Di Simona Marcassoli (Quotidianoweb.it)- Il Council on Food and Nutrition dell’American Medical Association definisce la malnutrizione come “uno stato di alterazione funzionale, strutturale e di sviluppo dell’organismo, conseguente alle discrepanze tra bisogni nutrizionali specifici ed introito o utilizzazione dei nutrienti essenziali”.
Se non corretta, la nutrizione determina un’aumentata incidenza di svariate complicanze, un aumento della mortalità e un peggioramento della qualità di vita.
Le evidenze scientifiche dimostrano che nel paziente oncologico la malnutrizione è una vera e propria “malattia nella malattia” che comporta un incremento del tasso di infezioni e influenza negativamente la risposta e /o tolleranza ai trattamenti radioterapici e chemioterapici con conseguente impatto negativo sulla qualità di vita globale.
Durante il trattamento oncologico, la compromissione dello stato nutrizionale, l’entità del calo ponderale involontario e l’Indice di Massa Corporea condizionano e predicono il tasso di sopravvivenza, indipendentemente dalla diagnosi oncologica, dallo stadio della malattia, dall’età e dal Performance Status.
L’efficacia della chirurgia, chemioterpia e radioterapia, nei pazienti oncologici che presentano perdita di peso, risulta compromessa, infatti questi pazienti ricevono meno chemioterapia e minore risposta alla terapia e sviluppano più frequenti e gravi reazioni di tossicità dose-dipendente .
In particolare la perdita di massa muscolare predice il rischio di fatigue, comparsa di complicanze post-operatorie, di tossicità correlate ai trattamenti chemioterapici e mortalità.
La cachessia è uno degli effetti più frequenti della malignità, ovvero una denutrizione prolungata caratterizzata da una progressiva, involontaria perdita di peso, con riduzione della massa muscolare, intolleranza glucidica ed ipoprotidemia sistemica, debolezza, edema, compromissione della risposta immunitaria e declino della funzione motoria e mentale.
L’insorgenza della cachessia neoplastica condiziona negativamente la prognosi del paziente incrementando i tassi di mortalità e morbilità, peggioramento della qualità di vita, fatigue, disabilità e riduzione della risposta ai trattamenti neoplastici. Il 70% dei pazienti affetti da neoplasia, soprattutto nella fase avanzata, sviluppa i segni della cachessia e circa il 20% muore per le conseguenze di questa sindrome.
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