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E’ piaciuto o non è piaciuto alla Merkel. Ma l’Italia ha bisogno del tutor per essere accreditata nell’Europa che dovrebbe essere anche casa sua? 

di Lamberto Colla ---

Parma, 23 marzo 2014 -

"Giova, mi devi spiegare perché ogni volta che c'è un premier nuovo deve andare dalla Merkel a chiedere il permesso: ha lo ius premier noctis?": esordisce così Maurizio Crozza nella puntata di Ballarò andata in onda mercoledì 18 marzo.

Però questa volta, il Premier italiano, non è andato  subito dalla Signora tedesca contravvenendo al tradizionale pellegrinaggio dei neo insediati primi ministri che invece è quasi sempre partito da Berlino. In totale la Cancelliera tedesca ha già avuto l’onore di incontrare, durante il suo mandato, ben 4 di suoi colleghi italiani, Berlusconi, Monti, Letta e ora Renzi.

E’ cambiato però, almeno da parte italiana, il protocollo. Berlino non è stata la prima tappa come ossequiosamente fecero i suoi predecessori Letta e Monti,  ma la quarta, dopo Tunisi, Parigi e Bruxelles, come a voler rafforzare il messaggio che l’Italia deve avere un rapporto paritetico con le altre nazioni leader europee. Una strategia comunicativa che strappa con il passato ma è coerente con il presente renziano “L’italia non ci sta a stare dietro alla lavagna” come dichiarato al TG5 alla vigilia dell’incontro. 

Probabilmente il “gianburrasca” della politica italiana non sarà ancora riuscito a convincere la teutonica Angela a poter sforare il muro del 3% di deficit ma ha tentato di dimostrare che l’Italia vuol fare le riforme strutturali non perché ci vengano chieste, ma perché rientrano nell’autonomo progetto di rinascimento industriale. Insomma, se Renzi è riuscito a strappare i consensi, almeno verbali, di Hollande e della Merkel, forse una quota di autorevolezza a Renzi bisogna pur assegnarla. Non si è presentato con l’austera e modesta espressione del professor Monti, e nemmeno con l’atteggiamento da bravo ragazzo prestato alla politica di Letta. Entrambi corsi al trono della tedesca nel tentativo di raccogliere un visto universale e una “clack” per ogni azione seguente. No, Renzi sta tentando la carta della originalità italiana paritetica alle originalità tedesca, francese e britannica. Renzi ha alzato il vessillo tricolore, non l’ha ammainato come i suoi due predecessori. Questo gliene va dato atto e perciò deve essere sostenuto. Criticato, se necessario, sulle scelte che farà ma appoggiato da tutti per quello che sta tentando di fare: ridare credibilità al Paese non per opposizione berlusconiana ma per la  progettualità e il rispetto che è dovuto alla storia del nostro Paese che, ricordiamolo, è fondatore dell’UE e uno dei maggiori contribuenti.

Renzi può essere l’elemento di rottura utile a fare ripensare l’europa, altrimenti destinata al rapido declino sotto le mazzate dell’euroscetticismo galoppante che si misurerà, in tutta la sua violenza, alle prossime elezioni di giugno. 

Una speranza che però i detrattori di Renzi non intendono alimentare e così, a tempo debito o indebito a seconda dei punti di vista, fanno emergere scandali e scandaletti come fu per Berlusconi.  

Seppure giovane il “Matteo” non può considerarsi un “verginello”; se è arrivato a questa posizione apicale in politica vuol dire che  gli è cresciuto prima il “pelo sullo stomaco” e solo più tardi quello pubico. 

Ma a chi si vuol far credere che esista, in Italia come all’estero, un politico perfetto di specchiata onestà e altrettanta onorabilità e privo di una storia di compromessi. 

Chiediamoci invece perché è piaciuto alla Merkel. L’Italia e la Germania sono troppo simili per andare d’accordo. Entrambe sono forti e potenti nei medesimi settori industriali. Forti nell’export agroalimentare, seppure ultimamente l’Italia sia seconda rispetto alla Germania. Siderurgia e meccanica industriale si scontrano continuamente. Due nazioni così diverse ma uguali non possono andare di comune accordo, possono trovare compromessi e percorsi affiancati ma presto o tardi la rivalità avrà il sopravvento. Ma mentre la Germania graniticamente difende e valorizza la sua efficienza l’Italia al contrario primeggia per essere capace di denigrare i propri valori e plus industriali. Sembra che la critica “buona” sia solo quella che porta a galla le negatività rafforzando il comune sentimento di inaffidabilità del nostro Paese anche quando questo non è vero anzi, come dimostrano i dati, le nostre imprese sono ancora all’avanguardia e capaci di misurarsi sul piano della competitività nonostante tutto e tutti posizionandosi al top delle classifiche..

E’ il Sole 24 Ore a confermare questa ipotesi sulla base degli ultimi dati del Trade Performance Index dell'Unctad-Wto. Un articolo, dello scorso  17 febbraio a firma di Marco Fortis, che val la pena di leggere e che tra l’altro commenta come “L'Italia, infatti, è seconda solo alla Germania per numero di migliori piazzamenti nelle 14 classifiche 2012 di competitività relative ad altrettanti settori del commercio mondiale. E in Europa, Germania e Italia fanno letteralmente il vuoto dietro di loro.”

Personalmente ho sempre creduto che la crisi Italiana sia stata governata dalla finanza straniera con l’obiettivo di  venire a fare spesa a buon mercato in Italia delle migliori imprese ma gli ancor più appetibili marchi  e i prestigiosi brevetti industriali da travasare all’estero svuotando di fatto il nostro Paese dei know how tipici dei  nostri distretti industriali e artigianali. Un processo che dobbiamo interrompere per il nostro bene ma anche per il bene dell’Europa che non può permettersi di essere forte senza una Italia forte.

Renzi è l’ultima spiaggia per fare cambiare rotta al vecchio continente. Se gli si erodono le fondamenta da subito si fa solo il gioco di chi vuole depredare l’Italia e il suo lavoro. 

Buttiamo giù la pillola Renzi, almeno sino ai primi risultati concreti. Poi giudicheremo. 

Accontentiamoci, per ora, di ridere con Crozza e con altra satira intelligente. I trabocchetti e le misteriose trame che vengano lasciate a un ricordo del passato. Bisogna, presto o sarà troppo tardi, uscire da questa stupida e dolorosa autodemolizione. 

Tafazzi docet. 

 

 

 

 

 

Pubblicato in Politica Emilia

 

L’alleanza civica mette a fuoco cause ed esigenze dell’assistenza alle nuove povertà, con gli esponenti del volontariato reggiano.

 

Reggio Emilia, 21 marzo 2014 -

C’era una volta una povertà composta da persone che un po’ per scelta e un po’ per singolari casi della vita non avevano nulla e vivevano di carità ed espedienti. Altri tempi. Oggi, dopo alcuni anni di crisi economica senza tregua, lo scenario della povertà è radicalmente cambiato e ha assunto il carattere di un dramma che coinvolge intere famiglie e lambisce interi strati sociali. Tuttavia come affrontare un problema che crea l’esigenza di assistenza a molti nuovi bisognosi, con sempre meno risorse pubbliche a disposizione?

L’alleanza civica delle liste Grande Reggio e Progetto Reggio organizzano per sabato 22 marzo, alle ore 10:30, un convegno al Ceis in via Urceo Codro 1, per discutere di cause, prospettive e rimedi al tema delle nuove povertà a Reggio Emilia intitolato, non a caso, “Nessuno si senta escluso”. 

L’incontro sarà presieduto dall’avvocato Franca Porta, vicepresidente di Grande Reggio, attiva da molto tempo nel volontariato. Al convegno parteciperanno esponenti di diverse realtà associative e verrà inoltre presentato da Gerolamo Spreafico il Rapporto sulla povertà 2013, libro edito dall’editore Il Mulino e curato della Fondazione Emanuela Zancan Onlus.

“I volontari che lavorano a livello locale sono gli osservatori più titolati per raccontare questo dramma dei nostri giorni – spiega l’avvocato Franca Porta – noi vogliamo far parlare loro, che in questi ultimi anni hanno visto nei volti, nelle persone e nelle esigenze il veloce mutamento della povertà”. 

Al convegno parteciperà anche Cinzia Rubertelli, candidata sindaco dell’alleanza civica Grande Reggio-Progetto Reggio, imprenditrice ma anche personalità molto impegnata nel volontariato, sostenitrice dell’associazione delle famiglie con portatori di autismo Aut Aut. “Negli ultimi anni di recessione sono cambiati i volti della povertà, ma anche le esigenze – spiega la Rubertelli – di positivo c’è però che i momenti di maggior difficoltà creano forti circoli virtuosi di solidarietà spontanea, come durante il periodo che viviamo oggi. Nel nostro incontro vogliamo parlare della situazione che le nostre associazioni si trovano ad affrontare, e capire quali possono essere le risposte che un’amministrazione locale può mettere in campo, per mettere volontariato e associazionismo nelle migliori condizioni di operare, di coordinarsi e di creare sinergie. Oggi ci ritroviamo con una schiera di nuovi poveri composta da genitori separati, persone che hanno perso il lavoro e tutti coloro che versano in difficoltà per via della crisi. Occorre affrontare questa emergenza mettendo in condizione le persone di ritrovare una propria dignità sociale ed economica”.

  

(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)

 

Giovedì, 20 Marzo 2014 13:46

Reggio Emilia - L'Udc sceglie Grande Reggio

Anche la forza politica centrista sceglie di non presentarsi e aderire al progetto civico di Grande Reggio.

Reggio Emilia, 20 marzo 2014 -

In precedenza aveva fatto la medesima scelta Fare per fermare il declino, ora anche l'Udc sposa il progetto civico di Grande Reggio rinunciando a presentarsi alle urne ma aderendo al comitato civico presieduto da Primo Gonzaga.

"La direzione provinciale del partito si è espressa in larga maggioranza per il sostegno a Grande Reggio e al suo candidato sindaco, Cinzia Rubertelli – dichiara Enrico Ferrari, segretario provinciale dei centristi - La decisione presa dà seguito all'impegno personale che tanti iscritti stanno già profondendo nel comitato costituente fin dagli inizi del progetto.

Condividiamo i valori e le idee espresse nel programma, riunite in modo ideale nella figura di Cinzia Rubertelli, che con generosità si sta mettendo in gioco. La voglia di far crescere la città, l'apertura di prospettive per i giovani e l'impostazione di un autentico dialogo coi cittadini stanno alla base dei nostri valori politici, e riteniamo che in questa occasione una formazione puramente civica come Grande Reggio possa esserne il portavoce, credibile e ideale, davanti alla cittadinanza".

(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)

 

Giovedì, 20 Marzo 2014 11:17

Reggio Emilia - L'Udc sceglie Grande Reggio

Anche la forza politica centrista sceglie di non presentarsi e aderire al progetto civico di Grande Reggio.

 

Reggio Emilia, 20 marzo 2014

Anche la forza politica centrista sceglie di non presentarsi e aderire al progetto civico di Grande Reggio.

In precedenza avevano fatto la medesima scelta Fare per fermare il declino e Scelta Civica, ora anche l'Udc sposa il progetto civico di Grande Reggio rinunciando a presentarsi alle urne ma aderendo al comitato civico presieduto da Primo Gonzaga.

"La direzione provinciale del partito si è espressa in larga maggioranza per il sostegno a Grande Reggio e al suo candidato sindaco, Cinzia Rubertelli – dichiara Enrico Ferrari, segretario provinciale dei centristi - La decisione presa dà seguito all'impegno personale che tanti iscritti stanno già profondendo nel comitato costituente fin dagli inizi del progetto.

Condividiamo i valori e le idee espresse nel programma, riunite in modo ideale nella figura di Cinzia Rubertelli, che con generosità si sta mettendo in gioco. La voglia di far crescere la città, l'apertura di prospettive per i giovani e l'impostazione di un autentico dialogo coi cittadini stanno alla base dei nostri valori politici, e riteniamo che in questa occasione una formazione puramente civica come Grande Reggio possa esserne il portavoce, credibile e ideale, davanti alla cittadinanza".

 

(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)

 

Mercoledì, 19 Marzo 2014 12:51

Un vero piano sicurezza per Reggio

Il candidato sindaco Cinzia Rubertelli illustra le esigenze e i progetti per garantire la sicurezza in città -

 

Reggio Emilia, 19 marzo 2014 -

Cinzia Rubertelli, candidato sindaco dell'alleanza civica Grande Reggio - Progetto Reggio, esprime tutta la sua preoccupazione per l'intensificarsi degli episodi di criminalità, che allontanano sempre di più i cittadini e gli operatori economici dal centro storico. "Assistiamo ad uno stillicidio quotidiano di episodi di microcriminalità, e tantissimi di questi coinvolgono zone del centro storico. Quello che era il salotto buono della città diventa, giorno per giorno, la zona da evitare, soprattutto al calar della sera. Non possiamo rassegnarci a quest'andazzo. Il centro storico ha un urgente bisogno di un salto di qualità di presidio, e deve essere la polizia municipale l'artefice di una riconquista della legalità e della sicurezza cui i cittadini hanno diritto. La riorganizzazione dei compiti della polizia municipale è il fulcro della nostra proposta programmatica in fatto di sicurezza. Dobbiamo imitare il modello del questore Domenico Savi, che sta cercando di portare quanti più agenti dagli uffici alle strade.
"Per il futuro dovremo impostare un patto per la sicurezza col ministero dell'Interno, come hanno già fatto da tempo altre città emiliane come Modena, Bologna e Ferrara – prosegue Cinzia Rubertelli - Questo strumento ci permetterà di avere più uomini e mezzi per contrastare una criminalità sempre crescente e un migliore coordinamento tra le varie forze impiegate. La sicurezza è da tempo diventata un tema cittadino cruciale, anche perché per lungo tempo il problema è stato negato e minimizzato dall'amministrazione comunale: negli ultimi tempi Reggio Emilia è precipitata nelle classifiche della qualità della vita anche per questo motivo. Per la nostra alleanza civica la riconquista della sicurezza e di una maggiore vivibilità della città e del suo centro storico sarà una priorità imprescindibile".

 

(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)

 

Mercoledì, 19 Marzo 2014 10:11

Cavriago - "Futuro di una comunità"

Il comunicato stampa del circolo PD di Cavriago sulla Giornata di festa di domenica 23 marzo -

 

Cavriago 19 marzo 2014 -

A partire dalle ore 10.30 presso il C.S.L "La Cremeria" di Via Guardanavona, tre importanti ospiti parleranno di "Futuro di una comunità".

Welfare, sviluppo del territorio e riforma istituzionale saranno gli argomenti della conferenza che vedrà protagonisti Gino Mazzoli, esperto welfare e processi partecipativi, Ugo Baldini, Presidente CAIRE- Cooperativa Architetti e Ingegneri Reggio Emilia e Leana Pignedoli, senatrice, vicepresidente 9°comm. permanente Agricoltura e produzione.

Al termine, si festeggerà il compleanno di Cavriago (comune nato nel 1861) con un pranzo a base di crespelle filanti cotto e mozzarella, risotto con asparagi freschi, rrosto di coppa nostrana con patate al forno e insalata, carrellata di dessert e lambrusco km 0

Prenotazioni aperte per il pranzo, costo 20 euro, contattare Raffaella al numero 3463385190

Siete tutti invitati!

Info:
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.pdcavriago.it

(Fonte: circolo PD Cavriago)

 

 

La candidata sindaco Cinzia Rubertelli plaude alle misure del governo Renzi, 
ma auspica provvedimenti anche per i lavoratori autonomi -

 

Reggio Emilia, 18 marzo 2014 -

Cinzia Rubertelli, candidata sindaco per l'alleanza civica Grande Reggio-Progetto Reggio interviene sulle recenti misure annunciate dal governo in materia fiscale. "Da imprenditrice e candidata sindaco vedo con favore le misure presentate dal presidente del Consiglio sulla riduzione dell'Irap e sul taglio dell'Irpef, entrambe misure necessarie e utili per il rilancio del sistema Paese. Sull'Irap si sarebbe potuto fare qualcosa in più, ma soprattutto ci si è dimenticati del popolo delle partite Iva, composto da oltre tre milioni di professionisti e lavoratori autonomi, che come tutti subiscono gli effetti della crisi operando senza alcun tipo di ammortizzatore sociale. Tra loro sono moltissimi i giovani, che faticano a guadagnare il minimo indispensabile, per i quali la partita Iva è stato l'unico modo di accedere a un mercato che cerca in tutti i modi di aggirare gli altissimi costi del lavoro. Escluderli dai benefici della manovra economica sarebbe un'ulteriore ingiustizia verso la generazione dei giovani lavoratori, che il Paese non può permettersi".

 

(Fonte: ufficio stampa Cinzia Rubertelli)

 

 

 

La nota stampa del consigliere della Lega Nord di Novellara, Mauro Melli -

Novellara, 18 marzo 2014 -


La Lega Nord di Novellara sceglie come candidata sindaco Cristina Fantinati in quanto riteniamo sia la persona idonea per portare avanti certe tematiche che ci stanno a cuore come la tutela dei novellaresi in primis e degli italiani nell'assegnazione dei contributi comunali.
Ne è un esempio il recente bando per l'assegnazione di contributi per il pagamento dell'affitto, a fronte di una cifra complessiva di 50.000 € erogati il 46 % è stato destinato ad extracomunitari.
L'amministrazione uscente oltre ad ignorare il principio della residenzialità storica, privilegiando chi viene da fuori e risiede da poco nel nostro territorio, non esegue tutti i controlli previsti dalla normativa nazionale.
E' quanto avevo richiesto oltre un anno fa con l'emendamento in allegato, in pratica l'extracomunitario che chiede un contributo al comune è tenuto a presentare un documento rilasciato dall'autorità del paese di provenienza (in genere il proprio consolato), corredato di traduzione in lingua italiana ed attestante l'eventuale possesso di beni mobili ed immobili nel proprio paese di origine.
Nei bandi comunali invece si fa solo riferimento ai beni posseduti in Italia trascurando il fatto che gli stranieri in patria potrebbero avere case e terreni mentre in Italia campano con i sussidi pubblici.
Il mio emendamento è stato regolarmente protocollato ma evidentemente nascosto in qualche cassetto; la giunta uscente ignorando le proposte dei consiglieri conferma la propria autoreferenzialità e per questo è giunto il momento di cambiare.

Mauro Melli
consigliere Lega Nord Novellara

(Fonte: ufficio stampa Lega Nord Novellara)

 

 

La nota stampa a firma congiunta Matteo Setti (Grande Reggio) e Giacomo Giovannini (Progetto Reggio) sulle vicende post-primarie Pd che stanno investendo l'attività dell'istituzione comunale -

 

Reggio Emilia, 17 marzo 2014 -

Se quello che accade oggi in seno al Pd reggiano riguardasse solo il partito, potremmo liquidare tutto con un sorriso. Ma il problema è che ci sono di mezzo un assessore defenestrato, un assessore di coalizione, un sindaco vicario e un consigliere candidato a sindaco, e nessuno di loro sembra preoccupato di rispettare la distinzione tra partito e amministrazione.

Una distinzione di piani che dovrebbe essere netta e valida anche in altri contesti e che il Pd, nelle sue numerose versioni, ha sempre fatto fatica a fare in un sistema di porte girevoli per cui le stesse persone sono passate dalla cooperazione al sindacato, dal sindacato alle istituzioni, dalle istituzioni alle municipalizzate e viceversa.

Queste diatribe intestine dovrebbero essere relegate e regolate tra le mura della sede del Partito Democratico, interessando quella che per l'appunto è solo una parte politica. Invece si stanno riversando nell'istituzione comunale influenzandone l'attività e minandone la credibilità.

Dopo cinque anni di immobilismo, ci auguriamo che non siano le vicende del post-primarie a dettare l'agenda degli ultimi mesi di legislatura perché la città ha ben altri problemi e ben poco tempo da perdere.

Matteo Setti (Grande Reggio)
Giacomo Giovannini (Progetto Reggio)

 

(Fonte:ufficio stampa Grande Reggio)

 

Domenica, 16 Marzo 2014 11:29

Se la Germania fosse al posto dell’Italia...

... molto probabilmente avrebbe fatto armi e bagagli per l’uscita dall’eurozona. La sovranità di un Paese passa necessariamente anche dalla sovranità monetaria e dalla libertà di scelta. 

di Lamberto Colla ---

Parma, 16 marzo 2014 -

Bene hanno fatto, il Ministro dell’Economia e Finanze Pier Carlo Padoan prima e il Premier Matteo Renzi poi, a dichiarare  che l’Italia sa cosa deve fare per uscire dalla crisi. 

Di fatto una affermazione di autonomia almeno nella sequenza delle decisioni da intraprendere. Che almeno la scelta di cosa fare rispetto all’obiettivo condiviso - riduzione del debito pubblico -  possa essere determinata dal Paese è il minimo che ci si possa attendere.

E invece non passa giorno che, da Bruxelles, piuttosto che dal FMI o dalla BCE, arrivi un commento sulle intenzioni del Governo. 

Il Consiglio dei Ministri aveva appena approvato il provvedimento di riduzione dell’irpef che la BCE, al cui vertice siede Mario Draghi, sentenzia che l’Italia «non ha fatto tangibili progressi rispetto alla raccomandazione della Commissione Ue» di fare scendere il deficit dal 3 al 2,6%. Poiché trattasi di un tasso, quindi frutto di una operazione matematica che vede al numeratore il debito e al denominatore il PIL, è evidente che si possa intervenire sia sui “ricavi”, incentivandoli, sia sui “costi” riducendoli. La scelta del Governo è stata in linea con le promesse: ridurre nel più breve tempo possibile il cuneo fiscale (rilasciando un po’ di ossigeno alle fasce più deboli) quindi ridare un po’ di carburante alle imprese  andando a sbloccare entro luglio tutti i 90-91 miliardi di debiti commerciali stimati da Bankitalia.  Il primo traguardo è quindi a maggio quando 80 euro circa entreranno nelle buste paga dei dipendenti con redditi inferiori a 25.000€ annui che saranno coperti dalla revisione dei costi invece della consueta tassazione. Sino a quando saremo nell’eurozona dovremo rispettare le regole ma anche rinegoziarle come, molto probabilmente si accingerà a fare il Governo affinché vengano dilatati i tempi di riduzione del debito previsti dal Fiscal Compact (Patto di Bilancio Europeo o Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell'unione economica e monetaria). 

 

Un’iniezione di fiducia - 

Tutti Governi che si sono succeduti hanno, chi più e chi meno, subìto il medesimo trattamento sia sul fronte interno sia su quello europeo e internazionale. Mazzate da tutte le parti. Risultato? Immobilismo, innalzamento della pressione fiscale e di conseguenza il progressivo e costante peggioramento degli indicatori economici e sociali del Paese.

Una strada obbligata dalle pressioni internazionali e dai media di ogni Paese occidentale e se questo non fosse stato sufficiente, giù con le bastonate a colpi di “spread”.  Una vera e propria “guerra non dichiarata” per il dominio della Sovranità del Paese e delle sue risorse diffuse. Niente oro, petrolio, gas naturale o materie prime bensì risparmi, marchi e aziende, questi erano e sono i target.  

Ma se tutto ciò fosse accaduto alla Germania o alla Francia? Non faccio fatica a immaginare che avrebbero, non solo minacciato, ma messo in campo tutte le possibili operazioni per uscire dalla Zona Euro. Non avrebbero consentito ingerenze, dirette o indirette, sulle loro scelte interne. 

Per fortuna loro, almeno per ora, non sono nella nostra situazione ma non si può mai escludere una eventualità del genere. 

Ricordiamoci che, per quanto maltrattati, e fatto salvo il deficit pubblico che deve essere ridotto, tutti gli altri dati macroeconomici dell’Italia sono ben più virtuosi di tutto il resto d’europa. Vale la pena di leggere alcuni articoli sull’argomento per convincersi. 

Intendiamoci, non che l’Italia e i suoi Governi non abbiano responsabilità, ma quello che è stato riservato al nostro Paese è stato risparmiato agli altri grandi basandosi unicamente sulla lettura del deficit. Una dimenticanza o una scelta strategica?

Italia Virtuosa germania NO 20dic12 gde

La Sovranità di un popolo non si può calpestare. L’Europa non è ancora “Stato” e nemmeno confederazione di Stati (manca la sovranità monetaria e di difesa militare) perciò, sino a quel momento, ogni Paese è Sovrano. Può decidere di sottomettersi ma anche di abbandonare le amicizie di un tempo se dovessero diventano troppo invasive e opprimenti. 

A chi giova che la maggior parte della popolazione soffra e che le imprese italiane, soprattutto il forte distretto del Nord, vada male?

Forse dalla risposta a queste due semplici e banali interrogativi si potrebbe intravedere il vero nemico dell’Italia e perciò la soluzione alla crisi.

Oggi abbiamo finalmente un “giovane esuberante” alla guida del Paese. Lasciamogli giocare la partita e poi giudicheremo. Chissà che, proprio in forza della sua giovinezza, non riesca a leggere meglio la situazione congiunturale e a intravedere dei percorsi nuovi proprio perché posto in un diverso punto di osservazione.

Concediamo i tradizionali 100 giorni e aggiungiamo i sei mesi di presidenza al Consiglio Ue quindi, a fine anno, trarremo le conclusioni.

A giugno toccherà all’Italia, perciò a Matteo Renzi assumere la Presidenza di turno in Consiglio UE. Un’occasione importante per dimostrare che l’Italia è ancora forte, compatta e in grado di governare la crisi. Ma sarà anche un’occasione importante per misurare l’impatto della fresca esuberanza di Renzi nel contesto europeo e chissà che non riesca a ammorbidire gli euroburocrati riequilibrando il peso dell’Italia nel contesto politico europeo. Mai dire ma!  

Non che ci si debba sottrarre alla critica e al controllo ma che si alleggerisca la pressione sulle questioni meno importanti per risparmiare le energie in difesa delle cose sostanziali e di rilevanza sociale, di giustizia e equità.

L’orgoglio italico deve tornare a sventolare sul pennone più alto.

 

 

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