesa firmato dal presidente Stefano Bonaccini nel 2015. Ci sono le condizioni per avviare progetti comuni. Sicurezza alimentare e tracciabilità, sostenibilità delle tecniche di produzione, contrasto al cambiamento climatico, efficienza irrigua, sono i settori su cui lavorare". "Un impegno quello della Regione – ha ricordato Caselli – che passa anche dal World Food Research and Innovation Forum, una delle sedi principali di confronto istituzionale e del mondo della ricerca sui temi della food safety e della food security".

"Oggi sono presenti a Bologna tutte le principali istituzioni di ricerca e sviluppo cinesi – ha sottolineato l'assessore regionale all'università e alla ricerca Patrizio Bianchi - l'Italy-China Week è un forum di livello internazionale, per il quale ci è stato chiesto di essere punto di riferimento del settore agroalimentare, a riconoscimento non solo della qualità dei nostri prodotti, ma anche del forte contenuto di innovazione".

"Bologna e l'Emilia-Romagna sono in prima linea in molte iniziative nazionali e internazionali nel settore dell'agrifood - ha spiegato il rettore dell'Università di Bologna Francesco Ubertini - iniziative di cui l'Alma Mater è spesso promotore o attore di rilievo. Tra queste, oltre al tavolo regionale sull'agroalimentare e al cluster nazionale CLAN, è obbligo citare la proposta, ora in fase di valutazione, per avere a Bologna uno dei sei nodi europei della KIC Food - Knowledge and Innovation Community. La nostra Università del resto è il primo ateneo in Italia e tra i primi in Europa per attrazione di finanziamenti nel settore".

Al centro del forum la qualità dei prodotti e delle tecniche di produzione, la sicurezza dei cibi, la sostenibilità e competitività, le tecnologie per l'industria alimentare. Tutti temi su cui è impegnato anche il Cluster agrifood nazionale CLAN, un partenariato di imprese, centri di ricerca, istituzioni e stakeholder della filiera agroalimentare promosso da Federalimentare e Aster Emilia-Romagna. "Sicurezza alimentare – ha spiegato il presidente Paolo Bonaretti - nutrizione e ricerca clinica, sostenibilità ambientale e riutilizzo degli scarti, sono le tre direttrici fondamentali del nostro lavoro".
Il Forum bolognese sull'agrifood è stato organizzato da Università di Bologna, Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Istituto Confucio, Associazione Collegio di Cina, Cluster CLAN e dai maggiori player dell'agroalimentare nazionale.
L'appuntamento segue quello di Bergamo dell'altro ieri sui sistemi avanzati di manifattura e sulle tecnologie della salute e precede la tappa istituzionale conclusiva di Napoli di domani con il Sino-Italian Exchange Event e l'Italy-China Innovation Forum.

La provincia cinese del Guangdong

ll Guangdong, prima provincia cinese per Pil e commercio estero, con una popolazione di oltre 104 milioni di abitanti è partner privilegiato della Regione Emilia-Romagna, grazie a un protocollo d'intesa siglato nel 2015. Obiettivo: realizzare iniziative di scambio e cooperazione nei settori del commercio e degli investimenti, della sicurezza alimentare, della tecnologia, della tutela ambientale, della cultura e del turismo. L'intesa con il Guangdong si affianca agli altri due accordi strategici siglati dal presidente Stefano Bonaccini con la California sul cambiamento climatico e recentemente, con la Provincia del Gauteng, l'area economica più avanzata del Sud Africa.

(Fonte: ufficio stampa ER)

Domenica, 18 Settembre 2016 09:11

L'agroalimentare italiano Torna in Cina


L'agroalimentare italiano torna in Cina con Food Hospitality World China (FHW), dal 22 al 24 settembre 2016, nel quartiere fieristico di Pazhou a Guangzhou. Un evento esclusivamente dedicato al B2B.

di redazione Fiera Milano News· 15 SETTEMBRE 2016
Food Hospitality World China, la mostra organizzata da Worldex Fiera Milano, Fiera Milano e CCPIT (China Council for the Promotion of the International Trade), torna per la quinta volta in Cina dal 22 al 24 settembre 2016, nel quartiere fieristico di Pazhou a Guangzhou.

FHW China è una mostra strettamente B2B dedicata al settore agroalimentare. Vi partecipano oltre 300 espositori provenienti da 12 diversi paesi. Fulcro della manifestazione è il Padiglione Italia che raggruppa 25 brand – alcuni fra tutti: Acque Norda, Surmon, Valledoro, Farmo, Auchan Export Italia e Divella – . Si tratta della partecipazione nazionale più numerosa.

La mostra rappresenta un'ottima occasione di internazionalizzazione per le aziende italiane che propongono un'offerta ricca e qualificata: dalla pasta al vino al gelato, passando per i prodotti da forno, fino ad arrivare al mondo dei dolci e del caffè. Nel 2015 le esportazioni alimentari italiane in Cina sono cresciute del 22% e hanno superato per la prima volta i 400 milioni di euro.

Quest'anno, grazie alla partnership con ITA (Italian Trade Agency), FHW China ospita il progetto "Export Sud" che promuove la partecipazione di aziende provenienti da Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Inoltre, il 23 settembre si terrà un "Networking Dinner", evento pensato per creare un'occasione unica di relazione tra gli operatori e i buyers presenti a FHW China.

(di redazione Fieramilano news 15 settembre 2016)


Di CLAL Team 22 Giugno 2016 - Le importazioni della Cina nel mese di MAGGIO 2016 confrontate con Maggio 2015 sono aumentate in volume relativamente a:

Latte e panna (+110.9%)
Latte per l'infanzia (+32.8%)

WMP (+18.2%)
Polvere di Siero (+10.2%)
Formaggi (+9.7%)

sono diminuite quelle di:
SMP (-13.2%)
Burro (-18.2%)

Cina-import-lattiero

(Fonte Clal Team 22 giugno 2016)

Domenica, 17 Aprile 2016 10:00

Vino, e piattaforme digitali

Vinitaly e Cina, Danese: "Il futuro viaggerà anche su piattaforme digitali". Mantovani: "Veronafiere in Cina da 20 anni con azioni di promozione"

Verona, 11 aprile 2016. «Non possiamo non condividere la posizione del premier Matteo Renzi e del fondatore del portale di e-commerce Alibaba, Jack Ma, perché il futuro viaggerà anche sulle piattaforme digitali. Veronafiere, infatti, è stata tra i primi con la sua piattaforma Vinitaly Wine Club a promuovere online le vendite delle migliori etichette italiane e siamo fermamente convinti che i margini di crescita per il nostro agroalimentare – e per il vino in particolare – siano piuttosto ampi»

Così ha commentato il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese, al termine dell'incontro – moderato dal direttore di Repubblica, Mario Calabresi e organizzato dal ministero delle Politiche agricole – fra il presidente del consiglio italiano, Matteo Renzi, e l'imprenditore cinese Jack Ma. «La sfida si gioca su due fronti – ha proseguito Danese – sul piano della tutela del Made in Italy e sulla promozione, attraverso azioni coordinate per spiegare la peculiarità del vino italiano. E una giornata del vino pianificata per il 9 settembre mi sembra un'idea interessante».

Secondo i dati Istat, nel 2015 l'Italia ha esportato vino in Cina per un controvalore di circa 90 milioni di euro, con una crescita pari al 18% rispetto all'anno precedente. Dal punto di vista quantitativo, invece, l'aumento è stato del 5,5 per cento.

«Si tratta di uno scenario che Veronafiere segue con attenzione – ha specificato il direttore generale, Giovanni Mantovani – presidiando il mercato cinese da 20 anni, attraverso iniziative promozionali e di accompagnamento di aziende vitivinicole italiane, senza dimenticare le attività di formazione della VIA-Vinitaly International Academy, che mirano a far conoscere la biodiversità dei vitigni italiani ai consumatori e agli importatori cinesi e che stanno riscuotendo notevole interesse».

(FotoCrediti ©FotoEnnevi_Veronafiere)

Un lungo lavoro di costruzione di rapporti che sta dando risultati importanti. Sono aumentati del 40% gli operatori provenienti dall'Impero Celeste nell'ultima edizione di Vinitaly in Italia. Ad Expo i visitatori cinesi del Padiglione VINO A Taste of Italy sono stati i primi nelle presenze estere, grazie anche all'importante lavoro svolto a fianco di Expo 2015 nel China Expo Road Show e alle iniziative di Vinitaly International. A Vinitaly 2016 la presenza, per la prima volta, di produttori di vino cinesi e vini cinesi saranno anche presenti nella competizione enologica di Vinitaly.

Shanghai-Verona, 12 novembre 2015. Vinitaly e la Cina, una liasion che dura da vent'anni e che si rinsalda in vista della 50^ edizione del Salone internazionale del vino e dei distillati, in programma dal 10 al 13 aprile 2016  www.vinitaly.com), per la quale Veronafiere sta promuovendo una serie di incontri internazionali.

Quest'anno, dopo le iniziative di promozione del vino italiano verso i consumatori (b2c), il canale ho.re.ca e gli importatori (b2b) a Chengdu, Shanghai e Hong Kong, ora si ragiona anche nel senso opposto per portare i primi produttori di vino cinese a Vinitaly 2016.

«Con la Cina, negli ultimi vent'anni, abbiamo coltivato un rapporto di conoscenza e collaborazione che ci ha portato ad essere scelti come riferimento di Expo 2015 per il China Expo Road Show dello scorso anno – commenta il Direttore Generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani -. Da due decenni realizziamo numerose attività volte a far conoscere la peculiarità dei vini italiani frutto della straordinaria ed inimitabile biodiversità di oltre 540 vitigni. Un lavoro costante e paziente che ci ha consentito di incrementare del 40% la presenza di buyer e operatori provenienti dall'Impero Celeste nell'ultima edizione di Vinitaly e ha posizionato i visitatori cinesi al primo posto delle presenze estere del Padiglione VINO A Taste of Italy all'Expo. Non a caso, l'allestimento ha previsto, oltre l'inglese, anche l'utilizzo degli ideogrammi della lingua cinese. Un Padiglione richiesto da molti paesi e che, in accordo con il console d'Italia a Shanghai, Stefano Beltrame, porteremo nella capitale economica della Repubblica Popolare il prossimo anno per rafforzare ulteriormente la promozione e la conoscenza del vino italiano.»

«La Cina sta facendo, con i suoi tempi e modalità, il medesimo percorso degli Stati Uniti d'America, che è diventato un primario paese consumatore di vino solo quando ha rafforzato il suo ruolo di paese produttore ed oggi è, per i vini italiani, il primo mercato di sbocco all'estero in valore – prosegue Mantovani -. Ora i tempi sono maturi per ospitare anche i primi produttori di vino cinese nella nostra rassegna, in modo da rafforzare questo legame ed essere sempre di più l'hub di promozione e commerciale dei nostri vini verso la Cina.»

È in tale ottica e con questa filosofia che martedì scorso (10 novembre) a Shanghai si è svolta la presentazione "Ripercorrendo la Via della Seta - il debutto dei vini cinesi a Vinitaly 2016", nell'ambito del quale Vinitaly International ha stretto un accordo con la rivista professionale Wine in China Magazine, una delle più rinomate del settore, che prevede, oltre la presenza, per la prima volta, di produttori di vino cinese al 50° Vinitaly (nel Vininternational Pavillion), anche delle iniziative collaterali, quali degustazioni, seminari e workshop sui prodotti e il mercato organizzati da Vinitaly International e la partecipazione di vini cinesi al Premio enologico di Vinitaly.

Foto: Da sinistra Stevie Kim, Managing Director di Vinitaly International con , Chief Editor of Wine in China: http://i.imgur.com/GnYqqWq.jpg

 

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