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Con la parola d'ordine "consapevolezza" quale antidoto, per usare le parole del capo della Polizia Franco Gabrielli, "da inculcare nei tessuti sani della nostra società come si sta facendo qui a Reggio", si è chiuso questa mattina (ieri ndr) "Noicontrolemafie", il Festival della legalità promosso per l'ottavo anno dalla Provincia di Reggio Emilia in collaborazione con i Comuni e la Corte Ospitale di Rubiera.

Relatori_Gratteri_e_pubblico_ufficiali_armi10_1.jpgUn gran finale che ha portato in città i vertici nazionali della lotta alla criminalità organizzata: oltre a Gabrielli, un altro "caro amico" di Reggio come il procuratore capo del Tribunale di Catanzaro Nicola Gratteri e i comandanti dei reparti speciali di Carabinieri, il generale Pasquale Angelosanto che guida il Raggruppamento operativo speciale (Ros), e Guardia di Finanza, il generale Alessandro Barbera, al vertice del Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata (Scico).
Per oltre due ore si è fatto il punto della situazione nel contrasto alla criminalità da parte di istituzioni e cittadini.

Lo si è fatto insieme a loro - a partire dai tanti amministratori pubblici e soprattutto dai tanti studenti che hanno gremito l'Auditorium del Credem – e lo si è fatto proprio qui a Reggio Emilia, a tre anni di distanza dall'indagine Aemilia. E alla consapevolezza che cosa nostra, 'ndrangheta e camorra non sono un fenomeno circoscritto al Sud Italia, può oggi unirsi anche la consapevolezza che questa città e questa provincia hanno saputo reagire, nel modo giusto, al ciclone Aemilia.

Lo ha certificato, chiudendo la mattina, proprio il capo della Polizia (che tra l'altro, dal 2010 al 2015, ha guidato anche la Protezione civile italiana): "Quando si passerà dalla cronaca alla storia, si dirà che qui in Emilia, nel secondo decennio del nuovo millennio, ci sono stati due terremoti - uno naturale ed uno antropico – ma che ad entrambi avete saputo reagire con l'atteggiamento giusto". Ed eliminando, per l'appunto, quella "non consapevolezza che è elemento di debolezza in ogni azione di contrasto".

"Nel 2012 non eravate consapevoli di essere un territorio sismicamente delicato e il maggior numero di vittime si verificò perché molti capannoni erano stati costruiti in maniera non adeguata: ma avete fatto tesoro di quella esperienza, c'è stata una generale presa di coscienza del fenomeno e avete saputo costruire un percorso che oggi vi rende più sicuri. E in questo stesso modo avete reagito all'inchiesta che nel 2015 vi ha dato contezza dell'infiltrazione della 'ndrangheta in questa terra", ha aggiunto il capo della Polizia invitando i reggiani a "proseguire su questa strada perché i tentativi delle mafie di infiltrarsi al Nord non avranno comunque mai fine: quello che dobbiamo fare è evitare che rimanga una patologia e non si trasformi in fisiologia".

Quello di Gabrielli è stato l'ultimo di una lunga e qualificata serie di interventi aperta dal presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, che ha spiegato come "siano ormai 40.000 gli studenti che abbiamo coinvolto in questi otto anni sui temi della legalità". "Questo costante impegno sul fronte culturale per sviluppare la formazione e la conoscenza della generazione che cresce è uno dei pilastri fondamentali sui quali si regge la nostra azione di contrasto alle mafie - ha proseguito – Poi ci sono le istituzioni, a partire dal quotidiano lavoro del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica; dalla decisione, non scontata, di far comunque celebrare il processo Aemilia a Reggio facendo scendere direttamente in campo tanti amministratori pubblici, attraverso la costituzione di parte civile, per chiedere il ristoro dei danni anche morali patiti dalle nostre comunità; dalla lunga e proficua stagione dei protocolli antimafia che nessun altro territorio può vantare e che rende oggi le pubbliche amministrazioni più solide nell'evitare i rischi di infiltrazione mafiosa".

Dopo i saluti del prefetto Maria Forte – che ha tra l'altro ricordato "i 108 provvedimenti interdittivi antimafia emessi in questi ultimi anni" e sottolineato "la speciale sinergia tra istituzioni e società civile che hanno saputo fare fronte compatto" - del sindaco Luca Vecchi e del presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, è stato il direttore scientifico di "Noicontrolemafie", il saggista e storico dei fenomeni criminali Antonio Nicaso, ad introdurre i relatori sottolineando a sua volta l'importanza della consapevolezza. "Anche negli Stati Uniti la lotta alla mafia fece il decisivo salto di qualità quando Robert Francis Kennedy, dopo anni di negazionismo, fece capire al Paese che non si era davanti ad una cospirazione aliena, riconoscendo per la prima volta che il fenomeno era interno e non esogeno – ha detto – Finalmente anche in Italia abbiamo smesso di dare la colpa al soggiorno obbligato, ma abbiamo compreso che la criminalità organizzata si radica al Nord perché c'è una reciprocità funzionale tra imprenditori, certi politici e mafiosi: come ci ricordano le intercettazioni "se vengono da noi, significa che hanno bisogno di noi"...".

Dal generale Pasquale Angelosanto, comandante del Raggruppamento operativo speciale (Ros) dei Carabinieri è quindi arrivato un invito a "non generalizzare – sarebbe un errore, perché se tutto è mafia alla fine nulla è mafia" e a prestare particolare attenzione alla 'ndrangheta, "perché quella calabrese è oggi la punta più avanzata delle mafie, quella dall'agire più evoluto e sofisticato e rappresenta, dunque, la minaccia maggiore". Cosa può fare la società civile? "Atti concreti, perché la legalità va praticata, non può essere solo pronunciata e tanto meno delegata" e dunque – ha aggiunto rivolgendosi ai ragazzi – "bisogna osservare sempre non solo le leggi, ma anche le regole organizzative della scuola, dei concorsi, del codice stradale: e non chiedere mai favori a nessuno, perché finireste per doverli ringraziare per tutta la vita rinunciando alla vostra dignità e libertà".

Anche il generale Alessandro Barbera, comandante del Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata (Scico) della Guardia di finanza, ha voluto "approfittare di questa bellissima occasione per parlare con il cuore al vostro cuore: la mafia è il cancro della società, ma possiamo sconfiggerlo facendo anche noi rete come loro e comprendendo il fenomeno, perché conoscere significa poter prendere le necessarie precauzioni". "Oggi la priorità è il contrasto all'economia illegale, agli enormi patrimoni illeciti che vengono riciclati e abbiamo bisogno di voi, dell'apporto delle scuole e delle istituzioni, e che siate consapevoli del pericolo che la mafia rappresenta – ha concluso – Per fortuna in Italia abbiamo il sistema giuridico di contrasto più avanzato al mondo contro il crimine organizzato, un patrimonio che tutti ci invidiano che è frutto della nostra esperienza e anche del sacrificio di molte persone che hanno dato la vita nella lotta alla mafia: ed è soprattutto per loro che dobbiamo avere questa consapevolezza".

Come sempre estremamente coinvolgente per i ragazzi, ma anche denso di proposte operative, l'intervento del procuratore Nicola Gratteri, una delle presenze storiche del Festival della legalità reggiano. "Purtroppo prevedo che aumenteranno sensibilmente i Comuni sciolti per mafia, a causa della sempre più forte commistione tra criminalità organizzata e politica e al ribaltamento dei ruoli che si è verificato: oggi sempre più candidati vanno a cercare i mafiosi perché purtroppo il politico, sul territorio, si vede il mese prima delle elezioni, poi per 4 anni sparisce, e così è la mafia ad occupare sistematicamente una città o una provincia e a dare, a modo suo, risposte ai cittadini", ha esordito. "Però oggi il commissario prefettizio viene percepito come una sorta di congelamento della vita amministrativa del paese e noi uomini delle istituzioni non dobbiamo dare questa impressione – ha aggiunto - Servono prefetti che stiano in Comune sette giorni su sette, non a scavalco, e abbiano pieni poteri pieni, compreso quello di annullare le delibere, gli atti, anche le assunzioni compiuti da quella amministrazione, perché il comandante dei vigili urbani potrebbe essere anche la figlia del capomafia del paese".

Dopo essersi detto "molto confortato dal livello qualitativo della nostra polizia giudiziaria, perché nella loro testa è rimasta la cultura del controllo e della conoscenza del territorio, ed è un patrimonio che dobbiamo tenerci e insistere a potenziarlo", Gratteri ha rivolto un accorato appello ai ragazzi: "State lontani dalla mafia, anche perché delinquere non conviene: la ricchezza è tutta nelle mani dei capimafia, dinastie che si comportano come i regnanti del Settecento, tutti gli altri sono utili idioti morti di fame...".

 

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In meno di tre anni di attività, l'Ufficio unico dei tributi dell'Unione dei Comuni "Bassa reggiana" ha ottenuto risultati significativi. In primis, un forte contrasto all'evasione fiscale, fenomeno che negli ultimi anni si è ulteriormente acuito probabilmente anche a causa delle difficoltà sociali dovute alla crisi economica. Una delle azioni più concrete del nuovo ufficio è stata l'intensificazione dell'attività finalizzata all'emersione dell'evasione, sia dal punto di vista dei controlli su Ici, Imu e Tasi sia per quanto riguarda Tarsu, Tares e Tari, che ha portato a un netto incremento dell'accertato. Per quanto riguarda le riscossioni, invece, le normative vigenti penalizzano gli enti locali, in particolare quelli virtuosi come l'Unione che hanno investito impegno e risorse sulla lotta all'evasione.

Questo aspetto specifico è stato al centro di una conferenza stampa che si è svolta questa mattina in Provincia, alla quale hanno preso parte il presidente Giammaria Manghi, i sindaci dei Comuni dell'Unione e il dottor Giacomo Spatazza, responsabile dell'Ufficio unico dei tributi. "Abbiamo implementato le forze dedicate dai singoli Comuni – ha spiegato Manghi, in veste di presidente dell'Unione - fornendo anche al personale l'opportunità di una maggiore formazione di fronte a un panorama tributario che in questi anni è cambiato ripetutamente. Purtroppo questi sforzi importanti non vengono premiati come meriterebbero in quanto la percentuale dell'incassato rispetto all'accertato, pur più alta rispetto alla media nazionale, è molto bassa. Si pensi che a fronte di oltre 2 milioni e 800mila euro di accertamenti per Ici, Imu e Tasi, nel 2017, sono stati riscossi soltanto un milione e 111mila euro, mentre per Tarsu, Tares e Tari l'accertato è di 2 milioni e 170mila euro a fronte di un riscosso di 857mila euro".

"Questa situazione – ha aggiunto – è da ricondurre alle normative vigenti, che da un lato prevedono un percorso per la riscossione particolarmente articolato, che consente a chi evade di non versare ciò che deve per anni. In più, per gli enti locali vi è un'ulteriore aggravante: per coprire i crediti di dubbia esigibilità, che in contabilità rappresentano un fondo rischi diretto ad evitare l'utilizzo di entrate di dubbia e difficile esazione, sono chiamati ad accantonare ingenti risorse a garanzia del debito, privando di fatto la comunità di risorse preziose che potrebbero essere investite a beneficio di tutti. Dunque, da un lato i Comuni mettono in campo forza e impegno, ma vengono ostacolati da un meccanismo paradossale: oltre al danno, c'è anche la beffa".

Anche i dati del 2015 e del 2016 sono sulla stessa falsariga: per Ici, Imu e Tasi il riscosso in questi due anni è stato di circa 1 milione e 525mila euro a fronte di oltre 5 milioni di accertato, mentre per Tarsu, Tares e Tari sono stati riscossi circa un milione e 50mila euro nonostante un accertato di oltre 3 milioni e 700mila euro.

Fonte: Provincia di Reggio Emilia

Strade dissestate, piano straordinario da 700mila euro. Limite dei 50 km/h anche sulla Variante a Casalgrande.

La Provincia di Reggio Emilia ha predisposto un piano straordinario di interventi urgenti, per un importo di circa 700.000 euro, al fine di ripristinare i numerosi tratti di strade danneggiati dalla abbondanti precipitazioni, anche nevose, delle scorse settimane.

"Gli interventi saranno realizzati non appena le condizioni meteo climatiche saranno favorevoli, quindi speriamo tra fine aprile e i primi di maggio, in quanto più le temperature sono elevate e il clima asciutto più il conglomerato bituminoso risulterà efficace – spiega il dirigente del Servizio Infrastrutture della Provincia, Valerio Bussei – Purtroppo acqua, neve e ghiaccio hanno provocato nelle scorse settimane non solo buche, che abbiamo provveduto a sistemare con interventi-tampone utilizzando asfalto a freddo, ma su alcune provinciali hanno originato tratti di asfalto a zolle, per i quali sarà necessario ripristinare il manto stradale con operazioni più complesse, a partire dalla scarificazione con frese dell'asfalto deteriorato".

Nel frattempo, per tutelare la sicurezza degli utenti della strada, è indispensabile ridurre i limiti di velocità sulle provinciali interessate da questo genere di dissesti. In queste ultime ore la Provincia ha pertanto emesso una nuova ordinanza che introduce il limite di velocità a 50 km/h anche sulla Sp 467 Variante di Scandiano, nel tratto compreso fra la rotatoria di accesso alla Casalgrande Padana e lo scalo di Dinazzano, limite che scende a 30 km/h dallo scalo fino alla rotatoria di via Turati, sempre nel comune di Casalgrande.

La Provincia ricorda che, fino al termine dei lavori di ripristino, si viaggia con limite di velocità a 50 km anche sulla Sp 51 che da Rubiera porta a Sant'Antonino di Casalgrande passando per Salvaterra, nei primi 2 chilometri della Sp 62R Variante Cispadana, in comune di Luzzara, e nei primi 11,3 chilometri della Sp 111 Asse di Val d'Enza (con limite dei 30 km/h nei due chilometri successivi), da Calerno di Sant'Ilario a Poviglio, passando per Campegine.

Mercoledì, 21 Marzo 2018 09:30

Sicurezza, limiti abbassati sulle Sp 111 e Sp 62R

Le abbondanti precipitazioni, anche nevose, di questo periodo – unite alle basse temperature e al transito di mezzi pesanti - hanno inevitabilmente deteriorato il manto anche di numerose strade provinciali.

La Provincia di Reggio Emilia ha già avviato una seconda tranche di interventi-tampone, dopo quelli eseguiti a fine febbraio, ma in alcuni tratti, per tutelare la sicurezza degli utenti della strada, è stato necessario abbassare i limiti di velocità. Da oggi, fino a quando le condizioni meteo non consentiranno di completare i necessari lavori di ripristino, si viaggia pertanto con limite di velocità a 50 km nei primi 2 chilometri della Sp 62R Variante Cispadana, in comune di Luzzara, e nei primi 11,3 chilometri della Sp 111 Asse di Val d'Enza (con limite dei 30 km/h nei due chilometri successivi), da Calerno di Sant'Ilario a Poviglio, passando per Campegine.

"La formazione di buche, nell'immediatezza di fenomeni atmosferici così intensi e prolungati, è purtroppo un problema che coinvolge con vari livelli di intensità tutta la rete viaria nazionale – spiega il dirigente del Servizio Infrastrutture della Provincia, Valerio Bussei – Anche oggi, non appena le condizioni meteo ce lo hanno permesso, abbiamo ripreso a lavorare per tamponare con l'asfalto a freddo i punti più critici, ma per gli interventi risolutivi, che in alcuni tratti comporteranno anche il rifacimento del manto stradale, è necessario attendere temperature più elevate e condizioni di tempo stabile e asciutto. In questa fase, per tutelare la sicurezza degli automobilisti e, soprattutto, dei motociclisti, è pertanto necessario adottare provvedimenti di limitazione della velocità ed è altrettanto fondamentale che gli utenti della strada li rispettino. Abbiamo già emesso ordinanze per l'Asse di Val d'Enza e un piccolo tratto di Variante Cispadana, dove la situazione è particolarmente problematica, e stiamo valutando la situazione di altre strade provinciali. Siamo consapevoli del disagio, e siamo impegnati a risolverlo al più presto, ma la tutela della sicurezza viene prima di tutto".

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia
Domenica, 04 Marzo 2018 07:10

Elezioni 2018, online anche i voti delle sezioni

Anche in occasione della tornata elettorale di oggi, domenica 4 marzo, Provincia e Comuni reggiani consentiranno di seguire lo spoglio in diretta online.

Grazie al lavoro svolto dai Sistemi informativi di Provincia, Comune di Reggio Emilia e Unioni dei Comuni utilizzando il software open source eleonline.it già testato in occasione delle amministrative di Campegine, il portale elezioni.provincia.re.it – raggiungibile direttamente o attraverso le home-page dei siti di Provincia e Comuni – fornirà in tempo reale gli esiti dello spoglio, compresi quelli delle singole sezioni.

I dati avranno carattere essenzialmente informativo – quelli ufficiali saranno infatti unicamente quelli che verranno forniti dal Viminale – ma consentiranno comunque un ulteriore, importante strumento di analisi del voto.

Sul portale elezioni.provincia.re.it sono inoltre consultabili, per eventuali raffronti, tutti i risultati a livello comunale e provinciale delle elezioni dal 1999 a oggi.

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Provincia di Reggio Emilia
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Pubblicato in Politica Reggio Emilia

Una nuova slavina ha interessato ieri mattina la Sp 18 che da Busana porta al Passo di Pradarena, nel comune di Ventasso, ricoprendo un tratto di strada per una quarantina di metri fra il centro abitato di Ospitaletto e il confine con Lucca.

Uomini e mezzi della Provincia sono al lavoro per sgomberare la strada, ma in considerazione delle condizioni meteo e delle numerose allerte – tra cui quella, di livello arancione, per rischio valanghe emessa ieri dal Servizio nazionale valanghe Mateomont fino a domenica 4 marzola Provincia di Reggio Emilia ha disposto la chiusura al transito fino al ripristino delle condizioni di sicurezza della Sp 18 Busana-Passo di Pradarena, per un tratto di circa 5 chilometri che vanno dalla fine del centro abitato di Ospitaletto e il confine con Lucca.

Per info in tempo reale sulla viabilità e in caso di eventuali emergenze consultare il profilo Twitter della Provincia di Reggio Emilia @ProvinciadiRE.

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Mezzi e uomini del Servizio Infrastrutture della Provincia, insieme alla Polizia provinciale, sono intervenuti ieri pomeriggio sulla Sp 18 in località Rio Re di Ligonchio, bloccata da una slavina che, fortunatamente, non ha provocato danni a persone o cose. La strada è stata riaperta al transito poco prima delle 17.

Dopo l'intervento al passo di Pradarena sulla Sp 18, liberata da una slavina, la pattuglia della Polizia provinciale ha prestato soccorso a un capriolo stremato dal freddo. L'animale, che all'arrivo della vettura degli agenti si è accasciato al suolo sulla Sp 59 Villa Minozzo-Ligonchio, è stato assistito in attesa del trasferimento al centro di recupero animali selvatici di San Polo.

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Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia

Traffico garantito, anche se rallentato, su tutti i quasi mille chilometri di strade gestiti dalla Provincia di Reggio Emilia.

Al lavoro già dalla notte, con le operazioni di salatura, la task-force antineve che anche quest'anno la Provincia di Reggio Emilia ha predisposto, formata da 129 lame, 62 salatori e 2 frese, oltre a 37 uomini, tra tecnici (6), sorveglianti (12) ed operai stradali (19), in aggiunta alle pattuglie della Polizia provinciale.

Di prima mattina le temperature particolarmente basse non hanno consentito di portare "a nero" il piano viabile, operazione resasi via via possibile con il trascorrere delle ore e l'innalzamento della temperatura. Il traffico sulle strade della provincia, anche se rallentato, è avvenuto regolarmente, favorito anche dal blocco della circolazione dei mezzi con massa superiore alle 7,5 tonnellate disposto dalla Prefettura. Proprio due mezzi pesanti hanno creato problemi sulla Sp 20 tra San Sisto e Poviglio - dove di prima mattina un camion si è adagiato di fianco ma in banchina, senza dunque bloccare la circolazione – e nel primo pomeriggio sulla Sp 513 a Cola di Vetto.

Verso le 14.30 un autoarticolato è infatti rimasto bloccato dalla neve e al momento il traffico è regolato dalla Polizia provinciale nell'attesa che i mezzi antineve consentano all'autista di ripartire e raggiungere un'area di sosta.

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Fonte: Provincia di Reggio Emilia

Il presidente della Provincia Manghi ha aperto insieme al sindaco Vecchi e al vescovo "NoiAltri", due giornate di confronti e scambi di pratiche sui temi delle migrazioni.

Reggio Emilia, 1 febbraio 2018

Il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, ha partecipato ieri mattina al Centro Malaguzzi alla sessione plenaria che ha aperto "NoiAltri", due giornate di confronti e scambi di pratiche sui temi delle migrazioni, dei nuovi paesaggi sociali, delle comunità inclusive e delle nuove generazioni: un dibattito, insieme al vescovo Massimo Camisasca e al sindaco Luca Vecchi, sul tema "Le comunità future: aperte, coese e solidali".

Per comprendere "l'approccio culturale lucido e costruttivo che Reggio Emilia ha avuto rispetto alle sfide di questi anni", il presidente Manghi è partito dalla propria esperienza personale di insegnante di scuola primaria nella Bassa, "un'area profondamente interessata dal fenomeno migratorio, dove la stagione della mobilità internazionale avviatasi negli anni Novanta ha portato nel tempo in certe sezioni della scuola del'infanzia ad avere la metà dei bambini non italiani e con percentuali compositive medie delle popolazioni nei comuni dell'area Nord attorno al 20 per cento di stranieri".

"La trasformazione della composizione sociale e i suoi effetti li ho visti lì, insegnando 13 anni nelle scuole, un laboratorio straordinario per capire cosa vuole dire integrazione per noi – ha detto il presidente della Provincia – Perché è attraverso l'animo trasparente e molto nitido dei bimbi, non condizionato da nulla, che abbiamo la testimonianza del fatto che l'incontro è possibile".

"Questo è il manifesto di come si fa davvero, qui, l'integrazione e allora non bisogna arrivare ai giorni nostri e alle emergenze, di cui abbiamo contezza, per ragionare su una società che già da quegli anni ha intrapreso e continua a intraprendere questo percorso di trasformazione – ha proseguito Manghi – Certo, ci sono i picchi emergenziali, c'è un tema anche quantitativo col quale misurarsi, ma le regole del gioco non cambiano e noi un cammino lo abbiamo intrapreso, e lo abbiamo fatto nel segno dell'integrazione nei confronti della diversità intesa come ricchezza".

La sfida è dunque come continuare a declinare, nel quotidiano, questa scelta compiuta da tempo, "con la consapevolezza che integrazione significa anche modifica dei contesti, perché se vogliamo integrare dobbiamo prevedere culturalmente la disponibilità a un confronto che, in modo equilibrato e rispettoso di ciò che siamo, consenta anche ad altri di trovare un proprio spazio".
Altro passaggio fondamentale "per non fermarsi all'integrazione intesa come semplice slogan" è quello di sapersi confrontare con il pregiudizio, comunque presente, "che come ci ricorda Bobbio nell'Elogio della mitezza è una convinzione erronea voluta fermamente per vera": "Proprio le scuole, ma anche tante associazioni sportive reggiane, hanno agito sull'integrazione elidendo quella dimensione di pregiudizio che ci consegna lucidamente Bobbio - ha proseguito il presidente della Provincia - La sfida del resto è questa: non negare le complessità, le trasformazioni sociali che vanno comprese, accompagnate, lette e spiegate, ma tenere sempre e comunque presente quell'assunto di partenza che ci è dato da esperienze di vita quotidiana che dimostrano come anche i cambiamenti ingenti possano essere gestiti".

"La nostra comunità lo ha fatto e per questo siamo stati in grado, negli ultimi tre, quattro anni, di reggere sostanzialmente con maturità gli effetti delle stagioni e delle logiche del mondo afferenti a dimensioni di povertà che solo chi ha fatto esperienze di cooperazione internazionale può forse comprendere davvero – ha concluso Manghi – Questa nostra capacità di inclusione e di accoglienza vera è il tracciato che dobbiamo continuare a seguire e ci riusciremo se avremo lo sguardo dei bambini e di quello che avviene quotidianamente nei laboratori delle nostre scuole: solo così saremo in grado di proseguire questo cammino con maturità, non nascondendo i problemi, ma affrontandoli, restituendo quella positività che la pluralità culturalmente ci offre e che fa divenire davvero una ricchezza lo stare insieme da parte di persone che provengono da varie parti del mondo".

 

Fonte: Provincia di Reggio Emilia

Sono stati ben 435 i richiedenti asilo che, nel corso dello scorso anno, hanno volontariamente prestato attività attraverso progetti di cittadinanza attiva in 32 dei 42 comuni reggiani: dalla cura del verde e del patrimonio pubblico alla manutenzione di impianti sportivi, dalla gestione dei rifiuti alle biblioteche.

Il bilancio, decisamente positivo considerando che attualmente sono poco più di 1.600 i profughi ospitati nel Reggiano, è stato tracciato questa mattina in Provincia dal presidente Giammaria Manghi insieme all'assessore alla Città interculturale del Comune di Reggio Emilia Serena Foracchia ed ai presidenti di Auser e Dimora d'Abramo, Sandro Morandi e Luigi Codeluppi.

Proprio in Provincia, poco meno di un anno fa, con il coordinamento della Prefettura era stato infatti avviato con Auser e Dimora d'Abramo un lavoro che ha poi portato alla stesura del Protocollo che ha reso possibile l'attivazione di gran parte dei progetti di cittadinanza attiva svoltisi nel corso del 2017. "Per coerenza rispetto agli impegni presi, ed anche per il valore dei risultati ottenuti da un sistema che ha messo in campo oltre 400 persone, abbiamo ritenuto dunque doveroso dar conto del lavoro svolto, in particolare alla vigilia di appuntamento importante come il Forum sull'immigrazione che mercoledì e giovedì offrirà un momento di confronto di pensiero maturo e serio sul tema dell'accoglienza", ha esordito il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi.

"Due, in particolare, gli obiettivi che ci eravamo dati – ha aggiunto il presidente della Provincia - Rendere più omogenea la distribuzione territoriale dei richiedenti asilo, perché la solidarietà deve essere diffusa nel territorio, e in questo abbiamo progredito di molto come dimostrano i ben 32 comuni stabilmente coinvolti nei progetti di cittadinanza attiva. Secondo, accompagnare questa accoglienza con attività di cui potessero beneficiare le singole comunità, ma soprattutto gli stessi richiedenti asilo, per poter dare compimento alla propria dimensione umana: permettendo loro, nel caso non trovino lavoro, di rendersi comunque utili e dare il senso della restituzione di quanto una persona riceve nel momento della accoglienza".

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L'assessore alla Città interculturale Serena Foracchia ha quindi illustrato la corposa attività realizzata dal Comune di Reggio Emilia, che da solo ha coinvolto 148 richiedenti asilo "in una attività di inserimento basata su tre cardini: il volontariato, inteso come sentirsi parte di una comunità; la conoscenza della lingua italiana, perché solo se si è padroni del mezzo di comunicazione si può prendere parte alla vita cittadina; i tirocini previsti dal progetto Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, che nel corso dei 2017 hanno coinvolto 82 persone".

Particolarmente significativi anche i dati relativi all'insegnamento della lingua italiana: "La rete Diritto di parola ha accolto ben 3.700 persone per oltre 24.000 ore di lezione, quasi interamente garantite sempre attraverso il volontariato", ha sottolineato l'assessore Foracchia.
Il presidente di Auser, Sandro Morandi, ha ricordato come "lo scorso febbraio, quando proprio in questa sala iniziammo a ragionare sui progetti di cittadinanza attiva per i richiedenti asilo, timori e perplessità non mancassero, ma ora possiamo affermare che l'esperienza avviata è veramente molto bella ed importante non solo perché creano valore per le comunità, ma soprattutto perché accrescono le relazioni tra le persone".

"Soddisfazione per lavoro svolto insieme a istituzioni e amministrazioni locali" è stata infine espressa dal presidente della Dimora d'Abramo, Luigi Codeluppi: "Se si prova a lavorare come comunità ognuno è più sostenuto e incoraggiato a fare la propria parte: servono tempo e impegno, ma insieme i cambiamenti e le difficoltà si possono affrontare ed è possibile creare maggiore comprensione, e dunque maggiore coesione, sul territorio".
Hanno concluso la mattinata le testimonianze del responsabile dell'Auser di Rubiera – "dove la metà dei richiedenti asilo dopo il volontariato ha trovato un'occupazione" – e di un giovane profugo del Gambia impegnato come volontario a Palazzo Magnani.

Nel dettaglio, dei 435 richiedenti asilo coinvolti in progetti di cittadinanza attiva 189 lo hanno fatto attraverso la convenzione con l'Auser, 9 attraverso l'Albo comunale del volontariato e 237 attraverso 44 associazioni o enti di varia natura (centri sociali, biblioteche, parrocchie, centri per anziani, polisportive, pro-loco, associazioni culturali o di assistenza).

(Fonte: Provincia di Reggio Emilia)

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