Martedì, 23 Gennaio 2024 08:53

Flavia Borella: rifiutò la mascherina “sindacale”, il giudice la condanna In evidenza

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Di Andrea Caldart Cagliari, 22 gennaio 2024 (Quotidianoweb.it)  - Oltre tre anni di pandemenza ancora non sono bastati per una comprensione di ciò che è stato, tant’è che il Giudice del Lavoro di Venezia ha condannato Flavia Borella, di professione cassiera alla Pam di Villorba, per non aver indossato la mascherina quando non era più obbligatorio, preferendo così seguire gli accordi sindacali e non le leggi del Parlamento italiano.

Sì, perché la storia di Flavia, che sta facendo il giro dello stivale, ha davvero dell’incredibile.

Licenziata per non aver indossato la mascherina nell’estate 2022 quando appunto non c’era più l’obbligo di legge, ma il tutto era lasciato alla discrezionalità dell’azienda, proprio in base a degli accordi firmati con i sindacati CGIL, CISL e UIL.

Un po' come la famosa sentenza della Cassazione a guida Sciarra che alzò un muro a difesa dell’obbligo vaccinale, basandosi sulla scienza e non sul diritto, ma dove quella “scienza” già in quell’epoca, non disponeva di studi scientifici e nemmeno di dati.

L’era post covid in cui siamo immersi riferita alla situazione di Flavia, ci mostra tutta la sua tragicità, presentando una giustizia che si limita a seguire acriticamente direttive di accordi sindacali scrivendo nella sentenza che: “la circostanza che non vi fosse più un obbligo di legge (…) non legittimava” il rifiuto di Flavia di indossare la mascherina, e questo: “alla luce – scrive il giudice – del protocollo d’intesa” quello famoso siglato con i sindacati.

Con una sentenza di questo tipo viene da porsi due quesiti il primo, riguarda se e quando la finiremo con tutta l’assurdità dei DCPM anticostituzionali e lesivi delle libertà individuali, il secondo invece riguarda proprio Flavia e le tantissime persone come lei, perché questa sentenza sta aprendo la strada alla possibilità che un datore di lavoro, possa prevalere su di un lavoratore, in assenza di legge.

Riferito al primo quesito nasce una domanda: ma a chi giova non andare oltre il covid?

La risposta è semplice: a chi l’ha inventato, ha terrorizzato e abusato dei cittadini e ora vogliono essere al sicuro, non certo scagionati, ma assolutamente non vogliono essere colpevoli e giudicati.

E a Flavia cosa rimane?

Purtroppo, a Flavia rimane solo di provare a difendersi in un combattimento ad armi impari, perché la dignità riconosciuta nell’art 1 della Costituzione, le è stata violata doppiamente.

C’è bisogno di una grande transizione culturale che ripristini la conoscenza dell’inviolabilità del corpo e delle libertà essenziali, mettendo al centro la persona, i suoi bisogni, ma soprattutto la sua libertà di scelta.

Dobbiamo tornare ad essere molto populisti perché è la voce di quel Popolo sovrano che reclama maggior Stato e maggiore democrazia, prima che l’incostituzionalità prevalga con leggi speciali emanate su di uno stato di eccezionalità, che ormai abbiamo capito che eccezionalità non è.

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