Regione Emilia Romagna
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Accordo per la fornitura di grano duro alta qualità dell'Emilia-Romagna per la pasta Barilla. Interessata una superficie agricola di 20 mila ettari per 120 mila tonnellate di frumento. L'assessore regionale all'agricoltura Simona Caselli: "La nostra regione polo produttivo d'eccellenza. Un esempio virtuoso di organizzazione".
Bologna, 22 dicembre 2015
Al via l'accordo per la fornitura di grano duro alta qualità dell'Emilia-Romagna per la pasta Barilla. Valido per la campagna cerealicola 2015-2016, l'accordo prevede un quantitativo di 120 mila tonnellate, per una superficie agricola interessata di circa 20 mila ettari.
Compie così dieci anni l'iniziativa, promossa dalla Regione, che ha permesso di rilanciare la coltivazione del grano duro in Emilia-Romagna, garantendo qualità e redditività, in un mercato globale caratterizzato da un' estrema volatilità dei prezzi. "Grazie a intese come questa - ha sottolineato oggi a Bologna l'assessore regionale all'agricoltura Simona Caselli – Barilla può contare su una filiera interamente emiliano-romagnola e su un prodotto di elevata qualità anche da un punto di vista ambientale, mentre gli agricoltori possono programmare la produzione e avere certezza di uno sbocco commerciale, sottraendosi alla logica delle commodity. Siamo di fronte a un esempio virtuoso di organizzazione che permette al territorio emiliano-romagnolo di qualificarsi come polo d'eccellenza per la produzione del grano duro" .
"Il grano duro dell'Emilia-Romagna contribuisce alla realizzazione della nuova linea di pasta ad elevato contenuto proteico lanciata da Barilla – ha spiegato Luigi Ganazzoli, responsabile acquisti della Barilla – questo accordo è in linea con la vocazione del Gruppo alla qualità, innanzi tutto per i consumatori, ma anche per l'ambiente e il territorio, grazie al raccordo ferroviario realizzato al servizio del nuovo centro di stoccaggio e che, sostituendo il trasporto su gomma, permette un risparmio di 1.100 tonnellate di Co2 all'anno".
L'accordo interessa tutta la filiera: dal seme alla pasta. A firmarlo, oltre al Gruppo Barilla, Maria Grazia De Feo della Società Produttori Sementi di Bologna, Raimondo Ricci Bitti per OP Cereali, Alberto Stefanati per OP Grandi Colture Italiane, Matteo Negretto per OP Capa Ferrara e Ivan Cremonini per CerealCap.
Il contratto quadro si articola in singoli accordi firmati dal Gruppo Barilla e dai fornitori. A loro volta questi ultimi (OP Cereali, OP Grandi Colture Italiane, Capa Ferrara OP e CerealCap) stipulano con i singoli agricoltori soci gli impegni di coltivazione, con le specifiche tecniche e le opzioni di valorizzazione del grano duro. Società Produttori Sementi S.p.A. selezionatrice e costitutrice delle principali varietà identificate dal disciplinare, sviluppate con un'attività di ricerca e sperimentazione in parte sostenuta anche dalla Regione, fornisce il seme necessario alla maggior parte delle coltivazioni.
I contenuti dell'accordo 2015-2016
Barilla può dunque contare su varietà appositamente selezionate, particolarmente adatte all'industria pastaria e su un'alternativa competitiva ai grani di alta qualità d'importazione; gli agricoltori possono programmare la produzione contando su uno sbocco di mercato e avvalendosi di un prezzo di vendita concordato (su medie di listino in base alla Borsa merci di Bologna o a prezzo garantito fino a una quota del 30%) che include anche specifiche premialità legate alla qualità (qualità prodotto, adesione al disciplinare di produzione, assistenza tecnica prestata, durata e modalità di stoccaggio).
L'accordo 2015-2016 prevede la modifica delle norme di coltivazione che terranno conto dell'aggiornamento in corso dei Disciplinari di Produzione Integrata della Regione Emilia-Romagna. Gli adeguamenti a nuove conoscenze e all'evoluzione delle norme sull'uso dei fitofarmaci, oltre a garantire tecniche di coltivazione più sostenibili da un punto di vista ambientale, con effetti anche sulla qualità finale del prodotto, agevolano l'adesione degli agricoltori alle misure agro-clima-ambientali del Psr 2014-2020, dove sono previsti, tra gli altri, aiuti specifici per favorire la corretta rotazione per prevenire il rischio micotossine.
Viene confermata la possibilità di avvalersi di un apposito sistema informatico ( granoduro.net ), che supporta i produttori nell'individuazione delle scelte tecniche per ottenere un prodotto di alta qualità, ma anche pienamente sostenibile da un punto di vista ambientale.
La coltivazione del grano duro in Emilia-Romagna
Il grano duro è il cereale utilizzato per la pasta, prodotto simbolo del made in Italy. In Italia, che è il principale produttore mondiale di grano duro insieme al Canada, si registra attualmente un grado di approvvigionamento interno del 60-65%. A fronte di un consumo di circa 5,5 milioni di tonnellate da parte dell'industria molitoria, la produzione interna si aggira sulle 3,5 milioni di tonnellate. L'Emilia-Romagna è da sempre una delle regioni più vocate per quanto riguarda la produzione di grano duro di qualità. Gli accordi con il gruppo Barilla hanno certamente contribuito alla ripresa delle superfici coltivate, oltre ad un innalzamento delle capacità professionali necessarie al miglioramento della qualità del prodotto, sia in campo che nella fase di gestione e stoccaggio. Il primo accordo quadro risale al 2006 e prevedeva un quantitativo di 30 mila tonnellate. Da allora a oggi le superfici a grano duro coltivate in Emilia-Romagna sono triplicate, passando da circa 20 mila a 60 mila ettari. L'accordo vale circa un terzo della produzione di grano duro regionale.
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
All'Alta Via dei Parchi dell'Emilia-Romagna il premio come "uno dei migliori itinerari verdi". Il riconoscimento attribuito dall'associazione "Go Slow Social Club" in collaborazione con la Confederazione nazionale della mobilità dolce. Encomio speciale dal magazine Viaggiatori.com
Bologna – Un premio per l'Alta Via dei Parchi dell'Emilia-Romagna, per essere fra le migliori realizzazioni di itinerari verdi e di reti di mobilità dolce. E' il riconoscimento attribuito all'itinerario sabato scorso, 12 dicembre, a Milano dall'associazione culturale no profit Go Slow Social Club in collaborazione con la Confederazione nazionale della mobilità dolce (Co.Mo.Do.).
L'Alta Via dei Parchi, il cui progetto era stato candidato alla sesta edizione di questo Premio, ha ottenuto una menzione speciale "per la notevole estensione territoriale della Rete, per la pluralità delle proposte e l'integrazione con il trasporto pubblico e la cura degli apparati cartografici, per offrire un prodotto turistico continuativo e destagionalizzato che rappresenta un eccellente esempio di governo e uso consapevole del territorio, attraverso il quale valorizzare il turismo escursionistico e la protezione dell'ambiente naturale".
In ex aequo col progetto "Via Francigena Toscana", l'itinerario ha ottenuto anche un Encomio speciale dal magazine Viaggiatori.com , media partner di Go Slow Club, "per aver sapientemente coinvolto in un unico discorso visivo le bellezze paesaggistiche dell'Appennino Tosco-Emiliano. Per l'alto livello della fotografia e per la storia narrata nei video che hanno voluto celebrare la memoria degli elementi e la magia della Natura, mostrandola intatta nella sua performance più intensa. Per aver valorizzato con le immagini ambiente, bellezze paesaggistiche e storiche del territorio, ripercorso a piedi lentamente volto a riscoprire ogni sua ricchezza culturale, estetica ed emozionale".
L'assessore alle Politiche ambientali Paola Gazzolo ha espresso "grande soddisfazione per questo riconoscimento che va a un progetto che ha il merito di valorizzare l'intero Appennino come importante corridoio ecologico e al tempo stesso opportunità straordinaria per il turismo responsabile".
L'Alta Via dei Parchi attraversa l'Appennino fra l'Emilia-Romagna, la Toscana e le Marche unendo due Parchi nazionali, cinque Parchi regionali e uno interregionale: è un percorso escursionistico di alta quota lungo 501 chilometri e suddiviso in 27 tappe che parte da Berceto (Pr), nei pressi del Passo della Cisa e arriva fino alla rupe della Verna (Ar), per poi raggiungere il Monte Carpegna (Pu), nel Parco del Sasso Simone e Simoncello.
La Regione Emilia-Romagna ha approvato l'Alta Via dei Parchi e i criteri per la realizzazione degli interventi previsti con un itinerario individuato di concerto con i Parchi e il Club Alpino Italiano.
(Fonte Regione Emilia Romagna 15 dicembre 2015)
Agricoltura. Risoluzione PD: "Giunta lavori con il Ministero Politiche Agricole per l'identificazione dell'Emilia Romagna come area "Xylella Free"".
Bologna 15 dicembre 2015 - L'atto, primo firmatario Gianni Bessi, per tutelare il settore floro-vivaistico regionale dopo le misure restrittive adottate da Paesi stranieri in seguito all'epidemia che colpito esclusivamente gli oliveti pugliesi: "L'Emilia-Romagna leader mondiale nell'attività vivaistica".
"Il batterio Xylella, individuato in Puglia, nella provincia di Lecce, ha generato una epidemia che ad oggi ha interessato esclusivamente gli oliveti pugliesi, ma sta provocando danni alle esportazioni di prodotti vivaistici a livello nazionale, poiché nonostante siano in corso azioni e misure per impedirne la diffusione, si assiste ad una situazione di chiusura ingiustificata dei mercati esteri rispetto a tutta la produzione vivaistica italiana".
Lo scrive il Gruppo Pd in una risoluzione presentata all'Assemblea legislativa - primo firmatario Gianni Bessi - per chiedere alla Giunta di continuare ad agire presso il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (MiPaaf) "perché l'Emilia-Romagna e tutto il territorio nazionale al di fuori delle aree delimitate sia identificata formalmente quale area xylella free".
Nel documento si chiede inoltre di rafforzare le azioni diplomatiche, anche per il tramite della Commissione Ue, nei confronti di quei Paesi terzi che hanno adottato misure restrittive "che colpiscono gravemente e in modo indiscriminato le nostre produzioni vivaistiche" e di intervenire "a tutela del settore in modo tempestivo e prioritario onde evitare l'impatto economico ed occupazionale che altrimenti questa prolungata situazione di chiusura dei mercati comporterebbe". "La Regione Emilia-Romagna- viene ricordato nella risoluzione- si attesta quale leader mondiale, nell'attività vivaistica esportando il 50% della propria produzione nei mercati europei ed internazionali, e costituisce un bacino di produzione territoriale con specificità e caratteristiche di grande rilievo tecnico ed economico". La stessa Regione vanta inoltre "un'efficiente rete tecnica di supporto alle aziende che garantisce un controllo capillare del territorio e che può fungere da sistema di rilevamento di eventuali focolai iniziali della batteriosi".
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell'Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)
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