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Grazie alla nuova e moderna opera idraulica del Consorzio di Bonifica Parmense e della Regione Emilia Romagna per un'area molto estesa della Bassa di quasi 11.000 ettari si riduce notevolmente il rischio di esondazione durante i periodi di piena. Il Ministro Galletti: "Il nostro compito è trovare le risorse, spetta poi a Regioni e Comuni impegnarle bene e velocemente". -

Parma, 7 luglio 2015 -

Un vasto territorio di quasi 11mila ettari di estensione compreso nei comuni di Polesine, Zibello, Busseto, Soragna e Fidenza, costantemente minacciato dal pericolo delle esondazioni che nel recente passato hanno messo in scacco l'intero territorio provocando ingenti danni economici ad imprese agricole e colture, viene messo in sicurezza idraulica grazie all'azione concreta del Consorzio di Bonifica Parmense.

Dopo aver monitorato coi suoi tecnici le cause reali alla base dei possibili fenomeni alluvionali nella zona, la Bonifica ha sollecitato e ottenuto un progetto di lungo periodo in grado di offrire alle popolazioni del luogo un impianto idraulico di avanzata tecnologia che provvedere in modo esaustivo alla prevenzione generale del fenomeno, allontanando così i pericoli conseguenti.

L'impianto idrovoro del Cantonale fu costruito infatti già alla metà degli anni '50 grazie ad un finanziamento del Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste per svolgere l'importante ruolo di "sollevamento" delle acque medie e basse provenienti dalle aree a sud-ovest nelcanale Fossa Parmigiana. Pur mantenendo un ruolo strategico fondamentale l'impianto di Cantonale a seguito di una progressiva urbanizzazione del territorio che ha limitato la sua efficacia aveva estrema necessità di essere ampliato nella struttura, nelle funzioni di capacità e migliorato sotto l'aspetto dell'ammodernato tecnologico.

Vista questa esigenza impellente il Consorzio della Bonifica Parmense, grazie anche alla collaborazione fattiva della Regione Emilia Romagna che ha finanziato una parte rilevante del progetto (580mila euro), ha iniziato nei mesi scorsi una totale ed estesa revisione dell'intero impianto provvedendo prima alla redazione del progetto ingegneristico e successivamente seguendo direttamente l'esecuzione dei numerosi lavori svolti sul territorio per l'adeguamento: sono stati "rafforzati" gli argini di difesa dei canali affluenti all'impianto Lavadura Inferiore, Lavezzoli e Dossi, Prati di Frescarolo e Bardalenzo per un importo complessivo di oltre 400mila euro; inoltre stato completamente ricostruito il "sifone" a servizio dei canali Pascoletto e Acque Basse di Samboseto per permettere il passaggio dell'enorme volume di acqua al di sotto dell'alveo del canale Rigosa Nuova.

In più, al fine di ottimizzare ulteriormente la funzionalità stessa del nodo idraulico e ridurne drasticamente il rischio nelle aree situate a quote altimetriche più basse, la Bonifica Parmense ha ultimato un intervento mirato raddoppia l'attuale capacità di sollevamento del Cantonale: da circa 1500 litri al secondo ad oltre 3000 l/s mediante l'installazione di due moderne elettropompeinvestendo solo per queste oltre 600mila euro.

"La scelta è quella di lavorare sempre più sulla prevenzione e sempre meno sull'emergenza e opere come questa e altre in Emilia-Romagna lo dimostrano ampiamente – ha dichiarato il Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti – ma non dobbiamo abbassare la guardia, perché è importante realizzare lavori che mettano in sicurezza il territorio permettendo maggiori certezze all'occupazione, all'agricoltura e allo sviluppo. Per fare ciò è indispensabile passare nel più breve tempo possibile dallo stanziamento alla concreta realizzazione di un'opera: il nostro compito è trovare le risorse, spetta poi a Regioni e Comuni impegnarle bene e velocemente".

"In un area in cui la popolazione ha più volte sofferto gravi eventi alluvionali patendo danni e disagi – ha rimarcato il Direttore del Consorzio Meuccio Berselli – oggi, con questo intervento, la Bonifica ha messo in sicurezza un'area occupata da quasi 25mila abitanti portando un valore aggiunto economico ad industrie, aziende agricole privati cittadini".

Il presidente Luigi Spinazzi ringrazia la Regione Emilia Romagna per l'attenzione dimostrata, la professionalità delle imprese esecutrici e la competenza del personale interno che è riuscito in tempo utile a terminare un progetto di alto valore sociale ed economico in tempo di crisi.

(fonte: Ufficio stampa CBPR)

Sabato 11 luglio alle ore 18 in piazzale Santa Croce il Comune chiama a raccolta partiti, movimenti civici, cittadini e tutti coloro che condividono la richiesta di fermare l'applicazione dell'articolo 35 del decreto noto come "Sblocca Italia", che liberalizza il conferimento dei rifiuti anche al di fuori dei confini regionali, e soprattutto di stoppare la richiesta di Iren di incrementare la portata dell'inceneritore di Parma a 195.000 tonnellate l'anno. -

Parma, 6 luglio 2015 -

Il comunicato di adesione di Zero Waste Italy -

Zero Waste Italy aderisce convintamente e partecipa alla manifestazione dell'11 luglio "Nessun Dorma" promossa dal comune di Parma contro l'inceneritore ed in particolare contro il tentativo della multiutility IREN, proprietaria dell'impianto, di importare rifiuti da tutta Italia. Questo tentativo rappresenta una risposta disperata ed aggressiva alla mancanza di rifiuti da bruciare una volta che la raccolta differenziata porta a porta promossa dal comune ha raggiunto il 70%.

Infatti, al momento, il funzionamento dell'impianto raggiunge circa il 45% delle sue potenzialità di combustione costringendo il gestore a "perorare" l'arrivo di altri rifiuti da fuori grazie all'attuazione dell'articolo 35 dello "Sblocca Italia" che consente di stracciare le pianificazioni regionali e provinciali e di importare rifiuti non provenienti da territori di propria pertinenza attuando una "deregulation" inaudita.
Tutto questo diviene tanto più drammatico poiché lo si vorrebbe realizzare in un territorio sede dell'Autorità Europea Alimentare e di straordinarie "eccellenze alimentari" per di più definito la Food Valley!

nessundorma

Con quale coerenza si potrebbe continuare a definire in questo modo un territorio invaso dalla "industria sporca" dell'incenerimento! E' stato un gravissimo errore costruire a tutti i costi questo impianto che in moltissimi, tra cui Zero Waste Italy, avevano definito oltre che dannoso per la salute e per l'ambiente non necessario se fossero state fatte partire le buone pratiche verso Rifiuti Zero come effettivamente si sta dimostrando.
Così già da un anno Zero Waste Italy ha denunciato il pericolo che proprio perché in carenza di rifiuti questo inceneritore avrebbe esposto Parma a divenire tristemente e pericolosamente sede di smaltimenti da tutta Italia. In particolare paventiamo che i rifiuti verrebbero fatti affluire dalla Liguria e dal Piemonte ma chissà potrebbero arrivare anche la famigerate "ecoballe" dalla Campania.

Per questi motivi la "battaglia di Parma" oltre a confermarsi una delle "tre Stalingrado" su cui si combatte il "fronte delle alternative all'incenerimento" (insieme in primis a Torino e a Firenze) diviene il banco di prova per fermare la scelleratezza dell'articolo 35 che se applicato porterebbe il nostro Paese non a percorrere il sentiero delle buone pratiche di riduzione-riuso-riciclo/compostaggio per estrarre materia, valori economici e occupazionali dai rifiuti come richiesto dall'Europa e dall'enfasi posta sulla "economia circolare "dalla culla alla culla" anche da moltissime imprese ma quello sporco ed inquinante dello smaltimento voluto da multiutilities sempre più distanti ed aggressive nei confronti dei beni comuni e delle comunità locali.

Zero Waste Italy chiede che le autorizzazioni a compiere questo scempio non vengano concesse, che l'inceneritore proprio perché non necessario venga dismesso e che al contrario si realizzino e si finanzino "distretti della riparazione e del riciclo", a partire da quello dei metalli preziosi contenuti nei RAEE - rifiuti elettrici ed elettronici.
Ormai come chiesto dallo stesso Pontefice occorre uscire dall'inganno insostenibile dell'usa e getta combattendo sprechi, malaffare e decisioni prese da "corpi separati" dai territori sempre più compromessi nella loro salute ambientale e compromettenti gli stessi livelli minimi di democrazia.

Zero Waste Italy

 

Pubblicato in Cronaca Parma
Lunedì, 06 Luglio 2015 13:42

Nissan e NV200 Evalia a Ponza

Una svolta verso i mezzi elettrici, per tutta l'estate i turisti potranno usufruire di comodi taxi che non inquinano l'ambiente. -

Parma, 6 luglio 2015 -

Una pacifica invasione di campo a inquinamento zero. A Ponza sono arrivate le NV200 Evalia di Nissan. L'amministratore delegato Nissan Italia, Bruno Mattucci spiega l'iniziativa del primo taxi elettrico van, un progetto voluto dal sindaco stesso, Piero Vigorelli, in una delle località turistiche più in voga per l'estate.

- Scopri di più nel video in fondo alla pagina -

(in collaborazione con www.videomotori.eu)

Nv200 Evalia nissan rid

Pubblicato in Motori Emilia
Mercoledì, 01 Luglio 2015 10:47

Al via la campagna contro gli incendi nei boschi

Da oggi fino al 30 settembre scatta la fase di attenzione. Ecco alcuni consigli ai cittadini su come comportarsi in caso di incendio e i numeri da contattare per le emergenze -

Reggio Emilia, 1 luglio 2015 -

Scatta oggi, mercoledì 1 luglio, la fase di attenzione per gli incendi boschivi in Emilia-Romagna, in attuazione del Piano regionale antincendio boschivo 2012-2016. Fino al 30 settembre, squadre di Vigili del fuoco, Corpo forestale dello Stato e volontari di Protezione civile opereranno in sinergia su tutto il territorio emiliano-romagnolo, coordinate dalla Agenzia regionale di Protezione civile tramite la Sala operativa unificata permanente (Soup), attiva fino al 31 agosto, in stretto raccordo con i Centri unificati provinciali. La Soup, situata a Bologna presso il Centro operativo dell'Agenzia regionale di Protezione civile, è in funzione tutti i giorni dalle 8 alle ore 20, ed in orario notturno con servizio di reperibilità continuativo.

La Provincia di Reggio Emilia ha già provveduto ad attivare il Servizio di vigilanza ed avvistamento antincendio, in coordinamento con i Comuni e l'Unione montana dell'Appennino reggiano ed in accordo con il Corpo forestale dello Stato, raccomandando agli stessi Comuni di informare la popolazione invitandola ad evitare comportamenti che possano provocare incendi. Dal 2013 nel Reggiano il servizio di vigilanza ed avvistamento antincendio – mediante squadre di volontari opportunamente formati ed equipaggiati – viene gestito dalla Protezione civile (Provincia e Coordinamento delle organizzazioni di volontariato) anche attraverso il nuovo Centro sovracomunale di Vezzano sul Crostolo, in grado di affrontare eventuali emergenze più rapidamente.

"Quest'anno il servizio di vigilanza reggiano può contare su 7 squadre, con volontari specializzati Aib operativi 24 ore al giorno e mezzi fuoristrada dotati di strumentazioni antincendio, e nei fine settimana le squadre sono impegnate in turni per l'individuazione di fuochi attraverso i punti 7 punti di avvistamento fissi e i 3 mobili individuati nel Piano di emergenza, annualmente rivisti in un'ottica di miglioramento del servizio - spiega la responsabile della Protezione civile della Provincia, Federica Manenti - i volontari reggiani formati per la lotta agli incendi sono oltre 100, dotati di dispositivi di protezione individuale e regolarmente sottoposti a visite mediche".

E' utile però ricordare che la prevenzione degli incendi parte, prima di tutto, dai cittadini stessi e da tutti coloro che frequentano i boschi avvertendo immediatamente in caso di incendio al Corpo Forestale dello Stato (tel. 1515 o 800841051), o ai Vigili del fuoco (115) oppure l'Agenzia regionale di Protezione civile (800333911: tutte le telefonate sono gratuite), e con il rispetto di alcune semplici regole di comportamento.

È dunque buona norma:
non accendere fuochi fuori dalle aree attrezzate quando si fanno gite fuori città: è pericoloso e vietato;
non gettare mozziconi di sigaretta o fiammiferi ancora accesi nelle aree verdi, quando fumiamo in macchina serviamoci del portacenere;
non parcheggiare le automobili in zone ricoperte da erba secca, perché potrebbe prendere fuoco a contatto con il calore della marmitta;
durante gite in montagna o scampagnate riporre sempre i rifiuti negli appositi contenitori e, se si vuol fare una grigliata, usare esclusivamente le aree attrezzate.
in caso di principio di incendio o di incendio attivo non bloccare le strade fermandosi a guardare le fiamme, in modo da non intralciare l'arrivo dei mezzi di soccorso e le operazioni di spegnimento.

Cosa è vietato fare

Si ricorda che qualsiasi operazione di abbruciamento di stoppie a scopo pulizia e di accensione di fuochi all'aperto per qualsiasi uso è vietata a meno di 100 metri dal limite del bosco, dai terreni di pascoli, ed a meno di 200 metri durante i periodi di grave pericolosità per gli incendi boschivi.
È permesso il abbruciamento controllato del materiale di risulta dei lavori forestali avvertendo il locale comando di stazione forestale entro le 48 ore precedenti, in assenza di vento ed in giornate particolarmente umide, circoscrivendo il terreno ed isolandolo con mezzi efficaci ad arrestare il propagarsi del fuoco. Il fuoco deve essere sempre custodito, chi lo accende è personalmente responsabile degli eventuali danni che ne possono derivare. Da considerare che l'abbruciamento è sempre vietato durante i periodi di grave pericolosità per gli incendi boschivi e che è vietato ripulire il pascolo con l'uso del fuoco.

Come e a chi segnalare incendi

Chiunque (popolazione, personale pubblico, volontari) avvisti o riceva segnalazione di un incendio boschivo ne deve dare immediata comunicazione al Corpo Forestale dello Stato, chiamando immediatamente - senza dare per scontato che qualcuno lo abbia già fatto – uno dei seguenti numeri (tutte le telefonate sono gratuite):

1515
Numero nazionale di pronto intervento del Corpo forestale dello Stato

115
Numero nazionale di pronto intervento dei Vigili del fuoco

800 841 051
Numero verde regionale del Corpo forestale dello Stato

800333911
Numero verde dell'Agenzia regionale di Protezione civile

La collaborazione nel segnalare la presenza di un incendio è di estrema utilità, per questo bisogna mantenere la calma e parlare con chiarezza; dare nome, cognome e numero di telefono e indicare con precisione la località e il comune dell'area che sta bruciando; segnalare le dimensioni dell'incendio precisando se sul posto ci sono già persone che stanno intervenendo; prima di riagganciare, assicurarsi che il messaggio sia stato ricevuto attendendone conferma nel caso di segreteria telefonica.

Cosa rischia chi provoca un incendio

Chi, in violazione delle prescrizioni, adotta comportamenti che possono innescare incendi di bosco, rischia sanzioni fino a 10.000 euro.

Sotto il profilo penale:

• reclusione da 4 a 10 anni, se l'incendio è provocato volontariamente in maniera dolosa;
• reclusione da 1 a 5 anni, se l'incendio viene causato in maniera involontaria, per negligenza, imprudenza o imperizia.

Oltre alle sanzioni penali, chi provoca un incendio può essere condannato al risarcimento dei danni che possono raggiungere cifre anche molto elevate. Sotto il profilo delle indagini, è importante rilevare il metodo giuridico- scientifico delle evidenze fisiche (M.E.F.), già adoperato dalle squadre specializzate del Corpo forestale dello Stato, che è utilizzato per accertare le cause colpose o dolose degli incendi, il punto d'innesco e le conseguenti attribuzioni di responsabilità.

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

"Ci rifiutiamo che Poiatica sia riaperta". Il sindaco Volpi sostenuto con forza dalla maggioranza: "Su questo impianto chiediamo che venga messa una pietra tombale". Un appello alla Regione, cui spetta l'ultima parola. -

Toano, 27 giugno 2015 -

"Su Poiatica chiediamo che venga messa una pietra tombale, senza se e senza ma": incisiva e compatta presa di posizione della giunta e della maggioranza consiliare che sostiene il sindaco Vincenzo Volpi sullo spinoso tema della chiusura definitiva della discarica provinciale.
L'impianto, collocato in comune di Carpineti però a ridosso del territorio toanese, ha cessato la sua attività di smaltimento lo scorso febbraio. "Non si usi tuttavia il tema della necessità di riempire l'invaso creatosi - sottolineano i consiglieri Massimo Albertini (assessore), Carlo Benassi (vicesindaco), Vittorina Canovi (assessore), Alberto Costi, Michele Giorgi, Sergio Paglia, Danilo Redeghieri e Roberta Ruffaldi (assessore) - per giustificare la possibilità di ricevere nuovi rifiuti ai fini della messa in sicurezza. Non vogliamo più immondizia di qualsiasi tipo a Poiatica".

Spiega il primo cittadino: "Già un anno fa la Provincia aveva rilevato l'inammissibilità di conferire qui ulteriori rifiuti e questa volontà comune è stata ribadita nei vari incontri avuti con il presidente Giammaria Manghi. Inoltre, nello scorso ottobre, abbiamo condiviso il programma dell'Unione montana dei Comuni dell'Appennino reggiano in cui si conferma come la discarica abbia esaurito la propria valenza e si chiede agli enti programmatori di essere partecipi affinché siano rispettati i tempi dei controlli successivi alla chiusura e le garanzie di impegno economico in carico al gestore sugli interventi successivi alla stessa".

Conclude Vincenzo Volpi: "La stessa Iren ha sostenuto a suo tempo che Poiatica è da considerarsi chiusa. A gennaio avevamo già incontrato l'assessore alle politiche ambientali della Regione, Paola Gazzolo, e pure in quell'occasione avevamo ribadito che nella discarica erano già arrivati troppi rifiuti. Ora la decisione finale spetta proprio alla Regione. Auspichiamo per il bene di tutti che il buon senso prevalga. Non siamo disposti ad accettare altre opzioni rispetto alla chiusura definitiva".

(Fonte: ufficio stampa Comune di Toano)

Laboratori, percorsi didattici e iniziative per i cittadini. Manifattura Urbana porta nella nostra provincia l'illustre docente Maddalena Achenza per un workshop didattico sulle tecniche di costruzione con la terra cruda ed un seminario in collaborazione con l'Ordine degli Architetti di Parma -

Parma, 15 Giugno 2015 –

I due ingressi dei Giardini di San Paolo che affacciano su Borgo Giordani sono ora aperti e utilizzabili da tutti i cittadini, seguendo gli stessi orari di apertura e chiusura del parco già validi per l'ingresso di via Melloni. Sabato si è svolta la simbolica cerimonia alla presenza degli assessori Michele Alinovi e Laura Ferraris, il presidente del WWF Parma Rolando Cervi (tra i patrocinatori dell'evento) ed i rappresentanti delle associazioni che hanno ottenuto questo importante risultato, frutto di una forte sinergia e di una strettissima collaborazione, ovvero Manifattura Urbana, i Nostri Borghi ed il Gruppo Archeologico VEA, quest'ultimo vincitore del bando di concorso regionale "Giovani per il territorio", che ha portato ad un primo progetto di riqualificazione denominato 'Hortus Conclusus' e che vedrà allestimenti di ambientazioni d'epoca negli spazi nel parco, laboratori per le scuole e incontri aperti alla cittadinanza sul tema "Archeologia in Giardino" per l'intera estate.

Ma Manifattura Urbana è una realtà in continuo movimento ed è già da tempo a lavoro per quello che si preannuncia un duplice evento molto atteso dal punto di vista didattico: la presenza nella nostra provincia della prof.ssa Maddalena Achenza, illustre docente e PhD, UNICA, che l'associazione ha chiamato per il coordinamento scientifico di un importante workshop didattico sulle tecniche di costruzione con la terra cruda a Berceto ed un seminario in collaborazione con l'Ordine degli Architetti di Parma.

Il workshop, intitolato appunto "Costruire in Terra Cruda", è aperto a studenti e neolaureati e avrà inizio martedì 16 Giugno alle ore 9.00 nei locali dell'ex-fornace di Ghiare di Berceto con i saluti del sindaco Luigi Lucchi, e durerà sino a venerdì 19 Giugno.
Mercoledì 17 Giugno invece, dalle ore 17.00 alle ore 20.00, presso il Workout Pasubio Temporary in via Palermo 6 a Parma, si terrà il seminario "La terra per l'Architettura", con gli interventi della stessa prof.ssa Achenza e di Matteo Brioni, di Matteo Brioni srl. Il seminario – realizzato da Ordine Architetti Parma e Fondazione Architetti Parma e Piacenza, in collaborazione con Associazione Manifattura Urbana, Matteo Brioni srl, Edilizia 2000 – è gratuito e la partecipazione dà diritto all'attribuzione di 2 CFP.

Ulteriori info in merito alla possibilità di partecipare al Workshop di Ghiare e alla disponibilità di alloggio sono reperibili sul sito ufficiale di Manifattura Urbana al seguente link: manifatturaurbana.org/workshop/terra%20cruda.htmlMentre per il programma del seminario e la possibilità di accreditarsi consultare la pagina web dell'Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Parma: www.archiparma.it/not-1179-formazione_la_terra_per_l_architettura_costruire_e_decorare_con_la_terra_cruda

Pubblicato in Cronaca Parma

Interrogazione di Giulia Gibertoni, capogruppo M5S in Regione, sulle operazioni di taglio che hanno riguardato le sponde di alcuni corsi d'acqua in provincia di Modena. Dubbi anche sulle procedure per scegliere le ditte. -

Modena 11 Giugno 2015 -

Rovinare la natura senza un perché. Lungo i fiumi del modenese migliaia di alberi sono stati completamente rasi al suolo, centinaia di km di verde scomparsi nel giro di pochi mesi, il tutto senza che venisse aperta una procedura di impatto ambientale. A questo si aggiunge la mancanza di trasparenza sulla regolamentazione seguita nella scelta delle ditte a cui sono stati affidati i lavori.
Per far luce sulla vicenda, il M5S torna a porre l'attenzione sulla manutenzione della vegetazione che interessa le sponde dei fiumi della provincia di Modena, e lo fa con una interrogazione presentata dalla capogruppo Giulia Gibertoni che chiede chiarezza su alcune operazioni che, negli ultimi 20 mesi, hanno riguardato la zona Pedemontana del Modenese, tra i comuni di Formigine, Sassuolo, Fiorano, Castelvetro e Castelnuovo Rangone. Si tratta di un'area estesa linearmente per oltre 150 km dove, dal 2014 in poi, è stata portata a termine una vasta operazione di taglio selettivo di piante volta a garantire la sicurezza idraulica di alcuni fiumi e corsi d'acqua.

Lavori che, secondo quanto riportato nell'interrogazione del consigliere regionale Gibertoni, nasconderebbero più di un'anomalia. "Grazie ai nostri accessi agli atti abbiamo scoperto alcune stranezze che riguardano i lavori di taglio di migliaia di alberi – spiega Giulia Gibertoni – In primo luogo non sarebbe stata fatta alcuna vera opera di selezione, tra specie arboree e di salvaguardia delle varietà più pregiate prima e durante le operazioni di taglio, nonché di scelta tra esemplari in base al miglior stato vegetativo. Particolare che pone più di un interrogativo sul rispetto delle norme di salvaguardia del paesaggio garantite dalla Regione e dalle aziende che hanno effettuato i lavori su concessione. Certo si deve eliminare o ridurre il rischio di esondazioni, ma non si può fare terra bruciata attorno ai fiumi senza nemmeno accertare che la presenza di vegetazioni di sponda a livello di alveo rappresentassero realmente un pericolo concreto".

Ma non è solo la questione ambientale ad allarmare, anche il sistema con il quale sono state selezionate le aziende che hanno effettuano questi lavori appare piuttosto oscuro e sembra privilegiare sempre e solo una ditta, la toscana Wood Energy.
"Anche se a più riprese abbiamo chiesto alla Regione quale siano le procedure e i criteri seguiti per l'affidamento di questi lavori, non abbiamo avuto risposte chiare e non sembra che siano state svolte gare pubbliche – continua Giulia Gibertoni – La Wood Energy ha portato a termine la quasi totalità degli interventi commissionati dalla Regione senza sborsare nemmeno un euro, attraverso un accordo di compensazione che le ha anche garantito guadagni dall'utilizzo di tutto il materiale tagliato. Singolare che per la stessa tipologia di lavori nei mesi successi all'alluvione del gennaio del 2014 Aipo riesca da ottenere più di 70mila euro per due diversi interventi lungo il Secchia e il Panaro che poi finiranno proprio nelle casse della Regione". "Crediamo che la Giunta abbia diversi punti da chiarire su questa vicenda – conclude la capogruppo M5S – in primo luogo sul rispetto della salvaguardia ambientale e delle autorizzazioni paesaggistiche e poi sulle procedure tecniche. Se la scomparsa di migliaia di alberi lungo i nostri fiumi fosse avvenuta in deroga alle leggi sarebbe davvero molto grave".

Pubblicato in Cronaca Modena
Giovedì, 11 Giugno 2015 10:04

Acqua e Territorio ad EXPO Milano.

L'irrigazione è la prima forma di nutrimento del pianeta. Il modello Emilia Romagna. Grazie ad ANBI, l'Unione delle Bonifiche dell'Emilia Romagna (URBER) presenta oggi esempi pratici di irrigazione consapevole e progetti multimediali a servizio delle imprese agricole. -

Parma, 11 giugno 2015 -

L'irrigazione è la prima ed essenziale forma di nutrimento del nostro pianeta. Fondamentale per la vita e per assicurare una produzione agricola costante alla base della gran parte delle economie mondiali la pratica irrigua, quando virtuosa e rispettosa dell'ambiente, si trasforma in ricchezza reale e diffusa. E' anche per questo che l'Emilia Romagna è considerata dagli esperti del settore, nell'intero panorama italiano, un modello per le modalità di distribuzione delle acque di qualità a beneficio dell'agricoltura, modalità che si traducono soprattutto in risparmio di risorsa utile e in risultati produttivi assai concreti (maggior numero di prodotti tutelati: 19 dop, 19 doc, 2 docg e 22igp). I Consorzi di bonifica della regione, associati in URBER (Unione Regionale Bonifiche Emilia Romagna) - all'interno del vasto mosaico di ANBI - garantiscono sempre di più un utilizzo consapevole delle acque meteoriche di superficie e rappresentano nei fatti il perno attorno al quale ruota un' agricoltura sostenibile e moderna che, anche grazie all'uso delle nuove tecnologie impiegate, non consuma l'acqua, ma la utilizza e la riconsegna alla terra, ai canali, ai fiumi e naturalmente ai suoi abitanti. Durante l'incontro "Acqua e Territorio a EXPO Milano", svoltosi presso il roof-garden (Spazio ANBI-Coldiretti Ingresso sud del Cardo) sono stati presentati i progetti multimediali:

IL CAMPO IN MOSTRA.

Videoproduzione, realizzata in collaborazione con il Canale Emiliano Romagnolo, volta ad illustrare il campo-mostra di prova delle più moderne attrezzature irrigue applicate alle produzioni. Realizzato con il sostegno della Regione Emilia Romagna, Consorzi di bonifica e anche grazie ad alcune imprese del settore irriguo (TORO, NETAFIM, IRRITEC, NAAN DAN JAIN). Oltre a strumentazioni tecnologicamente avanzate nel camp- mostra sono esposte anche le attrezzature irrigue più innovative del momento.

APP IRRIVOICE ANBI.

L'applicazione di Irriframe, per telefoni cellulari e tablet, fornisce all'utente il consiglio irriguo più adeguato alle proprie necessità e in modalità vocale. Un modo fruibile e soprattutto rapido, dinamico, alla portata di tutti, che garantisce per tutti le migliori competenze in tempo reale e senza costi aggiuntivi.

SAI QUANTA ACQUA MANGI?

L'origami-URBER, ribattezzato il "bicchiere della vita", lancia un semplice e chiaro messaggio-tascabile per non dimenticare mai che il cibo che mangiamo ha un fondamentale valore irriguo.

ACQUA DA MANGIARE 

Un "video-viaggio-educational", diretto ed esauriente, realizzato con l'attore-testimonial del mondo delle bonifiche Lorenzo Bonazzi; in chiave ironica, URBER propone un approfondimento sull' irrigazione-consapevole e sul risparmio idrico a supporto dell'agricoltura. Un prodotto rivolto ai più giovani che si dimostra molto utile anche ai più grandi.

(Fonte: Ufficio Stampa Urber)

Il duplice riconoscimento ufficiale a Parigi, alla presenza dell'assessore Gazzolo: "Un risultato straordinario, di cui possono fregiarsi solo 13 Riserve in tutta Italia. Orgogliosi che di tre candidature italiane riconosciute, due siano in Emilia-Romagna. Un punto di partenza per internazionalizzare il nostro patrimonio ambientale e promuovere una crescita sostenibile" -

Parma, 10 giugno 2015 -

Il Delta del Po e l'Appennino Tosco Emiliano diventano Riserva della Biosfera dell'Unesco. Il riconoscimento ufficiale è arrivato ieri a Parigi, dove si è riunito il Comitato internazionale del Programma Mab (Man and the biosphere) dell'Unesco.
Queste Riserve sono aree di ecosistemi terrestri, costieri e marini in cui si accosta la conservazione dell'ecosistema e la sua biodiversità con l'utilizzo sostenibile delle risorse naturali a beneficio delle comunità locali.
Un riconoscimento importante di cui si fregiano solo 13 riserve italiane e 631 nel mondo e che ha visto delle tre candidature italiane riconosciute, due nella nostra regione.

"È un punto di partenza - commenta l'assessore regionale alle Politiche ambientali Paola Gazzolo - che ci dà la possibilità di internazionalizzare il nostro patrimonio ambientale e di promuovere una crescita sostenibile".
Risale al 2013 la prima proposta di candidatura presentata dai due enti Parco del Delta del Po di Veneto ed Emilia-Romagna e dal Parco dell'Appennino Tosco-Emiliano, sottoscritta e sostenuta dalle Regioni, dal Ministero dell'Ambiente e dai Comuni del territorio.
"Un esempio di collaborazione tra pubblico e privato - ha sottolineato l'assessore - che ha messo insieme tutti i portatori di interesse per portare a casa un risultato strategico dal punto di vista ambientale e turistico. Questo duplice riconoscimento consente infatti di creare un polo attrattivo di interesse mondiale e di puntare alla creazione di una rete internazionale che rappresenta un connubio unico di paesaggi, storia, arte e natura".
Il primo banco di prova per sperimentare l'efficacia di questa impresa sarà l'Expo di Milano: "Una grande vetrina e un'occasione che non possiamo mancare - ha concluso Gazzolo -. Già nelle prossime settimane chiederemo un incontro con i ministri competenti per discutere delle azioni da mettere in campo per valorizzare al meglio questa nostra risorsa".


Della delegazione presente a Parigi facevano parte anche i sindaci di Mesola, Comacchio (FE) Castelnovo ne' Monti, Villa Minozzo (RE) e Langhirano (PR), oltre ai presidenti degli Enti Parco.

Pubblicato in Ambiente Emilia
Lunedì, 08 Giugno 2015 15:12

Inceneritore di Parma, no rifiuti da fuori

La nota stampa di Aldo Caffagnini sullo striscione di protesta apparso in piazzale santa Croce. Un no alla richiesta di Iren di portare la capacità di incenerimento del camino di Ugozzolo da 130 mila tonnellate a 195 mila e soprattutto alla richiesta della stessa di ampliare il bacino d'utenza a tutta Italia. -

Parma, 8 giugno 2015 -

In piazzale Santa Croce è apparso domenica mattina un enorme striscione con un breve quanto eloquente slogan a caratteri cubitali: "No rifiuti da fuori".
E' il no alla richiesta di Iren di portare la capacità di incenerimento del camino di Ugozzolo da 130 mila tonnellate a 195 mila e soprattutto è il no alla richiesta della stessa di ampliare il bacino d'utenza a tutta Italia.
E' la prima risposta di una città che ha raggiunto importantissimi traguardi nelle raccolta differenziata (70% in pochi mesi) e non vuole gettare alle ortiche lo sforzo di tutti coloro che si impegnano a gestire correttamente i propri scarti, ogni giorno.
"No rifiuti da fuori" deve diventare la risposta corale alla richiesta di Iren di trasformare l'inceneritore di Ugozzolo in una ingorda bocca ingoiatutto, facendo diventare Parma una pattumiera dell'Italia intera.
"No rifiuti da fuori" era scritto nei patti, è stato ribadito in molteplici e ufficiali incontri e convegni dalla Provincia di Parma, presidente Bernazzoli, assessore Castellani, e dalla stessa multiutility, per bocca del suo presidente, che aveva tranquillizzato i parmigiani sulle intenzioni del gestore e sulla vigilanza che l'ente non avrebbe mai mancato di mantenere.
L'inceneritore è stato tarato, secondo le rassicurazioni degli addetti ai lavori, per le esigenze del territorio e non si comprende quindi questo improvviso cambio delle carte in tavola.
Nessuno ha costretto Iren a costruire il camino che svetta a pochi chilometri dal centro città.
Nessuno le aveva imposto di costruire un forno di due linee invece che una sola.
Il problema rifiuti ci era stato presentato come una emergenza assoluta e immediata.
Ora l'emergenza consiste nella scarsità degli stessi.
Delle due l'una: o ci avevano preso in giro prima, o chi ha progettato questo percorso era un incapace che non sapeva (o non voleva) vedere aldilà del proprio naso.
E' bastato applicare al capoluogo di provincia il sistema porta a porta per mandare in crisi il sistema di smaltimento con l'inceneritore.
Sono bastati pochi mesi per far emergere l'errore progettuale che mina ora il futuro del forno.
A Ugozzolo da più di un mese l'impianto funziona sotto il 50% per mancanza di materia prima.
Il sistema porta a porta intercetta gli stessi materiali appetiti dalla fornace: carta, plastica, legno.
Ovvio che i due sistemi siano apertamente in concorrenza e la vittoria dell'uno comporti la sconfitta certa dell'altro.

Aldo Caffagnini

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