Mercato interno ancora contratto per i vini italiani. La dinamica si rivela positiva solo per le denominazioni di origine, evidenziando ancora una volta che la pressione internazionale si riflette negativamente soprattutto sul segmento dei vini comuni. Lo segnala l'Ismea nell'Overview di questa settimana.
Roma, 8 giugno 2015
Per l'olio di oliva, al contrario, le quotazioni dell'extravergine potrebbero registrare qualche ulteriore lieve flessione, seppure in un contesto caratterizzato da un'offerta in fase di esaurimento. Nel circuito del lampante spagnolo, invece, prodotto guida sul mercato internazionale, saranno possibili nei prossimi giorni ritocchi al rialzo a fronte di una domanda che ancora appare vivace. Più che confortanti i riscontri sullo stato vegetativo delle colture, grazie ad un'ottima allegagione segnalata soprattutto negli oliveti del sud.
Per i lattiero-caseari la situazione resta pressoché invariata rispetto alle ultime sessioni. Il mercato dei formaggi grana resta appiattito su livelli decisamente inferiori rispetto allo scorso anno, a fronte di una domanda interna che stenta a mostrare segnali di ripresa. Anche i prezzi delle materie grasse si sono assestati su livelli particolarmente bassi e non si scorgono fattori che potrebbero innescare a breve un'inversione positiva, e questo in Italia come nell'Ue dove addirittura le quotazioni del burro (ma anche del latte scremato in polvere) hanno raggiunto i minimi storici dell'autunno del 2009.
Basso livello dei consumi interni e prezzi all'export piuttosto contenuti, sono i due elementi che stanno giocando a sfavore della redditività di filiera. Il mercato internazionale e quello comunitario più nello specifico restano appesantiti da una congiuntura peggiore di quanto stimato dalle analisi di scenario post quote della Commissione Europea, soprattutto in considerazione di un significativo vuoto di domanda verificatosi a seguito sia della brusca frenata delle importazioni cinesi sia della crisi politico-economica in Russia.
In linea con le attese, il comparto avicolo ha potuto beneficiare di significative rivalutazioni dei prezzi soprattutto per i principali tagli di pollo e tacchino. Tale situazione potrebbe proseguire anche nei prossimi giorni in un mercato che sta mostrando qualche miglioramento anche per i conigli, per lo più associato ad una brusca contrazione dell'offerta di capi disponibili e ad una più spinta attività promozionale da parte della grande distribuzione. L'emergenza aviaria in Usa nel frattempo ha riportato vitalità sul circuito delle uova, ora collocate bene, oltre che in ambito nazionale, anche sui mercati esteri Europei fino a poco prima forniti dagli States.
Resta al contrario fortemente depressa la commercializzazione nel comparto delle carni bovine, con le ultime quotazioni dei principali tagli freschi nazionali ormai allineati a quelli della concorrenza estera. Per i suini, le ultime contrattazioni non hanno evidenziato particolari novità sul fronte dei prezzi, ma l'evoluzione degli scambi dovrebbe favorire una lenta ma graduale ripresa delle quotazioni sia del vivo sia delle carni industriali e da consumo.
Sui mercati dei frumenti prevale un clima di attesa, con la raccolta ormai avviata in alcuni areali del Sud Italia. Rese e qualità delle nuove produzioni sembrano, dalle primissime indicazioni, confermarsi su livelli soddisfacenti. Resta prevalentemente stazionario sia il mercato del granoturco che della soia, né si riscontrano situazioni in grado di cambiare, in questa settimana, lo scenario di riferimento.
Per la frutta di stagione, i listini sembrano ormai orientati ad un graduale ma fisiologico assestamento al ribasso. Questo lo si riscontra sia sul mercato delle albicocche, dove resta pressante l'offerta spagnola, sia su quello delle fragole, connotato da un progressivo ridimensionamento dell'offerta dai poli produttivi del Meridione, compensato dai distretti del Nord. Anche per le ciliegie, gli scambi proseguono con regolarità, ma al Sud le quotazioni mantengono uno scarto negativo rispetto all'anno scorso, quando la produzione era risultata quantitativamente più scarsa. Al via la campagna di commercializzazione per pesche e nettarine. La raccolta ha avuto inizio negli areali meridionali con due settimane di ritardo, mentre al Nord è risultata in linea con i normali calendari di raccolta. In queste prime battute, il mercato è dominato dalla presenza del prodotto spagnolo, ma una domanda particolarmente interessata sta rendendo agevole anche il collocamento della merce nazionale.
Determinante nel comparto degli ortaggi il forte rialzo delle temperature, balzate su livelli superiori alle medie stagionali. Tale situazione ha comportato un sensibile aumento dell'offerta nazionale, associata anche all'entrata in produzione del Nord Italia, con conseguente riduzione dei prezzi per zucchine, melanzane, pomodori, meloni e angurie. Nel comparto delle patate novelle si registrano i primi scavi nella provincia di Rovigo, con valori superiori a quelli di esordio del 2014.
(Fonte Isema servizi)
Diverse imprese locali interessate a lavorare con l'estero che grazie all'iniziativa di Emil Banca hanno potuto avere colloqui diretti con la delegazione messicana. -
Modena, 12 giugno 2015 -
Investimenti e alleanze strategiche tra imprese italiane e messicane nel settore dell'automotive. Si è parlato di questo ieri nella sede Emil Banca a Bologna a un incontro al quale ha partecipato una delegazione di imprese messicane guidate da Paolo Zavoli, Console Onorario del paese centroamericano per l'Emilia-Romagna. Sono intervenute diverse imprese locali interessate a lavorare con l'estero; grazie all'iniziativa di Emil Banca hanno potuto avere colloqui diretti con la delegazione messicana.
«La nostra regione esporta per 13,5 miliardi di euro, un valore che la colloca al terzo posto in Italia, dietro solo a Lombardia e Veneto che, però, quest'anno sono cresciute meno di noi - ha dichiarato il direttore generale di Emil Banca Daniele Ravaglia, aprendo i lavori - I mercati internazionali sono un'opportunità che le imprese locali devono saper cogliere. Per questo da tempo ci siamo attivati per fornire ai nostri soci, clienti e a tutte le imprese del territorio gli strumenti, conoscenze e relazioni necessarie per sviluppare nuovi business». Sono 335 le imprese clienti di Emil Banca attive con l'estero. Il totale delle linee di credito con l'estero accordate da Emil Banca ammonta a circa 100 milioni di euro.
(fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)
Un quadro ancora contraddittorio quello delineato a Reggio Emilia durante la 13a Giornata dell'Economia. Il presidente della Camera di Commercio, Stefano Landi ha sottolineato come non bastino colpi di pennello attorno ad Expo: "C'è una tela da dipingere con continuità." Le indicazioni della 13.a Giornata dell'Economia. Si riaffaccia la fiducia. -
Reggio Emilia, 9 giugno 2015 -
Che sia ripresa o "ripresina" - come prudenzialmente indica il presidente della Camera di Commercio, Stefano Landi - un dato è certo: la fiducia sta riaffacciando sull'economia reggiana. E' in tal senso, infatti, che si sono spinti gli interventi dei protagonisti della tredicesima Giornata dell'Economia organizzata dalla Camera di Commercio di Reggio Emilia.
Nella parole del presidente Landi, in apertura, l'analisi di un quadro ancora contraddittorio (export in aumento del 4% nel 2014%, il Pil provinciale verso un saldo attorno al +0,5%, con previsioni di un +1,2% per il 2015, valore aggiunto delle costruzioni a -1,3% e invece a +0,5% per l'industria, tasso di disoccupazione al 6,6% dal 5,9% del 2013, ma previsioni di aumento degli occupati dell'1% nel 2015), dal quale però emergono i segnali di una "ripresina" che va accompagnata, secondo Landi, da nuove scelte da parte dei diversi soggetti economici, sociali, politici e istituzionali.
"Lo sguardo strategico che occorre in situazioni come questa, ma soprattutto di fronte ad un cambiamento che rischiamo di rincorrere e non di anticipare, è molto ampio, e non è più sufficiente che ciascuno faccia la propria parte, ma è necessario fare qualcosa di più insieme, adottando una scala di priorità non solo condivise, ma che abbiano a cuore una prospettiva, un futuro da costruire e non semplicemente la salvaguardia di risultati acquisiti e probabilmente irripetibili negli stessi modi".
"Le crisi - ha aggiunto il presidente della Camera di Commercio - non sono un elemento insuperabile, ma non sono neppure una lunga e dolorosa stagione che prelude al ritorno di un tempo migliore che abbiamo conosciuto e vissuto".
E qui l'affondo di Landi: "Questo territorio è cresciuto grazie ad un virtuoso rapporto tra tutte le forze in campo, che non è mai stato esente da problemi e anche da conflittualità, ma nell'ambito del quale c'è sempre stata una vivacità nel costruire insieme che oggi mi pare molto affievolita".
E allora, dice Landi, "non bastano le iniziative comuni attorno ad Expo per ridare slancio allo sviluppo locale, così come non bastano le pur lodevoli e recenti iniziative finalizzate ad attrarre nuovi investimenti sul nostro territorio".
"Questi - aggiunge il presidente della Camera di Commercio - sono colpi di pennello su una tela che va riempita con metodo e continuità, perché non si può pensare di guardare alle opportunità nel mondo senza affrontare, ad esempio, il tema dell'irregolarità del lavoro che scontiamo pesantemente, o quello delle gare al massimo ribasso che inducono irregolarità, o quello di una burocrazia che diviene dissuasiva per gli investimenti e per quei giovani che con ben maggiore facilità dialogano con il mondo".
Tavola rotonda: da sin: Andrea Cabrini (moderatore), Vincenzo Perrone (Lombardini srl), Roberto Nicastro (UniCredit), Vittorio Borrelli (Confindustria ceramica)
E attorno a questa ripresa che si affaccia, ma che ha bisogno di nuove condizioni per consolidarsi, si sono espressi Lucio Caracciolo (direttore di Limes, rivista italiana di geopolitica), Vittorio Borelli (presidente di Confindustria ceramica) Roberto Nicastro, direttore generale di UniCredit, e Vincenzo Perrone, amministratore delegato di Lombardini srl.
Per Caracciolo, il rapido mutamento geopolitico e geoeconomico che si registra nel mondo è cominciato dopo la fine della guerra fredda con la liberalizzazione dei flussi di capitale, genericamente battezzata globalizzazione". Insieme ad altri fattori geopolitici e culturali - ha aggiunto Caracciolo - questo cambio di paradigma sta intaccando i tradizionali rapporti di forza fra Occidente e resto del mondo e sta mettendo in questione le stesse fondamenta dell'Europa e il posto dell'Italia nell'Ue".
Ma pur in questo complesso quadro, le opportunità non mancano, soprattutto nei settori più presenti sui mercati globali.
"L'industria ceramica italiana - ha detto Vittorio Borrelli - percepisce un clima di rinnovata fiducia, dovuto alla somma di alcune condizioni favorevoli e concomitanti per le nostre imprese: un ridotto costo dell'energia dovuto al calo dei prezzi; un euro debole rispetto a quelle valute verso i cui mercati esportiamo; bassi tassi di interesse che sono attesi allo stesso modo anche nel medio termine".
"In questo positivo e favorevole contesto - ha osservato Borrelli - urgono le riforme, soprattutto di fisco e Pubblica Amministrazione, per far sì che le imprese intercettino questa occasione di sviluppo. Se vogliamo puntare ad una "vera" ripresa - ha sottolineato il direttore generale di Unicredit, Roberto Nicastro - tutti, banche imprese e istituzioni, dovrebbero cambiare e sapersi mettere in gioco".
"Stiamo assistendo ad alcuni significativi segnali di ripresa per l'economia italiana ed europea – ha proseguito Nicastro - e l'implementazione dell'Unione Bancaria e del SSM (Single Supervisory Mechanism), oltre che le azioni della BCE, (tra queste il TLTRO e il QE), hanno reso possibile un'ampia disponibilità di liquidità a basso costo". "Il nostro impegno di Banca ha osservato Nicastro - è innanzitutto quello di far ripartire gli investimenti da parte delle imprese: UniCredit ha chiesto complessivamente 15.6 miliardi di euro di fondi TLTRO e ne ha già erogati circa 12 in gran parte proprio a supporto di chi fa nuovi investimenti".
Riforme, credito, azioni più stringenti e congiunte da parte di forze economiche, sociali e istituzioni sono dunque alcune prioritarie azioni a favore della ripresa, ma non di meno lo è anche una nuova spinta sull'innovazione, come ha sottolineato l'intervento di Vincenzo Perrone, amministratore delegato di Lombardini srl.
"Siamo impegnati su prodotti - ha detto Perrone - che garantiscono maggiore produttività dei macchinari e la riduzione dei costi di utilizzo, tenendo conto del fatto che a questa richiesta del mercato si sovrappone l'introduzione di norme sempre più severe in materia di emissioni". "Ne consegue - ha detto Perrone - che per crescere in questo contesto e in tutti gli ambiti in continua evoluzione, occorre investire nello sviluppo di nuovi prodotti e nello sviluppo di una potente organizzazione a supporto delle vendite e del servizio post-vendita".
Su questo tema, sullo sfondo, le parole di Landi, che ha ricordato che proprio su innovazione tecnologica e ricerca (unitamente all'internazionalizzazione) si sono concentrati in misura particolarmente rilevante (complessivamente 4 milioni di euro) gli investimenti 2015 della Camera di Commercio.
(fonte: ufficio stampa Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)
Almeno altri cinque reclutamenti di banker di alto profilo; 200 milioni di euro di raccolta a fine anno; focus su Milano, Torino, Firenze e Roma. -
Parma, 8 giugno 2015 -
E' di raggiungere 4,2 miliardi di euro di patrimonio entro fine 2015 l'obiettivo del canale private banking di Banca Euromobiliare (100% Credem), specializzata nel private banking e guidata dal direttore generale Giuseppe Rovani con Francesco Ferrarini responsabile dell'area private banking.
Inoltre, la società punta a reclutare entro fine 2015 almeno altri cinque professionisti con esperienza nella gestione della clientela private e competenze professionali in ambito wealth management e advisory sul patrimonio. L'obiettivo è proseguire nella strategia di crescita con una nuova raccolta di 200 milioni di euro entro fine 2015 grazie ai reclutamenti che saranno effettuati nel corso dell'anno e allo sviluppo della clientela esistente. Il focus sarà sulla aree ad alto potenziale di sviluppo per la clientela private come Milano, Torino, Firenze e Roma.
"Abbiamo focalizzato l'attenzione sul reclutamento di professionisti con una consolidata esperienza nella gestione dei grandi patrimoni perché vogliamo garantire ai nostri clienti un livello di servizio ai vertici del sistema in termini di qualità ed efficienza", ha dichiarato Ferrarini, responsabile private banking di Banca Euromobiliare. "Il nostro modello di servizio è basato sulla corretta interpretazione dei bisogni e delle aspettative del cliente, sull'attento presidio del rischio e sull'offerta di soluzioni di investimento dei migliori player a livello globale senza conflitti di interessi. I nostri punti di forza sono anche rappresentati dalla nostra storia, con oltre 40 anni di esperienza nel settore, e dall'appartenenza al Gruppo Credem, uno dei gruppi bancari più solidi in Italia come confermato anche dai recenti stress test della Banca Centrale Europea".
Nel corso del 2015 l'istituto proseguirà lo sviluppo del modello di business basato su consulenza finanziaria evoluta, gestioni patrimoniali personalizzate e servizi di corporate finance & investment banking. In particolare, il servizio di consulenza evoluta prevede strumenti di reportistica per il monitoraggio degli asset sotto consulenza. Le analisi prodotte dal team di advisory si traducono in raccomandazioni di investimento in azioni, obbligazioni, ETF, OICR e soluzioni assicurative in linea con il profilo del cliente dei principali asset manager internazionali.
Banca Euromobiliare opera in tutta Italia attraverso 360 relationship manager con 34 sedi tra filiali e centri finanziari dedicati al private banking.
(Fonte: ufficio stampa Media Relations Credem)
Atteso un +1,2% per il Pil reggiano nel 2015. Export in aumento, ma cresce anche la disoccupazione. Landi presidente della Camera di Commercio: "Azioni importanti su internazionalizzazione, innovazione e ricerca". -
Reggio Emilia, 5 giugno 2015 -
E' uno sguardo ampio sull'economia reggiana, ma anche sulle nuove fragilità che si manifestano sul versante della coesione sociale, quello che offrirà la tredicesima Giornata dell'Economia promossa dalla Camera di Commercio ed in programma lunedì 8 giugno nella Sala degli Specchi del Teatro Valli alle 16,30.
"Una realtà, quella reggiana - spiega il presidente della Camera di Commercio, Stefano Landi - che continua a soffrire, ma che registra anche segnali di ripresa che vanno accompagnati da nuove scelte che coinvolgono tutti i soggetti economici, sociali, politici e istituzionali e definiscano con chiarezza su quali priorità si debba oggi lavorare".
I dati sulle sofferenze e sui miglioramenti dell'economia reggiana sono chiari. Gli "Scenari per le economie locali" di Prometeia parlano di una crescita del Pil provinciale dello 0,4% nel 2014, mentre le previsioni per il 2015 parlano di un +1,2%, con situazioni che restano comunque fortemente differenziate tra i comparti: il valore aggiunto delle costruzioni, ad esempio, ha registrato un ulteriore calo dell'1,3%, mentre per l'industria in senso stretto si è registrato un +0,5% che, finalmente, interrompe un ciclo di due anni negativi.
E in questo alternarsi di situazioni critiche e "ripresine" - come le definisce lo stesso Landi - si inseriscono i risultati record raggiunti dalle esportazioni (+4%), il cui valore si è portato vicino ai 9 miliardi (oltre il 60% del valore aggiunto reggiano), ma anche quella questione occupazionale che - dice il presidente della Camera di Commercio – "rappresenta uno dei dati più gravi della nostra economia, con un tasso di disoccupazione che in un anno è salito dal 5,9% al 6,6%".
"Siamo evidentemente ben lontani - spiega Landi - da un dato regionale che si colloca all'8,3% e da quello nazionale attestato al 12,7%, ma nell'aumento della disoccupazione, già di per sé allarmante, si inserisce anche il forte aumento della percentuale di giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni che sono senza lavoro, con un balzo dal 26,4% al 33,5% tra il 2013 e il 2014".
"Ecco perché - sottolinea Landi - occorre concentrarsi su priorità di lavoro condivise, che da una parte affrontino le emergenze che permangono e, dall'altro, irrobustiscano i segnali di ripresa che si manifestano anche sulla stessa occupazione, prevista in aumento dell'1% nel 2015".
Molte le indicazioni che Landi offrirà in apertura della Giornata dell'Economia di lunedì 8 giugno (tra i relatori Lucio Caracciolo, direttore di Limes, rivista italiana di geopolitica), con un accento particolare sul tema dell'internazionalizzazione, dell'innovazione tecnologica e della ricerca.
"E' su questi fronti - osserva il presidente della Camera di Commercio - che abbiamo investito la quota più consistente delle risorse camerali: da una parte, infatti, è ancora troppo limitata la platea di imprese che esportano (poco più di 3.500), quando vi è un'alta percentuale di aziende che presentano le stesse caratteristiche e potrebbero avviare nuovi flussi commerciali nel mondo, consolidando l'enorme beneficio che ricade sull'economia e sul lavoro (e quindi anche sui servizi e sull'attrattività del territorio per nuovi investimenti) proprio grazie ai rapporti con l'estero; dall'altra parte occorre sostenere le imprese ad ampliare i loro orizzonti, visto che oggi il 54% delle aziende reggiane esportatrici è presente in un solo Paese estero".
"Con 1,5 milioni destinati all'internazionalizzazione, 1,8 milioni per l'innovazione tecnologica e 700.000 euro per la ricerca e sviluppo - osserva Landi - puntiamo allora ad uno sviluppo che non abbia le caratteristiche del "mordi e fuggi", ma ad accrescere su tutti i versanti, e stabilmente, la competitività delle nostre imprese, che grazie a ricerca e innovazione possono meglio cogliere anche le nuove opportunità che lentamente si vanno profilando anche sul mercato interno".
Proprio di opportunità e prospettive, di "tracce geoeconomiche" da seguire nel mondo e del "fare impresa nel mondo che cambia" parleranno lunedì al Valli Lucio Caracciolo (direttore di Limes, rivista italiana di geopolitica), Vittorio Borelli (presidente di Confindustria Ceramica), Roberto Nicastro, direttore generale di UniCredit, e Vincenzo Perrone, amministratore delegato di Lombardini srl.
(Fonte: Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)
E' sempre più evidente lo stato confusionale in cui versa quest'Europa senza leader e orfana di strategia e coerenza. L'Inghilterra sarebbe pronta a uscire da un'UE alla quale non ha mai completamente aderito e la questione dell'immigrazione sta tormentando tutti anche se non sembra che la si voglia affrontare con la dovuta serietà.
Che l'Europa si desti!
di Lamberto Colla - Parma, 31 maggio 2015 -
La risposta dell'UE ai problemi di surplus è sempre una sola: le quote.
Anche dopo l'unione monetaria e l'apertura delle frontiere interne sembra di essere ancora fermi agli anni '70 e '80 quando la "Comunità" emanava direttive prima e regolamenti poi che i paesi aderenti traducevano in norme nazionali. Anzi era addirittura meglio prima perché almeno le sovranità nazionali erano rispettate e i provvedimenti europei erano frutto di concrete negoziazioni tra Stati.
L'Unione Europea, che ha cominciato a delinearsi con il nuovo millennio, avrebbe dovuto maturare verso una forma di Stato Federale quindi con strategie di politica estera ben delineate e una strategia di difesa, anche militare, dei confini chiara e soprattutto codificata.
E invece eccoci qui a sentire argomentare solo su questioni di finanza mentre, quando l'interesse è politico, allora le diplomazie più forti scavalcano le autorità competenti della UE e si autoproclamano ambasciatori per tutti (si veda il caso della crisi Ucraina e la trasferta franco-tedesca in terra russa nemmeno assistita dalla rappresentanza UE)
L'Immigrazione non è un fenomeno che riguardi UE?
La questione della immigrazione e in particolare quella da Sud sta letteralmente lacerando quest'Europa alla pari delle questioni finanziarie.
Anche in questo caso, l'Unione Europea, sta affrontando un problema politico con risposte e soluzioni dall'amaro sapore burocratico senza peraltro nemmeno porsi la questione della gestione politica del fenomeno ovvero affrontare l'emergenza umanitaria e come contrastare il rischio di infiltrazioni terroristiche.
Nulla di tutto ciò! La questione dell'inarrestabile spinta migratoria viene affrontata alla pari del surplus di latte: l'adozione di quote migratorie.
Le quote, una soluzione per ogni problema.
Liberati da appena due mesi del trentennale problema delle quote latte ecco che ci si ritrova invischiati nelle quote migratorie. Una soluzione assurda per fronteggiare un problema umanitario e di sicurezza di portata enorme.
Ma non c'è più da meravigliarsi. L'Europa è in mano a cinici quanto incompetenti capi di governo e di ottusi burocrati. Pronti a schiacciare il grilletto (vedi Francia e Inghilterra nel caso della Libia) per interessi strategici nazionali senza preoccuparsi delle conseguenze per poi ritirarsi dal pagamento del danno cagionato.
Già perché, vale la pena di ricordare, gran parte dei flussi migratori dal Sud sono il risultato di quella operazione anti Gheddafi voluta fortemente dalla Francia pur di impadronirsi dei ricchi contratti petroliferi sino ad allora in mano ai suoi alleati italiani.
Noi italiani ci meritiamo le conseguenze per non avere tirato fuori i "cosiddetti" ponendo il veto all'operazione militare ma ora, a uova strapazzate, meglio convincere la Francia a pagare dazio invece di voltare le spalle opponendosi alle quote migratorie.
Cari Hollande e Cameron, i cocci sono anche vostri.
Invece Inghilterra e Francia in primis seguiti a ruota da Spagna, Polonia e molti altri, avrebbero già annunciato la decisione di non accaparrarsi quote di migranti in contrasto evidente agli accordi europei e alle motivazioni etiche che sottendono alla costituzione dell'UE.
Addirittura l'Inghilterra presto proporrà il referendum per scegliere di proseguire o meno l'avventura UE. Proprio loro che ancora non hanno adottato l'euro e nemmeno la misura metrico decimale, passi per la guida sinistra che possiamo considerare come fattore folkloristico quanto i loro taxi e i double-decker bus.
Una politica comune d'immigrazione. La cosa strane è che esiste!
D'altronde ormai sappiamo bene come l'Europa sia brava a sottoscrivere programmi bellissimi che, alla luce dei fatti, risultano solo demagogia spinta.
Infatti, quanto scritto nei sacri testi UE per Una politica d'immigrazione comune per l'Europa (leggi il summary del 2008), è stato immediatamente smentito alla prima reale e concreta occasione di mettere in pratica i 10 comandamenti sull'immigrazione: "La politica comune di immigrazione europea, descrive il documento, deve fornire un contesto flessibile che prenda in considerazione le singole situazioni dei paesi dell'Unione europea (UE) e deve essere attuata in collaborazione tra i paesi e le istituzioni dell'Unione Europea (UE). La presente comunicazione prevede 10 principi su cui fondare una politica comune e illustra le azioni necessarie per la loro attuazione. Tali principi mirano a garantire che l'immigrazione legale contribuisca allo sviluppo socio-economico dell'UE, che le azioni dei paesi dell'UE siano coordinate tra loro, che si rafforzi ulteriormente la cooperazione con i paesi che non fanno parte dell'UE e che l'immigrazione illegale e la tratta di persone siano combattute efficacemente."
Una domanda sorge spontanea: rispetto a quanto sta accadendo in questi giorni sembra che l'UE si stia muovendo secondo i principi che essa stessa ha deciso, accettato e sottoscritto?
Forse nel 2008 gli estensori del documento non pensavano sarebbe potuto accadere quanto successo e che la "primavera araba", tanto acclamata dall'occidente, potesse trasformarsi in un boomerang dalle conseguenze difficilmente prevedibili. Tutto può accadere perché tutto è fuori controllo, fatti salvi i conti della Grecia e degli altri Paesi raggruppati nel "simpatico" acronimo PIGS (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna)
E in questo delicato momento storico le cancellerie dei vari paesi Ue discutono sulle quote si o quote no?
Il pericolo è in mezzo a noi, e non mi sto riferendo ai terroristi dell'ISIS ma alle teste bacate che stanno governando l'UE e gli stati membri in questo infuocato periodo che tanto ripropone le tensioni che anticiparono la prima guerra mondiale di cui ricorse il centenario la scorsa domenica.
La visione lungimirante dei padri dell'Unione è ormai cosa sepolta da molto, anzi troppo tempo.
Peccato perché insieme potevamo essere la prima potenza economica mondiale invece siamo diventati lo zimbello globale e la terra di conquista di tutti, alleati USA compresi.
Procedendo di questo passo ne vedremo delle belle e la Disunione Europea prenderà il posto dell'Unione Europea con buona pace di USA e Russia che torneranno a dividersi il mondo.
Sarebbe anche ora che l'Europa, e non solo l'Italia, si desti!
Una giornata di confronto attivo tra imprenditori, export manager e rappresentanti di rilevo del territorio. L'incontro ha visto partecipare una settantina di imprenditori soprattutto emiliani e una rappresentanza proveniente da Lombardia, Sicilia, Liguria, Svizzera e Russia, in gran parte dei settori biomedicale, meccanica e micromeccanica, moda. Obiettivo: "Internazionalizzare per crescere e competere". -
Carpi, 27 maggio 2015 –
Import-export, fiscalità internazionale, e-commerce. Ecco alcuni dei temi affrontati nel corso del primo Export Manager Day che si è svolto oggi a Carpi, nella sala delle Capriate presso la sede della direzione commerciale della banca.
Una giornata di confronto attivo tra imprenditori, export manager e rappresentanti di rilevo del territorio che, utilizzando la leva della formazione e dell'informazione di Go International! – il programma di UniCredit focalizzato sull'approfondimento di tematiche legate al commercio internazionale - hanno voluto condividere un'importante opportunità di crescita, per sapere scegliere e muoversi in modo consapevole sui mercati esteri.
L'incontro ha visto partecipare una settantina di imprenditori soprattutto emiliani (in particolare dalle province di Modena e Reggio Emilia) e una rappresentanza proveniente da Lombardia, Sicilia, Liguria, Svizzera e Russia, in gran parte dei settori biomedicale, meccanica e micromeccanica, moda. Ad aprire la giornata, i saluti di Massimiliano Villa, Area Manager Carpi UniCredit. Subito dopo ha preso il via la tavola rotonda sul tema "Fiscalità internazionale ed e-commerce", che ha visto partecipare Marcello Braglia e Monica Zafferani dello Studio Tributario e Societario. La giornata è proseguita con Mauro Pondini, Responsabile UniCredit Foreign Trade Office Forlì e il workshop centrato sull'argomento "Affrontare l'import export in sicurezza, il Credito Documentario". Alessandro Paoli, Vice President UniCredit International Center Italy ha poi illustrato "Il sistema bancario U.S.A. e il ruolo di UniCredit". La giornata si è quindi conclusa con un dibattito e l'intervento di Stefano Giorgini, Regional Manager Centro Nord di UniCredit.
"L'orizzonte export e la valorizzazione del Made in Italy costituiscono un elemento fondamentale per lo sviluppo della produttività - ha detto il Regional Manager, Stefano Giorgini - e sono strettamente connessi alla longevità e alla competitività delle imprese italiane. Forti della nostra esperienza sul campo, siamo convinti che il sostegno alle aziende che vogliono aprirsi o rafforzare il proprio posizionamento fuori dai confini nazionali passa anche attraverso la leva della formazione e dell'informazione. Per questo UniCredit – grande Gruppo internazionale che tiene ben salde le radici e l'attenzione sui territori nei quali è presente - da anni sostiene le aziende che vogliono aprirsi all'estero anche con iniziative di aggiornamento, b2b e ovviamente con prodotti e servizi dedicati".
"Un impegno a tutto campo - ha sottolineato l'Area Manager UniCredit di Carpi, Massimiliano Villa - che si completa con gli appuntamenti di GoInternational!, programma formativo di UniCredit che offre alle imprese corsi e momenti di approfondimento gratuiti su temi legati all'export e all'internazionalizzazione, per sostenere la crescita delle aziende nei mercati internazionali e aiutare gli imprenditori nella realizzazione di scelte sostenibili e adeguate al proprio business".
I momenti formativi sono stati sviluppati dalla scuola interna di formazione UniCredit in sinergia con le strutture di business internazionale del Gruppo e con i migliori professionisti del settore, per offrire un quadro chiaro e il più completo possibile su contesto di riferimento, norme, tecniche, strumenti. UniCredit mette così a disposizione il proprio variegato patrimonio di esperienze e know-how tramite professionisti qualificati, con l'obiettivo di accompagnare le Aziende nell'affrontare adeguatamente le opportunità offerte dai mercati internazionali in un contesto che richiede una conoscenza sempre più approfondita e aggiornata.
(Fonte: ufficio stampa Unicredit)
Mercoledì 27 maggio, nella Sala delle Capriate, sede della Direzione di UniCredit a Carpi, una giornata di formazione e approfondimento
dedicata alle imprese che puntano all'export per crescere. -
Modena, 25 maggio 2015 –
Fa tappa a Carpi l'Export Manager Day di UniCredit: una giornata di confronto attivo tra imprenditori, export manager e rappresentanti di rilevo del territorio che, utilizzando la leva della formazione e dell'informazione di Go International! – programma messo a punto dal Gruppo Bancario e focalizzato sull'approfondimento di tematiche legate al commercio internazionale – potranno condividere un'importante opportunità di crescita, per sapere scegliere e muoversi con maggiore consapevolezza sui mercati esteri.
L'Export Manager Day è in programma per mercoledì 27 maggio, con inizio alle 9, all'interno della Sala delle Capriate, sede della Direzione di UniCredit a Carpi, in via Berengario, 1.
La giornata sarà aperta dai saluti di Massimiliano Villa, Area Manager Carpi UniCredit. Subito dopo prenderà il via la tavola rotonda sul tema "Fiscalità internazionale ed e-commerce". Seguirà un workshop sui temi: "Affrontare l'import export in sicurezza, il Credito Documentario" e "Il sistema bancario U.S.A. e il ruolo di UniCredit". L'incontro sarà quindi concluso da un dibattito e dall'intervento di Stefano Giorgini, Regional Manager Centro Nord di UniCredit.
L'obiettivo di UniCredit è mettere a disposizione della propria clientela il patrimonio di esperienze e know-how del Gruppo tramite professionisti qualificati (interni ed esterni) per accompagnare le aziende ad affrontare adeguatamente le opportunità offerte dai mercati internazionali in un contesto che richiede, molto più che in passato, una conoscenza approfondita e aggiornata degli aspetti di riferimento, dei principali punti di attenzione, delle possibili criticità e rischi.
(Fonte: ufficio stampa Unicredit)
Organizzata dalle CNA di Ferrara, Ravenna, Imola, Forlì – Cesena, Rovigo e Rimini e da Cna Produzione nazionale, alla manifestazione hanno partecipato 140 aziende. Sviluppo e innovazione crescono attraverso la rete tra imprese. -
Parma, 22 maggio 2015 -
Dalla provincia di Ferrara e dalla Romagna, ma anche da aree limitrofe, 350 imprenditori in rappresentanza di 140 imprese della produzione e dei servizi si sono incontrati venerdì, presso la Fiera di Ferrara, alla seconda edizione di Cna Business Day, manifestazione organizzata dalle Cna di Ferrara, Ravenna, Imola, Forlì – Cesena, Rovigo e Rimini e da Cna Produzione nazionale, con la partnership dell'Associazione Costruiamo Opportunità e il contributo di UniCredit, Citroen, Heracomm, Acantho, Avis e Cna ServiziPiù.
Caratterizzata da un fitto programma di appuntamenti e matching, fissati dalle stesse imprese con l'obiettivo di ricercare eventuali partner per future iniziative economiche commerciali, o comunque estendere la rete di relazioni della propria azienda, l'intensa giornata è stata caratterizzata da un fitto intreccio di conversazioni incrociate e da una molteplicità di incontri all'insegna del business to business.
"Le imprese che oggi ce la fanno sono quelle che si mettono in rete", ha affermato in apertura della manifestazione Paolo Govoni, presidente regionale di Cna Emilia Romagna e presidente della Camera di Commercio di Ferrara ricordando come, su questo versante, gli incontri tra imprenditori di diversi settori e filiere produttive, costituiscano un formidabile e poco costoso strumento per allargare i confini dell'impresa e veicolare gli stessi processi di innovazione.
"Dall'economia vengono segnali positivi – aveva esordito Alberto Minarelli, presidente provinciale della Cna di Ferrara, dopo il saluto ai partecipanti e agli ospiti - che vanno osservati con attenzione, ma anche con cautela, perché il percorso per una vera ripresa dello sviluppo non è scontato e richiederà, anzi, decise azioni di riforma, innanzitutto rivolte ad alleggerire le aziende del pesante carico fiscale e burocratico che ne rallenta lo sviluppo. In ogni caso, gli imprenditori senza attendere tempi migliori, hanno imboccato il percorso dell'innovazione, investendo nelle proprie risorse e capacità di fare rete per competere sul mercato e per crescere".
Dopo il benvenuto del presidente dell'Ente Fiera di Ferrara, Filippo Parisini, è intervenuto Luciano Resciniti, Area manager di UniCredit Ferrara. "L'incontro di oggi – ha detto Luciano Resciniti, Responsabile Area Commerciale Ferrara di UniCredit – si configura come un'opportunità importante per le imprese del territorio. Un momento di confronto e di crescita in relazione alla possibilità di far rete; e anche un momento di approfondimento su tematiche importanti per lo sviluppo di un business di qualità, grazie al workshop che ci vede partecipare su un argomento di stretta attinenza e risvolti pratici in merito alle tematiche del commercio internazionale".
In tarda mattinata si è, poi, tenuto un workshop dedicato al tema dell'internazionalizzazione, a cui sono intervenuti Pierpaolo Giannaccari, specialista per l'Estero di UniCredit e Gaetano Bergami, presidente nazionale di Cna Produzione. "Gli imprenditori che si affacciano ai mercati esteri – ha spiegato Pierpaolo Giannaccari, Specialista Estero UniCredit - devono essere al corrente non solo delle opportunità ma anche dei rischi connessi al business oltre confine. Oggi abbiamo voluto concentrare l'attenzione sui sistemi di pagamento illustrando loro gli strumenti migliori – come la lettera di credito - e il ruolo delle banche che anche su questo fronte possono essere di grande supporto dal punto di vista tecnico e dal punto di vista della capacità di garantire le transazioni, tutelando così l'imprenditore e il suo business".
Per tutta la giornata, il colpo d'occhio dei tavoli del grande salone della Fiera, affollati di imprenditori, tecnici e consulenti nelle diverse problematiche della gestione manageriale, ha dato testimonianza della vitalità e del grande fervore espresso da un mondo imprenditoriale, capace di esprimere grande voglia di crescere, e di mettere a frutto le proprie inestimabili capacità professionali e innovative per creare nuove condizioni di sviluppo competitivo.
(Fonte: ufficio stampa Unicredit)
La legge è uguale per ... quasi tutti. Già abbiamo visto che tra pensioni e vitalizi (leggi pensioni dei parlamentari) c'è differenza sostanziale e non solo formale ma, alla luce del decreto del governo di restituzione parziale del maltolto "Fornero", lo Stato può ledere i diritti acquisiti dei "poveri" perciò, e questa è logica, può farlo anche per i "ricchi".
di Lamberto Colla - Parma, 24 maggio 2015 -
Non passa giorno che non si scopra quanto sia malleabile e plasmabile il diritto italiano. Emblematico il caso delle pensioni.
La "lacrimosa" Ministra Fornero, complice del professor Monti il teorico dell'austerity, riuscì a fare risparmiare allo Stato oltre 18 miliardi di euro prelevandoli dalle pensioni. Un taglio lineare discutibile ma accettabile alla luce del rischio di default dello Stato.
Un diritto acquisito leso dei pensionati che, secondo la normativa vigente durante il loro periodo lavorativo, avrebbe garantito loro un determinato reddito una volta fuoriusciti dal circuito lavorativo.
Se a suo tempo costoro avessero avuto l'incertezza di realizzare questi ricavi avrebbero potuto decidere di risparmiare maggiormente e magari di destinare parte del risparmio in assicurazioni integrative o investimenti diversi da portare a reddito.
Invece niente. Decisero di fidarsi dello Stato e su di esso investirono anche perché, è bene ricordare che sino a metà anni '90, non vi erano alternative.
Purtroppo scoppia una crisi e lo Stato è a rischio insolvenza. Una motivazione che giustifica operazioni straordinarie e come in precedenza si fecero dei prelievi sui conti correnti dei cittadini e altre malefatte analoghe, con il Governo Monti Robin Hood se la prese con i poveri con buona pace di tutti o quasi. Già perché un buon numero di cittadini, eletti dagli stessi appena tartassati, avendo pensioni che vanno sotto il nome di "vitalizi" non vennero assoggettati ai tagli di cui sopra.
Vabbé passi. Prima o poi, era il pensiero comune, anche loro riusciranno a emanare quelle leggi e leggine che elimineranno questi benedetti privilegi.
Tre anni dopo, e è cronaca di questi giorni, la Consulta dichiara incostituzionale il provvedimento della "Fornero" e lo Stato dovrà restituire il maltolto (quasi 20 miliardi di euro) a quei pensionati utilizzati per fare cassa da tre anni a questa parte.
Giusto o sbagliato, fatto sta che sarebbe stato sancito il diritto acquisito anche per questa categoria di cittadini ex lavoratori, bene o male, alla pari di quegli altri che percepiscono e percepiranno i "vitalizi".
Invece no. Con una rapidità impressionante, nel giro di poche ore, il Governo è riuscito a firmare un decreto nel quale si sancisce che, invece di 20 miliardi, restituirà poco più di 2 miliardi. Giusto quella quota garantita dal "tesoretto" generato dal minor carico di interessi gravanti sul debito pubblico. L'UE applaude il Governo Renzi, che è riuscito a mantenere entro la soglia del 3% il patto di stabilità, e i pensionati piangono lacrime vere insieme a loro i nipoti disoccupati e figli inoccupati che sulla pensione degli antenati contavano per sopravvivere.
Ricordiamo che questi ex lavoratori sono il vero e più efficace ammortizzatore sociale adottato in questo lungo periodo di crisi e confusione giuridico/istituzionale.
Non tutto il male viene per nuocere.
In sostanza, facendo una rapida escursione sui fatti giuridici, è stato dapprima sancito il principio dei diritti acquisiti ma contestualmente anche normato che, in caso di straordinarietà, questi diritti possono essere revocati addirittura con decreto e non con legge parlamentare.
Lo stesso Presidente della Repubblica ne ha dato il buon esempio imponendo il tetto massimo per sé stesso e per tutti i dipendenti del Quirinale.
Si Può Fare!
Si può perciò, vista la straordinarietà, annullare o almeno rimodulare i principi che regolano i "vitalizi". Giusto per memoria ricordiamo che esistono parlamentari che hanno timbrato il cartellino per un solo giorno ai quali è garantito un vitalizio di circa 2.200€ mensile.
Facendo leva perciò sulle necessità dettate dalla straordinarietà e sulla questione etica, infine sui procedenti legislativi, ultimo dei quali il decreto legge sui rimborsi varato lunedi scorso dal Governo Renzi, ci sarebbero spazi ampissimi di manovra per andare a toccare gli interessi e i "diritti acquisiti" di quei tanti paperoni che hanno avuto il merito e la fortuna di lavorare per la pubblica amministrazione & dintorni.
Tra costoro ci sarebbero anche gli stessi Giudici della Corte Costituzionale; il cui stipendio è sensibilmente superiore a quello del Presidente della Repubblica e quasi il doppio di quello "ufficiale" di Obama. Insomma, sono i più pagati al mondo.
Vero che siamo nella terra del diritto però c'è un limite a tutto, soprattutto ai privilegi in tempi di "carestia".
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